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Presentazione standard di PowerPoint
Economia delle politiche sociali
Vito Peragine
Università degli Studi di Bari Aldo Moro
Partito Democratico, Roma, 16 gennaio 2013
LE POLITICHE SOCIALI
LE POLITICHE SOCIALI E DI REDISTRIBUZIONE
• le politiche di assistenza e di inclusione
• il fisco
• le pensioni
• la sanità
• l'istruzione
• il mercato del lavoro
• l'assetto territoriale: welfare e federalismo fiscale
Le politiche sociali: la teoria
economica
• Le ragioni dell’intervento pubblico
– Efficienza (rischio-assicurazione; esternalità; beni pubblici)
– Equità (EO, EOp, Maxmin)
• Disuguaglianza, povertà, deprivazione, mobilità (cenni sulla
misurazione)
– Valutazione politiche sociali (cenni)
– First best and second best
• “Bringing income distribution in from the cold”
(Atkinson 1994, Piketty 2014)
Politiche sociali e disuguaglianze (1)
Tema distributivo al centro della riflessione degli economisti del XIX secolo:
• Risposte apocalittiche Ricardo-Marx: un piccolo gruppo nella società (proprietari
terrieri e capitalisti) accumuleranno porzioni sempre crescenti di reddito e di
ricchezza
→ non potrà esserci un “sentiero equilibrato di crescita”
Nel XX secolo emerge una visione ottimistica:
• Kuznets (1953): “growth is a rising tide that lifts all boats” → la relazione tra
sviluppo e disuguaglianza segue un andamento ad U rovesciata
• Modello tecnocratico/meritocratico (Galbraith, Becker): « in today’s modern
economies, what matters is human capital and education, not old-style financial or
real estate wealth »; « moder economic growth will lead to a long run decline of
inherited wealth relatively to labor income »
Teoria e dibattito di politica economica anni ‘80 e ‘90: la disuguaglianza è assente
•
trade-off tra efficienza e equità: «Realizzare obiettivi di redistribuzione e di
riduzione delle disuguaglianze senza attenuare le energie per la crescita è la sfida
politica centrale del nostro tempo”
•
Ricetta: ridurre la presenza del settore pubblico
Politiche sociali e disuguaglianze (2)
Evidenza 1 (l’evoluzione delle disuguaglianze):
• Evoluzione lungo periodo e aumento disuguaglianze ultimi 30 anni
• Effetti della crisi sulle disuguaglianze
Evidenza 2 (la struttura delle disuguaglianze):
• Reddito e capitale
• Disuguaglianze di reddito e di opportunità
• Povertà e minori
Evidenza 3 (Disuguaglianza e crescita)
Evidenza 4 (Intervento pubblico, disuguaglianza e crescita)
Top 1% share: English Speaking countries (U-shaped), 1910-2010
30
20
United States
United Kingdom
Canada
Australia
Ireland
New Zealand
15
10
5
2010
2005
2000
1995
1990
1985
1980
1975
1970
1965
1960
1955
1950
1945
1940
1935
1930
1925
1920
1915
0
1910
Top Percentile Share (in percent)
25
2010
2005
Italy
2000
Spain
1995
Germany
1990
France
1985
1980
1975
1970
1965
20
1960
25
1955
1950
1945
1940
1935
1930
1925
1920
1915
1910
1905
1900
Top Percentile Share (in percent)
Top 1% share: Continental Europe, North vs South (L-shaped), 1900-2010
30
Sweden
15
10
5
0
Top IncomeIn
Tax
Rates 1910-2010
Italia
100%
Top marginal income tax rate applying to top incomes
90%
80%
70%
60%
50%
40%
Rapporto tra ricchezza e reddito
6
U.S.
5.5
5
30%4.5
U.K.
4
20%3.53
10%
2.5
2
Germany
France
1.5
0%0.51
0
1910 1920 1930 1940 1950 1960 1970 1980 1990 2000 2010
Source: World Top Incomes Database, 2012.
Povertà e dinamica distributiva in Italia,
breve e lungo periodo
In Italia
I redditi
Fonte: Amendola, Brandolini, Vecchi (2011)
- Dinamica disuguaglianza meno accentuata che altrove
- Ma effetti sul benessere più incisivi a causa della più bassa crescita
Effetti distributivi della crisi: USA
Fonte: Perri and Steinberg (2012)
Povertà e dinamica distributiva in Italia,
breve e lungo periodo (2)
Povertà e dinamica distributiva in Italia,
breve e lungo periodo (3)
Disuguaglianze, in sintesi (1)
Top incomes database: 25 paesi; dati fiscali; lungo periodo (inizio XX
secolo); principalmente redditi da lavoro.
Ipotesi di Kuznets non è verificata. Le cose sono andate in maniera diversa:
→ Relazione tra sviluppo e disuguaglianza: a forma di N piuttosto che di U
rovesciata
-
Prima metà XX secolo: Il declino dei rentiers e riduzione della
disuguaglianza: redditi da capitale colpiti dagli shocks 1914-1945;
nessun recupero fino agli anni settanta (effetti lungo periodo +
tassazione altamente progressiva)
→ processo dovuto alle distruzioni della guerra e alle politiche
redistributive; non sembra esserci traccia del processo spontaneo
descritto da Kuznets
-
A partire dagli anni ’70: aumento della disuguaglianza (US 1976-2007:
≈60% crescita totale assorbita dal top 1%)
principalmente a causa di altissimi salari e alti redditi da capitale; si
indeboliscono le politiche redistributive.
• Crisi finanziaria del 2007-2012: aumento (modesto) disuguaglianza
Disuguaglianze, in sintesi (2)
• Ascesa dei working rich:
– Versione ortodossa: in USA elevatissimi salari riflettono elevate prod.
marginali (globalizzazione, elevati skills); in Europa (e USA negli anni ‘70)
prezzi di mercato per high skills distorti verso il basso (norme sociali,
istituzioni MdL…)
– Visione molto ideologica: non c’è alcuna evidenza sulla
produttività marginale dei CEO;
– spiegazione alternativa: scarsa competizione mercato CEO e
scarso controllo proprietà potrebbero aver distorto i prezzi di
mercato verso l’alto
- In ogni caso: tema rilevante per USA più che per Europa e Italia
- Occorre andare oltre il dato sul reddito complessivo e guardare alla
sua struttura
Reddito, ricchezza, eredità
Ci sono due modi per diventare ricchi:
- lavorando
- ereditando un patrimonio
• XIX secolo: canale ereditario era prevalente
• XX secolo: capitale umano e lavoro hanno sostituito il canale ereditario,
contribuendo a creare una società meritocratica?
Possibili strategie di analisi: distribuzione personale vs distribuzione funzionale
• Due diversi aspetti (potenzialmente indipendenti):
(a) Rapporto tra ricchezza e reddito (da lavoro)
(capitale umano vs capitale finanziario e immobiliare)
(b) Rapporto tra ricchezza ereditata e reddito
( «conflitto generazionale » vs « conflitto di classe »)
National Wealth / National Income
Ratios in Europe, 1870-2010
800%
700%
Germany
France
600%
UK
500%
400%
300%
200%
100%
1870
1890
1910
1930
1950
1970
1990
Authors' computations using country national accounts. National wealth = private wealth (household & non-profit sectors) +
government wealth
2010
Private wealth-national income ratios, 1970-2010
800%
700%
USA
Japan
600%
Germany
UK
Australia
France
500%
Italie
Canada
Spain
400%
300%
200%
1970
1975
1980
1985
1990
1995
2000
2005
2010
In Italia
Fonte: D’Alessio, 2012
Il ritorno del capitale
• Modello tecnocratico/meritocratico (Galbraith, Becker): « in today’s modern
economies, what matters is human capital and education, not old-style financial
or real estate wealth »
• L’ evidenza dice il contrario: sia il rapporto tra reddito da capitale (rendita,
interessi, dividendi, ecc.) e reddito nazionale sia il rapporto tra ricchezza privata
complessiva e reddito nazionale nel 2010 è lo stesso del 1910 (30% e 600% circa)
Basso rapporto W/Y metà 20c è stata un’anomalia
Evoluzione 1970-2010:
1.
Asset price effect: ripresa di lungo periodo degli asset price dopo la caduta nel
periodo 1914-1945
2.
Real economic effect: rallentamento produttività e crescita demografica
-
Paesi con bassa crescita vincolati ad avere un alto rapporto W/Y
Risparmio vs ricchezza ereditata
L’aumento del rapporto W/Y potrebbe essere spiegato dal risparmio
lungo il ciclo vitale (teoria Modigliani: individui risparmiano e
consumano tutto durante il ciclo di vita, non lasciando alcuna eredità)
• Teoria non verificata…tranne che per gli anni ’50 e 60 ’ quando non
c’era molto da ereditare
• Quale il ruolo della ricchezza ereditata?
40%
Figure 2: Annual inheritance flow as a fraction of
disposable income, France 1820-2008
Economic flow (computed from national wealth estimates,
mortality tables and observed age-wealth profiles)
Fiscal flow (computed from observed bequest and gift tax data,
inc. tax exempt assets)
36%
32%
28%
24%
20%
16%
12%
8%
4%
0%
1820
1840
1860
1880
1900
1920
1940
1960
1980
2000
• Flusso annuale ricchezza ereditata 20%-25% del reddito disponibile (1910 =
2010): percentuale elevata
• Es. Molto più elevata del flusso annuale di nuovo risparmio (10%-15%
reddito disponibile), che è in parte basato sul rendimento della ricchezza
ereditata (più facile risparmiare se la casa è ereditata e non ci sono affitti o
mutui…)
• Percentuale del 20%-25% significa che la ricchezza ereditata cumulata
rappresenta la porzione principale della ricchezza aggregata (tipicamente
80%-90% ) e quindi domina ampiamente la ricchezza auto-prodotta
Dati relativi alla Francia. Modello generale?
Da cosa dipende?
• Rapporto tra flusso eredità e reddito B/Y = µ m W/Y
(m = tasso mortalità, µ = ricchezza relativa dei « donatori »)
• B/Y dipende sia dalla dinamica di W/Y sia dalla dinamica di µ
• Variabili rilevanti: rendimento del capitale e tasso di crescita dell’economia
• Intuizione principale: con r>g e basso livello di g (ad esempio r=4%5% vs g=1%-2%), ricchezza ereditata domina nuova ricchezza; il
passato domina il futuro .
• ricchezza passata è capitalizzata più rapidamente della crescita; gli
eredi devono solo risparmiare una frazione g/r del rendimento della
ricchezza ereditata per accumulare più di chi produce nuova ricchezza
• Solo in circostanze eccezionali la ricchezza prodotta con il lavoro
domina la ricchezza ereditata (Paesi OCSE 50s-70s, Cina oggi)
• Progressiva marginalità del reddito da lavoro: specialmente se la
competizione fiscale globale riduce la tassazione del capitale e se una
porzione crescente del reddito da lavoro è catturata del top 1%
percettori
• Si tratta di analisi aggregata: questa conclusione sarebbe amplificata
qualora si considerasse la distribuzione della ricchezza (ricchezza più
elevata → rendimenti più elevati)
In sintesi: i rapporti aggregati determinano la
classse sociale dominante
• XIX secolo: ereditieri dominavano anche i più ricchi tra i percettori di reddito da
lavoro
• Coorti nate anni 1910s-1950s: ricchezza ereditata perde importanza → centralità
del lavoro, società più meritocratica
• Coorti nate anni 1970s-1980s e più tardi: ricchezza ereditata torna a contare
molto!
→ la distribuzione del XXI secolo sarà in una posizione intermedia tra il modello del
XIX secolo e quello « meritocratico » di metà XX secolo – probabilmente più
vicino al primo che al secondo
• La promessa del capitale umano e della meritocrazia basata sull’istruzione e sul
lavoro pare non sia stata mantenuta ...
• L’ascesa dei top working rich e il ritorno della ricchezza ereditata potrebbero
apparire contradditori; il primo fenomeno è visto da alcuni come la risposta
meritocratica al secondo…
• E’ così?
Disuguaglianza e mobilità sociale
The Great Gatsby Curve
Intergenerational earnings elasticity
0.6
0.6
0.5
0.5
United Kingdom
United States
France
0.4
0.4
Japan
Germany
0.3
New Zealand
Sweden
0.2
y = 2.2x - 0.27
R² = 0.76
Finland
y = 2.2x - 0.27
R² = 0.76
Norway
0.3
0.2
Denmark
0.1
0.15
0.20
0.25
0.30
Inequality
(1985 Gini Coefficient)
Fonte: Corak (2012)
Le società più egualitarie sono le più mobili. E viceversa.
0.35
0.1
0.40
Inequality of opportunity and income
inequality (1)
Fonte: Brunori, Ferreira, Peragine 2013
Inequality of opportunity and income
inequality (2)
Inequality of opportunity and total inequality (MLD)
.3
Means centered
E US ILC mean l ogar ithmi c dev iation
.1
.15
.2
.25
Poland
Estonia
Portugal
Lithuania Latvia
Spain
Hungary
Greece
Italy
Germany
United Kingdom
Netherlands
Ireland
Austria
Cyprus
France
Luxembourg
Belgium
Finland
Slovenia
Slovak Republic Norway
Sweden
.05
Denmark
0
.02
.04
.06
total ineq uality attributable to circumstances – ex post
Fonte: Checchi, Peragine, Serlenga 2010
.08
.1
L’Italia è fra i pochi paesi Ocse in cui il rischio di
povertà è maggiore fra i nuclei con figli.
Povertà e minori (1)
Tassi di povertà infantile e per la popolazione totale, 2010
Bambini <18
30
25
20
15
10
5
0
Fonte: OECD (2014)
Popolazione Totale
Povertà e minori (2)
Incidenza povertà relativa
20
18
16
14
12
10
8
6
4
2
0
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
famiglie con almeno un figlio minore
Fonte: ISTAT
2007
totale
2008
2009
2010
2011
2012
Povertà e minori (3)
Incidenza povertà relativa per tipo di famiglia (2012)
50
45
40
35
30
monogenitore
coppia, 1 figlio
25
coppia, 2 figli
20
coppia,3 o più figli
15
10
5
0
Italia
Fonte: ISTAT
Nord
Centro
Mezzogiorno
Povertà e minori
La povertà delle famiglie con minori è rilevante economicamente
perchè:
- riduce l’ investimento in istruzione e, in generale, nel capitale
umano dei bambini;
- aumenta il grado di trasmissione familiare delle situazioni di
povertà;
- più in generale, riduce il grado di uguaglianza delle
opportunità.
Questi effetti si legano tra loro.
Mobilità sociale
Elasticità intergenerazionale del reddito
0.6
0.5
0.4
0.3
0.2
0.1
Fonte: Corak (2013)
Italy
UK
US
France
Spain
Japan
Germany
Sweden
Australia
Canada
Finland
Norway
Denmark
0.0
I rendimenti privati dell’istruzione
L’impatto dell’origine famigliare sui rendimenti dell’istruzione
Fonte: Luongo, Peragine, Serlenga (2010)
Povertà e investimento in istruzione (1)
SPESA MEDIA MENSILE DELLE FAMIGLIE PER ISTRUZIONE (% totale spesa)
Fonte: ISTAT
2007
2012
VARIAZIONE
ITALIA
1.0
1.2
0.2
NORD-OVEST
1.0
1.1
0.2
NORD-EST
1.0
1.4
0.4
CENTRO
0.9
1.2
0.3
SUD
1.2
1.2
0.0
ISOLE
1.1
0.8
-0.3
Povertà e investimento in istruzione (2)
Percentuale spesa familiare in istruzione per professione della persona referente, 2012
2.0%
1.8%
1.6%
1.4%
1.2%
1.0%
0.8%
0.6%
0.4%
0.2%
0.0%
RITIRATO DAL LAVORO
Fonte: ISTAT
OPERAIO, ASSIMILATO
ALTRA CONDIZIONE
LAVORATORE IN PROPRIO
IMPRENDITORE, LIBERO
PROF.
DIRIGENTE, IMPIEGATO
Abbandono scolastico (1)
Giovani che abbandonano prematuramente gli studi per genere nei paesi Ue
Anno 2012 (valori percentuali)
35
Totale
Uomini
Donne
30
25
20
Ue27
15
10
5
0
Fonte: Eurostat, Labour force survey
Abbandono scolastico (2)
Giovani che abbandonano prematuramente gli studi (%), 2012
25.0
20.0
15.0
10.0
5.0
0.0
Nord-ovest
Fonte: Istat
Nord-est
Centro
Centro-Nord
Mezzogiorno
Italia
In sintesi
• La disuguaglianza è cresciuta in quasi tutti i paesi OCSE
• Trend secolare e evoluzione ultimi decenni
• Più nei paesi anglosassoni, meno in quelli Europa continentale,
ancora meno Paesi nordici
• La crisi (la prima e ancor più la seconda) ha aumentato le
disuguaglianze
• E’ importante la struttura oltre che il livello della disuguaglianza
– Le disuguaglianze nei redditi sono in larga parte dovute a fattori
ereditati e non al merito
– Disuguaglianze di reddito e disuguaglianze di opportunità sono
positivamente correlate
In sintesi
Ridurre disuguaglianze per ragioni di equità ma anche per
ragioni di efficienza:
• Argomento macro di sostegno alla domanda aggregata
• Argomento micro (di incentivo): le disuguaglianze di
opportunità o “trappole della disuguaglianza” hanno
l’effetto di escludere intere categorie di individui
(donne, meridionali, immigrati) dalle attività di
mercato e di scoraggiare le attività di investimento (in
primo luogo in istruzione) e di accumulazione
necessarie per la crescita.
Disuguaglianza e crescita
- Inequality may enhance growth: Accumulation of
savings (Galenson and Leibenstein, 1955), unobservable
effort (Mirrless, 1971), and the investment project size
(Barro, 2000)
- Inequality can reduce growth: unproductive
investments (Mason, 1988), levels of nutrition and health
(Dasgupta and Ray, 1987), demand patterns (Marshall,
1988), capital market imperfections (Banerjee and
Newman, 1991), fertility (Galor and Zang, 1997), political
economy and political instability (Persson and Tabellini,
1994), (Alesina and Perotti, 1996)
Disuguaglianza, crescita e politiche
redistributive
Crescita, disuguaglianza e politiche
redistributive
Ostry et al. (IMF, 2014):
1. Società più diseguali tendono a redistribuire maggiormente. Dunque è
importante distinguere tra disuguaglianze di mercato e disuguaglianze
nei redditi netti.
2. Minore disuguaglianza (netta) è correlata con crescita più elevata e più
duratura (per un dato livello di redistribuzione)
3. La redistribuzione ha effetti totali (diretti e indiretti) positivi sulla
crescita. Solo in casi estremi ha effetti (debolmente) negativi.
World Bank (2006); Marrero & Rodriguez (JDE, fothcoming): occorre guardare
al nesso crescita – disuguaglianze di opportunità
• Ipotesi: su entrambi gli effetti c’è una “specialità” della povertà dei minori:
– Effetto diretto: povertà dei minori è quella con maggiore impatto negativo
sulla crescita
– Effetto indiretto: le politiche di redistribuzione mirate ai minori hanno minori
effetti distorsivi
Inequality of opportunity and the
level of development
Inequality of opportunity and the
level of development
Measured
inequality
IOR
Mean income
Fly UP