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Mirtillo gigante

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Mirtillo gigante
S
PICCOLI FRUTTI 2006
• S I D I F F O N D O N O VA R I E TÀ A D AT T E A N C H E A L S U D
Mirtillo gigante
di G. Bounous, G.L. Beccaro,
M. Baudino, A. Carlini,
F.R. De Salvador, T. Eccher,
R. Giordano, B. Mezzetti,
A. Pititto, V. Ughini
L
a produzione mondiale di mirtillo proviene sia da specie spontanee, quali i mirtilli nani americani (Vaccinium angustifolium
e V. myrtilloides), il mirtillo nero europeo (V. myrtillus) e il mirtillo rosso europeo (V. vitis idaea), sia da specie coltivate, tra le quali rivestono una grande importanza commerciale il mirtillo
gigante americano (V. corymbosum) e,
nei climi caldi, il conilopide o rabbiteye
blueberry (V. ashei).
In Europa i maggiori produttori, nel
2005, sono stati Paesi Bassi (con circa
4.000 t), Lituania (2.000 t), Romania (4.000
t), Germania (1.200 t), Italia (1.000 t)
e Spagna (700 t). In Italia la superficie
investita dal 1996 a oggi è più che raddoppiata, passando da 100 a oltre 200 ha.
Il mirtillo gigante è un arbusto perenne,
cespuglioso, a portamento eretto, che
può superare i 2-3 m di altezza e prosperare per oltre 50 anni, mantenendo a lungo la produttività, a patto che sia regolarmente potato e adeguatamente concimato. I terreni più idonei alla coltura sono
quelli ben drenati, sabbiosi, contenenti
abbondante sostanza organica umificata,
a reazione acida, con pH compreso tra 4
e 6, privi di calcare attivo.
TABELLA 1 - Cultivar in corso
di valutazione
Chandler
Legacy
Ozarkblue®
TABELLA 2 - Cultivar di mirtillo
gigante valutate negativamente
Ama (Herma I)
Atlantic
Blue Gold
Blue Haven
Bluechip
Bluejay
Blueray
Bluetta
Burlington
Cabot
Collins
Concorde
Croatan
60
Darrow
Denise Blue
Dixi
Earliblue
Elliott
Georgiagem
Goldtraube
Gretha
(HermaIi)
Grover
Hardyblue
Herbert
Ivanhoe
Jersey
Meader
Patriot
Pemberton
Pioneer
Puru
Reka
Sierra
Stanley
Sunrise
Toro
Weymouth
supplemento a L’Informatore Agrario • 23/2006
I principali e più importanti caratteri richiesti a una cultivar di mirtillo gigante sono:
• resistenza alle principali avversità e
malattie;
• tolleranza nei confronti della reazione
del terreno e delle carenze idriche;
• resistenza al freddo e/o al caldo;
• fruttificazione abbondante;
• bacche di grosse dimensioni;
• cicatrice peduncolare ridotta;
• contemporaneità di maturazione;
• elevate caratteristiche organolettiche (profumo, sapore,
aroma) e buon
contenuto di sostanze antiossidanti.
Di interesse, attualmente, per i soli Paesi in
cui la coltura occupa grandi superfici, è
l’adattabilità alla raccolta meccanica per
la trasformazione e, in un futuro prossimo, anche per il mercato del prodotto fresco.
Sono prevalentemente diff use in Italia cultivar ad alto fabbisogno in freddo, in gran parte ibridi interspecifici di
V. corymbosum × V. angustifolium, a eccezione di alcune cultivar, come Sierra,
per la cui realizzazione si è fatto ricorso a germoplasma di altre specie quali V. constanblaei e V. ashei. Hanno cominciato recentemente a diffondersi al
Sud impianti specializzati con cultivar
di mirtillo conilopide.
Le descrizioni varietali qui riportate
sono frutto del lavoro delle Unità operative del gruppo di lavoro piccoli frutti
nell’ambito del Progetto Liste di orientamento varietale dei fruttiferi Mipaf e
di progetti autonomi. I range presentati
nascono dal confronto delle osservazioni
delle Unità operative di Torino/Cuneo,
Milano e Trento.
Tutte le cultivar sono unifere e la maturazione nei climi italiani avviene da
inizio giugno a inizio settembre. Le cultivar in lista coprono l’intera stagione
produttiva del mirtillo gigante, a partire
dall’inizio di giugno fino a metà agosto
Nelson presenta
un cespuglio eretto
e vigoroso. I suoi frutti,
di facile raccolta,
hanno una buona pezzatura
e sono state suddivise in precoci (maturazione dall’inizio di giugno all’inizio
di luglio), medie (da fine giugno a metà-fi ne luglio) e tardive (da fi ne luglio
a inizio settembre). Le osservazioni fin
qui effettuate e quelle in programma nei
prossimi anni sulle accessioni di nuova
costituzione potranno off rire ai mirtillicoltori indicazioni utili circa le cultivar
da impiantare per ottenere il miglior successo degli impianti.
Caratteristiche
delle cv provate
Duke (precoce)
Resistente al freddo, frutti ben distribuiti nella chioma, facili da raccogliere, colore attraente, ricchi di pruina, aromatici, buone caratteristiche organolettiche.
Cespuglio di media vigoria e produttività.
Nui (medio-precoce)
Bacche di buona pezzatura, con eccellenti caratteristiche organolettiche. Interessante per la precocità, considerata la
pezzatura elevata dei frutti rispetto alle
cultivar di riferimento.
Necessita di terreni ben dotati in so-
PICCOLI FRUTTI 2006
stanza organica e di una potatura di rinnovo frequente per favorire la migliore disposizione dei rami che tendono a
prostrarsi al suolo per il peso dei frutti.
Cultivar da utilizzare solo ad altitudine
inferiore ai 600 m slm.
Spartan (medio-precoce).
Arbusto di buona vigoria. Frutto attraente, molto pruinoso, di medio-elevata pezzatura, elevato grado zuccherino, acidità media, sapore gradevolmente intenso.
Necessita di terreni drenanti e fertili.
Berkeley (medio-tardiva)
Grande adattabilità a diversi areali,
produttività elevata, frutti di buone dimensioni e pruinosi.
Frutto poco aromatico, solo per il
mercato fresco.
Bluecrop (medio-tardiva)
Resistente al freddo invernale e ai ritorni di gelo tardivi; elevata tolleranza
alla siccità, buona produttività. Frutti
consistenti, molto pruinosi, ottime caratteristiche organolettiche. È la cultivar
più coltivata nel mondo per produttività
e adattabilità al pedoclima.
La tendenza alla sovrapproduzione
deve essere mitigata intervenendo con
regolari potature. Apparato radicale ridotto ed elevata sensibilità agli stress
idrici.
Nelson (medio-tardiva)
Cespuglio di buona vigoria, a portamento eretto, frutti di facile raccolta e di
buona pezzatura, con medio contenuto
in zuccheri e medio-elevata acidità. Potrebbe costituire un’interessante alternativa a Berkeley e Bluecrop.
Necessita di terreni molto ricchi di
sostanza organica. Difficile reperibilità
presso i vivaisti.
Coville (medio-tardiva)
Pianta assurgente, molto vigorosa
e produttiva. Frutti di buona pezzatura, elevato grado zuccherino, con buone caratteristiche qualitative. Buona tenuta dei frutti sulle piante anche oltre
il raggiungimento dello stadio ottimale
di raccolta.
Difficile reperibilità presso i vivaisti.
Segnalati numerosi problemi di rispondenza varietale del materiale vivaistico.
Brigitta Blue (medio-tardiva)
Cespuglio molto vigoroso, bacche di
buona pezzatura e grado zuccherino elevato, idonee alla conservazione in cella
frigorifera dove mantengono a lungo le
caratteristiche qualitative.
Poco produttivo, sensibile ai freddi
invernali. Cultivar da utilizzare solo ad
altitudine inferiore ai 600 m slm.
S
Gruppo di lavoro
Dipartimento di colture arboree - Università di Torino - Via Leonardo da Vinci, 44 - 10095 - Grugliasco (Torino) - Resp.: Giancarlo Bounous - collab.: Gabriele
Loris Beccaro.
Creso - Via Albertasse, 16 - 12012 Boves Cuneo - Resp.: Michele Baudino - collab.:
Roberto Giordano.
Istituto sperimentale per la frutticoltura - Sezione operativa Periferica di Trento - 38057 Vigalzano Pergine (Trento) Resp.: Flavio Roberto De Salvador - collab.: Antonio Pititto.
Dibiaga - Università di Ancona - Via
Brecce Bianche - Monte Dago - 60131 An-
cona - Resp.: Bruno Mezzetti.
Dipartimento produzione vegetale - Sezione coltivazioni arboree - Università di
Milano - Via Celoria, 2 - 20133 Milano Resp.: Tommaso Eccher.
Istituto di fruttiviticoltura - Università
Cattolica di Piacenza - Facoltà Agraria Via Emilia parmense, 84 - 29100 Piacenza - Resp.: Alessandro Roversi, Virginia
Ughini.
Arssa - Agenzia regionale sviluppo e
servizi in agricoltura - Centro sperimentale dimostrativo «Molarotta» - c/da Molarotta - 87050 Camigliatello Silano (Cosenza) - Resp.: Francesco G. De Rose. •
Brigitta Blue mantiene a lungo elevate
caratteristiche qualitative in post-raccolta
Elisabeth è un’alternativa per i raccolti
tardivi. I frutti hanno elevate capacità
antiossidanti
Elizabeth (tardiva)
Cespuglio di buona vigoria, a portamento eretto. Bacche di buona pezzatura con grado zuccherino medio-elevato.
Alternativa per i raccolti tardivi. Elevato contenuto in antociani e capacità antiossidante.
Produttività inferiore a Lateblue.
Lateblue (tardiva)
Frutti di buona pezzatura, diff usa in
particolare per estendere il periodo di
commercializzazione nella tarda estateinizio autunno. Elevato contenuto in antociani e capacità antiossidante.
Difficile reperibilità presso i vivaisti.
•
Giancarlo Bounous
Gabriele Loris Beccaro
Dipartimento di colture arboree
Università di Torino
Michele Baudino
Roberto Giordano
Consorzio di ricerca,
sperimentazione e divulgazione
per l’ortofrutticoltura piemontese (Creso)
Cuneo
Flavio Roberto De Salvador
Antonio Pititto
Alessandro Carlini
Istituto sperimentale per la frutticoltura
Sezione di Trento
Tommaso Eccher
Dipartimento di produzione vegetale
Sezione coltivazioni arboree
Università di Milano
Bruno Mezzetti
Dipartimento di biotecnologie
agrarie e ambientali
Università politecnica
delle Marche
Virginia Ughini
Dipartimento di produzione vegetale
Sezione coltivazioni arboree
Università di Piacenza
23/2006 • supplemento a L’Informatore Agrario
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