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MESSAGGIO EMESSO MESSAGGIO RICEVUTO G.D. Circuito controregolatore lungo STRESS Fisico CRH Emozione Chimico (ipoglicemia) Altri ACTH Feedback lungo Corticotropi Feedback lungo Fisiologia della neuroregolazione dell’asse CRH-ACTHcorticosurrene Esone 1 Esone 2 GENE Introne 1 Introne 2 Trascrizione mRNA Regione Traslata Traslazione e Rimozione del Segnale POMC Clivaggio Post-Traslazionale N-POMC 1-76 J-PEPTIDE B-LPH ACTH 1-39 Processo Parziale (30%) Stati Patologici N-POMC 1-48 g-MSH g-LPH b-END • L’ACTH è secreto episodicamente dall’ipofisi e ha un’emivita in circolo di circa 20 minuti. • L’ampiezza, ma non la frequenza, dei picchi secretori varia nell’arco delle 24 ore, con una secrezione massima tra le 6 ed 8 del mattino e declina dopo un nadir serale. • Pattern di secrezione legato al ritmo sonno veglia. • I fattori che stimolano la secrezione di ACTH sono il CRF-41 e l’ormone Arginina Vasopressina. • La 5 idrossitriptamina e l’acetilcolina stimolano la secrezione di CRF, differentemente il GABA esercita un’influenza inibitoria. Le ghiandole surrenali Situate in corrispondenza del polo renale superiore ed adiacenti ad esso. La vascolarizzazione deriva direttamente dall’aorta, dalle arterie renali e dalle arterie freniche. Le vene surrenaliche di destra confluiscono direttamente nella cava inferiore, quelle di sinistra sono tributarie della vena renale omolaterale. Surreni Costituiti da: • ZONA CORTICALE (derivazione mesodermica) 90% • ZONA MIDOLLARE 10% (derivazione neuroectodermica) Compartimenti funzionali della corteccia surrenale glomerulare fascicolare reticolare ORMONE SECRETO aldosterone cortisolo DHEA FATTORI DI sistema reninaangiotensina ACTH ACTH ZONA PRINCIPALE CONTROLLO Corticosurrene: ormoni steroidei Glucocorticoidi → promuovono la formazione del glucosio dalle proteine, favoriscono la deposizione dei grassi, incrementano il flusso ematico renale, riducono i processi infiammatori, esercitano un’azione antiinsulinica diretta. Mineralcorticoidi → favoriscono l’assorbimento del sodio e l’eliminazione del potassio a livello dei tubuli renali, con riassorbimento di acqua. Androgeni → concorrono alla mascolinizzazione ed all’anabolismo proteico, modificano le masse muscolari. Cortisolo: ↑ Neoglucogenesi ↑ Lipolisi ↑ Glicogenosintesi ↓ Captaz. glucosio (muscolo) ↓ Sintesi proteica ↑ Catabolismo proteico ↑ Rilascio amino acidi Fisiopatologia e clinica corticosurrenalica • Insufficienza corticosurrenalica • Sindromi da iperfunzione surrenalica Insufficienza corticosurrenalica Inadeguata secrezione di ormoni della corteccia surrenale, in particolare di cortisolo, come conseguenza della distruzione di più del 90% della corticale del surrene (iposurrenalismo primario) o di un deficit della secrezione ipofisaria di ACTH (iposurrenalismo secondario*) o della secrezione ipotalamica di CRH (iposurrenalismo terziario) *spesso secondario a terapia prolungata con corticosteroidi in malattie infiammatorie, allergiche, autoimmuni Insufficienza corticosurreralica cronica primitiva o Morbo di Addison: etiologia • Adrenalite autoimmune • Tubercolosi • Altre – – – – – – – – 80% 19% 1% Istoplasmosi, blastomicosi, sarcoidosi Emocromatosi, amiloidosi Malattie opportunistiche associate all’AIDS Adrenomielodistrofia Carcinomi metastatici Deficit congenito familiare dei glucocorticoidi Resistenza isolata ai glucocorticoidi Iatrogene: ketoconazolo, mitotate, aminoglutemide, metirapone Morbo di Addison La forma più frequente è quella autoimmune caratterizzata da un’infiltrazione di linfociti T citotossici, che porta all’atrofia bilaterale della corticale dei surreni. Sono stati individuati anticorpi circolanti contro la 21-idrossilasi ( raramente 17α-idrossilasi). Talvolta si associa ad altre malattie autoimmuni: • SPA di tipo 1 (m.di Addison, ipoparatiroidismo, candidosi mucocutanea) • SPA di tipo 2 (m. di Addison, tiroidite di Hashimoto, DM1) Morbo di Addison: patogenesi Distruzione o atrofia primaria del corticosurrene → riduzione dei corticosteroidi (cortisolo) → inefficace controregolazione ipotalamoipofisaria→ aumento della secrezione di CRH e dei peptidi derivanti dalla pro-opiomelanocortina ACTH e MSH (responsabile della melanodermia). All’ipocortisolismo si associa ipoaldosteronismo. Morbo di Addison: quadro clinico • • • • • • • • • • • • Astenia e adinamia intensa Stato depressivo e apatia Anoressia Disturbi gastrointestinali (vomito, diarrea, dolori crampiformi) Dimagramento Disordini elettrolitici (iperpotassiemie, iposodiemia) Disidratazione Ipotensione arteriosa (vertigini in ortostatismo e lipotimie) Desiderio di cibi salati Ipoglicemia Iperazotemia (da riduzione del filtrato glomerulare) Melanodermia (iperpigmentazione) Morbo di Addison: diagnosi • Dosaggio cortisolo libero urinario 24 ore (ridotto) • Dosaggio ACTH (utile per differenziare l’ipocorticosurrenalismo primario da quello secondario e terziario – aumentato nel primo caso) • PRA (elevata, per diminuita produzione di aldosterone) • Elettroliti plasmatici (iperkaliemia, iposodiemia) • Dosaggio Ab anti-surrene Morbo di Addison: terapia Terapia sostitutiva: somministrazione di dosi adeguate di idrocortisone o cortisone acetato; a volte utile l’associazione con farmaci ad azione mineral attiva (fluoroidrocortisone) Sindromi da iperfunzione surrenalica La SINDROME di CUSHING è una condizione di iperfunzione corticosurrenalica caratterizzata da una prevalente iperincrezione di cortisolo. Sindrome di Cushing • ACTH-dipendente – Morbo di Cushing (ipersecrezione ipofisaria di ACTH) – Sindrome da ACTH ectopico ( es. carcinoma a chicco d’avena del polmone) 68% 12% • ACTH-indipendente – – – – Adenoma surrenalico Carcinoma surrenalico Iperplasia surrenalica micronodulare Iperplasia surrenalica macronodulare 10% 8% 1% < 1% Sindrome di Cushing: quadro clinico • • • • • • • • • • Obesità centripeta Pletora facciale (facies lunare) Ridotta crescita lineare (nel bambino) Oligo-menorrea Irsutismo Ipertensione Ridotta tolleranza glicidica Impotenza Osteopenia con fratture Debolezza muscolare miopatia 94% 84% 80% 76% 73% 72% 67% 67% 59% 58% Sindrome di Cushing: quadro clinico • • • • • • • • • • Strie rubre Edema periferico Acne, cute grassa Facilità alle ecchimosi Disturbi psichici Polidipsia-poliuria Insufficienza cardiaco-congestizia Calcoli renali Cefalea Melanodermia (s.da ACTH ectopico) 57% 56% 53% 53% 48% 34% 22% 16% 14% 6% Sindrome di Cushing: diagnosi • Dosaggio del cortisolo libero urinario delle 24 ore • Dosaggio cortisolo plasmatico (ritmo circadiano 8-16-23) • Dosaggio ACTH plasmatico • Test di inibizione con alte dosi di desametasone (test di Liddle) per la diagnosi differenziale tra Morbo di Cushing e S. dell’ACTH ectopico Sindrome di Cushing: terapia Chirurgica : – asportazione adenoma ipofisario ACTHsecernente – asportazione adenoma surrenalico monolaterale cortisolo-secernente – Surrenectomia bilaterale in caso di iperplasia nodulare bilaterale (seguita da terapia cortisonica sostitutiva) Sintesi dei mineralcorticoidi Zona glomerulosa Stimoli: - ACTH - Angio II Azione dell’aldosterone sui tubuli renali Sistema renina-angiostensina aldosterone (app. iuxtaglom.) Renina ACE (tessuti:polmone) ↓ ↓ Angiotensinogeno → Angiotensina I → Angiotensina II* (fegato) *↑P.A. ↑Vol. Plasm. ↑Vasocostriz. + Su.rrene (z. glomerulare) Secrez. Aldosterone ↓ ↑ Na+ ↓ K+ ↓− Renina Iperaldosteronismo • Primitivo (Sindrome di Conn) • Secondario Fisiopatologia iperaldosteronismo primitivo (S.di Conn) ↑ aldosterone → ↑ rit Na+ → ↑ perdita k+ ↓ ↓ renina ↓ ↓ angio II Iperaldosteronismo primitivo (S. di Conn) • Aumentata ed inappropriata produzione di aldosterone → ritenzione Na, ipertensione arteriosa, bassa renina plasmatica, ipok • Epidemiologia - 2 % degli ipertesi - F/M: 2 - 2,5/1 (adenoma; iperplasia M=F) -Età: tutte (prev. 3a - 4a decade) Iperaldosteronismo primitivo (S. di Conn) • Anatomia patologica – Adenoma (50%) – Carcinoma (molto raro) – Iperplasia bilaterale (nodulare o diffusa) (50%) • Idiopatica • Sensibile ai glucocorticoidi (ACTH“iperdipendente”) • Iperplasia monolaterale (molto rara) Iperaldosteronismo primitivo (S. di Conn): Quadro Clinico • Ipertensione arteriosa (da lieve a grave, prevalentemente diastolica) • Ipopotassiemia • Alcalosi, tetania (rara) • Poliuria, polidipsia (insensibilità ADH) • Aritmie cardiache (ipertensione art., ipoK) • Cefalea • Edemi generalmente assenti Iperaldosteronismo primitivo: dati di laboratorio • • • • Aldosterone plasmatico aumentato Ipokaliemia PRA soppressa Evidenza per adenoma – Livelli di aldosterone non modificabili con: • Test posturali (3 ore stazione eretta) • Carico di sale • Somministrazione di captopril – Studi morfofunzionali • TAC/RMN • Scintigrafia surrenalica con iodocolesterolo • Cateterismo vene surrenaliche Iperaldosteronismo primitivo: cenni di terapia • Adenoma – Surrenectomia monolaterale • Controllo ipertensione – 90% a breve termine – 70% a lungo termine • Iperplasia bilaterale – Surrenectomia bilaterale (rara) – Terapia medica • Spironolattone, canrenoato di K, amiloride • Altri farmaci anti-ipertensivi: Ca antagonisti Iperaldosteronismi secondari • Con ipertensione arteriosa (> produzione di renina) – Ipertensione nefrovascolare – Ipertensione maligna – Reninoma • Senza ipertensione arteriosa(> volume plasmatico (edemi)/< K+) – Scompenso circolatorio – S.nefrosica – Cirrosi epatica – Tubulopatie renali – Diarrea, vomito – Abuso di diuretici, lassativi – S. di Bartter Fisiopatologia e clinica della midollare surrenalica La midollare è la parte centrale delle ghiandole surrenali. È una struttura altamente specializzata del sistema nervoso simpatico. Di origine neuroectodermica, fa parte del sistema simpatocromaffine e sintetizza catecolamine: adrenalina (80%), noradrenalina e, in piccola quantità, dopamina. Cenni di Embriologia Il tessuto cromaffine della midollare surrenalica e dei gangli del sistema nervoso simpatico ha un’origine comune, dalla cresta neurale. I precursori del sistema simpatico, i simpatogoni, originano dalla cresta neurale migrano ventralmente differenziandosi nei neuroblasti paravertebrali e preaortici. Da queste cellule originano quelle gangliari e i feocromoblasti. La midollare del surrene origina dai feocromoblasti, migrano dai gangli simpatici nella corticale surrenale formando degli agglomerati cellulari da cui origina la midollare surrenale. Il flusso ematico a livello della midollare surrenalica deriva dall’arteria frenica inferiore, derivante dall’aorta, dall’arteria renale e dal sistema portale corticomidollare che origina dalla zona reticolare della corteccia surrenale. NH2 Tirosina (alpha metilparatirosina) OH CO2H Tirosina idrossilasi (cAMP protein kinase, Glucocorticoid) Sistema APUD (amine precursor uptake and decarboxylation) Diidrossifenilalanina (DOPA) Decarbossilasi aminoacida L-aromatica Dopamina OH Dopamina b-idrossilasi OH NH2 OH Norepinefrina Feniletanolamina N-metiltransferasi (PNMT) Epinefrina OH OH H N OH CH3 La rimozione delle catecolamine avviene principalmente attraverso il meccanismo di captazione delle stesse nel terminale presinaptico chiamato uptake-I. Le catecolamine possono anche essere rimosse dal tessuto extraneuronale uptake-2, specialmente dal fegato e dal rene, dove sono metabolizzate. Le catecolamine vengono metabolizzate dalla CatecolO-metiltransferasi (COMT), che converte la NE in normetanefrina e la epinefrina in metanefrina e dalla monoammino ossidasi (MAO) che converte la metanefrina e normetanefrina in acido vanilmandelico e la NE e E in acido 3,4 diidrossi mandelico. Le catecolamine sono immagazzinate in granuli secretori attivamente da una pompa H++ ATP e proteine trasportatrici quali la vesicular monoamine transporters (VMATs) Metaiodiobenzilguanidina (MIBG) I131 o I123 è importato dalla VMATs nei granuli secretori della midollare surrenalica Ruolo fondamentale dei recettori adrenergici a livello periferico I recettori alpha hanno un effetto eccitatorio con l’eccezione del tratto gastrointestinale, dove producono effetti inibitori. I recettori beta producono effetti inibitori eccezione fatta del cuore, dove hanno uno stimolo eccitatorio. Recettori a- Adrenergici Sottotipo Agonisti a1 a2 epinefrina norepinefrina Fenilefrina Metossamina Clonidina a-metil NE Antagonisti Fentolamina, Fenossibenzamina Prazosina Yohimbine Terazosina rauwolscine Secondi Messaggeri Fosfatidilinositolo ↑ del Ca2+ intracellulare ↓ dell’AMP ciclico ↓ o ↑ del Ca2+ e dello scambio Na + /H + Effetti sistemici Vasocostrizione, rilassamento intestinale, contrazione uterina, midriasi ↓ della NE presinaptica, aggregazione delle plasmacellule, vasoconstizione, ↓ secrezione insulinica Recettori b- Adrenergici Sottotipo Agonisti b1 b2 Isoprotenerolo, Epinefrina, NE Denopamina Terbutalina, Clenbuterolo Albuterolo Antagonisti Propanololo, Nadololo, Timololo Metoprololo ICI 118551 Atenololo Secondi messaggeri ↑ dell’AMP ciclico ↑ dell’AMP ciclico Effetti Sistemici ↑ frequenza cardiaca ↑ contrattilità ↑ lipolisi ↑ secrezione di renina Rilassamento della muscolatura liscia ↑ glicogenolisi nel muscolo scheletrico ↑ NE presinaptica Recettori b3 adrenergici aumentano la termogenesi a livello del tessuto adiposo bruno ed aumentano la lipolisi Qualsiasi tumore che produce, immagazzina e secerne catecolamine ed innesca la patologia caratterizzata da un eccessivo rilascio di catecolamine, può essere considerato un feocromocitoma ed essere trattato come tale indipendentemente dalla sua localizzazione Feocromocitoma •La più importante malattia della midollare surrenale è il Feocromocitoma. • Nella ghiandola surrenale si ha 85%- 90% dei tumori • Le localizzazione extra surrenale può essere trovata in organi che originano dalla cresta neurale –Corpo carotideo, chemorecettori aortici, gangli simpatici, organo di Zuckerkand- e sono detti paraganglioma, chemodectoma. • Incidenza del 0.8 x 100000 per anno •La frequenza è uguale in entrambi i sessi, sono più frequenti tra i 30 e i 50 anni. •Il 10% dei casi sono bilaterali nella forma sporadica . •Il 50% dei casi sono bilaterali e generalmente intrasurrenalici nella forma familiare . Forma familiari di Feocromocitoma I Neoplasia Endocrina Multipla tipo 2a (Sindrome di Sipple): • Mutazione del protoncogene RET Chr 10q11.2 •Carcinoma midollare della tiroide, Iperparatiroidsmo Neoplasia Endocrina Multipla tipo 2b: • Mutazione del protoncogene RET Chr 10 • Carcinoma midollare della tiroide, neuromi della mucosa, ganglioneuroma intestinale, megacolon, habitus Marfanoide Feocromo e S. neuroectodermiche Neurofibromatosi (malattia di von Recklinghasen) tipo 1: • Mutazione del gene tumore-soppressore NF1 Chr 17 • Neurofibromatosi periferica Emangioblastoma Cerebelloretinale (sindrome di von Hippel-Lindau) tipo 2: • Mutazione erronea che interessa il gene tumore soppressore VHL Chr 3p25-26 • Angioma retinico; emangioblastoma del cervelletto e del midollo spinale; carcinoma renale a cellule chiare; cisti pancreatiche, renali, epididimali e endolinfatiche Manifestazioni Cliniche • Ipertensione parossistica o sostenuta. Usualmente l’ipertensione è labile. Sintomatologia associata a cefalea, sudorazione profusa, palpitazioni con o senza tachicardia, ansia, un senso di rovina, pallore cutaneo, nausea e dolore addominale. • L’associazione di cefalea, sudorazione e palpitazioni (triade del feocromocitoma) permette la diagnosi con una specificità del 93.8% ed una sensibilità del 90.9% • L’ipertensione è sostenuta in circa metà dei paziente, circa un terzo dei pazienti può avere crisi parossistiche e meno di un quinto può avere pressione normale • Altri sintomi includono ipotensione ortostatica, iperglicemia, ipermetabolismo, perdita di peso e persino cambiamenti psichici • L’iperglicemia è generalmente modesta riscontra durante gli episodi ipertensivi. è si • Il feocromocitma può precipitare un infarto del miocardio; un prolungato eccesso di catecolamine può portare ad una miocardiopatia (ipertrofia cardiaca) • Il feocromocitma può anche secernere la calcitonina, il peptide vasoattivo intestinale e la ACTH Diagnosi differenziale • Crisi ansiose, attacchi di panico, tireotossicosi, sospensione repentina della terapia con clonidina, uso di anfetamine, cocaina, ipoglicemia, angina pectoris o infarto del miocardio, tumori del cervello, emorragia subaracnoidea, decondizionamento cardiovascolare, tossiemia della gravidanza, neuroblastoma (bambini). • Tra i farmaci ricordiamo gli inibitori della monoamminossidasi come la Selegilina e le benzodiazepine tricicliche come la Clozapine Diagnosi • Test urinari: si misura il dosaggio della metanefrina e dell’acido vanilmandelico. Catecolamine Metanefrine Acido vanilmandelico Valori normali Catecolamine totali Epinefrina <100 mg/ 24 ore < 20 mg/ 24 ore 0.3-0.9 mg/24 ore < 9 mg/24 ore plasma: Normetanefrina 18-112 pg/mL Metanefrina 12-61 pg/mL < 300mg/24 ore Norepinefrina < 80mg/24 ore < 500mg/24 ore • Raccogliere le urine in un acido forte 20 mL 6N HCL o 25 mL di 50% acido acetico Prelievo ematico • Il paziente deve essere supino a digiuno e l’ago dovrebbe essere inserito in vena per almeno 20’ prima del prelievo. • I valori normali sono per la norepinefrina < 500 pg/mL e per l’epinefrina < 100 pg/mL; valori superiori a 1500 pg/mL per la norepinefrina e a 300 pg/ml per l’epinefrina sono diagnostici per il Feocromocitoma • La determinazione dei valori normetanefrina e metanefrina è risultata utile, ma pochi laboratori fanno questo dosaggio • La cromogranina A è un eccellente marker per il controllo nel tempo di un paziente con un pregresso tumore neurendocrino. Test farmacologici (test inibitori) • Test alla Fentolamina antagonista a-adrenergico: Permette la diagnosi di feocromocitoma quando riduce la pressione sistolica di 35 mm HG e quella diastolica di 25 mm Hg dopo la somministrazione di 1 o 5 mg del farmaco. La pressione va misurata ogni 30’’-60’’ per 10’. •Test alla Clonidina agonista a2 adrenergico a livello centrale: Si misurano le concentrazioni ematiche delle catecolamine prima e tre ore dopo la somministrazione di clonidina (0.3 mg/70kg). Le catecolamine di persone non affette dal feocromocitoma diminuiscono; mentre quelle con il feocromocitoma o non hanno variazioni o i valori delle catecolamine aumentano. • Test di stimolo con Istamina, Glucagone, tiramina e Metoclopramide (aumento di tre volte i valori di base nei soggetti con feocromocitoma 12 mmol/L-2000 pg/mL) Localizzazione • Tomografia Computerizzata. Epinefrina urinaria maggiore al 15% delle catecolamine totali la localizzazione è surrenalica • La risonanza magnetica permette di distinguere il feocromocitoma da altre masse surrenaliche. MRI T2 pesata ha un intensità tre volte superiore rispetto al fegato, MRI T1 pesata ha un intensità uguale a quella epatica • La scintigrafia con metaiodiobenzilguanidina I-131 permette di rilevare l’ottanta-novantacinque per cento dei feocromocitomi. Questa metodica può anche visualizzare neuroblastomi e tumori del sistema APUD. Octreotide-scan (111In-DTPA) e tomografia ad emissione di positroni 6 (18F) fluorodopamina Trattamento • Il trattamento di scelta è chirurgico • Importante è la preparazione all’intervento per evitare crisi ipertensive. Esistono diversi protocolli clinici • La preparazione inizia sette giorni prima dell’intervento con la somministrazione della fenossibenzamina abloccante non specifico . Il dosaggio iniziale è di 10 mg due volte al giorno che può essere aumentato di 0.5-1.0 mg/kg al giorno in due tre dosi giornaliere. • Prazosina alla dose di 2-5 mg due volte al giorno; Labetololo alla dose di 200-600 mg; Metirosina 250 mg ogni sei ore con incrementi giornalieri di 250-500 mg fino ad un massimo di 4 g al giorno; Nifedipina 10 mg è usata per controllare le punte pressorie. Trattamento • Durante l’intervento chirurgico la fentolamina, la nicardipina o la nifedipina dovrebbero essere somministrati per prevenire le crisi ipertensive • Se è presente tachicardia o aritmia indotta dalle catecolamine Propanololo può essere usato per endovena a 0.1-1 mg • Il paziente subito dopo l’intervento ha bisogno dell’infusione di liquidi per recuperare il volume ematico • Frequenti sono le crisi ipotensive che occorrono durante l’intervento o subito dopo l’intervento chirurgico. In questa circostanza si preferisce l’infusione di liquidi ma quando il paziente è stato sottoposto ad una massiva terapia alfa bloccante si può ipotizzare l’utilizzo di agenti pressori