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La formazione e l`analisi del bilancio privato
La formazione e l’analisi del bilancio privato di Alessio Poi e Celeste Pozzo FINALITA’ E TIPOLOGIE DI BILANCIO Il bilancio è la finalità principale della tenuta di un sistema di rilevazioni contabili. Tipologie di bilancio: SITUAZIONE OPERATIVA Ordinario Indica il reddito prodotto dall'impresa in un dato periodo amministrativo e la sua situazione patrimoniale e finanziaria. Straordinario Redatto in particolari circostanze della vita aziendale. Consuntivo riguarda invece il periodo di gestione appena concluso, descrive quindi il patrimonio dell'impresa e il risultato economico della sua attività in relazione ad una data e ad un periodo d'esercizio stabiliti. Preventivo/Budget E’ la previsione di periodi amministrativi successivi. TEMPI DI RIFERIMENTO I PRINCIPI GENERALI DI REDAZIONE DEL BILANCIO Artt. 2423 e 2423 bis C.C. Chiarezza. Continuità e Prudenza. Competenza. Comparabilità/Costanza. Attendibilità e Verificabilità. Neutralità. Utilità. Omogeneità. Norme generali previste dalla IV e dalla VII direttiva CEE. Rappresentazione veritiera e corretta. Informazioni complementari, devono essere aggiunte nel caso in cui quelle previste per legge non siano sufficienti. Deroga ai principi applicati per legge quando non rappresentano la situazione in modo veritiero. Valutazione separata singole voci di bilancio. LE PARTI FONDAMENTALI DEL BILANCIO Stato Patrimoniale (art. 2424 C.C.) sezioni contrapposte; fonti di finanziamento dell'impresa (interne “capitale netto” o di terzi “passività”); gli impieghi di tali fonti finanziamento (investimenti). Conto Economico (art. 2425 C.C.) determinazione del reddito dell'impresa (ricavi – costi dell'esercizio); l'utile (o la perdita) dell'esercizio rappresenta anche l'incremento (o il decremento) annuale del capitale netto (elemento che collega il conto economico e lo stato patrimoniale). Allegato: Nota Integrativa (art. 2427 C.C.) illustra il contenuto delle voci del bilancio; i criteri di valutazione adottati nella rilevazione contabile. Relazione sulla gestione (art. 2428 C.C.) informa i terzi sulla situazione della società, sull'andamento degli affari e della gestione e su previsioni e programmi futuri. LO STATO PATRIMONIALE – Art.2424 C.C. ATTIVO A) Crediti verso soci per versamenti ancora dovuti B) Immobilizzazioni I - Immobilizzazioni immateriali II - Immobilizzazioni materiali III - Immobilizzazioni finanziarie C) Attivo circolante I - Rimanenze II - Crediti III - Attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni IV - Disponibilità liquide D) Ratei e risconti attivi PASSIVO A) Patrimonio netto: I) - Capitale. II) - Riserva da sovrapprezzo delle azioni. III) - Riserve di rivalutazione. IV) - Riserva legale. V) - Riserve statuarie VI) - Riserva per azioni proprie in portafoglio. VII) - Altre riserve, distintamente indicate. VII) - Utili (perdite) portati a nuovo. IX) - Utile (perdita) dell'esercizio. B) Fondi per rischi e oneri C) Trattamento di fine rapporto di lavoro subordinato. D) Debiti E) Ratei e risconti passivi I CONTI D’ORDINE costituiscono informazioni che, pur non essendo rappresentative di attività o passività, venivano iscritte, in calce allo stato patrimoniale. Attualmente si prevede siano invece commentate nell'allegato. Essi riportano, ad esempio, il valore di: beni di terzi presso la società (lavorazioni conto terzi, titoli ricevuti a cauzione, fondi del personale gestiti dall'impresa, ecc.); impegni di acquisto e di vendita, consistenti in ordini rispettivamente fatti a fornitori e ricevuti da clienti e non ancora espletati alla fine dell'esercizio; rischi vari: garanzie prestate (ad esempio, fideiussioni rilasciate a terzi per consentire a questi di ottenere crediti), garanzie ricevute (ad esempio, fideiussioni per anticipi aclienti), crediti non ancora scaduti ceduti a terzi (ad esempio, sconti bancari), beni detenuti da terzi per ottenere la concessione di anticipazioni garantite, ecc. IL CONTO ECONOMICO – Art. 2425 C.C. A) Valore della produzione: 1. Ricavi delle vendite e delle prestazioni 2.Variazioni delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione, semilavorati e finiti 3.Variazione dei lavori in corso su ordinazione 4. Incrementi di immobilizzazioni per lavori interni 5. Altri ricavi e proventi, con separata indicazione dei contributi in conto esercizio. B) Costi della produzione: 6. Per materie prime, sussidiarie, di consumo e di merci 7. Per servizi 8. Per godimento di beni di terzi 9. Per il personale 10. Ammortamenti e svalutazioni 11. Variazioni delle rimanenze di materie prime, sussidiarie, di consumo e merci 12. Accantonamenti per rischi 13. Altri accantonamenti 14. Oneri diversi di gestione Differenza tra valore e costi della produzione (A - B). C) Proventi e oneri finanziari: 15. Proventi da partecipazioni 16. Altri proventi finanziari 17. Interessi e altri oneri finanziari 17 bis Utili e perdite su cambi D) Rettifiche di valore di attività finanziarie: 18. Rivalutazioni 19. Svalutazioni E) Proventi e oneri straordinari: 20. Proventi 21. Oneri Risultato prima delle imposte (A - B + - C + - D + - E) 22. Imposte sul reddito dell'esercizio, correnti, differite e anticipate 23. Utile (perdita) dell'esercizio NOTA INTEGRATIVA – ART . 2427 C.C. Relazione che illustra i criteri valutativi utilizzati e fornisce ulteriori informazioni, sia quantitative che qualitative, a complemento degli schemi di bilancio. In particolare: 1) criteri applicati nella valutazione delle voci di bilancio; 2) movimenti delle immobilizzazioni; 3) composizione delle voci costi di impianto e di ampliamento, costi di ricerca, di sviluppo e di pubblicità; 4) variazioni intervenute delle voci dell'attivo e del passivo; 5) elenco delle partecipazioni; 6) ammontare globale dei crediti e dei debiti di durata residua superiore a cinque anni e dei debiti assistiti da garanzia reale; 7) la composizione delle voci ratei e risconti e della voce altri fondi; 7 - bis) la composizione delle voci del patrimonio netto (origine, distribuibilità, possibilità di utilizzazione); 8) ammontare degli oneri finanziari imputati nell'esercizio a voci dell'attivo; 9) impegni non risultanti dallo Stato patrimoniale; 10) ripartizione dei ricavi delle vendite e delle prestazioni secondo categorie di attività o secondo aree geografiche 11) ammontare dei proventi da partecipazioni, diversi dai dividendi; 12) suddivisione degli interessi e altri oneri finanziari relativi a prestiti obbligazionari, a debiti v/banche e altri; 13) composizione delle voci -proventi- e -oneri. straordinari; 14) motivi delle rettifiche di valore e degli accantonamenti eseguiti esclusivamente in applicazione di norme tributarie e relativi importi; 15) numero medio dei dipendenti, ripartito per categoria; 16) ammontare dei compensi ad amministratori e sindaci ; 16 – bis ) ammontare dei compensi alla società di revisione legale; 17) numero e valore nominale di ciascuna categoria di azioni, numero e valore nominale delle nuove azioni della società sottoscritte durante l'esercizio. 18) azioni di godimento, obbligazioni convertibili in azioni e titoli emessi dalla società, specificando il loro numero e i diritti che essi attribuiscono; 19) numero e caratteristiche strumenti finanziari; 19 - bis) finanziamenti soci; 22) effetti operazioni di leasing; 22 – bis ) operazioni con parti correlate; 22 – ter ) operazioni fuori bilancio; RELAZIONE SULLA GESTIONE – ART. 2428 C.C. Il bilancio deve essere integrato, ad esclusione di quello redatto in forma abbreviata (art. 2435 bis), da una relazione realizzata dagli amministratori in cui: venga svolta un'analisi fedele, equilibrata ed esauriente della situazione, dell'andamento e del risultato della gestione della società ; vengano fornite informazioni aggiuntive in merito alla descrizione dei principali rischi e incertezze a cui essa è esposta. vengano prodotti gli indicatori di risultato finanziari e quelli non finanziari pertinenti all'attività specifica della società, comprese le informazioni attinenti all'ambiente e al personale Ai sensi dell'art. 2428 co. 2 del C.C., dalla relazione devono in ogni caso risultare : le attività di ricerca e di sviluppo; 2. i rapporti con imprese controllate, collegate, controllanti e imprese sottoposte al controllo di queste ultime; 3. il numero e il valore nominale sia delle azioni proprie sia delle azioni o quote di società controllanti possedute dalla società, anche per tramite di società fiduciaria o per interposta persona, con l'indicazione della parte di capitale corrispondente; 4. il numero e il valore nominale sia delle azioni proprie sia delle azioni o quote di società controllanti acquistate o alienate dalla società, nel corso dell'esercizio, anche per tramite di società fiduciaria o per interposta persona, con l'indicazione della corrispondente parte di capitale, dei corrispettivi e dei motivi degli acquisti e delle alienazioni; 5. i fatti di rilievo avvenuti dopo la chiusura dell'esercizio; 6. l'evoluzione prevedibile della gestione; 6-bis in relazione all'uso da parte della società di strumenti finanziari e se rilevanti per la valutazione della situazione patrimoniale e finanziaria e del risultato economico dell'esercizio 1. a) b) gli obiettivi e le politiche della società in materia di gestione del rischio finanziario, compresa la politica di copertura per ciascuna principale categoria di operazioni previste; l'esposizione della società al rischio di prezzo, al rischio di credito, al rischio di liquidità e al rischio di variazione dei flussi finanziari. IL BILANCIO IN FORMA ABBREVIATA Art. 2435-bis C.C. : “Le società, che non abbiano emesso titoli negoziati in mercati regolamentati, possono redigere il bilancio in forma abbreviata quando, nel primo esercizio o, successivamente, per due esercizi consecutivi, non abbiano superato due dei seguenti limiti: 1. Totale dell’attivo dello stato patrimoniale: 4.400.000 euro; 2. Ricavi delle vendite e delle prestazioni: 8.800.000 euro; 3. Dipendenti occupati in media durante l’esercizio: 50 unità. Il superamento per due esercizi consecutivi di due dei limiti sopra indicati comporta la redazione del bilancio in forma ordinaria. GLI ADEMPIMENTI RELATIVI AL BILANCIO Chiusura Bilancio di esercizio Comunicazione - Collegio sindacale - Revisore Deposito del Bilancio presso la sede MIN. 30 GIORNI Convocazione assemblea approvazione bilancio Pubblicazione bilancio - Reg. imprese IL BILANCIO CONSOLIDATO Decreto Lgs. 127/1991 Strumento in grado di fornire una rappresentazione veritiera e corretta delle consistenze patrimoniali e dei risultati di un gruppo di imprese. Il bilancio consolidato si riferisce ad un gruppo di imprese consociate, contabilmente considerato come un'unica entità imprenditoriale. Anche se il bilancio consolidato è analogo al bilancio di impresa e non presenta particolari caratteristiche, i principali criteri da adoperare nella sua redazione sono i seguenti: somma voce per voce di tutte le attività, passività, patrimoni netti, costi e ricavi dei singoli bilanci d'esercizio, previa uniformizzazione dei criteri contabili adottati dalle società del gruppo; eliminazione di acquisti e vendite, nonchè di crediti e debiti, tra imprese consociate; eliminazione delle partecipazioni in imprese consociate iscritte negli stati patrimoniali, in quanto i relativi importi sono sostituiti dal consolidamento del patrimonio netto di ciascuna società l'iscrizione a parte delle quote di capitale netto e di utile d'esercizio di competenza dei terzi di minoranza delle società consolidate. L'obbligo di redazione del bilancio consolidato viene attribuito alle società di capitali che controllano altre imprese (di qualsiasi forma giuridica) e alle società cooperative, mutue assicuratrici e enti pubblici commerciali che controllano una società di capitali. Esonero: le imprese controllate che non abbiano superato 2 dei seguenti limiti, per 2 esercizi consecutivi (precedente e corrente): attivo stato patrimoniale superiore a 17.500.000 €; Ricavi superiori a 35.000.000 €; Numero dipendenti superiore alle 250 unità. Imprese a loro volta controllate, quando: la controllante (capogruppo) sia titolare di oltre il 95% delle azioni o quote della controllata (sub-holding); la redazione del bilancio consolidato non sia esplicitamente richiesta (almeno 6 mesi prima) da tanti soci che rappresentino almeno il 5% del capitale. ANALISI DI BILANCIO L'oggetto delle analisi di bilancio è la valutazione dello stato di salute dell'impresa dal punto di vista: economico: capacità dell'impresa di produrre reddito finanziario: capacità dell'impresa di fronteggiare in modo tempestivo ed economico gli impegni finanziari In sostanza, quindi, gli scopi principali delle analisi di bilancio possono essere ricondotti a: analizzare la redditività delle varie attività svolte dall'impresa, compiendo un'importante distinzione tra gestione caratteristica, extracaratteristica e straordinaria; analizzare gli equilibri o i disequilibri esistenti tra fonti e impieghi, cioè tra come la società si è finanziata e come la stessa ha impiegato dette risorse. LE FASI DELL’ANALISI Verifica della congruità dei valori di bilancio Riclassificazione dei valori di bilancio a livello economico e patrimoniale Rielaborazione dei valori contabili al fine di renderli maggiormente significativi Costruzione ed estrapolazione di indici di varia natura - analisi per indici Analisi dell'attendibilità dei dati di bilancio, almeno per quelle realtà aziendali che non presentano bilanci certificati Individuazione e costruzione degli indici di bilancio comparabili nel tempo e nello spazio Costruzione del rendiconto finanziario - analisi per flussi Tale tipologia di analisi si prefigge di analizzare quelle variazioni che sono intervenute nella situazione patrimoniale - finanziaria nel corso dell'esercizio LA RICLASSIFICAZIONE DEL BILANCIO La finalità è quella di disporre di un’aggregazione dei valori di bilancio, con una prima ed importante valenza informativa, ed utile alla costruzione degli indici. Gli schemi di bilancio imposti dal Legislatore in ottemperanza alle normative comunitarie, infatti, non sono completamente significativi e presentano notevoli ed evidenti limiti informativi. Proprio in virtù di tali considerazioni sarebbe opportuno riclassificare i dati partendo non dal bilancio IV Direttiva ma da un bilancio di verifica contabile. In alcune circostanze, non si è in grado di avere a disposizione il bilancio di verifica contabile o altri documenti interni aziendali; in questi casi il lavoro di riclassificazione diventa più problematico e sarà necessario utilizzare la massima prudenza nell'interpretazione dei valori esposti in bilancio, soprattutto per determinate tipologie di poste (costi fissi e variabili, crediti/debiti finanziari e non.) RICLASSIFICAZIONE DEL CONTO ECONOMICO L'obiettivo è quello di predisporre un prospetto riclassificato che sia in grado di evidenziare il risultato economico che l'impresa ha conseguito nelle sue "aree gestionali”: Gestione caratteristica o tipica Gestione extra-caratteristica, complementare o accessoria Gestione finanziaria Gestione straordinaria Gestione fiscale A livello di Conto Economico si possono individuare i principali schemi di riclassificazione: Conto Economico a ricavi netti e costo del venduto Viene data evidenza dell’apporto al risultato delle varie aree gestionali (caratteristica, accessoria, finanziaria, straordinaria), ma con svantaggio di comprendere nel costo del venduto anche gli ammortamenti Conto Economico a valore della produzione e valore aggiunto Si differenzia da quello a "ricavi netti e costo del venduto" dal momento che non distingue la gestione caratteristica da quella accessoria, ma bensì le incorpora, in considerazione fatto che l'obiettivo di tale prospetto è quello di determinare il "valore aggiunto" che l'impresa riesce a produrre, cioè il valore che l'impresa aggiunge a prodotti e/o servizi destinati alla produzione Conto Economico a ricavi e margine di contribuzione Tale prospetto si caratterizza per il fatto che evidenzia il c.d. "margine di contribuzione", aggregato dato dalla differenza tra i ricavi netti di vendita e quelle tipologie di costi di natura prettamente "variabile” - Conto Economico "misto" CONTO ECONOMICO k/€ % Fatturato FATTURATO 9.545 100,00% (Acquisti+Variazione magazzino) -3.339 -35,00% (Costi per servizi) -1.873 -19,60% 9 0,10% 4.343 45,50% (Oneri diversi di gestione) -867 -9,10% (Godimento beni di terzi) -141 -1,50% VALORE AGGIUNTO 3.336 34,90% (Costo del lavoro) -1.433 -15,00% -77 -0,80% MARGINE OPERATIVO LORDO = EBITDA 1.825 19,10% (Ammortamenti di beni materiali) -1.080 -11,30% (Ammortamenti di beni immateriali) -53 -0,60% UTILE OPERATIVO NETTO = EBIT 691 7,20% 38 0,40% -523 -5,50% 75 0,80% UTILE ANTE IMPOSTE 282 3,00% (Imposte sul reddito) -103 -1,10% -12 -0,10% 167 1,70% Proventi ordinari diversi MARGINE DI CONTRIBUZIONE +/(-) Accantonamenti TFR Proventi finanziari (Oneri finanziari) +/(-) Proventi/(oneri) straordinari netti (Irap) UTILE NETTO Esempio di riclassificazione - Conto Economico “misto” Margine di contribuzione - differenza tra i ricavi netti di vendita ordinari ed i costi di natura variabile, evidenzia la capacità dell'azienda di sostenere i costi fissi Valore Aggiunto - rappresenta un indice della redditività operativa aziendale calcolato prima di remunerare la forza lavoro e il capitale investito (ammortamenti) Reddito Operativo Lordo - esprime il risultato della gestione caratteristica e fornisce un giudizio sulla capacità di generazione di cassa dell'impresa, in quanto è dato dalla differenza tra i ricavi ed i costi propri dell'attività operativa che danno luogo ad un effettivo incasso/esborso Reddito Operativo Netto - rappresenta il più importante indicatore della redditività della gestione operativa dell'impresa. Il reddito operativo esprime la capacità dell'impresa di generare risorse sufficienti per remunerare adeguatamente il capitale investito nell'impresa, sia esso costituito da mezzi di terzi piuttosto che da mezzi propri LA RICLASSIFICAZIONE DELLO STATO PATRIMONIALE In particolare, l'analisi della situazione patrimoniale e finanziaria di un'impresa si divide in tre aspetti: analisi della struttura patrimoniale - composizione degli impieghi analisi dei rapporti esistenti tra le singole categorie patrimoniali che compongono il capitale investito (es. grado di rigidità degli impieghi) analisi della struttura finanziaria - composizione delle fonti analisi dei rapporti esistenti tra le singole categorie finanziarie che costituiscono il capitale acquisito (es. grado di dipendenza da terzi) analisi della situazione finanziaria – rapporto delle due precedenti componenti le grandezze che compongono il capitale investito vengono confrontate con quelle che compongono il capitale acquisito, al fine di poter evidenziare possibili equilibri o squilibri tra fonti di finanziamento e impieghi di capitale (es: il capitale immobilizzato dovrebbe risultare finanziato o per intero da capitale proprio, o in parte da capitale proprio ed in parte da passività consolidate) In particolare, a livello di Stato Patrimoniale possiamo individuare i seguenti schemi di riclassificazione utilizzati comunemente nelle imprese di qualsiasi settore o mercato: Stato Patrimoniale riclassificato in base al criterio della liquidità/esigibilità delle poste L’attivo (impieghi) viene suddiviso in Capitale Immobilizzato (attività immobilizzate) e Capitale Circolante Lordo (attività correnti), composto da poste attive che sono in forma liquida o che, comunque, possono essere trasformate in liquidità entro un periodo di tempo massimo di dodici mesi. In particolare, il Capitale Circolante Lordo sarà costituito dalle rimanenze più le liquidità immediate e differite. Il passivo (fonti), viene suddiviso in Capitale Proprio (patrimonio netto) e Capitale di terzi, composto da Passività consolidate (debiti a medio-lungo termine – con estinzione oltre i dodici mesi) e Passività correnti (debiti a breve termine, con estinzione entro dodici mesi). Tale prospetto può essere in grado di evidenziare eventuali e possibili squilibri della struttura finanziaria dell'impresa. Stato Patrimoniale riclassificato in base al criterio di pertinenza gestionale delle poste Secondo tale schema di riclassificazione, utilizzato maggiormente per analisi di tipo interno, le poste patrimoniali di bilancio (fonti ed impieghi) vengono riclassificate in base alla loro appartenenza alle diverse aree gestionali dell'impresa. Si dovranno distinguere le varie poste a seconda che esse siano considerate operative o non operative (relative o meno alla gestione caratteristica). Successivamente, all'interno del Capitale Investito della Gestione Caratteristica, le attività aziendali sono scomposte in "attività operative della gestione corrente" ed in "attività operative estranee alla gestione corrente". Le prime sono costituite da voci strettamente correlate alla gestione corrente dell'attività di acquisto-trasformazionevendita dei prodotti-servizi. Le seconde, invece, fanno riferimento a quelle poste fisse o immobilizzate, correlate comunque sempre all'attività operativa caratteristica dell'impresa. Stato Patrimoniale riclassificato in base al criterio "misto” STATO PATRIMONIALE k/€ % Capitale Investito Netto Crediti commerciali 2.425 24,50% (Debiti commerciali) -1.913 -19,30% 180 1,80% -249 -2,50% Altre attività/(passività) operative -23 -0,20% CAPITALE CIRCOLANTE NETTO 420 4,20% Beni materiali lordi 14.165 142,80% (Fondi ammortamento) -4.663 -47,00% 8 0,10% 127 1,30% -139 -1,40% CAPITALE INVESTITO NETTO 9.918 100,00% PATRIMONIO NETTO 3.687 37,20% -29 -0,30% (Titoli negoziabili) 0 0,00% (Crediti fruttiferi verso controllate, etc.) 0 0,00% Debiti finanziari a breve termine 4.627 46,70% Debiti finanziari a medio-lungo termine 1.633 16,50% DEBITO/(CREDITO) FINANZIARIO NETTO 6.231 62,80% tot. Patr. netto + Indebit. finanziario 9.918 100,00% Rimanenze merci, semilav. e prodotti finiti (Fondo TFR, tratt. quiescenza e simili) Partecipazioni e titoli Beni immateriali netti Altre attività/(passività) non onerose (Disponibilità liquide) Esempio di riclassificazione – Stato Patrimoniale “misto” Capitale Circolante Netto - ricomprende quelle poste attive e passive relative a voci prettamente operative. Un'ottimizzazione di tale gestione potrebbe mettere l'azienda nelle condizioni di autofinanziarsi senza ricorrere a fonti di finanziamento esterne sicuramente più onerose. Il capitale circolante, infatti, rappresenta un'importante fonte di assorbimento e di generazione di risorse monetarie Capitale Investito Netto - esprime il volume degli impieghi presenti in azienda. E’ costituito da quelle poste attive e passive di natura prettamente operativa (Capitale Circolante Netto), dalle attività aziendali immobilizzate di natura strumentale/operativa (asset tangibili ed intangibili) e dalle altre poste patrimoniali non aventi caratteristiche finanziarie, che non generano cioè oneri o proventi finanziari (fondi per rischi e oneri, depositi cauzionali, etc.) Patrimonio Netto (Patrimonio Netto) - rappresenta il capitale proprio aziendale Debito/Credito finanziario netto - rappresenta l'effettivo livello di indebitamento finanziario dell'impresa In sede di riclassificazione dello Stato Patrimoniale molto frequentemente vengono utilizzate anche diverse espressioni che poi nella sostanza vanno ad esprimere lo stesso concetto e significato. Si evidenziano di seguito alcune tra le più comuni similitudini: Capitale immobilizzato = Capitale fisso Rimanenze = Disponibilità non liquide Liquidità differite = Disponibilità liquide differite Liquidità immediate = Disponibilità liquide immediate Capitale proprio = Capitale netto Passività consolidate = Passività a medio - lungo termine Passività correnti = Passività a breve termine Capitale circolante lordo = Attività correnti Capitale di terzi = Capitale di credito ANALISI PER INDICI L'analisi per indici rappresenta una tra le più antiche e maggiormente utilizzate tecniche di analisi di bilancio. Principali categorie di indici: indici di redditività - esprimono la capacità dell'impresa di remunerare tutti i fattori di produzione - indici di struttura patrimoniale finanziaria – esprimono il grado di rigidità dell’attivo e di dipendenza finanziaria - indici finanziari - esprimono l'abilità dell'azienda di fronteggiare tempestivamente ai propri impegni - indici di rotazione – consentono di analizzare i periodi media di giacenza dei crediti commerciali, dei debiti verso fornitori e del magazzino Gli indici devono essere confrontabili con quelli emersi da bilanci di altri anni della stessa azienda (analisi temporale), e con quelli di bilanci di altre aziende similari (analisi spaziale) INDICI DI REDDITIVITA’ Gli indici di redditività rappresentano lo strumento più utilizzato nella prassi per valutare la capacità dell'impresa di produrre reddito, e l'attitudine della stessa azienda a raggiungere ed a mantenere l'equilibrio economico tra costi e ricavi. Indice di redditività del capitale proprio - (REDDITO NETTO / CAPITALE PROPRIO) Indice di redditività del capitale investito - (REDDITO OPERATIVO / CAPITALE INVESTITO OPERATIVO NETTO MEDIO) Il R.O.E. (Return on equity) misura la capacità dell'impresa di remunerare il capitale proprio ed è costituito dal rapporto tra il reddito netto dell'esercizio ed i mezzi propri investiti in azienda Il R.O.I. (Return on investment) misura la capacità dell'azienda di produrre reddito attraverso la propria gestione caratteristica ed è costituito dal rapporto tra il reddito operativo ed il capitale investito operativo netto medio Indice di redditività delle vendite - (REDDITO OPERATIVO / VENDITE) Il R.O.S. (Return on sales) è costituito dal rapporto tra il reddito operativo e le vendite, cioè i ricavi caratteristici. Tale quoziente esprime la redditività delle vendite, indicando il reddito medio operativo per unità di ricavo INDICI DI STRUTTURA PATRIMONIALE FINANZIARIA Gli indici di struttura patrimoniale servono ad analizzare i rapporti esistenti tra le singole categorie patrimoniali che compongono il capitale investito. Detti indici misurano, quindi, il grado di "rigidità", cioè di non facile liquidabilità, della struttura patrimoniale dell'impresa. Indice di immobilizzazione – (CAPITALE IMMOBILIZZATO / CAPITALE CIRCOLANTE LORDO) Denominato anche indice di rigidità dell'attivo evidenzia la "rigidità" patrimoniale dell'impresa. Maggiore è il "peso" del capitale immobilizzato, tanto più sarà rigida, nel senso di non facilmente liquidabile, la struttura patrimoniale aziendale. Gli indici di struttura finanziaria servono ad analizzare i rapporti esistenti tra le singole categorie finanziarie che costituiscono il capitale acquisito. Detti indici misurano quindi il grado di "dipendenza finanziaria" dell'impresa, cioè quanto l'impresa sia sottoposta a condizionamenti esterni in dipendenza dei finanziamenti ricevuti. Indici di copertura delle immobilizzazioni In particolare, tali quozienti si prefiggono di verificare se gli investimenti di natura fissa siano stati opportunamente finanziati con risorse durevoli. La prima condizione, infatti, per essere nelle condizioni di equilibrio patrimoniale, e quindi solidi sotto tale profilo, è che le risorse apportate dagli azionisti riescano a finanziare completamente gli investimenti in attività fisse, quantomeno con il supporto di passività a medio-lungo periodo. 1° INDICE DI COPERTURA – (CAPITALE NETTO / ATTIVITÀ’ FISSE NETTE) 2° INDICE DI COPERTURA – ( (CAPITALE NETTO + PASSIVITA'FISSE) / ATTIVITA'FISSE NETTE) Indice d'indebitamento – (CAPITALE DI TERZI / CAPITALE PROPRIO) L'indice d'indebitamento è dato dal rapporto tra il capitale di terzi ed il capitale proprio ed evidenzia la scomposizione delle fonti di finanziamento dell'impresa. Maggiore è il "peso" del capitale di terzi, tanto più l'impresa risulta finanziariamente "dipendente", cioè sottoposta a condizionamenti esterni INDICI FINANZIARI Gli indici di situazione finanziaria servono ad analizzare gli equilibri o squilibri esistenti tra fonti ed impieghi, cioè tra come l'impresa si è finanziata e come la stessa ha impiegato tali risorse messe a disposizione. Indici di liquidità Tali indici spesso costituiscono l'unico strumento a disposizione di un analista esterno all'impresa per giungere alla valutazione, seppur approssimativa, del grado di solvibilità a breve dell'azienda Margini di situazione finanziaria I margini di situazione finanziaria sono dei fondamentali indicatori degli equilibri o disequilibri esistenti tra fonti e impieghi di capitale. Indici di liquidità Indice di "liquidità secondaria" - (ATTIVITÀ CORRENTI / PASSIVITA'CORRENTI) Esso fornisce alcune prime indicazioni circa la capacità dell'azienda di far fronte ai debiti a breve. Tale rapporto, però, viene calcolato prendendo in considerazione la componente meno liquida del Capitale Circolante, il magazzino, e questo comporta sicuramente un limite all'efficacia dell'indice in esame quale indicatore dell'attitudine dell'azienda di far fronte ai debiti a breve con i mezzi derivanti dal rientro dei propri impieghi a breve scadenza. Indice di "liquidità primaria" - (DISPONIBILITA’ LIQUIDE / PASSIVITA'CORRENTI) Per le motivazioni suesposte, quindi, risulta maggiormente significativo l’indice di liquidità primaria che è costituito dal rapporto tra le liquidità immediate e differite, senza considerare quindi il magazzino, e le passività correnti. Margini di situazione finanziaria Capitale circolante netto – (CAPITALE CIRCOLANTE LORDO – PASSIVITA’ CORRENTI) Margine di tesoreria – (LIQUIDITA’ CORRENTI E DIFFERITE - PASSIVITA’ CORRENTI) Primo Margine di Struttura - (CAPITALE PROPRIO – CAPITALE IMMOBILIZZATO) Secondo Margine di Struttura - (CAPITALE PROPRIO + PASSIVITA’ FISSE – CAPITALE IMMOBILIZZATO) INDICI DI ROTAZIONE Periodo medio di giacenza dei crediti commerciali ((CREDITI INIZIALI + CREDITI FINALI) / 2) / 1,22 X 365 FATTURATO Indica il periodo medio di tempo che intercorre tra la data di vendita dei prodotti o dei servizi e la data del relativo incasso Periodo medio di giacenza dei debiti commerciali ((FORNITORI INIZIALI + FORNITORI FINALI) / 2) / 1,22 X 365 COSTO DIRETTO DEL VENDUTO Indica il periodo medio di tempo che intercorre tra la data di acquisto dei fattori produttivi (beni e servizi) rientranti nel "costo del venduto" e la data del relativo pagamento Periodo medio di giacenza del magazzino (RIMANENZE INIZIALI + RIMANENZE FINALI) / 2 X 365 COSTO DIRETTO DEL VENDUTO Tale rapporto indica il periodo medio di tempo che intercorre tra la data d'acquisto delle merci e la data di vendita delle stesse ANALISI PER FLUSSI Il Rendiconto Finanziario rappresenta lo strumento che si utilizza per condurre un'analisi per flussi. Essa ha lo scopo di analizzare quelle variazioni che sono intervenute nella situazione patrimoniale finanziaria nel corso dell'esercizio e consente di fornire al management aziendale e/o all'imprenditore una risposta alle domande circa le modalità di conduzione della propria azienda. In particolare, attraverso l'elaborazione del prospetto di rendiconto finanziario prospettico sarà possibile esprimere un giudizio sull'evoluzione nel tempo della politica finanziaria messa in atto dall'azienda. GRAZIE PER L’ATTENZIONE