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Cultivar resistenti alla ticchiolatura per rilanciare la mela di pianura

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Cultivar resistenti alla ticchiolatura per rilanciare la mela di pianura
Arboricoltura
SITUAZIONE PRODUTTIVA E SPERIMENTAZIONE NEL VENETO
Cultivar resistenti alla ticchiolatura
per rilanciare la mela di pianura
Le cultivar resistenti alla ticchiolatura possono dare alla
mela di pianura una nuova immagine di freschezza e salubrità che può essere sfruttata per un’adeguata strategia commerciale
Gino Bassi, Luigino Schiavon
La crisi che da alcuni anni sta attanagliando la melicoltura di pianura
non sembra avere soluzioni a breve
termine e le prospettive di un rilancio
del settore rimangono molto incerte.
Negli ultimi quindici anni l’incapacità
di creare una identità specifica per la
mela di pianura, copiando anzi, spesso
malamente, le produzioni montane, ha
portato a proporre sul mercato un prodotto, in particolare Golden e Delicious rosse, inferiore per aspetto, sapore e serbevolezza. La scelta varietale rimane una delle poche armi del
produttore per rilanciare la mela di
pianura, ridimensionando l’egemonia
della Golden Delicious in favore di
produzioni a maturazione precoce
(cloni colorati di Gala o Golden simili
precoci) o varietà tardive con elevati
requisiti organolettici, quali le Fuji, la
recentissima Pink Lady e altre promettenti, ma ancora da valutare, come
Tentation, Aurora, Cameo.
Un’altra chance, nell’ambito delle
scelte varietali, può essere rappresentata dall’utilizzo delle cultivar resistenti alla ticchiolatura, che possono
dare alla mela una nuova immagine di
freschezza, di salubrità e di rispetto
per l’ambiente, dato che non necessitano di numerosi trattamenti antiparassitari per il controllo di questa grave malattia fungina. Oggi, infatti, sono
disponibili nuove varietà che presentano requisiti estetici e organolettici di
tutto rispetto.
Nonostante ciò l’utilizzo di varietà
resistenti alla ticchiolatura nel Veneto
è del tutto marginale ed è quasi esclusivamente limitato al «circuito del biologico» che le sta impiegando per la
realizzazione di nuovi impianti. Da
una recente indagine effettuata nell’ambito di queste produzioni si è stimato che la presenza sul territorio veneto delle varietà ticchiolatura-resistenti è di circa 120 ha, dei quali oltre il
90% in provincia di Verona. La produzione complessiva, considerando che
parte di questi impianti è ancora in fase di allevamento o nei primi anni di
produzione, si aggira tra le 2.300 e le
2.800 t e costituisce circa il 20% della
produzione «biologica» di mele del Veneto. Queste per un terzo sono desti-
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nate all’industria, per un altro terzo sono esportate (parte di questa quota
viene trasformata industrialmente all’estero) e la rimanenza è destinata alla grande distribuzione e ai negozi specializzati nazionali.
Le varietà resistenti non sono quasi
mai utilizzate nelle coltivazioni di melo tradizionali, anche nel caso venga
realizzata la produzione integrata; eccezionalmente in questo tipo di impianti può essere trovata qualche pianta o un mezzo filare di Florina, ma dopo qualche anno le piante, vengono
reinnestate o sostituite con varietà
classiche, poiché risulta difficoltosa la
vendita di mele che per caratteristiche
pomologiche e organolettiche differiscono dai classici gruppi commerciali
(Gala, Golden, Delicious rosse, Imperatore, ecc.). C’è poi il rischio che queste cultivar più «salubri» immesse sul
mercato tradizionale possano addirittura risultare «scomode» e far sorgere
al consumatore dei dubbi sulla salubrità delle altre mele.
È quindi soltanto il mercato del biologico che fa sopravvivere l’uso delle
varietà resistenti, sfruttando il fatto
che il suo consumatore fa una scelta
primaria verso il biologico e in secondo luogo verso la varietà.
Florina. La cultivar resistente alla ticchiolatura in assoluto più impiegata è
Florina, in ragione anche della sua duplice attitudine per il fresco e il tra-
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Foto 1 - Un impianto equilibrato e produttivo di Florina. Foto 2 - Comportamento di Florina se innestata su portinnesti vigorosi e potata
energicamente
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sformato che garantisce buona redditività, nonostante la produttività non
sempre sia elevata e costante. Florina
presenta elevata vigoria, un portamento espanso, per cui necessità di essere
innestata su portinnesti deboli quali i
clonali del gruppo M9; inoltre, deve essere allevata nei primi anni limitando
al massimo i tagli di potatura e piegando i rami per contenere lo sviluppo vegetativo e anticipare l’entrata in produzione (foto 1).
Florina è particolarmente sensibile
agli andamenti climatici avversi durante la fioritura; è necessario quindi
favorire l’impollinazione incrociata
con la disposizione di numerosi impollinatori (meli da fiore o cultivar resistenti quali Red Free, Freedom, Primiera) e provvedere all’abbondante
presenza di pronubi.
Molti impianti adulti esistenti nel
Veneto sono stati costituiti su portinnesti più vigorosi (M26, Pajam 2 o addirittura MM106 o MM111) e ciò ha
favorito l’eccessivo sviluppo vegetativo che è stato ulteriormente aggravato da potature energiche nel tentativo
di «fermare» le piante (foto 2). In questi impianti risulta amplificato il fenomeno dell’alternanza di produzione
ed è favorita l’insorgenza di fisiopatie
quali la butteratura amara; anche la
colorazione, la serbevolezza e la stessa pezzatura dei frutti vengono compromesse.
Tra le note positive di questa varietà
sono da segnalare ottima tolleranza all’afide grigio e buona all’oidio. I frutti
sono di buone caratteristiche organolettiche, tanto che in molti panel test a
confonto con cultivar tradizionali sono risultati tra i più graditi; inoltre, si
conservano a lungo, mantenendo quasi inalterate le caratteristiche qualitative che hanno alla raccolta.
Dei 115 ha investiti nel Veneto con
cultivar resistenti ben 95-100 sono di
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Florina; i restanti 20 ha sono costituiti
dalle ultime novità varietali, quali Delorina, le Golden-simili Primiera e
GoldRush, la tardiva Baujade, Enterprise o le meno recenti ma precoci
Freedom e Red Free; a queste si può
aggiungere Sansa che non presenta resistenza genetica alla ticchiolatura,
ma risulta molto tollerante. Nel mercato del biologico oggi c’è la necessità
di diversificare le produzioni, trovando delle alternative sicure da affiancare a Florina, e di soddisfare in toto i requisiti merceologici richiesti. C’è quindi una ragionevole prudenza nel costituire nuovi impianti ed è più facile trovare queste nuove cultivar impiegate
più semplicemente come impollinatori di Florina. In realtà possono costituire delle reali alternative, diversificandosi sia per epoca di maturazione
sia per la colorazione dei frutti.
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Foto 5 e 6 - Summerfree e Red Early, due recenti cultivar italiane a maturazione estiva
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Foto 3 - Sansa è soltanto tollerante alla ticchiolatura e viene utilizzata per la sua notevole
precocità. Foto 4 - Red Free è una vecchia cultivar resistente ancora impiegata perché
molto precoce
Sansa e Red Free. Tra le precoci che
anticipano le Gala, vi sono Sansa (foto
3) e la vecchia Red Free (foto 4) che
maturano nella seconda metà di luglio. Presentano entrambe frutti un
po’ schiacciati e di limitata pezzatura;
per tale motivo è essenziale provvedere a un adeguato e precoce diradamento. Il frutto di Red Free è di colorazione rosso intensa e sapore acidulo, mentre quello di Sansa, derivando da un più recente incrocio di Gala×Akane, risulta di colorazione più tenue, anche se striata, e di sapore dolce
e aromatico.
Summerfree e Red Early. Poco più
tardive (maturano con Gala) sono le recenti Summerfree (foto 5) e la Delicious simile Red Early (foto 6) che verrebbero a sostituire Freedom che in
pianura difetta di colore e di serbevolezza. Entrambe queste novità italiane a
Arboricoltura
Foto 7 - Impianto
della produttiva
Primiera
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maturazione precoce presentano una
pianta molto compatta, rapida ad entrare in produzione e di elevata produttività. Necessitano di precoce ed energico diradamento per aumentare la pezzatura, che può risultare scarsa, e per
contenere la naturale predisposizione
alla cascola pre-raccolta. Entrambe le
varietà presentano frutti di buon sapore, aromatici, croccanti e succosi, anche se di limitata serbevolezza.
Golden-simili. Tra il nutrito gruppo
delle Golden-simili le più interessanti
sono due cultivar americane, Primiera
e GoldRush, selezionate nell’ambito
del progetto americano Pri (Pardue
Rutgers, Illinois University) e due italiane di più recente costituzione, Golden Lasa e Golden Orange, selezionate
dall’Istituto sperimentale per la frutticoltura di Trento.
Delle prime due esistono nel Veneto
già alcune esperienze anche a livello
produttivo, che permettono di trarre
alcune valutazioni più attendibili, delle seconde invece per il momento ci
sono solo esperienze e valutazioni di
carattere sperimentale.
Primiera matura nella seconda
metà di settembre, poco dopo Florina.
Foto 8 - Il frutto di
Primiera è di forma
più schiacciata
rispetto a Golden
Delicious, con
buccia liscia e
lenticelle poco
evidenti
L’albero è vigoroso, rapido a entrare in
produzione, molto produttivo e non
alternante (foto 7). La sua elevata fertilità può diventare un difetto in quanto necessita di energico, e quindi costoso, diradamento per favorire la pezzatura. È buona impollinatrice di Florina e presenta anch’essa una buona
tolleranza all’afide grigio. Il frutto è di
forma più schiacciata rispetto a Golden Delicious, con assenza di rugginosità, buccia liscia e lenticelle poco evidenti (foto 8). Il sapore è buono, dolce
con bassa acidità; presenta limiti di
serbevolezza ed è preferibile consumarlo entro tre mesi in quanto, pur
mantenendo un ottimo aspetto esteriore, perde di sapore.
GoldRush matura molto tardi (2a decade di ottobre) ed è quindi una cultivar adatta per le produzioni tardive di
pianura. La pianta è molto compatta
(tipo semi-spur), di rapida entrata in
produzione ed elevata e costante produttività (foto 9). Ciò la rende più idonea per impianti ad elevata densità. I
frutti, ben allungati, sono di buona pezzatura, di colore giallo-verde con evidenti lenticelle scure; in annate particolarmente piovose o in terreni in cui è
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facile il verificarsi di stress idrici i frutti hanno manifestato in pianta fenomeni evidenti di lenticellosi e di spaccature (foto 10). In assenza di tali fisiopatie
si sono dimostrati idonei per le lunghe
conservazioni, in quanto mantengono
per molti mesi le ottime caratteristiche
organolettiche determinate da croccantezza, succosità e da un elevato
equilibrio tra acidità e dolcezza.
Golden Orange (foto 11) si raccoglie nelle seconda metà di settembre.
La pianta è caratterizzata da portamento molto espanso e fruttificazione
simile al tipo Rome Beauty. Bisogna
quindi porre attenzione a non allevarla e potarla come fosse una Golden
Delicious. Se coltivata opportunamente è di rapida messa a frutto e
buona produttività. È poco sensibile
all’oidio e abbastanza tollerante verso
gli afidi. Fin dalle prime fruttificazioni
ha mostrato frutti di buona pezzatura,
di forma tronco-conica oblunga; a differenza delle altre Golden-simili, questi manifestano anche in pianura un
gradevole sovraccolore rosa aranciato nella parte esposta al sole e assenza di rugginosità. Il sapore è buono,
aromatico, abbastanza croccante e
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Foto 9 - GoldRush presenta una pianta
compatta, molto produttiva. Foto 10 - In
annate piovose o in terreni dove è facile lo
stress idrico GoldRush può manifestare
fenomeni di lenticellosi e spaccature dei
frutti. Foto 11 - Golden Orange presenta
una forma naturalmente allungata e un
gradevole sovraccolore rosa nella parte
esposta al sole
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succoso. È da verificare la sua attitudine alla conservazione, che al momento pare discreta.
Golden Lasa (foto 12) è la cultivar
più simile a Golden Delicious per comportamento vegetativo della pianta e
per tipo di fruttificazione, anche se la
vigoria è leggermente superiore. Matura qualche giorno dopo Golden Delicious. I frutti risultano molto simili a
quelli di Golden, privi di rugginosità e
con lenticelle evidenti. Talvolta in pianura la pezzatura è eccessiva e la forma non sempre regolare; difficilmente
riesce a «sfaccettare» come Golden
Orange. Dai primi assaggi risulta che il
sapore è buono, ma inferiore a Golden
Orange.
Delorina. Tra le altre cultivar di melo
resistenti a maturazione tardiva, solo
Delorina (foto 13) ha mostrato requisiti tali da poter essere consigliata, anche se manifesta elevata sensibilità all’oidio. Si raccoglie a cavallo tra settembre e ottobre; presenta un albero
di medio vigore e di elevata produttività. La pezzatura dei frutti è un po’
scarsa anche per la tipica forma allungata; fondamentale risulta quindi il diradamento per raggiungere i calibri
commerciabili. I frutti presentano una
colorazione rossa brillante ben estesa
e un sapore molto gradevole, croccante e succoso. La conservabilità è molto
elevata.
Enterprise e Baujade. Negative invece risultano le prestazioni fornite da Enterprise (foto 14) e Baujade (foto 15).
La prima ha dimostrato notevoli limiti dovuti a scottature da sole, butteratura amara, eccessiva pezzatura
dei frutti e colorazione rosso cupa poco attraente. Inoltre la caratteristica di
avere un picciolo molto corto favorisce l’auto-espulsione dei frutti, con fenomeni di cascola dalla fase di ingrossamento dei frutti fino alla raccolta.
La verde Baujade, infine, ha mantenuto solo la colorazione della buccia
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Foto 12 - Golden Lasa, la cultivar resistente più simile a Golden Delicious. Foto 13 - Delorina
è attualmente la cultivar a maturazione tardiva più interessante. Foto 14 - Enterprise è poco
adatta per le coltivazioni in pianura in quanto presenta problemi di scottature, cascola e
butteratura amara
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Foto 15 - Baujade. Le caratteristiche del frutto sono decisamente diverse e più scadenti di
Granny Smith. Foto 16 - L’interessante selezione francese X6398 (=TNR42A60) che matura
all’inizio di settembre
dell’acidula Granny Smith, mentre sia
la produttività sia la pezzatura e soprattutto il sapore risultano scadenti.
Conclusioni
Come si vede il panorama varietale
delle mele ticchiolatura-resistenti oggi
è molto più ampio e variegato rispetto
al recente passato e incomincia a soddisfare le esigenti richieste del mercato.
Ma molte speranze sono ancora riposte
nel mondo della ricerca e della sperimentazione per avere altro materiale
vegetale da saggiare nei nostri ambienti. Così, prossimamente, saranno valutate le italiane Brina e Nova, rosse a maturazione tardiva, Golden Mira o selezioni straniere presenti nei campi sperimentali che hanno già dato buone impressioni, come la rossa francese X6398
(=TNR42A60) (foto 16), di buon sapore,
che matura una settimana prima di Golden Delicious, o altro materiale estero
quale Catarina (Fuji resistente), la svizzera Ariwa (resistente anche a oidio, fireblight e nectria), Ecolette e Topas di
cui tanto si parla e su cui i melicoltori ripongono tante speranze.
Ma non basta avere delle buone va-
rietà o delle reali novità come le mele
ticchiolatura-resistenti per sviluppare
un nuovo mercato. Ne è d’esempio l’assoluta indifferenza del mercato per la
trentenne Florina. La realtà è che il
consumatore non conosce queste mele, ciò che le contraddistingue e i vantaggi che portano per la salute e per
l’ambiente.
È necessario quindi che tutte le figure
del comparto melicolo, e non solo della
nicchia del biologico, dai vivaisti, ai
produttori e agli operatori commerciali
e della distribuzione organizzata collaborino per programmare la produzione
e la promozione commerciale con specifiche campagne informative per far
conoscere e valorizzare l’apporto innovativo di queste mele. Forse la crisi della melicoltura di pianura potrebbe trovare motivo di riscatto e di differenziazione a partire proprio da questo.
Gino Bassi
Istituto sperimentale di frutticoltura
Provincia di Verona
Luigino Schiavon
Agenzia innovazione tecnologica
Veneto Agricoltura
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