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LA SINDROME DEL TUNNEL CARPALE
LA SINDROME DEL TUNNEL CARPALE La Sindrome del Tunnel Carpale (STC) è la neuropatia più frequente ed è dovuta alla compressione del nervo mediano al polso nel suo passaggio attraverso il tunnel carpale. Il tunnel carpale è un canale localizzato al polso formato dalle ossa carpali sulle quali è teso il legamento traverso del carpo, un nastro fibroso che costituisce il tetto del tunnel stesso,inserendosi, da un lato, sulle ossa scafoide e trapezio e dall'altro sul piriforme ed uncinato (ossa del carpo della mano). In questo "tunnel" passano strutture nervose (nervo mediano), vascolari e tendinee (tendini muscoli flessori delle dita). Storia La condizione nota come sindrome del tunnel carpale ha avuto apparizioni più importanti nel corso degli anni ma è stato più comunemente sentito parlare negli anni seguenti la seconda guerra mondiale. Le persone che avevano sofferto di questa condizione sono stati 1 descritti in letteratura chirurgica per la metà del 19 ° secolo. Nel 1854, Sir James Paget è stato il primo a riferire la compressione del nervo mediano al polso in seguito e una frattura distale dell’epifisi radiale. A seguito del 20 ° secolo ci sono stati diversi casi di compressione del nervo mediano al di sotto del legamento trasverso del carpo. Sindrome del Tunnel Carpale è stato più comunemente noto in letteratura medica nel 20 ° secolo, ma il primo uso del termine è stata notata 1939. La patologia è stata identificata da un medico Dr. George S. Phalen della clinica di Cleveland . (George S. Phalen (2 dicembre 1911, Peoria, Illinois - 14 aprile 1998, Dallas ) è stato un chirurgo della mano americano ricordato per il suo lavoro sulla sindrome del tunnel carpale compreso la sua descrizione della manovra di Phalen). Già nel 1913 furono eseguite le prime osservazioni che il canale carpale poteva creare delle compressioni al nervo mediano da studi di Mary e Foix ( Rev. Neurol 41: 1184-1186), ma fu solo dopo dieci anni che Galloway nel 1923 eseguì il primo intervento. LE CAUSE Che portano a tale patologie sono molte e varie: - Di natura idiopatica - Secondarie a stenosi del canale carpale a causa di deformità congenite o acquisite - Patologie che colpiscono il settore autoimmune come patologie del collageno, artriti reumatoidi,sclerodermia, polimialgia reumatica, lupus eritematoso sistemico, gotta , 2 condrocalcinosi e altre forme di tenosinoviti che provocano un conflitto tra il contenuto e il contenente. - Patologie di natura endocrina come, diabete, patologie tiroidee,patologie che portano una alterazione dell’increzione di estrogeni progesterone , gonadotropine e GH. - Amiloidosi - Le polineuropatie - Le infezioni - Aumento del contenuto come: tumori, anomalie musolari - Esiti post traumatici del polso - Patologie acute: ustioni,fratture del radio,trombosi dell’arteria mediana, stato gravidico - Patologie croniche : mucopolisaccaridosi e mucolipidosi. Nel canale carpale esiste superficialmente il legamento trasverso del carpo , il contenuto ( nove tendini flessori con la loro sinovia e il nervo mediano), e il letto o pavimento un insieme rigido di ossa carpali con i propri legamenti. 3 Altre immagini dell’anatomia del canale carpale: La maggior parte delle sindromi di compressione del canale carpale ( STC), non sono in relazione ad anomalie dello stesso e a patologie sistemiche, ed essendo sconosciuta la causa sono catalogate come forme idiopatiche. La maggior parte dei casi di sindrome del tunnel carpale sono stati trovati per essere senza una causa specifica e alcuni individui possono essere geneticamente predisposti a questa condizione. Il fattore di rischio più forte è la predisposizione genetica. I fattori di rischio più importanti per la sindrome del tunnel carpale sono strutturali e biologiche piuttosto che ambientale o di attività connesse. Il dibattito internazionale sul rapporto tra STC e movimenti ripetitivi nel lavoro è in corso. Occupational Safety and Health Administration (OSHA) hanno adottato norme e regolamenti in materia di disturbi legati ai traumi cumulativi o ripetitivi. I 4 fattori di rischio professionali legati a movimenti ripetitivi quali: la forza, la postura, e le vibrazioni sono stati presi in considerazione e studiati quali cause di possibile insorgenza di una STC. Tuttavia, la Società Americana di Chirurgia della Mano (ASSH) ha rilasciato una dichiarazione che la letteratura corrente non supporta una relazione causale tra le attività di lavoro specifico e lo sviluppo di malattie come STC. Una revisione dei dati scientifici disponibili da parte dell’Istituto nazionale per la sicurezza e la salute (NIOSH) ha indicato che i compiti di posti di lavoro che comportano l'uso di atti ripetitivi o posture del polso altamente specifici sono stati associati a episodi di STC, ma non è stato stabilito il nesso di causalità, e la distinzione dal lavoro e i dolori al braccio correlate e la sindrome del tunnel carpale non era chiara. È stato proposto che l'uso ripetitivo del braccio può influire sulla biomeccanica dell'arto superiore o causare danni ai tessuti. È stato inoltre proposto che la valutazione posturale e della colonna vertebrale con le valutazioni ergonomiche dovrebbero essere incluse nella determinazione complessiva della condizione. Mentre non vi è alcuna prova che influenzano la storia naturale della sindrome del tunnel carpale. Quando un muscolo esegue più di un compito, ad esempio torsione e la flessione dei muscoli del polso, il carico muscolare gioca un ruolo importante nello sviluppo dei disturbi muscoloscheletrici. Nonostante i risultati che l'associazione tra lavoro e STC è alta, non c'è ancora conoscenza per quanto riguarda il modello e la causalità di questa relazione. Un'ampia ricerca deve essere condotta al fine di stabilire la relazione tra l'ergonomia di lavoro e relativi infortuni sul lavoro tra cui STC. 5 Tra le cause sistemiche la più comune è l’associazione al diabete mellito, poi segue l’artrite reumatoide e l’ipotiroidismo( spesso questi pazieni manifestano una STC e la causa sembra essere dovuta ad un accumulo di tessuto mixedematoso nel canale carpale.. Va ricordata la sua associazione a patologie ormonali e allo stato di gravidanza , in tutti i momenti della gravidanza anche se il terzo trimestre risulta il più frequente, come si riscontra con grande frequenza la sua remissione prima o subito dopo il parto. Spesso una comparsa bilaterale del quadro compressivo è frequente come pure la ricomparsa in un secondo episodio gravidico se la paziente non viene operata tra una gravidanza e l’altra. Per le donne in questa situazione se proprio non indispensabile si cerca una trattamento conservativo. La STC oltre a manifestarsi in modo isolato può essere presente in concomitanza ad altre patologie della mano e dell’arto superiore come il morbo di De Quervain, il dito a scatto o malattia di Motta, il fenomeno di Raynaud, l’epicondilite e patologie della spalla omolaterali alla mano interessata. La STC compare con una certa frequenza ai pazienti sottoposti a trattamento di dialisi, la sua natura è collegabile verosimilmente a una polineuropatia, in quanto si è dimostrato che una polineuropatia predispone una compressione localizzata dei nervi. Nei pazienti dializzati non si riscontra frequentemente la presenza di amiloidosi,urati o depositi di calcio, questo a suffragare l’origine polineuropatica. 6 La manifestazione acuta è rara ma possibile a vari eventi: - ematomi in corso di emofilia - in pazienti scoagulati - infezione di una tenovaginalite - fratture del polso, per lesione diretta o da compressione dell’ematoma o dalla compressione dell’apparecchio gessato. - Lussazioni del carpo ( evento raro e nella fattispecie della lussazione volare del semilunare) SINTOMI Il paziente che consulta lo specialista è più frequentemente di sesso femminile intorno ai 45-50 anni. L'incidenza media annuale, calcolata nel periodo 1961-1980 in Minnesota è di 149 ogni 100.000 abitanti/anno per le donne e di 52 per gli uomini, tasso grezzo 99/100.000/anno (Stevens et al. Neurology 1988;38:134-8). Uno studio effettuato nella zona senese dal 1991 al 1997 (Mondelli M. et al. Toscana Medica Luglio/Agosto 1999) riporta un tasso grezzo di incidenza di 326,2/100.000/anno (135,1 per i maschi, 506,9 per le donne), tasso standardizzato di 276,6/100.000/anno. Il rapporto medio delle incidenze F:M è di 3,8:1. La decade più rappresentata per i entrambi i sessi è quella compresa fra 50 e 59 anni. Nelle fasi iniziali della patologia la Sindrome del Tunnel Carpale (stc) si manifesta con formicolii, sensazione di intorpidimento o gonfiore alla mano, prevalenti alle prime tre dita della mano e in parte al quarto dito, soprattutto 7 al mattino e/o durante la notte; questi sintomi peggiorano col passare del tempo, intorpidimento, formicolio, sensazione di bruciore al pollice e alle dita, in particolare le dita indice e medio. Successivamente compare dolore irradiatosi anche all'avambraccio, sintomi definiti "irritativi". Se la patologia si aggrava compaiono perdita di sensibilità alle dita, perdita di forza della mano, atrofia dell'eminenza thenar; sintomi "deficitari". Il sintomo principale è il dolore sia alla mano che con irradiazione verso l’avambraccio, spesso ha una insorgenza notturna per poi essere presente sempre. Il paziente in maniera inconscia esegue dei movimenti del polso e della mano per cercare ristoro dal dolore. Altro frequente disturbo è la parestesia riferita dal paziente come un formicolio, segno anche questo della sofferenza della parte sensitiva del nervo , quella con topografia assonale più periferica, mentre la sofferenza motoria è più tardiva essendo a topografia assonale centrale. La parestesia ha una topografia precisa e segue il territorio innervato dal nervo mediano come pure la ipoestesia o l’anestesia. I disturbi della sensibilità si valutano in varie maniere il test più usato è il tipo di test soglia di van Frey, eseguito con i monofilamenti di Semmes – Weinstein. E’ un test che prevede il far toccare nella sede da 8 esaminare, monofilamenti di vario spessore, applicando una forza sul filamento necessaria a far piegare il medesimo, questo esame risulta positivo quando il paziente identifica correttamente il dito esaminato. I disturbi motori sono più rari e arrivano molto più tardi dei disturbi sensitivi , da una riduzione della forza dei muscoli tenari esterni , innervati dalla branca motrice del mediano che nasce alla sua emergenza distale del canale carpale, per debolezza del flessore breve del pollice, opponente del pollice , abduttore breve del pollice con il perdurare della patologia se non trattata si arriva ad un quadro di ipo-atrofia nelle fase avanzate. Oggi pressochè rarissime queste forme ipo-atrofiche,tranne nei quadri a decorso rapido in quei pazienti polineuropatici, diabetici e anziani. La funzione muscolare va testata esaminado la validità del muscolo abduttore breve del pollice, che viene testato portando il pollice in posizione perpendicolare al palmo e facendo una controresistenza sulla falange distale. Il movimento richiede una valutazione con il pollice controlaterale per paragonare , movimento,forza e resistenza. L’altro muscolo da esaminare è l’opponente del pollice, che si valuta facendo toccare il polpastrello del 1°raggio con quello del 5° e resistendo alla forza di controresistenza, ovvero di mantenere la pinza.. 9 Esestono varie altre manovre da eseguire: - Test di Tinel - Test di Phalen - Test di Phalen inverso - Test di Durkan - Test di Gilliat e Wilson Il Tinel al polso (Jules Tinel neurologo francese, 18791952) viene eseguito o con la percussione prossimo distale dall’avambraccio al polso con un martelletto, o più semplicemente con la digitopressione al polso con il polpastrello in sede di passaggio nel nervo mediano, esso risulta positivo quando la pressione evoca parestesie in territorio innervato dal nervo mediano. La manovra di Phalen (George S. Phalen 2 dicembre 1911, Peoria, Illinois - 14 aprile 1998, Dallas ) si esegue prendendo la mano del paziente e il suo avambraccio e forzando la mano in flessione massima, il test è positivo quando l’esaminatore riesce a evocare una senso di torpore e delle parestesie alle prime tre dita e la metà radiale del 4°raggio entro un minuto di posizione forzata. L’associazione di positività del primo test ( di Tinel) con 10 quello di Phalen è molto significativo per una compressione del nervo mediano stimata intorno a un 90%. Il test denominato Phalen inverso si esegue provocando una estensione forzata della mano sul polso. Anche in questo caso entro un minuto si deve provocare una parestesia perché sia positivo. Il test di JA. Durkan ( Durkan JA. Hood River Memorial Hospital Oregon ) è untest di compressione del nervo mediano, considerato specifico per fare diagnosi di STC e consiste nel valutare la comparsa di parestesie sull’area sensitiva del nevo mediano, applicando la pressione del pollice dell’esaminatore a livello del passaggio del nervo al polso per 30 secondi, se compare parestesie è considerato positivo per STC. Test di Gilliat e Wilson denominato anche il test del bracciale pneumatico alla radice dell’arto superiore, per evocare una parestesia precoce dal lato 11 colpito dalla STC, descritto dagli autori nel 1953, si è dimostrato di scarso valore diagnostico. Lo standard di riferimento per la diagnosi della sindrome del tunnel carpale è in test elettrofisiologico. E’ importante ma non necessario poiché la diagnosi è clinica, anche se la sua esecuzione è necessaria per definire il grado di sofferenza del nervo, e quindi del danno. E’ inoltre importante per stabilire l’indicazione chirurgica o conservativa e per dare un parametro necessario di controllo nel post operatorio. Viene usato anche come supporto medico legale per valutare lo stato pre e post operatorio del nervo. L’esame elettromiografico valuta l’eventuale aumento della latenza sensitivo-motoria isolata o comparata al polso contro laterale. Una normalità dell’esame non è sinonimo di assenza della patologia poiché le fibre del dolore non sono quantizzabili in termini neurofisiologici, l’esame valuta solo le fibre sensitive e motorie,, ma non è in grado di valutare il dolore. In tal caso è opportuno eseguire l’esame bilateralmente. TRATTAMENTO E’ all’inizio conservativo se il quadro clinico lo permette e si basa sull’uso di splint posturali per il polso, da usare soprattutto di notte,anche se la letteratura è discordante , mettendo in luce controversie all’uso di tutori i quali possono aumentare la parestesia, allontanare cause scatenanti come affaticamento del polso, terapia medica ( farmaci antidolorifici, 12 antinfiammatori non steroidei e steroidei ), terapia fisica, e in casi estremi infiltrazione con cortisonici. Il trattamento chirurgico è indicato nelle forme avanzate e per quei pazienti che non hanno trovato giovamento dal trattamento conservativo. E’ sempre consigliato nei pazienti anziani essendo più a rischio di forme a rapida evoluzione con quadri di repentina paresi sensitivo - motoria. Il trattamento chirurgico si avvale essenzialmente di due tecniche, l’apertura a cielo aperto del legamento trasverso del carpo , che è un intervento di tipo ambulatoriale . La maggior parte dei chirurghi storicamente hanno eseguito la procedura aperta, ampiamente considerato come il gold standard. Il release del legamento con tecniche endoscopiche, può essere più rischioso per le varie anomalie dei rami del nervo mediano, non garantendo una buona visione come quella a cielo aperto, inoltre ha un costo molto più elevato della tecnica a cielo aperto, e non si può eseguire una neurolisi esterna se presenti aderenze . (alcuni tipi di modificazioni anatomiche del nervo mediano) 13 Tecnica chirurgica a cielo aperto con mini incisione,passaggi per passaggio dall’anestesia alla sutura. Il punto in rosso sede di anestesia, la linea nera è la sede di incisione chirurgica (4cm) lungo l’asse del 4° raggio. Fasi dell’anestesia tronculare. 14 Incisione cute e sottocute, previo tourniquet alla radice dell’arto, e si isola il ramo cutaneo sensitivo. Identificazione del legamento trasverso del carpo. Apertura del legamento e fascia antibrachiale. 15 Nervo mediamo con segni di sofferenza compressiva esposizione del nervo mediano , controllo del ramo motore , evidenziazione di una sofferenza da impronta a clessidra del mediano. Se paziente anziano o con lesione pseudoneuromatosa prossimale eseguire una epineurotomia longitudinale , mai una epineurectomia. sutura cutanea previo allentamento del tourniquet ed accurata emostasi e fine intervento. POSTOERATORIO Lasciare una medicazione a piatto con dita libere di muoversi in flesso estensione da subito. Per la prima settimana un piccolo bendaggio elastico al polso,e lavorare in flesso-estensione con la 16 mano in posizione antigavitaria; per la seconda settimana una medicazione a piatto e poi desutura. Ripresa del lavoro a 20 gg. In alcuni casi va ricordato che ci può essere una cicatrice più dura e fastidiosa e in altri casi un dolore al palmo in sede di incisione che può durare tre mesi poi la ripresa è completa. BIBLIOGRAFIA 1. 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