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Sol circuiti del II ordine
Lezione 9 – Soluzione dei circuiti del II ordine Lezione n.9 Soluzione dei circuiti del II ordine 1. 2. 3. 4. 5. Dalle equazioni di stato alla equazione differenziale del II ordine Il problema alle condizioni iniziali 2.1 La dimensione fisica dei coefficienti dell’equazione differenziale 2.2 La determinazione delle condizioni iniziali La soluzione del problema: evoluzione libera e forzata; termine transitorio e di regime 3.1 Andamenti caratteristici dell’evoluzione libera 3.2 Criticità 3.3 Esercizi 3.3.1 RLC serie 3.3.2 RLC parallelo 3.3.3 RLC con due resistenze 3.3.4 RLC con tre resistenze 3.3.5 RCC con due resistenze 3.3.6 RLL con due resistenze Il principio di sovrapposizione degli effetti 4.1 Esercizio: RCL con due generatori 4.2 Esercizio: RC con due generatori L’origine dei transitori Analogamente a quanto si è già fatto per i circuiti del I ordine, “costruiremo” la soluzione per i circuiti di II ordine. Tutti gli esercizi considerati nella Lezione n. 6 sono ora ripresi e si individuano per ognuno di essi l’equazione differenziale del II ordine. Corso di Introduzione ai Circuiti – Prof.ssa Lorenza Corti – A.A. 2009/10 1 Lezione 9 – Soluzione dei circuiti del II ordine 1. Dalle equazioni di stato all’equazione differenziale del II ordine Come si è visto nella Lezione n.4 le equazioni di stato di un generico circuito sono: Dx& (t ) = − Hx(t ) + g (t ), { per t > t0 (1) } con x = v1 ,...vnC , i1 ,...inL . Per determinare la soluzione del sistema (1) è necessario conoscere il valore delle variabili di stato nell’istante iniziale t0. Pertanto al sistema (1) aggiungeremo le condizioni: v1 (t 0 ) = V10 M vnC (t 0 ) = VnC 0 (2) i1 (t 0 ) = I10 M inL (t 0 ) = I nL 0 che rappresentano le condizioni iniziali del problema (1). Abbiamo detto che noi risolveremo circuiti al massimo del II ordine. Scriviamo, allora, il problema (1)-(2) per un circuito del II ordine: d1 x&1 (t ) = −h11 x1 (t ) − h12 x2 (t ) + g1 (t ) d 2 x& 2 (t ) = −h21 x1 (t ) − h22 x2 (t ) + g 2 (t ) (3) dove abbiamo posto d D= 1 0 0 d 2 e h H = 11 h21 h12 . h22 (4) Inoltre imponiamo le condizioni iniziali x1(t0)=X10, x2(t0)=X20. (5a) (5b) E’ chiaro che le variabili di stato x1(t) e x2(t) possono essere o una tensione e una corrente, se nel circuito abbiamo un condensatore e un induttore, oppure due tensioni (correnti) se abbiamo due condensatori (induttori). Nel primo caso parliamo di circuiti RLC nel secondo caso di RCC o RLL. E’ chiaro che la coppia X10, X20 sarà nei rispettivi casi una tensione e una corrente, due tensioni o due correnti. Inoltre i Corso di Introduzione ai Circuiti – Prof.ssa Lorenza Corti – A.A. 2009/10 2 Lezione 9 – Soluzione dei circuiti del II ordine parametri d1 e d2 saranno nei vari casi rispettivamente una capacità e una induttanza, due capacità o due induttanze. Prima di addentrarci nella soluzione del problema, sottoliniamo alcune proprietà delle matrici D e H che ci guideranno nella risoluzione dei circuiti che incontreremo nel corso. Se il circuito è dissipativo (cioè tutti gli elementi lineari sono passivi), allora gli elementi di D sono tutti positivi e inoltre, per quanto riguarda la matrice H si ha che: - gli elementi sulla diagonale sono ≥ 0; - gli elementi fuori diagonale, nel caso di circuiti RLL ed RCC, sono, in modulo, minori degli elementi corrispondenti sulla diagonale; nel caso di circuiti RLC sono, in modulo, ≤ 1; - la matrice è simmetrica nel caso di circuiti RLL ed RCC, ed è antisimmetrica nel caso di circuito RLC. Per tutti gli esercizi che risolveremo in questa lezione verificate le condizioni suddette. Imparate ad usare le proprietà dei coefficienti delle matrici D ed H per verificare la bontà delle equazioni trovate nei vostri esercizi svolti. Risolviamo il sistema di equazioni (3). Innanzitutto riduciamo il sistema di due equazioni differenziali ad un'unica equazione del II ordine. Per fare questo riscriviamo il sistema nella forma seguente: h11 h12 g1 (t ) & ( ) ( ) ( ) = − − + x t x t x t 1 1 2 d1 d1 d1 x& (t ) = − h21 x (t ) − h22 x (t ) + g 2 (t ) 1 2 2 d2 d2 d2 (6) Possiamo ricavare l’equazione del II ordine in x1 o in x2. Volendo, ad esempio, ricavare l’equazione differenziale del II ordine in x1, ricaviamo x2 dalla prima equazione del sistema (6), ottenendo: x2 (t ) = d1 h g (t ) − x&1 (t ) − 11 x1 (t ) + 1 . h12 d1 d1 (7) La (7) è possibile scriverla nel caso in cui h12≠0 (se avessi voluto determinare l’equazione differenziale per x2 avremmo dovuto ipotizzare h21≠0). Cosa accade quando h12=0 e/o h21=0? Se h12=0 e h21=0, da un punto di vista matematico il sistema (6) presenta due equazioni “disaccoppiate”. Ognuna delle due variabili di stato è soluzione di una equazione del I ordine. In questo caso per determinare le due variabili di stato occorre risolvere ogni singola equazione di stato. Nel caso in cui uno solo dei due coefficienti è nullo: h12=0 o h21=0, accade rispettivamente che la x1 è soluzione di una equazione differenziale del I ordine o la Corso di Introduzione ai Circuiti – Prof.ssa Lorenza Corti – A.A. 2009/10 3 Lezione 9 – Soluzione dei circuiti del II ordine x2 è soluzione di una equazione differenziale del I ordine. In questo caso si dovrà procedere risolvendo l’equazione del I ordine e una volta ottenuta la soluzione sostituirla nell’altra equazione come se fosse un termine noto. Troverete online una dispensa a parte dove vi sono riportati alcuni esempi di circuiti in cui si verifica questo comportamento “degenere”. Andiamo avanti. Deriviamo, poi, la prima equazione del sistema (6): &x&1 (t ) = − h11 h g& (t ) x&1 (t ) − 12 x& 2 (t ) + 1 , d1 d1 d1 (8) dove abbiamo posto &x&1 (t ) = d 2 x1 (t ) dt 2 . Sostituisco nella (8) la seconda del sistema (6), ottenendo: &x&1 (t ) = − h11 h h h g (t ) g& (t ) x&1 (t ) − 12 − 21 x1 (t ) − 22 x2 (t ) + 2 + 1 , d1 d1 d 2 d2 d 2 d1 (9) da cui eliminando le parentesi, si ha: &x&1 = − h11 h h h h g& h g x&1 + 12 21 x1 + 22 12 x2 + 1 − 12 2 . d1 d1d 2 d 2 d1 d1 d1d 2 (10) Sostituiamo la (7) nella (10) &x&1 = − h11 h h h h g g& h g x&1 + 12 21 x1 + 22 − x&1 − 11 x1 + 1 + 1 − 12 2 , d1 d1d 2 d2 d1 d1 d1 d1d 2 che riordinata finalmente risulta essere l’equazione cercata: h h h h −h h h g& h &x&1 + 11 + 22 x&1 + 11 22 12 21 x1 = 22 g1 + 1 − 12 g 2 . d1d 2 d1d 2 d1 d1d 2 d1 d 2 (11) Al fine di ottenere una visone più sintetica della (11) sarà conveniente porre: 1h h α = 11 + 22 2 d1 d 2 (12) che è una quantità sempre non negativa, e Corso di Introduzione ai Circuiti – Prof.ssa Lorenza Corti – A.A. 2009/10 4 Lezione 9 – Soluzione dei circuiti del II ordine ω2 = h11h22 − h12 h21 d1d 2 (13) anch’essa sempre non negativa. Infine G1 (t ) = h22 g& (t ) h g1 (t ) + 1 − 12 g 2 (t ) . d1d 2 d1 d1d 2 (14) La (11) quindi possiamo riscriverla nella forma: &x&1 (t ) + 2α x&1 (t ) + ω 2 x1 (t ) = G1 (t ) (15) Si osservi che nel caso in cui volessimo trovare l’equazione in x2, ciò che cambia è solo il secondo membro della (15). Si avrebbe infatti al secondo membro: G2 (t ) = h11 g& (t ) h g 2 (t ) + 2 − 21 g1 (t ) . d1d 2 d2 d1d 2 (16) 2. Il problema alle condizioni iniziali Per risolvere l’equazione differenziale del II ordine (15) abbiamo bisogno di condizioni iniziali opportune. Abbiamo bisogno del valore dell’incognita dell’equazione x1 (t ) e della sua derivata prima nell’istante iniziale. Esse sono x1 (t 0 ) = X 10 (17) e d x1 (t ) t =t = DX 10 . 0 dt (18) 2.1 La determinazione delle condizioni iniziali del problema La condizione (17) l’abbiamo: è la (5a); ma che dire della (18)? Qui si apre uno dei punti cruciali della soluzione di circuiti del II ordine. La (18) rappresenta una funzione valutata in un punto. In particolare la funzione derivata della x1 (t ) valutata dx (t ) in un punto. Avremmo, quindi, bisogno di conoscere prima la funzione 1 e poi dt dobbiamo determinare il valore che assume nell’istante iniziale t = t0. Corso di Introduzione ai Circuiti – Prof.ssa Lorenza Corti – A.A. 2009/10 5 Lezione 9 – Soluzione dei circuiti del II ordine Osserviamo infatti che d d x1 (t ) t = t 0 ≠ x1 (t 0 ) dt dt in quanto i due membri sono incompatibili, infatti mentre al primo troviamo la derivata di una funzione che poi viene valutata in un punto, al secondo membro troviamo la derivata di una funzione valutata in un punto, cioè di una costante. La condizione (18) si ricava dalla prima equazione del sistema (6) valutata in t = t 0+ e nella quale si sostituiscono al posto di x1 (t 0 ) e x2 (t 0 ) rispettivamente la (5a) e (5b) g1 (t 0+ ) h11 h12 d . x1 (t ) t =t = − X 10 − X 20 + dt d1 d1 d1 + 0 (19) A questo punto abbiamo il problema riformulato in termini di equazione differenziale del II ordine completo di condizioni iniziali (problema di Cauchy): per t > t 0 &x&1 (t ) + 2α x&1 (t ) + ω 2 x1 (t ) = G1 (t ) x1 (t 0 ) = X 10 g (t + ) h h x&1 t =t = − 11 X 10 − 12 X 20 + 1 0 = DX 10 d1 d1 d1 (20) + 0 Osserviamo che potevamo ottenere per la variabile di stato x2 (t ) un sistema analogo al (20). 3. Soluzione di del problema: evoluzione libera e forzata; termine transitorio e di regime Come per le equazioni differenziali del I ordine anche in questo caso l’integrale generale della (20) è rappresentabile come la sovrapposizione di due funzioni: x1 (t ) = x10 (t ) + x1p (t ) , (21) dove x10 (t ) è l’integrale generale dell’equazione omogenea associata alla (15), e x1p (t ) è l’integrale particolare della nostra equazione differenziale. Anche in questo caso diremo x10 (t ) termine transitorio e x1p (t ) termine di regime. Corso di Introduzione ai Circuiti – Prof.ssa Lorenza Corti – A.A. 2009/10 6 Lezione 9 – Soluzione dei circuiti del II ordine Cominciamo con l’integrale generale dell’omogenea associata, che si determina a partire dall’equazione (20) in cui G1 (t ) = 0 , quindi, cerchiamo la soluzione del problema: &x&1 + 2α x&1 + ω 2 x1 = 0 . (22) Usiamo ancora il polinomio caratteristico: λ2 + 2α λ + ω 2 = 0 , (23) le cui soluzioni sono le frequenze naturali del sistema : λ1,2 = −α ± α 2 − ω 2 . (24) Ricordiamo che per le proprietà delle matrici D ed H , i coefficienti α e ω 2 sono sempre non negativi. Il “tipo” di soluzioni ottenuti per λ 1 e λ 2 dipende dal valore assunto dal radicando della radice della (24) ∆ = α 2 − ω2 . (25) Si dovranno distinguere tre casi: • ∆<0 Le soluzioni sono complesse coniugate con parte reale negativa λ1,2 = −α ± jω 0 dove abbiamo posto ω 0 = α 2 − ω 2 . In questo caso la soluzione è: x1 (t ) = e −α (t −t0 ) (k 1 cos(ω 0 (t − t 0 ) ) + k 2 sen(ω0 (t − t 0 ) )) + x p (t ) per t>t0 (26) • ∆=0 Le soluzioni sono reali (negative) e coincidenti λ1, 2 = −α Corso di Introduzione ai Circuiti – Prof.ssa Lorenza Corti – A.A. 2009/10 7 Lezione 9 – Soluzione dei circuiti del II ordine x1 (t ) = [k1 + k 2 (t − t 0 )] e −α (t −t0 ) + x p (t ) per t>t0 (27) per t>t0 (28) • ∆>0 Le soluzioni sono reali (negative) e distinte λ1,2 = −α ± α 2 − ω 2 e la soluzione sarà x1 (t ) = k1e λ1 (t −t0 ) + k 2 e λ2 (t −t0 ) + x1p (t ) Sinteticamente abbiamo che l’integrale generale corrispondente ai tre casi sarà: e −α ( t −t ) (k1cos (ω0 (t − t 0 ) ) + k 2 sen(ω0 (t − t 0 ) )) x1 (t ) = [k1 + k 2 (t − t 0 )] e −α ( t −t ) k e λ ( t − t ) + k e λ ( t − t ) 2 1 0 0 o 1 0 2 0 ∆<0 ∆=0 (29) ∆>0 Si osservi che se esprimiamo il determinante ∆ della (25) in funzione dei parametri delle matrici H e D potremmo verificare che i circuiti RLL e RCC possono ammettere solo soluzioni del tipo x1o (t ) = k1e λ1 (t −t0 ) + k 2 e λ2 (t −t0 ) (∆>0) . Un ultima osservazione. Le variabili di stato per un circuito del II ordine sono due x1 (t ) e x2 (t ) . Noi abbiamo lavorato solo su una delle due variabili. Cosa possiamo dire dell’altra? L’altra variabile, la x2 (t ) , possiamo ricavarla dalla prima equazione del sistema (6). Al secondo membro, infatti, abbiamo tutte funzioni note. Va detto che potevamo procedere in modo opposto. Cioè calcolare la x2 (t ) e poi, di conseguenza, la x1 (t ) . Poiché l’equazione differenziale è uguale nei due casi, le frequenze naturali sono le stesse per entrambe le variabili. Esse, infatti, sono un attributo del sistema e ogni grandezza del circuito avrà un transitorio con le stesse costanti di tempo. In tutti e tre i casi (26), (27) e (28) abbiamo due costanti da determinare: k1 e k 2 . Occupiamoci ora di determinare tali costanti imponendo le condizioni iniziali: Corso di Introduzione ai Circuiti – Prof.ssa Lorenza Corti – A.A. 2009/10 8 Lezione 9 – Soluzione dei circuiti del II ordine x1 (t 0 ) = x1 (t 0 ) + x1 (t 0 ) = X 10 x&1 (t ) t =t = x&1 (t ) t =t + x&1 (t ) t =t = DX 10 0 + 0 p + 0 0 (30) + 0 p Ad esempio la (30) applicata al caso di soluzione corrispondente al determinante (25) positivo dà: ( ) − DX 10 + x&1 (t ) + λ2 X 10 − x1 (t 0 ) t =t k = 1 λ2 − λ1 DX 10 − x&1 (t ) − λ1 X 10 − x1 (t 0 ) t =t k 2 = λ2 − λ1 + 0 p p + 0 ( p p ) (31) Abbiamo risolto il problema! Abbiamo determinato la soluzione. Vediamo ora la questione da un altro punto di vista. Come sappiamo dalla Lezione n.8, la soluzione del problema può essere anche scritta come somma di un’evoluzione libera ed una forzata. Quindi potremo scrivere la soluzione come: x1 (t ) = x1l (t ) + x1 f (t ) (32) dove x1l (t ) è l’evoluzione libera ed è, quindi, la soluzione del problema: && 2 x1l (t ) + 2α x&l1 (t ) + ω x1l (t ) = 0 x1l (t 0 ) = X 10 x&1l t =t = DX 10 (33) + 0 con t>t0 e dove x1 f (t ) è la evoluzione forzata ed è quindi la soluzione del problema: && 2 & ( ) ( ) x t 2 α x t ω x1 f (t ) = G1 (t ) + + 1 f 1 f 1 x1 f (t 0 ) = 0 x&1 f t = t = 0 (34) + 0 Corso di Introduzione ai Circuiti – Prof.ssa Lorenza Corti – A.A. 2009/10 9 Lezione 9 – Soluzione dei circuiti del II ordine con t>t0. Determinare la soluzione come la (21) o come la (32) dipende dai casi e in particolare dal tipo di forzamento. Qualora questo è di tipo costante, sinusoidale o polinomiale o combinazione di esponenziali conviene la (21). Viceversa, quando il tipo di funzione del generatore non è uno dei casi appena citati conviene la (32). 3.1 Andamenti caratteristici dell’evoluzione libera Osserviamo che la struttura matematica del termine transitorio e dell’evoluzione libera sono uguali. Entrambi sono l’integrale generale dell’equazione omogenea associata. Tuttavia nei due casi saranno diversi i valori delle costanti k1 e k2, perché questi si calcolano in modo diverso. Nel primo caso le condizioni iniziali si impongono all’integrale generale dell’omogenea associata sommato all’integrale particolare; nel secondo caso, invece, le condizioni iniziali si impongono unicamente all’integrale generale dell’omogenea associata. Occupiamoci ora delle frequenze naturali e dei possibili andamenti dell’evoluzione libera x1l (t ) . Per ∆>0 abbiamo la seguente funzione somma di due esponenziali x10 (t ) = k1e λ1 (t −t0 ) + k 2 e λ2 (t −t0 ) con t>t0 (35) dove λ1 , λ2 sono sempre negativi. L’andamento che ne risulta è quello di una funzione tendente asintoticamente a zero per t → ∞ , la cosiddetta evoluzione smorzata. Vedi Fig.1 dove è stato rappresentato l’andamento tipico di questo caso. Fig. 1 – Evoluzione libera in caso di frequenze reali e distinte (t0=0). Corso di Introduzione ai Circuiti – Prof.ssa Lorenza Corti – A.A. 2009/10 10 Lezione 9 – Soluzione dei circuiti del II ordine Per ∆<0, avremo λ1, 2 = −α ± jω 0 con ω 0 = α 2 − ω 2 in questo caso possiamo scrivere −α (t −t0 ) jω0 (t −t0 ) − jω0 (t −t0 ) + k2e = k1e −α t −t = e 0 [k1cos(ω 0 (t − t 0 )) + k 2 sen(ω0 (t − t 0 ))] x10 (t ) = e (36) con t>t0, in cui k1 = k1 + k 2 e k 2 = j (k1 − k 2 ). Osserviamo che k1 e k2 sono reali perché k1 e k 2 sono complesse coniugate. Anche in questo caso la funzione si smorza a zero. Tuttavia invece di andare a zero con legge esponenziale questa volta và a zero con una oscillazione smorzata. In Fig.2 è rappresentata l’andamento tipico di questo caso. Si osservi il periodo delle oscillazioni. Fig. 2 – Evoluzione libera in caso di frequenze complesse coniugate (t0=0). Per ∆=0, avremo λ1, 2 = −α con molteplicità due. In questo caso possiamo scrivere la soluzione che diremo evoluzione critica x10 (t ) = e −α (t −t0 ) (k + k 0 (t − t 0 ) ) (37) con t>t0. Anche in questo caso la soluzione tende asintoticamente a zero. Quando è possibile trovarsi in questa condizione? Quando α 2 = ω 2 . A differenza degli altri due Corso di Introduzione ai Circuiti – Prof.ssa Lorenza Corti – A.A. 2009/10 11 Lezione 9 – Soluzione dei circuiti del II ordine casi, questo caso si può ottenere, dunque, per particolari valori dei parametri. In Fig. 3 abbiamo rappresentato questo caso critico. Fig. 3 – Evoluzione libera in caso di frequenze reali coincidenti (t0=0). In conclusione ogni soluzione ammissibile del problema omogeneo tenderà a zero asintoticamente. Tale risultato è giustificato dalla passività del circuito. Gli elementi passivi nel circuito sono i condensatori e induttori e i resistori. I primi due possono immagazzinare una energia limitata. Questo fatto è rappresentato dalla presenza delle condizioni iniziali. Tale energia si dissiperà durante il transitorio sui resistori. Ed è per questo motivo che l’evoluzione libera in tutti i casi tende a zero. 3.2 Criticità Cosa accadrebbe se nel nostro circuito non vi fossero resistori? In questo caso gli elementi sulla diagonale della matrice H sarebbero nulli e quindi α sarebbe nulla. Questo si verifica nelle seguenti circostanze: 1. non ci sono resistori nel circuito; 2. ci sono due condensatori in serie o due induttori in parallelo; 3. quando in serie ad un condensatore c’è un circuito aperto e/o un corto circuito in parallelo ad un induttore. Potrebbe accadere che α = ω 0 e quindi uno dei due esponenziali tende a 1? Sì. Questo è ancora possibile quando vi sono due condensatori in serie o due induttori in parallelo. 3.3 Esercizi Corso di Introduzione ai Circuiti – Prof.ssa Lorenza Corti – A.A. 2009/10 12 Lezione 9 – Soluzione dei circuiti del II ordine In questo paragrafo esamineremo i circuiti analizzati nella Lezione n.6 trovando l’equazione differenziale del II ordine, l’equazione per determinare la condizione iniziale sulla derivata e l’espressioni delle frequenze naturali. In realtà in questa Lezione, per analogia con la Lezione n.8 che riguardava i circuiti del I ordine, dovremmo trovare la soluzione (29) e, a seconda della tipologia delle frequenze naturali da individuare, specificare quale delle tre possibili. La tipologia delle frequenze naturali è possibile individuarla solo avendo i valori dei parametri del circuito; nelle Lezioni n. 11, 14 e 17 svolgeremo gli stessi esercizi di questa lezione avendo assegnato i valori dei parametri dei componenti del circuito e alle funzioni dei generatori. 3.3.1 RLC serie Il circuito rappresentato in Fig. 4 è il circuito RLC serie. v2 v3 i2 I i1 e(t) R i3 II III i4 L v4 C v1 IV Fig. 4 – Circuito RLC serie. Riscriviamo il sistema di equazioni di stato come abbiamo introdotto nel sistema (6) della Lezione n. 6: dv4 C dt = i3 (38) di L 3 = −v - Ri + e(t ) 4 3 dt con t>t0. Ricordandoci delle matrici D ed H introdotte nella Lezione n.4 e usate nella (4), possiamo scriviamo: C D= 0 0 0 − 1 ; H = 1 R . L Corso di Introduzione ai Circuiti – Prof.ssa Lorenza Corti – A.A. 2009/10 13 Lezione 9 – Soluzione dei circuiti del II ordine Possiamo scrivere la (15) per la tensione sul condensatore: v&&4 (t ) + 2αv&4 (t ) + ω 2 v4 (t ) = G1 (t ) , con: α= 1R , 2L ω2 = 1 , LC G1 (t ) = 1 e(t ) . LC E quindi scriveremo dalla (20) e dal sistema (38): R 1 1 & & & v ( t ) + v ( t ) + v ( t ) = e(t ) 4 4 4 L LC LC v4 (t 0 ) = V0 1 v& ( ) = 4 t =t C i3 t 0 = DV0 per t > t 0 (39) + 0 dove V0 e DV0 sono le condizioni necessarie a risolvere il problema per la variabile di stato = la tensione del condensatore. Per esercizio: ricavare la (39) per l’altra variabile di stato: la corrente nell’induttore. Cosa cambierà nell’equazione trovata? 3.3.2 RLC parallelo Consideriamo ora il circuito in Fig. 5 che rappresenta un circuito RLC parallelo. I i2 i1 j(t) i3 i4 C L R v2 v1 v3 v4 II Fig. 5 – Circuito RLC parallelo. Corso di Introduzione ai Circuiti – Prof.ssa Lorenza Corti – A.A. 2009/10 14 Lezione 9 – Soluzione dei circuiti del II ordine Riscriviamo il sistema di equazioni di stato come abbiamo introdotto nel sistema (8) della Lezione n. 6: v4 dv4 C dt = - R - i3 + j (t ) L di3 = v 4 dt (40) con t>t0 e con: C D= 0 0 1 / R 1 ; H = . L − 1 0 Possiamo scrivere la (15) per la corrente nell’induttore: &i&3 (t ) + 2αi&3 (t ) + ω 2 i3 (t ) = G2 (t ) , con: α= 1 1 1 2 , ω = , 2 RC LC G1 (t ) = 1 j (t ) . LC E quindi scriveremo dalla (20) e dal sistema (40): 1 & 1 1 && i ( t ) + i ( t ) + i ( t ) = j (t ) 3 3 3 RC LC LC i3 (t 0 ) = I 0 1 i& v4 (t 0 ) = DI 0 = 3 t = t L per t > t 0 (41) + 0 dove I0 e DI0 sono le condizioni iniziali necessarie a risolvere il problema per la variabile di stato = la corrente dell’induttore. Per esercizio: ricavare la (41) per l’altra variabile di stato: la tensione del condensatore. Cosa cambierà nella (41)? 3.3.3 RLC con due resistenze Cominciamo con il circuito di Fig. 6. Corso di Introduzione ai Circuiti – Prof.ssa Lorenza Corti – A.A. 2009/10 15 Lezione 9 – Soluzione dei circuiti del II ordine Riscriviamo il sistema di equazioni di stato come abbiamo introdotto nel sistema (7) della Lezione n. 6: R2 1 1 dv4 C = v + i + e(t ) 4 3 dt R + R R + R R + R 1 2 1 2 1 2 L di3 = - R2 v - R1 R2 i + R2 e(t ) 4 3 dt R1 + R2 R1 + R2 R1 + R2 (42) con t>t0 e con: 1 R + R 0 2 ; H = 1 L R2 R1 + R2 C D= 0 R2 R1 + R2 . R1 R2 R1 + R2 − v5 i5 R2 v3 v2 i2 I i1 e(t) R1 v1 i3 II III i4 L v4 C IV Fig. 6 – Circuito del II ordine con due resistenze. In questo caso: 1 1 1 , α= + 2 (R1 + R2 )C 1 1 + R R L 1 2 Corso di Introduzione ai Circuiti – Prof.ssa Lorenza Corti – A.A. 2009/10 (43) 16 Lezione 9 – Soluzione dei circuiti del II ordine ω2 = R2 1 R1 + R2 LC (44) E per quanto riguarda il termine forzante, se vogliamo l’equazione del II ordine nella tensione sul condensatore: G1 (t ) = R2 1 1 e(t ) + e&(t ) . (R1 + R2 ) LC (R1 + R2 )C (45) E quindi scriveremo dalla (20) e dal sistema (42): v&&4 (t ) + 2α v&4 (t ) + ω 2 v4 (t ) = G1 (t ) per t > t 0 v4 (t 0 ) = V0 R2 1 1 v4 (t0 ) + i3 (t 0 ) + e(t + ) = DV0 v&4 t =t = (R1 + R2 )C (R1 + R2 )C (R1 + R2 )C + 0 (46) 0 dove V0 e DV0 sono le condizioni necessarie a risolvere il problema per la variabile di stato scelta e dove i parametri α e ω2 sono dati rispettivamente dalla (43) e (44) e la funzione G1 dalla (45). Per il circuito di Fig. 7….lasciamo per esercizio la determinazione dell’equazione del II ordine! I i4 i3 i2 i1 j(t) R1 C v4 L v1 v2 v3 II I i5 R2 v5 III Fig. 7 – Circuito del II ordine con due resistenze. Corso di Introduzione ai Circuiti – Prof.ssa Lorenza Corti – A.A. 2009/10 17 Lezione 9 – Soluzione dei circuiti del II ordine Vediamo invece gli altri due casi di circuiti con due resistenze citati dai due sistemi di equazioni di stato (9) e (19) della Lezione n.6. Abbiamo disegnato i circuiti rispettivamente nella Fig. 8 e 9. Le equazioni di stato del circuito di Fig. 8 (confronta equazioni (11) della Lezione n.6) sono: 1 dv4 C = v 4 + i3 dt R2 L di3 = - v - R i + e(t ) 4 1 3 dt (47) con t>t0. Ricordandoci delle matrici D ed H introdotte nella Lezione n.4, possiamo scriviamo: C D= 0 1 0 ; H = R2 L 1 − 1 . R1 Possiamo scrivere in questo caso, ancora per la tensione sul condensatore: 1 1 R α = + 1 , 2 R2 C L R 1 + 1 R2 ω2 = , LC G1 (t ) = − 1 e(t ) . LC E quindi scriveremo dalla (20) e dal sistema (47): 1 R 1 1 + 1 v&4 (t ) + v 4 (t ) = e(t ) per t > t 0 v&&4 (t ) + R C L LC LC 2 v 4 (t 0 ) = V0 1 dv4 1 = v4 (t 0 ) + i3 ( 0 t ) = DV0 v&4 t =t0+ = t = t 0+ dt C R2 C (48) dove V0 e DV0 sono le condizioni necessarie a risolvere il problema per la variabile di stato = la tensione del condensatore. Si osservi che quando R2 tende all’infinito si ottengono le equazioni (39) come potevamo prevedere! v2 v3 Corso di Introduzione ai Circuiti – Prof.ssa Lorenza Corti – A.A. 2009/10 18 Lezione 9 – Soluzione dei circuiti del II ordine . i2 I i3 II III i4 i1 R1 e(t) i5 L v1 C v4 v5 R2 IV Fig. 8 – Circuito del II ordine con due resistenze. Le equazioni di stato del circuito di Fig. 9 (confronta equazioni (12) della Lezione n.6) sono: 1 dv4 C = v4 - i3 + j (t ) dt R1 L di3 = v - R i 4 2 3 dt (49) con t>t0. Ricordandoci delle matrici D ed H introdotte nella Lezione n.4, possiamo scriviamo: C D= 0 1 0 1 . ; H = R1 L − 1 R2 Possiamo scrivere in questo caso per la corrente nell’induttore: R 1 + 2 R1 R 1 1 1 α = + 2 , ω2 = , G2 (t ) = j (t ) . 2 R1C L LC LC E quindi scriveremo dalla (20) e dal sistema (49): Corso di Introduzione ai Circuiti – Prof.ssa Lorenza Corti – A.A. 2009/10 19 Lezione 9 – Soluzione dei circuiti del II ordine (1 + R2 R1 )1 1 R 1 + 2 i&3 (t ) + i3 (t ) = j (t ) i3 (t ) + R C L LC LC 1 i3 (t 0 ) = I 0 R2 1 i 3 (t 0 ) = DI 0 i&3 t =t0+ = v 4 (t 0 ) L L per t > t 0 (50) dove I0 e DI0 sono le condizioni necessarie a risolvere il problema per la variabile di stato = la corrente dell’induttore. Si osservi che quando R2 tende a zero si ottengono le equazioni (41) come potevamo prevedere! I i2 i1 j(t) C R1 v3 L v1 i4 i3 v2 II I v4 R2 v5 i5 III Fig. 9 – Circuito del II ordine con due resistenze. 3.3.4 RLC con 3 resistenze Lavoriamo ora sul circuito con tre resistenze di Fig. 10 già esaminato nella Lezione n. 6. Il sistema di equazioni di stato per il circuito in questione era il (17), riportiamolo: R1 R2 + R1 R3 + R2 R3 R2 di3 − v4 − e(t ) L = − i 3 dt R2 + R3 R2 + R3 dv R2 1 C 4 = i3 − v4 dt R2 + R3 R2 + R3 (51) con t>t0. Ricordandoci delle matrici D ed H introdotte nella Lezione n.4, possiamo scriviamo: Corso di Introduzione ai Circuiti – Prof.ssa Lorenza Corti – A.A. 2009/10 20 Lezione 9 – Soluzione dei circuiti del II ordine R1 R2 + R1 R3 + R2 R3 L 0 R2 + R3 D= ; H = R2 0 C − R2 + R3 R2 R2 + R3 . 1 R2 + R3 Possiamo scrivere per la tensione sul condensatore: 1 1 α = + 2 (R2 + R3 )C R1 R2 + R1 R3 + R2 R3 1 2 R1 + R2 1 1 , ω = , G2 (t ) = − e(t ) . R2 + R3 L R2 + R3 LC LC E quindi scriveremo dalla (20) e dal sistema (51) per t > t0: R R + R1 R3 + R 2 R3 1 R + R2 1 1 1 v& 4 (t ) + 1 + 1 2 v 4 (t ) = − e(t ) v&&4 (t ) + + + + ( R R ) C R R L R R LC LC 2 3 2 3 2 3 v 4 (t 0 ) = V0 R2 1 & = − v i ( t ) v (t ) = DV0 + 4 t =t0 (R + R )C 3 0 (R2 + R3 )C 4 0 2 3 (52) dove V0 e DV0 sono le condizioni necessarie a risolvere il problema per la variabile di stato = la tensione del condensatore. v3 v2 I II i2 i1 e(t) v4 R1 v1 i3 III i4 i6 i5 L R2 C v5 R3 v6 V Fig. 10 − Circuito del II ordine con tre resistenze. Corso di Introduzione ai Circuiti – Prof.ssa Lorenza Corti – A.A. 2009/10 21 Lezione 9 – Soluzione dei circuiti del II ordine Per il circuito di Fig. 11….a voi l’arduo compito! R1 II I i4 i1 i5 i2 v2 e(t) i6 R3 C v4 L v5 v1 v6 III I i3 R2 v3 IV Fig. 11 – Circuito del II ordine con tre resistenze. 3.3.5 RCC con due resistenze Riprendiamo l’esercizio della Fig. 12 (Fig. 7 della Lezione n.6) le cui equazioni di stato avevamo trovato essere le (22) che qui riscriviamo: dvC1 R + R2 1 1 vC1 + vC 2 + e(t ) = − 1 C1 dt R1 R1 R1 R2 C2 dvC 2 = 1 vC1 − 1 vC 2 − 1 e(t ) dt R1 R1 R1 (53) per t>t0. Corso di Introduzione ai Circuiti – Prof.ssa Lorenza Corti – A.A. 2009/10 22 Lezione 9 – Soluzione dei circuiti del II ordine v2 I vC2 iC2 III II i2 i1 R1 e(t) C2 v5 vC1 C1 v1 i5 iC1 R2 IV Fig. 12 – Circuito del II ordine con due capacità. Ricordandoci delle matrici D ed H introdotte nella Lezione n.4, possiamo scriviamo: C D= 1 0 R1 + R2 RR 0 ; H = 1 2 C2 − 1 R1 1 R1 . 1 R1 − Possiamo scrivere per la tensione sul condensatore C1: 1 R + R 1 1 1 2 , ω 2 = α = 1 , + 2 R1 R2 C1 R1C2 R1 R 2 C 1 C 2 G1 (t ) = 1 e&(t ) . R1C1 E quindi scriveremo dalla (20) e dal sistema (53) per t > t0: R1 + R2 1 1 1 1 v&C1 (t ) + + vC1 (t ) = e&(t ) v&&C1 (t ) + R R C R C R R C C R C 1 2 1 1 2 1 2 1 2 1 1 vC1 (t 0 ) = V0 R1 + R2 1 1 vC1 (t 0 ) + vC 2 (t 0 ) − e(t 0+ ) = DV0 & v = − C 1 t =t R1 R1 R1 R2 (54) + 0 dove V0 e DV0 sono le condizioni necessarie a risolvere il problema per la variabile di stato = la tensione del condensatore C1. Corso di Introduzione ai Circuiti – Prof.ssa Lorenza Corti – A.A. 2009/10 23 Lezione 9 – Soluzione dei circuiti del II ordine 3.3.6 RLL con due resistenze Riprendiamo anche il circuito di Fig. 13 (Fig. 8 della Lezione n.6) le cui equazioni di stato erano le (26) e qui le riportiamo: diL1 L1 dt = − R2 iL1 + R2 iL 2 di L2 L 2 = R2 iL1 − (R2 + R1 )iL 2 + e(t ) dt (55) Ricordandoci delle matrici D ed H introdotte nella Lezione n.4, possiamo scriviamo: L D= 1 0 0 R2 = ; H − R L2 2 − R2 . (R2 + R1 ) Possiamo scrivere per la tensione sul condensatore C1: 1 R α = 2 + 2 L1 R2 + R1 , L2 ω2 = R1 R2 R2 , G1 (t ) = e(t ) . L1 L2 L1 L2 E quindi scriveremo dalla (20) e dal sistema (55) per t > t0: R2 R2 + R1 & RR R iL1 (t ) + 1 2 iL1 (t ) = − 2 e(t ) + &i&L1 (t ) + L2 L1 L2 L1 L2 L1 iL1 (t 0 ) = I 0 R2 R2 & iL1 t =t0+ = − L iL1 (t 0 ) + L iL 2 (t 0 ) = DI 0 1 1 (56) dove I0 e DI0 sono le condizioni necessarie a risolvere il problema per la variabile di stato = la corrente nell’induttore L1. Corso di Introduzione ai Circuiti – Prof.ssa Lorenza Corti – A.A. 2009/10 24 Lezione 9 – Soluzione dei circuiti del II ordine v3 i3 R2 vL1 v2 i2 I i1 e(t ) R1 v1 iL1 III II iL2 L1 vL2 L2 IV Fig. 13 – Circuito del II ordine con due induttanze. 4. Principio di sovrapposizione degli effetti Avendole già introdotte nel paragrafo 5 della Lezione n.8, richiamiamo qui brevemente le proprietà che derivano dal principio di sovrapposizione degli effetti. Ricordiamo che tale principio è verificato se nel circuito tutti i bipoli passivi sono lineari. La soluzione sarà la somma di diverse soluzioni ognuna corrispondente alla “risposta” ad un unico generatore. Quando consideriamo uno dei generatori vorrà dire che spegniamo tutti gli altri, ossia mettiamo un corto circuito al posto dei generatori di tensione e un circuito aperto al posto dei generatori di corrente. Calcolate tutte le “risposte” ai vari generatori, le condizioni iniziali vanno imposte alla sovrapposizione di tutte queste soluzioni trovate sommate al termine transitorio. La differenza fondamentale tra i circuiti del I ordine e del II è il fatto che nel secondo caso abbiamo bisogno di conoscere la condizione iniziale anche sulla derivata prima della grandezza di cui intendiamo valutare l’equazione differenziale del II ordine. Questa condizione come sappiamo si ricava dal sistema delle equazioni di stato. 4.1 Esercizio: RCL con due generatori Come applicazione del principio di sovrapposizione studiamo il circuito con due generatori facciamo riferimento al circuito di Fig. 4. Corso di Introduzione ai Circuiti – Prof.ssa Lorenza Corti – A.A. 2009/10 25 Lezione 9 – Soluzione dei circuiti del II ordine v4 v3 i1 I i3 II III i7 i6 i2 R2 j1(t) v2 v1 i4 L i5 v6 v5 C R1 j2(t) v7 R3 IV Fig. 14 − Circuito del II ordine con due generatori. Poiché il circuito di Fig. 14 non lo abbiamo affrontato nella Lezione n.6 determiniamo il sistema globale. Per il sistema globale escludiamo il nodo IV. Scegliamo e orientiamo le maglie come indicato in Fig. 14. Scriviamo le equazioni ai nodi: I) II) III) i1 − i2 − i3 = 0 i3 − i4 = 0 i4 − i5 − i6 + i7 = 0 Scriviamo le equazioni alle maglie: m1) m2) m3) m4) v1 − v2 = 0 v 2 − v 3 − v 4 − v5 = 0 v5 − v6 = 0 v6 − v 7 = 0 Scriviamo le relazioni caratteristiche: i1 = j1 (t ) v2 = R1i2 v3 = R2 i3 dv i5 = C 5 dt Corso di Introduzione ai Circuiti – Prof.ssa Lorenza Corti – A.A. 2009/10 26 Lezione 9 – Soluzione dei circuiti del II ordine di4 dt v6 = R3i6 i7 = j 2 (t ) v4 = L Le variabili di stato sono la corrente i4 dell’induttore e la tensione v5 del condensatore. Sostituiamo le relazioni caratteristiche nelle equazioni ai nodi e alle maglie: j1 (t ) − i2 − i3 = 0 i − i = 0 3 4 i − C dv5 − i + j (t ) = 0 6 2 4 dt v1 − R1i2 = 0 di4 R1i2 − R2 i3 − L dt − v5 = 0 v − R i = 0 3 6 5 R3i6 − v7 = 0 (57) Eliminiamo dal sistema (57) le incognite v1, v7. Otteniamo il sistema: j1 (t ) − i2 − i3 = 0 i − i = 0 3 4 i − C dv5 − i + j (t ) = 0 6 2 4 dt di R1i2 − R2 i3 − L 4 − v5 = 0 dt v − R i = 0 5 3 6 (58) Eliminiamo dal sistema (58) le correnti i2, i3 e i6. Otteniamo il sistema: v5 dv5 C dt = − R + i4 + j2 (t ) 3 di L 4 = −v5 − (R1 + R2 )i4 + R1 j1 (t ) dt (59) Dal sistema (59) si può dimostrare che si ottiene la seguente equazione differenziale di II ordine nella variabile la tensione v5(t): Corso di Introduzione ai Circuiti – Prof.ssa Lorenza Corti – A.A. 2009/10 27 Lezione 9 – Soluzione dei circuiti del II ordine d 2 v5 (t ) 1 R12 dv5 (t ) R12 1 R12 R1 1 dj2 (t ) + + + 1 + v ( t ) = j ( t ) + j ( t ) + (60) 5 2 1 RC dt LC dt 2 L R LC LC C dt 3 3 dove R12 = R1+R2. Alla equazione (60) dobbiamo aggiungere le condizioni iniziali: v5 (t 0 ) = V0 (60a) d v5 dt (60b) t =t0+ v5 (t 0+ ) 1 1 =− + i4 (t 0+ ) + j 2 (t 0+ ) = DV0 . R3C C C dove V0 e DV0 sono le condizioni necessarie a risolvere il problema per la variabile di stato che corrisponde alla tensione nel condensatore. 4.2 Esercizio: circuito RC con due generatori Consideriamo il circuito di Fig. 15 (lo stesso con interruttore chiuso di Fig. 11 della Lezione n. 8) e supponiamo di doverlo studiare da -∞ < t < +∞ avendo per generatori: e(t)= 10 Volt j(t)= 3u(-t) A + 6u(t) A (dove u(t) è la funzione a gradino unitaria) v2 I i2 i5 II i1 i4 i3 j(t) R1 e(t) v1 C v3 v4 v5 R2 III Fig. 15 – Circuito RC con due generatori. Come possiamo risolvere il circuito? La peculiarità dell’esempio da studiare è che uno dei due generatori non “cambia”, mentre l’altro invece in t =0 cambia valore. Questo cambiamento produce un transitorio che ha inizio in t =0. Ci sono due approcci possibili. Consideriamo come uscita del sistema circuito di Fig. 15 la Corso di Introduzione ai Circuiti – Prof.ssa Lorenza Corti – A.A. 2009/10 28 Lezione 9 – Soluzione dei circuiti del II ordine tensione sul condensatore. Possiamo schematizzare i due approcci come abbiamo fatto nella Fig. 16. e(t) v3(t) - ∞ < t < +∞ j(t) e(t) e(t) v3(t) v3(t) j(t) t<0 j(t) t>0 v3(0+)= v3(0-) e(t) v3e(t) - ∞ < t < +∞ v3(t) + j(t) - ∞ < t < +∞ v3j(t) Fig. 16 – Due approcci risolutivi possibili. Corso di Introduzione ai Circuiti – Prof.ssa Lorenza Corti – A.A. 2009/10 29 Lezione 9 – Soluzione dei circuiti del II ordine 5. L’origine dei transitori Le considerazioni da fare in questa lezione non aggiungono nulla a quanto detto nella Lezione n.8. Da un punto di vista operativo, ciò che caratterizza i circuiti del II ordine rispetto ai circuiti del I ordine, è il fatto che bisogna calcolare un’equazione differenziale del II ordine anziché del I ordine e che devo determinare (usando le equazioni di stato) la condizione iniziale sulla derivata prima della grandezza di cui devo risolvere l’equazione differenziale. Corso di Introduzione ai Circuiti – Prof.ssa Lorenza Corti – A.A. 2009/10 30