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Modello di Krashen File

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Modello di Krashen File
Il modello di Krashen è’ stato formulato negli anni ’70 con
elaborazioni successive (1977,1981,1982, 1985) distingue
tra:


l’acquisizione profonda e stabile,
l’apprendimento razionale e volontario, formale, conscio,
sistematico; lo studio di regole di durata relativamente
breve (memoria a medio termine).
Secondo la dicotomia di Krashen l’insegnamento linguistico
deve mirare a creare acquisizione, perché dalla competenza
acquisita nasce una produzione linguistica spontanea e
stabile.
L'apprendimento è un processo razionale,
governato dall'emisfero sinistro e basato sulla
memoria a medio termine: la competenza
“appresa”è una competenza a termine non
definitiva.
Viene attivata molto più lentamente della
competenza “acquisita”, per cui nella
comunicazione reale non si ha tempo di farvi
ricorso se non come monitor, come controllo
grammaticale, in senso lato.
 Lo
studente ha tempo di elaborare i dati
 Input è focalizzato più sulla forma che sul
contenuto
 Lo studente conosce la regola
Il Monitor:
 serve
a correggere l’esecuzione linguistica,
rappresenta la riflessione metalinguistica
 si usa tutte le volte che si compie un’elaborazione
linguistica consapevole
La prima delle condizioni perché l’input venga
acquisito è che esso sia collocato sul gradino
successivo nell'ordine naturale di acquisizione della
lingua : una nuova regola o un nuovo compito è
eseguibile se si colloca subito dopo una regola o un
compito che una persona è già in grado di
svolgere. Si tratta dell’applicazione krasheniana di
una nozione psicologica che Vygotsky chiama
“area di sviluppo potenziale”.
 L’input
è la lingua in entrata:
 è legato alle abilità ricettive (saper ascoltare
e saper leggere)
 deve essere: comprensibile, graduato e
selezionato, condiviso e piacevole
(motivazione)
Secondo Krashen gli individui acquisiscono la
lingua comprendendo i messaggi attraverso
input comprensibili che egli rappresenta con la
formula
i+1
 i=
la parte del compito linguistico o
comunicativo che si è già in grado di eseguire
sulla base della competenza “acquisita”
 + 1 =l’area di sviluppo potenziale.
Il contesto di presentazione dell’input:
 deve essere autentico e non artificioso
 rispettare il principio del “noto + 1” progressività
nella presentazione delle difficoltà: lessico nuovo
all’interno di strutture già assimilate
Il filtro affettivo è un meccanismo tra Input e
acquisizione, se attivo impedisce l’interiorizzazione
dell’Input
Affinché l’Input si trasformi in Intake, quindi in
acquisizione, è necessario che lo studente:
 Abbia
fiducia e stima in se stesso
 Sia motivato
 Abbia poca ansia

“Gli individui imparano le lingue seconde se riescono ad
ottenere input comprensibile e se il loro filtro affettivo è
sufficientemente basso da permettere il passaggio
dell’input….” Krashen
Input
Monitor
Filtro affettivo
Output
Organizzatore
cognitivo
“Quando il filtro è abbassato e viene presentato un
input comprensibile e compreso l’acquisizione è
inevitabile, l’organo mentale linguistico funziona
infatti automaticamente come qualsiasi altro
organo”. Krashen
L’essere umano è infatti naturalmente predisposto
all’apprendimento di più lingue.
Secondo Cummins
l’essere umano è
naturalmente
Predisposto
al plurilinguismo,
a patto che sussistano le
condizioni in grado
di attivare il suo
meccanismo di
acquisizione
linguistica (LAD).
Come mai dunque, se il bilinguismo – o il plurilinguismo
– sono fattori naturali per l’essere umano, il fenomeno
viene percepito come un fatto eccezionale? Se il principio
postulato da Cummins è vero, perché questa capacità,
questo enorme potenziale linguistico proprio dell’essere
umano stenta tanto a svilupparsi nella generalità?
Esistono evidentemente degli elementi esterni che hanno
altrettanta validità rispetto allo sviluppo cognitivo
naturale. In altre parole, la predisposizione, per quanto
necessaria come elemento per l’acquisizione linguistica,
non è di per sé sufficiente per assicurare che
l’interruttore dell’apprendimento (LAD) venga attivato.
Studiare una disciplina in LS è un compito
arduo anche sul piano neurologico perché
richiede lo sdoppiamento di alcune aree
corticali e l’interazione tra aree dedicate
all’italiano e alle nuove aree linguistiche.
Le teorie di Krashen sull’acquisizione
linguistica aiutano il docente CLIL nella
scelta delle migliori.
Paolo E. Balboni, Motivazione ed affettivita’ nell’acquisizione di una lingua
Straniera, Punto Edu Riforma
http://digilander.libero.it/dibiasio.neoassunti/TEMATICA7/Favorire/Motivazione.pdf
E. Ballarin - P. Begotti , La glottodidattica umanistico- affettiva e funzionale
http://venus.unive.it/aliasve/index.php?name=EZCMS&page_id=171
T.Barbero, Insegnare in lingua straniera: quali sfide?Quali difficoltà?, IRRE Piemonte
http://dspace-unive.cilea.it/bitstream/10278/270/1/Atti-4-8s-Barbero.pdf
C.M. Coonan, Opportunità di usare la LS nella lezione CLIL: importanza, problemi,
soluzioni, Studi di Glottodidattica 2009, Ca’ Foscari
http://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=4&ved=0CEkQFjAD&
url=http%3A%2F%2Fojs.cimedoc.uniba.it%2Findex.php%2Fglottodidattica%2Farticle
%2Fview%2F92%2F91&ei=LH0UUuXdBpGUhQey4YHwCw&usg=AFQjCNGU39AANUn
scSUHDnlg5tbvCAstGA&bvm=bv.50952593,d.ZG4
F. Ricci Garotti- G. Muscarà, CLIL, un nuovo laboratorio per la scuola italiana, Tangram,
Trento, 2012, prewiev
http://www.edizioni-tangram.it/sites/default/files/pdf_preview_libri/clil_preview.pdf
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