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Thomas Jefferson

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Thomas Jefferson
THOMAS JEFFERSON
9-04-2009
Alcuni anni fa vidi al cinema un film dal titolo “Il mistero dei Templari” dove veniva citato
Thomas Jefferson. Avendo poche conoscenze su di lui, ho avuto il desiderio di approfondire il suo
pensiero, la sua vita, e cosa ha fatto di così importante per entrare nella storia.
Vi citerò alcune nozioni storiche a suo riguardo.
Thomas Jefferson è nato in Virginia il 13 Aprile del 1743 ed è morto a Charlottesville il 14
Luglio del 1826. E’ stato un politico statunitense ed è conosciuto maggiormente perché è stato il
terzo presidente degli Stati Uniti d’America, ed è inoltre considerato uno dei padri fondatori della
nazione, poiché è stato il principale autore della Dichiarazione d’indipendenzaa scritta il 4 Luglio
del 1776.
Fortemente segnato dal pensiero illuminista fu un fautore di uno stato laico. La sua carriera
politica è molto vasta è piena di incarichi; infatti oltre ad essere stato Presidente degli Stati Uniti
come è stato già detto fu prima Governatore della Virginia; venne inviato dal 1785 al 1789 come
diplomatico a Parigi, dove approfittò per effettuare numerosi viaggi in Italia settentrionale e in
Francia meridionale, dove studiò l’architettura e le diverse opere d’arte che ebbe occasione di
vedere. Inoltre, una piccola curiosità: volendo visitare l’Italia, sogno di gioventù, una volta
scoperto che il riso piemontese era di qualità superiore a quello americano, compì una vera propria
operazione di spionaggio industriale: copiò i progetti delle macchine per mondare il riso e ne portò
alcune piantine clandestinamente oltreoceano. Diavolo di un Jefferson.
Sempre durante il suo periodo trascorso in Francia, Jefferson divenne partecipe della
rivoluzione francese che appoggiò per quanto poté e per quanto gli consentiva la sua posizione di
diplomatico. In tale occasione diede importanti contributi nell’elaborazione dei diritti umani prima
di lasciare la Francia per ritornare in America.
Ne scrisse il preambolo e l’ultimo articolo:
“Giacché il progresso della ragione, l’introduzione di abusi e il diritto delle generazioni
successive rendono necessaria la revisione di qualsiasi istituzione umana, dovranno essere indicati
gli strumenti costituzionali, che assicurino, in determinati casi, una convocazione straordinaria dei
delegati con il solo scopo di esaminare e modificare la forma di governo.”
Dopo il suo ritorno in patria viene nominato dal presidente George Washington Ministro degli
esteri degli Stati Uniti.
Nel 1796 venne eletto Presidente John Adams e Jefferson fu Vicepresidente con il compito di
presiedere il Senato.
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Il 4 Marzo del 1801 Jefferson fu nominato Presidente.
Alla fine del suo primo mandato, Jefferson si candidò di nuovo alle elezione vincendole.
L’otto marzo del 1809, dopo essere stato per otto anni in carica, terminò il suo secondo
mandato, al termine del quale egli si ritirò dalla scena politica. Malgrado fosse stato nuovamente
proposto per la carica presidenziale, Jefferson rifiutò la candidatura sostenendo, come aveva fato
anche Washington, che era pericoloso accentrare il potere per troppo tempo nelle masi di una sola
persona. Ritirandosi dalla vita politica, si dedicò alla sua grande passione, l’architettura, infatti fu
anche un lodevole architetto.
Ristrutturò la sua tenuta a Monticello completamente da solo e addirittura costruendosi
personalmente ogni elemento, volendo che ogni pezzo fosse di produzione Americana.
Progettò il campidoglio di Richmond, il campus dell’Università della Virginia i quali fanno
parte del patrimonio del1UNESCO dal 1987.
Fu anche un inventore, inventò il cosiddetto poligrafo di Jefferson, un precursore della odierna
fotocopiatrice.
Fu anche un apprezzato musicista, e si dedicò molto alla agricoltura, avendo molte terre di
proprietà; sviluppò un aratro che potesse scavare 2 o 3 pollici più in profondità.
Gli ultimi anni di vita di Jefferson furono abbastanza movimentati, nonché segnati da forti
problemi finanziari.
La ristrutturazione della sua tenuta e lo stile di vita piuttosto sfarzoso lo portarono a spendere
grandi cifre di denaro e ad accumolare grandi debiti. Inoltre si fece carico dei debiti di un suo
amico e la sua situazione economica peggiorò enormemente arrivando al punto di doversi vendere
molte delle sue proprietà.
Infine ai molti problemi di Jefferson si aggiunsero anche problemi di salute.
Il 4 luglio del 1826, esattamente il giorno del cinquantaseisimo anniversario della dichiarazione
di indipendenza, Jefferson morì.
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Una particolarità: nella tomba volle scritto "Uomo politico" senza riferimenti alla carica di
presidente degli Stati Uniti.
Per quanto riguarda la sua appartenenza alla Massoneria non si ha una documentazione che
accerti che sia stato iniziato in qualche Loggia.
Ha frequentato spesso delle Logge Massoniche, e i suoi figli e nipoti sono stati Massoni in
Logge della Virginia.
Jefferson ha partecipato alle riunioni della Loggia Nove Muse a Parigi e ha marciato in cortei
con numerosi Massoni.
La Gran Loggia della Carolina del sud e Luisiana ha tenuto delle onoranze funebri e processioni
per lui dopo la sua morte, e sorsero numerose Logge in Virginia con il suo nome.
E’ certo che abbia fatto parte della confraternita Flat-Hat-Club (fraternità, umanità, cognizio)
nata in Virginia. Rappresenta una associazione molto vicina ai principi Massonici.
L’Università di Princeton ha raccolto in 24 volumi le lettere dagli anni 1760 al 1792. Sono
riportate le spese di personale, le attività quotidiane, le riunioni a cui ha partecipato, i contatti con
collaboratori e amici, e non c’è alcun riferimento alla Massoneria.
Per quanto mi riguarda, non ostante non ci sia una documentazione sulla appartenenza alla
nostra Istituzione, possiamo considerarlo senza esitare sicuramente un nostro Fratello.
I principi su cui ha basato la sua esistenza sono i capisaldi della Massoneria Universale. Si è
battuto fortemente per i principi di libertà e uguaglianza.
Riporto un brano del secondo paragrafo della Dichiarazione d’indipendenza:
"Riteniamo che alcune verità siano di per sé evidenti: che tutti gli uomini sono stati creati
uguali; che dal loro Creatore sono stati dotati di alcuni diritti inalienabili; che fra questi ci siano la
vita, la libertà il perseguimento della felicità."
Il concetto della Libertà, a noi molto caro, è stato per Jefferson la sua filosofia e l’obbiettivo
della sua vita.
Per lui l’indipendenza di una Nazione non poteva essere separata dall’indipendenza dei suoi
cittadini.
La libertà di religione è un concetto vitale per creare una società libera, e la Chiesa e lo Stato
hanno funzioni separate. Essi devono essere separati e liberi .
In una lettera pubblica sostenne che nessun uomo deve rendere conto ad altri per la sua fede e
per le sue convinzioni religiose.
"Io sono per la libertà di religione, e contro tutte le manovre per giungere ad una supremazia
giuridica di una setta su un’altra" (Lettera scritta nel 1799).
"Ho giurato sull’altare di Dio eterna ostilità contro ogni forma di tirannia oltre la mente degli
uomini"
(Manoscritto originale presso la biblioteca del Congresso)
Un altro punto fondamentale per Jefferson è l’istruzione; essa è necessaria per la crescita della
libera mente in una società libera. La conoscenza deve essere acquisita attraverso l’istruzione
pubblica gratuita.
"Se un popolo si aspetta di poter essere libero restando ignorante, spera in qualcosa che non è
mai stato e che mai sarà"
Importante è anche l’opinione di Jefferson riguardo i nativi americani. Nutrì da subito un
grande interesse verso la cultura di queste popolazioni, sostenendo che fossero intellettualmente alla
pari degli Europei. Fortissimo fu il tentativo di integrare gli Indiani nella società per evitare la loro
estinzione.
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Come molti ricchi terrieri dell’epoca Jefferson possedeva moltissimi schiavi. Nonostante fosse
un convinto sostenitore dei diritti umani riesce difficile capire perché non liberò nemmeno uno dei
suoi numerosi schiavi; ma in una occasione pubblica incitò la popolazione a liberare gli schiavi
Nel 1808 varò una legge che proibiva l’importazione degli schiavi.
Perché ho voluto parlarvi di Jefferson questa sera?
La risposta è intuitiva, la sua vita potrebbe fungere da modello per tutti i Massoni, ha adempiuto
agli obblighi della nostra Istituzione.
Ha basato la sua esistenza battendosi per la Libertà, Uguaglianza, Fratellanza.
Oggi più che mai sentiamo il bisogno di avere dei punti di riferimento per raggiungere il nostro
obbiettivo.
Mi piace terminare questa breve riflessione su un grande personaggio, con un suo pensiero
crudo ma molto incisivo.
"Ritengo che un po’ di ribellione, ogni tanto, sia una cosa buona, e che sia necessaria al mondo
politico quanto le tempeste lo sono a quello fisico". Non solo: "Quale paese può conservare le sue
libertà se i suoi governanti non sono ammoniti di quando in quando che il loro popolo conserva il
suo spirito di resistenza? Che esso prenda le armi. Il rimedio consiste nel fargli capire come stanno
i fatti, perdonarlo e pacificarlo. Che importanza hanno poche vite in un secolo o due? L’albero
della libertà deve essere innaffiato di tanto in tanto con il sangue di patrioti e tiranni. E’ questo il
suo naturale concime".
Uno dei suoi primi biografi, James Parton, scrisse nel 1847: "se Jefferson ha torto, l’America
ha torto. Se l’America ha ragione, Jefferson ha ragione".
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