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Diapositiva 1 - 6° Istituto Comprensivo Padova

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Diapositiva 1 - 6° Istituto Comprensivo Padova
INDICAZIONI NAZIONALI PER IL CURRICOLO
DELLA SCUOLA DELL’INFANZIA E DEL
PRIMO CICLO DI ISTRUZIONE
REVISIONE 2012
LE NOVITA’ RISPETTO AL 2007
FRANCA DA RE
In questo documento vengono analizzate le principali novità
e differenze del testo delle Indicazioni 2012, rispetto a
quello del 2007.
Gli aspetti che non vengono presi in considerazione, si
intendono quindi in sostanziale identità e continuità tra i
due testi
LA PREMESSA
I NUOVI SCENARI
 Richiamo alla funzione educativa in senso lato della scuola in
presenza dell’indebolimento di altre funzioni educative e necessità
di educare i giovani a “stare al mondo”.
 Società sempre più plurali e necessità di relazionarsi con
l’intercultura. Le differenze rappresentano una ricchezza, ma anche
la possibilità di nuove emarginazioni.
 Diffusione delle nuove tecnologie
e conseguente maggiore
accessibilità ai saperi. La scuola non ha più il monopolio delle
informazioni. Fare scuola è mettere in relazione l complessità dei
nuovi modi di apprendere con la guida quotidiana al metodo, ai
media, alla ricerca multidimensionale.
 Necessità di creare saperi e competenze di base che fondano tutti gli
altri apprendimenti. Necessità di dare a tutti gli alunni la possibilità
di accesso ai media, dato che le condizioni personali di ciascuno
sono in questo senso molto diverse.
Scuola, Costituzione, Europa
•Richiamo al testo della Costituzione per una scuola dell’autonomia (art. 117)
che garantisce l’uguaglianza delle opportunità (art. 3), il diritto alla studio
(art. 32, la libertà di insegnamento (art. 33), la collaborazione con le famiglie
(art. 30) e con gli altri ambiti dove si sviluppa la personalità (art. 2).
•L’autonomia prevede l’azione autonoma delle scuole, il ruolo dello stato nel
determinare gli obiettivi comuni, le discipline e gli orari obbligatori, gli
standard di qualità del servizio, il sistema di valutazione e controllo del
servizio stesso.
•Le Indicazioni Nazionali fissano gli obiettivi generai e gli obiettivi di
apprendimento e i traguardi di sviluppo delle competenze per ogni disciplina
e campo di esperienza.
•Richiamo esplicito alla Raccomandazione europea del 18.12.2006 e alle
otto competenze chiave per la cittadinanza e l’apprendimento permanente.
Le Indicazioni, nel processi di elaborazione e verifica dei propri obiettivi e nel
confronto con gli altri sistemi scolastici europei, intendono consolidare le
competenze culturali basilari irrinunciabili per promuovere progressivamente
nel corso della vita le competenze chiave
Profilo dello studente
 La scuola italiana è caratterizzata da un approccio pedagogico che cura la
centralità della persona.
 La scuola del primo ciclo riveste un ruolo fondamentale nella biografia
delle persone.
 La scuola dovrebbe attivare metodi didattici che promuovano le massime
potenzialità e risorse degli alunni.
 Vanno posti attenzione e riconoscimento agli apprendimenti diffusi fuori
dalla scuola e mediante i media (saperi non formali e informali).
 La generalizzazione degli istituti Comprensivi favorisce le condizioni per
una scuola unitaria di base che prenda in carico gli alunni dai tre ai
quattordici anni e riconduca tutti i diversi apprendimenti in un unico
percorso strutturante.
 Il Profilo dello studente descrive le competenze essenziali nelle discipline e
per l’esercizio della cittadinanza da conseguire alla fine del primo ciclo e
costituisce l’obiettivo generale del sistema formativo ed educativo
italiano.
ORGANIZZAZIONE DEL CURRICOLO
Dalle Indicazioni al Curricolo
 Le Indicazioni costituiscono il quadro di riferimento per la
progettazione curricolare affidata alle scuole. Sono un testo aperto
che le scuole devono contestualizzare elaborando specifiche scelte
relative a contenuti, metodi, organizzazione, valutazione, coerenti
con i traguardi formativi previsti dal documento.
 Il curricolo è espressione dell’autonomia didattica e di ricerca delle
scuole e deve essere formulato con riferimento al profilo dello
studente al termine del primo ciclo, ai traguardi di sviluppo delle
competenze e agli obiettivi di apprendimento specifici delle
discipline/campi di esperienza.
 Le scuole adottano liberamente i percorsi, le esperienze, le scelte
didattiche, le strategie più idonee, con attenzione all’integrazione
delle discipline e la loro possibile aggregazione in aree.
Aree disciplinari e discipline
 Le discipline non sono aggregate in modo precostituito in aree. Va favorita
tra esse la massima integrazione e trasversalità. L’eventuale aggregazione
in aree è lasciata alle scuole nella loro autonomia di scelta nei curricoli e
nei percorsi didattici.
 Va comunque ricercato un apprendimento non lineare e frammentato di
contenuti, ma realizzate attività significative vicine e contestualizzate
nell’esperienza, dove strumenti e metodi delle discipline si confrontino e si
integrino.
Continuità e unitarietà del curricolo
 Va perseguita la continuità e unitarietà del curricolo dai tre ai quattordici
anni, sfruttando anche l’opportunità della generalizzazione degli Istituti
Comprensivi.
 La scuola dell’infanzia accoglie, promuove e arricchisce l’esperienza vissuta
dei bambini in una prospettiva evolutiva.
 Nella scuola del primo ciclo la progettazione didattica, mentre continua a
valorizzare le esperienze con approcci educativi attivi, è finalizzata a
guidare i ragazzi lungo percorsi di conoscenza progressivamente orientati
alle discipline e alla ricerca di connessioni tra i diversi saperi.
Traguardi per lo sviluppo delle competenze
 Sono fissati al termine della scuola dell’infanzia, della scuola
primaria e della scuola secondaria di primo grado e
costituiscono riferimenti ineludibili, piste culturali e didattiche
per finalizzare l’azione educativa e lo sviluppo integrale della
persona.
 Sono prescrittivi e impegnano le istituzioni scolastiche al loro
conseguimento a garanzia dell’unità e della qualità del servizio
nazionale di istruzione.
 Le scuole sono libere nelle scelte per perseguirli.
Obiettivi di apprendimento
 Individuano campi del sapere, conoscenze e abilità ritenuti
indispensabili per conseguire i traguardi.
 Sono organizzatiin nuclei tematici e riferiti a periodi didattici
lunghi: l’intero triennio della scuola dell’infanzia, il
quinquennio della scuola primaria, il triennio della scuola
secondaria di primo grado.
 Nella primaria sono fissati anche alla fine della terza classe per
italiano, lingua inglese, storia, geografia, matematica e scienze.
Valutazione
 Le verifiche intermedie e finali devono essere coerenti
con gli obiettivi e i traguardi delle Indicazioni.
 Va garantita l’informazione tempestiva e trasparente alle
famiglie sui criteri e i risultati della valutazione
promuovendo la partecipazione e la corresponsabilità
educativa, nella distinzione di ruoli e funzioni.
 L’INVALSI rileva e misura gli apprendimenti con
riferimento ai traguardi e agli obiettivi, promuovendo la
cultura della valutazione e scoraggiando forme di
addestramento finalizzate all’esclusivo superamento delle
prove.
 La promozione insieme di valutazione e autovalutazione
sono fattori di miglioramento del sistema di istruzione.
Certificazione delle competenze
 La scuola finalizza il curricolo alla maturazione delle competenze previste
nel profilo e che saranno oggetto di certificazione.
 Sulla base dei traguardi spetta all’autonomia delle scuole progettare
percorsi per la promozione, rilevazione e valutazione delle competenze.
 Particolare attenzione va posta a come ciascun studente mobilita e
orchestra le proprie risorse (conoscenze, abilità, atteggiamenti, emozioni)
per affrontare efficacemente le situazioni che la realtà quotidianamente
propone, in relazione alle proprie potenzialità e attitudini.
 Solo con regolare osservazione, documentazione e valutazione delle
competenze è possibile la loro certificazione alla fine della scuola primaria
e della scuola secondaria di primo grado, su modelli predisposti a livello
nazionale.
 Le certificazioni del primo ciclo descrivono e attestano la padronanza delle
competenze progressivamente acquisite, sostenendo e orientando gli
alunni verso il secondo ciclo.
Una scuola che include
 La scuola sviluppa la propria azione educativa in coerenza coni principi di
inclusione e integrazione delle culture; l’accoglienza delle diversità è un
valore irrinunciabile.
 La scuola consolida le pratiche di inclusione degli alunni con cittadinanza
non italiana.
 Cura la prevenzione della dispersione scolastica e del fallimento precoce,
anche in collaborazione con gli Enti Locali e le agenzie educative del
territorio.
 Va garantita particolare cura agli alunni disabili e con difficoltà specifiche di
apprendimento.
 Nell’azione didattica ed educativa vanno prese come riferimento le Linee
Guida nazionali per l’integrazione degli alunni stranieri del 2007, per
l’integrazione degli alunni disabili del 2009 e degli alunni con DSA del 2011.
Continuità educativa, comunità professionale, cittadinanza
 La scuola viene intesa come comunità educativa.
 La comunità professionale dei docenti opera in sinergia per la
costituzione di un progetto di scuola coerente con le Indicazioni,
negoziando proficuamente le diversità interne e riconoscendo le
differenti sensibilità, capacità e competenze.
 E’ un processo che richiede studio, formazione e ricerca continui da
parte di tutti gli operatori.
 Il Dirigente Scolastico assume un ruolo indispensabile per la
direzione, il coordinamento e la promozione delle professionalità
interne e per la valorizzazione delle risorse delle famiglie e del
territorio.
 Il curricolo è un processo aperto alla comunità per promuovere la
partecipazione, la coesione sociale, la democrazia e garantire e dare
senso alla centralità della persona.
LA SCUOLA DELL’INFANZIA
FINALITA’
 La scuola dell’infanzia è statale e paritaria
 Si pone la finalità di promuovere nei bambini lo sviluppo dell’identità, dell’autonomia, della
competenza e li avvia alla cittadinanza:
- identità: vivere serenamente tutte le dimensioni del proprio io, essere rassicurati nella
molteplicità del proprio fare e sentire …; appartenere ad una comunità sempre più ampia e
plurale caratterizzata da valori comuni, abitudini, linguaggi, riti, ruoli.
- autonomia: fiducia in sé e negli altri; soddisfazione nel fare da sé e saper chiedere aiuto;
esprimere sentimenti, emozioni, opinioni; partecipare alle decisioni; operare scelte e
assumere comportamenti e atteggiamenti sempre più consapevoli.
- competenze: agire riflettere sull’esperienza attraverso l’esplorazione, l’osservazione, il
confronto tra dimensioni diverse; ascoltare e comprendere narrazioni e discorsi, raccontare
esperienze;descrivere, rappresentare e immaginare situazioni ed eventi con linguaggi diversi
e con giochi di ruolo.
- cittadinanza: scoprire l’altro diverso da sé, attribuire progressiva importanza agli altri,
sviluppare empatia, gestire la vita quotidiana attraverso regole condivise; esercizio del
dialogo e del reciproco ascolto, attenzione al punto di vista altrui, alla diversità di genere e
primo riconoscimento di diritti e doveri; porre le fondamenta per un comportamento
eticamente orientato, rispettoso degli altri, dell’ambiente e della natura.
 Tali finalità sono perseguite attraverso l’organizzazione d un ambiente di vita, di relazioni e di
apprendimento di qualità, garantito dalla professionalità degli operatori e dal dialogo con le
famiglie e la comunità
I bambini le famiglie i docenti, l’ambiente di
apprendimento
I bambini
 Sono il nostro futuro e la ragione più profonda per conservare e migliorare la vita
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comune nel nostro pianeta. Sono espressione di un mondo complesso e
inesauribile di energie, potenzialità, ma anche fragilità che vanno conosciute,
osservate e accompagnate con cura, studio, responsabilità. Sono portatori di
speciali e inalienabili diritti codificati a livello internazionale che la scuola per
prima deve rispettare.
Giungono alla scuola dell’infanzia con una storia derivante dalla famiglia, dal nido,
dalla sezione primavera.
Ogni bambino è diverso e riflette le diversità degli ambienti di provenienza e di
diversi modelli antropologici ed educativi: famiglie equilibrate e ricche di proposte
educative e altre fragili e precarie; presenze genitoriali sicure, ma anche situazioni
di assenza; rispetto accanto a rischi di precoce coinvolgimento nella vita adulta.
I bambini ricercano legami affettivi, punti di riferimento, stimoli emotivi, sociali,
culturali…
La scuola dell’infanzia si presenta come ambiente protettivo, capace di accogliere
le diversità e promuovere le potenzialità di tutti i bambini, che sono pronti a
sperimentare, porre domande, osservare la natura, elaborare ipotesi, che già
fruiscono dei media, che esprimono bisogni ed emozioni…
La scuola dell’infanzia riconosce questa pluralità di elementi e promuove lo stare
bene e un sereno apprendimento attraverso la cura degli ambienti, la
predisposizione degli spazi educativi, la conduzione attenta dell’intera giornata
scolastica
Le famiglie
 Le famiglie sono il contesto più influente per lo sviluppo affettivo e cognitivo
dei bambini. Sono diverse per condizioni di vita, culture, scelte etiche e
religiose e sono portatrici di risorse che devono essere valorizzate nella scuola
per creare una rete di comunicazioni e di responsabilità condivise.
 L’ingresso alla scuola dell’infanzia è occasione per le famiglie per prendere
maggiore coscienza delle responsabilità genitoriali; genitori (e anche nonni)
sono stimolati a partecipare alla vita della scuola e a condividere finalità,
contenuti, strategie educative per fare crescere i bambini.
 Per i genitori stranieri la scuola rappresenta uno spazio pubblico per costruire
rapporti di fiducia e nuovi legami di comunità. Modelli culturali ed educativi,
esperienze religiose diverse, ruoli sociali e di genere possono confrontarsi,
rispettarsi ed evolversi verso i valori della convivenza democratica.
 Le famiglie dei bambini con disabilità trovano nella scuola un supporto per
promuovere le risorse dei loro figli, attraverso il riconoscimento delle
differenze e la costruzione di ambienti educativi ed inclusivi, in modo che
ciascun bambino trovi attenzione ai propri bisogni e condividere con altri il
proprio percorso di formazione.
I docenti
 La presenza di insegnanti motivati, preparati, attenti è indispensabile
fattore di qualità per un ambiente educativo accogliente, sicuro, bene
organizzato, capace di suscitare fiducia nelle famiglie e nella comunità.
 Lo
stile educativo dei docenti si ispira a criteri di ascolto,
accompagnamento, interazione partecipata, mediazione comunicativa,
capacità continua di osservare i bambini, di presa in carico, di sostegno e
incoraggiamento alla loro evoluzione autonoma e consapevole.
 La progettualità si esplica nella capacità di dare senso e intenzionalità
all’intreccio di spazi, tempi, routine e attività, promuovendo un coerente
contesto educativo, attraverso un’appropriata regia pedagogica.
 La professionalità docente si arricchisce attraverso il lavoro collaborativo,
la formazione continua, la riflessione sulla pratica didattica, il rapporto
adulto con i saperi e la cultura. La costruzione di una comunità
professionale ricca di relazioni, orientata all’innovazione e alla
condivisione, è stimolata dalla funzione di leadership della dirigenza e
dalla presenza di forme di coordinamento pedagogico.
L’ambiente di apprendimento
 Il curricolo della scuola dell’infanzia coincide con l’organizzazione delle attività didattiche

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nella sezione e nell’intersezione, negli spazi esterni, nei laboratori, negli ambienti di vita
comune, ma si esplica in una equilibrata integrazione di momenti di cura, relazione,
apprendimento, dove le routine svolgono la funzione di regolazione della giornata e di base
sicura per nuove esperienze e sollecitazioni.
L’apprendimento avviene attraverso l’azione, l’esplorazione, il contatto con gli oggetti, la
natura, l’arte, il territorio, in una dimensione ludica, da intendersi come forma tipica di
relazione e conoscenza. Nel gioco, in particolare quello simbolico, i bambini esprimono,
raccontano e rielaborano esperienze. Nella relazione educativa gli insegnanti svolgono una
funzione di mediazione e facilitazione.
L’organizzazione degli spazi e dei tempi diventa elemento di qualità pedagogica e deve essere
progettato e verificato. Gli spazi devono essere accoglienti, caldi, curati, funzionali e invitanti;
il tempo disteso consente al bambini di vivere serenamente la propria giornata, di sentirsi
padrone di sé e delle proprie attività.
L’osservazione rappresenta uno strumento fondamentale per conoscere il bambino. La
pratica della documentazione rende visibili i percorsi e permette di apprezzare i progressi
evolutivi individuali e di gruppo.
La valutazione nella scuola dell’infanzia risponde ad una funzione formativa che riconosce,
accompagna e descrive i processi di crescita. Evita di classificare e giudicare le prestazioni,
perché è orientata a incoraggiare lo sviluppo delle potenzialità.
Le pratiche dell’autovalutazione, della valutazione e della rendicontazione sociale per
l’istituzione scolastica sono volte al miglioramento continuo della qualità educativa.
I campi di esperienza e i relativi traguardi
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Il sé e l’altro
Il corpo e il movimento
Immagini, suoni, colori
I discorsi e le parole
La conoscenza del mondo
- Oggetti, fenomeni, viventi
- Numero e spazio
Rispetto al testo del 2007, vengono modificate, più o meno
diffusamente,
le presentazioni illustrative dei campi di
esperienza. I traguardi per lo sviluppo delle competenze dei
diversi campi sono stati essenzializzati e riformulati.
Viene definito un profilo di competenze generali in uscita dalla
scuola dell’infanzia.
LA SCUOLA DEL PRIMO CICLO
FINALITA’
 Il primo ciclo di istruzione comprende la scuola primaria e la
scuola secondaria di primo grado.
 La finalità del primo ciclo è l’acquisizione delle conoscenze e
delle abilità fondamentali per sviluppare le competenze
culturali di base nella prospettiva del pieno sviluppo della
persona.
 In questa prospettiva ogni scuola pone particolare attenzione
ai processi di apprendimento di tutti gli alunni e di ciascuno di
essi, li accompagna nell’elaborare il senso della propria
esperienza, promuove la pratica consapevole della
cittadinanza.
Il senso dell’esperienza educativa
 Fin dai primi anni la scuola promuove un percorso di attività nel quale ogni
alunno possa assumere un ruolo attivo nell’apprendimento, sviluppare al
meglio le inclinazioni, esprimere la curiosità, riconoscere ed intervenire
sulle difficoltà, assumere sempre maggiore consapevolezza di sé.
 La scuola propone situazioni e contesti in cui gli alunni riflettono per capire
il mondo e se stessi, diventano consapevoli che il proprio corpo è un bene
di cui prendersi cura, trovano stimoli per sviluppare il pensiero analitico e
critico, imparano a imparare, coltivano la fantasia e il pensiero originale, si
confrontano per ricercare significati e condividere possibili schemi di
comprensione della realtà e sul senso e le conseguenze delle proprie
scelte.
(inserimenti nuovi rispetto al testo del 2007)
L’alfabetizzazione culturale di base
 Il
compito specifico del primo ciclo è quello di promuovere
l’alfabetizzazione di base attraverso l’acquisizione dei linguaggi e dei codici
che costituiscono la struttura della nostra cultura, in un orizzonte allargato
alle altre culture con cui conviviamo e all’uso consapevole dei nuovi
media.
 Si tratta di una alfabetizzazione culturale e sociale che include quella
strumentale, da sempre sintetizzata nel “leggere, scrivere e far di conto” e
la potenzia attraverso i linguaggi e i saperi delle varie discipline.
 All’alfabetizzazione culturale e sociale concorre in via prioritaria
l’educazione plurilingue e interculturale. La lingua materna , la lingua di
scolarizzazione e le lingue europee, in quanto lingue dell’educazione,
contribuiscono a promuovere i diritti del soggetto al pieno sviluppo della
propria identità nel contatto con l’alterità linguistica e culturale.
L’educazione plurilingue e interculturale rappresenta una risorsa funzionale
alla valorizzazione delle diversità e al successo scolastico di tutti e di
ognuno ed è presupposto per l’inclusione sociale e la partecipazione
democratica.
 Nella scuola secondaria di primo grado vengono favorite una più
approfondita padronanza delle discipline e un’articolata
organizzazione delle conoscenze, nella prospettiva dell’elaborazione
di un sapere sempre meglio integrato e padroneggiato.
 La valorizzazione delle discipline avviene pienamente quando si
evitano due rischi: sul piano culturale, quello della frammentazione
dei saperi; sul piano didattico, quello dell’impostazione trasmissiva.
Le discipline non vanno presentate come territori d proteggere
definendo confini rigidi, ma come chiavi interpretative disponibili ad
ogni possibile utilizzazione. I problemi complessi richiedono, per
essere esplorati, che i diversi punti di vista disciplinari dialoghino e
che si presti attenzione alle zone di confine e di cerniera fra
discipline
I corsivi rappresentano le novità rispetto al testo del 2007
Cittadinanza e Costituzione
 Obiettivi irrinunciabili dell’educazione alla cittadinanza sono la costruzione del
senso di legalità, lo sviluppo dell’etica della responsabilità, che si realizzano nel
dovere di scegliere e agire i modo consapevole e che implicano l’impegno a
elaborare idee e a promuovere azioni finalizzate al miglioramento continuo del
proprio contesto di vita, a partire dalla vita quotidiana a scuola e dal personale
coinvolgimento in rutine consuetudinarie che possono riguardare la pulizia e il
buon uso dei luoghi, la cura del giardino o del cortile, la custodia dei sussidi, la
documentazione, le prime forme di partecipazione alle decisioni comuni, le
piccole riparazioni, l’organizzazione del lavoro comune, ecc.
 Accanto ai valori e alle competenze inerenti la cittadinanza, la scuola del primo
ciclo include nel proprio curricolo la prima conoscenza della Costituzione ….
Imparano l’importanza delle procedure nell’esercizio della cittadinanza e la
distinzione tra diversi compiti, ruoli e poteri. Questo favorisce una prima
conoscenza di come è organizzata la nostra società (articoli 35-54) e le nostre
istituzioni politiche (articoli 55-96). Al tempo stesso contribuisce a dare un
valore più largo e consapevole alla partecipazione alla vita della scuola intesa
come comunità che funziona sulla base di regole condivise.
 Parte integrante dei diritti costituzionali e di cittadinanza è il diritto alla
parola (art. 21) il cui esercizio dovrà essere prioritariamente tutelato e
incoraggiato in ogni contesto scolastico e in ciascun alunni, avendo
particolare attenzione a sviluppare le regole di una conversazione corretta.
E’ attraverso la parola e il dialogo tra interlocutori che si rispettano
reciprocamente, infatti, che si costruiscono significati condivisi e si opera
per sanare le divergenze, per acquisire punti di vista nuovi, per negoziare e
dare un senso positivo alle differenze, così come per prevenire e regolare i
conflitti.
 La lingua italiana costituisce il primo strumento di comunicazione e di
accesso ai saperi. La lingua scritta, in particolare, rappresenta un mezzo
decisivo per l’esplorazione, l’organizzazione del pensiero e per la riflessione
sull’esperienza e il sapere dell’umanità.
 E’ responsabilità dei docenti garantire la padronanza della lingua italiana,
valorizzando nel contempo gli idiomi nativi e le lingue comunitarie. Così
intesa, la scuola diventa un luogo privilegiato di apprendimento e di
confronto libero e pluralistico.
L’ambiente di apprendimento
 Una buona scuola del primo ciclo si costituisce come contesto idoneo a




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promuovere apprendimenti significativi e a garantire il successo formativo per
tutti gli alunni. E’ possibile indicare alcuni principi metodologici per un’efficace
azione formativa, nel rispetto dell’autonomia delle scuole e senza pretese di
esaustività.
L’acquisizione dei saperi richiede uso flessibile degli spazi, a partire dall’aula; la
disponibilità di luoghi attrezzati che facilitino approcci operativi per le scienze,
la tecnologia, le lingue comunitarie, la produzione musicale, le attività
pittoriche, la motricità.
Particolare importanza riveste la biblioteca scolastica,anche in una prospettiva
multimediale
Valorizzare l’esperienza e le conoscenze degli alunni… (anche quelle n.d.r.)
acquisite fuori della scuola e attraverso i diversi media oggi disponibili a tutti
Particolare attenzione va rivolta agli alunni con cittadinanza non italiana con
approcci differenziati per immigrati di prima e seconda generazione
L’integrazione degli alunni disabili è da tempo un fatto consolidato che richiede
un’effettiva progettualità anche utilizzando le forme di flessibilità previste
dall’autonomia e le opportunità offerte dalle nuove tecnologie.
 Favorire l’esplorazione e la scoperta, al fine di promuovere il gusto per la
ricerca di nuove conoscenze. In questa prospettiva, la problematizzazione
svolge una funzione insostituibile: sollecita gli alunni a individuare a
individuare problemi, a sollevare domande, a mettere in discussione le
conoscenze già elaborate, a trovare appropriate piste d’indagine, a cercare
soluzioni originali
 Incoraggiare l’apprendimento collaborativo. … La dimensione sociale
dell’apprendimento svolge un ruolo significativo …. A questo scopo risulta
molto efficace l’utilizzo elle nuove tecnologie che permettono agli alunni di
operare insieme per costruire nuove conoscenze, ad esempio attraverso
ricerche sul web e per corrispondere con coetanei anche di altri Paesi
LE DISCIPLINE, I TRAGUARDI PER LO
SVILUPPO DELLE COMPETENZE, GLI
OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO
NELLA SCUOLA DEL PRIMO CICLO
ITALIANO
Sono state integrate e riformulate la presentazione illustrativa e le indicazioni
metodologiche, che vengono organizzate intorno ai seguenti nuclei tematici, che
costituiscono i campi di esercizio e sviluppo delle competenze linguistiche:
 Oralità: attenzione alla comunicazione orale attraverso l’interazione e la
relazione, la costruzione di significati, la condivisione di conoscenze, il
riconoscimento dei diversi punti di vista e la loro negoziazione.
 Lettura: momento di socializzazione , di discussione e di apprendimento, ma
anche come ricerca autonoma e individuale. Sviluppa capacità di
concentrazione e riflessione critica. Serve l’acquisizione di opportune strategie
e tecniche per la decodificazione e la comprensione del testo.
Fondamentali sono la pratica della lettura per sollecitare il piacere di leggere e
la funzione delle biblioteche.
 Scrittura: l’acquisizione della scrittura strumentale, entro i primi due anni di
scuola primaria richiede costante attenzione alle abilità grafico-manuali e alla
correttezza ortografica.
Progressivamente va incoraggiato l’uso della scrittura per scopi reali: testi per
lo studio, questionari, narrazioni, argomentazioni ….
Va lasciato spazio anche ai testi poetici e a quelli fantastici e, progressivamente,
anche alla produzione di testi multimediali
 Acquisizione
ed espansione del lessico ricettivo e produttivo: va
progressivamente arricchito il patrimonio lessicale attraverso attività orali e di
lettura sia relativamente all’ampiezza del lessico compreso e usato, sia alla
padronanza nell’uso, sia alla crescente specificità. Va tenuta in considerazione
anche la ricchezza delle espressioni colloquiali e gergali. Fin dai primi anni, gli
alunni dovranno imparare a consultare dizionari e repertori tradizionali e on
line.
 Elementi di grammatica esplicita e riflessione sugli usi della lingua: tutte le
persone posseggono una “grammatica implicita” della madrelingua che viene
progressivamente portata alla lingua standard attraverso l’uso corretto e
l’esperienza scolastica. Nella scuola primaria l’uso e la riflessione sulla lingua
vanno curate insieme. L’ortografia deve essere acquisita e automatizzata entro
i primi anni di scuola. In questo grado di scuola, la riflessione privilegia il livello
lessicale-semantico a partire dai testi orali e scritti. Va privilegiato l’approccio
induttivo.
Intorno a questi cinque nuclei tematici vengono formulati sia i traguardi per lo
sviluppo delle competenze, che gli obiettivi di apprendimento. Sia i traguardi
che gli obiettivi sono stati riformulati rispetto al 2007 e resi in modo più
sintetico ed essenziale.
LINGUA INGLESE E SECONDA LINGUA COMUNITARIA
 Viene riformulata la presentazione illustrativa della disciplina e le indicazioni
metodologiche rispetto al 2007, a partire dal titolo: si fa infatti esplicito
riferimento alla lingua inglese come prima lingua per tutto il ciclo.
 I traguardi sono direttamente ancorati ai livelli del Quadro Comune Europeo
di Riferimento per le Lingue (QCER):
- livello A1 al termine della scuola primaria per la lingua inglese
- livello A2 al termine della scuola secondaria di secondo grado per la lingua
inglese
- livello A1 al termine della scuola secondaria di secondo grado per la seconda
lingua comunitaria.
Poiché i traguardi sono prescrittivi, è da intendersi che la scuola è impegnata
a farli conseguire.
 Gli obiettivi di apprendimento, resi in modo assai essenziale, sono
direttamente ancorati ai livelli del QCER e organizzati intorno ai seguenti
nuclei tematici: ascolto (comprensione orale), parlato (produzione e
interazione orale), lettura (comprensione scritta), scrittura (produzione scritta)
STORIA
La presentazione illustrativa e le indicazioni metodologiche sono
state riformulate intorno ai seguenti nuclei tematici:
- Il senso dell’insegnamento della storia (la storia come memoria, tutela
dell’eredità dei beni comuni, identità collettiva)
- I metodi didattici della storia (l’approccio alla storia come laboratorio, a
partire dai segni, dalla ricerca sul campo, dalle fonte, attraverso la narrazione e la
ricostruzione, con l’ausilio anche dei media)
- La storia come campo disciplinare
- Identità, memoria e cultura storica
(la storia come elemento
imprescindibile per l’identità sociale e culturale e per il confronto tra culture)
- La storia generale a scuola
(importanza del mettere in relazione diverse
culture, passato e presente nel tempo e nello spazio; irrinunciabilità di alcuni
contenuti per la comprensione storica: ominazione, rivoluzioni neolitiche,
diffusione delle religioni, rivoluzione industriale, globalizzazione, storia
ambientale)
- La ripartizione delle conoscenze storiche per i livelli
scolastici (viene riproposta la scansione dei contenuti del 2007: nella scuola
primaria le civiltà fino alla tarda antichità; nella scuola secondaria fino ai giorni
nostri, con particolare attenzione al secolo passato e al presente, anche se si
raccomanda fin dalla primaria, con opportune strategie, di fornire quadri di civiltà
generali che permettano ai bambini di leggere il proprio ambiente in chiave storica
anche rispetto alla storia più recente rispetto all’antichità, soprattutto per quanto
riguarda i temi riguardanti i problemi umani e le soluzioni intraprese nel tempo.
L’approccio metodologico per quadri di civiltà messi a confronto e per problemi,
piuttosto che una successione di fatti ed eventi, è raccomandato ovviamente per
tutto il ciclo)
- Gli intrecci disciplinari (si raccomanda la relazione stretta tra storia e geografia;
con la lingua per la ricerca, la produzione e l’organizzazione delle informazioni, ma anche
- aggiungiamo noi n.d.r - con le scienze e la tecnologia, le arti, per non parlare
dell’ambito Cittadinanza e Costituzione, peraltro ben ripreso nel successivo paragrafo)
- L’educazione al patrimonio culturale e alla cittadinanza attiva
(la storia per l’educazione al patrimonio culturale e alla cittadinanza attiva. Importanza
dei nessi tra le tracce e le conoscenze del passato; dell’uso delle fonti diverse. In
particolare vanno messi in evidenza i rapporti tra storia e società, le differenze di genere
e di generazioni, le forme statuali, le istituzioni democratiche)
 I traguardi per lo sviluppo delle competenze sono stati
riformulati; lo sono stati parzialmente anche gli obiettivi
di apprendimento.
 Traguardi e obiettivi sono stati riferiti ai seguenti nucei
tematici:
- uso delle fonti
- organizzazione delle informazioni
- strumenti concettuali
- produzione scritta e orale
GEOGRAFIA
 La presentazione illustrativa è stata riformulata. La geografia viene definita
come disciplina di cerniera che mette in relazione temi economici,
giuridici, antropologici, scientifici e ambientali di rilevante importanza,
soprattutto in una comunità multiculturale e multietnica.
 La geografia riguarda anche i processi di trasformazione dell’ambiente ad
opera dell’uomo e degli impatti e conseguenze di tali trasformazioni
sull’ambiente naturale.
 In tale prospettiva, la geografia consente sintesi con le scienze naturali, la
tecnologia, le scienze sociali, in particolare su temi riguardanti l’educazione
ambientale, l’uso del territorio e delle risorse.
 La geografia non può prescindere dalla dimensione temporale.
 La rappresentazione dello spazio consente la costruzione di mappe, di
coordinate spaziali e la maturazione della capacità di orientamento sul
territorio. Importante la costante rappresentazione dello spazio vissuto
attraverso carte differenti, su diversi rapporti scalari, anche con l’ausilio
delle nuove tecnologie , del telerilevamento e dei Sistemi Informativi
Geografici (GIS)
 Sono stati riformulati i traguardi per lo sviluppo delle competenze e gli
obiettivi di apprendimento, che sono stati organizzati sui seguenti nuclei
tematici:
- Orientamento
- Linguaggio della geo-graficità
- Paesaggio
- Regione e sistema territoriale
 La presentazione della disciplina, i traguardi e gli obiettivi, consentono di
concludere che la geografia potrebbe facilmente essere apparentata con le
scienze e la tecnologia, per i campi di indagine e gli strumenti di cui si
avvale.
 Tuttavia, come ben spiegato nella premessa di presentazione, in una
prospettiva di didattica per competenze che utilizza le discipline intorno a
problemi e nuclei concettuali, la geografia, come del resto le altre
discipline tecnico-scientifiche,
contribuisce ad interpretare anche
questioni di ordine storico, sociale, culturale
MATEMATICA
 La presentazione e le note metodologiche sono state riformulate.
 La matematica viene correttamente presentata come un metalinguaggio
con cui ci si relaziona con il mondo.
“Le conoscenze matematiche
contribuiscono alla formazione culturale delle persone e delle comunità,
sviluppando le capacità di mettere in stretto rapporto il «pensare» e il «fare » e
offrendo strumenti adatti a percepire, interpretare e collegare tra loro fenomeni
naturali, concetti e artefatti costruiti dall’uomo, eventi quotidiani. In particolare, la
matematica dà strumenti per la descrizione scientifica del mondo e per affrontare
problemi utili nella vita quotidiana, contribuisce a sviluppare la capacità di
comunicare e discutere, di argomentare in modo corretto, di comprendere i punti
di vista e le argomentazioni degli altri”.
 Come per altre discipline, è indispensabile il laboratorio, sia come luogo
fisico, che come approccio metodologico nel quale l’allievo impara ad
agire secondo il metodo scientifico.
 Caratteristica della pratica matematica è la risoluzione di problemi che
devono essere intese come questioni autentiche e significative, legate alla
vita quotidiana, non solo esercizi cui si risponde semplicemente
ricordando definizioni e regole.
 L’alunno analizza situazioni per tradurle in termini matematici, riconosce
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
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schemi ricorrenti, stabilisce analogie con modelli noti, sceglie le azioni da
compiere e le concatena in modo efficace al fine di produrre una soluzione.
Particolare attenzione andrà posta allo sviluppo della capacità di esporre e
discutere con i compagni le soluzioni e i procedimenti seguiti.
L’uso consapevole e motivato di calcolatrici e computer andrà perseguito
sin di primi anni, ad esempio per verificare l’esattezza di calcoli mentali e
scritti e per esplorare numeri e forme.
Di estrema importanza è lo sviluppo di una visione della matematica non
ridotta a regole e formula da memorizzare e applicare, ma come contesto
per affrontare e porre problemi significatici e per esplorare relazioni e
strutture che si ritrovano e ricorrono in natura e nelle creazioni dell’uomo.
I traguardi sono stati riformulati e resi più essenziali; gli obiettivi sono stati
modificati e integrati in modo molto limitato. I nuclei tematici intorno ai
quali sono stati organizzati, sono i medesimi del 2007: Numeri; Spazio e
figure; Relazioni, dati e previsioni.
SCIENZE
 La presentazione illustrativa è stata riformulata. Viene messa in rilievo
l’importanza di affrontare la materia attraverso la ricerca sperimentale, il
coinvolgimento attivo degli alunni intorno a problemi da affrontare secondo il
metodo scientifico.
 Le esperienze concrete, individuali e di gruppo, potranno essere realizzate in
laboratori fisici, in aula, ma anche in spazi naturali. E’ importante predisporre
situazioni di apprendimento nelle quali gli alunni agiscano direttamente,
producano idee, discutano e imparino a confrontarsi, ad argomentare, a
sviluppare ipotesi, a sperimentare.
 Fin dalla primaria, con opportuna gradualità, vanno focalizzati alcuni grandi
“organizzatori”, come: causa/effetto, sistema, stato/trasformazione, equilibrio,
energia, ecc., con costante riferimento alla realtà e a “casi emblematici”.
 Valorizzando le competenze degli allievi, nell’ambito di una progettazione
verticale complessiva, gli insegnanti potranno costruire una sequenza di
esperienze che nel loro insieme consenta di sviluppare gli argomenti basilari di
ogni settore scientifico.
 Sia nella scuola primaria che nella secondaria, gli alunni dovranno essere
coinvolti in esperienze pratiche, che potrebbero anche essere le stesse nei due
gradi di scuola, con gli opportuni adattamenti.
 I traguardi per lo sviluppo delle competenze sono stati riformulati .
 Anche gli obiettivi di apprendimento sono stati riformulati in modo più
essenziale.
 Nella scuola primaria gli obiettivi sono stati organizzati intorno ai seguenti
nuclei tematici:
- Oggetti, materiali e trasformazioni (nel primo triennio: “Esplorare e
descrivere oggetti e materiali”);
- Osservare e sperimentare sul campo;
- L’uomo, i viventi e l’ambiente.
 Nella scuola secondaria di primo grado gli obiettivi sono stati organizzati
secondo branche della disciplina, anche se è auspicabile che nella didattica
si osservi un approccio per problemi che integri i settori:
- Fisica e chimica;
- Astronomia e Scienze della Terra
- Biologia
MUSICA
 La presentazione illustrativa è stata integrata in modo molto limitato
rispetto al testo del 2007. Viene aggiunto un periodo: “L’apprendimento
della musica consta di pratiche e di conoscenze, e nella scuola si articola in
due dimensioni: a) produzione, mediante l’azione diretta (esplorativa,
compositiva, esecutiva) con e sui materiali sonori, in particolare attraverso
l’attività corale e di musica d’insieme; b) fruizione consapevole, che implica
la costruzione e l’elaborazione di significati personali, sociali e culturali,
relativamente a fatti, eventi, opere del presente e del passato”.
 I traguardi per lo sviluppo delle competenze alla fine della scuola primaria
sono stati integrati e limitatamente riformulati, mentre sono stati
modificati e resi più essenziali gli obiettivi di apprendimento.
 I traguardi per lo sviluppo delle competenze al termine della scuola
secondaria di primo grado sono stati riformulati, mentre gli obiettivi sono
rimasti sostanzialmente inalterati. Per il quadro di competenze specifiche
connesse allo studio dello strumento musicale, si fa rinvio alle specifiche
norme di settore.
ARTE E IMMAGINE
 La presentazione è stata molto limitatamente integrata rispetto al testo del
2007, nei passaggi di seguito indicati in corsivo.
 “Attraverso il percorso formativo di tutto il primo ciclo, l’alunno impara a
utilizzare e fruire del linguaggio visivo e dell’arte, facendo evolvere
l’esperienza espressiva spontanea verso forme sempre più consapevoli e
strutturate di comunicazione.”
 “La familiarità con immagini di qualità ed opere d’arte sensibilizza e
potenzia nell’alunno le capacità creative, estetiche ed espressive, rafforza
la preparazione culturale e contribuisce ad educarlo a una cittadinanza
attiva e responsabile. In questo modo l’alunno si educa alla salvaguardia e
alla conservazione del patrimonio artistico e ambientale a partire
dall’ambiente di appartenenza. La familiarità con i linguaggi artistici, di
tutte le arti, che sono universali, permette di sviluppare relazioni
interculturali basate sulla comunicazione, sulla conoscenza e il confronto
tra culture diverse”.
 Sono stati riformulati e resi più essenziali sia i traguardi che gli obiettivi di
apprendimento, organizzati intorno ai seguenti nuclei tematici: Esprimersi
e comunicare; Osservare e leggere le immagini; Comprendere e apprezzare
le opere d’arte.
EDUCAZIONE FISICA
 La denominazione della disciplina cambia rispetto al 2007, quando veniva
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chiamata “Corpo, movimento, sport”.
La presentazione illustrativa è stata limitatamente integrata con i passaggi di
seguito messi in corsivo, che si richiamano alla relazione tra attività motoriasportiva ed etica.
“L’attività motoria praticata in ambiente naturale rappresenta un elemento
determinante per un’azione educativa integrata, per la formazione di futuri
cittadini del mondo, rispettosi dei valori umani, civili e ambientali.”
“L’attività sportiva promuove il valore del rispetto delle regole concordate e
condivise e i valori etici che sono alla base della convivenza civile. I docenti sono
impegnati a trasmettere e a far vivere ai ragazzi i principi di una cultura sportiva
portatrice di rispetto di sé e per l’avversario, di lealtà, di senso si appartenenza e di
responsabilità, di controllo dell’aggressività, di negazione di qualunque forma di
violenza. L’esperienza motoria deve connotarsi come «vissuto positivo», mettendo
in risalto la capacità di fare dell’alunno, rendendolo costantemente protagonista e
progressivamente consapevole delle competenze motorie via via acquisite”
I traguardi sono stati riformulati (parzialmente quelli della primaria) e così pure gli
obiettivi, resi più essenziali e organizzati intorno ai seguenti nuclei tematici: Il
corpo e la sua relazione con lo spazio e il tempo; Il linguaggi o del corpo come
modalità comunicativo-espressiva; Il gioco, lo sport, le regole e il fair play; Salute,
benessere, prevenzione e sicurezza.
TECNOLOGIA
 E’ una disciplina di nuova introduzione rispetto al 2007. Viene affermato
nell’introduzione che l’esercizio e lo studio della tecnologia favoriscono la
generale attitudine umana a porre e trattare problemi, facendo dialogare e
collaborare abilità di tipo cognitivo, operativo, metodologico e sociale. E’
importante che la cultura tecnica faccia maturare negli allievi un pratica
tecnologica etica e responsabile, lontana da inopportuni riduzionismi o
specialismi e attenta alla condizione umana nella sua interezza e
complessità.
 La tecnologia si occupa di interventi e trasformazioni che l’uomo opera nei
confronti dell’ambiente per la sopravvivenza o la soddisfazione dei propri
bisogni. Rientrano nel campo della tecnologia i principi di funzionamento
e le modalità di impiego di strumenti, dispositivi, macchine, sistemi …
 Compito della tecnologia è promuovere nei ragazzi forme di pensiero e
atteggiamenti che preparino e sostengano interventi trasformativi
dell’ambiente attraverso un iso consapevole e intelligente delle risorse e
nel rispetto di vincoli o limitazioni di vario genere: economiche, ambientali,
conoscitive, dimensionali, temporali, etiche.
 L’approccio metodologico è quello laboratoriale introno a questioni e
problemi significativi, vicini all’esperienza
 Molto si insiste sulla questione delle risorse impiegate, dal reperimento,
alla produzione, allo smaltimento, per favorire un atteggiamento
responsabile verso ogni azione trasformativa dell’ambiente e di una
sensibilità al rapporto tra interesse individuale e bene collettivo, decisiva
per il formarsi di un autentico senso civico.
 E’ fondamentale il rapporto con le nuove tecnologie della multimedialità e
della comunicazione, non solo dal punto di vista tecnico, ma soprattutto
con lo sviluppo di un atteggiamento critico, consapevole etico e
responsabile del loro utilizzo.
 Quando possibile, gli alunni potranno essere introdotti ad alcuni linguaggi
di programmazione semplici e versatili, che si prestino all’ideazione e
realizzazione di prodotti (siti web, esercizi, giochi, programmi d’utilità) e
per la comprensione del rapporto che c’è tra codice sorgente e prodotto
visibile.
 Traguardi e obiettivi sono organizzati intorno ai seguenti nuclei tematici.
Per la primaria: Vedere e osservare; Prevedere e immaginare; intervenire e
trasformare. Per la secondaria: Vedere, osservare e sperimentare;
Prevedere, immaginare e progettare; Intervenire, trasformare e produrre
CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
SUL DOCUMENTO
PUNTI DI FORZA
 Richiamo esplicito e diretto alle otto competenze chiave europee per la
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cittadinanza e l’apprendimento permanente come finalità generale
dell’istruzione e della formazione.
Richiamo alla integrazione delle discipline e alla finalizzazione delle
conoscenze all’acquisizione di competenze di apprendimento e di
cittadinanza; attenzione agli approcci metodologici fondati sull’induzione,
sull’esperienza diretta degli allievi, sulla cooperazione, sulla laboratorialità
e sulla contestualizzazione delle conoscenze in ambiti significativi di
esperienza .
Richiamo alla necessità di organizzare il curricolo per competenze e di
impostare in modo coerente la didattica per perseguirle.
Messa in rilievo dei concetti di valutazione, autovalutazione, valutazione
del servizio e ruolo del Servizio Nazionale di Valutazione.
Formulazione di un Profilo in uscita dalla scuola dell’infanzia e dalla scuola
del primo ciclo.
Attenzione all’importanza dei media e delle nuove tecnologie anche come
veicoli di apprendimento informale e non formale.
Formulazione generalmente più essenziale dei traguardi e degli obiettivi.
PUNTI DI DEBOLEZZA
 Il prezioso richiamo alle competenze chiave non viene poi ripreso nelle
indicazioni metodologiche, che restano ancorate alle singole discipline.
 Permane l’ambiguità della formulazione di traguardi per lo sviluppo delle
competenze che non sono ancorati a delle competenze esplicitate. Ciò
mantiene un problema anche per la certificazione. Quali sono le
competenze da perseguire? Quali quelle da certificare? Saranno le
competenze chiave europee? Saranno altre competenze che però non sono
enunciate e specificate?
 C’è una sostanziale discontinuità con i documenti del secondo ciclo di
istruzione, sia per quanto riguarda il D.M. 139 sull’obbligo di istruzione, sia
rispetto, ad esempio ai Regolamenti di riordino della scuola secondaria di
secondo grado e alle Linee Guida per i curricula degli Istituti Tecnici e
Professionali. In questi documenti, le competenze specifiche sono
enunciate e declinate in abilità e conoscenze, secondo le indicazioni
europee (pur con la debolezza del D.M. 139 di separare le competenze degli assi culturali da
quelle di cittadinanza, senza declinare queste ultime e sulla rigidità disciplinare delle Linee
Guida dei Tecnici e dei Professsionali e delle Indicazioni dei Licei).
 Nel nostro documento, invece, si parla di obiettivi, spostando così il focus
di osservazione dall’alunno che apprende (costruendo conoscenze, abilità e
competenze), all’azione del docente che si pone obiettivi per traguardi di
competenze non enunciate. Ciò smente in parte i richiami della Premessa
sulla centralità della persona che apprende.
 Il mantenimento dell’attenzione sulle singole discipline e su obiettivi di
apprendimento rischia di incoraggiare le resistenze al cambiamento e di
rallentare il processo di diffusione della didattica per competenze, che
richiede il superamento deciso dell’ottica disciplinare.
 L’attenzione alle discipline e l’ancoraggio ad esse dei traguardi, impedisce
di focalizzare in modo adeguato l’attenzione alle grandi competenze
metacognitive, metodologiche e sociali (Imparare a imparare, competenze
sociali e civiche, spirito di iniziativa e imprenditorialità) che sono invece
fondamentali per lo sviluppo autentico della competenza e della
cittadinanza. Pur non essendoci una gerarchia tra le otto competenze
chiave, potremmo infatti concludere che le tre appena citate danno
maggiore senso e spessore anche alle altre e i processi cognitivi ed affettivi
su cui si imperniano precedono e danno forma alle conoscenze e alle
abilità che trovano maggiore esplicitazione nei saperi formali.
PROSPETTIVE PER IL CURRICOLO PER
COMPETENZE
 Le Istituzioni Scolastiche nella loro autonomia, anche organizzate in rete,
possono organizzare il curricolo sulle otto competenze chiave europee,
declinandole in competenze specifiche, articolate in abilità e conoscenze.
 Per la formulazione delle competenze specifiche, si può trovare riferimento
nei documenti del secondo ciclo di istruzione, in particolare il D.M. 139/07;
le Linee Guida per i Piani Provinciali del primo ciclo di istruzione della
Provincia di Trento (reperibili su www.vivoscuola.it e anche sugli Indicatori
per la valutazione riportati nell’Allegato all’O.M. 236 del 1993, che
presentava il documento di valutazione basato sulla scala pentenaria
A,B,C,D,E.
 Le abilità possono essere mutuate dagli obiettivi delle Indicazioni, che sono
quasi sempre formulati in modo operativo e quindi trasformabili in buone
abilità; le conoscenze si inferiscono dai traguardi, dagli obiettivi e dalle
introduzioni illustrative delle discipline.
 A partire dal curricolo per competenze, le Commissioni di lavoro dei Collegi
metteranno a punto repertori di unità di apprendimento e di compiti
significativi da proporre agli allievi per la costruzione e l’esercizio delle
competenze.
 La
didattica per competenze presuppone un ribaltamento della
prospettiva: dal docente al discente; dall’approccio deduttivo a quello
induttivo o comunque misto; dal lavoro individuale all’apprendimento
sociale e cooperativo. Le attività vengono proposte con il riferimento delle
competenze da perseguire e quindi costantemente finalizzate. Il punto di
partenza non è l’attività da proporre, ma la competenza d perseguire e
quindi, di conseguenza, le diverse e differenti attività possibili.
 La valutazione delle competenze non si limita alla rilevazione delle
conoscenze e delle abilità (e quindi sul profitto), ma indaga anche i processi
di mobilitazione delle risorse personali, interpersonali, metacognitive e
metodologiche in presenza di problemi da risolvere e situazioni da gestire.
 La competenza, infatti, che viene definita anche come “sapere agito”, si
può osservare solo mettendo gli allievi direttamente in azione su problemi
e sollecitazioni concrete. Ciò permette di rilevare come i saperi e le
capacità personali vengono mobilitate per la soluzione. Ecco perché una
didattica prevalentemente ripetitiva, esercitativa e trasmissiva non può
perseguire competenze, né permette di osservarle.
Buon lavoro!
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