Mirtillo, grazie alle buone quotazioni la coltura si è rapidamente diffusa
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Mirtillo, grazie alle buone quotazioni la coltura si è rapidamente diffusa
DAI FRUTTETI PIEMONTESI Oggi interessa 200 ha di coltivazione con 1200 t di prodotto Mirtillo, grazie alle buone quotazioni la coltura si è rapidamente diffusa L e prime esperienze di coltivazione del mirtillo gigante americano risalgono alla metà degli anni ’80 quando, sulle pendici della Bisalta (Cn) all’interno di aziende specializzate nella produzione di lampone, rovo, ribes e fragola, si effettuarono i primi impianti. I positivi riscontri, sia in termini di produttività che eco- nomici, evidenziarono da subito le potenzialità della coltura per il territorio piemontese. Una ulteriore diffusione si è registrata nella seconda metà degli anni ’90, quando alcune aziende frutticole del Saluzzese e Pinerolese effettuarono investimenti in aree collinari e di fondovalle come integrazione o in alternativa alla tradizionale coltivazione del melo. Attualmente il mirtillo interessa una superficie di 190-200 ha con una produzione intorno a 1.200 t, ponendo l’areale piemontese ai vertici nazionali per diffusione e volumi commercializzati. Le buone quotazioni del prodotto registrate in questi ultimi anni sui mercati interni e in esportazione hanno contribuito alla diffusione della coltura, generando interessanti integrazioni di reddito per aziende frutticole e orticole di territori svantaggiati di montagna. Una razionale gestione agronomica Il mirtillo predilige suoli a reazione acida; i terreni destinati alla coltura in Piemonte presentano normalmente valori di pH compresi tra 5,5 e 6,2. Per favorire la qualità delle bacche occorre scegliere ambienti soleggiati, adottando sesti di impianto di 3 m tra le file e 1,2-1,8 m sulla fila. Prima della messa a dimora vengono apportati al suolo fertilizzanti e ammendanti organici per stabilizzare la reazione e migliorare la fertilità del terreno. Si privilegia l’apporto di letame bovino maturo distribuito sull’intera superficie e la distribuzione di torba acida localizzata in prossimità della pianta. La messa a dimora delle giovani piante avviene nella fase primaverile utilizzando materiale di propagazione in vasetto. Successivamente, per contenere gli interventi di diserbo lungo la fila, si stendono teli di pacciamatura filtranti. L’irrigazione si effettua con ali gocciolanti lungo la fila. I fabbisogni idrici della coltura sono notevoli, in particolare nella fase di inizio maturazione. L’apparato radicale del mirtillo è superficiale e fascicolato, le radici esplorano una modesta porzione di suolo in prossimità della proiezione della chioma pertanto l’apporto di acqua dovrà essere regolare a partire dalla fase di ingrossamento frutti per essere sospeso il prossimità della piena maturazione. Per regolare in carico produttivo e migliorare la qualità dei frutti è necessario procedere a interventi annuali di potatura dei cespugli, cercando di favorire l’emissione di ricacci dalla zona basale della pianta, asportando nel contempo i rami disposti internamente. Per il controllo dei patogeni si adottano le indicazioni riportate nelle “Norme tecniche di produzione integrata” elaborate dalla Regione Piemonte e dal Creso. Raccolta e commercializzazione La raccolta inizia a partire dalla prima decade di giugno in pianura, per poi proseguire sino a fine agosto negli 96 FRUTTICOLTURA - n. 12 - 2010 Liste di orientamento varietale (in ordine di maturazione) Duke Varietà precoce particolarmente interessante; è la cultivar di riferimento nel segmento produttivo precoce per l’areale piemontese. Le piante, oltre che presentare cespugli di buon aspetto a portamento eretto, presentano una buona tolleranza ai geli invernali ed una buona distribuzione della produzione lungo i germogli. Grazie alla posizione e conformazione dei grappoli, la raccolta è particolarmente agevole. Frutti di pezzatura medio-elevata, marcata consistenza delle bacche e buona tenuta nel post raccolta; colore azzurro della buccia particolarmente attraente associato ad una marcata presenza di pruina esterna. Per mantenere elevata la produttività delle piante è necessario provvedere ad interventi di potatura al fine di favorire l’emissione di nuovi ricacci dalla base e favorire la differenziazione di gemme a frutto marcata sui rami di un anno. Bluecrop Varietà caratterizzata da cespugli vigorosi ed eretti, manifesta una elevata tolleranza al freddo invernale e ai ritorni di gelo tardivi. Cespugli caratterizzati da una buona produttività; presenta una media epoca di maturazione. Frutti di pezzatura medio-elevata con buona consistenza, superficie esterna delle bacche di colore azzurro, molto pruinoso, con ottime caratteristiche organolettiche. Le elevate qualità dei frutti e la buona produttività delle piante hanno favorito, negli anni, la diffusione di questa cultivar a livello mondiale. È necessario effettuare delle energiche potature per evitare una sovrapproduzione, con conseguente riduzione dei calibri di una parte dei frutti. Apparato radicale che si affranca con più difficoltà nei suoli poveri in sostanza organica, evidenziando una spiccata suscettibilità agli stress idrici. Berkeley Cultivar che manifesta una grande adattabilità ai diversi areali piemontesi. Essa presenta un cespuglio tendenzialmente vigoroso, a portamento espanso con buona emissione di ricacci basali. La produttività è elevata. Epoca di maturazione media. Frutti di buone dimensioni, forma e colorazione (tonalità blu cobalto associate ad elevata presenza di pruina esterna); il contenuto in zuccheri rilevato in questi anni si attesta su valori non elevati; tuttavia una ridotta acidità dei succhi determina un buon grado di gradevolezza in fase di consumo. Piante suscettibili ad alterazioni con seccumi degli apici vegetativi; frutto caratterizzato da una ridotta aromaticità, non si adatta a conservazione prolungata in cella frigorifera. Legacy Presenta piante a portamento eretto con vigoria vegetativa medio elevata; caratterizzata da buone potenzialità produttive. Epoca di maturazione intermedia (gli stacchi iniziano con qualche giorno di ritardo rispetto a Bluecrop e Berkeley). Presenta bacche di dimensioni medie; elevata compattezza associata a marcate presenze di zuccheri nei frutti. Questi si presentano con una ridotta cicatrice peduncolare. Riteniamo, alla luce delle indicazioni scaturite dalle osservazioni in campo, che la cultivar possa essere consigliata per investimenti produttivi ad altitudini < ai 600 m. s.l.m. FRUTTICOLTURA - n. 12 - 2010 97 Coville Varietà caratterizzata da piante a portamento assurgente, elevata vigoria vegetativa ed elevata potenzialità produttiva. L’epoca di maturazione è medio-tardiva. Presenta frutti di buona pezzatura e forma, e pregevoli qualità organolettiche. Spiccata tolleranza delle bacche alle fenditure radiali dovute a eccessi di umidità e/o a piogge battenti in fase di pre-raccolta. I frutti hanno una buona tenuta sulle piante anche a maturazione avanzata. Ozarkblue Presenta cespugli tendenzialmente vigorosi a portamento aperto ed espanso. Epoca medio-tardiva di maturazione; i frutti sono di dimensioni medio elevate con buone caratteristiche organolettiche. Buon equilibrio del contenuto zuccherino e dell’acidità dei succhi. È tuttavia una cultivar a basso fabbisogno in freddo, per cui la sua coltivazione è conveniente solo ad altitudini comprese fra i 300-500 m s.l.m. con clima temperato. Lateblue Cultivar di riferimento nel segmento tardivo di maturazione, presenta cespugli a portamento eretto e tendenzialmente vigoroso. Evidenzia inoltre una produttività medio-elevata. Caratterizzata da frutti di buona pezzatura e forma, questi presentano contenuti zuccherini dei succhi medio elevati associati ad elevati livelli di acidità titolabile. Lateblue viene inserita negli impianti, in particolare nelle aree di fondovalle e pianeggianti, per prolungare i periodi di commercializzazione. Frutto di media consistenza poco conservabile. ambienti di montagna. Sono state condotte in questi ultimi anni esperienze di “forzatura” dei cicli produttivi del mirtillo finalizzate ad ottenere un anticipo della maturazione. Gli elevati costi che l’azienda deve sostenere per modificare i cicli di maturazione tendono sostanzialmente a vanificare l’incremento di prezzo derivante dall’anticipo della raccolta. Si sono invece sviluppate linee di conservazione in cella frigorifera ad atmosfera modificata, finalizzate a prolungare la fase di commercializzazione sino all’autunno inoltrato. Il prodotto, raccolto manualmente, viene confezionato direttamente in campo. Per la commercializzazione immediata sui mercati nazionali si procede al confezionamento in cestini da 100-150 g. Il prodotto destinato alla conservazione frigorifera viene raccolto in cestini di maggiori dimensioni (500-1000 g). Solo in seguito si procede al riconfezionamento in piccoli cestini. 98 FRUTTICOLTURA - n. 12 - 2010 Il prodotto piemontese trova collocazione, per tramite delle Op locali (Piemonte Asprofrut, Lagnasco Group e Ortofruit Italia) e di operatori commerciali privati sia sui mercati del nord Europa che nella gdo nazionale. La produzione è ottenuta grazie ad una capillare attività di consulenza tecnica nell’ambito dei protocolli di produzione integrata. Esiste anche una significativa quota di prodotto, in particolare nel periodo di maturazione precoce, ottenuta in aziende a certificazione biologica in grado di assicurare flussi commerciali costanti verso i mercati di destinazione. Il mirtillo piemontese è dunque presente per l’intero periodo estivo sui mercati nei tradizionali canali distributivi sia in confezioni singole che in cassette definite “misto bosco”, all’interno delle quali trovano collocazione diverse specie di “frutti di bosco”: lamponi e ribes di vari colori, more di rovo e fragola. Indicazioni per la scelta delle varietà Gli impianti di mirtillo seguono pari pari gli indirizzi varietali elaborati da uno specifico comitato tecnico del Creso, cui partecipano operatori commerciali e tecnici delle Organizzazioni di prodotto. Gli operatori dispongono di una intensa attività di ricerca svolta dal Creso pres- 100 FRUTTICOLTURA - n. 12 - 2010 so il Centro Sperimentale di Boves (Cn) per la valutazione del comportamento di nuovi materiali genetici man mano disponibili sul circuito vivaistico europeo e mondiale. Si verifica l’adattabilità all’ambiente e si definiscono le caratteristiche qualitative dei frutti, nell’intento di migliorare progressivamente lo standard varietale. Queste attività di ricerca rientrano nell’ambito del Progetto Mipaaf “liste varietali dei fruttiferi”, cofinanziato dalla Regione Piemonte e coordinato dal Cra-Frf. Le valutazioni di campo prendono in esame i parametri vegeto-produttivi di maggior rilievo: vigoria, portamento, suscettibilità/tolleranza ai patogeni, epoche di maturazione, produttività e costanza produttiva, dimensioni delle bacche, aspetti qualitativi esteriori dei frutti (forma, colore, consistenza, tenuta alla sovramaturazione, ecc.). La qualità intrinseca ha ovviamente un ruolo decisivo nella valutazione delle performance varietali. Si determinano contenuto zuccherino, acidità, aromi. Le caratteristiche gustative sono state saggiate con la collaborazione dell’Onafrut – l’organizzazione nazionale assaggiatori frutta, mentre le proprietà nutrizionali e nutraceutiche sono state studiate nell’ambito di una ricerca del Dipartimento di colture arboree dell’Università di Torino. Le indicazioni che scaturiscono dalle attività di ricerca vengono divulgate ai tecnici ed ai produttori attraverso la definizione di apposite “Liste di orientamento varietale” specifiche per gli areali piemontesi. Si riportano di seguito i profili della cultivar consigliate per ■ il Piemonte. Michele Baudino, Sandro Frati Creso – Consorzio di Ricerca e Sperimentazione per l’Ortofrutticoltura piemontese