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Realizzato in collaborazione con la European Thoracic Oncology Platform 16th World Conference on Lung Cancer (WCLC) 6–9 settembre 2015 | Denver, Colorado, USA Sponsorizzato da Lilly and Company. Lilly and Company non ha influenzato il contenuto di questa pubblicazione Lettera del professor Rolf Stahel Cari colleghi, è con immenso piacere che vi presento questo slide kit dell’ETOP, realizzato per evidenziare e riassumere i risultati più rilevanti nel settore dell’oncologia toracica presentati ai principali congressi del 2015. Nello specifico, questo lavoro si focalizza sulla 16th World Conference on Lung Cancer della IASLC ed è stato realizzato in 4 lingue: inglese, francese, italiano e giapponese. L’area della ricerca clinica oncologica si sviluppa in un ambito mutevole di sfida scientifica. In questo ambito noi tutti apprezziamo l’accesso ai dati scientifici e di ricerca che possono orientare e ispirare i futuri avanzamenti nel nostro ruolo di scenziati, clinici ed educatori. Spero che troviate utile alla vostra professione questa pubblicazione sugli sviluppi della ricerca nel campo dell’oncologia toracica. Qualora voleste condividere la vostra opinione con noi, i vostri commenti saranno graditi. Vi preghiamo di inviare la corrispondenza a [email protected]. Vorrei ringraziare i membri di ETOP, la Dott.ssa Solange Peters e il Dott. Martin Reck per aver provveduto, nel loro ruolo di Curatori, alla selezione degli abstract e alla revisione del contenuto delle slide, nonché la Dott.ssa Serena Ricciardi per la supervisione della traduzione in Italiano. Il presente slide kit non sarebbe stato realizzato senza il loro grande impegno. E infine, il nostro ringraziamento va anche a Lilly Oncology per il supporto finanziario, amministrativo e logistico nella realizzazione di questo complesso, ma gratificante progetto. Rolf Stahel Presidente, ETOP Foundation Council Curatori dello Slide Deck ETOP Medical Oncology 2015 Focus: NSCLC avanzato (stadi III e IV, non trattabile radicalmente) ed evidenze sui relativi biomarcatori Dott.ssa Solange Peters Multidisciplinary Oncology Center, Lausanne Cancer Center, Lausanne, Switzerland Focus: NSCLC precoce e localmente avanzato (stadi I–III) ed evidenze sui relativi biomarcatori / altre neoplasie maligne Dott. Martin Reck Department of Thoracic Oncology, Hospital Grosshansdorf, Grosshansdorf, Germania Indice • Biomarcatori e screening • NSCLC in stadio precoce e localmente avanzato – Stadi I, II e III • NSCLC avanzato – Stadi III e IV, non trattabile radicalmente – Prima linea – Linee successive • Altre neoplasie maligne – SCLC e mesotelioma – Tumori rari – Metastasi cerebrali Biomarcatori e screening ORAL06.03: Analisi del numero di copie di geni estesa all’intero genoma mediante OncoScanTM FFPE in 976 NSCLC resecati nella biobanca LACE-Bio2 – Tsao M et al • Obiettivo dello studio – Identificare nuovi marcatori prognostici/predittivi mediante profilazione del numero di copie estesa all’intero genoma e valutare l’associazione tra aberrazioni del numero di copie e sopravvivenza, utilizzando la biobanca LACE-Bio Disegno dello studio – Il DNA è stato estratto da campioni tumorali FFPE (n=1013) e profilato mediante Affymetrix OncoScanTM con >300.000 sonde (analisi primaria n=976) • Principali risultati – OS, DFS e LCSS risultavano simili nei pazienti con o senza alterazioni del numero di copie di geni – 195 MCR aberranti differivano significativamente tra ADC e SCC • Nell’SCC, più aumenti del numero di copie in 3q, 22q e 12; più perdite in 3p, 4, 5q • Conclusioni – In pazienti con NSCLC sono state identificate MCR cromosomiali che includono possibili aberrazioni del numero di copie di geni – Sono state osservate forti differenze del numero di copie tra ADC e SCC e, pertanto, le aberrazioni del numero di copie possono essere specifiche di una particolare istologia FFPE, fissato con formalina, incorporato in paraffina; LCSS, sopravvivenza specifica per il carcinoma polmonare; MCR, regione minima comune; ADC, adenocarcinoma; SCC, carcinoma a cellule squamose Tsao et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): ORAL06.03 ORAL09.02: Risultati della quarta fase di screening del NELSON Lung Cancer Screening Study – Yousaf-Khan U et al Obiettivo dello studio • Valutare se uno screening con tomografia computerizzata (TC) a bassa dose in pazienti ad alto rischio di sviluppare carcinoma polmonare possa ridurre la mortalità correlata a tale carcinoma di ≥25% vs. nessuno screening Principali criteri di inclusione • Età 50–75 anni • Ex- o attuali fumatori (≥15 sigarette/die per 25 anni o ≥10 sigarette/die per 30 anni) (n=15.822) Braccio screening (n=7915) PD Braccio controllo (n=7907) PD R • Quattro fasi di screening (R) con TC multistrato a bassa dose: – R1 al basale; R2 a 1 anno, R2 a 3 anni e R4 a 5,5 anni • L’analisi ha registrato la mortalità fino a 10 anni dopo la randomizzazione Yousaf-Khan et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): ORAL09.02 ORAL09.02: Risultati della quarta fase di screening del NELSON Lung Cancer Screening Study – Yousaf-Khan U et al • Principali risultati Risultati dello screening, % Negativo Indeterminato Positivo R1–3 87,2 10,8 2,0 R4 96,0 2,0 2,0 – Più pazienti sono passati a uno stadio più alto del carcinoma polmonare a R4 vs. R1–3 (p<0,001) Istologia - R1–R3 AD 15,3% AD 6,5% SQM 8,1% 3,8% 5,3% 16,3% 51,2% BAC SQM p=0,055 8,7% 50,0% SCLC BAC SCLC Grandi cellule Altro 21,7% NSCLC NOS Diagnosi impossibile • Conclusioni – Istologia - R4 4,3% 8,7% Un intervallo di 2,5 anni tra R3 e R4 appare troppo lungo: • Variazione sfavorevole della distribuzione degli stadi • Rilevate tipologie più aggressive di carcinoma polmonare Yousaf-Khan et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): ORAL09.02 ORAL09.03: Studio Danish Lung Cancer Screening: risultati dopo 5 anni dall’ultima TC di screening – Pedersen JH et al Obiettivo dello studio • Valutare l’effetto dello screening con tomografia computerizzata (TC) sulla mortalità, sulle cause di decesso, sull’individuazione di carcinomi polmonari e sulla stratificazione del rischio in pazienti seguiti fino a 5 anni dopo l’ultima TC di screening Principali criteri di inclusione • Fumatori/ex-fumatori • Età 50–70 anni • ≥20 pack-years • FEV1 ≥30% del predetto (n=4104) Screening 5 TC/anno a bassa dose (n=2052) PD Controllo 5 visite/anno (n=2052) PD R Pedersen et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): ORAL09.03 ORAL09.03: Studio Danish Lung Cancer Screening: risultati dopo 5 anni dall’ultima TC di screening – Pedersen JH et al • Principali risultati – – HR di morte per carcinoma polmonare – Un numero significativamente maggiore di casi di carcinoma polmonare è stato osservato nel gruppo screening vs. il gruppo controllo In totale, vi sono stati 165 decessi nel gruppo TC e 163 in quello di controllo, dei quali 39 e 38, rispettivamente, erano dovuti al carcinoma polmonare Il rischio di morte per neoplasia polmonare aumenta con l’età: HR 2,4 (IC95% 1,5; 3,9); p<0,001 8 6 Gruppo controllo Gruppo screening – Nei pazienti a basso rischio (senza BPCO, <35 packyears) si osservava il 13% di mortalità per carcinoma polmonare – Nei pazienti ad alto rischio (con BPCO, >35 packyears) si osservava il 49% di mortalità per carcinoma polmonare 4 2 0 Pack-years <35 >35 No BPCO <35 >35 BPCO • Conclusioni – – Lo screening con TC di fumatori o ex-fumatori di età ≥50 anni con storia di almeno 20 packyears non riduce la mortalità correlata al carcinoma polmonare Selezionare i pazienti ad alto rischio in base a età, consumo di sigarette e presenza di BPCO può migliorare i risultati dello screening Pedersen et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): ORAL09.03 MINI02.02: Espressione del Programmed Cell Death Ligand (PD-L1) negli adenocarcinomi polmonari in stadio II e III e nelle metastasi linfonodali – Uruga H et al • Obiettivo dello studio – • • Confrontare l’espressione di PD-L1 nella massa primaria del tumore e nelle metastasi linfonodali di ADC in stadio II–III e correlarla con la sopravvivenza in pazienti trattati con chemioterapia adiuvante Disegno dello studio – Sono stati valutati campioni di massa primaria del tumore e di metastasi linfonodali di 109 pazienti con ADC polmonare (PD-L1+, n=53; PD-L−, n=56) Principali risultati – CD8 intratumorali 0/1/2/3: PD-L1+ 7/22/22/2 vs. PD-L1- 28/23/5/0 (p=0,039*) Espressione di PDL1 nei linfonodi N1 – Positiva Negativa Expressione di PD-L1 nella massa tumorale primaria Positiva Negativa 30 4 10 15 Valore di p <0,001 mRFS: 84 mesi (PD-L1+) vs. 41 mesi (PD-L1−); p=0,016 • Conclusioni – – – L’espressione di PD-L1 si associava a una marcata infiltrazione tumorale di linfociti CD8+ L’espressione di PD-L1 nelle metastasi linfonodali segue quella del tumore primario, ma non in modo identico L’espressione di PD-L1 nel tumore primario si associava a una prolungata RFS nei pazienti trattati con terapia adiuvante a base di platino *Analisi multivariata Uruga et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): MINI02.02 ORAL13.02: Caratterizzazione dell’espressione di PD-L1 correlata a geni specifici in campioni tissutali di NSCLC – Garon EB et al • Obiettivo dello studio – • • • Valutare se l’espressione di PD-L1 in campioni da resezione tumorale possa potenzialmente orientare il disegno della terapia adiuvante basata su inibitori del checkpoint immunitario Disegno dello studio – Sono state effettuate analisi con microarray per analizzare l’espressione genica su 320 campioni di NSCLC e 15 di polmone sano, profilati con piattaforma a 2 colori Agilent Whole Human Genome 4x44K – Il Rosetta Similarity Tool (ROAST) ha permesso di rilevare i geni correlati all’espressione di PD-L1 – Sono state realizzate con metodica di Kaplan-Meier analisi di sopravvivenza in funzione dell’espressione di PD-L1, confrontandole poi mediante log-rank test Principali risultati – L’espressione di PD-L1 era maggiore nei NSCLC rispetto ai tumori mammari ed endometriali (p<0,01) – Nei 320 campioni di NSCLC, 174 geni specifici sono altamente correlati con l’espressione di PD-L1 (r range= 0,692–0,904) – 80 (25%) campioni di tessuto presentavano un rapporto logaritmico PD-L1 >0, e 63 possedevano ampi set di geni altamente correlati, noti per essere coinvolti nella risposta immunitaria e infiammatoria – Non è stata osservata alcuna differenza significativa di OS (p=0,661), ma un’aumentata espressione di PD-L1 era evidentemente non associata ad outcome migliori Conclusione – Nella coorte NSCLC, vi è un gruppo di pazienti con elevata espressione di PD-L1 e geni correlati; questo gruppo non ha una prognosi migliore rispetto a quello con espressione di PD-L1 tipica o ridotta Garon et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): ORAL13.02 ORAL16.07: Eterogeneità intratumorale delle mutazioni attivanti di EGFR analizzata in singole cellule neoplastiche di pazienti con NSCLC avanzato – Guo LH* et al • Obiettivo dello studio – Valutare l’eterogeneità intratumorale delle mutazioni attivanti di EGFR in pazienti con NSCLC • Disegno dello studio – Nella Parte 1, si è valutata la fattibilità di un’analisi dell’esone 21 di EGFR a livello di singole cellule – Nella Parte 2, 6 pazienti con NSCLC esprimente mutazioni dell’esone 21 di EGFR identificate mediante sequenziamento diretto sono stati trattati con gefitinib; è stata utilizzata un’analisi a livello di singole cellule H1975 per rilevare lo stato dell’esone 21 di EGFR e confrontare il tasso di amplificazione di PCR nested con il tasso mutazionale di EGFR, in funzione della PFS >14 mesi (Gruppo A, n=3) e <6 mesi (Gruppo B, n=3) • Principali risultati – L’analisi di 104 singole cellule H1975 ha rilevato uno stato mutazionale dell’esone 21 EGFR con tasso di amplificazione del 96,2% e tasso di drop out allelico del 7,0% – 135 cellule tumorali sono state prelevate dai campioni del gruppo di 6 pazienti • Non vi era differenza tra i gruppi nel tasso di amplificazione (84,3% Gruppo A; 93.8% Gruppo B; p=0,077) • Il tasso mutazionale totale era più alto nel Gruppo A rispetto al Gruppo B (86,4% vs. 68,9%; p=0,021) • Conclusioni – L’analisi mutazionale di EGFR su singole cellule neoplastiche è fattibile; con questa tecnica si rileva un’effettiva eterogeneità intratumorale – Questi dati suggeriscono che l’abbondanza di mutazioni attivanti di EGFR è un parametro rilevante per i benefici ottenibili dal trattamento con EGFR-TKI *Presentato da Zhang Q Guo et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): ORAL16.07 ORAL17.03: Biomarcatori d’efficacia nello studio JO25567 in pazienti con NSCLC avanzato e mutazione di EGFR, trattati con erlotinib + bevacizumab vs. erlotinib – Atagi S et al • Obiettivo dello studio – Valutare biomarcatori preliminari d’efficacia di bevacizumab + erlotinib nello studio JO25567 • Disegno dello studio – Pazienti naïve alla chemioterapia, con NSCLC non squamoso avanzato o in recidiva, mutazione di EGFR ed ECOG PS ≤1 sono stati randomizzati (1:1) a ricevere bevacizumab 15 mg/kg q3w + erlotinib 150 mg/die (n=75) o solo erlotinib 150 mg/die (n=77) – I biomarcatori d’efficacia analizzati erano: VEFG-A plasmatico; polimorfismo a singolo nucleotide (SNP) o numeri variabili di ripetizioni tandem (VNTR) • Principali risultati – Bevacizumab + erlotinib si associavano a una PFS significativamente maggiore vs. erlotinib da solo nei pazienti con VEGF-A sotto la mediana (HR 0,23; IC95% 0,09; 0,60), ma non in quelli con VEGF-A sopra la mediana (HR 0,56; IC95% 0,26; 1,25); p=0,033 – Non sono state rilevate interrelazioni clinicamente significative tra SNP o VNTR – Elevati livelli di follistatina (p=0,0168) e bassi livelli di leptina (p=0,0049) sono risultati significativamente correlati alla PFS • Conclusioni – Bassi livelli plasmatici di VEGR-A (ma non SNP o VNTR) si associano ad outcome migliori con bevacizumab + erlotinib – Follistatina e leptina sieriche sono potenziali biomarcatori Atagi et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): ORAL17.03 ORAL17.07: Meccanismi di resistenza acquisita ad AZD9291 nel carcinoma polmonare EGFR T790M+ – Oxnard GR et al • Obiettivo dello studio – Indagare i meccanismi molecolari alla base della resistenza acquisita ad AZD9291 • Disegno dello studio • Nello studio AURA (componenti di fase 1 e 2), in pazienti con carcinoma polmonare T790 positivo, la resistenza acquisita ad AZD9291 è stata studiata utilizzando 3 strategie complementari: la genotipizzazioone del DNA su cellule libere (cfDNA) con PCR digitale droplet (ddPCR), il sequenziamento next-generation (NGS) su cfDNA e l’analisi molecolare della progressione di malattia dopo AZD9291, su materiale bioptico • Principali risultati – Dei 67 pazienti che soddisfacevano ai criteri di elegibilità per resistenza,15 (22%) avevano C797S rilevabili alla ddPCR, tutti con T790M rilevabile – C797S era più comune con delezione dell’esone 19 di EFGR (13/43 [30%] rispetto a quelli con L858R (2/24 [8%]; p=0,06) – 32/67 (48%) non avevano T790M rilevabile nel plasma, nonostante la presenza della mutazione sensibilizzante a EGFR-TKI, il che suggerisce la sovrapposizione di un meccanismo alternativo di resistenza • Conclusioni – Alla resistenza, la maggior parte dei pazienti con resistenza ad AZD9291 mantiene T790M, acquisendo talvolta una nuova mutazione di C797S; ciò si verifica in particolare in quelli con delezione dell’esone 19 del gene EGFR – Alla progressione, la perdita di T790M può essere mediata dalla sovrapposizione di un meccanismo di resistenza in competizione (es. MET, o amplificazione di HER2 o di BRAF V600E) Oxnard et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): ORAL17.07 ORAL28.05: Mesotelina e MUC16 (CA125) sono antigeni target per la terapia con linfociti T CAR nell’adenocarcinoma polmonare primario e metastatico – Eguchi T et al • Obiettivo dello studio – Indagare se la sovraespressione di mesotelina e/o di MUC16 (CA125) influisca sull’aggressività tumorale nei pazienti con adenocarcinoma polmonare in stadio I • Disegno dello studio – Microarray tissutali di tessuto polmonare sano o neoplastico, prelevato da 912 pazienti con adenocarcinoma polmonare in stadio I, sono stati esaminati per individuarne le caratteristiche di espressione antigenica e l’associazione con l’incidenza cumulativa di recidiva • Principali risultati – L’analisi univariata ha rilevato che un’elevata espressione della sola MUC16, della sola mesotelina o di entrambi gli antigeni era associata a un rischio significativamente aumentato di recidiva rispetto alla bassa espressione – L’analisi multivariata ha inoltre mostrato che l’aumentata espressione di MUC16-mesotelina era associata a recidiva (HR 2,57, IC95% 1,41; 4,68; p=0,002) anche dopo aggiustamento per i marcatori noti di aggressività tumorale • Conclusioni – L’espressione di MUC16-mesotelina è un marcatore di aggressività tumorale nell’adenocarcinoma polmonare primario – Questi antigeni potrebbero essere possibili target della terapia con linfociti T CAR nell’adenocarcinoma polmonare Eguchi et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): ORAL28.05 PLEN04.05: Il sequenziamento esomico completo multisettoriale e il sequenziamento trascrittomico definiscono lo spettro genomico del NSCLC EGFR+ e rivelano nuovi meccanismi di resistenza ai TKI – Tan DSW et al Obiettivo dello studio • Determinare l’architettura clonale attraverso sequenziamento multisettoriale (Obiettivo1) e chiarire i meccanismi di resistenza agli EGFR TKI mediante le scienze omiche integrative (Obiettivo 2) Disegno dello studio • Obiettivo 1 – Sequenziamento multisettoriale su regioni spazialmente separate da adenocarcinoma polmonare EGFR M+ resecato (9 pazienti originari dell’Asia Orientale, 47 settori) • Obiettivo 2 – 30 campioni EGFR M+ TKI resistenti da 25 pazienti • Su tutti i campioni – Sequenziamento esomico/trascrittomico appaiato tumore-tessuto sano e array SNP – Le alterazioni genomiche sono state validate mediante ri-sequenziamento mirato Tan et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): PLEN04.05 PLEN04.05: Il sequenziamento esomico completo multisettoriale e il sequenziamento trascrittomico definiscono lo spettro genomico del NSCLC EGFR+ e rivelano nuovi meccanismi di resistenza ai TKI – Tan DSW et al • Principali risultati – Obiettivo 1 • Carico mutazionale (n=8) (46 settori) – Per settore: mediana (range) 48 (9–98) – Per tumore: mediana (range) 77 (32–146) • Tutte le mutazioni di EGFR sono avvenute nel trunk • I sequenziamenti ad ultra profondità (2000x) non hanno rivelato T790M in alcun settore Tan et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): PLEN04.05 PLEN04.05: Il sequenziamento esomico completo multisettoriale e il sequenziamento trascrittomico definiscono lo spettro genomico del NSCLC EGFR+ e rivelano nuovi meccanismi di resistenza ai TKI – Tan DSW et al • Principali risultati (cont.) – Obiettivo 2 • Carico mutazionale più elevato nel NSCLC EGFR M+ TKI-resistente – TKI naïve vs. TKI resistente (SNV mediana 48 vs. 83; p=0,003) • Il fumo e la sequenza enzimatica APOBEC si associavano a un elevato carico mutazionale • I geni ricorrenti di potenziale rilevanza comprendevano MED12 – La resistenza EGFR è modulata attraverso TGFβR Tan et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): PLEN04.05 PLEN04.05: Il sequenziamento esomico completo multisettoriale e il sequenziamento trascrittomico definiscono lo spettro genomico del NSCLC EGFR+ e rivelano nuovi meccanismi di resistenza ai TKI – Tan DSW et al • Conclusioni – Architettura genomica del NSCLC EGFR M+ TKI naïve, pazienti dell’Asia Orientale: • Le mutazioni di EGFR insorgono nel trunk • Basso carico mutazionale • Maggiore diversità clonale (branch/private>trunk) – Il carico mutazionale è relativamente più elevato nei campioni TKI-resistenti • Associazione di tabagismo con la sequenza enzimatica APOBEC in un sottogruppo di NSCLC EGFR M+ – Coesistono molteplici meccanismi potenziali di resistenza ai TKI • Per esempio, le alterazioni di MED12 possono essere mediatori subclonali di resistenza • Un paziente con coesistenti trunk drivers mostrava resistenza primaria ai TKI Tan et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): PLEN04.05 PLEN04.07: La cessazione del fumo riduce la mortalità in volontari sottoposti a screening mediante tomografia computerizzata a bassa dose (LDCT) – Pastorino U et al Obiettivo dello studio • Indagare gli effetti della cessazione del fumo sulla mortalità globale in volontari sottoposti a screening con tomografia computerizzata a bassa dose (LDCT) Disegno dello studio • Analisi di follow-up di forti fumatori di età >50 anni (n=3381) arruolati in due programmi di screening con LDCT tra il 2000 e il 2010 • I soggetti sono stati divisi in tre gruppi: – Fumatori attivi: soggetti che hanno continuato a fumare per tutto il periodo dello screening o hanno smesso di fumare ˂1 anno prima del termine del follow-up o del decesso – Ex fumatori: soggetti che avevano smesso di fumare al momento dell’arruolamento/randomizzazione – Quitter: soggetti che erano fumatori attivi al momento dell’arruolamento/randomizzazione, ma hanno smesso di fumare almeno 1 anno prima del termine del follow-up o del decesso • Gli effetti del fumo sulla mortalità sono stati aggiustati per sesso, età, BMI, funzionalità respiratoria (FEV1 %) e consumo di sigarette (pack-year) al basale Pastorino et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): PLEN04.07 PLEN04.07: La cessazione del fumo riduce la mortalità in volontari sottoposti a screening mediante tomografia computerizzata a bassa dose (LDCT) – Pastorino U et al • Principali risultati – Tra i 1801 fumatori attivi, 872 ex fumatori e 708 quitter, ci sono stati, rispettivamente, 151, 50 e 59 decessi – Rispetto ai fumatori attivi, l’RR di mortalità degli ex fumatori è stato pari a 0,74 (IC95% 0,58; 0,95), corrispondente al 26% di riduzione della mortalità globale – Escludendo i 239 soggetti che avevano smesso di fumare <2 anni prima del termine del follow-up, la RR è risultata pari a 0,61 (IC95% 0,46; 0,80), con una riduzione del 39% della mortalità Mortalità / 100.000 anni-persona RR, aggiustato IC95% Attivi vs. ex fumatori/quitter 846 vs. 726 0,74 0,58; 0,95 Attivi vs. ex fumatori/quitter da >2 anni* 846 vs. 613 0,61 0,46; 0,80 Attivi vs. quitter da >2 anni* 846 vs. 565 0,57 0,38; 0,85 Attivi vs. ex fumatori da >2 anni* 846 vs. 613 0,63 0,46; 0,88 Tabagismo e mortalità *escludendo 239 quitter che hanno smesso di fumare <2 anni prima del termine del follow-up o del decesso Pastorino et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): PLEN04.07 PLEN04.07: La cessazione del fumo riduce la mortalità in volontari sottoposti a screening mediante tomografia computerizzata a bassa dose (LDCT) – Pastorino U et al • Principali risultati (cont.) – Curve di sopravvivenza separate per tutto il periodo di follow-up con valore di p 0,0572 a 9 anni Mortalità cumulativa a 9 anni 0,12 Rischio di mortalità Valore di p al log-rank test: 0,0572 0,10 0,08 0,06 0,04 Attivi Ex fumatori/quitter 0,02 0,00 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 Anni Pastorino et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): PLEN04.07 PLEN04.07: La cessazione del fumo riduce la mortalità in volontari sottoposti a screening mediante tomografia computerizzata a bassa dose (LDCT) – Pastorino U et al • Conclusioni – La cessazione del fumo è associata ad una significativa riduzione della mortalità globale dei forti fumatori arruolati nei programmi di screening con LDCT – Il beneficio dello smettere di fumare sembra da 3 a 5 volte superiore rispetto a quello raggiunto nella precedente rilevazione dello studio NLST Pastorino et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): PLEN04.07 NSCLC in stadio precoce e localmente avanzato Stadi I, II e III ORAL04.01: Risultati finali di uno studio di fase III sulla chemio-immunoterapia adiuvante nel carcinoma polmonare – Kimura H et al Obiettivo dello studio • Determinare se l’aggiunta dell’immunoterapia alla chemioterapia aumenti la sopravvivenza Principali criteri di inclusione Chemio-immunoterapia* (n=50) PD Chemioterapia (n=51) PD • NSCLC in stadio IB–IV • ECOG PS 0, 1 R • Età <76 anni (n=556) Endpoint primario • OS (a 5 anni) *Trasferimento adottivo di linfociti T killer e di cellule dendritiche autologhi attivati (AKT-DC) prelevati dai linfonodi regionali del paziente q8w per 10–14 cicli Endpoint secondario • RFS Kimura et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): ORAL04.01 ORAL04.01: Risultati finali di uno studio di fase III sulla chemio-immunoterapia adiuvante nel carcinoma polmonare – Kimura H et al • Principali risultati Chemio-immunoterapia Chemioterapia OS a 2 anni, % 96,0 64,7 OS a 5 anni, % 74,6 40,9 OS, HR (IC95%); valore di p 0,321 (1,64; 0,631); p=0,001 RFS a 2 anni, % 68,0 41,2 RFS a 5 anni, % 57,2 29,2 RFS, HR (IC95%); valore di p 0,435 (0,253; 0,749); p=0,0027 – Analisi di sottogruppo ha determinato che i pazienti maschi, con adenocarcinoma, in stadio III o senza chemioterapia preoperatoria sono quelli con prognosi peggiore e HR più basso – Il rapporto CD8/CD4 era significativamente aumentato nei sopravvissuti • Conclusioni – L’immunoterapia nel trattamento adiuvante di pazienti con NSCLC ha dimostrato di prolungare la sopravvivenza – Sarà necessario uno studio multicentrico su ampia scala per validare questi risultati Kimura et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): ORAL04.01 ORAL04.03: Risultati preliminari dell’International Tailored Chemotherapy Adjuvant Trial: studio ITACA – Novello S et al Obiettivo dello studio • Confrontare la chemioterapia adiuvante farmacogenomicamente guidata (personalizzata), basata su timidilato sintetasi (TS) ed espressione genica excisionrepair cross-complementing-1 (ERCC1) vs. chemioterapia adiuvante standard Cis/pem Profilo 1: ERCC1 basso, TS basso Controllo Principali criteri di inclusione • NSCLC completamente resecato Profilo 2: ERCC1 basso, TS alto Controllo • Stadio II–IIIA • ECOG PS 0–1 Pemetrexed Profilo 3: ERCC1 alto, TS basso Controllo (n=761) Stratificazione • Stadio II vs. III e stato di fumatore Endpoint primario • OS (a 5 anni) Cis/gem Profilo 4: ERCC1 alto, TS, alto Tassani Controllo Endpoint secondari • Intervallo libero da malattia (DFI), tossicità Novello et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): ORAL04.03 ORAL04.03: Risultati preliminari dell’International Tailored Chemotherapy Adjuvant Trial: studio ITACA – Novello S et al • Principali risultati – In totale, 386 pazienti hanno ricevuto terapia adiuvante standard e 375 hanno ricevuto terapia adiuvante personalizzata – Percentuali in ciascun braccio: Profilo 1, 37,5%; Profilo 2, 11,6%; Profilo 3, 26,8% e Profilo 4 24,2% – Gli EA osservati erano simili a quelli rilevati in altri studi sulla terapia adiuvante – Per il Profilo 1 (ERCC1 basso e TS basso), la percentuale di interruzione per EA gravi era significativamente maggiore nei pazienti con terapia adiuvante standard vs. quelli con terapia personalizzata • Conclusioni – Il profilo di distribuzione era correlato con lo status di fumatore – Vi era una correlazione tra il tipo di terapia (standard vs. personalizzata) e il profilo di tossicità – Quelli qui riportati sono risultati ad interim, i dati di efficacia saranno pubblicati in seguito Novello et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): ORAL04.03 ORAL04.05: Risultati del trial di fase III sulla CT adiuvante personalizzata dopo resezione di NSCLC con metastasi ai linfonodi SCAT: studio dello Spanish Lung Cancer Group – Massuti B et al • • • • Obiettivo dello studio – Valutare la sopravvivenza globale in pazienti trattati con chemioterapia adiuvante in funzione di BRCA1 dopo resezione chirurgica del NSCLC in stadio II–IIIA con metastasi linfonodali Disegno dello studio – Pazienti con NSCLC resecato R0, pN1, pN2 (n=591) sono stati randomizzati (1:3) al trattamento di controllo (docetaxel, n=102) e, secondo I livelli di BRCA1: T1 (basso) hanno ricevuto cisplatino/gemcitabina (n=155), T2 (intermedio) hanno ricevuto cisplatino/docetaxel (n=99) e T3 (alto) hanno ricevuto docetaxel (n=100) Principali risultati – Nella popolazione globale, è stata osservata una tendenza nella OS in favore dei gruppi sperimentali (HR 0,86 [IC95% 0,59; 1,27]) – Basso vs. alto BRCA1: HR 0,84. Intermedio vs. alto: HR 0,95 – Nel gruppo BRCA1 alto: OS HR 1,24 e DFS HR 1,87. Nel gruppo BRCA1 basso: HR 0,50 e 0,64, rispettivamente – Nei pazienti con carcinoma squamoso, gruppi sperimentali vs. controllo: HR 1,02 (IC95% 0,58; 1,80). Nei pazienti con adenocarcinoma: HR 0,66 (IC95% 0,39; 1,11) Conclusioni – Nella popolazione globale con NSCLC resecato N+, la chemioterapia adiuvante personalizzata secondo i livelli di BRCA1 è associata a una tendenza verso una sopravvivenza maggiore – I livelli di espressione di BRCA1 si associavano all’istologia ed erano più elevati nei tumori squamosi – Nel gruppo BRCA1 alto, la terapia senza platino era inferiore a cisplatino/docetaxel – Nel gruppo BRCA1 basso, la terapia senza taxani,cisplatino/gemcitabina, era superiore a cisplatino/docetaxel – Nei pazienti con adenocarcinoma vi era una tendenza verso una maggiore sopravvivenza nei bracci sperimentali Massuti et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): ORAL04.05 ORAL04.07: Chemioterapia adiuvante in pazienti con NSCLC resecato trattato con carboplatino e vinorelbina orale: Studio SWITCH I – Kolek V et al • Obiettivo dello studio – Valutare l’efficacia e la tollerabilità di carboplatino e vinorelbina, somministrata prima e.v. e in seguito per via orale, vs. chemioterapia adiuvante standard nel NSCLC radicalmente resecato • Disegno dello studio – Pazienti (n=74) di età 18–75 anni con NSCLC completamente resecato, in stadio IB (n=19), II (n=30) o IIIA (n=25) ed ECOG PS 0–1 hanno ricevuto carboplatino (D1, AUC5) e vinorelbina 25 mg/m2 G1 e.v., poi per via orale 60 mg/m2 G8 per 4 cicli q3w • Principali risultati – – – – L’intensità della dose relativa media era 83,2% per vinorelbina orale, 93,1% per vinorelbina e.v. e 88,9% per carboplatino Gli EA di grado 3–4 includevano: neutropenia (25,6%), leucopenia (16,2%), alopecia (12,1%), anemia (8,1%), nausea (4,1%), piastrinopenia (2,7%), nefrotossicità (1,4%) e diarrea (1,4%) L’OS mediana era pari a 5,90 anni (IC95% 3,7; NR) e la sopravvivenza mediana malattiaspecifica era di 7,63 anni (IC95% 4,57; NR) L’OS a 5 anni era 56,2% e la DSS a 5 anni 48,4% • Conclusione – La chemioterapia adiuvante carboplatino+vinorelbina nel NSCLC radicalmente resecato si è rivelata ben tollerata ed efficace e comparabile alla terapia a base di cisplatino Kolek et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): ORAL04.07 ORAL05.02: Qualità della resezione del NSCLC N2 nello studio di fase III Lung Adjuvant Radiotherapy Trial (Lung ART): un fattore importante – Edwards J et al Obiettivo dello studio • Valutare l’impatto della radioterapia conformazionale post-operatoria sulla sopravvivenza libera da malattia in pazienti con NSCLC completamente resecato e documentazione patologica di stato N2 con o senza induzione o chemioterapia adiuvante Principali criteri di inclusione RT conformale postoperatoria (54 Gy) • NSCLC totalmente resecato • Coinvolgimento linfonodale N2 documentato isto-/citologicamente • Nessuna metastasi • Nessuna RT precedente PD Fattori di stratificazione R • Istituzione, chemioterapia adiuvante, istologia, coinvolgimento linfonodale mediastinico, PET prima della terapia • Età >18 anni • WHO PS ≤1 Controllo PD (n=116) Endpoint primario • DFS Edwards et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): ORAL05.02 ORAL05.02: Qualità della resezione del NSCLC N2 nello studio di fase III Lung Adjuvant Radiotherapy Trial (Lung ART): un fattore importante – Edwards J et al • Principali risultati – La dissezione linfonodale è stata praticata nel 71% dei pazienti, come da raccomandazioni – Oltre l’80% dei pazienti aveva >2 stazioni mediastiniche esplorate; la stazione 7 è stata esplorata in 106/116 (91%) Valutazione linfonodale n (%) Qualità della resezione n (%) Campionamento 18 (16) R0 50 (43) Dissezione selettiva 26 (22) R incerta 49 (42) Dissezione sistematica 72 (62) R1 a causa di estensione extra-capsulare 16 (14) R2 (il paziente non avrebbe dovuto essere incluso) 1 (1) Motivi di R incerta (n=49) • Conclusione Incompleto staging linfonodale 9 (18) N2 rimosso in frammenti 7 (14) N2 maggiore positivo 30 (61) Incompleto staging linfonodale + N2 maggiore positivo 3 (6) – Lo studio suggerisce che la valutazione della qualità della resezione nel NSCLC in stadio IIIA-N2 da parte di un comitato esterno è importante e che questi risultati saranno utili per l’interpretazione degli esiti dello studio Edwards et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): ORAL05.02 ORAL05.05: Terapia trimodale nel trattamento del NSCLC in stadio IIIA: analisi del National Cancer Database – Behera M et al Obiettivo dello studio • Confrontare risultati e fattori predittivi associati alla terapia trimodale vs. sola chemioradioterapia nei pazienti con NSCLC del National Cancer Database CRT + lobectomia PD CRT + pneumonectomia PD Sola CRT PD Principali criteri di inclusione • Stadio IIIA-N2 (n=29.584) Endpoint primario • OS Behera et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): ORAL05.05 ORAL05.05: Terapia trimodale nel trattamento del NSCLC in stadio IIIA: analisi del National Cancer Database – Behera M et al • Principali risultati – L’OS mediana era rispettivamente di 44,5, 25,6 e 15,7 mesi per CRT + lobectomia, CRT + pneumonectomia e sola CRT (p<0,0001), con una sopravvivenza a 5 anni del 44%, 33% e 14%, rispettivamente HR IC95% Valore di p CRT + lobectomia vs. CRT 0,43 0,38; 0,48 <0,001 CRT + pneumonectomia vs. CRT 0,57 0,46; 0,71 <0,001 Maschi vs. femmine 1,19 1,13; 1,25 <0,001 Centri oncologici accademici vs. comunitari 1,14 1,05; 1,24 <0,001 Pneumonectomia destra vs. sinistra 0,84 0,55; 1,27 0,4 CRT + lobectomia vs. CRT con <2 LN 0,4 0,35; 0,46 <0,001 CRT + lobectomia vs. CRT con ≥2 LN 0,56 0,46; 0,69 <0,001 – La mortalità a 30 giorni era maggiore nei pneumonectomizzati vs. lobectomizzati (7% vs. 2 6%; OR 0,26 [IC95% 0,16; 0,45]; p<0,001) • Conclusione – La terapia trimodale ha evidenziato risultati migliori vs. sola CRT in pazienti con NSCLC in stadio IIIA-Ns Behera et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): ORAL05.05 ORAL19.05: Studio multicentrico giapponese sulla radioterapia corporea stereotassica in 661 pazienti con NSCLC in stadio I, trattabili con terapia medica – Komiyama T et al • Obiettivo dello studio – Valutare gli esiti della radioterapia corporea stereotassica (SBRT) in 661 pazienti con NSCLC in stadio I, trattabili con terapia medica • Disegno dello studio – Analisi retrospettiva di 661 pazienti in un ampio database multicentrico giapponese; 486 pazienti avevano un NSCLC istologicamente documentato – I pazienti hanno ricevuto una dose totale di 32–70 Gy, somministrata in frazioni di 4–15 Gy – La dose biologicamente efficace mediana calcolata era pari a 107 Gy • Principali risultati – Il follow-up mediano dell’intero gruppo di pazienti era di 35 mesi – L’OS a 3 mesi e i tassi di sopravvivenza malattia-specifica erano 79% e 89%, rispettivamente – L’analisi multivariata ha dimostrato che solo la presenza di alterazioni interstiziali polmonari si associava a una minore sopravvivenza Komiyama et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): ORAL19.05 ORAL19.05: Studio multicentrico giapponese sulla radioterapia corporea stereotassica in 661 pazienti con NSCLC in stadio I, trattabili con terapia medica – Komiyama T et al • Principali risultati – La sopravvivenza libera da progressione locale a 3 anni era migliore per T1 (89%) rispetto a T2 (79%), ma non vi erano differenze per l’OS Controllo locale OS T1 (n=506) T2 (n=155) 0,8 0,6 0,4 0,2 p=0,55 0 1,0 Sopravvivenza Sopravvivenza 1,0 T1 (n=506) T2 (n=155) 0,8 0,6 0,4 0,2 p=0,004 0 0 2 4 6 8 Anni 10 12 14 0 2 4 6 8 10 12 Anni • Conclusione – La SBRT può essere un’alternativa promettente alla chirurgia nei pazienti con NSCLC in stadio I, trattabili con terapia medica Komiyama et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): ORAL19.05 ORAL20.01: Review sistematica di carboplatino-paclitaxel vs. cisplatinoetoposide in associazione alla radioterapia toracica in pazienti con NSCLC in stadio III – Steuer C et al Obiettivo dello studio • Valutare l’efficacia e la tollerabilità di carboplatino-paclitaxel (CP) vs. cisplatinoetoposide (CE) in pazienti con NSCLC in stadio III che ricevono radioterapia toracica concomitante Disegno dello studio • È stata condotta una revisione sistematica degli studi che confrontavano l’efficacia e la tossicità di CP e CE – Gli studi di fase I, quelli con un numero di pazienti inferiore a 10 e quelli che prevedevano la resezione chirurgica sono stati esclusi • Dei 2111 studi identificati, sono stati inclusi nell’analisi 84 studi: 51 che hanno valutato CP (3789 pazienti) e 32 studi riguardanti CE (2887 pazienti) Steuer et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): ORAL20.01 ORAL20.01: Review sistematica di carboplatino-paclitaxel vs. cisplatinoetoposide in associazione alla radioterapia toracica in pazienti con NSCLC in stadio III – Steuer C et al • Principali risultati Carboplatino-paclitaxel Cisplatino-etoposide Valore di p ORR, % 56 58 0,28 PFS, mesi 9,3 11,2 0,15 Sopravvivenza a 3 anni, % 25 30 0,5 18,4 19,4 0,35 OS, mesi – Anemia (8% vs. 16%; p=0,06), piastrinopenia (6% vs. 14%; p=0,001) e neutropenia (23% vs. 54%; p<0,0001) erano tutti più bassi nel braccio CP rispetto a quello CE • Conclusioni – Per l’efficacia non si rilevano differenze tra i bracci CP e CE – Per stabilire lo schema terapeutico ottimale sono necessari dati prospettici Steuer et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): ORAL20.01 ORAL20.03: Incremento di dose della radioterapia in pazienti con NSCLC localmente avanzato; follow-up a 60 mesi di uno studio randomizzato di fase II – Walraven I* et al Obiettivo dello studio • Valutare l’efficacia di dosi incrementate con ipofrazionamento in pazienti con NSCLC localmente avanzato, contemporaneamente trattati con cisplatino ± cetuximab Principali criteri di inclusione • NSCLC inoperabile in stadio II e IIIA/B • WHO PS 0–1 RT (24 x 2,75 Gy) + cisplatino* (n=51) PD RT (24 x 2,75 Gy) + cisplatino* + cetuximab† (n=51) PD R (n=102) Endpoint primario • OS *6 mg/m2 qd; †dose di carico 400 mg/m2, quindi 250 mg/m2 qw *Presentato da Belderbos J Walraven et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): ORAL20.03 ORAL20.03: Incremento di dose della radioterapia in pazienti con NSCLC localmente avanzato; follow-up a 60 mesi di uno studio randomizzato di fase II – Walraven I* et al • Principali risultati – L’OS mediana era simile nei due gruppi (33 mesi nel gruppo RT+ cisplatino e 30 mesi nel gruppo RT+ cisplatino + cetuximab; p=0,722) – L’OS a 5 anni era pari a 36,6% – L’istologia squamosa e le comorbilità si associavano a peggiori risultati e la WHO PS si associava a migliori risultati • Conclusioni – L’OS è risultata eccezionalmente elevata con l’utilizzo concomitante di chemioradioterapia e ipofrazionamento (66 Gy /24 fx) sebbene l’aggiunta di cetuximab non abbia prodotto ulteriori benefici – Questo trattamento è sicuro ed efficace, e lo studio è paragonabile al trial RTOG-0167 *Presentato da Belderbos J Walraven et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): ORAL20.03 PLEN04.03: Studio randomizzato di fase III che ha valutato la chemioterapia adiuvante con o senza bevacizumab nel carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) resecato: risultati di E1505 – Wakelee HA et al Obiettivo dello studio • Valutare l’aggiunta di bevacizumab alla chemioterapia adiuvante nel NSCLC in stadio precoce, resecato Principali criteri di inclusione • Resezione • Stadio IB (≥4cm)–IIIA • 6–12 settimane post-operatorie • Nessuna chemioterapia precedente • ECOG PS 0–1 Chemioterapia* x 4 cicli (n=749) R 1:1 Stratificazione • Doppietta con cisplatino, stadio, istologia, sesso (n=1501) Chemioterapia* per 4 cicli+ bevacizumab 15 mg/kg q3w per 1 anno (n=752) *Regimi di chemioterapia q3w Cisplatino 75 mg/m2 G1 associato con uno dei seguenti: ♦ vinorelbina 30 mg/m2 G1, 8 ♦ docetaxel 75 mg/m2 G1 ♦ gemcitabina 1200 mg/m2 G1, 8 ♦ pemetrexed 500 mg/m2 G1 Endpoint primario: OS Endpoint secondari: DFS, tollerabilità Wakelee et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): PLEN04.03 PLEN04.03 Studio randomizzato di fase III che ha valutato la chemioterapia adiuvante con o senza bevacizumab nel carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) resecato: risultati di E1505 – Wakelee HA et al • Principali risultati 1,0 DFS OS HR 0,99 IC95% 0,81; 1,21 p=0,93 0,8 Probabilità di sopravvivenza libera da malattia Probabiltà di sopravvivenza globale OS 0,6 0,4 Chemio (208 eventi/749 casi) Chemio + bevacizumab (204 eventi/752 casi) 0,2 0 0 12 24 36 48 60 72 Mesi dalla registrazione 84 1,0 DFS HR 0,98 IC95% 0,84; 1,14 p=0,75 0,8 0,6 0,4 Chemio (338 eventi/749 casi) Chemio + bevacizumab (334 eventi/752 casi) 0,2 0 0 12 24 36 48 60 72 Mesi dalla registrazione 84 Wakelee et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): PLEN04.03 PLEN04.03 Studio randomizzato di fase III che ha valutato la chemioterapia adiuvante con o senza bevacizumab nel carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) resecato: risultati di E1505 – Wakelee HA et al • Principali risultati (cont.) – A 3 mesi, il 61% dei pazienti proseguiva la chemioterapia + bevacizumab Chemioterapia Chemioterapia + bevacizumab Completamento del trattamento per protocollo 82 37 EA 8 28 Abbandono/rifiuto 7 24 Decesso durante lo studio 1 1 Progressione 1 5 Altro 2 6 Motivi di interruzione, % – I tassi di interruzione a 3 mesi per la chemioterapia erano: 17% per EA, 16% per abbandono/rifiuto e 6% per decesso/progressione/altro Wakelee et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): PLEN04.03 PLEN04.03: Studio randomizzato di fase III che ha valutato la chemioterapia adiuvante con o senza bevacizumab nel carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) resecato: risultati di E1505 – Wakelee HA et al • Principali risultati (cont.) EA, % G3 Anemia Neutropenia febbrile Infarto del miocardio Fatigue Dolore addominale Diarrea Nausea Vomito Infezione polmonare Deiscenza della ferita Diminuita conta dei neutrofili* Diminuita conta priastrinica Disidratazione Iponatriemia Emorragia intracranica Ischemia cerebrovascolare Fistola broncopleurica Emorragia broncopolmonare Ipertensione* Ischemia periferica Evento tromboembolico Peggiore grado globale 3–5* 8 4 <1 10 1 3 8 5 2 <1 16 2 6 7 *Differenza significativa tra i gruppi di trattamento Chemioterapia G4 G5 <1 <1 <1 <1 <1 17 2 1 <1 <1 8 <1 2 42 2 23 <1 2 Chemioterapia + bevacizumab G3 G4 G5 7 5 1 14 4 5 10 7 3 <1 18 5 8 10 <1 <1 <1 28 <1 2 51 <1 1 <1 <1 <1 <1 <1 <1 <1 <1 20 2 <1 2 <1 <1 <1 1 3 30 <1 <1 3 Wakelee et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): PLEN04.03 PLEN04.03: Studio randomizzato di fase III che ha valutato la chemioterapia adiuvante con o senza bevacizumab nel carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) resecato: risultati di E1505 – Wakelee HA et al • Conclusione – L’aggiunta di bevacizumab alla chemioterapia adiuvante non ottiene un miglioramento della sopravvivenza nei pazienti con NSCLC in stadio precoce chirurgicamente resecato Wakelee et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): PLEN04.03 ORAL35.01: Approccio chirurgico e recidive nei pazienti con NSCLC dello Studio MAGRIT – Vallieres E et al Obiettivo dello studio • Valutare l’approccio chirurgico e le recidive con MAGE-A vs. placebo in pazienti con NSCLC sottoposti a resezione R0 MAGE-A (n=1515) Principali criteri di inclusione • NSCLC in stadio IB–IIIA, MAGE-A3 positivo, istologicamente documentato (AJCC 6,0) • Resezione anatomica R0 • ECOG PS 0–2 (n=2272) R 2:1 PD Stratificazione • Numero di cicli di chemioterapia; stadio AJCC; campionamento linfonodale; ECOG PS; tabagismo Placebo (n=757) PD Analisi descrittive • Utilizzo del campionamento linfonodale mediastinico (MLNS) vs. dissezione linfonodale mediastinica (MLND) come standard di cura • Profili di recidiva per tipo di linfadenectomia • Modello di Cox per valutare il valore prognostico della linfadenectomia su DFS e OS Vallieres et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): ORAL35.01 ORAL35.01: Approccio chirurgico e recidive nei pazienti con NSCLC dello Studio MAGRIT – Vallieres E et al • Principali risultati – L’85% dei pazienti è stato sottoposto a lobectomia (incluse la bi-lobectomia e la lobectomia sleeve), mentre nel 14% dei pazienti si è resa necessaria la pneumonectomia – Il MLNS è stato eseguito nel 53% dei pazienti e la MLND nel 47% – La percentuale dei pazienti sottoposti a MLNS variava in base alla sede geografica: 36% in Europa, 65% nell’Asia Orientale, 94% nel Nord America e 59% nel resto del mondo – La percentuale di pazienti con recidiva dopo MLNS e MLND era, rispettivamente • Qualsiasi recidiva: 37% e 36% • Loco-regionale: 40% e 31% • A distanza: 55% e 64% – Non si rilevavano effetti prognostici del tipo di linfadenectomia sulla DFS (HR 0,93; IC95% 0,81; 1,06; p=0,2609) e sulla OS (HR 1,00; IC95% 0,84; 1,19; p=0,9767) • Conclusioni – La lobectomia è stato il trattamento maggiormente utilizzato nello studio MAGRIT – Sono state osservate differenze regionali nel trattamento impiegato – Sebbene vi fossero alcune variazioni nei profili di recidiva in funzione del tipo di linfadenectomia utilizzata, questo fattore non aveva influenza sulla prognosi. Vallieres et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): ORAL35.01 ORAL35.02: Resezione a cuneo vs. segmentectomia in pazienti con NSCLC T1A N0 – Yang CFJ DR et al Obiettivo dello studio • Indagare l’efficacia e la tollerabilità della resezione a cuneo vs. la segmentectomia in pazienti con NSCLC T1a N0 Principali criteri di inclusione Resezione a cuneo (n=7517) PD Segmentectomia (n=1268) PD • NSCLC in stadio T1a N0 • Sottoposti a resezione a cuneo o segmentectomia nel periodo 2003–2011 (n=8785) • I pazienti sono stati identificati utilizzando il National Cancer Data Base statunitense • Dopo propensity score matching, le covariate al basale risultavano bilanciate tra i gruppi resezione a cuneo (n=1231) e segmentectomia (n=1231) Yang et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): ORAL35.02 ORAL35.02: Resezione a cuneo vs. segmentectomia in pazienti con NSCLC T1A N0 – Yang CFJ DR et al • Principali risultati Non sono emerse significative differenze tra la resezione a cuneo e la segmentectomia riguardo alla mortalità a 30 giorni (rispettivamente, 1,6% vs. 1,5%; p=0,94) – La segmentectomia è associata a una sopravvivenza a lungo termine significativamente maggiore rispetto alla resezione a cuneo (sopravvivenza mediana 88,1 mesi e sopravvivenza a 5 anni 64,9%) Sopravvivenza globale (probabilità) – 1,00 Valore di p al test Log-rank <0,01 0,75 Sopravvivenza mediana (mesi) Resezione a cuneo 75,4 Segmentectomia 88,1 0,50 0,25 0,00 0 – Sopravvivenza a 5 anni (%) 58,6 64,9 12 24 36 48 60 Tempo (mesi) Risultati simili sono stati osservati nei sottogruppi di pazienti con tumori ≤1 cm, senza comorbilitià e in stadio T1a pN0 • Conclusione – La segmentectomia è associata a una mortalità a 30 giorni simile alla resezione a cuneo , ma ha migliorato la sopravvivenza a lungo termine di tutti i gruppi in studio Yang et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): ORAL35.02 NSCLC avanzato Stadi III e IV, non trattabile radicalmente Prima linea ORAL03.05: Risultati clinici della terapia sistemica con pemetrexed nei carcinomi polmonari con riarrangiamento di RET – Drilon A et al • • • Obiettivo dello studio – Valutare i benefici del trattamento con pemetrexed nei carcinomi polmonari con riarrangiamento di RET rispetto ad altri sottogruppi identificati su base genomica Disegno dello studio – I dati di 104 pazienti con NSCLC avanzato in stadio IIIB–IV sono stati esaminati retrospettivamente per confrontare PFS, ORR (RECIST v1.1), TTP e OS nei gruppi carcinoma polmonare con riarrangiamento di RET (n=18) e controllo (riarrangiamento di ROS1 [n=10], riarrangiamento di ALK [n=36] e mutazione di KRAS [n=41]) Principali risultati – La storia di tabagismo, misurata come mediana di pack-year, differiva significativamente tra i gruppi (p<0,001): RET 0 (0–48), ROS1 0 (0–48), ALK 0 (0–74) e KRAS 38 (0–93) – La linea di trattemento con pemetrexed (prima vs. altre, p=0,119), il tipo di terapia (associazione con platino, associazione senza platino vs. monoterapia, p=0,144) e la necessità di riduzione della dose (p=0,977) non sono risultati differenti tra i gruppi Riarrang. RET Riarrang. ROS1 Riarrang. ALK Mutaz. KRAS aKRAS ORR, % 45 78 50 26 DCR, % 91 90 93 83 mPFS, mesi 20 23 24 6a mOS, mesi NR NR 37 16b mTTP, mesi NR 32 NR 7a significativamente differente rispetto ad ALK, ROS1 e RET; bKRAS significativamente differente rispetto ad ALK e RET • Conclusione – I carcinomi polmonari con riarrangiamento di RET sono sensibili alla terapia con pemetrexed, con benefici prolungati confrontabili ai carcinomi polmonari con riarrangiamento di ALK e ROS1 e migliori rispetto a quelli con mutazione di KRAS Drilon et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): ORAL03.05 NSCLC avanzato Stadi III e IV, non trattabile radicalmente Linee successive ORAL01.02: Terapia del carcinoma polmonare avanzato metastatico con IMMU-132, un coniugato anticorpo-farmaco anti-Trop-2-SN-38: risultati clinici ad interim, di fase II – Camidge DR et al Obiettivo dello studio • Valutare la tollerabilità e l’efficacia di sacituzumab govitecan (IMMU-132), un nuovo coniugato anticorpo-farmaco (ADC), nel carcinoma polmonare avanzato metastatico IMMU-132 8 mg/kg G1, G8 q3w (n=23) PD IMMU-132 10 mg/kg G1, G8 q3w (n=31) PD Principali criteri di inclusione • Pazienti con NSCLC o SCLC • Precedentemente trattati (n=54) Endpoint primario • ORR per RECIST v1.1, tollerabilità R Endpoint secondari • PFS Camidge et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): ORAL01.02 ORAL01.02: Terapia del carcinoma polmonare avanzato metastatico con IMMU-132, un coniugato anticorpo-farmaco anti-Trop-2-SN-38: risultati clinici ad interim, di fase II – Camidge DR et al • Principali risultati Tipo di tumore Precedenti linee terapeutiche: mediana (range) ORR, % DCR, % 8 mg/kg 10 mg/kg NSCLC (n=19) 3 (1–8) 32 74 3,4 (62) 5,4 (56) 2,5 (1–7) 30 55 2,0 (87) 4,6 (83) SCLC (n=20) EA di grado 3–4 in >2% dei pazienti, % PFS mediana, mesi (maturità, %) 8 mg/kg (n=23) 10 mg/kg (n=31) 8 e 10 mg/kg (n=54) Neutropenia 22 10 15 Diarrea 9 0 4 Leucopenia 4 6 6 Anemia 9 3 6 Fibrillazione atriale 9 0 4 Iperglicemia 4 3 4 Iponatriemia 9 0 4 Linfocitopenia 4 3 4 Neutropenia febbrile 0 3 2 • Conclusione – La monoterapia con IMMU-132 è ben tollerata in pazienti con NSCLC e SCLC fortemente pretrattati Camidge et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): ORAL01.02 ORAL02.01: Studio randomizzato di fase III (CheckMate 017) di nivolumab (NIVO) vs. docetaxel nel NSCLC squamoso (SQ) avanzato – Reckamp K et al • Obiettivo dello studio – • • Valutare i risultati aggiornati di efficacia e tollerabilità del confronto tra nivolumab e docetaxel nel NSCLC squamoso avanzato Disegno dello studio – Pazienti trattati con un precedente regime di chemioterapia a base di platino, con ECOG PS 0–1 e con campioni pre-trattamento disponibili per l’analisi di PD-L1 sono stati randomizzati a nivolumab 3 mg/kg q2w (n=135) o docetaxel 75 mg/m2 q3w (n=137) fino a progressione di malattia o tossicità Principali risultati Outcome Nivolumab Docetaxel HR (IC95%); valore di p OS, mesi 9,2 6,0 0,62 (0,48; 0,81); p=0,0004 OS a 12 mesi, % 42 24 OS a 18 mesi, % 28 13 PFS, mesi 3,5 2,8 0,63 (0,48; 0,83); p=0,0008 ORR, % 20 9 p=0,0083 EA di grado 3–5 correlati alla terapia, % 8 58 Reckamp et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): ORAL02.01 ORAL02.01: Studio randomizzato di fase III (CheckMate 017) di nivolumab (NIVO) vs. docetaxel nel NSCLC squamoso (SQ) avanzato – Reckamp K et al • Principali risultati (cont.) La maggior parte degli EA correlati alla terapia si è manifestata nei primi 3 mesi di trattamento: Categoria del primo evento (n pz.) – 10 Cutaneo 8 Gastrointestinale 6 Polmonare 4 Endocrino 2 Renale 0 0–3 >3–6 >6–12 Mesi >12–24 Ipersensibilità/reazione all'infusione Epatico • Conclusioni – – – Nel follow-up più prolungato, nivolumab ha continuato a dimostrare benefici sulla sopravvivenza rispetto a docetaxel in pazienti precedentemente trattati con NSCLC squamoso avanzato I benefici di nivolumab sono risultati indipendenti dall’espressione di PD-L1 e sono stati osservati in tutti i sottogruppi clinici Il profilo di tollerabilità di nivolumab continua ad essere favorevole rispetto a docetaxel e coerente con gli studi precedenti Reckamp et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): ORAL02.01 ORAL02.03: Follow-up a più lungo termine di uno studio di fase II (CheckMate 063) che ha valutato nivolumab in pazienti con NSCLC squamoso avanzato refrattario – Horn L et al • Obiettivo dello studio – Valutare i dati aggiornati di tollerabilità e sopravvivenza della terapia con nivolumab in pazienti con NSCLC squamoso, in progressione durante o dopo la precedente chemioterapia con doppietta a base di platino e ≥1 terapia sistemica aggiuntiva • Disegno dello studio – I pazienti, con NSCLC squamoso in stadio IIIB/IV ed ECOG PS 0–1, hanno ricevuto nivolumab 3 mg/kg q2w fino a PD o tossicità • Principali risultati Nivolumab 3 mg/kg OS mediana, mesi (IC95%) – 8,1 (6,1; 10,9) PD-L1 <1% 8,3 (5,6; 15,6) PD-L1 ≥1% 10,1 (5,5; 16,8) OS a 1 anno, % (IC95%) 39 (30; 48) OS a 18 mesi, % (IC95%) 27 (19; 35) I TEAE di qualsiasi grado rilevati in ≥10% dei pazienti erano: fatigue, inappetenza, nausea, astenia, rash e diarrea • Conclusione – Nivolumab continua a fornire dati di efficacia clinicamente significativi in pazienti con NSCLC squamoso avanzato, senza alcun nuovo segnale relativo alla tollerabilità Horn et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): ORAL02.03 ORAL02.05: Tollerabilità ed efficacia della terapia di prima linea con nivolumab (NIVO; Anti-Programmed Death-1 [PD-1]) + ipilimumab nel NSCLC – Rizvi NA et al • • • Obiettivo dello studio – Valutare la tollerabilità e l’efficacia della terapia di prima linea con nivolumab + ipilimumab in pazienti con NSCLC avanzato naïve alla chemioterapia Disegno dello studio – I pazienti, con NSCLC in stadio IIIB/IV (di qualsiasi tipo istologico), che non avevano ricevuto una precedente chemioterapia per malattia avanzata e con ECOG PS 0 o 1, sono stati randomizzati a: nivolumab 1 mg/kg + ipilimumab 1 mg/kg, entrambi q3w; nivolumab 1 mg/kg q2w + ipilimumab 1 mg/kg q6w; nivolumab 3 mg/kg q2w + ipilimumab 1 mg/kg q12w; o nivolumab 3 mg/kg q2w + ipilimumab 1 mg/kg q6w Principali risultati NIVO 1 + IPI 1 q3w NIVO 1 q2w + IPI 1 q6w NIVO 3 q2w + IPI 1 q12w NIVO 3 q2w + IPI 1 q6w EA trattamento-correlati causanti interruzione, di qualsiasi grado, % 13 8 5 10 EA trattamento-correlati causanti interruzione, di grado 3–4, % 10 8 3 10 Risposta globale confermata, % 13 25 39 31 10,6 4,9 8,0 8,3 55 NC 63 NC Risultato PFS mediana, mesi PFS a 24 settimane, % • Conclusioni − La terapia di prima linea con nivolumab + ipilimumab ha dimostrato un elevato livello di attività clinica con risposte durevoli − Nivolumab + ipilimumab mostra un profilo di tollerabilità gestibile Rizvi et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): ORAL02.05 ORAL03.01: Anlotinib quale trattamento di terza linea nel NSCLC avanzato refrattario: studio multicentrico di fase 2, randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo – Han B et al • Obiettivo dello studio • • • – Valutare l’efficacia e la tollerabilità di anlotinib in pazienti con NSCLC refrattario Disegno dello studio – Pazienti ≥18 anni con NSCLC avanzato metastatico o in recidiva ed ECOG PS 0–1 sono stati randomizzati (1:1) a ricevere anlotinib 12 mg/die per os G1–14 q3w (n=60) o placebo (n=57) fino a progressione, tossicità inaccettabile, abbandono o decesso – Per valutare la risposta e la progressione sono stati utilizzati i criteri RECIST (versione 1.1) – Endpoint primario: PFS; endpoint secondari: ORR, OS, biomarcatori e tollerabilità Principali risultati – Rispetto al placebo, anlotinib si è associato a una PFS prolungata (4,83 vs. 1,23 mesi, HR 0,32 [IC95% 0,20; 0,51]; p<0,0001) – Anlotinib ha migliorato l’ORR vs. placebo (10% vs. 0%; p=0,03) – La DCR era 83,33% con anlotinib vs. 31,58% con placebo (p<0,0001) – Le analisi dei sottogruppi stratificati per età, sesso, tabagismo, numero di metastasi e stato di EGFR hanno confermato il beneficio sulla PFS nel gruppo anlotinib vs. placebo – Anlotinib ha prolungato la mOS vs. placebo (10,33 vs. 6,3 mesi, HR 0,656; Log-rank p=0,0752) – Gli EA di grado 3 più comuni erano: ipertensione, reazioni cutanee a mani e piedi e innalzamento dei trigliceridi Conclusione – Anlotinib in terza linea sembra fornire significativi benefici sulla PFS in pazienti con NSCLC avanzato refrattario, senza rilevanti segnali di tollerabilità Han et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): ORAL03.01 ORAL03.06: Attività di crizotinib nel NSCLC con amplificazione di MET: risultati preliminari dello studio AcSé – Moro-Sibilot D et al • • • • Obiettivo dello studio – Identificare, nell’ambito del programma AcSé dell’Istituto Nazionale Tumori (INCa) francese, i sottotipi di pazienti con NSCLC con amplificazione di MET (+) che possono beneficiare del trattamento con crizotinib 250 mg bid Disegno dello studio – I centri partecipanti, su tutto il territorio francese, sono stati 170; le analisi di MET nei campioni di tessuto tumorale sono state effettuate nei 28 centri regionali INCa per la genetica molecolare – La positività di MET è stata valutata mediante test FISH nei campioni tumorali con punteggio IHC 2+ o 3+ – I pazienti con ECOG 0–2 e tumore con >6 copie di MET erano considerati eligibili (purché non eligibili per altri studi che valutassero un MET-inibitore) – ORR e DCR erano valutate q8w, secondo i criteri RECIST v1.1 Principali risultati – L’età mediana dei pazienti (n=25) era di 59 anni (range 30–92) e la durata mediana del trattamento era 2,8 mesi (range 12 giorni–14 mesi); l’84% era affetto da adenocarcinoma e il 100% presentava metastasi all’ingresso nello studio – Alla migliore risposta, l’ORR era 32% [8/25] (IC95% 9; 45) e la DCR 60% [15/25] (IC95% 41; 79) – Non sono state osservate correlazioni tra il numero di copie di MET e la risposta a 2 cicli (p=0,19) o alla migliore risposta (p=0,10) – Crizotinib è risultato ben tollerato; gli EA più comuni, prevalentemente di grado 1 o 2, erano: disturbi visivi, nausea, anemia, vomito, fatigue e innalzamento delle transaminasi Conclusioni – L’accesso a livello nazionale a crizotinib, quale terapia guidata da biomarcatori in pazienti con tumori MET+, è fattibile – Crizotinib è risultato ben tollerato e ha indotto risposte nei carcinomi polmonari MET+ pretrattati Moro-Sibilot et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): ORAL03.06 ORAL03.07: Risposta a crizotinib e cabozantinib in pazienti con NSCLC in stadio IV e mutazioni causanti lo skipping dell’esone 14 di MET – Paik P et al • • • • Obiettivo dello studio – Valutare le risposte a crizotinib e cabozantinib nei pazienti con adenocacinoma polmonare in stadio IV con mutazioni che provocano lo skipping dell’esone 14 di MET e determinare le caratteristiche cliniche associate a questo genotipo Disegno dello studio – I pazienti, con NSCLC in stadio IV recante mutazioni del sito di splicing dell’esone 14 di MET (n=26) o una mutazione che porta alla delezione di Y1003 nell’esone 14 (n=1), sono stati identificati attraverso un test di sequenziamento a cattura ibrida/next generation di 341 oncogeni e oncosoppressori (MSK-IMPACT) – La risposta radiografica all’inibizione di MET era valutata mediante I criteri RECIST 1.1 e PERCIST Principali risultati – Complessivamente, il 56% dei pazienti aveva anamnesi di tabagismo e il 70% presentava adenocarcinoma – I pazienti erano trattati con crizotinib off-label (n=7), crizotinib in uno studio clinico (n=8; NCT00585195) o cabozantinib (n=1; NCT01639508) – A oggi, 5 pazienti sono stati trattati con crizotinib off-label e 1 con cabozantinib e crizotinib • Quattro dei sei pazienti (66,7%) hanno sviluppato PR al trattamento con crizotinib, incluso un paziente che aveva in precedenza assunto cabozantinib e aveva evidenziato SD secondo I criteri RECIST e alla PET, con una risposta completa PERCIST all’inizio del trattamento • I due rimamenti pazienti trattati con crizotinib off-label non sono stati ancora sottoposti a TC Conclusioni – Lo skipping dell’esone 14 di MET rappresenta un nuovo target oncogenico predittivo della risposta ai METinibitori – I pazienti con queste mutazioni del sito di splicing dovrebbero essere arruolati in uno studio clinico con un MET-inibitore Paik et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): ORAL03.07 MINI03.01: La precedente terapia con TKI in pazienti con NSCLC e mutazione di EGFR si associa a mancata risposta al trattamento anti-PD-1 – Garon EB et al Obiettivo dello studio • Determinare la relazione tra la precedente terapia con TKI e la risposta alla terapia antiPD-1 in pazienti con NSCLC e mutazione di EGFR (EGFRm) Disegno dello studio • In vitro – Analisi mediante Western blot dell’espressione di PD-L1 in linee cellulari di NSCLC in risposta a erlotinib e afatinib • Clinico – Analisi retrospettiva dei pazienti dello studio clinico KEYNOTE-001, nel quale i soggetti arruolati erano trattati con pembrolizumab 2 mg/kg q3w o 10 mg/kg q2–3w – Pazienti • Nelle prime fasi dello studio erano stati esclusi i pazienti con EGFRm; in un successivo emendamento si è stabilito che potessero essere inclusi solo pazienti con stato di EGFR noto • I pazienti con mutazioni di EGFR sensibilizzanti dovevano avere progressione documentata dopo erlotinib, gefitinib o afatinib, nonché dopo successiva chemioterapia con doppietta a base di platino Garon et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): MINI03.01 MINI03.01: La precedente terapia con TKI in pazienti con NSCLC e mutazione di EGFR si associa a mancata risposta al trattamento anti-PD-1 – Garon EB et al • Principali risultati – – In vitro • I livelli di PD-L1 si riducono in risposta agli EGFR TKI nelle linee cellulari sensibili ai TKI Clinici • Nei 29 pazienti EGFRm dello studio KEYNOTE-001, 2 dei 3 pazienti EGFR-naïve hanno mostrato PR vs. 1 di 26 con precedente terapia con EGFR TKI (p<0,001) • 18 di questi pazienti avevano effettuato una TC di follow-up alla settimana 9 – Entrambi i pazienti EGFR TKI-naïve ottenevano una PR, in confronto a solo 1 su 16 con precedente terapia con EGFR TKI (p<0,001) • Il paziente con precedente terapia con EGFR TKI che ha ottenuto la PR presentava un’inserzione nell’esone 20 • Nei pazienti EGFR wild-type, la precedente terapia con TKI non aveva effetto sulla RR (p<0,601) • La percentuale di pazienti EGFRm che hanno continuato lo studio fino alla TC della settimana 9 (62% [18/29]) era più bassa rispetto a quella dei pazienti con EGFR wild-type (87% [60/69]) • Conclusioni – – – Esisteva una forte correlazione tra la risposta e l’assenza di precedente trattamento con EGFR TKI, specialmente nei soggetti con mutazione sensibilizzante I livelli di PD-L1 diminuivano in risposta a EGFR nelle linee cellulari sensibili ai TKI L’inibizione di PD-1/PD-L1 precedente all’EGFR TKI può essere più efficace rispetto ad una strategia nella quale l’inibizione di PD-1/PD-L1 segue o è simultanea all’EGFR TKI Garon et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): MINI03.01 MINI03.05: Efficacia di pembrolizumab in importanti sottogruppi di pazienti con NSCLC avanzato – Hellmann MD et al Obiettivo dello studio – Valutare la relazione tra l’attività antitumorale e i livelli di espressione di PD-L1 in importanti sottogruppi di pazienti con NSCLC avanzato Disegno dello studio (KEYNOTE-001) – Trattamento: pembrolizumab 2 mg/kg q3w, 10 mg/kg q3w o 10 mg/kg q2w fino a progressione confermata, tossicità intollerabile o decisione dei ricercatori – Espressione di PD-L1: valutata con IHC mediante test clinico e anticorpo 22C3 – Pazienti (n=550) • I pazienti valutabili per PD-L1 avevano vetrini preparati nei 6 mesi precedenti e ai quali poteva essere assegnato un TPS (Total Proportion Score) • Sottogruppi analizzati – Istologia, tabagismo, stato mutazionale Hellmann et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): MINI03.05 MINI03.05: Efficacia di pembrolizumab in importanti sottogruppi di pazienti con NSCLC avanzato – Hellmann MD et al • Principali risultati Odds Ratio (IC95%) Istologia Squamoso Non squamoso Fumatore Mai Sì o nel passato TPS di PD-L1 — 1,16 (0,62; 2,08) — 2,50 (1,27; 4,89) <50% — ≥50% 4,45 (2,27; 7,13) Valore di p Val. di p interazione 0,63 0,81 0,009 0,27 <0,0001 — – In tutti i sottogruppi, un aumento del TPS (≥50% vs. 1–49% e <1%) si associava a un outcome migliore (ORR, PFS e OS) – EGFR wild-type si associava a una ORR superiore rispetto a EGFRm per TPS ≥50% (39,8% vs. 20,0%), TPS 1–49% (12,2% vs. 8,7%) e TPS <1% (12,7% vs. 0%) – La mutazione di KRAS non aveva effetto significativo sull’ORR • Conclusioni – In tutti i sottogruppi esaminati, è stato osservato un miglioramento della risposta nei pazienti con TPS di PD-L1 ≥50%, rispetto a quelli con minore espressione di PD-L1 – L’interdipendenza tra lo stato di PD-L1, lo stato mutazionale e il tabagismo sarà ulteriormente esaminata in altri studi randomizzati in corso, tra cui KEYNOTE-010 Hellmann et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): MINI03.05 ORAL31.02: Pembrolizumab nel NSCLC: eventi avversi immunomediati e uso di corticosteroidi – Leighl N et al • Obiettivo dello studio – Esaminare, nello studio KEYNOTE-001, l’incidenza di EA immunomediati e l’uso di corticosteroidi nella gestione dei pazienti con NSCLC (n=550) • Disegno dello studio – I pazienti ricevevano pembrolizumab 2 mg/kg q3w (n=61), 10 mg/kg q3w (n=287) o 10 mg/kg q2w (n=202) • Principali risultati – Gli EA immunomediati più comuni erano: ipotiroidismo (7,6%), polmonite (3,8%) e reazioni all’infusione (3,5%), con esordio soprattutto nei primi 2–4 mesi Uso di steroidi Non uso di steroidi ORR, % (IC95%) 32,1 (15,9; 52,4) 19,5 (16,2; 23,2) DCR, % (IC95%) 64,3 (44,1; 81,4) 49,6 (45,2; 54,0) PFS, mesi (IC95%) 4,6 (2,1; 6,2) 3,4 (2,6; 4,1) OS, mesi (IC95%) 11,4 (5,0; NR) 13,5 (10,6; 15,5) • Conclusioni – L’interruzione di pembrolizumab e l’utilizzo di corticosteroidi per trattare gli eventi avversi più gravi hanno ottenuto un esito positivo – Questi dati limitati suggeriscono che non vi sia una chiara relazione tra l’efficacia dell’uso continuato di pembrolizumab e l’impiego di corticosteroidi Leighl et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): ORAL31.02 MINI03.09: Ruolo della mutazione T790M sul ritrattamento con EGFR-TKI in pazienti con NSCLC e mutazioni di EGFR – Zhang Q-Y et al Obiettivo dello studio • Valutare retrospettivamente il ruolo della mutazione T790M sul ritrattamento con EGFR-TKI dopo fallimento di un iniziale EGFR-TKI in pazienti con NSCLC e mutazioni di EGFR Disegno dello studio • I dati di 515 pazienti con NSCLC in stadio IIIB/IV e mutazioni di EGFR che avevano ricevuto gefitinib o erlotinib sono stati analizzati retrospettivamente – Di questi, 51 pazienti avevano mutazioni L858R dell’esone 19 o 21 di EGFR e sono stati sottoposti a nuova biopsia dopo il fallimento (per resistenza) a iniziale EGFR-TKI, seguito da un rechallenge con un altro EGFR-TKI • L’analisi di EGFR è stata eseguita mediante sequenziamento Sanger o metodi di Amplification Refractory Mutation System • I dati di PFS e OS sono stati analizzati con metodo Kaplan-Meier e log-rank test • Tutti i 51 pazienti sottoposti a re-biopsia evidenziavano ancora mutazioni attivanti di EGFR – 18 pazienti presentavano mutazione T790M, mentre 33 non la evidenziavano Zhang et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): MINI03.09 MINI03.09: Ruolo della mutazione T790M sul ritrattamento con EGFR-TKI in pazienti con NSCLC e mutazioni di EGFR – Zhang Q-Y et al • Principali risultati PFS OS 1,0 1,0 0,6 Gruppo N Mediana in mesi IC95% T790M− 33 2,0 1,1; 2,9 T790M+ 18 1,8 1,2; 2,4 p=0,261 0,4 0,2 Gruppo N Mediana in mesi IC95% T790M− 33 6,8 3,3; 10,3 T790M+ 18 7,7 4,9; 10,5 0,8 OS (%) PFS (%) 0,8 0,6 p=0,754 + 0,4 0,2 + 0,0 0,0 0 2 • Conclusioni 4 6 8 Tempo (mesi) 10 12 0 10 20 30 40 Tempo (mesi) 50 60 – La mutazione T790M di EGFR non risulta correlata ai risultati clinici del ritrattamento con EGFR-TKI in pazienti con NSCLC avanzato e mutazione di EGFR – È auspicabile uno studio prospettico più ampio basato su biomarcatori Zhang et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): MINI03.09 MINI05.08: Confronto dell’efficacia di dacomitinib vs. erlotinib in pazienti cpn NSCLC e Del 19/L858R – Ramalingam SS et al • Obiettivo dello studio – Confrontare l’attività clinica di dacomitinib vs. erlotinib in pazienti con NSCLC avanzato e mutazioni di EGFR, incluse le comuni mutazioni attivanti (CAM) • Disegno dello studio – Lo stato mutazionale di EGFR è stato determinato usando un database combinato di due RCT* (dacomitinib 45 mg/die, n=119; erlotinib 150 mg/die, n=103) • Principali risultati Dacomitinib Erlotinib HR† (IC95%) Valore di p Mutazioni di EGFR (n=121) 10,9 9,6 0,815 (0,542; 1,224) 0,160 EGFR CAM nell’esone 19 o 21 (n=101) 14,6 9,6 0,717 (0,458; 1,124) 0,073 EGFR CAM nell’esone 19 (n=78) 14,6 10,0 0,585 (0,335; 1,024) 0,029 EGFR CAM nell’esone 21 (n=33) 10,0 9,0 0,955 (0,421; 2,168) 0,458 mPFS, mesi • Conclusione – Questa analisi di sottogruppo suggerisce un favorevole profilo d’efficacia di dacomitinib vs. erlotinib in pazienti con NSCLC e comuni mutazioni attivanti di EGFR, sebbene siano richieste ulteriori validazioni prospettiche *ARCHER 1009 e A7471028; †non stratificato Ramalingam et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): MINI05.08 ORAL18.02: Immunoterapia vaccinale basata su cellule dendritiche MUC1mirate in pazienti con NSCLC refrattario ai trattamenti standard – Teramoto K et al • Obiettivo dello studio – Valutare l’efficacia dell’immunoterapia vaccinale basata su cellule dendritiche MUC1- mirate, in pazienti con NSCLC refrattario ai trattamenti standard • Disegno dello studio – Ai pazienti (n=41), con NSCLC istologicamente o citologicamente confermato, ECOG PS 0–2, è stata somministrata per via s.c. ogni 2 settimane, l’immunoterapia vaccinale basata su cellule dendritiche MUC1- mirate – Le risposte tumorali sono state valutate in 29 pazienti • Principali risultati – Il numero mediano di vaccinazioni era 6 (range 1–42) – Su tutti I pazienti, l’OS mediana dalla prima vaccinazione era di 7,4 mesi (IC95% 4,5; 10,3); la sopravvivenza a 1 anno era del 29,3% (IC95% 15,3; 41,2) – Nei pazienti che avevano ricevuto >6 vaccinazioni (n=29), l’OS mediana era 10,1 mesi (IC95% 8,3; 11,9) dalla prima vaccinazione e la sopravvivenza a 1 anno era del 41,4% (IC95% 23,5; 59,3) – I pazienti con EA immuno-correlati o con leucociti periferici >20% avevano la prognosi migliore • Conclusione – L’immunoterapia vaccinale basata su cellule dendritiche MUC1- mirate ha dimostrato un’interessante attività precoce in pazienti con NSCLC refrattario ai trattamenti standard Teramoto et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): ORAL18.02 PLEN04.01: Studio randomizzato di fase III che ha confrontato carboplatino/paclitaxel o carboplatino/paclitaxel/bevacizumab con o senza cetuximab in pazienti con NSCLC avanzato: SWOG S081 – Herbst R et al Obiettivo dello studio • Valutare l’effetto dell’aggiunta di cetuximab a carboplatino/paclitaxel o a carboplatino/paclitaxel/bevacizumab in pazienti con NSCLC avanzato Paclitaxel + carboplatino + Bevacizumab* bevacizumab* (n=657) Principali criteri di inclusione • NSCLC di nuova diagnosi o in recidiva, stadio IV (n=1333) Endpoint primari • OS (intero studio), PFS (EGFR FISH) *In pazienti appropriati Stratificazione R 1:1 • Uso appropriato di bevacizumab, tabagismo, stadio M1a vs. M1b Paclitaxel + carboplatino + bevacizumab* + cetuximab (n=656) Bevacizumab* + cetuximab Endpoint secondari • OS e PFS per appropriatezza di bevacizumab, tollerabilità Herbst et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): PLEN04.01 PLEN04.01: Studio randomizzato di fase III che ha confrontato carboplatino/paclitaxel o carboplatino/paclitaxel/bevacizumab con o senza cetuximab in pazienti con NSCLC avanzato: SWOG S081 – Herbst R et al • Principali risultati OS PFS Probabilità di sopravvivenza (%) 100 80 60 100 N Eventi Mediana, mesi 656 536 10,9 9,6; 12,0 657 558 9,4 8,7; 10,3 IC95% HR 0,94 IC95% 0,84, 1,06 p=0,34 40 80 60 20 0 0 12 24 36 48 60 Mesi dalla registrazione Pazienti a rischio: Cetuximab 656 446 287 153 76 48 28 Controllo 657 448 246 141 94 50 36 11 13 5 6 Eventi Mediana, mesi IC95% 656 629 4,6 4,2; 5,2 657 632 4,5 4,2; 4,9 HR 0,98 IC95% 0,87, 1,09 p=0,68 40 20 0 N 0 12 24 36 48 60 Mesi dalla registrazione 2 2 Pazienti a rischio: 1 Cetuximab 656 217 66 1 Controllo 657 215 56 29 11 5 30 19 11 4 8 2 4 1 1 0 1 0 0 Herbst et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): PLEN04.01 PLEN04.01: Studio randomizzato di fase III che ha confrontato carboplatino/paclitaxel o carboplatino/paclitaxel/bevacizumab con o senza cetuximab in pazienti con NSCLC avanzato: SWOG S081 – Herbst R et al • Principali risultati (cont.) PFS, HR (IC95%) OS, HR (IC95%); valore di p Gruppi Tutti i pazienti FISH+ Tutti i pazienti FISH+ Tutti I pazienti (n=1313) 0,98 (0,87; 1,09) p=0,68 0,91 (0,74; 1,12) p=0,37 0,94 (0,84; 1,06) p=0,34 0,83 (0,67; 1,04) p=0,10 Bevacizumab appropriato (n=554) 1,05 (0,88; 1,25) p=0,57 1,07 (0,77; 1,47) p=0,70 1,04 (0,86; 1,25) p=0,70 0,97 (0,69; 1,38) p=0,88 Bevacizumab inappropriato (n=759) 0,93 (0,80; 1,07) p=0,31 0,82 (0,63; 1,07) p=0,14 0,88 (0,76; 1,03) p=0,12 0,75 (0,57; 1,00) p=0,048 Carcinoma squamoso (n=321) 0,88 (0,70; 1,11) p=0,29 0,68 (0,46; 1,01) p=0,06 0,85 (0,67; 1,08) p=0,18 0,56 (0,37; 0,84) p=0,006 – Gli EA di grado 3–4 con frequenza >10% in tutti i gruppi erano: ematici/midollo osseo, metabolici/di laboratorio, gastrointestinali, infettivi e dermatologici – Gli EA di grado 5 erano gastrointestinali, infettivi e polmonari/vie aeree superiori Herbst et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): PLEN04.01 PLEN04.01: Studio randomizzato di fase III che ha confrontato carboplatino/paclitaxel o carboplatino/paclitaxel/bevacizumab con o senza cetuximab in pazienti con NSCLC avanzato: SWOG S081 – Herbst R et al • Conclusioni – Nella popolazione generale dello studio, l’aggiunta di cetuximab non ha comportato benefici sull’OS – Nella popolazione EGFR+, l’aggiunta di cetuximab non ha comportato benefici sulla PFS – Vi era un’indicazione di beneficio sull’OS nella popolazione EGFR FISH+, ma senza significatività statistica – Vi era un’indicazione di beneficio sull’OS nei pazienti EGFR FISH+ bevacizumab inappropriato – Nei pazienti FISH+ con carcinoma a cellule squamose, è stato osservato un significativo miglioramento dell’OS, sebbene questo fosse un obiettivo esplorativo Herbst et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): PLEN04.01 ORAL31.06: Analisi esplorativa della migliore risposta RECIST e della sopravvivenza in pazienti con NSCLC squamoso metastatico trattati con nivolumab – Kazandjian D et al • Obiettivo dello studio – Valutare l’associazione tra risposta e OS in pazienti con NSCLC squamoso metastatico trattati con l’anti-PD1 nivolumab • Disegno dello studio – Pazienti con NSCLC squamoso metastatico (n=117) hanno ricevuto nivolumab 3 mg/kg e.v. q2w fino a PD o tossicità – I pazienti sono stati suddivisi secondo risposta RECIST in responder e non responder • Principali risultati Risposta OS mediana, mesi (IC95%) SD 12,7 (8,0; 15,7) PD con terapia anche dopo progressione 10,9 (6,6; NR) PD con interruzione della terapia 4,6 (3,5; 6,5) Risposta a 3,5 mesi Responder Non responder Mediana mesi dal mese 3,5 (IC95%) NR 7,4 (4,5; 10,1) • Conclusioni – Esiste una correlazione tra risposta e sopravvivenza, ma i risultati devono essere interpretati con cautela a causa della natura retrospettiva di questa analisi Kazandjian et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): ORAL31.06 Altre neoplasie maligne SCLC e mesotelioma ORAL10.01: In uno studio di fase I, un ADC DLL3-mirato, rovalpituzumab tesirine, dimostra una marcata attività sul SCLC in recidiva e refrattario – Rudin CM et al Obiettivo dello studio • Riportare i risultati preliminari di un primo studio nell’uomo, di fase 1, in pazienti con SCLC in recidiva trattati con rovalpituzumab tesirine (un coniugato anticorpo-farmaco DLL3-mirato) in monoterapia Principali criteri di inclusione • SCLC in PD dopo 1–2 precedenti linee di terapia • DLL3+ positivo (n=52) *Dosi incrementali: 0,05, 0,1, 0,2, 0,4 e 0,8 mg/kg Rovalpituzumab tesirine* q3w (n=34) PD Rovalpituzumab tesirine* q6w (n=18) PD R 2:1 Rudin et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): ORAL10.01 ORAL10.01: In uno studio di fase I, un ADC DLL3-mirato, rovalpituzumab tesirine, dimostra una marcata attività sul SCLC in recidiva e refrattario – Rudin CM et al • Principali risultati – Dose massima tollerata: 0,2 mg/kg q3w x 3 cicli; 0,3 mg/kg q6w x 2 cicli – Dei 16 pazienti DLL3+ confermati, 7 (44%) mostravano PR e 8 (50%) SD, con un beneficio clinico cumulato del 94% – In tutti i pazienti valutabili (n=32), l’ORR era 22% (n=7 PR) e la SD 53% (n=17), con un beneficio clinico cumulato del 75% – Tassi di risposta simili sono stati rilevati nei pazienti sensibili e refrattari alla terapia di prima linea e nel setting di terza linea – I più frequenti EA correlabili erano: fatigue (40%), rash (39%), nausea (29%), dispnea (23%), inappetenza (21%) e vomito (21%) • Conclusioni – La monoterapia con rovalpituzumab tesirine ha evidenziato una significativa attività antitumorale e una tossicità maneggevole in pazienti con SCLC in recidiva, DLL3+ – È in programma uno studio pivotal Rudin et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): ORAL10.01 ORAL10.04: Pembrolizumab nel SCLC esteso: efficacia e rapporto con l’espressione di PD-L1– Ott PA et al Obiettivo dello studio • Valutare la tollerabilità e l’efficacia di pembrolizumab in pazienti con SCLC PD-L1-positivo nello studio in corso, multicoorte, di fase 1b KEYNOTE-028 Principali criteri di inclusione • SCLC • Fallimento o non fattibilità della terapia standard • ≥1 lesione misurabile • Positività PD-L1 • ECOG PS 0–1 (n=24) CR, PR, SD Terapia per 24 mesi o fino a progressionea o tossicità intollerabile PDa/tossicità confermate Interruzione della terapia Pembrolizumab 10 mg/kg e.v. q2w Valutazione della risposta q8w nei primi 6 mesi; poi q12w Endpoint primari • ORR secondo RECIST v1.1 e tollerabilità Endpoint secondari • PFS, OS, durata della risposta aSe clinicamente stabili, I pazienti rimanevano in terapia fino a progressione confermata alla 2a TC ≥4 settimane dopo Ott et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): ORAL10.04 ORAL10.04: Pembrolizumab nel SCLC esteso: efficacia e rapporto con l’espressione di PD-L1 – Ott PA et al • Principali risultati Migliore risposta globale CR PR SD PD n (%) 0 7 (29,2) 1 (4,2) 10 (41,7) IC95% 0,0; 14,2 12,6; 51,1 0,1; 21,1 22,1; 63,4 – mDOR: 29,1 settimane (0,1; 29,1) – PFS: 1,8 mesi (IC95% 1,6; 8,5); PFS a 6 mesi: 32,5% – Non vi era rapporto tra l’elevata espressione tumorale di PD-L1 e le cellule infiammatorie o il tasso di risposta (p=0,235) EA di grado 3–5 rilevati in ≥1 paziente, n (%) Qualsiasi Astenia Aumento bilirubinemia Colite Ischemia intestinale n=24 2 (8,3) 1 (4,2) 1 (4,2) 1 (4,2) 1 (4,2) • Conclusioni – Pembrolizumab ha mostrato una promettente attività antitumorale in pazienti con SCLC pretrattato, PD-L1-positivo – Il profilo di tollerabilità era coerente con quello di precedenti studi in altri tipi di tumore – L’elevata espressione di PD-L1 non è risultata correlata con il tasso di risposta Ott et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): ORAL10.04 ORAL10.06: Sopravvivenza a lungo termine dopo chirurgia nel SCLC N1 e N2: confronto con la gestione non chirurgica – Yang C-F et al Obiettivo dello studio • Valutare se la chirurgia, nella realtà delle moderne terapie adiuvanti, offra vantaggi sulla sopravvivenza nei pazienti con SCLC e positività linfonodale, in confronto alla gestione non chirurgica Disegno dello studio • Pazienti identificati tra il 2003 e il 2011 nel National Cancer Data Base: – Pazienti con SCLC pT1–2 N1–2 M0 – Pazienti gestiti senza chirurgia (CT ± RT ≥45 Gy) o chirurgicamente (con CT ± RT ≥45 Gy in adiuvante) – I pazienti con storia di neoplasia non correlata in terapia con intento palliativo sono stati esclusi • Dati valutati con analisi di Kaplan-Meier e propensity score matching Yang et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): ORAL10.06 ORAL10.06: Sopravvivenza a lungo termine dopo chirurgia nel SCLC N1 e N2: confronto con la gestione non chirurgica – Yang C-F et al • Principali risultati OS (probabilità) 1,00 OS 0,75 Valore di p log-rank <0,01 0,50 0,25 Sopravvivenza mediana Sopravvivenza a 5 anni Chirurgia 26,3 mesi 28,5% No chirurgia 17,1 mesi 16,7% 0,00 0 mOS, mesi 12 24 36 Tempo (mesi) 48 60 Chirurgia No chirurgia Valore di p pN1 36,2 17,1 <0,01 pN2 22,6 13,3 <0,01 • Conclusioni – La chirurgia + CT ± RT adiuvante si associava a una maggiore sopravvivenza vs. la gestione non chirurgica in pazienti con SCLC e positività linfonodale – I risultati supportano la rivalutazione del ruolo della chirurgia in pazienti selezionati Yang et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): ORAL10.06 ORAL11.02: Studio di fase I di anetumab ravtansine, coniugato anticorpofarmaco anti-mesotelina – Hassan R et al Obiettivo dello studio • Valutare la tollerabilità, la farmacocinetica e la risposta tumorale in pazienti con tumori solidi avanzati trattati con anetumab, con focus particolare sui pazienti con mesotelioma Principali criteri di inclusione • Tumori solidi istologicamente o citologicamente confermati • Tumori ad elevata espressione di mesotelina (n=77) Anetumab ravtansine e.v. q3w Coorte di doseescalationa (n=45) PD Coorte di espansione della MTD (n=32) PD 38 pazienti trattati con anetumab ravtansine alla MTD (6,5 mg/kg q3w): 16 con mesotelioma, 21 con carcinoma ovarico, 1 con carcinoma mammario aInclude 6 pazienti trattati alla MTD (6,5 mg/kg q3w) Endpoint primari • Sicurezza, tollerabilità, PK e MTD MTD, massima dose tollerata Endpoint secondari • Risposta tumorale Hassan et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): ORAL11.02 ORAL11.02: Studio di fase I di anetumab ravtansine, coniugato anticorpofarmaco anti-mesotelina – Hassan R et al • Principali risultati Tutti i pazienti trattati alla MTD (n=38) 0 7 (18,4) 18 (47,4) 10 (26,3) n (%) CR PR SD PD ORR (CR o PR) DCR (CR, PR o SD) Pazienti con mesotelioma trattati alla MTD Tutti i pazienti (n=16) 1 precedente terapia citotossica sistemica n=10) 0 0 5 (31,3) 5 (50,0) 7 (43,8) 4 (40,0) 4 (25,0) 1 (10,0) 7 (18,4) 25 (65,8) 5 (31,3) 12 (75,0) 5 (50,0) 9 (90,0) EA correlati in ≥10% dei pazienti, n (%) 0,15–4,5 mg/kga q3w (n=26) Grado Qualsiasi 3o4 Qualsiasi 3o4 Qualsiasi 3o4 Qualsiasi 3o4 Qualsiasi 3o4 Nausea 6 (23,1) 0 2 (22,2) 0 3 (50,0) 0 2 (50,0) 0 19 (59,4) 2 (6,3) Fatigue 6 (23,1) 0 4 (44,4) 0 2 (33,3) 0 1 (25,0) 0 16 (50,0) 4 (12,5) Visione offuscata/cheratite 0 0 0 0 0 0 4 (100) 1 (25,0) 17 (53,1) 2 (6,3) Diarrea 0 0 1 (11,1) 0 3 (50,0) 0 0 0 10 (31,3) 1 (3,1) Neuropatia 1 (3,8) 0 2 (22,2) 0 0 0 1 (25,0) 0 11 (34,4) 1 (3,1) Vomito 3 (11,5) 0 0 0 3 (50,0) 0 1 (25,0) 0 9 (28,1) 1 (3,1) Anoressia 4 (15,4) 0 0 0 2 (33,3) 0 0 0 10 (31,3) 0 Aumento AST 0 0 0 0 1 (16,7) 1 (16,7) 2 (50,0) 0 7 (21,9) 0 Aumento ALT 1 (3,8) 0 0 0 1 (16,7) 0 1 (25,0) 0 5 (15,6) 0 aDati 5,5 mg/kg q3w (n=9) 6,5 mg/kg q3w (n=6) 7,5 mg/kg q3w (n=4) Espansione MTD 6,5 mg/kg q3w (n=32) cumulati delle coorti 1 (0,15 mg/kg q3w) – 7 (4,5 mg/kg q3w) • Conclusione – Anetumab ravtansine alla MTD (6,5 mg/kg q3w) mostra un’efficacia incoraggiante con prolungata risposta parziale in pazienti con mesotelioma avanzato Hassan et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): ORAL11.02 ORAL11.03: Pembrolizumab in monoterapia in pazienti con mesotelioma pleurico maligno (MPM) – Alley EW et al Obiettivo dello studio • Riportare dati aggiornati sulla tollerabilità, sull’efficacia e sulla sopravvivenza in pazienti con mesotelioma pleurico maligno (MPM) trattati con pembrolizumab nello studio KEYNOTE-028 Principali criteri di inclusione • MPM localmente avanzato o metastatico • Fallimento o non fattibilità della terapia standard • ECOG PS 0 o 1 • ≥1 lesione misurabile Pembrolizumab 10 mg/kg e.v. q2w • Positività PD-L1 • Non autoimmunità o ILD (n=25) Valutazione della risposta q8w per I primi 6 mesi; poi q12w Endpoint primari • ORR secondo RECIST v1.1, tollerabilità CR, PR, SD Terapia per 24 mesi o fino a progressionea o tossicità intollerabile Progressione confermataa o tossicità intollerabile Interruzione della terapia Endpoint secondari • PFS, OS, DOR aSe clinicamente stabili, I pazienti rimanevano in terapia fino a progressione confermata alla 2a TC ≥4 settimane dopo Alley et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): ORAL11.03 ORAL11.03: Pembrolizumab in monoterapia in pazienti con mesotelioma pleurico maligno (MPM) – Alley EW et al • Principali risultati – La PFS mediana era 5,8 mesi (IC95% 3,4; 8,2) e la PFS a 6 mesi era 50,0% Migliore risposta globale n % IC95% Risposta completaa 0 0 0,0; 13,7 Risposta parzialea 7 28,0 12,1; 49,4 Stabilità di malattia 12 48,0 27,8; 68,7 Progressione 4 16,0 4,5; 36,1 Mancata valutazioneb 2 8,0 1,0; 26,0 Tasso di risposte obiettivea: 28,0% (IC95% 12,1; 49,4) Tasso di controllo della malattiaa: 76,0% (IC95% 54,9; 90,6) aIncluse bInclusi – risposte confermate e non pazienti che hanno interrotto la terapia prima della prima TC post-trattamento a causa di progressione Non vi era rapporto tra l’elevata espressione tumorale di PD-L1 e le cellule infiammatorie o il tasso di risposta • Conclusione – Pembrolizumab in monoterapia ha mostrato una significativa attività clinica in pazienti con MPM PD-L1–positivo, ma sono necessarie ulteriori valutazioni Alley et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): ORAL11.03 ORAL26.01: Analisi iniziali del database IASLC Malignant Pleural Mesothelioma (MPM): implicazioni per l’8a edizione dei manuali di stadiazione AJCC e UICC – Rusch V et al Obiettivo dello studio • Determinare se gli outcome dal database MPM rendano necessarie revisioni della prossima 8a edizione dei manuali di stadiazione AJCC/UICC Disegno dello studio • Acquisizione elettronica dei dati in una nuova raccolta usata per la sottomissione dei casi • Requisiti minimi per la sottomissione dei casi: stadiazione TNM clinica e/o postchirurgica completa con descrizione anatomica per supportare l’assegnazione dello stadio; accurate informazioni sulla sopravvivenza; nessun conflitto tra la descrizione e lo stadio riportato; positività linfonodale registrata per ciascuna stazione • L’OS è stata valutata con metodo di Kaplan-Meier • La significatività delle singole descrizioni T, N e M è stata valutata con log-rank e regressione di Cox AJCC, American Joint Committee on Cancer; UICC, Union for International Cancer Control Rusch et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): ORAL26.01 ORAL26.01: Analisi iniziali del database IASLC Malignant Pleural Mesothelioma (MPM): implicazioni per l’8a edizione dei manuali di stadiazione AJCC e UICC – Rusch V et al • Principali risultati – Sono stati sottomessi 3519 casi; 2450 sono stati inclusi – Disponibilità dello stadio: solo clinico 34%; solo post-chirurgico 33%; entrambi 34% – 1982 casi totali (81%) sono stati sottoposti a chirurgia – L’OS a 5 anni per qualsiasi N, MO non ha mostrato differenze per T1a vs. T1b o per il post-chirurgico T2 vs. T3 – L’OS a 5 anni per qualsiasi T, MO non ha mostrato differenze per N1 vs. N2 • Conclusione – Sebbene siano in corso ulteriori analisi, questi risultati iniziali suggeriscono l’opportunità di qualche variazione nell’attuale sistema di stadiazione del MPM, specialmente per le categorie T Rusch et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): ORAL26.01 ORAL26.02: Quali sono i rischi e i benefici della decorticazione mediante pleurectomia estesa per il mesotelioma? Revisione del più ampio database istituzionale del Regno Unito – Sharkey AJ et al Obiettivo dello studio • Valutare l’efficacia e la tollerabilità della decorticazione mediante pleurectomia estesa (EPD) in pazienti con mesotelioma Disegno dello studio • Analisi retrospettiva della storia clinica e della documentazione patologica di 266 pazienti sottoposti a EPD nei precedenti 15 anni • Sono state analizzate la durata dell’ospedalizzazione, la percentuale di complicanze e la sopravvivenza Principali risultati • L’OS mediana della popolazione studiata è stata di 12,2 mesi • Il mesotelioma epitelioide pNO era il sottogruppo con esiti migliori, con tassi di sopravvivenza maggiori a 1, 3 e 5 anni e sopravvivenza globale mediana più prolungata OS (%) 1 anno 3 anni 5 anni OS mediana (mesi) Tutti i pazienti 48,0 10,3 2,7 12,2 Epitelioide pNO 64,9 17,5 5,2 23,1 Sharkey et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): ORAL26.02 ORAL26.02: Quali sono i rischi e i benefici della decorticazione mediante pleurectomia estesa per il mesotelioma? Revisione del più ampio database istituzionale del Regno Unito – Sharkey AJ et al • Principali risultati – Le più frequenti complicanze post-operatorie erano le perdite aeree persistenti, occorse nel 31,0% dei pazienti, seguite dalla fibrillazione atriale nel 16,7% – La durata del drenaggio intercostale era significativamente associata con lo sviluppo di empiema (p<0,001) e deiscenza del neo-diaframma (p=0,042) – È stato necessario un re-intervento in 30 (11,3%) pazienti – Le complicanze post-operatorie hanno prolungato significativamente il ricovero mediano di 26 giorni per empiema (p<0,001), di 7 giorni per la rimozione del patch protesico (p=0,003) e di 6 giorni per perdite aeree persistenti (p<0,001) e fibrillazione atriale (p=0,037) – La mortalità a 90 giorni era significativamente maggiore nei pazienti con empiema pleurico (71,4% vs. 8,6%, p=0,001) – Le complicanze hanno precluso la chemioterapia nel 28% dei pazienti con empiema e nel 22,7% di quelli con deiscenza del neo-diaframma • Conclusioni – In tutti i pazienti, tranne che in un sottogruppo selezionato, l’EPD rimane una procedura palliativa – È fondamentale ridurre le perdite aeree persistenti, che aumentano la sepsi pleurica e il rischio peri-operatorio e spesso impediscono di intraprendere la chemioterapia adiuvante Sharkey et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): ORAL26.02 Altre neoplasie maligne Tumori rari ORAL06.01: Caratterizzazione genomica del carcinoma polmonare neuroendocrino a grandi cellule – Fernandez-Cuesta L et al • Obiettivo dello studio – Realizzare l’analisi genomica del carcinoma polmonare neuroendocrino a grandi cellule (LCNEC) utilizzando metodiche sviluppate internamente e tratte dalla letteratura • Disegno dello studio – Sono state effettuate analisi con matrici SNP 6.0 su 60 LCNEC, sequenziamento esomico di 55 coppie tessuto tumorale-tessuto sano, sequenziamento genomico di 11 coppie tessuto tumorale-tessuto sano, sequenziamento trascrizionale di 69 tumori e profilo di espressione di 60 tumori • Principali risultati – Analisi integrative del numero di copie, delle mutazioni e e dei profili di espressione hanno definito due gruppi principali di LCNEC • Un gruppo SCLC-like, con amplificazioni di MYCL1 e IRS2, mutazioni concomitanti di RB1 (27%) e TP53 (75%) e inattivazione simultanea diTP53 e RB1, segno tipico del SCLC, nel 20% dei casi • Un gruppo AD/SQ-like, con mutazioni di KEAP1 (22%) e STK11 (23%) • Conclusioni – Sebbene questi risultati suggeriscano che il LCNEC possa presentare un mix di sottotipi neoplastici diversi, la clonalità mutazionale e le analisi d’espressione dimostrano che possono esistere entità separate, con caratteristiche molecolari comuni agli altri sottotipi di tumore polmonare – L’eterogeneità dei due gruppi suggerisce che il LCNEC possa rappresentare un tronco evolutivo correlato al SCLC o all’AD/SQ AD/SQ, carcinoma adenosquamoso Fernandez-Cuesta et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): ORAL06.01 ORAL11.05: Studio di fase II di amrubicina in monoterapia in pazienti con tumori timici avanzati pre-trattati – Wakelee HA et al Obiettivo dello studio • Valutare l’efficacia e la tollerabilità di amrubicina, antraciclina di terza generazione e inibitore della topoisomerasi II, in pazienti con tumori timici avanzati pre-trattati Principali criteri di inclusione • Timoma invasivo inoperabile o carcinoma timico • Midollo osseo adeguato, funzionalità epatica, renale e cardiaca Amrubicina* 40 mg/m2 e.v. G1, 2, 3 per cicli di 21 giorni PD (n=33) • ORR Endpoint secondari • PFS, DCR, tossicità *Modificata a 35 mg/m2 per frequente neutropenia febbrile Wakelee et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): ORAL11.05 Endpoint primario ORAL11.05: Studio di fase II di amrubicina in monoterapia in pazienti con tumori timici avanzati pre-trattati – Wakelee HA et al • Principali risultati n (%) Tutti (n=33) Timoma (n=14) Carcinoma timico (n=19) PR 6 (18) 4 (29) 2 (11) SD 23 (70) 10 (71) 13 (68) PD 4 (12) 0 (0) 4 (21) DCR 29 (88) 14 (100) 15 (79) – mPFS: 8,5 mesi (IC95% 6,7; inf.); OS: 30,1 mesi (IC95% 21,6; inf.) EA di grado 3–4 osservati in ≥10% dei pazienti, n (%) Tutti (n=33) Fatigue 7 (21) Neutropenia febbrile 7 (21) Anemia 4 (12) • Conclusioni − La monoterapia con amrubicina appare promettente in pazienti con tumori timici pre-trattati − La tossicità era quella attesa, con elevata frequenza di neutropenia febbrile Wakelee et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): ORAL11.05 ORAL11.06: Studio prospettico di fase II con cisplatino e paclitaxel senza cremoforo EL (Genexol-PM) in pazienti con tumori epiteliali timici non resecabili: quale ruolo per la 18F-FDG PET/CT? – Kim HS et al Obiettivo dello studio • Valutare l’efficacia e la tollerabilità di cisplatino + paclitaxel senza cremoforo EL (GenexolPM) in pazienti con tumori epiteliali timici (TET) non resecabili Principali criteri di inclusione • TET non resecabile (timoma / carcinoma timico) • Nessuna precedente chemioterapia palliativa • Malattia misurabile (RECIST 1.1) • Età ≥18 anni mg/m2 Cisplatino 70 + Genexol-PM 230 mg/m2 q3w Trattamento fino a max 6 cicli, intolleranza o PD • ECOG PS 0–1 (n=42) Endpoint primario • ORR Endpoint secondari • PFS, tossicità, valore predittivo della risposta precoce utilizzando PET-CT Kim et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): ORAL11.06 ORAL11.06: Studio prospettico di fase II con cisplatino e paclitaxel senza cremoforo EL (Genexol-PM) in pazienti con tumori epiteliali timici non resecabili: quale ruolo per la 18F-FDG PET/CT? – Kim HS et al • Principali risultati Timoma (n=13) Carcinoma timico (n=27) OR* 25 (62,5); [47,6; 77,4] 6 (46); [23,3; 76,9] 19 (70); [52,0; 82,1] SD 13 (32,5); [17,6; 52,3] 7 (54); [23,1; 76,7] 6 (22); [3,8; 40,6] PD 2 (5,0); [0; 12,4] 0 (0) 2 (8); [0; 14,8] + 1,0 0,8 PFS ++ ++ + 0,6 0,4 + Follow-up mediano: 15,7 mesi + + 0,2 mPFS: 9,8 mesi + + 0,0 0 6 12 18 Tempo (mesi) 24 + Sopravvivenza globale Tutti (n=40) Sopravvivenza libera da progressione Pazienti, n (%); [IC95%] OS + ++ + ++++++ ++ + + +++ ++ + 1,0 0,8 0,4 mOS: non raggiunta OS a 2 anni: 71% 0,2 0,0 30 +++ +++ + + 0,6 0 6 12 18 24 Tempo (mesi) 30 36 – • Non si sono registrati decessi correlati al trattamento; il più frequente EA di grado 3/4 correlato al trattamento era la neutropenia in 11 (26%) pazienti – La risposta metabolica precoce valutata con PET CT non è risultata correlata con la PFS nei responder vs. i non responder (9,2 vs. 12,7 mesi; p=0,232) Conclusione – L’associazione di cisplatino + Genexol-PM è altamente efficace e ben tollerata nel trattamento dei TET non resecabili, specialmente nei pazienti con carcinoma timico *OR include solo le PR; non si sono osservate CR Kim et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): ORAL11.06 Altre neoplasie maligne Metastasi cerebrali ORAL16.01: Inibitori della tirosin-chinasi (TKI) nel trattamento delle metastasi cerebrali (BM) di carcinoma polmonare avanzato: un’ampia coorte retrospettiva – Bennati C et al • Obiettivo dello studio – Valutare l’efficacia dei TKI nel trattamento delle metastasi cerebrali in pazienti con NSCLC avanzato • Disegno dello studio – Analisi retrospettiva di 89 pazienti con NSCLC e metastasi cerebrali, e con mutazioni accertate: ALK+, 33 (37,1%); EGFR+, 38 (42,7%); controlli ALK/EGFR-, 18 (20,2%) – Prima dei TKI è stata impiegata radioterapia standard (WBRT o radiochirurgia) in 40/71 (56,3%) pazienti, mentre i rimanenti hanno ricevuto subito un TKI: EGFR-inibitore (gefitinib/erlotinib/afatinib) in 13/38 (34,2%); ALK TKI (crizotinib/ceritinib/alectinib) in 18/33 (54,5%) • Principali risultati – L’OIRR è stata ottenuta nel 81,5% del gruppo EGFR+ e nel 84,8% del gruppo ALK+, con il TKI somministrato sia prima, che dopo la radioterapia – Nei pazienti trattati in prima linea con TKI l’OIRR era 100%, con una risposta completa in 4/18 (22,2%) dei pazienti ALK+ • Conclusioni – I TKI sono molto attivi in pazienti con metastasi cerebrali da NSCLC e mutazioni di EGFR o ALK – L’uso in prima linea dei TKI può essere giustificato nei pazienti asintomatici con aspettativa di vita prolungata, nei quali la WBRT possa essere rimandata a stadi più tardivi di malattia OIRR, tasso di risposte globali intracraniche Bennati et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): ORAL16.01 ORAL31.07: Studio di fase II di pembrolizumab su metastasi cerebrali da NSCLC non trattate – Goldberg SB et al • Obiettivo dello studio – Valutare la tollerabilità e l’efficacia di pembrolizumab in pazienti con NSCLC avanzato e metastasi cerebrali non trattate o in progressione • Disegno dello studio – Pazienti con NSCLC avanzato e almeno 1 metastasi cerebrale non trattata o in progressione (5–20 mm), ECOG PS 0–1, hanno ricevuto pembrolizumab 10 mg/kg q2w • Principali risultati – All’analisi ad interim, il tasso di risposta delle metastasi (CR + PR) era del 33% – Dei 6 pazienti con risposta sistemica, 5 presentavano risposta nel SNC – La durata della risposta delle metastasi era ~6 mesi – 4 su 5 risposte confermate sono ancora in corso – OS mediana: 7,7 mesi (IC95% 3,5; NR) – Sono emersi 4 EA di grado ≥3 correlati al trattamento: fatigue, diarrea, polmonite e ipopotassiemia • Conclusioni – Pembrolizumab mostra attività nel SNC in pazienti con NSCLC e metastasi cerebrali non trattate – In pazienti selezionati con piccole metastasi cerebrali asintomatiche, l’immunoterapia sistemica può essere un’alternativa alla radioterapia e merita ulteriori studi Goldberg et al. J Thorac Oncol 2015; 10 (suppl 2): ORAL31.07