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filosofia medievale
LA FILOSOFIA MEDIOEVALE
Una sintesi
La filosofia medioevale, una sintesi
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I confini incerti della tarda antichità:
alcune date
Agostino redige le Confessioni (396) due anni dopo la
soppressione dei giochi Olimpici (394);
Giustiniano, imperatore romano d’Oriente, chiude l’ultima scuola
filosofica di Atene (529) 5 anni dopo la morte di Boezio, ministro
del goto Teodorico, ed un anno prima della fondazione del
monastero di Montecassino.
La filosofia medioevale, una sintesi
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Due tesi (erronee) sulla filosofia medioevale
• Bertrand Russell: nel medioevo tutto è teologia, e la filosofia
non esiste
• Martin Heidegger: il pensiero medioevale è il risultato
dell’incontro tra l’«aristotelismo» e il «tipo di rappresentazione
derivato dal giudeo-cristianesimo»
Sono tesi «estreme», che non tengono conto dell’estensione del
periodo, della varietà degli ambienti intellettuali e delle stesse
prospettive teologiche.
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Una sommaria periodizzazione
• Pre-scolastica: rinascenza carolingia (IX secolo)
• Alta scolastica: dalla seconda metà del XI secolo alla fine del XII
• Fioritura della scolastica: il ‘200
• Dissolvimento della scolastica: il ‘300
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Le «fonti» della filosofia medievale:
i «corpus» filosofici greco-latino, arabo e
giudaico
Il medioevo occidentale è giunto a conoscere solo tardivamente l’opera
completa di Aristotele, e ha praticamente ignorato tutto Platone.
Il grande testo platonico medioevale è il frammento del Timeo (17a 53c), tradotto e commentato nel IV secolo dal cristiano e neoplatonico
Calcidio.
Aristotele a parte, la filosofia antica e per lo più sconosciuta ai
medioevali che, per quanto concerne l’essenziale, hanno accesso
solamente a fonti indirette.
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La tradizione greca
• Fino al 1150-1160 i medioevali conoscono solo una minima
parte dell’opera di Aristotele, corrispondente ad una parte
dell’Organon (gli scritti di Logica), detta logica vetus. Ha grande
importanza di mediatore culturale il filosofo Boezio.
• Solamente verso la fine del XII secolo e l’inizio del XIII risulta in
circolazione il complesso dell’opera aristotelica: la rimanente
parte della logica (logica nova) ed i libri naturales (Fisica, De
anima, De coelo, Metafisica).
• Il neoplatonismo pagano è recepito tardivamente, il
neoplatonismo cristiano ha come autorità Agostino, Boezio e lo
pseudo Dionigi Aeropagita.
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Aristotele, il maestro di color che sanno
Il maestro di color che sanno
Una nota facezia sul maestro:
Aristotele e Fillide
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La letteratura didattica latina
• Il trivio ed il quadrivio
I latini lasciano in eredità ai dotti medioevali una ripartizione enciclopedica
del sapere: il trivio ed il quadrivio
Il trivio (grammatica, logica, retorica) comprende le arti del pensiero e del
linguaggio, ed è in qualche modo preparatorio ad ogni sapere. Tra queste la
logica acquisterà un ruolo eminente.
Il quadrivio (aritmetica, musica, geometria, astronomia) contiene invece il
sapere scientifico.
Trivio e quadrivio formano insieme le sette arti liberali.
• Marciano Capella (VI secolo), Nozze di Mercurio e Filologia
• Cassiodoro (ca. 490/583), Institutiones saecularium litterarum
• Isidoro di Siviglia (ca. 560/636), Etymologiae o Origines. Summa del sapere
dell’antichità che fonde i pregi di un’enciclopedia e di un dizionario, e dedica
ampio spazio alla dialettica e alla doxografia filosofica.
La filosofia medioevale, una sintesi
Le sette arti liberali
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I corpus arabi e giudaici
La filosofia medioevale latina è probabilmente debitrice tanto al
pensiero arabo e giudaico quanto alla speculazione greca e
romana. Infatti, sino al XIII secolo, i progressi della filosofia
occidentale sono scanditi dall’acquisizione e assimilazione dei
contenuti, dei temi e delle dottrine che vengono dall’Oriente.
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Ex oriente lux
Tra Alessandro di Afrodisia ed i grandi filosofi arabi
aristotelizzanti (sino ad Averroè, 1100 ca.), la tradizione degli
scritti di Aristotele si è conservata in Siria ed Irak (Baghdad).
Tra le maggiori fonti del pensiero latino ricordiamo:
Avicenna (Ibn Sina, 980/1037), la cui opera più letta è la sua
enciclopedia filosofica, la Shifa’.
Ibn Rushd, o Averroè (Cordova 1126 / Marrakesh 1198) è il
grande interprete medioevale di Aristotele, il «commentator»
per eccellenza. Se i filosofi precedenti hanno presentato
Aristotele, Averroè è colui che per primo lo ha spiegato. Piccoli,
Medi e Grandi Commenti.
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Le fonti giudaiche. Le traduzioni
Il corpus giudaico, più ristretto, ha comunque avuto significativa
influenza sulla filosofia latina.
La sua prima manifestazione, la più evidente, è legata al
fenomeno generale della traduzione, in quanto, se gli arabi
hanno mantenuto viva la tradizione aristotelica, sono stati i dotti
giudei, come Giovanni di Spagna, a garantire concretamente,
nella Toledo del XII secolo, la prima trasposizione della scienza
aristotelica dal mondo islamico al mondo cristiano.
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Matematica, filosofia e diritto
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La filosofia medioevale, una sintesi
La filosofia medioevale
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I luoghi del sapere
• Monasteri, Scuole e Università
Fino all’XI secolo la vita intellettuale rimane confinata nelle
cosiddette scuole «monastiche», ove il culto del silenzio porta
con sé la pratica delle lettere.
La rivoluzione comunale del XII secolo consacra il trionfo di una
forma diversa di scolarizzazione, quella delle scuole «capitolari»
ed «episcopali», il cui organismo è la città, e il cui centro è la
cattedrale. Aperte a nuove classi di «chierici» non più legati alla
regola di obbedienza monastica, queste scuole cattedrali si
cimentano nello studio delle arti del linguaggio: della
grammatica, e poi della dialettica.
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Parigi e Oxford
Una volta urbanizzata, la cultura si diffonde, mentre la figura
dello scolastico (scolasticus) e poi del maestro attira e concentra
un vasto pubblico. Parigi fissa definitivamente il ruolo di
entrambe queste figure, mentre Oxford emerge a poco a poco.
L’Università nasce da tale riunione (consortium).
Istituzione del Cristianesimo, l’Università medioevale è il simbolo
specifico della cultura del tardo medioevo (XIII-XIV secolo).
E’ generalmente organizzata in «nationes», suddivise in varie
facoltà: «arti», medicina, diritto e teologia.
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Philosophia ancilla theologiae
La facoltà delle «arti» ha una funzione propedeutica: vi si
insegna il trivium -in particolare la logica -, e quindi, a mano a
mano che vi sono introdotte, le rimanenti parti della scienza
aristotelica: fisica, metafisica, psicologia, etica. La carriera
richiede 10 anni.
La carriera del teologo è ancora più lunga. Per essere ammessi al
corso è necessario essere di nascita legittima, possedere il titolo
di maestro della arti ed essere bene accetto a un maestro di cui
si frequenterà il corso. Il titolo di magister theologiae è il culmine
di 15 anni di studi teologici.
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Le forme letterarie
La produzione degli intellettuali medioevali si articola in tre
diverse forme letterarie:
1. Glosse e commenti
2. Questioni e Sentenze
3. Summae
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Questioni e sentemze
Il metodo pedagogico e il genere letterario della quaestio
costituiscono un contributo originale del medioevo latino.
Le Sentenze di Pietro Lombardo (ca. 1155) ne sono un esempio
celebre: compilazione di testi patristici, mettono in risalto, per
temi, la contraddizione tra le autorità, per poi risolvere le
apparenti divergenze e dare così una risposta appropriata al
problema sollevato.
La disputatio accademica segna il culmine di questa tecnica
[quaestiones disputatae e quaestiones quodlibetales].
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Summae
Le summae esprimono l’esigenza di un ordinamento del sapere
(ordo disciplinae) necessario alla costruzione di una scienza
fondata sulla prassi della quaestio.
Articulus: posizione di una tesi, con argomenti addotti a favore.
Sed contra: riflessione critica, con argomentazioni contrarie alla
tesi
Respondeo dicendum: decisione della questione, che assume il
più della volte la forma di una distinzione che consente di
ritrovare nella posizione avversaria la parte di verità che la
sorregge.
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Studenti
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