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F. Nietzsche (1844-1900)

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F. Nietzsche (1844-1900)
F. NIETZSCHE
(1844-1900)
L’oltreuomo
DA COSÌ PARLÒ ZARATHUSTRA
 Io vi insegno il superuomo . L’uomo è qualcosa che deve
essere superato. Che avete fatto per superarlo? Tutti gli esseri
hanno creato qualcosa al di sopra di sé: e voi volete essere il
riflusso in questa grande marea e retrocedere alla bestia
piuttosto che superare l’uomo? Che cos’è per l’uomo la
scimmia? Un ghigno o una vergogna dolorosa. E questo
appunto ha da essere l’uomo per il superuomo: un ghigno o
una dolorosa vergogna. Avete percorso il cammino dal verme
all’uomo, e molto in voi ha ancora del verme. In passato foste
scimmie, e ancor oggi l’uomo è più scimmia di qualsiasi
scimmia.
…
 E il più saggio tra voi non è altro che un’ibrida disarmonia di
pianta e spettro. Voglio forse che diventiate uno spettro o una
pianta?
 Ecco, io vi insegno il superuomo! Il superuomo è il senso della
terra. Dica la vostra volontà: sia il superuomo il senso della
terra!
 Vi scongiuro, fratelli, rimanete fedeli alla terra e non credete a
quelli che vi parlano di sovraterrene speranze! Lo sappiamo o no:
costoro esercitano un veneficio. Dispregiatori della vita essi
sono, moribondi e avvelenati essi stessi, hanno stancato la terra:
possano scomparire!
 Un tempo il sacrilegio contro Dio era il massimo sacrilegio, ma
Dio è morto, e così son morti tutti questi sacrileghi. Commettere
il sacrilegio contro la terra, questa è oggi la cosa più orribile, e
apprezzare le viscere dell’imperscrutabile più del senso della
terra!
APOLLINEO E DIONISIACO
 1871 , La nascita della tragedia .
 Critica ad una visione della classicità appiattita sul V secolo.
 Ispirato da Schopenhauer: il mondo è governato dal principio
irrazionale del dolore.
 Ma a dif ferenza di Schopenhauer, Nietzsche non propone la
rinuncia, ma l’accettazione eroica e tragica del dolore.
 La tragedia greca è la vera chiave per capire la realtà: Apollo
e Dioniso, la luce e le tenebre, la misura e la passione, si
integrano nella tragedia.
 Il dionisiaco è il sì alla vita, l’apollineo è la costrizione della
vita dentro la forma concettuale.
 Socrate è la morte della tragedia: cerca di rassicurare
attraverso una visione teoretica delle cose.
FILOSOFIE ANTI-TRAGICHE
 Socrate e il Cristianesimo:
 Tentativo di dare risposte, consolazioni, spiegazioni.
 Wagner: la speranza di ritornare al tragico.
PROSPETTIVISMO
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1873, Su verità e menzogna in senso extramorale.
Critica allo scientismo positivista.
Non esistono fatti, ma solo interpretazioni.
Il soggetto costruisce la verità a partire dalla sua esistenza.
Pretendere che esista un sistema di valori esterni a cui
adeguarsi distrugge la tensione vitale del soggetto.
LA FILOSOFIA DEL MATTINO
 In contrasto con la nottola di Minerva: lo spirito riflessivo
hegeliano.
 Gaia scienza: la vita come esperimento.
 La scienza è gaia perché non ha la solennità del concetto, è gioco.
 Immagine del navigatore audace, Colombo, che lascia il
vecchio continente alla ricerca del nuovo mondo.
 Ciò vuol dire abbandono dei valori tradizionali, imposti
dall’esterno, e creazione di nuovi valori.
 Lo spirito libero dif fida delle concezioni generali del mondo e
si fa orfano di ogni metafisica.
LA MORTE DI DIO
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Aforisma 125 della Gaia scienza.
È l’ingresso del nichilismo.
I valori costruiti dalla tradizione cristiana si fondano sul nulla.
Dio stesso si rivela come la nostra più lunga menzogna.
La strada è aperta per Zarathustra.
GAIA SCIENZA 125
 1 25. L’uomo folle. – Avete sentito di quel folle uomo che accese una
lanterna alla chiara luce del mattino, cor se al mercato e si mise a gridare
incessantemente: “Cerco Dio! Cerco Dio!”. E poiché proprio là si trovavano
raccolti molti di quelli che non credevano in Dio, suscitò grandi risa. “È
for se perduto?” disse uno. “Si è perduto come un bambino?” fece un altro.
“0ppure sta ben nascosto? Ha paura di noi? Si è imbarcato? È emigrato?” –
gridavano e ridevano in una gran confusione. Il folle uomo balzò in mezzo a
loro e li trapassò con i suoi sguardi: “Dove se n’è andato Dio? – gridò – ve
lo voglio dire! Siamo stati noi ad ucciderlo : voi e io! Siamo noi tutti i suoi
assassini! Ma come abbiamo fatto questo? Come potemmo vuotare il mare
bevendolo fino all’ultima goccia? Chi ci dètte la spugna per strusciar via
l’intero orizzonte? Che mai facemmo, a sciogliere questa terra dalla catena
del suo sole? Dov’è che si muove ora? Dov’è che ci moviamo noi? Via da
tutti i soli? Non è il nostro un eterno precipitare? E all’indietro, di fianco,
in avanti, da tutti i lati? Esiste ancora un alto e un basso? Non stiamo
for se vagando come attraver so un infinito nulla? Non alita su di noi lo
spazio vuoto? Non si è fatto piú freddo? Non seguita a venire notte, sempre
piú notte? Non dobbiamo accendere lanterne la mattina? Dello strepito che
fanno i becchini mentre seppelliscono Dio, non udiamo dunque nulla? Non
fiutiamo ancora il lezzo della divina putrefazione? Anche gli dèi si
decompongono! Dio è mor to! Dio resta mor to! E noi lo abbiamo ucciso!
…
 C o m e c i c o n s o l e r e m o n o i , g l i a s s a s s i n i d i t u t t i g l i a s s a s s i n i ? Q u a n to d i p i ú s a c r o e
d i p i ú p o s s e n te i l m o n d o p o s s e d eva f i n o a d o g g i , s i è d i s s a n g ua to s o t to i n o s t r i
c o l tel l i; c h i d ete r g e r à d a n o i q u e s to s a n g u e ? C o n q u a l e a c q u a p o t r em m o n o i
l av a r c i? Q u a l i r i t i e s p i a t ò r i , q u a l i g i o c h i s a c r i d o v r e m o n o i i nv e n t a r e? N o n è t r o p p o
g r a n d e , p e r n o i , l a g r a n d e z z a d i q u e s t a a z i o n e ? N o n d o b b i am o n o i s te s s i d i v e n t a r e
dèi, per apparire almeno degni di essa? Non ci fu mai un’azione piú grande: tutti
c o l o r o c h e v e r r a n n o d o p o d i n o i a p p a r te r r a n n o , i n v i r t ú d i q u e s t a a z i o n e , a d u n a
s to r i a p i ú a l t a d i q u a n to m a i s i a n o s t a te t u t te l e s to r i e f i n o a d o g g i !” . A q u e s to
p u n to i l f o l l e u o m o t a c q u e , e r i v o ls e d i n u o v o l o s g u a r d o s u i s u o i a s c o l t a to r i:
a n c h ’ e s s i t a c ev a n o e l o g u a r d ava n o s t u p i t i . F i n a l m e n te g et t ò a te r r a l a s u a l a n te r na
c h e a n d ò i n f r a n t um i e s i s p e n s e . “ Ve n g o t r o p p o p r e s to – p r o s e g uí – n o n è a n c o r a i l
m i o te m p o . Q u e s to e n o r m e av v e n i m e nto è a n c o r a p e r s t r a d a e s t a f a c e n d o i l s u o
c a m m in o : n o n è a n c o r a a r r i va to f i n o a l l e o r e c c h i e d e g l i u o m i ni . Fu l m i n e e t u o n o
v o g l io n o te m p o , i l l u m e d e l l e c o s te l la z i o ni v u o l e te m p o , l e a z i o n i v o g l i o n o te m p o ,
a n c h e d o p o e s s e r e s t a te c o m p i ute , p e r c h é s i a n o v e d u te e a s c o l t a te . Q u e s t ’ a z i o n e è
a n c o r a s e m p r e p i ú l o n t a n a d a l o r o d e l l e p i ú l o n t a n e c o s te l l a z i o ni : e p p u r e s o n l o r o
c h e l ’ h a n n o c o m pi ut a ! ” . S i r a c c o n t a a n c o r a c h e l ’ u o m o f o l l e a b b i a f a t to i r r uz i o n e ,
q u e l l o s te s s o g i o r n o , i n d i v e r s e c h i e s e e q u i v i a b b i a i n to n a to i l s u o Re q u i e m
a ete r n a m D e o . C a c c i a to n e f u o r i e i n te r r o g a to, s i d i c e c h e s i f o s s e l i m i t ato a
r i s p o n d e r e i nv a r i a b i lm e n te i n q u e s to m o d o : “ C h e a l t r o s o n o a n c o r a q u e s te c h i e s e ,
se non le fosse e i sepolcri di Dio?”.
I TRE INSEGNAMENTI FONDAMENTALI DI
ZATHUSTRA
 Superuomo (Übermensch).
 Eterno ritorno.
 Volontà di potenza.
L’OLTREUOMO (ÜBERMENSCH)
 Non è da intendere in senso evoluzionistico.
 L’oltreuomo è l’eroe af fermatore, figura luminosa, che non
chiude gli occhi neppure davanti alle verità più orribili.
 Uomo della hybris, del grande amore e del grande disprezzo.
 È senza morale, è precristiano.
 È l’opposto del crocifisso , simbolo di sconfitta e di
rassegnazione.
 Fedeltà alla terra vs consolazione in un mondo ultraterreno.
 Dice sì alla vita e la accetta come transizione e tramonto.
L’ETERNO RITORNO
 «Così io volli che fu, così io voglio che sia, così io vorrò che sia».
 Nietzsche rifiuta un’idea lineare del tempo, in cui permane una
causalità, un finalismo, una provvidenza.
 L’eterno ritorno non è però fatalismo in cui si è condannati a
rivivere le stesse esperienze, altrimenti anche l’ oltreuomo
sarebbe solo un passaggio.
 L’amor fati è invece l’adesione consapevole e volontaristica al
caso.
 Si tratta non di un primato del tempo, ma dell’ attimo. Che
contiene in sé tutto il tempo.
 Solo in una visione non lineare, l’attimo può avere valore in sé e
non in riferimento agli altri attimi.
 Solo l’uomo felice, cioè l’oltreuomo, può volere l’eterno ritorno.
VOLONTÀ DI POTENZA
 Dominio di sé.
 Volontà che vuole se stessa.
 Volontà libera di af fermare se stessa.
AL DI LÀ DEL BENE E DEL MALE
 Il risentimento.
 L’uomo occidentale/cristiano ha innalzato l’umiltà a valore
sommo. La morale diventa la consolazione dei deboli.
 L’uomo forte è considerato immorale: «Circe di tutti i filosofi,
la morale è il sonno della vita».
 L’uomo schiavo è animato dal risentimento perché non sa
accettare la propria impotenza.
 Attraverso la morale, i deboli si vendicano dei forti.
 L’Anticristo: la fede cristiana è la più raf finata tecnica di
annientamento della vita che la civiltà abbia saputo produrre.
Il cristiano è un animale malato che fa della propria debolezza una virtù,
proiettando in una illusoria vita oltre la morte il premio per le proprie sofferenze
e frustrazioni.
LA MORALE DEL GREGGE
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