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Dante e la poesia della lode - Istituto Istruzione Superiore Polo "L

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Dante e la poesia della lode - Istituto Istruzione Superiore Polo "L
Dante e la poesia della lode
. Figura della lode ripresa da Cavalcanti “Chi è questa che vèn, ch’ogn’om la
mira” e abbiamo immaginato che fra questi amici ai quali era rivolta la
poesia ci fosse anche Dante. La produzione di Dante risente del sonetto di
Cavalcanti
Questo sonetto ci serve per mostrare come sia facile cadere in equivoci e
fraintendimenti quando leggiamo testi antichi, la lingua di questa poesia
sembra una lingua piana, scorrevole in realtà è molto diversa dal punto di
vista dei significati, viene spontaneo modernizzare riportare ai significati che
conosciamo ma così facendo si stravolge il senso. Nel sonetto non c’è parola
che abbia mantenuto il valore dell’originale.
gentile non significa affabile, cortese ,ma nobile intesa come nobiltà spirituale, alta
onesta non ha significato di oggi, qui è quasi un sinonimo di gentile ma relativo al decoro,
al comportamento
la donna mia non va letto la mia donna, la donna che amo, la mia fidanzata, donna qui è
domina, signora dell’innamorato, la signora del mio cuore
pare non si deve intendere sembra, sembrerebbe tanto onesta ma…significa appare nel
senso di è, risultare in modo evidente
parafrasi: colei che è la mia signora quando saluta qualcuno dà sensibile evidenza della
sua nobiltà e del suo decoro
Henry Holiday, Dante incontra Beatrice al
ponte Santa Trinita, 1883
tremando (il mutismo degli astanti) non è mentre trema ma è causale, perché trema, il
significato è: resta muta dal tremore. ( Anche nella poesia di Cavalcanti a tremare era l’aria)
i presenti la lodano e lei sente queste lodi e questa donna si veste di umiltà, manifesta la
sua benevolenza, è il contrario dell’alterigia, altezzosità
è una cosa:, come è possibile, oggetto? Ma significato di essere vivente venuto da cielo
in terra a mostrare una cosa meravigliosa
si piacente a chi la mira, fornita di bellezza, ma non solo che è bella ma induce una
sensazione di bellezza su chi la vede, sì piacente che dà per gli occhi una dolcezza al
core, non è consecutiva e invece una relativa
una tale dolcezza la quale può essere compresa per esperienza diretta e par che dalla
sua labbia si mova
labbia non è le labbra, ma è il volto, la fisionomia
uno spirto non è elemento indeterminato ma personificazione esce dall’anima della
donna guardata
lode è una parola che compare nel sonetto, questo sonetto appartiene a quella fase
che lo stesso autore definisce della lode, lo ha raccolto nella Vita Nova, culmine della
sua poesia lirica
. Vita Nova una specie di romanzo fra virgolette che Dante scrive intorno alla metà
degli anni 90 (1294-1295) mescola componimenti poetici con parti in prosa=
prosimetro , prima di Dante nella letteratura volgare non esistevano prosimetri, in
latino si- caratteristica importante, mentre le parti in prosa sono state scritte
espressamente per il libro, i componimenti poetici sono anteriori al libro, scritti anche
in anni lontani ( avevano già un loro pubblico)
E’ un romanzo perché c’è una storia e una antologia poetica, fatta dall’autore,
non vi ha collocato tutti i suoi componimenti lirici, sono 31 quelli raccolti qui,
sappiamo che nel momento in cui li raccoglie, li corregge, per poterli meglio
collocare nella struttura del libro, anticipa quell’operazione rivoluzionaria che
Petrarca farà con il Canzoniere secondo un filo narrativo, una serie cospicua di
componimenti scritti in precedenza, 366, Petrarca sarà più radicale, non userà
la prosa per legarli, farà scaturire la narrazione e il racconto proprio
dall’ordinamento dei testi, organizzati secondo un impianto narrativo. .
Vita nova racconta la storia passata dell’ amore di Dante per Beatrice, che
richiama quello di Petrarca per Laura, sono entrambe defunte quando gli
autori scrivono.
Vita nova titolo latino, nova nel senso di rinnovata dall’amore. Ha incontrato
una 1’volta Beatrice quando entrambi avevano 9 anni e dice di averla
incontrata 9 anni dopo, il n. 9 ricorre in modo ossessivo, non c’è evento che
non sia accompagnato dal 9, multiplo del 3 numero perfetto, della trinità,
carico di significati simbolici, il 9 è il numero del miracolo come Beatrice è un
miracolo, Dante sosterrà che Beatrice è un 9, logica della numerologia nella
quale facciamo fatica ad entrare
Anche Petrarca farà ricorso alla numerologia, per lui il numero sacro è il 6
Significati simbolici canzoniere 366 testi (3,6,6) .
Domenico Ghirlandaio Laura - Petrarca
non si tratta di storia romanzesca ma di piccoli episodi di vita quotidiana, di
incontri con questa donna, di saluti che si scambiano, di saluti mancati, nel
contesto della vita fiorentina.
Dante si lascia prendere dalla pietà di una donna che chiamerà donna
pietosa, si lascia sedurre e tradisce la memoria di Beatrice ma ritorna a lei e il
libro si chiude con una specie di visione di Beatrice che siede nell’empireo e
non ne parlerà più finché non riuscirà a scriverne in modo più degno di lei.
Molti ci vedono il preannuncio della Divina Commedia.
Oltre a quella con Beatrice c’è anche la storia della poesia di Dante fino a
quella data, racconta il percorso dalle prove giovanili, nel solco della
tradizione cortese alla scoperta di una maniera più originale.
Dante chiamerà questa poesia “dolce stilnovo”
.
Marie Spartali Stillman, Beatrice, 1895
Dante. racconta che ,facendosi guidare da Amore personificato, segue i canoni
del comportamento cortese per avere un gesto di corresponsione, ma la
strategia fallisce, Beatrice gli ha negato il saluto, egli non è stato corrisposto,
scopre un nuovo modo di amare e di fare poesia, Dante racconta che un gruppo
di donne vedendolo incapace di sostenere la presenza di Beatrice gli chiedono
in cosa consista un amore come questo, qual è lo scopo di un amore così
singolare, ma Dante risponde che dopo che il saluto gli è stato negato, la sua
beatitudine consiste in ciò che non può essere tolto, la beatitudine sta in
quelle parole che lodano la donna mia. Prendere per “matera” del suo parlare
quello che fosse “in loda” di questa gentilissima , da quel punto in avanti la sua
lingua si mosse da sola e cominciò a recitare. E nacque “Donne ch’avete
intelletto d’amore” voglio parlare della mia donna, so che non riuscirò a dire le
parole che merita ma sfogherò almeno la mia tristezza .
Donne ch'avete intelletto d'amore,
i' vo' con voi de la mia donna dire,
non perch'io creda sua laude finire,.
ma ragionar per isfogar la mente.
Io dico che pensando il suo valore,
Amor sì dolce mi si fa sentire,
che s'io allora non perdessi ardire,
farei parlando innamorar la gente.
E io non vo' parlar sì altamente,
ch'io divenisse per temenza vile;
ma tratterò del suo stato gentile
a rispetto di lei leggeramente,.
donne e donzelle amorose, con vui,
ché non è cosa da parlarne altrui. ».
Bonagiunta Orbicciani , canto 24’ Purgatorio
Ma dì s’i’ veggio qui colui che fore
trasse le nove rime, cominciando
‘Donne ch’avete intelletto d’amore’
Le nove rime sono con la poesia della lode e cominciano con la canzone che Dante
indica come il testo della nuova maniera
Dante esprime la concezione dell’amore come sentimento gratuito, disinteressato, non
cerca reciprocità si appaga dell’esprimersi attraverso la lode dell’amata, lo strumento
(la lode )non è solo il veicolo ma il fine stesso del sentimento amoroso. Per la 1’ volta
nella storia della poesia occidentale l’arte è considerata fine a se stessa, Dante a
Bonagiunta dirà: i’mi son un che quando amor mi spira …
Quando mi detta dentro l’amore che detta dentro mentre il poeta è lo scriba, la poesia
nasce da un principio superiore che trascende il poeta stessa, Bonagiunta riconosce il
limite suo e degli altri che vengono prima
O frate, issa vegg’io, diss’elli, “il nodo
Che ‘Notaro e Guittone e me ritenne
Altri 2 versi
Io veggio ben come le vostre penne
Di retro al dittator sen vanno strette.
Sempre Bonagiunta dice vostre delle penne con cui si scrive che vanno dietro
a colui che detta, Amore, indica “vostre” come rivolgendosi a un gruppo, la
nuova poesia non è solo di Dante, ma di un intero gruppo, gli stilnovisti.
Concezione amore cortese, per i trovatori provenzali il desiderio non può
essere appagato, la dama per ragioni di ordine sociale (ragioni che poi
diventano un codice) , non può contraccambiare il desiderio ma può
contraccambiare l’amore per cui si esprime attraverso dei surrogati come p.
es. il saluto, gesto di benevolenza. L’ amore rimane frustrato ma la
frustrazione può venir ribaltata come perfezionamento etico e interiore, la
tradizione cortese di fonda su una disuguaglianza fra i partner quindi la lirica
cortese non può cantare un amore realizzato, la poesia della lode è un
modo di uscire dal paradosso cortese, c’è anche qui una forte
disuguaglianza fra partners : la donna non è oggetto di desiderio ma di
.
venerazione,
la poesia non vuole ottenere qualcosa ma esprime valori
assoluti, il canto si appaga di sé, è una concezione laica dell’amore, l’
autoappagamento apre strade che si colorano di religiosità, persino di
misticismo, Beatrice finisce per diventare un personaggio teologico
all’interno della commedia
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