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Lezione 1: BES

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Lezione 1: BES
Tu sai fare cose che io non so fare.
Io so fare cose che tu non sai fare.
Insieme possiamo fare grandi cose!
Madre Teresa
Corso di formazione
L. 104 – L. 170 – BES
Scuole in rete ICARE
Marino 24 marzo 2014
prof.ssa Maria Grazia Bidello
Scopo dell’incontro incrementare le
conoscenze in merito a:
1) Panorama normativo
2) Chi sono gli alunni con B.E.S.
3) Cosa fare
Dall’isolamento
all’inserimento
1971
Anni ’60
classi
differenziali,
scuole speciali
Riforma Gentile
L.118
inserimento in
classi normali
senza «gravi»
1977
L.517 inserimento dei
portatori di handicap
nella scuola media
elementare con l’aiuto
di insegnanti
specializzati
1987
Sentenza Corte
Costituzionale
inserimento
anche nella
scuola superiore
Legge
104/92
Handicap
Ancora un po’…
Legge 170/10.
E relative
linee guida
D.S.A
Legge 53/03
Personalizzazione
Uno sguardo al mondo
1989
Convenzione
Onu
diritti
dell’infanzia
2009
Linee guida
dell’UNESCO
Pedagogia centrata sui
bisogni dell’infanzia.
1994
Dichiarazione di
Salamanca
(Spagna)
UNESCO
2000
Carta Europea
dei Diritti
Nizza
B.E.S.
Bisogni
Speciali
Educativi
C. M.
n. 8
6/3/13
D.M.
27/12/12
N. M.
n. 2563
27/11/13
Alunni con B.E.S.
Legge 104
Disabili
con certificazione
Area dello svantaggio
Con o senza diagnosi
Con ricaduta
sull’apprendimento
Legge 170
D.S.A.
Con certificazione
Linguistico
Culturale
Stranieri e non
Economico
Sociale
Segnalati dai
servizi sociali e
non
Psico
pedagogico
A.D.H.D.
Cosa fare nelle
Istituzioni Scolastiche
G.L.I.
1) Rilevazione B.E.S.
2) Raccolta documenti degli
interventi anche in rete
3) Confronto dei casi, supporto
e consulenza ai colleghi
4) Raccolta proposte G.L.H.O.
5) ELABORAZIONE P.A.I.
6) Analisi criticità e richiesta
risorse
7) Interfaccia rete C.T.S. (centro
territoriale di supporto)
Piano
Annuale
Inclusione
Cos’è il PAI
E’ parte integrante del POF
E’ strumento per accrescere la consapevolezza della comunità educante sulla
centralità dei processi inclusivi
Serve per analizzare le criticità dei punti di forza e degli interventi
E’ finalizzato all’auto conoscenza ed alla pianificazione dell’offerta formativa.
Cos’è il protocollo di accoglienza ed
inclusione
Serve a delineare l’iter burocratico amministrativo ,oltre che educativo e
didattico anche in collaborazione con gli enti territoriali .
Cosa fare nei
Consigli di classe
o team docenti
1) Osservazione delle difficoltà
2) Collaborazione con famiglia
3) Avvio ai servizi sanitari o sociali
4) Assunzione della documentazione
5) Individuazione e presa in carico
6) Stesura del P.E.I. o P.D.P. oppure
personalizzazione informale
7) Partecipazione ai G.L.H. Operativi
?
Grazie!
Legge quadro per la piena integrazione per le
Persone Handicappate che unifica e completa
tutta la normativa precedente.
Stabilisce i principi fondamentali
• Sul diritto all’educazione ed all’istruzione per l’integrazione scolastica
• Sull’integrazione lavorativa
• Sulla prevenzione, accertamento dell’Handicap, cure e riabilitazione
• Sui provvedimenti per facilitare l’integrazione sociale ( barriere architettoniche e
mobilità…)
Dall’articolo 12 al 17 si stabiliscono le procedure operative per lo sviluppo delle potenzialità
della persona
• Diagnosi funzionale
• Profilo dinamico funzionale
• Piano educativo individualizzato
Si determina la contitolarità dell’insegnante specializzato sulle classi
che collabora con gli altri docenti, con i servizi sanitari e sociali nei GLH operativi e d’Istituto
presieduti dal Dirigente Scolastico.
Traccia una riforma complessiva della scuola ispirandosi
alla Costituzione Italiana: « […] Rimuovere gli ostacoli
[…]che impediscono il pieno sviluppo della persona umana
» art. 3
Promuove un’offerta formativa calibrata sulle personali esigenze di sviluppo degli
alunni con « piani di studio personalizzati » non « statici » come i programmi didattici
nazionali.
Sostiene la necessità della continuità educativa, che deve accompagnare l’alunno in
tutto il suo percorso scolastico ( Portfolio).
Stabilisce che il POF è la dichiarazione di ciò che la scuola fa ed intende fare per
svolgere al meglio la sua funzione educante.
Si ispira a idee pedagogiche che risalgono a:
• L’Emile di Rousseau: promotore dello sviluppo armonioso delle
potenzialità naturali senza troppe influenze da parte dell’educatore.
(1762)
• La scuola su misura di Claparède: il fanciullo è al centro
dell’educazione. (1920)
• Formae mentis di Gardner: individua almeno 8 intelligenze che vanno
incoraggiate ed arricchite dall’istruzione. (Intelligenze multiple) (1983)
Si riconoscono e si definiscono i Disturbi Specifici
d’ Apprendimento
Si prefigge di favorire il successo scolastico attraverso:
La formazione dei docenti che devono osservare e segnalare i casi sospetti di D.S.A. (dislessia,
disgrafia, disortografia, discalculia…) alle famiglie per avviare a valutazione sanitaria
(certificazione) e poi stilare il P.D.P. (Piano Didattico Personalizzato, nel quale tenendo presente
le indicazioni dei medici, si individuano gli strumenti compensativi e le misure dispensative
necessarie).
Nelle linee guida successive si danno chiarimenti su cosa fare, chi e come.
Si formano gruppi di lavoro a livello di rete territoriale (C.T.I.) che collaborano con i Centri
Territoriali di Supporto, a livello nazionale, che si inseriscono nel lavoro dei Gruppi di Lavoro
Interistituzionali Provinciali.
• DM 27/12/2012
• Analizza il contesto variegato della scuola italiana, anche dal punto
di vista del cambiamento culturale della società, alla luce dello
apporto dato dal modello diagnostico ICF (International
Classification of Functioning) dell’OMS, che considera la persona
nella sua totalità, in una prospettiva bio-psico-sociale. Fondandosi
sul profilo di funzionamento e sull’analisi del contesto, il modello
ICF consente di individuare i Bisogni Educativi Speciali (BES)
dell’alunno prescindendo da tipizzazioni.
• Si fa promotore della cultura dell’inclusione, auspicando un
potenziamento delle competenze di ciascuno e uno sviluppo
dell’interazione fra componenti dell’intera comunità educante.
• Identifica le caratteristiche degli alunni che, anche per un periodo
transitorio di tempo, manifestano un bisogno educativo speciale.
• Richiama l’attenzione sulle norme precedenti, tra cui la L.104, L.
53, L. 170 , prendendo da esse anche i principi ispiratori.
• Fornisce le prime indicazioni operative per “l’assunzione in carico”,
stabilendo l’adozione di strategie di intervento dei B.E.S.
• Delinea i compiti dei C.T.S., Centri Territoriali di Supporto.
Fornisce CHIARIMENTI sulla normativa BES di Dicembre 2012 e di Marzo 2013.
Precisa che l’anno sc. 2013/14 costituisce una fase di sperimentazione e di
monitoraggio delle procedure, delle metodologie e delle pratiche dell’inclusione.
Specifica che si può personalizzare in vari modi formali e informali.
Richiama l’attenzione su diversi punti: ad esempio viene chiarita la distinzione tra
ordinarie difficoltà di apprendimento, gravi difficoltà e disturbi di apprendimento.
Se le ordinarie difficoltà possono essere osservate per periodi temporanei in ciascun
alunno, quelle più gravi hanno carattere più stabile e per le concause che le determinano
presentano un maggior grado di complessità.
Il disturbo d’apprendimento, invece, ha carattere permanente e base neurobiologica.
Il PDP rimane lo strumento privilegiato per ufficializzare la Personalizzazione .
Si deve stilare il P.D.P. (Oltre che per gli alunni con D.S.A. ,Certificato) anche per alunni
in situazione di difficoltà : soltanto qualora nell’ambito del Consiglio di Classe (nelle
scuole secondarie) o del team Docenti (nelle scuole primarie) si concordi di valutare
l’efficacia di Strumenti specifici , concordati con la famiglia.
Questo potrà comportare la compilazione di un Piano Didattico Personalizzato, con
l’adozione di strumenti compensativi e/o misure dispensative.
Non è compito della scuola certificare gli alunni con bisogni educativi speciali, ma
individuare quelli per i quali è opportuna e necessaria l’adozione di particolari strategie
didattiche.
Si ribadisce che, anche in presenza di richieste dei genitori accompagnate da diagnosi
che però non hanno dato diritto alla certificazione di disabilità o di DSA,
il Consiglio di Classe è autonomo nel decidere se formulare o non formulare
un Piano Didattico Personalizzato, avendo cura di verbalizzare le motivazioni
della decisione.
c.m. marzo 2013
• precisa alcuni concetti della direttiva ministeriale
di Dicembre.
• Delinea i compiti delle Istituzioni scolastiche,
istituendo il GRUPPO LAVORO INCLUSIONE, che
estende i compiti del G.L.H. d’Istituto.
• Prevede tra i compiti del G.L.I. l’elaborazione del
P.A.I., Piano Annuale Inclusione.
• Precisa i compiti e le funzioni dei C.T.S.
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