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La prima guerra mondiale

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La prima guerra mondiale
La “Grande Guerra”
una storia per immagini
32 paesi coinvolti
8,5ml di morti
oltre 20 ml di feriti gravi e mutilati
Sarajevo 28 giugno 1914:
il brigantaggio del caso nella foresta degli avvenimenti
Uno studente, Gavrilo Princip, fervente nazionalista serbo, uccide l’arciduca
Francesco Ferdinando e la moglie, in visita nella città.
Una folle partita di poker
“Poi d’improvviso, come un crepaccio su una strada asfaltata, venne la guerra”
(Virginia Woolf)
Il 28 luglio l’Austria dichiarò guerra alla Serbia; il 29 luglio la Russia mobilitò il suo esercito lungo il
confine occidentale; il 31 luglio la Germania dichiarò guerra alla Russia e poco dopo alla Francia; il 4
agosto le truppe tedesche violarono la neutralità del Belgio puntando su Parigi; lo stesso giorno la
Gran Bretagna dichiarò guerra alla Germania.
L’euforia dei circoli nazionalisti
la violenza “levatrice della storia”, la guerra “igiene del mondo”
Incendiate, incendiate,
date fuoco alla terra che diventi un sole.
Devasta, sconquassa distruggi,
passa, passa, o bellissimo flagello umano,
sii peste terremoto uragano.
Fa che una primavera rossa
di sangue e di martirio
Sorga da questa vecchia terra,
e che la vita sia come una fiamma.
Viva la guerra!
C. Govoni,
Guerra
Ovunque folle festanti salutano, a Londra, a Berlino, a Sanpietroburgo, la partenza delle truppe verso i fronti
guerra. Solo pochi intellettuali e uomini politici intuiscono l’imminente catastrofe umanitaria. Anche i partiti
socialisti vengono travolti dalla fede patriottica. La mobilitazione generale è accolta come una rottura
provvidenziale dell’anomia, della noia, della quotidianità arida e priva di slanci che caratterizza la società di
massa. Il sogno eroico e l’ebbrezza comunitaria, la speranza di uscire dai ranghi della vita borghese, la felicità di
sentirsi parte di una totalità in movimento: è ciò che dà la carica ai coscritti in arme.
I sogni muoiono all’alba
i combattenti effimere propaggini delle macchine da guerra
Quando scoppia il conflitto è ancora
diffusa una idea di guerra come
scontro cavalleresco tra ingenti
masse di uomini, in vista di pochi e
risolutivi scontri campali. Ma dopo
l’arresto dell’offensiva tedesca sulla
Marna, nel settembre del 1916, si
profilò una guerra di tipo nuovo,
con due schieramenti immobilizzati
lungo un fronte di 750 km.
Furono impiegate le nuove armi automatiche,
capaci di trasformare ogni assalto in una
carneficina. L’idea della “bella morte”, dopo le
ecatombe della Marna, di Verdun, della Somme,
dei lagni Masuri, dell’Isonzo, non fu più in grado di
occultare agli occhi dei combattenti e
dell’opinione pubblica la brutalità del conflitto.
La trincea
un’esperienza sconvolgente della condizione umana
Dopo la riscossa anglo-francese sulla Marna la guerra di movimento si trasforma in guerra di posizione.
Protagonista di questa fase, che si protrarrà per 2 anni e mezzo, diviene la trincea, simbolo dell’immobilità degli
eserciti e dell’equilibrio sostanziale delle forze in campo. La cifra mitica di questa guerra è la terra di nessuno,
quel tratto di territorio che ad ogni assalto veniva temporaneamente conquistato da uno dei due eserciti, ma che
di fatto – per la staticità dei fronti contrapposti – rimaneva lì a simboleggiare l’inanità della guerra di posizione.
Nelle trincee, nelle retrovie, negli ospedali da campo dove giacciono feriti, poeti e intellettuali riflettono
amaramente sul loro disinganno:
hanno «troppo cantato / a gola gonfia/
sotto un gran cielo stellato»,
pensavano di «esser nati/
per le cime più alte»,
si sono tinti «di sangue le mani»
(«ci sentimmo felici / così, disumani»),
e ora non resta loro che un «urlo
di perdizione»/
lo stesso che rimane in gola
al naufrago scampato,
«canto di sopravvissuto
che l’onda sommerge»
(Auro d’Alba, Macerazione)
L’Italia va alla guerra
tra disfatte e trionfi, sull’Isonzo nasce la nazione
.
Dopo l’iniziale neutralità
l’opinione pubblica si
spaccò tra interventisti e
pacifisti. I primi, per
quanto minoritari,
seppero impadronirsi
delle piazze e trovarono
l’appoggio di intellettuali
prestigiosi e influenti:
Gentile, Prezzolini,
Einaudi, Salvemini,
D’annunzio. Nel frattempo
Salandra e Sonnino
trattavano con la triplice
Intesa l’ingresso nel
conflitto, che arrivò il 23
maggio 1915.
La linea del fronte si attestò lungo
l’Isonzo e sulle pianure del Carso.
Per più di due anni quel fronte fu
teatro di sanguinose offensive da
una parte e dall’altra, senza
risultati significativi, fino all’alba
del 24 ottobre 1917, quando le
armate austro-tedesche vinsero la
resistenza degli italiani nei pressi
di Caporetto. Solo allora la
guerra, da tragedia
incomprensibile , divenne agli
occhi di molti combattenti e
dell’opinione pubblica italiana un
sacrificio necessario alla salvezza
e al futuro della nazione.
Guerra e società di massa
La guerra accelerò tutti i fenomeni legati alla
società di massa. Circa 65 milioni di uomini
furono strappati alle loro occupazioni abituali,
alle famiglie e ai mondi chiusi in cui la maggior
parte di loro viveva per essere coinvolti in una
gigantesca esperienza collettiva. Indossavano le
stesse uniformi, combattevano negli stessi
luoghi, mangiavano lo stesso rancio. Si
abituavano forzatamente alla vita in comune e
alla disciplina, ma anche alla violenza e alla
quotidiana familiarità con la morte. Gli stati
riorganizzarono gli apparati produttivi in vista
dello sforzo militare e, al fine di attenuare gli
enormi costi sociali del conflitto, vararono
provvedimenti che anticipano l’ascesa del
welfare state (indennità, esoneri, nuove
imposte, esenzioni contributive, pensioni
speciali ecc). L’influenza delle istituzioni e delle
amministrazioni pubbliche sulla vita delle
persone non avrebbe cessato di crescere.
Scontro di civiltà
il nemico “esistenziale” va annientato
Il debutto dei gas letali avvenne il
22 aprile del 1915, per opera dei
tedeschi, durante la seconda
battaglia di Ypres, nelle Fiandre.
Gli inglesi replicarono all’alba del
25 settembre 1915, spargendo una
densa nube di cloro sulle trincee
tedesche di Loos.
Da questo momento la dispersione
di gas sempre più letali sulle linee
nemiche divenne la regola.
I tedeschi usarono la terrificante
“Yprite”, o “gas mostarda”, durante
la battaglia di Riga, sul Fronte
Orientale, nel settembre del 1917.
Italia e Austria-Ungheria non furono
da meno nell’impiego di sostanze
chimiche aggressive.
L’inutile strage
esclissi totale dei valori umanistici e religiosi
(con qualche piccolissima eccezione)
“In sì angoscioso stato di cose,
dinanzi a così grave minaccia,
Noi (…) mossi dalla voce stessa
dell'umanità e della ragione,
alziamo nuovamente il grido di
pace, e rinnoviamo un caldo
appello a chi tiene in mano le
sorti delle Nazioni. (…) Siamo
animati dalla cara e soave
speranza di vederlo accettato, e
di giungere quanto prima alla
cessazione di questa lotta
tremenda, la quale ogni giorno
di più apparisce inutile strage.”
Benedetto XV, 1917
https://www.youtube.com/watch?v=NOz9SpWc_yE
Ex Occidente lux
l’Europa cede agli Stati Uniti la guida del mondo libero
L'America apparirà in piena
luce quando tutti sapranno
che essa pone i diritti
umani sopra ogni altro
diritto e che la sua
bandiera non è solo
dell'America ma
dell'umanità.
W. Wilson
Versailles 21 giugno1919
dove si gettarono le basi di un nuovo scempio del mondo
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