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PWP - Fiani-Leccisotti
L’etica La conoscenza LA NATURA E L’UOMO La civiltà e la moralità Democrito La vita Conclusione e fonti Teoria atomistica L’atomo da Democrito a Schrödinger Biografia Democrito, figlio di Egesistrato o di Atenocrito o di Damasippo, nasce ad Abdera o a Mileto, in una data oscillante tra il 472 e il457 a.C.. Era il più piccolo di quattro figli: aveva due fratelli, Erodoto e Damaste, e una sorella. Cresciuto tra agi e ricchezze, quando morì il padre rinunziò alla sua parte di terreni e si fece consegnare solo una quota in contanti. Democrito accettò il denaro, contro ogni sua convinzione etica, solo per poter realizzare un progetto a lungo sognato: girare tutto il mondo e incontrare quanti più maestri fosse stato possibile. Fu un viaggiatore instancabile: studiò l’astronomia con i caldei, la teologia con i magi e la geometria con gli egiziani; visitò l’Etiopia, il Mar Rosso e perfino l’India dove ebbe modo di conoscere i gimnofisti. Quando, dopo tanto viaggiare, tornò in patria, non aveva più nemmeno una dracma: non potè far altro che andare a vivere in casa dei fratelli nelle vesti del parente povero. Sennonché, a causa di una vecchia legge tracia, il governo gli comunicò che non sarebbe stato sepolto in patria, avendo lui dilapidato tutte le sostanze paterne. Democrito allora, per evitare di esser buttato in mare dopo morto, lesse in pubblico uno dei suoi libri, il Grande Ordinamento, e gli abderiti, abbagliati da tanta scienza, non solo gli garantirono i funerali a spese dello stato, ma gli ridettero pure i cento talenti. Superati i cento anni, decise di suicidarsi e diminuì progressivamente la propria razione di cibo fino a non mangiare più nulla. Giunto allo stremo delle forze, era sul punto di rendere l’anima, quando la sorella, si lamentò che, se fosse morto, il lutto le avrebbe impedito di partecipare alle feste Tesmoforie. Il filosofo allora, con molta pazienza, chiese che gli venissero portati dei pani caldi e se li accostò al viso. Sopravvisse ancora tre giorni, poi chiese alla sorella: - Sono finite le feste?-. Lei rispose “sì” e lui chiuse gli occhi per sempre. A lui dobbiamo le opere "La piccola cosmologia", "Sulla natura", "Sulle forme degli atomi", "Sulle parole". Fu il fondatore dell'atomismo. Egli divenne noto come il "filosofo del riso", in contrapposizione al più cupo e pessimista Eraclito, il "filosofo del pianto". Mappa Alla base dell‘ontologia di Democrito c’erano i due concetti di atomo e di vuoto. Democrito per certi aspetti sostituì l'opposizione logica eleatica tra essere e non essere con l'opposizione fisica tra atomo e vuoto: l’atomo costituiva l’essere, il vuoto rimandava in un certo senso al non essere. Per Democrito un atomo costituiva l'elemento originario e fondamentale dell'universo, gli atomi erano concepiti come particelle originarie indivisibili: essi cioè erano quantità o grandezze primitive e semplici (ovvero non composte), omogenee e compatte, la cui caratteristica principale è l'indivisibilità. Democrito riteneva il movimento una condizione naturale degli atomi, condizione che non ha bisogno di essere spiegata ma serve invece a spiegare la formazione degli aggregati di atomi costituenti i corpi. Il moto degli atomi serve innanzitutto, secondo Democrito, a spiegare il loro peso; e tale moto si compie in tutte le direzioni (poiché nessuna direzione dello spazio è privilegiata): gli atomi possono urtarsi e rimbalzare mutando velocità. Il divenire non è concepito da Democrito come un accrescersi o diminuire di qualità precostituite; gli atomi che si combinano o si separano nelle cose sono fatti di una sola materia, e si distinguono tra loro solo per le proprietà geometriche della grandezza e della forma: solo dal variare di queste e dei loro accostamenti derivano le qualità specifiche dei diversi corpi. Sui presupposti testé illustrati Democrito elaborò una complessa e a tratti immaginosa cosmologia, che si fonda interamente sul moto degli atomi, nonché sulla loro forma e grandezza, senza fare appello ad alcunché di irriducibile ad essi. Democrito non ammetteva alcun principio creatore del mondo né alcun intervento soprannaturale nei fenomeni della natura. Egli tuttavia riconosceva una qualche esistenza anche agli dei: essi erano per li dei semplici idoli, formati da atomi particolari, simili a quelli delle anime umane, vaganti sulla terra e capaci di produrre negli uomini particolari immagini. Mappa …da Democrito a Schrödinger L'atomismo nei termini posti da Democrito, e depurato delle contraddizioni interne sul piano cosmologico, riprende il concetto di “arché” posto nel VII secolo a.C. dai naturalisti della scuola di Mileto e lo traduce con “atomos”. Secondo Democrito l’aggregazione degli atomi forma i corpi definiti della realtà percepibile e il loro disgregarsi restituisce alla natura stessa i suoi elementi di base, in una fenomenologia puramente meccanicistica che non ha bisogno di null'altro per verificarsi. Bohr e l’atomo moderno Niels Bohr fu un fisico, matematico e chimico tedesco, che si interessò enormemente alla struttura atomistica, proprio come Democrito tanti anni prima di lui. Bohr credeva che l’atomo fosse costituito da un nucleo compatto circondato da elettroni, molto più leggeri. Nel modello di Bohr gli atomi sono posizionati e ruotano su 7 orbite circolari intorno al nucleo, formato da protoni. L’atomo di Bohr, a differenza di quello di Democrito, non è indivisibile e altamente dinamico. Il modello atomistico col passare dei secoli è stato rivalutato e modificato adeguandosi alle scoperte scientifiche effettuate dai grandi chimici e fisici che sono stati fondamentali per l’affermazione dell’attuale modello atomistico. Mappa Democrito estende la propria rigorosa concezione naturalistica anche all'uomo, considerato un aggregato di atomi. Tuttavia Democrito si preoccupa di spiegare le peculiarità dell'essere umano, a cominciare dalla conoscenza e dal pensiero. Questi derivano dall'anima, che anche per Democrito è il principio vitale del corpo, e che egli suppone formata di atomi particolari, di natura «psichica», in quanto ignei e sferici e perciò particolarmente mobili e quindi atti a spiegare la vita e segnatamente la rapidità del pensiero. Questi atomi sono diffusi in tutto il corpo. Come la vita è connessa alla diffusione dell'anima nel corpo, così la morte consiste nella separazione dell'anima al corpo e nella disgregazione di entrambi. Secondo Democrito, gli aggregati di atomi che costituiscono i corpi producono in noi le percezioni sensibili tramite contatto. La conoscenza parte dalla percezione delle cose attraverso i sensi, si sviluppa attraverso l’analisi fatta dall’intelletto e dalla logica e arriva ad una teoria che spiega quello che i sensi mostrano. I sensi rimangono alla superficie delle cose mentre l’intelletto riesce ad arrivare alla verità del mondo: gli atomi, il vuoto e il loro movimento. Le sensazioni non vengono da un contatto tra l’anima e le cose ma dal fatto che atomi piccolissimi (chiamati éidola) si staccano dagli oggetti da cui provengono e portano con sé un’immagine dell’oggetto. Questi atomi entrano in contatto con i sensi, entrando nel corpo fino ad arrivare all’anima Quando arrivano all’anima gli atomi stampano nella mente questa immagine. La mente umana è una tabula rasa, cioè è come una tavola vuota. La conoscenza avviene attraverso un metodo induttivo, cioè va dal particolare (la cosa) al generale (la teoria). Per Democrito l’essere è il pieno, la materia e il nonessere è il vuoto, lo spazio in cui la materia si muove. La materia poi è composta da atomi, cioè da unità che sono indivisibili (atomo in greco vuol dire indivisibile). Democrito arriva a pensare agli atomi attraverso la ragione, infatti egli pensa che solo in logica e in matematica si può dividere all’infinito, nella realtà non si può pensare di dividere il materiale all’infinito, altrimenti si arriverebbe al nulla. Quindi bisogna pensare che esistano delle unità che non si possono dividere, cioè gli atomi Gli atomi per Democrito sono pieni, immutabili, ingenerati ed eterni. Tutte le caratteristiche dei corpi dipendono dalla figura degli atomi o dall’ordine e combinazione di questi. Gli atomi sono immersi in uno spazio vuoto, perché, per Democrito, se c’è movimento ci deve essere per forza il vuoto. Gli atomi si muovono in modo caotico in tutte le direzioni. In questo movimento si scontrano con altri atomi e danno origine ai corpi. Secondo Democrito, esistono infiniti mondi e l’universo è uno spazio infinito. Con Democrito si parla di materialismo: la materia è l’unica sostanza e l’unica causa delle cose. Anche l’anima è fatta di materia ed è diffusa in tutto il corpo e l’anima muore con il corpo Democrito sostiene che il linguaggio è convenzionale,cioè gli uomini decidono di dare agli oggetti dei nomi per farsi capire, si parla di nominalismo. Prima di Democrito si credeva che i nomi venivano dagli dei. L’origine della vita è il prodotto del caldo del fuoco solare. La terra prima era un corpo caldo che piano piano si è raffreddato e così si sono formate delle zone ricche di acqua. Con il calore del sole l’acqua si è riscaldata dando vita ad un “brodo primordiale”. All’interno di queste zone calde sono nati i primi esseri acquatici. Questi animali si trasformarono alcuni in uccelli e altri in animali terrestri. L’unione tra le varie specie popolò la terra. Mappa PER RIASSUMERE … “IL FILOSOFO DEL RISO” Nella sua lunga esistenza Democrito scrisse anche opere di etica, in cui affermava che l'interesse maggiore dell‘Uomo deve essere la felicità, che si ricerca attraverso una moderata cancellazione della paura: per questo egli divenne noto come il "filosofo del riso", a differenza del triste e pessimista Eraclito che venne definito il "filosofo del pianto". La felicità però per Democrito, non è da identificarsi nel possesso di beni materiali, nel prestigio o nel potere, ma nell'esser moderati e nel condurre una vita giusta. È necessario essere coraggiosi non in guerra, bensì contro i piaceri sensibili che rendono l'uomo schiavo dei sensi. Il razionalismo etico di Democrito assume come concetto guida il raggiungimento dell'euthymìa, ossia della tranquillità, della serenità dell'animo. “IL FILOSOFO DEL RISO” Vero saggio dunque è colui che impronta la sua vita a regole di moderazione, di accorta misura e di equilibrio, rifuggendo i turbamenti e le passioni. Il discorso morale di Democrito ha un carattere prevalentemente personale e privato, in quanto si rivolge al singolo e alla sua ricerca della felicità e del bene più che alla comunità sociale e politica. La tranquillità interiore d'altro canto non implica affatto la passività e l'ozio, anzi Democrito apprezza la vita attiva e produttiva, affermando tra l'altro che: Le fatiche sono più piacevoli dell'inerzia. Inoltre Democrito elegge la ragione a giudice e guida dell'esistenza e fa dell'equilibrio e della misura il supremo ideale di condotta. Questa morale mette a capo a un'etica del dovere fondata sul rispetto verso se stessi: non si deve aver rispetto per gli altri più che per sé. Mappa Democrito prospetta la condizione iniziale dell'uomo come quella di un animale insieme che però, spinto dal bisogno, si aggrega in una società. A questa aggregazione risulta essenziale il linguaggio, in cui gli uomini, per accordi prima istintivo poi consapevole, conferiscono significato alle parole prima emesse in forma inarticolata. Lo sviluppo della civiltà differenzia poi l'uomo dagli animali in maniera essenziale, in quanto da un certo momento in poi essa è l'effetto dell'educazione, cioè l'intervento dell'uomo sulla sua stessa natura. Effetto dell'educazione è la regolata convivenza tra gli uomini. Democrito fu un fautore della democrazia come condizione della libertà; nel pensiero di Democrito però si afferma un sentimento morale (più che politico) fortemente individualistico. In ambito morale, Democrito richiama alla «moderazione generale della vita» come condizione della serenità dell'animo: egli afferma che gli uomini sono resi felici dalla rettitudine e dall'avvedutezza (ovvero dalla sapienza). Secondo Democrito, l'uomo è in grado di cogliere il bene, sempre che si lasci guidare dalla ragione e non dalle passioni. Per Democrito il bene si deve compiere non per calcolo o in vista di qualche secondo fine, ma per senso del dovere: egli pone il valore dell'individuo, al di là di ciò che concretamente fa, ovvero nelle intenzioni che lo muovono; giudice ultimo e supremo dine della condotta di ciascuno è per Democrito la coscienza individuale Mappa “L’occhio del filosofo deve andare oltre l’apparenza e arrivare alla realtà autentica delle cose, perché la verità è in profondità” Bibliografia: -M. Vegetti, L. Fonnesu, Filosofia: autori, testi, temi Ideato e realizzato dalla classe 3°I del liceo scientifico Nicola Fiani Anno scolastico 2013/2014