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2 STEATOSI 2 529KB Mar 16 2013 11:05:55 PM
STEATOSI
STEATOSI
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La steatosi è una patologia cellulare legata all'accumulo
intracellulare di lipidi generalmente trigliceridi che comporta una
serie di danni fino alla necrosi della cellula. Gli organi più colpiti
sono la corticale renale, il muscolo striato e soprattutto il cuore (o
meglio le fibre muscolari miocardiche) e il fegato. Quest'ultimo
organo è particolarmente sensibile ai processi steatosici per tre
ragioni:
è un organo chiave nel metabolismo dei lipidi
è un organo responsabile dell'inattivazione di numerose sostanze
tossiche
è un organo la cui circolazione è prevalentemente venosa (quindi
costantemente vicino ad una situazione di ipossia)
STEATOSI
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Quasi tutte le steatosi sono provocate da uno
squilibrio fra la quantità di trigliceridi che le
cellule hanno a disposizione e la loro effettiva
capacita’ di metabolizzarli.
STEATOSI
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Caratteristiche delle steatosi
Le
caratteristiche
macroscopiche
delle
steatosi
sono
l'organomegalia ed il tipico colore giallastro causato dall'eccesso di
grasso. Le caratteristiche microscopiche sono riconducibili
all'organizzazione che l'accumulo di lipidi può assumere; si
distinguono infatti:
Steatosi microvescicolari: caratterizzate dalla presenza di numerose
e piccole vescicole. Si tratta di steatosi irreversibili, che
progrediscono come steatoepatiti e terminano come cirrosi. Sono
tipiche steatosi da ipossia o da avvelenamento (per esempio da
CCl4)
Steatosi macrovescicolari: caratterizzate dalla presenza di un'unica
grossa vescicola. Si tratta di una steatosi reversibile, che se non
curata può comunque progredire come steatoepatite e infine come
cirrosi. Tipica steatosi da etilista.
STEATOSI
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TIPOLOGIE
Per quanto riguarda le steatosi epatiche possiamo
classificarle in base alla loro eziologia in steatosi:
da aumentato apporto di grassi
da ridotto smaltimento di grassi
da aumentata sintesi endogena di grassi.
STEATOSI
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STEATOSI DA AUMENTATO APPORTO DI GRASSI:
steatosi la cui causa risiede in una dieta iperlipidica o in
un'aumentata mobilizzazione dei NEFA (acidi grassi liberi non
esterificati). Frazione lipidica che dai depositi periferici (tessuto
adiposo) viene convogliata al fegato o ai muscoli per essere
metabolizzata e fornire all'organismo energia di pronto impiego; i
NEFA hanno infatti un turnover rapidissimo (emivita di circa 2
minuti); essi rappresentano l'1-3% dei lipidi plasmatici.
Quest'ultima a sua volta può essere causata da molteplici fattori tra
cui stress, ormoni (tiroidei, ACTH), o di farmaci (teofillina, caffeina)
e digiuno prolungato (in questo caso avremo un quadro reversibile) o
da altre patologie come diabete mellito e glicogenosi di tipo I
(entrambe le patologie sono caratterizzate da un deficit insulinico
con conseguente aumento della lipolisi e quindi dei NEFA
circolanti) si tratta di un quadro irreversibile.
STEATOSI
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STEATOSI DA RIDOTTO SMALTIMENTO DI
GRASSI:
Steatosi la cui causa può essere una dieta ipoproteica,
una diminuita sintesi di apolipoproteine necessarie a
smaltire i trigliceridi .
Deficit di colina, essenziale per la sintesi di fosfolipidi
necessari per la formazione di lipoproteine
(trigliceridi+proteine).
Deficit di vitamina B12, eccesso di vitamina PP o
ipossia.
L’avvelenamento da aflotossina B1 o Amanita phalloides
inibiscono la RNA polimerasi che sintetizzano gli RNA
messaggeri per le apolipoproteine con conseguente
accumulo di trigliceridi
STEATOSI
STEATOSI DA AUMENTATA SINTESI
ENDOGENA DI GRASSI:
Steatosi dovute ad un accumulo di lipidi di sintesi
endogena a partire da acetato. Esempi clinicamente
importanti sono le steatosi provocate da barbiturici (in
grado di stimolare la sintesi di acidi grassi a partire da
acetil-CoA) e quelle da abuso di alcool (l'etanolo viene
infatti metabolizzato ad acetaldeide prima e ad acetato
poi).
Ciclo di Krebs
STEATOSI EPATICA ALCOLICA
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METABOLISMO DELL'ALCOOL
L'alcool ingerito viene metabolizzato a livello del fegato da un
enzima, l'alcool deidrogenasi (ADH) che lo trasforma in acetaldeide.
In questa reazione è implicato come coenzima il sistema NAD
(nicotinaammide - adenin - dinucleotide) che viene ridotto a NADH.
L'acetaldeide viene trasformata successivamente in acetato
attraverso l'uso dello stesso coenzima; l'acetato, insieme al coenzima
A (Co-A) viene inserito poi nel ciclo di Krebs dove trova il suo
destino metabolico. La conseguenza di questa reazione con la
formazione di una grande quantita di NADH (forma ridotta) con
consumo del NAD (forma ossidata).
STEATOSI EPATICA ALCOLICA
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Nel fegato l'etanolo viene metabolizzato ad acetaldeide seguendo tre
possibili vie:
Nei perossisomi viene metabolizzato dalle catalasi con produzione di
una molecola di acqua. Si tratta di una reazione dannosa in quanto
comporta la produzione di specie reattive dell'ossigeno (radicali
liberi).
Nel citoplasma viene metabolizzato dall'enzima alcool deidrogenasi
(ADH). Si tratta di una reazione di ossidazione che comporta la
riduzione di una molecola di NAD+ a NADH
In misura maggiore l'etanolo viene metabolizzato dal MEOS
(microsomial ethanol oxidizing system) a livello microsomiale del
reticolo endoplasmatico liscio: il citocromo P450 catalizza la
reazione di ossidazione dell'etanolo riducendo il proprio ione di ferro
STEATOSI EPATICA ALCOLICA
DANNI DA ACETALDEIDE
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Qualunque sia il sistema enzimatico di metabolizzazione
dell’etanolo il risultato è la produzione di acetaldeide, composto
altamente reattivo, che, comportando un rischio per l’epatocita,
tende ad essere rapidamente metabolizzato per il 90% ad acetato in
sede mitocondriale ad opera dell’aldeide deidrogenasi
L'acetaldeide non metabolizzata favorisce la lipoperossidazione,
una reazione molto pericolosa in quanto può provocare danni a
livello di vari organelli cellulari (come mitocondri e RER) e alla
membrana cellulare (tra le cui componenti principali troviamo i
fosfolipidi) .
Inibisce le ossidazioni mitocondriali e qundi anche l’ossidaizone
degli acidi grassi con aumento di questi nell’epatocita
Inibisce la sintesi proteica delle lipoproteine a livello delle frazioni
dei ribosomi legati al RE.
Causa la deplezione di glutatione e SAM (S-adenosil-metionina)
con conseguente minore difesa verso i radicali liberi e quindi un
maggior rischio di danno cellulare, di mutazione e indirettamente
di insorgenza di un tumore.
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