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Il cuore in corpo mi sento tremare

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Il cuore in corpo mi sento tremare
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Sonetto
Parafrasi
Autore
Il cuore in corpo mi sento tremare,
sì fort'è la temenza e la paura,
ch'i' ho vedendo madonna in figura,
cotanto temo di lei innoiare.
E non poria in quel punto parlare:
così mi si dà meno la natura,
ched i' mi tengo in una gran ventura
quand'i' mi posso pur su' piei fidare.
Infino a tanto che non son passato,
tutti color che me veggiono andando,
sì dicon: «Ve' colui, ch'è smemorato!».
Ed io nulla bestemmia lor ne mando,
ch'elli hanno le ragioni dal lor lato,
però che n'ora in or vo tramazzando.
Il cuore in corpo mi sento tremare,
sì fort'è la temenza e la paura,
ch'i' ho vedendo madonna in figura,
cotanto temo di lei innoiare.
A
B
B
A
E non poria in quel punto parlare:
così mi si dà meno la natura,
ched i' mi tengo in una gran ventura
quand'i' mi posso pur su' piei fidare.
A
B
B
A
C
Infino a tanto che non son passato,
tutti color che me veggiono andando, D
sì dicon: «Ve' colui, ch'è smemorato!». C
Ed io nulla bestemmia lor ne mando, C
D
ch'elli hanno le ragioni dal lor lato,
però che n'ora in or vo tramazzando. C
Il cuore in corpo mi sento tremare ,
sì fort‘è la temenza e la paura ,
ch'i' ho vedendo madonna in figura,
cotanto temo di lei innoi are .
A
B
B
A
E non poria in quel punto parl are :
così mi si dà meno la nat ura,
ched i' mi tengo in una gran vent ura
quand'i' mi posso pur su' piei fid are .
A
B
B
A
C
Infino a tanto che non son pass ato ,
tutti color che me veggiono andando , D
sì dicon: «Ve' colui, ch'è smemorato !». C
Ed io nulla bestemmia lor ne m ando, D
ch'elli hanno le ragioni dal lor lato ,
C
però che n'ora in or vo tramazz ando. D
Rime:
• Incrociate ABBA
• Alternate CDC DCD
Figure metriche:
• Sinalefe (la vocale finale di
una parola e quella iniziale
della successiva si
pronunciano come unica
sillaba): fort’è, ch’i’,
quand’i’, ch’elli.
• Enjambement V.7-8
Figure retoriche:
• Iperbole (esagerare
un concetto)
Il cuore in corpo mi sento tremare ,
sì fort‘è la temenza e la paura ,
ch'i' ho vedendo madonna in figura,
cotanto temo di lei innoi are .
A
B
B
A
E non poria in quel punto parl are :
così mi si dà meno la nat ura,
ched i' mi tengo in una gran vent ura
quand'i' mi posso pur su' piei fid are .
A
B
B
A
C
Infino a tanto che non son pass ato ,
tutti color che me veggiono andando , D
sì dicon: «Ve' colui, ch'è smemorato !». C
Ed io nulla bestemmia lor ne m ando, D
ch'elli hanno le ragioni dal lor lato ,
C
però che n'ora in or vo tramazz ando. D
Rime:
• Incrociate ABBA
• Alternate CDC DCD
Figure metriche:
• Sinalefe (la vocale finale di
una parola e quella iniziale
della successiva si
pronunciano come unica
sillaba): fort’è, ch’i’,
quand’i’, ch’elli.
• Enjambement V.7-8
Figure retoriche:
• Iperbole (esagerare
un concetto)
Il cuore in corpo mi sento tremare,
sì fort'è la temenza e la paura,
ch'i' ho vedendo madonna in figura,
cotanto temo di lei innoiare.
Il cuore in corpo mi sento tremare
tanto forte è il timore e la paura,
che io provo vedendo madonna in persona,
in quanto temo di essere rifiutato.
E non poria in quel punto parlare:
così mi si dà meno la natura,
ched i' mi tengo in una gran ventura
quand'i' mi posso pur su' piei fidare.
E non potrei a quel punto parlare:
così mi vengono meno le forze,
al punto che mi sento molto fortunato
se mi posso ancora reggere in piedi.
Infino a tanto che non son passato,
tutti color che me veggiono andando,
sì dicon: «Ve' colui, ch'è smemorato!».
Fintanto che non son passato,
tutti coloro che mi vedono camminare
dicono: -Guarda quello che stordito!-
Ed io nulla bestemmia lor ne mando,
ch'elli hanno le ragioni dal lor lato,
però che n'ora in or vo tramazzando.
Ed io non li disprezzo
poiché loro hanno ragione,
però da un momento all’altro stramazzerò
al suolo.
Il poeta utilizza un tono giocoso scherzando
sull’amore e sviluppa attraverso la parodia una tipica
situazione stilnovista: la visione della donna che fa
tremare e ammutolire è rappresentata in modo comico
e realistico. Il verbo «tremare», proprio dello
stilnovismo nel quale indica stupore e meraviglia, in
questo sonetto si trasforma, divenendo addirittura
incapacità di reggersi in piedi (iperbole).
Nato a Siena nel 1260, Cecco Angiolieri è stato l’autore comico toscano
più importante del XIII secolo, contemporaneo di Dante Alighieri e
appartenente a una famiglie guelfa illustre e facoltosa.
Partecipò alla vita del comune e, nel corso delle lotte politiche interne
alla città, fu esiliato.
Si hanno poche notizie sull’autore dalle quali emerge una vita sregolata
e inquieta, spesso ossessionata da problemi di denaro: nutriva infatti un
certo odio per il padre, ritenuto avaro. Come lui stesso scrisse, amava «la
donna, la taverna e ‘l dado», cioè i piaceri carnali, la tavola e il gioco.
Morì a Siena nel 1312 in miseria, dopo avere dissipato l’eredità paterna,
lasciando un centinaio di componimenti.
Il cuore in corpo mi sento tremare,
sì fort'è la temenza e la paura,
ch'i' ho vedendo madonna in figura,
cotanto temo di lei innoiare.
Il cuore in corpo mi sento tremare
tanto forte è il timore e la paura,
che io provo vedendo madonna in persona,
in quanto temo di essere rifiutato.
E non poria in quel punto parlare:
così mi si dà meno la natura,
ched i' mi tengo in una gran ventura
quand'i' mi posso pur su' piei fidare.
E non potrei a quel punto parlare:
così mi vengono meno le forze,
al punto che mi sento molto fortunato
se mi posso ancora reggere in piedi.
Infino a tanto che non son passato,
tutti color che me veggiono andando,
sì dicon: «Ve' colui, ch'è smemorato!».
Fintanto che non son passato,
tutti coloro che mi vedono camminare
dicono: -Guarda quello che stordito!-
Ed io nulla bestemmia lor ne mando,
ch'elli hanno le ragioni dal lor lato,
però che n'ora in or vo tramazzando.
Ed io non li disprezzo
poiché loro hanno ragione,
però da un momento all’altro stramazzerò
al suolo.
Il cuore in corpo mi sento tremare ,
sì fort‘è la temenza e la paura ,
ch'i' ho vedendo madonna in figura,
cotanto temo di lei innoi are .
A
B
B
A
E non poria in quel punto parl are :
così mi si dà meno la nat ura,
ched i' mi tengo in una gran vent ura
quand'i' mi posso pur su' piei fid are .
A
B
B
A
C
Infino a tanto che non son pass ato ,
tutti color che me veggiono andando , D
sì dicon: «Ve' colui, ch'è smemorato !». C
Ed io nulla bestemmia lor ne m ando, D
ch'elli hanno le ragioni dal lor lato ,
C
però che n'ora in or vo tramazz ando. D
Rime:
• Incrociate ABBA
• Alternate CDC DCD
Figure metriche:
• Sinalefe (la vocale finale di
una parola e quella iniziale
della successiva si
pronunciano come unica
sillaba): fort’è, ch’i’,
quand’i’, ch’elli.
• Enjambement V.7-8
Figure retoriche:
• Iperbole (esagerare
un concetto)
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