Il sistema della sensibilità somatica: il tatto e la propriocezione
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Il sistema della sensibilità somatica: il tatto e la propriocezione
Il sistema della sensibilità somatica: il tatto e la propriocezione Possiamo distunguere 3 diversi sistemi somato-sensoriali e cioè: Il tatto La propriocezione Il dolore Il tatto ci permette di percepire i segnali tattili a livello superficiale, puramente descrittivo di ciò che stiamo manipolando. Tramite dei meccanorecettori siamo in grado di percepire superfici lisce, ruvide etc. La propriocezione dipende da meccanorecettori specializzati chiamati propriocettori che si trovano nei muscoli, e ci permette di percepire la posizione dei nostri arti nello spazio. Il dolore ci permette di percepire segnali potenzialmente dannosi per il nostro organismo tramite delle terminazioni libere differenti da quelle tattili. Tatto Le fibre nervose afferenti per la percezione tattile hanno origine nei gangli che si trovano nel midollo spinale e nel tronco encefalico e prendono il nome di gangli delle radici dorsali e gangli dei nervi cranici. Possiamo distinguere 3 diverse fibre nervose a seconda del sistema somatico e cioè: Ia Aβ Aδ Le Ia sono le fibre che riguardano la percezione tattile, innervano i muscolie sono le più spesse e veloci di tutte. Le Aβ riguardano la propriocezione, quindi innervano una parte dei muscoli e sono meno spesse e rapide delle Ia. Le Aδ invece sono le fibre che trasmettono le sensazioni dolorifiche e sono le più sottili e meno rapide di tutte ( la maggior parte senza guaina mielinica) N.B. La nostra cute è formata da 3 strati: Epidermide: niente vasi e recettori Derma: vasi e recettori Ipoderma: strato adiposo Possiamo distinguere 4 differenti meccanorecettori all’interno delle nostre mani e cioè: Dischi di Merkel Afferenze di Meissner Corpuscoli di Ruffini Corpuscoli di Pacini I dischi di Merkel si trovano nella parte più superficiale in fondo alle creste, compongono il 25% dei meccanorecettori della mano e servono alla percezione della forma e della struttura degli oggetti. Le afferenze di Meissner si trovano al disotto delle creste, compongono il 40% dei meccanorecettori della mano e servono alla percezione del movimento ed il controllo della presa. I corpuscoli di Ruffini si trovano nel derma, compongono il 20% dei meccanorecettori della mano e servono a rilevare la forma della mano e i suoi spostamenti. I corpuscoli di Pacini si trovano nello strato sottocutaneo e formano il 10% dei meccanorecettori della mano e servono alla percezione delle vibrazioni. Vie neuronali: Chiamato sistema lemnisco mediale Possiamo distinguere 3 diversi neuroni per la trasmissione dell’informazione al cervello: Neuroni di primo ordine Neuroni di secondo ordine Neuroni di terzo ordine I neuroni di primo ordine partono dal midollo spinale ed arrivano al bulbo I neuroni di secondo ordine partono dal bulbo ed arrivano al talamo I neuroni di terzo ordine partono dal talamo ed arrivano alla corteccia somatosensoriale primaria. Per quanto riguarda invece la percezione tattile del viso (zona non coperta da peli) i segnali passano dal nervo del trigemino. All’interno della nostra corteccia somatosensoriale abbiamo degli Homunculus sensoriali e cioè delle mappature somatiche che rispecchiano una rappresentazione somatica del corpo. Si è notato che le mani e la faccia possiedono la mappatura più grande. Propriocezione I propriocettori servono a rilevare la posizione dei nostri arti in relazione allo spazio. Essi si trovano all’interno dei fusi neuromuscolari e negli organi tendinei del golgi. I fusi neuromuscolari sono formati da 8 a 10 fibre muscolari mielinizzate. Sono innervati da 2 differenti tipi di fibre: Primarie Secondarie Le primarie (Ia) rilevano i rapidi stiramenti del muscolo. Le Secondarie rilevano gli stiramenti costanti del muscolo. Gli organi tendinei del Golgi si trovano tra il muscolo ed il tendine che lo lega alle ossa. Rilevano la tensione che si genera in un muscolo e sono innervati da fibre di tipo Ib. Il dolore Il dolore è un esperienza somato-emotiva dovuta a danno tissutale in atto o potenziale. Alla base della percezione del dolore abbiamo i nocicettori che sono delle terminazioni libere che nella maggior parte dei casi sono amieliniche e pertanto sono le più lente nella trasmissione dell’informazione. Come i meccanorecettori hanno origine nel midollo spinale, e cioè nei gangli delle radici dorsali. Il dolore si manifesta con la stimolazioni di queste terminazioni libere. Come? Quando si riceve danno tissutale si rompono i mastrociti che contengono delle sostanze chimiche che influenzano le terminazioni nervose e sono: Bradichinine Prostaglandine Inoltre quando il danno tissutale supera una certa soglia non si rompono solo i mastrociti ma anche le cellule che essendo ricche di potassio lo liberano influenzando maggiormente le terminazioni nocicettive. Vie neuronali: Le informazioni dolorifiche provenienti dalla parte inferiore del corpo percorrono la seguente via: Chiamato sistema anterolaterale. Regione lombare del midollo Regione cervicale del midollo Regione caudale del bulbo Regione mediale del bulbo Regione mediale del ponte Mesencefalo Corteccia Le informazioni dolorifiche provenienti dalla parte superiore del corpo (esclusa la faccia) percorrono la stesse vie eccetto la regione mediale del midollo. Le informazioni dolorifiche provenienti dalla faccia percorrono la seguente via: Dal nervo del trigemino entrano nel ponte Scendono nella regione caudale del bulbo Salgono nella regione mediale del bulbo Salgono nella regione mediale del ponte Mesencefalo Corteccia Possiamo distinguere categorie differenti di dolore: Acuto Cronico Riferito Dell’arto fantasma Zone del cervello che si attivano durante la sensazioni dolorifica: Corteccia somatosensoriale Lobo limbico Corteccia prefrontale La Corteccia somatosensoriale serve a rilevare il luogo della stimolazione dolorifica. Il lobo limbico serve ad associare uno stato emotivo alla stimolazione dolorifica. La corteccia prefrontale serve a dare una valutazione cognitiva al dolore e ad innescare un comportamento a sua volta. Quando un dolore si presenta per parecchio tempo, possiamo arrivare a provare del dolore anche con stimolazioni non realmente dolorifiche, questo prende il nome di allodinia. Teoria del cancello: Afferma che è possibile placare il dolore con una stimolazione tattile. Avviene che con la stimolazione tattile vengono eccitati degli interneuroni che a sua volta inibiranno la sostanza gelatinosa di Rolando facendo sì che il trasferimento dell’informazione dolorosa venga attenuato. Questa inibizione può avvenire anche grazie al Locus Coeruleus o al Raphe Magnus che sono delle zone del tronco encefalico che secernano dei neurotrasmettitori inibitori che sono a sua volta noradrenalina e serotonina. Lucus Coeruleus noradrenalina Raphe Magnus Serotonina La vista La vista è uno dei sistemi principali che possiede la specie animale per relazionarsi al mondo esterno. È centrale nell’apprendimento e ci permette di discriminare ciò che percepiamo mediante esso. Ci è possibile vedere attraverso gli occhi. Cosa percepiscono gli occhi? Gli occhi percepiscono i raggi luminosi che riflettono gli oggetti. Nell’antichità si pensava fossero i nostri occhi a generare dei raggi che venivano mandati agli oggetti. Oggi si sa che è del tutto al contrario il processo, e cioè sono gli oggetti che riflettono in noi i raggi luminosi chiamati onde elettromagnetiche. L’uomo è in grado di percepire una certa gamma di onde elettromagnetiche che sono comprese tra 300 e 700 nm. Questo varia a seconda della specie animale. Ogni colore che percepiamo è formato da un onda elettromagnetica di una certa lunghezza. Quando vediamo il bianco è perché quell’oggetto non sta assorbendo alcuna onda elettromagnetica, pertanto le riflette tutte. Quando invece vediamo il nero è perché quell’oggetto sta assorbendo tutte le onde elettromagnetiche pertanto non ne riflette alcuna. L’occhio è una sfera di sostanze liquide e solide. Nella parte più esterna possiamo vedere la sclera che è la parte bianca e compatta dell’occhio, l’iride che è la parte colorata dell’occhi e la pupilla che è la parte nera che ha la capacità di ingrandirsi e rimpicciolirsi. Vi è una sostanza trasparente che circonda la sclera ed è chiamata cornea, ed ha il compito di far passare i raggi luminosi oltre che effettuare l’accomodazione insieme al cristallino. Addentrandoci all’interno dell’occhio troviamo tra la cornea e il cristallino, l’umore acqueo che ha la funzione di nutrimento dell’occhio. Sotto l’umore acque troviamo il cristallino che ha la funzione (insieme alla cornea) di effettuare l’accomodazione e cioè migliorare la messa a fuoco con la sua curvatura quando si osservano oggetti vicini, regolando la rifrazione. Andando ancora più in profondità troviamo l’umore vitreo che compone per l’80% l’occhio ed oltre a dare la forma all’occhio serve anche come spazzino dell’occhio, cioè rimuove tutte le sostanze dannose e le cellule morte. In fine troviamo la retina che è il punto in cui avviene la fototrasduzione e troviamo i fotorecettori e delle cellule specializzate nella trasmissione del segnale. Nella retina abbiamo una zona chiamata fovea dove vi sono concentrati uno specifico tipo di fotorecettore. Il tutto termina con il nervo ottico che invia informazioni alla corteccia. Le cellule della retina in ordine: Fotorecettori Cellule orizzontali Cellule bipolari Cellule amacrine Cellule gangliari I fotorecettori si distinguono in coni e bastoncelli. I coni funzionano quando vi è una certa quantità di luce. Ci permettono di distinguere i colori. Ne possediamo di 3 diversi tipi: Coni del blu: onde corte Coni del verde: onde medie Coni del rosso: onde lunghe Sono poco sensibili alla luce. Sono maggiormente concentrati all’interno della fovea. Possediamo circa 5 milioni di coni per occhio. I bastoncelli funzionano quando vi è una carenza di luce. Ci permettono di identificare le ombre (delle sagome) e non i colori. Sono molto sensibili alla luce. Sono disposti lungo la retina e sono del tutto assenti nella fovea. Possediamo circa 100 milioni di bastoncelli per occhio. La fototrasduzione: Avviene che i fotorecettori non danno origine a potenziali d’azione bensì avviene solo una piccola variazione di potenziale, questo è dovuto alle distanze molto ravvicinate che vi sono all’interno dell’occhio. Le cellule inoltre si depolarizzano in assenza di luce, mentre sono iperpolarizzate quando vi è la presenza della luce. Come nelle altre cellule l’entrata dello ione Ca fa sì che le vescicole rilascino il neurotrasmettiotore. Vie neuronali: Le informazioni visive percorrono la seguente via: Dal nervo ottico le informazioni arrivano: Al nucleo genicolato laterale del talamo Al pretetto Alla corteccia visiva primaria Incrocio della via visiva: Possiamo dividere in due zone la retina: Temporale Nasale Esempio per far comprendere come avviene l’incrocio: Le informazioni luminose che provengono da destra e che entrano nell’occhio destro arrivano alla zona nasale dell’occhio da dove partirà una via che si incrocerà dall’altro lato nel chiasma ottico. Le informazioni luminose che provengono da sinistra e che entrano nell’occhio destro arrivano alla zona temporale dalla quale partirà una via omolaterale. Questo processo avviene in entrambi gli occhi e prende il nome di fusione binoculare. Con questo sistema le informazioni percepite da un occhio saranno trasferite ad entrambe le corteccie facendo sì che si ottenga una visione ciclopica. L’udito La percezione dei suoni dipende dalle nostre orecchie. Cosa ci permettono di udire le orecchie? L’uomo come gli altri animali è in grado di percepire le vibrazioni degli oggetti che provocano il suono. Cosa è il suono? Il suono non è nient’altro che un energia meccanica che fa vibrare i corpi. Le onde meccaniche sono in grado di propagarsi soltanto quando hanno a disposizione un mezzo fisico, pertanto nel vuoto non vi è suono, a differenza delle onde elettromagnetiche che sono in grado di propagarsi anche nel vuoto. Quali sono le componenti del suono? Forma d’onda Ampiezza Fase Frequenza La forma d’onda è la rappresentazione grafica del suono. L’ampiezza rappresenta il valore massimo dell’onda. La fase rappresenta l’angolo dell’onda. La frequenza rappresenta quanti cicli l’onda esegue in un secondo. Possiamo fare una distinzione tra: suono rumore Il suono è generato da armoniche multiple tra loro. Il rumore invece è generato da armoniche casuali senza rispettare i multipli matematici. Inoltre per distinguere i suoni entra in gioco un fattore molto importante, il timbro. Il timbro non è nient’altro che l’espressione dei multipli di un armonica di base es: Una tromba esegue un do che avrà frequenza di 261 hz. Un violino esegue anchesso un do che ovviamente presenta la stessa frequenza. Perché allora percepiamo due suoni apparentemente differenti tra loro? Semplicemente perché oltre a produrre l’armonica di base che è il do, i due strumenti producono dei multipli differenti della nota. Composizione anatomica dell’orecchio: Possiamo distunguere tre differenti parti dell’orecchio: Orecchio esterno Orecchio medio Orecchio interno L’orecchio esterno è composto dal padiglione auricolare, e dal meato uditivo. La funzione dell’orecchio esterno è quella di aumentare la pressione sonora, di identificare l’altezza da cui proviene il suono e di incanalare le onde verso le altre zone dell’orecchio. L’orecchio medio è composto dalla membrana timpanica e dalla catena degli ossicini; martello, incudine, staffa. La funzione dell’orecchio medio è quella di preparare il segnale ad essere ricevuto dall’orecchio interno. In che senso? La pressione deve essere aumentata di circa 200 volte perché sono passate dall’orecchio esterno che è ad impedenza quasi nulla, e dovranno passare dall’orecchio interno che è formato da liquido che presenta una notevolissima impedenza. L’orecchio interno è composto dalla coclea, una membrana avvolta su se stessa per circa 3 giri. È qui che avviene la trasduzione del segnale meccanico in impulso elettrico. Possiamo dividere la coclea in due parti orizzontalmente, la parte superiore prende il nome di membrana tettoria, la parte inferiore prende il nome di membrana basilare. All’interno delle membrane abbiamo 3 diverse scale chiamate: Vestibolare Timpanica Media La scala media sta tra le due scale vestibolare e timpanica ed è al suo interno che vi sono i recettori dei suoni. Questi recettori sono delle cellule ciliate chiamate stereociglia. Tra queste cellule ve ne è una più alta delle altre che prende il nome di chinociglio. Quando avviene la depolarizzazione le stereociglia si piegano in prossimità del chinociglio, quando invece si piegano in direzione opposta avviene l’iperpolarizzazione. Possiamo distinguere due zone differenti del posizionamento delle ciglia: Ciglia interne Ciglia esterne Le ciglia interne sono le vere e proprie cellule deputate al riconoscimento dei suoni, sono disposte su una fila e sono circa 5 milioni per orecchio. Le ciglia esterne sono invece degli amplificatori più che dei rilevatori, sono disposte su 3 file e sono circa 10 milioni. N.B. all’interno della coclea abbiamo la perilinfa. (molto sodio, poco potassio) Vie neuronali: Le informazioni uditive percorrono la seguente via: Le cellule ciliate formano il nervo acustico che si ramifica in 3 vie: Dorsale Ventrale anteriore Ventrale posteriore Entra nella regione rostrale del bulbo Sale nella regione mediale del ponte dove avviene una decussazione Una via percorre omolateralmente fino al mesencefalo Una via percorre controlateralmente lungo l’oliva superiore fino al mesencefalo Raggiungono la corteccia uditiva primaria ed il talamo Il sistema vestibolare Il sistema vestibolare è fondamentale per quanto riguarda l’equilibrio e la postura. Si trova nel labirito accanto alla coclea. Possiamo distinguere 2 parti funzionali del sistema vestibolare: Otoliti Canali semicircolari Gli otoliti sono composti da: Utricolo Sacculo Gli otoliti hanno il compito di rilevare gli spostamenti lineari della testa. I canali semicircolari hanno invece il compito di rilevare le rotazioni della testa. All’interno degli otoliti e delle ampolle (alle basi dei 3 canali semicircolari) troviamo delle cellule ciliate. All’interno degli otoliti queste cellule ciliate formano la macula e sono separate da una un’area chiamata striola. Questo fa sì che le cellule ciliate siano polarmente opposte. Quando avviene la depolarizzazione queste cellule ciliate convergono verso la striola. Al di sopra della macula vi è la membrana otolitica che contiene dei cristalli di carbonato di calcio chiamati otoconi. Gli otoconi hanno il compito di appesantire la membrana otolitica Di conseguenza essa durante i movimenti della testa fa sì che la macula si sposti prima e faccia piegare le ciglia. I canali semicircolari presentano alla loro origine delle ampolle con all’interno la cresta che forma le cellule ciliate. Queste celluce ciliate si immergono nella cupola che non fa scorrere l’endolinfa, così quando si effettuano dei movimenti rotatori della testa l’endolinfa pressa sulla cupola facendo sì che le cellule ciliate si pieghino. N.B. le cellule ciliate dei due sistemi vestibolari sono orientate in direzione opposta. Il sistema vestibolare controlla: Il riflesso vestibolo-oculare Il tono muscolare La postura I sensi chimici Possiamo distinguere 3 diversi sensi chimici: Sistema olfattivo Sistema gustativo Sistema del trigemino Il sistema olfattivo Tramite il sistema olfattivo siamo in grado di percepire le sostanze odorose che si trovano nell’aria. L’uomo è in grado di percepire sostanze odorose anche quando esse sono poco concentrate all’interno di un ambiente. Composizione del sistema olfattivo: Il sistema olfattivo si trova all’interno della cavità nasale ed è composto da: Epitelio olfattivo Bulbo olfattivo Tratto olfattivo All’interno dell’epitelio olfattivo troviamo i recettori olfattivi che sono immersi in una sostanza chiamata mucosa che ha la funzione di proteggere questi recettori da sostanze potenzialmente dannose. Via neuronale: Le informazioni trasdotte all’interno dell’epitelio olfattivo giungono, tramite il nervo olfattivo, al bulbo olfattivo, tramite il tratto olfattivo raggiungono: La corteccia piriforme L’amigdala L’ipotalamo Il talamo L’ippocampo A differenza di tutti gli altri sistemi sensoriali, quello olfattivo non proietta al talamo prima di arrivare alla corteccia, ma vi arriva in una fase successiva. Perché le informazioni giungono a tutte queste aree del cervello? Aree come l’amigdala e l’ipotalamo vengono raggiunte per elaborazioni emotive riguardo gli odori. Aree come l’ippocampo vengono raggiunte per elaborazioni di tipo mnestiche. La percezione degli odori non serve solo al riconoscimento di cibi o materiali ma anche ad altri processi fisiologici, come ad esempio la sincronizzazione del ciclo mestruale di donne che vivono all’interno di uno stesso dormitorio. Come anche dei neonati che sono in grado di effettuare poppate più energiche quando ad allattarli è la propria madre rispetto ad un estranea. N.B. i danni alla percezione olfattiva prendono il nome di anosmie. Due medici (Richard Axel, Linda Buck) vinsero il premio nobel per la medicina per aver scoperto dei geni che sono in grado di percepire gli odori. Ne velarono circa 1200, però solo circa 400 funzionano nell’uomo. Negli animali vi è un organo chiamato organo vomeronasale che gli permette di identificare i feromoni che gli altri animali rilasciano, queste sostanze svolgono un ruolo importante nel comportamento sessuale. Il sistema gustativo Il sistema gustativo ci permette di identificare le sostanze disciolte nella saliva. Possiamo distinguere delle cellule specializzate nella trasduzione di questi segnali chimici in impulsi elettrici chiamate papille gustative. All’interno di queste troviamo delle cellule gustative che si trovano all’interno dei bottoni gustativi. È nelle cellule gustative che avviene la trasduzione del segnale. Possiamo distinguere 5 tipi differenti di gusti: Dolce Umami Salato Amaro Acido Possiamo distinguere 3 tipi di papille gustative differenti: Fungiformi Circumvallate Fogliate Le papille fungiformi si trovano nei 2/3 anteriori della lingua e ci permettono di identificare i sapori dolci, salati, acidi. Le papille circumavallate si trovano nella parte posteriore della lingua, attorno al V linguale e ci permettono di identificare i sapori amari e acidi. Le papille fogliate si trovano ai lati della lingua posteriore e ci permettono insieme alle papille circumvallate di identificare i sapori amari e acidi. Vie neuronali: Le informazioni trasdotte da queste papille vengono trasferita alla corteccia tramite tre nervi: Nervo vago Nervo facciale Nervo glossofaringeo Da questi tre nervi le informazioni giungono al nucle del tratto solitario del midollo allungato. Successivamente raggiungono: Il nucleo ventrale posteriore del talamo L’insula e la corteccia frontale L’ipotalamo e l’amigdala Il sistema del trigemino Il sistema del trigemino ci permette di identificare le sostanze potenzialmente dannose per il nostro organismo. Sostante che vengono a contatto con la faccia, la lingue e il naso. Contiene dei recettori nocicettivi polimodali. I circuiti dei motoneuroni inferiori e il controllo motorio I movimenti sono dettati dalle informazioni che trasmettono ai nostri muscoli i motoneuroni inferiori detti anche motoneuroni . Da dove arrivano le informazioni dei motoneuroni inferiori? Alla base del controllo dei motoneuroni inferiori vi sono i motoneuroni superiori che tramite degli interneuroni comunicano il comando ai motoneuroni inferiori. Chi controlla i motoneuroni superiori? Alla base del controllo dei motoneuroni superiori troviamo delle strutture corticali quali: Cervelletto Gangli della base I motoneuroni inferiori hanno origine nel midollo spinale e nel tronco encefalico. I motoneuroni superiori hanno origine nel tronco encefalico e nella corteccia cerebrale. Possiamo distinguere inoltre dei motoneuroni che hanno origine nella parte mediale del midollo spinale che controllano i muscoli prossimali e assiali, mentre quelli che hanno origine nella parte laterale del midollo spinale controllano i muscoli distali. Possiamo distinguere tre differenti riflessi legati a questi motoneuroni: Riflesso miotatico Riflesso miotatico-inverso Riflesso flessorio Il riflesso miotatico dipende dai fusi neuromuscolari. I fusi neuromuscolari si trovano all’interno dei muscoli e sono formati da circa 8-10 fibre muscolari. Questi fusi sono innervati da motoneuroni (γ). Quando un arto subisce una flessione passiva, avviene che viene contratto il muscolo flessorio ed inibito il muscolo estensorio, in modo tale da resistere al carico. Il riflesso miotatico-inverso dipende dagli organi tendinei del Golgi. Questi organi si trovano nella zona tra tendine e muscolo. Questi organi sono innervati da fibre di tipo Ib, il loro compito è quello di rilasciare il muscolo quando si ha un carico eccessivo in modo tale da evitare un possibile strappo ai muscoli. Il riflesso flessorio dipende da recettori nocicettivi. Avviene che l’arto viene flesso quando si percepisce uno stimolo dolorifico acuto come può essere quello che produce una fiamma o uno spillo. Contemporaneamente avviene un riflesso estensorio crociato e cioè la contrazione del muscolo della parte opposta del corpo. Nell’uomo questo avviene solo per quanto riguarda gli arti inferiori per mantenere un equilibrio. Esistono dei pattern generator all’interno del midollo spinale che servono a generare dei movimenti sincroni come l’andatura. Quando le vie di questi pattern vengono tagliate (vedi esempio gatto), si nota che il riflesso miotatico continua a verificarsi. Anche quando vengono tagliate le radici dorsali i movimenti continuano a presentarsi, pertanto si è giunti alla conclusione che esistano dei generatori di movimento autonomi di ogni muscolo. Il controllo del tronco encefalico e del midollo da parte dei motoneuroni superiori I motoneuroni superiori, come già accennato prima, controllano l’attività dei motoneuroni inferiori.Questi motoneuroni hanno origine nel tronco encefalico ed in alcune parti della corteccia cerebrale (lobo frontale). In particolare i motoneuroni superiori della corteccia controllano i motoneuroni inferiori che innervano i muscoli distali. I motoneuroni superiori del tronco encefalico controllano i motoneuroni inferiori che innervano i muscoli prossimali ed assiali. Possiamo distinguere 5 aree fondamentali che lavorano con i motoneuroni superiori: Nuclei vestibolari Formazione reticolare Collicolo superiore Area motoria primaria Area premotoria Al centro del controllo dell’equilibrio, della postura e dell’orientamento del campo visivo vi sono: Nuclei vestibolari Formazione reticolare Collicolo superiore I nucle vestibolari si trovano nel bulbo. I motoneuroni che raggiungono i nuclei vestibolari ricevono informazioni dal sistema vestibolare che invia informazioni sulla postura e l’equilibrio. Possiamo distinguere due tratti differenti dei nuclei vestibolari: Tratto vestibolospinale mediale Tratto vestibolospinale laterale Il tratto vestibolospinale mediale che termina nel corno ventrale del midollo cervicale, controlla i movimenti del collo. Il tratto vestibolospinale laterale che termina nella sostanza bianca anteriore, controlla i muscoli prossimali degli arti. La formazione reticolare si trova nel mesencefalo ed ha svariati compiti: Controllo cardiovascolare e respiratorio Controllo dei riflessi sensoriali motori Coordinazione dei movimenti degli occhi Regolazione del sonno e della veglia Coordinazione spazio-temporale dei movimenti degli arti e del tronco Possiamo qui riportare l’esempio dell’apertura di una porta e del gatto che afferra la pallina. Il collicolo superiore si trova nel mesencefalo. Controlla i muscoli assiali del collo. La corteccia motoria primaria si trova nella parte posteriore del lobo frontale. I motoneuroni superiori di questa corteccia hanno origine nello strato 5 della corteccia e prendono il nome di cellule piramidali. Tra queste possiamo distinguere le cellule di Betz (circa il 5%) che rappresentano i neuroni più grandi del sistema nervoso e delle cellule di non Betz (Circa il 95%). Gli assoni di questi neuroni scendono per i tratti: Corticobulbari Corticospinali Corticobulbari finiscono nel tronco encefalico. Corticospinali finiscono nel midollo spinale. Il 90% degli assoni corticospinali decussano nelle colonne laterali del midollo spinale sul lato opposto. Il restante 10% continua omolateralmente. A dimostrazione dell’intreccio delle intere vie che compongono il nostro corpo, quando viene stimolata elettricamente la corteccia motoria primaria si attivano i muscoli del lato opposto del corpo. Inoltre fu scoperta l’esistenza di una mappa motoria(Homunculus motorio) all’interno della corteccia motoria primaria, che presenta le stesse caratteristiche di qulla sensoriale. La corteccia premotoria si trova anteriormente alla corteccia motoria primaria. Dal nome è facile dedurre che il suo ruolo sia quello di anticipatore dei movimenti, intenzione dei movimenti, selezionare i movimenti. La modulazione dei movimenti da parte dei gangli della base I gangli della base sono una struttura volta al controllo dei motoneuroni superiori. Sono localizzati nella parte profonda della corteccia cerebrale. Il loro ruolo è quello di impedire di far avvenire dei movimenti atipici. Possiamo distinguere dei nuclei all’interno dei gangli della base: Il nucleo striato che a sua volta è composto da: Putamen Caudato Il nucleo pallido che a sua volta è composto da: Globo pallido Parte reticolata della sostanza nera I nuclei dello striato formano le vie afferenti dei gangli della base. I nuclei del pallido formano le vie efferenti dei gangli della base. Il caudato riceva informazioni dalle aree multimodali e dall’area 8 (Area del controllo dei movimenti degli occhi). Il putamen riceve informazioni dalle corteccie: Visiva secondaria Uditiva secondaria Motoria primaria Premotoria Somatosensoriale Queste vie prendono il nome di via corticostriatale. Possiamo dividere in due parti il globo pallido: Segmento interno Segmento esterno Il segmento interno rappresenta la principale via efferente alla corteccia motoria. Il segmento esterno rappresenta la via per il talamo. La sostanza nera ha il compito di liberare la dopamina. Possiamo distunguere due differenti vie nei gangli della base: Via diretta Via indiretta La via diretta ha il compito di far effettuare il movimento che si intende svolgere disinibendo il talamo. È formata da neuroni spinosi di taglia media i quali partono dal caudato e dal putamen per arrivare al segmento interno del globo pallido. La via indiretta ha il compito di inibire i movimenti che andrebbero contro il corretto movimento. È formata da neuroni spinosi di taglia media i quali partono dal caudato e dal putamen per arrivare al segmento esterno del globo pallido, il quale invia informazioni al segmento interno ed al nucleo subatalamico del talamo che a sua volta invia informazioni al segmento interno ed alla parte reticolata della sostanza nera. Vi sono alcuni disturbi molto comuni che sono dovuti a danni ai gangli della base quali: Morbo di Parkinson (ipocinesi) “danno alla sostanza nera” Morbo di Huntington (ipercinesi)”danno al caudato e al putamen” Il cervelletto Il cervelletto è una struttura deputata al controllo dei movimenti corretti, ci permette di correggere dei movimenti errati durante la loro esecuzione ed inoltre ha anche la capacità di apprendere quelli corretti in modo tale da non farci compiere gli stessi errori. Il cervelletto ha un controllo diretto sui motoneuroni superiori. Si trova dorsalmente al tronco encefalico. Si chiama cervelletto per le proprietà in comune con il cervello e cioè: Solchi Scissure 2 emisferi Troviamo all’interno sostanza bianca ed all’esterno sostanza grigia. Possiamo distinguere delle aree specializzate del cervelletto: Cerebrocervelletto Spinocervelletto Vestibolocervelletto Il cerebrocervelletto ha il compito di farci eseguire movimenti fini ed elaborati e riceve informazioni da molte aree corticali. Lo spinocervelletto è l’unico a ricevere informazioni dal midollo spinale. Possiamo distinguere una zona centrale dello spinocervelletto chiamata Verme. La parte esterna controlla i muscoli distali, il Verme i muscoli prossimali. Il vestibolocervelletto è formato da flocculo e nodulo, riceve informazioni dai nuclei vestibolari pertanto ha il compito di controllare l’equilibrio e la postura. Le connessioni tra cervelletto e le altre parti del sistema nervono sono stabilite da 3 peduncoli: Peduncolo superiore Peduncolo medio Peduncolo inferiore Il peduncolo superiore rappresenta una via efferente e collega il cervelletto al mesencefalo. Il peduncolo medio rappresenta una via afferente e collega il cervelletto al ponte. Il peduncolo inferiore rappresenta una via afferente ed efferente e collega il cervelletto al bulbo. I neuroni efferenti della corteccia cerebrale non hanno una proiezione diretta al cervelletto, ma proiettano prima a delle stazioni di passaggio chiamate: Nuclei dentati Nuclei interpositi Nuclei del fastigio Nuclei vestibolari I nuclei dentati rappresentano la stazione di passaggio per il cerebrocervelletto. (corteccia premotoria, pianificazione movimenti). I nuclei interpositi e del fastigio rappresentano la stazione di passaggio per lo spinocervelletto. (corteccia motoria primaria, esecuzione dei movimenti). I nuclei vestibolari rappresentano la stazione di passaggio per il vestibolocervelletto. (motoneuroni inferiori del midollo e del tronco encefalico, regolazione dell’equilibrio e del movimento degli occhi). Possiamo distinguere tre strati cellulari che compongono il cervelletto: Strato molecolare Strato delle cellule del Purkinje Strato dei granuli Le cellule del Purkinje rappresentano la maggior via efferente dal cervello. Sono cellule inibitorie (GABAergiche). La loro attività inibitoria è controllata tra altre tre cellule: Cellule a canestro Cellule stellate Cellule di Golgi Alcuni dei disturbi fondamentali causati da danni al cervelletto sono: Movimenti volontari: Dismetria Disartria Adiadococinesi Decomposizione del movimento Asinergia Movimenti involontari: Tremore Ipotonia Disturbi dell’equilibrio Il sistema motorio viscerale Il sistema motorio viscerale controlla i comportamenti involontari generati da: Muscoli lisci Muscolo cardiaco Ghiandole Inoltre possiamo distinguere due differenti parti del sistema motorio viscerale: Ortosimpatico Parasimpatico A prima vista potremmo dire che l’uno ha il compito inverso dell’altro, ma non sempre. Il sistema ortosimpatico ha il compito di attivare parti dell’organismo per fronteggiare delle situazioni un po’ turbolente come la fuga, l’attacco etc. Il sistema parasimpatico invece ha il compito di diminuire l’attività delle parti dell’organismo che sono state attivate dal sistema ortosimpatico. Quindi lavora durante delle fasi di rilassamento, pertanto serve al recupero ed al mantenimento dell’omeostasi. L’origine dei neuroni del sistema motorio viscerale è distinta a seconda se si parla di sistema ortosimpatico o sistema parasimpatico. Possiamo suddividere due categorie di neuroni: Pregangliari Postgangliari In generale, Il neurone pregangliare origina nel S.N.C. e termina nel ganglio; il neurone postgangliare ha il corpo cellulare nel ganglio e proietta il suo assone verso il tessuto bersaglio. I neuroni pregangliari del sistema ortosimpatico hanno origine nella parte toracica del midollo spinale. I neuroni pregangliari del sistema parasimpatico hanno origine nel tronco encefalico e nella parte sacrale del midollo spinale. In definitiva: i neuroni pregangliari controllano i neuroni postgangliari che controllano i tessuti da loro innervati. Vi è un ulteriore differenza tra sistema ortosimpatico e parasimpatico. I gangli del sistema ortosimpatico sono distanti dai tessuti ed hanno origine nel midollo spinale. Pertanto i neuroni pregangliari avranno assoni corti e i neuroni postgangliari avranno lunghi assoni. I gangli del sistema parasimpatico sono invece in prossimità dei tessuti o addirittura al loro interno. Pertanto i neuroni pregangliari avranno assoni lunghi e i neuroni postgangliari avranno assoni corti. I neurotrasmettitori maggiormente interessati nel sistema motorio viscerale sono: Acetilcolina Noradrenalina I neuroni del sistema autonomo sono descritti in base al tipo di neurotrasmettitore che secernono: neuroni adrenergici: la maggior parte dei neuroni simpatici rilascia noradrenalina verso le cellule bersaglio. neuroni colinergici: tutti i neuroni autonomi pregangliari secernono acetilcolina sui neuroni postgangliari.