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Benessere - Università Kore di ENNA
LM 67 – Corso di laurea in Scienze e tecniche delle attività motorie preventive e adattate A.A. 2015/2016 “Attività fisica compensata e adattata” Corpo, movimento, stili di vita Per l’ Orientamento eudemonico del benessere Prof. Salvatore Pignato Il costrutto moderno del benessere • Il termine “benessere” sta assumendo un significato sempre più ampio, tanto da superare i ristretti confini salutistici e coinvolgere tutti gli aspetti di vita dell’essere umano: fisico, emotivo, mentale, sociale e spirituale • Il concetto di benessere globale scaturisce non soltanto dalla considerazione del rapporto intercorrente tra stato di salute o di malattia della persona, ma soprattutto dalla percezione che essa è in grado di ricavare da aspetti della vita che hanno origine dallo stato di accettazione di equilibrio psicofisico che orientano le scelte di vita sul piano affettivo-relazionale. • Gli studi e le ricerche sono stati molteplici e hanno interessato l’indagine filosofica, sociopsicopedagogica, economica, tutte hanno cercato di comprenderne gli elementi fondanti e prospettici e di ricavarne più che definizioni, vere e proprie dottrine teoriche variabili a seconda del periodo storico interessato, delle tendenze culturali e degli approcci specifici da cui derivavano le indagini OMS -1948 Definizione del concetto di benessere • L’Organizzazione Mondiale della Sanità definì per la prima volta la salute come "Uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non la semplice assenza dello stato di malattia o di infermità." • Già in quegli anni, emergeva l’esigenza di cogliere il concetto di salute come equilibrio tra forze diverse, una lettura adattiva con la quale la salute non veniva considerata uno "stato" bensì una condizione dinamica attraverso cui la persona doveva sviluppare le capacità necessarie ad interagire con l'ambiente in modo positivo, pur nel continuo modificarsi della realtà circostante. La Carta di Ottawa per la promozione della salute (1986) • La salute è una risorsa per la vita quotidiana, non l’obiettivo del vivere. • La salute è un concetto positivo che valorizza le risorse personali e sociali, come pure le capacità fisiche. • La salute è uno stato dell’essere umano che si raggiunge quando gli individui sviluppano e mobilitano al meglio le proprie risorse, in modo da soddisfare prerogative sia personali (fisiche e mentali), sia esterne (sociali e materiali). • Salute e malattia non sono pertanto condizioni che si escludono a vicenda, bensì punti terminali di un percorso parallelo. Educazione alla salute (OMS, 1998) • Nel 1998, l’OMS chiarisce che l’educazione alla salute "comprende le opportunità di apprendimento costruite consapevolmente che coinvolgono alcune forme di comunicazione, ideate per conoscere meglio la salute, per migliorare le cognizioni, e per sviluppare quelle capacità di vita che contribuiscono alla salute del singolo e della comunità." • Nel 2001, l’OMS, aggiorna il concetto di salute riferendosi all’equilibrio psicofisico e afferma che il benessere rappresenta lo stato di un “individuo che realizza la sua capacità, è in grado di affrontare le normali difficoltà della vita, può lavorare in modo produttivo e fruttuoso, ed è in grado di dare un contributo alla propria comunità”. Life Skills /Abilità per la vita • • • • • • • • • • • Gestione delle emozioni Gestione dello stress Comunicazione efficace Consapevolezza di sè Skills per le Relazioni Interpersonali Gestione dello stress Empatia Creatività Senso critico Capacità di risolvere i problemi Capacità di prendere decisioni Nuove abilità per il benessere • Attraverso queste skills si assumono altri punti di vista prospettici da cui iniziare per considerare e per meglio definire lo stato di benessere della persona e per favorire il processo educativo e formativo che deve essere intrapreso sin dai primi anni di vita del soggetto, per potere raggiungere un equilibrio psicofisico adeguato ad articolare con successo il senso della qualità della vita. • In ultima analisi, la definizione di benessere e salute fornita dall’OMS nell’ICF (2001), si sono poste le basi reali per abbandonare i tradizionali ragionamenti sugli indicatori di salute (tassi di mortalità e di morbilità) in favore di un costrutto della qualità della vita quale base per una definizione adeguata del concetto di benessere. La qualità di vita non dipende sic et simpliciter dalle condizioni di salute. • Numerose ricerche sulla qualità della vita sottolineano la relatività di questo concetto e la necessità di interpretarlo da un punto di vista soggettivo (Fitzpatrick, 2000; Nordenfelt, 1994). • Ogni individuo, in base alle proprie condizioni di salute, limitazioni fisiche, personalità e opportunità offerte dall’ambiente, sviluppa una valutazione personale del concetto di buona qualità di vita (Delle Fave, 2001; Nordenfelt, 1994). • Moltissime persone con patologie croniche individuano più spesso di quanto non si pensi conseguenze positive della malattia, quali ad esempio il miglioramento delle relazioni sociali, di alcuni aspetti della personalità, cambiamenti favorevoli nella gerarchia delle priorità il perseguimento di nuovi obiettivi e nuovi significati Il contributo dell’ICF (OMS) • L’ICF risulta cruciale per l’orientamento delle politiche economiche e sociali. • Superando sterili ragionamenti di cultura biomedica e salutistica, hanno aperto nuovi orizzonti per la pianificazione e la programmazione di interventi in ordine alla informazione, alla sensibilizzazione, alla prevenzione e alla promozione di stili di vita sani e orientati al benessere. Il benessere nella prospettiva eudemonica • La prospettiva eudemonica del benessere privilegia l’analisi dei fattori che favoriscono la crescita e la realizzazione delle potenzialità umane superando la classica visione edonica (il piacere fine supremo della vita teorizzato da Aristippo di Cirene). Alla dottrina cirenaica, gli Epicurei si preoccuparono di introdurre un calcolo etico, nel senso che rinunciando al piacere contingente se ne raggiunge uno più grande. • La prospettiva edonica raccoglie prevalentemente gli studi volti ad indagare la dimensione del piacere, delle emozioni positive e del benessere prettamente soggettivo, quella eudemonica privilegia l’analisi dei fattori che favoriscono la crescita e la realizzazione delle potenzialità umane. Edonismo e eudemonismo • I domini principali della nuova dimensione fenomenologica del benessere nell’accezione eudemonica sono legati alla natura, alla cultura, all’attività fisica, allo sport per tutti, alla alimentazione, agli stili di vita che sono alla base di una vita qualitativamente “virtuosa” Aristotele e il concetto di eudemonia • L’eudemonia si può far risalire alla concettualizzazione aristotelica della felicità vista come criterio principale di benessere con un ruolo centrale nel perseguimento della virtù. • Aristotele definisce la felicità come “una certa attività dell’anima svolta conformemente a virtù” (Et. Nic., I, 13, 1102 b), la quale non esclude, ma include la soddisfazioni e dei bisogni e delle aspirazioni mondane. Le persone felici devono possedere tutte e tre le specie di beni che si possono distinguere, cioè quelli esterni, quelli del corpo e quelli dell’anima. (Abbagnano, 384 388). • I beni esteriori sono utili, necessari e facilitano la vita. Tuttavia il loro uso eccessivo tramuta i loro effetti in dannosi per chi li possiede. I beni interiori (virtù, senno, capacità di azione, resilienza, la speranza, tenerezza, ecc.) tanto più sono abbondanti tanto più sono utili. • Il concetto di eudemonia si riverbera nella grande trama pedagogica della cura di sé, intriso da una forte valenza educativa e orientativa. • Il tema della cura sui è un importante ambito di ricerca della pedagogia, che comincia a svilupparsi alla fine del Novecento, a seguito degli studi e delle meditazioni di Foucault (1985). • Cura sui: differenza tra il pensiero ellenistico e il cristianesimo. Filosofia greca e filosofia patristica: confronto prospettico • Nella filosofia greca Dio o è l’essere trascendente, distaccato dal mondo e da ciò che egli ha creato, incurante e ignaro delle sorti a cui vanno incontro gli esseri viventi, oppure è l’anima del mondo, la forza intrinseca dell’universo che procede secondo un disegno del destino, o si confonde con le unità impersonali che regolano l’ordine del cosmo. • La filosofia patristica considera l’uomo proveniente da Dio e tendente a Dio. La vita terrena è soltanto un passaggio, un periodo di prova, quella vera, per cui confrontarsi, studiare, partecipare non è qui ma nell’al di là. La vita umana trae il suo valore non per la scienza che possiede, ma per il bene che compie; non per l’intelligenza, ma per la volontà cooperante ai doni di Dio Cura come saggezza • Il tema della cura rivaluta la saggezza della tradizione ellenistica e riprende gli studi che gli antichi greci avevano inaugurato attorno a due momenti con cui essi distinguevano la cura: – mérimna, intesa come cura che nasce dalla preoccupazione e dagli affanni derivanti al soggetto dalla necessità di procurarsi da vivere e di costruire un percorso esistenziale capace di porlo al riparo di ogni pericolo; – epiméleia, ovvero non soltanto preoccupazione, ma ansia per il desiderio di riuscire a fare bene, di crescere, di autorientarsi per divenire quello che si può essere e per occupare nel mondo una presenza che concili il soggetto con le sue aspettative e con quelle della comunità in cui è inserito. (Mortari, 2006). Cura sui e formazione • La cura sui si incarna in operazioni formative vere e proprie. Si traduce in educazioni, in consacrazione di tempi e di spazi per apprendere le forme di vita che possono condurre alla saggezza, alla felicità, rappresenta una pratica sociale, un servizio per sé e per gli altri. • Nel mondo greco la cura si collega agli aspetti medici, di cura del corpo; la pratica di sé implica, infatti, la conoscenza della precarietà del proprio corpo e gli interventi a sua tutela e guarigione. Nel senso che la conoscenza di sé deve comportare, non soltanto la conoscenza e le strategie di contrasto della malattia morale ma anche quella fisica. Non per caso, Epitteto amava definire la sua scuola un iatréion, un ospedale dell’anima. Platone e lo scopo ultimo della cura sui • Le pratiche attorno alla cura furono tante e molto diverse tra loro: si va dall’esercizio fisico, alla drammatizzazione, all’astinenza dal cibo, alle meditazioni, alla lettura, alla musica, alla danza. Curare se stessi è esercizio fondamentale per diventare saggi e disporsi con capacità, sicurezza e serietà all’aver cura degli altri. • Ne La Repubblica e ne Le Leggi, Platone dichiara che l’educazione deve servire all’individuo per diventare cittadino in funzione del bene della Stato. Ritorna il tema del prendersi cura degli altri e la politica, allora, assume il compito di rendere possibile questa pratica sociale più importante, il darsi agli altri. Cura sui dispositivo formativo attuale • Recentemente, rifacendosi agli esercizi di vigilanza sulle inquietudine del corpo e dello spirito della cultura e della tradizione antica e medievale, ma con un occhio alla crisi dell’individuo della società globale, ha scritto che: “La cura sui è un dispositivo formativo attualissimo e assai pregnante per l’uomo d’oggi, alla ricerca di se stesso, di una propria identità, di un proprio statuto intimo, interiore, da cui sempre più dipende anche il suo ruolo pubblico, poiché è dall’impegno di quello che anche questo si delinea. Così, possiamo dire, la cura sui è ritornata al centro del dibattito culturale, con una triplice valenza: psicologica, etica, educativa” (Cambi, 2006, 59). La cura sui secondo Foucault • Foucault che la spiega come l’attenzione che l’uomo rivolge a se stesso. La ricerca della sfera personale si produce, in seguito, in benessere sociale, in quanto lo stare bene con se stessi equivale allo stare bene con gli altri. La relazione con l’altro risulterà infondata se non preceduta da un’attenta ed adeguata lettura di se stesso. Eudemonia e auto-determinazione • L’impianto eudemonico può essere ricompreso all’interno della teoria dell’auto-determinazione di Ryan e Deci (2001), nei termini degli obiettivi psicologici di base il cui raggiungimento è essenziale per l’auto-realizzazione e la vitalità. • Deci e Ryan (1985), infatti, studiano lo sviluppo dell’individuo in una prospettiva organismica e dialettica, nel senso che gli esseri umani sono considerati organismi attivi, che tendono alla crescita, alla realizzazione delle proprie capacità, allo sviluppo armonico dei vari aspetti della personalità, impegnandosi a realizzare le proprie potenzialità interagendo con l’ambiente, che asseconda o ostacola tale processo. • Attraverso questo processo, essi ricercano esperienze nuove e stimolanti, tendono alla coerenza e alla realizzazione di un Sé unificato, pertanto cercano di integrare, sintetizzare ed organizzare le esperienze nuove con quelle passate, tendendo ad un senso di Sé coerente. Deci e Ryan ed i bisogni innati fondamentali • bisogno di competenza (sentirsi efficace nelle interazioni con l’ambiente e nell’esercitare ed esprimere le proprie capacità); • bisogno di autonomia (sentirsi in grado di compiere delle scelte, di impegnarsi in attività che nascono dalla propria volontà e non sono causate o imposte dalla volontà altrui); • bisogno di relazioni con gli altri (sentirsi integrati con gli altri, sentirsi appartenenti a un gruppo o una comunità, star bene con gli altri). Le componenti del costrutto del benessere • Benessere oggettivo: qualità della vita – Le componenti oggettive, si riferiscono alla qualità della vita cioè al grado in cui la vita di una persona è desiderabile nei termini degli aspetti esterni all’individuo come: il reddito, il tempo libero, lo stato di salute, l’efficacia dei servizi sociali e sanitari, la qualità dell’ambiente di vita, il lavoro e la condizione socio-economica, l’accessibilità dei servizi, la rete di relazioni sociali e culturali, l’istruzione e il sistema educativo • Benessere soggettivo: valutazione della propria vita – Essa include al suo interno vari elementi sia di carattere affettivo che cognitivo quali le reazione emotive agli eventi e i giudizi riguardo la soddisfazione per la vita e per i suoi vari domini (lavoro, convivenza, relazioni, ecc) Il pensiero di Amartya Sen • La libertà è un valore che non può essere fruito dalla persona al di sotto di un certo livello di benessere che dipende, a sua volta, dalle sue capabilities, cioè dalle funzioni di utilizzazione che essa riesce ad esercitare con l’ammontare di risorse a sua disposizione. • Poco serve, ai fini della dilatazione degli spazi di libertà delle persone se le capabilities restano marcatamente diseguali. Ecco perché per Sen lo sviluppo-come-libertà va interpretato alla stregua di un processo di espansione delle capacitazioni delle persone. Rapporto Sarkozy del settembre 2009 (scritto con J. Stiglitz e J.P. Fitoussi) • E’ in quel rapporto che l’idea seniana ha trovato un suo primo momentoapplicativo nella nozione di sustainable well-being tradotta in pratica attraverso il concetto di BES – benessere equo e sostenibile recentemente elaborato dall’Istat 2013. • Lo sviluppo non può essere identificato semplicemente con l'aumento del reddito pro capite o con il progresso tecnologico • I livelli di reddito della popolazione sono importanti, perché ogni livello coincide con una certa possibilità di acquistare beni e servizi e di godere del tenore di vita corrispondente • La valutazione dello sviluppo non può, pertanto, essere separata da quelle delle possibilità di vita e di libertà di cui godono effettivamente le persone: libertà-da (immunità) e libertà-di (autonomia) • La nozione di capability, capacitazione, è l’insieme delle possibilità di azione che una persona può mettere in atto (anche se poi decide di non farlo), disponendo di una certa quantità (paniere) di beni. Funzione delle capacitazioni • Le capacitazioni delle persone sono da considerarsi essenziali a un autentico sviluppo economico: sfuggire alle deprivazioni più acute (morte per fame, malattie i ecc.), saper leggere, scrivere, contare, poter godere di diritti civili e politici, occasioni sociali e reti di protezione sociale (scuola, sanità pubblica, politiche di sostegno al reddito dei poveri e dei temporaneamente espulsi dal processo produttivo ecc.). In sintesi: tutto ciò che consente ai più di scegliersi una vita a cui le persone danno valore. • Dagli anni ’30 del Novecento il Pil (prodotto interno lordo) è l’indicatore principe dello stato di un paese e del benessere dei suoi abitanti • Nel 2004 l'Ocse ha lanciato il ‘Global Project on Measuring the Progress of Society’; • Nel 2008 Sen, Stiglitz e Fitoussi hanno fissato l'individuazione di indicatori ambientali e sociali che permettano di andare ‘oltre il Pil’. …i BES • Il BES ( Bisogni equi sostenibili) è basato su 12 domini: – 1. ambiente; – 2. salute; – 3. benessere economico; – 4. istruzione e formazione; – 5. lavoro e conciliazione tempi di vita; – 6. relazioni sociali; – 7. sicurezza; – 8. benessere soggettivo; – 9. paesaggio e patrimonio culturale; – 10. ricerca e innovazione; – 11. qualità dei servizi; – 12. politica e istituzioni. Così come il benessere dipende da numerosi aspetti, anche i confini di tali domini non sono sempre nettamente separati e possono essere letti in continuità fra di loro. Funzionamenti e capacitazione • Con l’espressione funzionamenti (functioning) Sen intende “stati di essere e di fare” dotati di buone ragioni per essere scelti e tali da qualificare lo star bene. Esempi di funzionamenti sono ad esempio l’essere adeguatamente nutriti, l’essere in buona salute, lo sfuggire alla morte prematura, l’essere felici, l’avere rispetto di sé, ecc. • Con l’espressione capacità (capabilities) Sen intende invece la possibilità di acquisire funzionamenti di rilievo, ossia la libertà di scegliere fra una serie di vite possibili: “nella misura in cui i funzionamenti costituiscono lo star bene, le capacità rappresentano la libertà individuale di acquisire lo star bene”. Qualità della vita o well-being Il grado di eguaglianza di una determinata società storica dipende dal suo grado di idoneità a garantire a tutte le persone una serie di capabilities di acquisire fondamentali funzionamenti, ossia un’adeguata qualità della vita o well-being • Sen è giunto, nei suoi scritti successivi, a tratteggiare una teoria dello sviluppo umano in termini di opportunità riallacciandosi alla tradizione greca, inaugurata da Aristotele, dell’eudaimonìa: l’espressione greca eudaimonìa non corrisponde affatto alla sua usuale traduzione inglese in happiness (felicità), ma ha piuttosto a che vedere col termine fulfillment, che vuol dire realizzazione completa di sè e che può essere resa con la bella immagine di una “vita fiorente”