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Allenati a Stare Bene - Estratto

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Allenati a Stare Bene - Estratto
Paolo Piazza
Allenati a Stare Bene
Wellness Coaching
Emozioni, idee e strumenti per gestire meglio
Energia vitale e Stress
A Patrizia,
la mia più preziosa e insostituibile
fonte di energia
Indice
Ringraziamenti
XI
Presentazione
XIII
Prima parte
Dall’energia alla psiche: una visione d’insieme
1. Cultura e allenamento
La cultura è libertà
Sapere non basta, bisogna allenarsi
Mezzo e fine non vanno confusi
Non si può stare sempre bene
Lo stare bene è un processo continuo
Le strategie vanno adattate alle persone
Nessuno è perfetto
2. Energia io vo cercando
3
5
7
8
9
11
La vita è energia organizzata
La nostra energia è l’ATP
La differenza la fa il cervello
Il sistema nervoso vegetativo regola l’energia
Essere evoluti complica la vita
Comprendere e gestire il ciclo dell’energia
12
13
14
15
16
Il corpo
Respirazione
Acqua e alimentazione
Postura e deambulazione
Movimento
Mente e psiche
Emozioni
Ragione e linguaggio
Ambiente
Stress naturale, artificiale e relazionale
Missione possibile?
Allenati a Stare Bene
21
V
Indice
3. Dal corpo alla ragione
23
Brevissima storia dell’evoluzione
Le emozioni ci muovono
Armonizzare s.n. vegetativo ed emisferi cerebrali
La mente è una proprietà emergente
25
26
27
Il dialogo interno
Il Sé che osserva
Dalla mente al corpo
30
Le catene psicomuscolari
Corazze corporee e stati mentali
Dal corpo alla mente
34
Il gioco teatrale: palestra di emozioni
4. Respiro, dunque sono
37
L’energia è nell’aria
La vita si è evoluta insieme alla respirazione
Il respiro è un dialogo
Il viaggio dell’energia
38
Il respiro siamo noi
39
40
41
42
Respirare male fa vivere male
Il diaframma, protagonista nascosto
Circolazione
Attività viscerale
Postura
Emozioni
43
Esercizi di respirazione
44
Reimparare dai bambini il respiro diaframmatico
Gestire l’energia col respiro
45
Respirare per rilassarsi
Il respiro energetico
5. Non di solo pane…
51
Cibo e idee
La digestione dipende da più fattori
L’anatomia spiega la funzione
Rilassarsi per mangiare
Variare “cum grano salis”
La vita nasce dall’acqua
Non dissociate, i carboidrati sono ok
Poco e spesso è l’ideale
VI
52
53
54
55
56
Un po’ di grasso è bello
Cosa turba di più l’equilibrio
57
58
Cerchiamo di non diventare acidi…
…e intolleranti
Gestione del peso e della dieta
Cibo ed emozioni: Wellness Coaching applicato
L’eccezione consente la regola
6. Bipedi in cerca di equilibrio
60
61
62
63
Siamo un corpo
Le posture
Normale non significa naturale
La posizione seduta
64
65
La posizione ideale non esiste
La deambulazione
68
Una camminata più funzionale
7. La vita è movimento
71
Movimento e intelligenza motoria
Sentire per agire
L’attività fisica per stare bene: varietà e misura
Tutte le qualità sono da allenare
72
73
74
Resistenza generale o aerobica
Ginnastica: efficienza muscolare, coordinazione,
equilibrio
Elasticità
Un semplice programma d’allenamento
Controllare il metabolismo con l’attività fisica
78
79
Si può dimagrire anche a riposo
Molte variazioni, non troppi addominali
Qualche controindicazione c’è sempre
81
Arti inferiori
Tronco, spalle, arti superiori
Colonna vertebrale
Consapevolezza, cenestesi e salute
83
Allenare la consapevolezza corporea
Lo yoga
La danza
Le arti marziali
Esercizi specifici per la consapevolezza
Allenati a Stare Bene
VII
Indice
8. Cavalcare lo stress
89
Si fa presto a dire stress
Lo stress in natura
Lotta, fuga o immobilità?
Fisiologia (semplificata) dello stress
Il mito di Sisifo: perché ci tocca faticare
Lo stress innaturale è quello cronico
Stress e malattia
Lo stress e il mondo delle idee
Cavalcare lo stress
Anche l’ozio vuole la sua parte
Sintomi dello stress
Alcuni mezzi da usare
90
91
92
93
94
95
96
97
98
99
La ristrutturazione del tempo
La scrittura autobiografica
Chiudere il ciclo dello stress: l’attività fisica
Ridurre l’impatto dello stress
La respirazione rilassante
Il rilassamento muscolare
9. Godiamoci il cambiamento
107
Il cambiamento come scelta
Allenarsi a cambiare
108
Conoscere dà sicurezza
Perché cambiare non è semplice
Come cambia il cambiamento
Segnali per il cambiamento
L’equilibrio vitale è dinamico
Finché c’è speranza c’è vita
Elogio della consapevolezza
Aumentare la libertà di scelta
112
113
115
Seconda parte
Il Wellness Coaching e le sue applicazioni
10. Wellness Coaching
119
La funzione del wellness coach
Le domande: l’utilità del dubbio
VIII
120
Trovare il tempo di elaborare
Usare il disagio
Gli obiettivi: dove vogliamo arrivare
122
Il coach alimenta la fiducia
Le azioni: scegliere le tappe del percorso
124
Coltivare l’energia
Allenare la consapevolezza espressiva
Agire in modo globale
Le strategie: la regia del coach
Il cambiamento comincia dal corpo
127
Equilibrio posturale, tensioni muscolari
e viscerali
Approccio iniziale e possibili percorsi
Stimolare l’energia
Migliorare rilassamento e introspezione
Gestire emozioni e pensieri
Il wellness coaching è sinergico alle terapie
11. Dalla teoria alla pratica
133
L’approccio psicosomatico
Il coaching applicato all’osteopatia
In pellegrinaggio
L’utilità del dolore
Rilassare il corpo per comprendere la psiche
La consapevolezza corporea
Approccio attivo e passivo
Il rilassamento muscolare
L’uso del respiro
Il caso di Luca: un approccio
al disagio psicofisico
Dal lavoro sul corpo a quello sulle idee
Conclusione
12. Riflessioni riassuntive
134
135
136
138
139
140
141
142
144
145
147
Alla ricerca dello Stare Bene
La speranza non è magia
Riequilibrare costantemente gli opposti
Scoprire il piacere del viaggio
Allenati a Stare Bene
IX
Indice
Terza parte
Appendici
1. L’umorismo come risorsa
153
Umorismo, corpo e psiche
Umorismo e socialità
L’umorismo come comportamento funzionale
L’umorismo nelle situazioni estreme
L’umorismo in filosofia e psicologia
Effetti collaterali
155
156
157
158
159
2. La satira applicata al Fitness
161
Dai miti ai giorni nostri
Trainer…tutto si fa per te ♫
Il futuro è aperto
165
166
Glossario
169
Bibliografia
187
Indirizzi utili
193
X
Ringraziamenti
Ci sono diverse persone che hanno contribuito in vari
tempi e modi alla mia formazione.
Sono nato in una casa ricca di libri e, anche per questo,
sono grato alla mia famiglia. Voglio poi esprimere la mia
riconoscenza anche nei confronti di autori, insegnanti,
collaboratori, allievi e di tutti coloro che, nell’arco della vita,
mi hanno indotto a riflettere e a fare un po’ di luce su
qualsiasi argomento.
Per quanto riguarda in particolare la nascita di questo libro
desidero ringraziare:
Gianpiero Pescarmona che, con la sua ampia e profonda
conoscenza della medicina e della biochimica, mi ha
confortato riguardo la validità dell’impianto scientifico su cui
si basa questo testo. Giovanna Puglisi, che ha svolto la
funzione di attenta ed implacabile correttrice di bozze.
Monica Gallo, abile e scrupolosa editor, che mi ha aiutato a
prendere maggiore consapevolezza degli avverbi. Infine un
grazie speciale a Patrizia, la mia dolce compagna, che con
amorevole pazienza mi ha fornito l’energia e il sostegno in
tutte le fasi evolutive di questa creatura cartacea.
Resta comunque inteso che ogni eventuale errore presente
in questo testo è imputabile solo a me.
Allenati a Stare Bene
XI
Presentazione
Il libro di Paolo Piazza si inserisce nel grande filone della
descrizione olistica del mondo e dei suoi fenomeni, inclusa la
vita di ciascuno di noi. Il punto di vista da cui l’autore guarda
questo mondo è quello di un preparatore, un wellness coach,
che vorrebbe fare avere alle persone il massimo dell'energia e
del benessere possibile. In linea di principio è facile: tramite
un ciclo che comincia con l'energia solare ogni giorno
possiamo rifornirci di ossigeno e cibo. Ma sta a noi scegliere
se respirare e alimentarci in modo diverso, se mangiare di
meno o muoverci di più e così via agendo anche su emozioni
e pensieri alla ricerca del migliore equilibrio. Il punto nodale
è che per avere energia bisogna non solo procurarsela ma
anche spenderla in un incessante, quotidiano e diciamolo pure
talora faticoso esercizio. L’autore, utilizzando una miscela di
informazioni e di stimoli motivazionali, spiega al lettore che il
benessere nessuno lo può ricevere dagli altri in maniera
passiva ma se lo deve procurare solo accettando di muoversi
in sintonia con l’ambiente, senza mai fermarsi. Nel libro sono
descritti suggerimenti e trucchi per riuscirci, ma starà al
singolo, sulla base delle sue caratteristiche ed esigenze
individuali, la decisione sul percorso esatto da seguire. Una
guida morale oltre che pratica per orientarsi nella difficile
conquista dell'energia e dell’equilibrio.
Gian Piero Pescarmona
Professore di Biochimica Clinica
Università di Torino
Allenati a Stare Bene
XIII
Prima parte
Dall’energia alla psiche:
una visione d’insieme
Se pensi che la cultura sia troppo impegnativa,
puoi sempre scegliere l’ignoranza.
A.I. Donnou.
1. Cultura e allenamento
“Scusmi, noio vulevan savuar:
per andare dove dobbiamo andare,
dove dobbiamo andare?”
Totò (Totò, Peppino e la malafemmina)
La cultura è libertà
Uno dei modi in cui possiamo definirci come esseri umani è
quello di animali non specializzati (spero che il “non
specializzati” non offenda nessuno). Nasciamo infatti inetti,
senza alcuna competenza e, a parte alcuni riflessi in
dotazione, dobbiamo imparare quasi tutto. La nostra natura
indefinita emerge anche da altre caratteristiche. Siamo
onnivori e per avere una buona salute dobbiamo nutrirci con
una grande varietà di alimenti: carne, pesce, uova, latte,
cereali, legumi, frutta, verdura. Siamo in grado di vivere in
situazioni ambientali diametralmente opposte: deserti, lande
ghiacciate, foreste, mare, montagna, metropoli affollate.
Abbiamo molti modi per spostarci nell’ambiente: possiamo
camminare, correre, nuotare, arrampicarci e persino volare,
con l’aiuto della tecnologia.
Tuttavia non avere alcuna predisposizione non è tremendo
come sembra quando è possibile imparare. Infatti non
specializzazione e apprendimento sono le caratteristiche che
ci hanno permesso di adattarci a condizioni di vita molto
diverse e di popolare tutto il pianeta. La capacità di
apprendere è presente in tutti gli organismi viventi, anche a
livello elementare, ed in noi è particolarmente sviluppata.
Soprattutto da piccoli impariamo dalle nostre esperienze
Allenati a Stare Bene
3
Cultura e allenamento
dirette e osservando gli altri, ma questo è comune ad un gran
numero di specie animali. Noi andiamo oltre. Possiamo
acquisire informazioni attraverso un linguaggio complesso.
Siamo capaci addirittura di apprendere leggendo parole e altri
simboli scritti e di trasmettere a nostra volta quello che
abbiamo compreso, senza limiti di tempo o distanza. Pur se
molti animali possiedono forme di comunicazione e di
cultura, queste riguardano informazioni pratiche e semplici: i
tuberi bagnati nell’acqua di mare sono meno sporchi di terra e
più saporiti; usando una pietra si possono rompere le ossa per
mangiarne il midollo.
La cultura umana consente molto di più. Non solo il
passaggio di complicati procedimenti tecnologici, ma anche di
complessi concetti astratti: religione, matematica, filosofia,
giurisprudenza, morale. È accaduto così che cultura e biologia
si siano strettamente intrecciate nell’indirizzare e facilitare lo
sviluppo della specie umana. Infatti la trasmissione culturale,
che è un prodotto dell’evoluzione biologica, è stata
determinante per la sopravvivenza e diffusione dell’homo
sapiens sapiens. Dunque un altro modo che possiamo usare
per definirci, senza dubbio più gratificante del precedente, è
quello di animali culturali.
A questo punto si potrebbe dire che in fondo anche noi
abbiamo una specializzazione, quella di apprendere. Dover
imparare quasi tutto significa possedere enormi potenzialità,
non avere un destino così definito, essere meno vincolati da
riflessi e reazioni ancestrali. All’inizio della nostra vita
assorbiamo semplicemente gli stimoli, le informazioni, la
cultura che provengono dall’ambiente e dalle persone che di
noi hanno cura. Crescendo siamo in grado di selezionare, di
scegliere quello che più desideriamo imparare e comprendere.
Da soggetti culturali solo passivi abbiamo la possibilità di
diventare sempre più attivi nel decidere cosa, quanto e come
imparare.
Quello che siamo dipende in gran parte, oltre che dalla
fortuna e dall’eredità genetica, anche da quello che sappiamo.
4
Salute, emozioni, pensieri e azioni hanno radici nutrite dalla
conoscenza che possediamo riguardo a noi ed al mondo.
Inoltre l’apprendimento non è un processo limitato nel tempo
e quello che ancora non sappiamo possiamo sempre
impararlo, a qualunque età. Quando ci rendiamo conto che
alcuni aspetti della nostra vita sono insoddisfacenti, con
buona probabilità possiamo fare qualcosa per cambiare, per
modificare la situazione o renderne meno penoso il vissuto.
La mancanza di specializzazione e la capacità culturale ci
rendono allo stesso tempo ricchi di risorse, bisognosi di
conoscenza e complessi nel funzionamento. In particolare la
mente umana rappresenta la massima espressione di
complessità in natura. Scaturisce dall’insieme di struttura
fisica, aspetti emozionali e capacità cognitive, ma viene anche
plasmata dalle continue influenze ambientali e dalle scelte che
facciamo. Solo allenandoci ad apprendere e a diventare
strumenti di noi stessi possiamo giocare al meglio le nostre
carte, aumentando la competenza con cui ci muoviamo nel
mondo e determinando in buona misura il nostro stare bene.
Se comprendiamo meglio il nostro funzionamento, sia
come esseri umani che come individui, possiamo compiere
scelte più adatte a noi, confrontarci in modo più costruttivo,
condurre una vita più appagante, elaborare, al contrario di
Totò, domande utili a vivere meglio.
Sapere non basta, bisogna allenarsi
Il tema di questo libro è che il concetto di allenamento può
essere applicato allo Stare Bene, una condizione che riguarda
l’individuo in senso globale e non soltanto gli aspetti
salutistici, estetici e prestativi. Lo stare bene non è uno stato
definitivo, non implica necessariamente l’assenza di malattia
o di difficoltà, non coincide sempre con l’agiatezza o col
piacere. La vita, come asserisce Popper, è risolvere problemi.
Lo stare bene è parte di un processo continuo e consapevole
lungo il quale affrontiamo situazioni più o meno favorevoli
Allenati a Stare Bene
5
Cultura e allenamento
avendo le occasioni per mettere in atto le nostre potenzialità.
È ovvio che un certo livello di salute, gratificazione e
sicurezza sia necessario, ma concentrarsi solo sulla ricerca di
una presunta, instabile e spesso indotta idea di felicità vuol
dire di fatto rinunciare alla maggior parte della vita. La vita
scaturisce dalla continua circolazione di energia, è
infinitamente ricca, dinamica e conflittuale. Cercare di
comprenderne gli aspetti più affascinanti, tra cui metterei al
primo posto la scoperta di noi stessi, è il modo migliore per
ampliare le possibilità di auto realizzazione. Stare bene
significa, a mio avviso, tendere all’equilibrio ed alla crescita
personale imparando a godersi il percorso e ad accettare gli
inevitabili ostacoli.
Ho scelto il termine allenamento per due motivi. Il primo è
che il corpo occupa un ruolo centrale nello stare bene.
Essendo prima di tutto creature biologiche, la sua cura è una
condizione necessaria, anche se non sufficiente, per
sviluppare e mantenere un buon equilibrio psicofisico. Il
secondo è che il termine “Allènati”, molto più che il semplice
“Impara”, rimanda a caratteristiche come impegno,
ripetizione, continuità, verifica. Procedure semplici possono
essere imparate anche in poco tempo e senza sforzo, mentre
una condizione articolata e mutevole come lo stare bene
decade in fretta se non ci si esercita costantemente.
Posture, emozioni, abitudini o idee disfunzionali, di fatto si
rinforzano tra loro creando malessere ed esaurendo il nostro
patrimonio energetico. Allenarsi a stare bene è possibile a
patto di avere conoscenze corrette per muoversi nelle
direzioni giuste e motivazioni adeguate per attuare un
percorso di cambiamento.
Un approccio che tenga ragionevolmente conto delle nostre
molteplici sfaccettature deve impiegare più mezzi
complementari e sinergici per favorire l’equilibrio ed un
migliore uso dell’energia: attività fisica, tecniche di
respirazione e rilassamento, cura dell’alimentazione, percorsi
6
di formazione e crescita personale. La conoscenza va
comunque sempre tradotta in azioni consapevoli.
Ognuno degli argomenti esposti nei prossimi capitoli
potrebbe essere trattato in più volumi, questo testo dunque
non pretende affatto di essere esauriente. L’obiettivo è
piuttosto quello di stimolare la curiosità, di fornire una visione
semplificata ed al tempo stesso organica di quelli che ritengo
siano gli aspetti principali di un allenamento in direzione
dello stare bene. A meno di avere una esagerata propensione
verso il “pensiero magico”, sono sufficienti un minimo di
conoscenze teoriche e di esperienza di vita per comprendere
che non esistono soluzioni semplici ed univoche per risolvere
situazioni complesse e molto articolate. Quindi, per rendere
maggiormente proficua la lettura e mantenere una rotta
corretta, vorrei cominciare chiarendo alcuni punti che ritengo
fondamentali.
Mezzo e fine non vanno confusi
Accade spesso di confondere i mezzi con i fini in base al
principio ingenuo del “di più è meglio”. Se una certa quantità
di corsa, di meditazione o di un dato alimento ci dà benessere,
raddoppiarla o triplicarla non ci porta benefici proporzionali,
anzi, di frequente può causare effetti collaterali come usura
articolare, distacco dalla realtà o disturbi di vario genere. Lo
stare bene come fine si basa sulla ricerca della completezza e
dell’equilibrio. Lo yoga, l’attività fisica, il mangiar sano sono
sicuramente salutari, ma, a meno di non essere un santone, un
atleta professionista o di avere una malattia metabolica grave
non dovrebbero trasformarsi nello scopo ultimo della vita.
Quando i “mezzi” cominciano ad occupare la maggior parte di
tempo, pensieri ed energie, cresce, come per i farmaci in
eccesso, l’effetto tossico e si crea una forma di dipendenza
che riduce la nostra libertà di scelta invece che aumentarla.
Allenati a Stare Bene
7
Cultura e allenamento
Non si può stare sempre bene (teoria del semaforo)
Un altro punto fondamentale per un buon equilibrio è non
pretendere di potere o dovere stare sempre bene. Uno dei più
frequenti motivi di malessere deriva infatti dal coltivare
aspettative irreali. La vita è contraddistinta da dinamismo ed
imprevisti, non da staticità e rigidi schematismi. I pensieri che
coltiviamo e le scelte che facciamo influenzano senza dubbio
lo stato vitale, ma per quanto possano essere positivi non ci
danno l’immunità assoluta. Così come rispettare il semaforo
riduce la possibilità di incidenti, ma non esclude che si possa
essere investiti passando col verde, la consapevolezza di sé, il
rispetto della salute fisica e la ricerca dell’equilibrio mentale
aumentano di molto la probabilità di stare bene, ma non ci
forniscono una protezione totale.
Molti immunologi sostengono che l’eccesso di igiene e di
sterilità dell’ambiente siano una causa di mancata efficienza
del nostro sistema immunitario e che questa abbia dato luogo
al notevole aumento di allergie ed intolleranze che si è
verificato negli ultimi anni. Una tesi analoga è sostenuta da
psicologi e pedagogisti per quanto riguarda genitori troppo
protettivi e/o permissivi che rendono i figli incapaci di
reggere le normali frustrazioni della vita. Si può dedurne che
malattie, difficoltà e sofferenze rappresentino condizioni non
solo inevitabili, ma addirittura necessarie per affrontare il
mondo reale, per allenare i naturali meccanismi di difesa e
sviluppare il nostro potenziale.
Lo stare bene è un processo continuo
Lo stare bene scaturisce da processi vitali durante i quali gli
equilibri vengono continuamente persi e ritrovati, quindi si
tratta di una ricerca che dura quanto la vita. Non esiste un
punto d’arrivo perché tutto, noi compresi, cambia senza sosta.
Però allenandoci a comprendere meglio chi siamo e
l’ambiente che ci circonda, possiamo aumentare giorno per
giorno la realizzazione delle nostre potenzialità e la libertà di
scelta. Attraverso lo sviluppo della consapevolezza ed un
impegno costante acquisiamo il potere di spostare più in là i
8
nostri limiti, mettere in risalto le qualità, gestire con più
efficacia i punti critici anche imparando ad accettarli.
Le strategie vanno adattate alle persone
Per far funzionare le cose è importante avere le informazioni
giuste. Però, per quanto riguarda lo stare bene, non si tratta
solo di imparare delle ricette, ma di sviluppare allo stesso
tempo una maggiore consapevolezza. L’attenzione dunque va
posta non solo al fare, ma anche al sentire. Si tratta di un
percorso durante il quale azione, osservazione di sé e
riflessione si completano e alternano, affinando nel tempo la
nostra qualità di vita. Le strategie che possiamo attuare per
stare bene, così come accade con le medicine, vanno quindi
sempre adattate, con una posologia che può variare anche di
volta in volta, a seconda del nostro stato. Solo la conoscenza
di noi stessi può permetterci di farlo con una certa precisione.
Nel lavoro di formazione, in qualunque campo, è un migliore
professionista colui che non si limita a trasferire delle
competenze, ma che favorisce lo sviluppo di una maggiore
consapevolezza negli allievi. Perché, anche se guidati da una
persona preparata, siamo noi e solo noi che possiamo trovare
la giusta misura. In fondo, come asseriva Carl Rogers
“Ognuno di noi è il migliore esperto mondiale di sé stesso!”.
Nessuno è perfetto
Lo stare bene ha molti “nemici”. Tra i più comuni c’è il
bisogno estremo di controllo. Questo, a sua volta, nasce da
un’idea di pretesa, e irraggiungibile, perfezione. Senza dubbio
possiamo controllare in grande misura alcuni fattori. Siamo
quasi sempre in grado di scegliere cosa mangiare, se fare o no
attività fisica ed in che modo, quali informazioni
approfondire, che persone frequentare, che obiettivi e valori
coltivare, a quali modelli ispirarci. Su molti fattori non
abbiamo alcun controllo: traffico, clima, economia, mode,
epidemie, solo per citarne alcuni. Infine esercitiamo un
controllo parziale e molto variabile sulle persone: partner,
figli, amici, vicini, colleghi. In qualche modo sono tutti
Allenati a Stare Bene
9
Cultura e allenamento
influenzati dal nostro comportamento, ma non per questo
corrispondono sempre alle nostre aspettative. Infine una delle
più subdole forme di controllo è quella che esercitiamo su noi
stessi, quando, in modo più o meno conscio, censuriamo
emozioni e pensieri. Quando non ci diamo il permesso di
sentire e agire.
Anche se allenarsi a stare bene implica lo sviluppo di
conoscenze e capacità di gestirsi, credere di poter
comprendere e controllare ogni cosa è una notevole fonte di
frustrazione e di dispendio energetico. Inoltre la tensione
eccessiva verso un qualunque obiettivo ne rende sempre più
difficile il raggiungimento. Come risulta evidente dalla
pratica sportiva e spesso anche nella vita quotidiana, esiste per
ognuno di noi un certo ambito di attivazione che ci consente
di agire in modo ottimale. Al di sopra o al di sotto il nostro
rendimento si riduce.
Tuttavia un certo livello di controllo è necessario e utile
per realizzare le componenti più evolute di noi stessi e vivere
in maggiore armonia con l’ambiente. Dunque questo non è
certamente un invito alla approssimazione ed alla faciloneria,
ma piuttosto ad un migliore utilizzo dell’energia. Se è vero,
per dirla con Leopardi, che “Non c’è nulla di meno savio e
filosofico che volere savia e filosofica tutta la Vita”, almeno
nella nostra di vita, un maggiore equilibrio possiamo sempre
svilupparlo.
10
2. Energia io vo cercando
Nulla si crea e nulla si distrugge,
ma tutto si incasina.
Arthur Bloch
La vita è energia organizzata
Il ciclo dell’energia disegna la storia della Vita ed anche la
storia degli esseri umani. Nel corso dei millenni la lotta per le
fonti energetiche (acqua, grano, bestiame, petrolio, uranio,
informazione, ecc) infatti ha generato e continua a generare
conflitti ferocissimi tra uomini, stati e lobby sovranazionali.
Gli esseri umani, come tutti gli organismi viventi, sono
definibili come “sistemi aperti”. Questo significa che la
nostra esistenza e la nostra salute dipendono dal continuo
scambio di energia con l’ambiente. L’energia è multiforme: lo
è la luce come la materia, le azioni come le idee, il cibo come
le informazioni. L’energia indispensabile per vivere ci è
fornita dagli elementi chimici contenuti in acqua, aria e
alimenti. Con essi rigeneriamo le cellule corporee, ne
costruiamo di nuove e ricaviamo anche il “carburante”
essenziale al loro funzionamento. Altre forme di energia
fondamentali per la nostra sopravvivenza e benessere sono
quella luminosa e termica, fornite perlopiù dal sole, e quella
meccanica determinata dalla forza di gravità. In realtà
notevoli scambi energetici avvengono in ogni forma di
relazione: nei rapporti affettivi, positivi o negativi che siano,
con gli estranei, per quanto possano sembrarci neutrali, nel
contatto con gli animali e con la natura, anche le informazioni
Allenati a Stare Bene
11
Energia io vo cercando
che riceviamo dai mass media influenzano visione del mondo
e livello di energia. Insomma, la nostra vita dipende
strettamente dal contesto ambientale e acquista il suo pieno
significato solo all’interno di esso. Tuttavia la relazione più
forte e più costante la sviluppiamo con noi stessi. A seconda
di comportamenti, pensieri, emozioni e parole prodotti,
possiamo gestire con efficacia molto diversa il patrimonio
energetico di cui disponiamo. Coltivandolo con cura siamo in
grado di porci in modo più attivo e positivo nei confronti di
noi stessi, degli altri e dell’ambiente che ci circonda, di
adattarci con minore difficoltà a mutamenti improvvisi e
importanti. Trascurandolo invece rendiamo più faticoso non
solo affrontare situazioni eccezionali, ma spesso, ed in modo
maggiormente penoso, anche la normale quotidianità. Quando
la circolazione energetica viene alterata, il che avviene di
frequente a causa degli scambi con l’ambiente e delle nostre
naturali fluttuazioni psicofisiche, si viene a creare uno
squilibrio. Questo al di sopra di una certa soglia diventa una
sensazione cosciente che si manifesta come disagio, anche se
a volte non ben definito. Se lo squilibrio supera una certa
entità, perché insorge in modo acuto o perché è stato
trascurato a lungo ed ha avuto tempo di amplificarsi, si
trasforma in malattia. Da ciò deriva l’importanza di una
periodica manutenzione che riguardi tutte le componenti che
ci rendono quello che siamo: corpo, emozioni e idee.
La nostra energia è l’ATP
Ogni cellula ha bisogno di ATP (adenosin trifosfato) per
vivere e funzionare, si tratta di una molecola ricca di energia.
Le sostanze composte (ossigeno, acqua, glucosio, grassi e
aminoacidi) che arrivano alle cellule tramite la circolazione
sanguigna, vengono da queste trasformate in ATP, che è il
solo tipo di “benzina” che possono utilizzare per svolgere i
loro innumerevoli compiti. Un po’ come se le auto fossero
anche in grado di raffinare da sole il petrolio introdotto nel
serbatoio. In particolare è il glucosio il carburante di cui
hanno più necessità, non per niente ne esistono ampi depositi
12
negli organi più attivi: fegato, cervello e muscoli. Il bisogno
di ATP è incessante perché le cellule lavorano senza sosta. In
ogni istante assimilano, trasformano, producono ed eliminano
una grande quantità di sostanze. In più, in funzione della
specializzazione, svolgono compiti specifici: quelle muscolari
si contraggono, quelle nervose trasmettono impulsi elettrici,
quelle ghiandolari producono ormoni. Qualunque attività
(digerire, adeguare il corpo ad un cambio di temperatura,
emozionarsi o anche solo pensare) ha un costo energetico che
viene sommato a quello base, cioè quello minimo per
mantenere le funzioni vitali.
La differenza la fa il cervello
L’essere umano moderno è un tantino più evoluto e
complicato della media dei viventi, anche se dal punto di
vista del corredo genetico è simile agli scimpanzé per il
98.5% ed agli invertebrati per il 93%!
L’evoluzione degli esseri umani è legata all’aumento di
complessità del sistema nervoso. Nell’arco di tre milioni di
anni, cioè dalla comparsa dei primi ominidi fino a circa
100mila anni fa, quando siamo apparsi noi, ultimi esponenti
del genere Homo (homo sapiens sapiens), la massa del
cervello è triplicata fino ad arrivare a circa 1350 cc, che
rappresentano la nostra dotazione attuale. Questa crescita è
potuta avvenire anche grazie ad una alimentazione che nel
tempo è diventata più ricca di energia, in particolare proteine
e grassi animali. L’incremento del volume cerebrale, in
particolare della corteccia, ha infatti rappresentato una voce
significativa nella crescita dei costi energetici dell’organismo.
Negli esseri umani adulti il cervello, che rappresenta il 2% del
peso corporeo, incide a riposo per il 20% sui costi metabolici
totali. Nello scimpanzé, l’animale geneticamente più vicino
agli umani, il costo scende al 9%. Così come avviene per i
muscoli durante il movimento, in funzione del livello di
attivazione e delle necessità energetiche delle diverse aree
cerebrali, cresce o diminuisce l’apporto di ossigeno e
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Energia io vo cercando
glucosio. Indagini di laboratorio mostrano come il flusso di
sangue nel cervello venga dirottato svolti verso le varie zone
della corteccia a seconda dei compiti svolti: occipitali
(osservare), parietali (ascoltare), prefrontali (muoversi) o
frontali (pensare). Se ossigeno e glucosio scarseggiano, le
cellule nervose si dimostrano particolarmente vulnerabili
perdendo subito efficienza e, se la carenza è prolungata per
alcuni minuti, subendo danni irreversibili.
Il s. n. vegetativo regola l’energia
Esiste una parte del sistema nervoso che prende il nome di
autonomo o vegetativo (SNV). Il suo compito è quello di
regolare le funzioni di tutti gli organi interni, sia a riposo che
in attività, in accordo con le richieste ambientali. Il SNV è
diviso in due rami che regolano la gestione energetica in
modo opposto e complementare. Il simpatico favorisce la
produzione di energia e dunque prevale quando è necessario
uno stato di maggiore attivazione. Libera adrenalina e ormoni
che facilitano l’immissione nel circolo sanguigno di grassi e
glucosio depositati in tessuto adiposo, fegato e muscoli,
accelera cuore e respiro, aumenta tono muscolare, attenzione
e riflessi. Il parasimpatico invece è più attivo nelle fasi di
tranquillità e nel sonno, la sua azione è coadiuvata dalla
secrezione di acetilcolina, insulina, ormoni sessuali e
serotonina. In questo modo rallenta le funzioni cardiaca e
respiratoria, riduce il tono muscolare, stimola i processi
digestivi, di assimilazione e di reintegrazione dei depositi di
grassi e glucosio. In sostanza il simpatico aumenta lo stato di
attivazione ed il consumo di energia, mentre il parasimpatico
agisce in direzione opposta rendendo possibili i processi di
rigenerazione. Una equilibrata sinergia tra queste due
componenti del SNV ci permette di adattarci in modo efficace
alle richieste dell’ambiente, attivandoci o recuperando quando
è necessario. Negli stati di stress protratto si manifesta una
prevalenza dell’attività simpatica, che tende a perdurare anche
quando l’impegno è finito e potremmo rilassarci. In modo più
o meno consapevole continuiamo a mantenere uno stato di
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all’erta, spesso immotivato, disperdendo energia inutilmente.
Da questa tendenza deriva un insieme di sintomi: disturbi
digestivi e del sonno, tensioni muscolari, senso di fatica,
irritabilità, ansia. D’altra parte se riusciamo a dedicare del
tempo ad attività piacevoli e rigeneranti favoriamo il ramo
parasimpatico ed il riequilibrio energetico.
Il nostro stile di vita influenza in misura notevole
l’equilibrio neuroendocrino e la condizione psicofisica. Una
adeguata competenza nella gestione dell’energia si rivela
dunque indispensabile per godere di buona salute. Tuttavia, se
il nostro obiettivo è stare bene, non è sufficiente dedicare
attenzione al corpo, allo stesso tempo dobbiamo allenare
anche pensieri ed emozioni.
Essere evoluti complica la vita
Con l’aumento di complessità del cervello crescono anche le
complicazioni. Per stare bene, in senso globale, non ci
bastano le forme di energia essenziali. Avere una corteccia
cerebrale più voluminosa ci ha permesso di evolverci, almeno
in potenza, rispetto agli altri animali e ci ha anche portato a
sviluppare bisogni definibili come superiori. Cibo, riposo,
sesso, sicurezza fisica sono condizioni necessarie ma non
sufficienti per sentirci realizzati. Abbiamo bisogno di altri
fattori: autostima, ruolo sociale, relazioni emotivamente
gratificanti, interessi, valori e in particolare significati. La
notevole attività mentale ci rende piuttosto mutevoli e
vulnerabili, può portarci a gioire o soffrire come nessun altro
essere vivente. L’aumento di complessità si riflette anche nel
rapporto con noi stessi, con gli altri e con l’ambiente. Corpo e
psiche si influenzano in modo costante e reciproco. Dunque
la salute o la malattia ci coinvolgono sempre in modo globale,
quello che può cambiare è la direzione secondo la quale si
sviluppano. Quando la direzione è psicosomatica lo squilibrio
o il riequilibrio energetico iniziano a livello psichico e si
manifestano quindi a livello corporeo, quando è
somatopsichica avviene il contrario.
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Energia io vo cercando
Comprendere e gestire il ciclo dell’energia
Lo sviluppo tecnologico e sociale ci ha portato a creare
condizioni ed esigenze di vita sempre più artificiali. Troviamo
normale spendere tempo e denaro per usare tecnologie
estremamente sofisticate, senza che queste in realtà ci
procurino un significativo benessere. Per stare bene e per
essere più appagati dovremmo conoscere meglio il nostro
funzionamento (prima che quello del cellulare), sapere in
quale modo destabilizziamo l’equilibrio d’insieme e come
possiamo ricrearlo. Tutto comincia dalla comprensione dei
nostri processi energetici e dei vari fattori che li influenzano.
Il corpo
Siamo innanzitutto creature biologiche ed abbiamo sviluppato
un’elevata attività psichica in conseguenza delle nostre
caratteristiche anatomiche e fisiologiche, è importante quindi
partire da una conoscenza del nostro organismo, perché non
possiamo essere umani felici se prima non siamo animali
felici. Il corpo è composto da un insieme di strutture in stretta
relazione tra loro: scheletro, muscoli, tessuti, organi, sistemi.
Tra questi ultimi quello neuroendocrino riveste un’importanza
particolare in quanto interviene nella regolazione di ogni
attività vitale conscia o inconscia. Il corpo ci mette in
relazione con l’ambiente attraverso i sensi ed il movimento,
dà origine alla mente, influenza ogni forma di apprendimento,
di esperienza, di emozione e di pensiero. La conoscenza ed il
rispetto delle regole generali, che governano fisiologia e
processi energetici è quindi la base indispensabile sulla quale
possiamo costruire il nostro stare bene.
Respirazione
La respirazione è la nostra prima fonte di energia. Possiamo
vivere pochissimi minuti senza respirare e le cellule sono in
grado di lavorare in modo adeguato e di rigenerarsi solo se
ricevono ossigeno sufficiente. Soprattutto le cellule nervose
sono sensibili alla carenza di ossigeno. La respirazione
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dipende da una notevole quantità di fattori non solo fisici, ma
anche psicologici. Per questo motivo posture quotidiane e
stress esercitano in vari modi un’influenza limitante
sull’efficienza respiratoria.
Acqua ed alimentazione
Da acqua e cibo deriva la nostra seconda fonte di energia.
Siamo composti al 60% di acqua e solo in condizioni di
sufficiente idratazione le cellule sono in grado di funzionare
ricavando ATP dagli alimenti. Per cui, anche avendo cibo a
disposizione, possiamo vivere pochissimi giorni senza bere
prima che il ciclo energetico si interrompa. Senza mangiare la
sopravvivenza si può allungare fino a due settimane o poco
più soprattutto in funzione della quantità di energia contenuta
nei depositi di tessuto adiposo.
I processi digestivi hanno però anche dei costi che
cambiano in funzione di cosa, come e quanto mangiamo. Ad
esempio l’organismo consuma più energia se mangiamo più
proteine, se mangiamo troppo in un singolo pasto, se
mangiamo in fretta o quando non siamo abbastanza rilassati.
Il sistema digerente è in forte competizione con quello
nervoso nell’accaparramento dell’energia a disposizione.
Quindi mangiare male dirotta sangue, in quantità e per tempi
maggiori, verso stomaco, fegato e intestino diminuendo la
disponibilità di ossigeno e nutrienti per l’attività nervosa.
Posture e deambulazione
Posture e deambulazione si influenzano a vicenda e
rappresentano delle notevoli, benché spesso non evidenti,
fonti di disfunzioni organiche e di dispendio energetico.
Vivendo in un ambiente costruito artificialmente è normale
che si sviluppino squilibri posturali e modificazioni nel modo
naturale di camminare. Le cattive posture limitano l’efficienza
respiratoria, costringono i muscoli a sviluppare lunghezze e
tensioni anomale, favoriscono la comparsa di stati mentali
negativi. La deambulazione, che è un fattore centrale nel
funzionamento psicofisiologico, ha effetti perturbatori simili.
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Energia io vo cercando
Alterare la camminata naturale, come di fatto avviene con
estrema frequenza, comporta nel tempo problemi non solo di
tipo articolare e muscolare, ma riguardanti anche attività
circolatoria, respiratoria e viscerale. Poiché a causa del tipo
di vita che conduciamo gli squilibri tendono a riformarsi,
posture e modo di camminare sono da rivedere con regolarità
in quanto esercitano un effetto diretto sulla salute generale e
sul bilancio energetico.
Movimento
La giusta attività fisica, in termini di quantità e qualità,
esercita una serie di influenze positive sul ciclo dell’energia.
Migliora l’assorbimento e la circolazione dell’ossigeno, rende
più efficiente la coordinazione neuromuscolare, riequilibra le
tensioni muscolari e posturali, mantiene efficienti visceri ed
organi, scarica lo stress psicologico. Ovviamente la
mancanza, gli eccessi o la pratica scriteriata comportano
squilibri, fenomeni di usura ed un effetto negativo sul bilancio
energetico globale.
Mente e psiche
La mente è un’entità che emerge dalla complessità del sistema
nervoso e, più in generale, dal corpo, cioè da strutture
biologiche. Processi emotivi e razionali, consci e inconsci,
formano la parte immateriale della mente, che in questo testo
verrà definita come psiche. La componente psichica che
riusciamo a gestire in modo più diretto è la ragione, ad
esempio lo studio rappresenta una forma di allenamento della
componente razionale. Anche gli stati emotivi possono essere
allenati, ma per lo più indirettamente e con maggiore
difficoltà. La parte emotiva del cervello è evolutivamente più
antica e, in un certo senso, meno accessibile di quella
razionale. Tuttavia pensieri ed emozioni si influenzano in
modo reciproco, quando sono mal gestiti ci rendono più
vulnerabili nei confronti dell’ambiente e spesso anche di noi
stessi. In tal caso rappresentano un costo energetico notevole
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sia di per sé, sia perché inducono a scelte e comportamenti
non salutari.
Emozioni
Gli stati emotivi forniscono energia alle nostre azioni.
Condizionano funzioni fisiologiche e psicologiche:
sensazioni, pensieri, comportamenti. Valutazioni, processi
decisionali, relazioni con gli altri e senso di benessere si
modificano in funzione dell’emozione vissuta. L’energia delle
emozioni incontrollate può cambiare sensazioni e pensieri con
notevole velocità e violenza. Dunque gli stati emotivi sono
efficaci solo se risultano calibrati in funzione degli
avvenimenti e dei contesti. Lo scarso controllo o, all’opposto,
la repressione delle emozioni rappresentano un problema sia
nel rapporto con sé stessi che con gli altri, inoltre a livello
fisiologico comportano forti attivazioni organiche ed un
notevole dispendio energetico.
Ragione e linguaggio
I pensieri sono sempre collegati agli stati emotivi, ne sono
fortemente condizionati e in parte riescono ad influenzarli.
Nella produzione di pensieri articolati è fondamentale il ruolo
di un linguaggio complesso, caratteristica esclusiva della
nostra specie, la sua evoluzione ha rappresentato un fattore
cruciale per la coesione e la sopravvivenza dei gruppi umani.
Il linguaggio, anche se si basa su dei simboli e non su
elementi concreti, possiede una notevole energia, tanto è vero
che è in grado di suscitare potenti emozioni. Le parole che
usiamo contribuiscono a descrivere il mondo, noi inclusi, e ne
costruiscono l’immagine nella nostra mente. Addirittura,
quando le parole riescono ad evocare paure o speranze,
possiamo arrivare a credere più a loro che a fatti evidenti.
Poiché i pensieri modellano la nostra realtà, se abbiamo idee e
convinzioni disfunzionali derivate da conoscenze scarse o
errate, non possiamo che produrre azioni dispendiose,
inefficaci o addirittura dannose.
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Energia io vo cercando
Ambiente
L’ambiente incide in modo particolare sul bilancio energetico
e sull’equilibrio quando ci impone sollecitazioni continue o
adattamenti importanti. Lo stress, che in dosi moderate è
necessario per mantenere una buona funzionalità, soprattutto
nelle città supera spesso i limiti sopportabili e tende a
diventare cronico aumentando la fatica e abbassando le difese
immunitarie. In tal modo contribuisce, come importante
concausa, ai malesseri e alle malattie che si manifestano con
frequenza sempre maggiore.
Stress naturale, artificiale e relazionale
Le variazioni di clima, temperatura, altitudine, luminosità,
soprattutto se repentine, obbligano l’organismo ad uno sforzo
supplementare per adattarsi al cambiamento. Anche se
naturali comportano uno stress, i malesseri legati ai cambi di
stagione sono emblematici. In ambito metropolitano il
traffico, i rumori, l’inquinamento, i ritmi, il lavoro, procurano
ogni giorno un eccesso di stimoli e di vere e proprie tossine
che avvelenano fisico e psiche, mantenendoci in uno stato di
attivazione accentuato e protratto. A questi fattori possiamo
anche aggiungere le cattive notizie così enfatizzate dai media.
Non ultime sono ancora da considerare le interazioni con gli
altri. In tutti i rapporti interpersonali avvengono scambi di
energia e, purtroppo, a volte sono in perdita.
Missione possibile?
Stiamo bene quando corpo, psiche e ambiente sono in
armonia. Si tratta di una condizione complessa da raggiungere
ed anche piuttosto instabile a causa delle continue
trasformazioni che avvengono al di fuori e all’interno di noi.
Non si può dunque parlare di soluzioni semplici. Tuttavia,
anche se l’equilibrio vitale è così dinamico e in parte
imprevedibile, l’obiettivo del buon vivere vale senz’altro il
nostro impegno. È ovvio che le possibilità di gestire noi stessi
siano maggiori rispetto a quelle di influenzare l’ambiente, ma
anche il mondo che ci circonda reagisce agli stimoli che gli
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forniamo. Lo sforzo che possiamo fare quindi è quello di
prenderci cura di noi in modo da mantenere una buona
condizione fisica e da equilibrare la mente. Riducendo le
incoerenze tra corpo, emozioni e pensieri, l’energia
disponibile viene incrementata e canalizzata. Questo processo
non solo ci mette in grado di interagire con più efficacia
all’interno della nostra sfera vitale, ma anche di trarre
maggiore soddisfazione nella vita quotidiana.
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