piccoli frutti - Regione Campania Assessorato Agricoltura
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[ PICCOLI FRUTTI ] PICCOLI FRUTTI Nel progetto il lampone, il rovo, il mirtillo gigante n di G. Bounous, G. L. Beccaro, M. Baudino, F. Capocasa, F.R. De Salvador, T. Eccher, L. Folini, R. Giordano, B. Mezzetti, A. Pititto, V. Ughini L a crescente domanda da parte del mercato interno sta facen do lievitare negli ultimi anni l’interesse dei produttori e della ricerca verso i piccoli frutti. Il comparto è in grado di fornire un interessante reddito non più solo alle mediopiccole aziende a conduzione familiare delle aree collinari e montane ma anche ad aziende caratterizzate da una sempre maggiore specializzazione e da investimenti crescenti. Tale fenomeno è sempre più evidente non solo nei tradizionali areali di coltivazione, che coinvolgono le regioni dell’Arco Alpino, ma anche nelle regioni del CentroSud, dove gli impianti specializzati di mirtillo gigante, lampone e rovo sono in continua espansione. Gli attributi positivi di questo grup po eterogeneo di specie, appartenenti ai generi Vaccinium, Rubus e Ribes sono infatti di varia natura: diversificazione colturale, valo rizzazione degli ambienti marginali, buona redditività, frutti dota ti di considerevoli pregi estetici ed organolettici. Nelle pagine che seguono troviamo quanto ha messo in luce il Progetto liste varieta li per le tre principali colture legate al comparto dei piccoli frutti: il lampone, il rovo e il mirtillo gigante. In ciascuno dei tre casi il testo viene firmato dagli autori elencati sopra e il gruppo di lavoro è stato quello descritto dal testo pubblicato in questa pagina. n 4 BIBLIOGRAFIA Beccaro G., Giacalone G., Bounous G., Baudino M., 2001. An overview on berry industry in Piemonte (Italy). Acta Hort., 585: 259262. Bounous G., 1996. Piccoli Frutti. Lamponi – Rovi – Ribes Uva Spina Mirtilli. Edagricole, Bologna, pp.434. Cost836 – Integrated berry production. http:// www.agr.unian.it/ricerca/prog_ric/cost836.htm Cost863 – Euroberry Research: from Genomics to Sustaina ble Production, Quality & Health. http://cost.cordis.lu/src/ac tion_detail.cfm?action=863 Hall H.K, Stephens M.J., Stanley C.J., Fin C., Yorgey B., 2002 Breeding new ‘Boysen’ and ‘Marion’ cultivars. ISHS 8th Interna tional Rubus and Ribes Symposium, ActaHortic., 585:9195. Mezzetti B.,Capocasa F. e Scalzo J., 2002. Introduction and evaluation of raspberry and blackberry varieties for expanding berry cultivation in the midadriatic area. ISHS 8th International Rubus and Ribes Symposium, ActaHortic., 585:215219 Prior R.L., Cao G., Martin A., Sofic E., McEwen J., ÒBrien C., Lischner N., Ehlenfeldt M., Kalt W., Krewer G., Mainland M., 1998. Antioxidant capacity as influenced by total phenolic and anthocyanin content, maturity and variety of Vaccinium species. J. Agric. Food Chem. 46:26862693. Wang S.Y. e Lin H.S., 2000. Antioxidant activity in fruit and leaves of blackberry, raspberry and strawberry varies with culti var and developmental stage. J. Agri. Food Chem., 48:140146. 76 SUPPL. TERRA E VITA n. 26/2007 4 GRUPPO DI LAVORO E CAMPI SPERIMENTALI DEDICATI AI PICCOLI FRUTTI . Giancarlo Bounous, Gabriele Loris Beccaro: Dipartimento di colture arboree dell’Università degli Studi di Torino. . Flavio Roberto De Salvador, Antonio Pititto: Cra Istituto sperimentale per la frutticoltura, Sezione di Trento. . Tommaso Eccher: Dipartimento di produzione vegetale Sezione Coltivazioni arboree, Università di Milano. . Bruno Mezzetti, Franco Capocasa: Saprov Università poli tecnica delle Marche. . Michele Baudino, Roberto Giordano: Consorzio di Ricerca, Sperimentazione e Divulgazione per l’Ortofrutticoltura Piemon tese (Creso) – Cuneo. . Alessandro Roversi, Virginia Ughini: Dipartimento di Produ zione Vegetale, sez. Coltivazioni Arboree Università di Piacenza. . Luca Folini: Fondazione Fojanini di Studi Superiori, Sondrio. Campi sperimentali: . Unità operativa Piemonte: Azienda Albertasse, Boves (Cn). . Unità operativa Trento: Istituto Sperimentale per la Frutticol tura, Vigalzano Pergine (Tn). . Unità operativa Milano: azienda Dotti, Montanaso Lombardo (Lo). . Unità operativa Piacenza: Valle Imagna, (Bg); Valle Staffora, (Pv). . Unità operativa Sondrio: Fondazione Fojanini di Studi Supe riori (So). . UnitàOperativa Ancona: azienda P. Rosati, Agugliano (An). . Arssa: Centro Sperimentale Dimostrativo “ Molarotta”, Ca migliatello Silano (Cs). n 4 LE TRE COLTURE STUDIATE A pag. 78 : Lampone. A pag. 80 : Rovo. A pag. 82 : Mirtillo gigante. [ LAMPONE ] LAMPONE I l lampone appartiene al genere Rubus, che comprende una dozzina di sottogeneri, tra cui Eubatus al quale appartengo no il rovo ed altre centinaia di specie non commerciali e Idaeobatus, che comprende oltre 200 specie di lampone. È diffuso in tutti i continenti e nell’ambito della produzione mondiale dei piccoli frutti rappresenta una quota importante, pari al 18%. I principali Paesi produttori sono quelli dell’Europa dell’Est (Serbia, Federazione russa, Polonia, Ungheria), che presentano una produzione annua complessiva di circa 330.000 t. La mag gior parte di queste produzioni è destinata all’industria di tra sformazione, che da circa 115.000 t nell’anno 2000 è passata ad assorbire oltre 160.000 t di prodotto nel 2005. In passato la Serbia è stato il principale Paese produttore di lamponi congelati a livello europeo, ma nell’ultimo decennio la Polonia si è appro priata di notevoli quote di mercato e sta migliorando ulterior mente la posizione sui mercati. In altri Paesi europei i raccolti sono invece destinati prevalen temente al consumo fresco; primo produttore è la Germania (20.000 t/anno circa), seguita da Francia e Regno Unito, anche se quest’ultima nazione mostra una consistente flessione nei quantitativi commercializzati. In notevole aumento sono le produzioni della Spagna, per le quali è prevista un’ulteriore crescita nei prossimi anni. In Italia le statistiche ufficiali Istat forniscono dati in difetto rispetto a quelli reali, che indicano un raccolto totale di circa 1.900 t, pari al 55% del totale del settore dei piccoli frutti (Peano et al., 2006). Le regioni in cui la coltura ha maggiore importanza in termini di produzione sono il Trentino Alto Adige (480 t) il Piemonte (400 t) e la Lombardia (130 t); di minore rilievo quelle del FriuliVene zia Giulia (75 t), Sicilia (31 t) ed altre emergenti quali la Calabria ed il Lazio. Anche per il lampone, come in generale nel comparto dei piccoli frutti, si assiste auna domanda interna in forte espan sione, sull’onda di una sempre maggiore attenzione dei consu matori alle proprietà salutistiche e nutraceutiche del prodotto. Le produzioni del CentroNord Italia, concentrate nel periodo lugliosettembre, trovano difficoltà a soddisfare una domanda costante; di qui l’estensione della coltura nelle regioni del Sud e la necessità di nuove cultivar che siano in grado di estendere 4 TAB. 1 Cultivar di lampone non più in Lista. Cultivar Chilliwack Dr. Bauers’s® Rusilva® Elida® Rafzmach Fairview Gaia Galante* Glen Cova Glen Garry Glen Magna* unifere Glen Moy Cultivar rifiorenti Autumn Bliss Glen Rosa Joan Squire* Glen Shee Gradina Julia Lauren Octavia* Qualicum* Royalty®* Titan®* Willamette Josefine* Ruby* 78 SUPPL. TERRA E VITA n. 26/2007 5 Tulameen si conferma la cultivar di lampone unifero di riferimento. il periodo produttivo, presentando elevati standard qualitativi e una più duratura shelf life. In ordine di precocità Il Progetto “Liste varietali” ha l’obiettivo di valutare nuove selezioni e/o cultivar di istituzioni pubbliche e private, relati vamente all’adattabilità ai diversi ambienti colturali italiani. Nel corso degli anni sono state valutate numerose entità, in parte ancora presenti in molti campi sperimentali e numerose sono le nuove accessioni in corso di valutazione. Da segnalare l’acquisizione di numerosi nuovi materiali genetici, tra cui le cultivar unifere Cascade Delight (Western Washington Resear ch & Extension Centre), Cowichan (Agriculture & AgriFood Quebec Canada) e la rifiorente Autumn Treasure (East Malling Research).Vengono di seguito presentate, in ordine di precocità, le cultivar osservate per almeno un triennio, per le quali è possibile fornire valutazioni utili per il miglior successo degli impianti. Sono state eliminate le seguenti unifere: Glen Garry (per la scarsa consistenza del frutto), Dr. Bauers’s® Rusilva® (poco produttiva), Qualicum (per la scarsa adattabilità ai diversi am bienti colturali e la scarsa produttività) e Octavia* che, pur presentando un frutto di buone dimensioni e consistenza, è stata eliminata per l’elevata spinescenza. Vale sempre questa simbo logia: * cultivar protetta, ® cultivar con marchio registrato. Tra le cultivar rifiorenti sono state eliminate Josefine*, per la scar sa produttività (produce solo sulla parte apicale del germo glio vegetativo), e Ruby®, per le mediocri caratteristiche or ganolettiche del frutto. 5 Malahat presenta un frutto simile a Tulameen, di facile raccolta, zuccherino. Cultivar di lampone unifero valutate positivamente Glen Lyon* (precoce): Pregi. Resistenza a Botrytis e Di [ LAMPONE ] dymella, uniformità di pezzatura, facilità di rac colta e resistenza alle manipolazioni. Difetti. Sensibilità al RBDVirus e all’antracnosi, frutto mediopiccolo, sapore mediocre. Malahat* (precoce): Pregi. Frutto simile a Tulameen, di facile rac colta, abbastanza zuccherino. Difetti. Sensibilità al RBDVirus, all’antracno si, Phytophthora, spinescenza dei germogli fruttiferi. Glen Ample* (media): Pregi. Pezzatura del frutto elevata, resistenza alle malattie e facilità di raccolta. Difetti. Sensibilità al RBDVirus, scarsa resistenza alle manipolazioni. 4 TAB. 2 Genotipi di lampone in corso di valutazione. Cultivar unifere Cultivar rifiorenti Afrodita Ada Bojana Autumn Best® Cascade Delight Autumn First® Cowichan Autumn Treasure Granat Medea Malling Minerva Sanibelle® Valentina Tulameen (media): Pregi. Frutti mediogrossi, consistenti, fruttificazione prolunga ta. Difetti. Sensibile al freddo invernale e al RBDVirus, a Botrytis e a Didymella , poco pollonifera. 5 I frutti di Polana presentano aspetto gradevole e pezzatura costante. 4 TAB. 3 – Lampone: i vivaisti autorizzati a moltiplicare cultivar protette. Brevetto N. Cultivar Cultivar di lampone rifiorente valutate positivamente Polka * (precoce): Pregi. Frutto mediogrande, consistente e resistente alle ma nipolazioni. Difetti. Distacco dei frutti non sempre agevole. Polana (precoce): Pregi. Vigorosa e produttiva con frutti di aspetto gradevo le, pezzatura costante, facilità di raccolta e resistenti alle manipolazioni. Difetti. Frutto con caratteristiche organolettiche mediocri e poco consistente. Titolare Italiano Europeo CAROLINE * 16916 Meiosis Ltd. Superior Variety, West Malling, Kent, Regno Unito GLEN AMPLE * 2729 Meiosis Ltd. Superior Variety, West Malling, Kent, Regno Unito 51 GLEN LYON * 481 Meiosis Ltd. Superior Variety, West Malling, Kent, Regno Unito 51 HIMBO TOP ® Rafzaqu * 13008 Promo Fruit AG, Rafz, Svizzera 51 MALAHAT * 8999 Meiosis Ltd. Superior Variety, West Malling, Kent, Regno Unito 51 POLKA * 14918 Marionnet Jacques G.F.A., SoingsenSologne, Francia Caroline* (medio-precoce): Pregi. Produttiva, con frutto di buone caratteristiche qualitative, aromatico, di facile raccolta Difetti. Scarsa resistenza alle manipolazioni. Vivaista autorizzato Il numero 51, presente nella quinta colonna, fa riferimento all’azienda agricola Vivai Molari & Gatti di Cesena, citata nella tabella di pag. 3. Himbo Top® - Rafzaqu* (media ): Pregi. Vigorosa, produttiva, con frutto grande di facile raccolta. Adatta alla coltura in ambiente protetto e per il Meridione. Difetti. Frutto poco consistente, maturazione scalare. Heritage (tardiva): Pregi. Vigorosa, tollerante al virus RBDV e RMR. Produttiva con frutto consistente, serbevole di buon sapore. Difetti. Frutto mediopiccolo, eccessivamente pollonifera, tralci spinescenti, scalarità di maturazione. Sensibile a Botrytis e Didy mella . Rossana (tardiva): 5 Himbo Top® si adatta alla coltivazione in serra e si sta diffondendo negli impianti specializzati del Sud Italia. Pregi. Frutto di buone caratteristiche organolettiche, molto aro matico. In coltura protetta matura fino a fine novembre. Difetti.Elevata spinescenza, scalarità di maturazione, sensibile a Phytophthorae a Botrytis. n SUPPL. TERRA E VITA n. 26/2007 - 79 [ ROVO ] ROVO 6 Le more di Arapaho presentano buone caratteristiche organolettiche. I l rovo coltivato appartiene al genere Rubus e al sottogenere Eubatus che raccoglie un gruppo molto numeroso di specie ma soprattutto sorprendentemente eterogeneo. Le attuali varietà di rovo coltivate hanno un’origine ibrida e alcuni aspet ti morfologici e vegetativi possono variare anche di molto tra una cultivar e l’altra. I rovi coltivati sono tutti uniferi, distinti in base al portamento (striscianti, eretti e semieretti), sono per la maggior parte tetraploidi. In Italia raccolgono il maggior inte resse le cultivar inermi, erette e semierette, perché per esse sia le operazioni colturali che di raccolta sono più agevoli. La coltivazione del rovo in Italia riveste un’importanza mode sta rispetto agli altri piccoli frutti ed è principalmente localiz zata nel Nord: TrentinoAlto Adige, Piemonte, Lombardia e FriuliVenezia Giulia rappresentano più del 75 % della produ zione nazionale (Bounous, 1996; Beccaro et al., 2002); negli ultimi anni, analogamente a quanto sta accadendo per gli altri piccoli frutti, si sta assistendo ad un interesse sempre maggiore per la coltivazione nelle regioni del CentroSud, con l’obiettivo 4 TAB. 1 Cultivar di rovo in corso di valutazione Apache Black Butte Cacanska Bestrna Early Navaho Kiowa Lochtay 5 I frutti Chester sono di buona pezzatura e resistenti alle manipolazioni. 80 SUPPL. TERRA E VITA n. 26/2007 di inserirsi sul mercato nei periodi di scarsa offerta, sfruttando le notevoli differenze latitudinali e climatiche esistenti sulla Penisola. La valutazione dell’adattabilità delle cultivar di rovo nei diver si ambienti di coltivazione è particolarmente importante poi ché le varietà coltivate derivano principalmente da programmi di breeding estero (Nord America, Nuova Zelanda, Australia). Gli obiettivi del miglioramento genetico per il rovo sono prin cipalmente l’ottenimento di genotipi con elevata qualità dei frutti (dimensioni, consistenza, colore, caratteri organolettici), composizione chimica (zuccheri, acidi, contenuto in sostanze antiossidanti), produttività, fonti di resistenza alle avversità biotiche (insetti e funghi) e abiotiche (freddi invernali), modifi cazione dell’habitus vegetativo in modo da agevolare la gestio ne della pianta e la raccolta (portamento eretto, assenza di spine), ampliamento del calendario di maturazione. La matu razione avviene a partire dall’inizio di giugno e si protrae fino a metà settembre e le cultivar sono suddivise in precoci (matu [ ROVO ] 4 TAB. 2 Cultivar di rovo valutate negativamente Adrienne Aurora Black Satin Cheyenne Cherokee Comanche Dirksen Ebany Black Helen Karaka Black Kotata Silvan Smoothstem Thornfree Triple Crown Jumbo 5 La pianta di Loch Ness (Nessy®) è vigorosa e molto produttiva. razione dall’inizio di giugno all’inizio di luglio), medie (da fine giugno a metàfine luglio) e tardive (da fine luglio a metà settembre). Le varietà di maggior interesse si distinguono per valide caratteristiche qualitative e alcune (Arapaho, Navaho, Hull Thornless) anche per le interessanti caratteristiche nutri zionali (elevata capacità antiossidante e contenuto in polife noli). Le principali caratteristiche delle cultivar inserite in Lista, osservate nei diversi campi sperimentali e di seguito riportate in ordine di precocità, derivano dalle valutazioni delle Unità operative del gruppo di lavoro “Piccoli frutti” nell’ambito del Progetto Liste di orientamento varietale dei fruttiferi del Mipaaf e di progetti autonomi. Le osservazioni presentate sono quindi il risultato del confronto delle osser vazioni delle Unità Operative di TorinoCuneo, Milano, Pia cenza, Trento ed Ancona. Cultivar di rovo valutate positivamente Arapaho (precoce): Pregi. Pianta di media vigoria con buona emissione di polloni inermi. Resistente alla ruggine. Buone caratteristiche organo lettiche del frutto con particolare interesse per l’apprezzabile capacità antiossidante e contenuto in polifenoli. Difetti. Produttività medioscarsa, in alcuni casi forma irrego lare del frutto. Navaho (medio-precoce): Pregi. Pianta con elevata scalarità di maturazione e tralci eretti Waldo di buon diametro. I frutti sono di buona qualità con elevate caratteristiche nutraceutiche (capacità antiossidante e conte nuto in polifenoli). Difetti. Produttività medioscarsa e in alcuni casi, forma irrego lare del frutto. Loch Ness (Nessy®) (media): Pregi. Pianta vigorosa con tralci inermi, molto produttiva con raccolta scalare. Frutto complessivamente di buone qualità organolettiche. Difetti. L’aspetto del frutto è considerato medio in centro Italia. Molto sensibile alla peronospora sui frutti. Chester (medio-tardiva): Pregi. Pianta molto vigorosa, con tralci assurgenti, di diametro elevato e inermi. Resistente ai freddi invernali. Produttività medioelevata con frutti di buona pezzatura e sodi. Difetti. Elevata sensibilità a Botrytis. Hull Thornless (medio-tardiva): Pregi. Pianta molto vigorosa, con tralci inermi, resistente ai freddi invernali e alle principali malattie. Frutto di buona pezzatura e di facile distacco, brillante a matu rità e sodo anche dopo scongelamento. Sono apprezzabili an che le caratteristiche nutraceutiche del frutto (capacità antios sidante e contenuto in polifenoli). Difetti. Scarse caratteristiche qualitative dei frutti. n SUPPL. TERRA E VITA n. 26/2007 - 81 [ MIRTILLO ] MIRTILLO GIGANTE I l mirtillo gigante è un arbusto perenne, cespuglioso, a portamento eretto, longevo. La coltura, che in Italia è localizzata prevalentemente in Piemonte, Trentino, Lom bardia, è in continua espansione e rappresenta in molti areali una non trascurabile fonte di reddito. La produzione mondiale di mirtillo proviene sia da specie spontanee, quali i mirtilli nani americani (Vac cinium angustifolium e V. myrtilloides), il mirtil 4 TAB. 1 Cultivar in corso di valutazione lo nero europeo (V. myrtillus) ed il mirtillo rosso europeo (V. vitis idaea), che da specie Chandler coltivate, tra le quali rivestono una grande importanza commerciale il mirtillo gigante 5 1 - Duke, cultivar precoce di riferimento Legacy ampiamente diffusa nei nuovi impianti americano (V. corymbosum) e, nei climi caldi, il conilopide o rabbiteye blueberry (V. ashei). Sono Ozarkblue® prevalentemente diffuse in Italia cultivar ad glio), medie (da fine giugno a metàfine luglio) alto fabbisogno in freddo, in gran parte ibridi e tardive (da fine luglio a inizio settembre). interspecifici di V. corymbosum x V. angustifolium, ad eccezione Sono state eliminate dalla lista Nui e Spartan, che evidenziano di alcune cultivar, come Sierra, ottenuta utilizzando germo problemi di adattabilità in molti areali; è stata inoltre elimina plasma di altre specie quali V. constanblaei e V. ashei. ta Nelson che, oltre a presentare problemi di adattabilità, è di I terreni più idonei alla coltura devono essere drenanti, conte difficile reperimento presso i vivaisti. nere abbondante sostanza organica umificata, a reazione aci Di fronte al crescente interesse nei confronti delle cultivar da, con pH compreso tra 4 e 6, privi di calcare attivo. Cultivar precoci sono stati acquisiti, nell’ambito del progetto, nuovi di mirtillo conilopide e di mirtillo gigante a basso fabbisogno materiali genetici: le osservazioni fin qui effettuate e quelle in in freddo si stanno rapidamente diffondendo nelle regioni programma nei prossimi anni potranno offrire ai mirtillicolto Centro Meridionali della Penisola, in pieno campo o in coltura ri indicazioni utili circa le cultivar da impiantare per ottenere forzata sotto serra, per produzioni fuori stagione. il miglior successo economico degli impianti. Le descrizioni varietali qui riportate sono frutto del lavoro delle Unità operative del gruppo di lavoro piccoli frutti (Unità Le cultivar di mirtillo gigante operative di Torino, Cuneo, Milano e Trento) nell’ambito del valutate positivamente Progetto Liste di orientamento varietale dei fruttiferi MiPAAF Duke (precoce): e di progetti autonomi. Pregi. Resistente al freddo, frutti ben distribuiti nella chioma, Tutte le cultivar sono unifere e quelle in lista coprono l’intera facili da raccogliere, di colore attraente, ricchi di pruina, aro stagione produttiva del mirtillo gigante, a partire da inizio matici, con buone caratteristiche organolettiche. Piante pro giugno fino a inizio settembre; le cultivar sono state suddivise duttive. in precoci (maturazione dall’inizio di giugno all’inizio di lu 5 2 - Berkeley è caratterizzata da una grande adattabilità a diversi areali. 82 SUPPL. TERRA E VITA n. 26/2007 5 3 - Bluecrop fornisce raccolti di elevata qualità ma tende alla sovrapproduzione. [ MIRTILLO ] 5 4 e 5 - Le piante di Elizabeth hanno un portamento eretto e sono vigorose; le bacche, di buona pezzatura, presentano un’elevata capacità antiossidante. 4 TAB. 2 Cultivar di mirtillo gigante non più in Lista Ama (Herma I) Gretha (Herma Ii) 5 6 - Legacy, cultivar medio-tardiva selezionata in New Jersey ed in corso di valutazione. elevata tolleranza alla siccità, buona produttività. Frutti con sistenti, molto pruinosi, ottime caratteristiche organolettiche. Per produttività e adattabilità al pedoclima è la cultivar più coltivata nel mondo. Difetti. La tendenza alla sovrapproduzione deve essere miti gata intervenendo con regolari potature. Apparato radicale ridotto ed elevata sensibilità agli stress idrici. Atlantic Grover Blue Gold Hardyblue Blue Haven Herbert Bluechip Ivanhoe Bluejay Jersey Blueray Meader Bluetta Nelson Burlington Nui Cabot Patriot Collins Pemberton Concorde Pioneer Croatan Puru (S) Brigitta Blue (medio-tardiva): Darrow Reka (S) Denise Blue (S) Sierra Dixi Spartan Earliblue Stanley Pregi. Cespuglio molto vigoroso, bacche di buona pezzatura e grado zuccherino elevato, idonee alla conservazione in cella frigorifera dove mantengono a lungo le caratteristiche quali tative. Difetti. Cultivar poco produttiva, sensibile ai freddi invernali, da utilizzare solo ad altitudini minori di 600 m. s.l.m. Elliott Sunrise Georgiagem Toro Goldtraube Weymouth Coville (medio-tardiva): Pregi. Pianta assurgente, molto vigorosa e produttiva. Mir tilli di buona pezzatura, di elevato grado zuccherino e con buone caratteristiche qualitative. Buona tenuta dei frutti sulle piante anche oltre il raggiungimento dello stadio otti male di raccolta. Difetti. Segnalati numerosi problemi di rispondenza varietale del materiale vivaistico. Elizabeth (tardiva): Difetti. Cespuglio di media vigoria. Pregi. Cespuglio di buona vigoria, a portamento eretto. Bac che di buona pezzatura con grado zuccherino medioelevato. È una valida alternativa per i raccolti tardivi. Elevato contenu to in antociani e capacità antiossidante. Difetti. Produttività inferiore a Lateblue. Berkeley (medio-tardiva): Lateblue (tardiva): Pregi. Grande adattabilità a diversi areali, produttività eleva ta, frutti di buone dimensioni e pruinosi. Difetti. Frutti poco aromatici, adatti solo per il mercato fresco. Bluecrop (medio-tardiva): Pregi. Resistente al freddo invernale e ai ritorni di gelo tardivi; Pregi. Frutti di buona pezzatura, diffusa in particolare per estendere il periodo di commercializzazione nella tarda estate inizio autunno. Elevato contenuto in antociani e capacità antiossidante. Difetti. Scarsa conservabilità dei frutti. n SUPPL. TERRA E VITA n. 26/2007 - 83