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Dante, da uomo del Medioevo, vede il corpo, sempre, nel suo stretto legame con l'anima: questa è invisibile e si rende visibile plasmando la materia, cioè il corpo: si dice infatti, citando Aristotele, che l'anima è la forma del corpo che, senza di essa, sarebbe pura materia informe. -- Per questo la bellezza è l'emergere nel corpo della bellezza dell'anima, come Dante scrive nei sonetti stilnovistici della Vita Nova e nei brani del Convivio riportati. VITA NOVA 11, 3-5 [4] [5] Amore e ’l cor gentil sono una cosa, sì come il saggio in suo dittare pone, e così esser l’un senza l’altro osa, com’alma razional sanza ragione. Falli Natura quand’è amorosa, Amor per sire e ’l cor per sua magione, dentro la qual dormendo si riposa tal volta poca e tal lunga stagione. Biltate appare in saggia donna poi, che piace agli occhi sì, che dentro al core nasce un disio della cosa piacente; e tanto dura talora in costui, che fa svegliar lo spirito d’Amore. E simil face in donna omo valente. 4 8 11 14 CONVIVIO III viii 1-3-5: Intra li effetti della divina sapienza l'uomo è mirabilissimo, considerando come in una forma la divina virtute tre nature congiunse, e come sottilmente armoniato conviene esser lo corpo suo, a cotal forma essendo organizzato per tutte quasi sue vertudi. [...]Io adunque, [...] in questa terza particola d'alcuna condizione di cotal creatura parlare intendo, in quanto nel suo corpo per bontade dell'anima sensibile bellezza appare . [...]E dico che nello suo aspetto apariscono cose le quali dimostrano de' piaceri di Paradiso; ed intra li altri di quelli, lo più nobile, e quello che è frutto e fine di tutti li altri, si è contentarsi, e questo si è essere beato; e questo piacere è veramente, avegna che per altro modo, nell'aspetto di costei. Ché, guardando costei, la gente si contenta, tanto dolcemente ciba la sua bellezza li occhi de' riguardatori. VITA NOVA 17, 5-7 [5] [6] [7] Tanto gentile e tanto onesta pare la donna mia quand’ella altrui saluta, ch’ogne lingua deven tremando muta e gli occhi no l’ardiscon di guardare. Ella si va, sentendosi laudare, benignamente d’umiltà vestuta; e par che sia una cosa venuta da cielo in terra a miracol mostrare. Mostrasi sì piacente a chi la mira, che dà per gli occhi una dolcezza al core, che ’ntender no.lla può chi no.lla prova; e par che della sua labbia si mova un spirito soave pien d’amore, che va dicendo all’anima: Sospira. 4 8 11 14 CONVIVIO III viii 8 Nella faccia massimamente in due luoghi opera l'anima - però che in quelli due luoghi quasi tutte e tre le nature dell'anima hanno giurisdizione - cioè nelli occhi e nella bocca quelli massimamente adorna e quivi pone lo 'ntento tutto a fare bello, se puote. [...]. Li quali due luoghi, per bella similitudine, si possono appellare balconi della donna che nel dificio del corpo abita, cioè l'anima: però che quivi, avegna che quasi velata, spesse volte si dimostra. VITA NOVA 12, 2-4 [2] [3] [4] Negli occhi porta la mia donna Amore, per che si fa gentil ciò ch’ella mira; ov’ella passa, ogn’om ver’ lei si gira, e cui saluta fa tremar lo core, sì che, bassando il viso, tutto smore e d’ogni suo difetto allor sospira: fugge dinanzi a.llei Superbia e Ira. Aiutatemi, donne, farle onore. Ogne dolcezza, ogne pensero umìle nasce nel core a chi parlar la sente, ond’è laudato chi prima la vide. Quel ch’ella par quando un poco sorride, non si può dicer né tenere a mente, sì è novo miracolo e gentile. 4 8 11 14