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Patologie degenerative
Con il contributio educazionale incondizionato di Pfizer Italia © Copyright www.gruppocic.com Lungotevere Michelangelo, 9 - 00192 Roma Tutti i diritti riservati. Autori Iris-Melanie Noebauer-Huhmann, MD Department of Radiology Division of Osteoradiology Medical University Vienna Vienna General Hospital (AKH) Vienna, Austria Michael Matzner, MD Department of Radiology Division of Osteoradiology Medical University Vienna Vienna General Hospital (AKH) Vienna, Austria Herwig Imhof Benjamin Halpern, MD Department of Radiology Division of Osteoradiology Medical University Vienna Vienna General Hospital (AKH) Vienna, Austria Professor of Department of Radiology Division of Osteoradiology Medical University Vienna Vienna General Hospital (AKH) Vienna, Austria V Indice Patologie degenerative Iris-Melanie Noebauer-Huhmann, Benjamin Halpern, Michael Matzner, Herwig Imhof Degenerazione discale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Patologia degenerativa discale – Modic I . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Patologia degenerativa discale – Modic II . . . . . . . . . . . . . . . . . . Spondilosi deformante – Modic III . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Ernia discale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Bulging, protrusione, estrusione, sequestro . . . . . . . . . . . . . . . . . Calcificazione discale e vacuum phenomenon . . . . . . . . . . . . . . . Degenerazione delle faccette articolari . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Osteoartrosi uncovertebrale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Cisti sinoviale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Ipertrofia dei legamenti gialli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Malattia di Baastrup . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Spondilolistesi e pseudospondilolistesi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Stenosi degenerativa spinale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Iperostosi scheletrica idiopatica diffusa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . VI 1 4 7 10 14 17 22 25 30 32 34 35 37 40 45 Abbreviazioni ACE Enzima convertente l’angiotensina ADEM Encefalomielite acuta disseminata AFP Alfa-fetoproteina A-P Antero-posteriore AVF Fistola artero-venosa c-ANCA Anticorpi anticitoplasma dei polinucleati neutrofili CSF Liquido cerebrospinale CT Tomografia computerizzata DD Diagnosi differenziale DEXA Dual-energy x-ray absorption DISH Iperostosi scheletrica idiopatica diffusa DSA Angiografia digitale con sottrazione d’immagine DWI Immagine pesata in diffusione FDG-PET Fluoro-18-Desossiglucosiotomografia ad emissione di positroni HIV MRI NSAID P-A PCR PD PET PNET Q-CT SPECT STIR TNF-α TSE Virus dell’immunodeficienza umana Risonanza magnetica Farmaco antinfiammatorio non steroideo Postero-anteriore Polymerase chain reaction Densità protonica Tomografia ad emissione di positroni Tumore primitivo neuroectodermico TC quantitativa Tomografia computerizzata ad emissione di fotone singolo Short time inversion recovery Tumor necrosis factor α Turbo spin echo VII ▼ Definizione Eziologia, fisiopatologia, patogenesi È l’usura derivante dall’età e/o dall’eccessivo uso e da altre cause non note • Associata a malattia di Scheuermann • C’è disidratazione con conseguente perdita della funzione delle strutture discali (soprattutto rottura parziale delle fibre radiali dell’anulus fibroso che portano ad un bulging o ad una protrusione discale ad ampia base) • Perdita dell’altezza e deformazione del disco • Dislocazione di parti del nucleo polposo all’interno del disco (iperintensità in T2). Il cronico uso eccessivo e lo stress anomalo determinano un’usura e alterano l’apporto delle sostanze nutrienti al disco (perdita di acqua e proteoglicani). Questo meccanismo porta ad una perdita dell’integrità e della funzione del tessuto (rottura delle fibre concentriche e/o trasversali nell’anello fibroso) ed infine alla deformazione del disco. Nodulo di Schmorl: Difetto circoscritto della limitante somatica superiore o inferiore che conduce ad una erniazione discale. Eziologia: probabile osteonecrosi con frattura da insufficienza. Nucleo polposo: Materiale gelatinoso con alto contenuto di acqua, localizzato al centro del disco intervertebrale. Anulus fibroso: È costituito principalmente da materiale fibrocartilagineo e fibre collagene disposte in modo concentrico. Patologie degenerative Degenerazione discale ▼ ▼ ▼ ▼ Aspetti radiologici Indagini di scelta RM (sagittale, T1 e T2) • Riduzione d’altezza • Perdita di segnale nelle sequenze water-sensitive. Aspetti caratteristici in radiologia convenzionale Riduzione d’altezza dell’interspazio discale • Noduli di Schmorl: Difetto con sclerosi del corpo vertebrale (vicino al disco). Aspetti caratteristici in TC Riduzione d’altezza • Deformazione • Noduli di Schmorl: Margine sclerotico, normale struttura trabecolare. Aspetti caratteristici in RM Disidratazione (ipointensità in T2) • Riduzione d’altezza • Dislocazione di parti del nucleo polposo (Iperintensità in T2) nell’anulus fibroso (ipointensità in T2) • Deformazione (ampio bulging discale intralegamentoso; l’anulus fibroso è integro) • Noduli di Schmorl: – Acuti: Alone di edema. – Cronici: Alone sclerotico con incremento della quota adiposa nel midollo. 1 Patologie degenerative Degenerazione discale Fig. 1 Radiografia convenzionale (campione anatomico). Nodulo di Schmorl della limitante somatica inferiore con fini margini sclerotici (= nodulo di Schmorl cronico). Fig. 2 RM della giunzione toracolombare (T2 STIR, sagittale). La riduzione d’altezza del disco è indicativa di degenerazione. Impronte circoscritte sulle limitanti somatiche superiori ed inferiori di L1 ed L2 con protrusione discale (nodulo di Schmorl). ▼ ▼ Aspetti clinici 2 Presentazione tipica Di solito asintomatica (nel 75% dei casi) • Dolore dorsale non specifico • Perdita della funzionalità con limitazione dei movimenti della colonna • Malattia degenerativa discale. Opzioni terapeutiche Dolore dorsale acuto: Analgesia • Terapia fisica, specifici esercizi per la colonna • Correzione della postura • Rafforzamento della muscolatura locale. Patologie degenerative Degenerazione discale Fig. 3 a, b RM del tratto distale del rachide dorsale e del rachide lombare (sagittale, T2, T1). T1 e T2 mostrano un’impronta discale sulla metà posteriore della limitante somatica superiore circondata da midollo adiposo (= nodulo di Schmorl subacuto). Diagnosi differenziale Dolore dorsale non discogenico Protrusione, estrusione, sequestro Discite, spondilodiscite Nodulo di Schmorl – Collasso vertebrale osteoporotico o patologico Residui notocordali – Sono localizzati nella porzione dorsale. Non altre modificazioni degenerative! Riferimenti bibliografici principali Bohndorf K, Imhof H. Radiologische Diagnostik der Knochen und Gelenke, 2nd ed. Stuttgart: Thieme 2006 Modic MT Degenerative disc disease and back pain. Magn Reson Imaging Clin N Am 1999; 7: 481-491 Morgan S. MRI of the lumbar intervertebral disc. Clin Radiol. 1999: 54: 703-723 Schmorl G. Über Knorpelknötchen an den Wirbelbandscheiben. Fortschr Rontgenstr 1929; 38: 265 Vahlensieck M, Reiser M. MRT des Bewegungsapparates, 3rd ed. Stuttgart: Thieme 2006 3 Definizione ▼ Patologie degenerative Patologia degenerativa discale – Modic I Eziologia, fisiopatologia, patogenesi Stadio iniziale della malattia degenerativa discale • Edema delle porzioni sottocorticali adiacenti dei corpi vertebrali, nella degenerazione discale, con riduzione del contenuto fluido e perdita dell’altezza del disco; si verifica, di solito, nel tratto distale della colonna cervicale e della colonna lombare • Pseudoinfiammatoria • Si tratterebbe, più probabilmente, di una modificazione reattiva ad uno stress anomalo • Microangiopatia • Iperemia • Danno endoteliale • Infiltrazione fluida, reazione infiammatoria o pseudoinfiammatoria, formazione di tessuto fibrovascolare • Diffuso aspetto edematoso. ▼ ▼ ▼ Aspetti radiologici Indagini di scelta – Radiografia convenzionale in proiezione A-P e laterale. – RM (sagittale, STIR, T1 e assiale per escludere ernie discali). Aspetti caratteristici in radiologia ronvenzionale Perdita dell’altezza discale • Alterazioni posturali. Aspetti caratteristici in RM Il tessuto osseo spugnoso, adiacente alle limitanti somatiche superiore ed inferiore, del segmento affetto risulta ipointenso nelle immagini pesate in T1 ed iperintenso nelle sequenze pesate in T2. Ciò è dovuto all’edema vasogenico del midollo osseo • Il disco mostra una notevole riduzione di segnale nelle immagini pesate in T2 e STIR. E questo si riferisce alla perdita di sostanza fluida del disco. ▼ ▼ ▼ ▼ Aspetti clinici 4 Presentazione tipica Lombalgia • Cervicalgia • Edema doloroso • Spesso, multiple regioni spinali possono essere sintomatiche, con sintomi di degenerazione delle faccette articolari. Cosa interessa al clinico? Escludere l’esistenza di stenosi spinali o stenosi dei forami di coniugazione • Escludere l’esistenza di una spondilodiscite • Escludere l’esistenza di neoformazioni maligne. Opzioni terapeutiche Trattamento conservativo con terapia fisica • Analgesia, se indicata. Prognosi Progressione verso la degenerazione tipo Modic II (in genere entro 7-9 mesi). Fig. 4 RM del rachide lombare (STIR, sagittale). A livello L5-S1 si rileva una iperintensità di segnale della porzione del soma adiacente al disco (edema). Il disco appare ipointenso con altezza ridotta. Ernia posteriore con legamento longitudinale posteriore intatto. Patologie degenerative Patologia degenerativa discale – Modic I Fig. 5 Malattia degenerativa del disco tipo Modic I. RM del rachide lombare (T2, sagittale). L’altezza del disco è ridotta. Ernia discale posteriore. Ipointensità sottocorticale con sottile alone iperintenso (edema ed iniziale conversione del midollo osseo in adiposo rappresentano un'incipiente trasformazione tipo MODIC II). 5 Patologie degenerative Patologia degenerativa discale – Modic I Diagnosi differenziale La diagnosi è ovvia nella maggior parte dei casi Spondilite, spondilodiscite – Anamnesi. – Il disco appare iperintenso e può essere aumentato di volume. – Irregolarmente delimitata dal disco. – Somministrazione di mezzo di contrasto. Emangioma atipico – Si confonde raramente. – Localizzazione più centrale. – Tende ad essere rotondo ed è limitato alla vertebra interessata. – Può sembrare un’area di edema. – Alla radiografia ed alla TC presenta un incremento delle trabecole longitudinali. Status dopo una recente – Anamnesi. – Può essere difficile da differenziare dopo una frattura vertebrale recente frattura. – Riduzione d’altezza del soma vertebrale limitata alla vertebra affetta. – Sequenza pesata in diffusione. – Elevato segnale nelle sequenze T2-pesate. Riferimenti bibliografici principali Modic MT. Degenerative disc disease and back pain. MRI Clin N Am 1999: 7: 481 Modic MT. Steinberg PM, Ross JS, Masaryk TJ, Carter JR. Degenerative disc disease: assessment of changes in vertebral bone marrow with MR Imaging. Radiology 1988; 166: 193 Vahlensieck M, Reiser M. MRT des Bewegungsapparates, 3rd ed. Stuttgart: Thieme 2006 6 ▼ Definizione Eziologia, fisiopatologia, patogenesi Malattia degenerativa del disco con degenerazione adiposa del tessuto osseo spongioso adiacente alle limitanti somatiche (conversione nel midollo adiposo stress-indotta) • C’è una progressiva degenerazione adiposa dell’area pseudoinfiammatoria della vertebra (Modic I) • Si riscontra, spesso, nel tratto lombare distale e cervicale distale • Vedi Modic I. ▼ ▼ ▼ Aspetti radiologici Patologie degenerative Patologia degenerativa discale – Modic II Indagini di scelta Radiografia convenzionale • RM: sagittale (T1, STIR) ed assiale (T1). Aspetti caratteristici in radiologia convenzionale Riduzione dell’altezza discale • Deformità posturale • Gli osteofiti possono essere causa di limitata mobilità rilevata nei radiogrammi dinamici. Aspetti caratteristici in RM È presente un’area iperintensa nel corpo vertebrale adiacente al disco sia nelle immagini pesate in T1 che in quelle pesate in T2 ed appare ipointensa nelle sequenze con soppressione del segnale derivante dal tessuto adiposo • Riduzione dell’altezza e perdita di liquidi del disco, che risulta ipointenso nelle sequenze pesate in T2 e STIR • Associata spesso ad osteofiti che, a volte, mascherano un bulging del disco degenerato. ▼ ▼ Aspetti clinici Presentazione tipica Il dolore diminuisce con la riduzione dell’edema del Modic I • Questo aspetto è patognomonico. Opzioni terapeutiche Fisioterapia per rafforzare la muscolatura vertebrale e rendere più stabile la colonna. Opzioni chirurgiche: Fusione spinale o protesi discale. 7 Patologie degenerative Patologia degenerativa discale – Modic II Fig. 6 RM della regione lombo-sacrale (T2, sagittale). Banda sottocorticale marcatamente iperintensa dovuta alla conversione in midollo adiposo. Fig. 7 RM della regione lombosacrale (STIR, sagittale). Iperintensità sottocorticale adiacente al disco dovuta alla conversione in midollo adiposo. Anche il disco appare iperintenso. Le limitanti somatiche superiore ed inferiore hanno un aspetto irregolare con fini noduli di Schmorl. 8 Diagnosi differenziale Frattura vertebrale post- – traumatica – – Una pregressa frattura può mostrare degenerazione adiposa ma non sclerosi. Limitata alla vertebra interessata. Anamnesi. Emangioma – L’emangioma tipico può anche mostrare un segnale simile a quello del tessuto adiposo. – Tende ad essere rotondo e limitato alla vertebra interessata. – Sono visibili le trabecole alla TC ed, occasionalmente, anche alla RM. Liposarcoma – Molto raro. Patologie degenerative Patologia degenerativa discale – Modic II Riferimenti bibliografici principali Modic MT. Degenerative disc disease and back pain. MRI Clin N Am 1999; 7: 481 Modic MT, Steinberg PM, Ross JS, Masaryk TJ, Carter JR. Degenerative disc disease: assessment of changes in vertebral bone marrow with MR Imaging. Radiology 1988; 166: 193 Vahlensieck M, Reiser M. MRT des Bewegungsapparates, 3rd ed. Stuttgart: Thieme 2006 9 ▼ Definizione ▼ Patologie degenerative Spondilosi deformante – Modic III Epidemiologia Rigidità reattiva associata ad anomala mobilità che si verifica con l’avanzare dell’età (40-60 anni) nello sviluppo della degenerazione spinale • Più comune negli uomini rispetto alle donne • Più comune nei peduncoli corti • Più pronunciato sul lato concavo di una scoliosi o di una asimmetria, più spesso sul lato destro rispetto al lato sinistro (ciò è, probabilmente, dovuto all’aorta) • Predilezione per il tratto lombare distale, cervicale medio e distale e per la giunzione toraco-lombare. Eziologia, fisiopatologia, patogenesi Osteofiti multisegmentari (orizzontali, a forma di becco, etc.) • Modic III: trasformazione della degenerazione adiposa del Modic II nella sclerosi sottocorticale • Proliferazione osteofitaria reattiva che si verifica nello sviluppo della degenerazione spinale (tensione e compressione, metabolica) e dà origine a vertebre funzionalmente fuse • Le conseguenze si verificano al di sotto delle limitanti somatiche, specialmente all’inserzione del legamento longitudinale anteriore • Massima gravità: osteofitosi a ponte. Importanza: – Specialmente se posteriore: restringimento del canale midollare. – Orientamento laterale e postero-laterale: restringimento dei forami di coniugazione. – Con grossolani osteofiti anteriori: ruolo nello sviluppo di aneurismi. ▼ ▼ ▼ ▼ Aspetti radiologici 10 Indagini di scelta – Radiografia convenzionale in proiezione A-P e laterale e studio dinamico quando necessario. – Nei casi in cui i reperti di imaging siano equivoci e discordanti con gli aspetti clinici: RM supplementare. Aspetti caratteristici in radiologia convenzionale Incremento della sclerosi subcondrale • Osteofitosi marginosomatica • Configurazioni bizzarre di osteofiti proliferativi ed a ponte. Aspetti caratteristici in TC Simili a quelli radiografici • Il restringimento del canale midollare e quello dei forami di coniugazione sono meglio visualizzabili. Aspetti caratteristici in RM Banda subcondrale di bassa intensità di segnale (= sclerosi subcondrale) • Le immagini sagittali mostrano osteofiti spinali multisegmentari con obliterazione dello spazio subaracnoideo e del tessuto adiposo perineurale • L’elevato contrasto dei tessuti molli è positivo per valutare la situazione generale, così come la migliore visualizzazione delle strutture neurali aiuta ad identificare una mielopatia o una radicolopatia secondaria • Di solito, sono Fig. 8 a, b Radiografia convenzionale del tratto di passaggio dorso-lombare (A-P a e laterale b). Numerosi osteofiti anteriori e laterali, alcuni dei quali crescono a forma di becco o di tornante. Patologie degenerative Spondilosi deformante – Modic III Fig. 9 Radiografia convenzionale del rachide cervicale in proiezione laterale. Marcata spondilosi deformante a ponte associata a patologia degenerativa discale con riduzione dell’altezza discale ed osteofiti. Modic III con ridotta altezza discale e sclerosi sottocorticale. presenti altri segni di degenerazione spinale • Il significato del restringimento del canale midollare e dei forami di coniugazione è spesso sovrastimato • Per selezionati valori normali di ampiezza del canale spinale, vedi Protrusione discale, pag. 14. 11 Patologie degenerative Spondilosi deformante – Modic III Modic I Modic II Modic III T1 T2 Fig. 10 Modificazioni degenerative subcondrali: Modic I = edema, Modic II = conversione nel midollo adiposo, Modic III = sclerosi. Fig. 11 Radiografia convenzionale di L3-L4 in proiezione laterale. Spondilosi con severa patologia degenerativa discale. ▼ Aspetti clinici 12 Presentazione tipica Varia da asintomatica ad una sintomatologia dolorosa severa; si correla raramente ai reperti radiografici • Altre patologie sono, di solito, escluse sulla base dei reperti radiografici • In particolare, questi includono la stenosi del canale midollare e dei forami di coniugazione, oltre a patologie degene- rative spinali come la spondiloartrosi, le cisti sinoviali, l’osteoartrosi uncovertebrale del rachide cervicale, la dislocazione discale, l’alterata mobilità con pseudospondilolistesi e l’ispessimento dei legamenti gialli • Il restringimento dei forami di coniugazione possono anche determinare sintomi segmentari. Opzioni terapeutiche La lombalgia è trattata con analgesici e infiltrazione di farmaci che contrastano il dolore • Fisioterapia per rafforzare la muscolatura posteriore, etc. • Sintomi neurologici come la paraplegia o la paralisi vescicale richiedono una decompressione chirurgica (foraminotomia, laminectomia, emilaminectomia, fusione). Patologie degenerative ▼ Spondilosi deformante – Modic III Diagnosi differenziale Sindesmofiti – Anamnesi. – Con patologie infiammatorie progressive (specialmente spondilite anchilosante). – La crescita è verticale e, di solito, sottile. Parasindesmofiti – Si riscontrano nei disordini infiammatori come la psoriasi e la sindrome di Reiter. – Sono tipicamente asimmetrici, più spessi rispetto ai sindesmofiti e si estendono in un arco esterno alla vertebra. Collasso vertebrale con – Struttura ossea osteopenica. dislocazione del margine – Vertebra di pesce o a cuneo. anteriore o posteriore Calcificazioni dei legamenti – OPLL (legamento longitudinale posteriore ossificato). – DISH (iperostosi scheletrica idiopatica diffusa). – Rare. Riferimenti bibliografici principali Bohndorf K, Imhof H. Radiologische Diagnostik der Knochen und Gelenke, 2nd ed. Stuttgart: Thieme 2006 Dihlmann W. Joints and vertebral connections. Stuttgart: Thieme 1985 Möller T, Reif E. CT und MRT Normalbefunde. Stuttgart: Thieme 1998 Resnick, D, Niwayama G (eds.). Diagnosis of Bone and Joint disorders, 3rd ed. Philadelphia: Saunders 1995 Vahlensieck M, Reiser M. MRT des Bewegungsapparates, 3rd ed. Stuttgart: Thieme 2006 13 Patologie degenerative Ernia discale Definizione (Società americana di Neuroradiologia) Bulging: > del 50% della circonferenza discale (non è un’ernia). Ernia: estroflessione del materiale discale al di fuori dei margini dello spazio intervertebrale (< 50% della circonferenza discale). – Protrusione: ampia comunicazione tra l’ernia e il disco (“ad ampia base” = 25-50%, “focale” = < 25%). – Estrusione: sottile comunicazione (a clessidra) tra il disco e l’ernia. – Sequestro: materiale discale erniato separato dal disco centrale. Può migrare cranialmente o caudalmente. Attenzione: il termine “prolasso” non dovrebbe più essere utilizzato in quanto non esprime il concetto in modo coerentemente definito. Localizzazione dell’ernia: Centrale • Centrale omolaterale • Sottoarticolare • Foraminale • Extraforaminale (nelle immagini assiali). A livello discale • Infrapeduncolare • Peduncolare • Sovrapeduncolare (nelle proiezioni laterali). Nucleo polposo: Materiale gelatinoso con elevato contenuto di acqua localizzato nella porzione centrale del disco intervertebrale. Anulus fibroso: Composto principalmente da materiale fibrocartilagineo che consiste in fibre collagene disposte in modo concentrico. Il sovrautilizzo cronico e lo stress anomalo determinano l’usura del disco con conseguente alterazione dell’apporto di nutrienti al disco stesso (perdita di acqua e proteoglicani). Questo, a sua volta, conduce ad una perdita dell’integrità (fissurazioni concentriche o trasversali delle fibre dell’anello fibroso) e della funzione del tessuto ed, infine, alla deformazione discale • Aumentato rischio di bulging o ernia. Aspetti radiologici ▼ ▼ ▼ Indagini di scelta RM. Aspetti caratteristici in radiologia convenzionale Riduzione d’altezza dello spazio intervertebrale. Aspetti caratteristici in TC Bulging circoscritto di materiale discale (isodenso rispetto ai tessuti molli) • Materiale discale nel recesso laterale (disloca il tessuto adiposo) • Ricostruzione sagittale (TC multislice) • Fenomeni ex vacuo. Aspetti caratteristici in RM Deformazione discale circoscritta che si estende oltre il legamento longitudinale posteriore • Dislocazione di parti del nucleo polposo all’interno del disco (iperintesità in T2) • Margine discale (in assiale e in sagittale) • Rapporti con il sacco durale (dislocazione, deformazione, mielopatia), stenosi del canale midollare • Rapporti con le radici nervose (tessuto adiposo perineurale, con- 14 Protrusione Estruzione Sovrapeduncolare Canale spinale Sottoarticolare Peduncolare Patologie degenerative Ernia discale Sottopeduncolare Discale Mediana (centrale) Foraminale Extraforaminale Sovrapeduncolare Peduncolare Infrapeduncolare Discale Fig. 12 a-d Ernia discale. Bulging asimmetrico (a), protrusione ed estrusione (b), posizione anatomica delle ernie discali sul piano assiale (c) e sagittale (d). Fig. 13 RM di D12 (T2, assiale). Marcata disidratazione del disco nel tratto di passaggio toraco-lombare con protrusione discale intralegamentosa ad ampia base nella regione laterale (< 50% della circonferenza). tatto, dislocazione) • Neuropatia = ispessimento della radice nervosa e alterazione di segnale • Stenosi foraminale • Fenomeni ex vacuo (Ipointensità in T1 e in T2). 15 ▼ Aspetti clinici ▼ Patologie degenerative Ernia discale Presentazione tipica Solitamente asintomatica • Dolore dorsale non discogenico, aspecifico • Normalmente il dolore si riscontra a livello del disco e l’intensità del dolore aumenta con la tosse e con la pressione • Caratteristici deficit motori e sensitivi. Opzioni terapeutiche Dolore dorsale acuto: Analgesia • Fisioterapia, esercizi specifici per la colonna • Correzione della postura • Rinforzo della muscolatura locale • La chirurgia è indicata solo dopo molti tentativi infruttuosi di terapia conservativa (eccetto in presenza di deficit neurologici distali, paralisi vescicale o rettale). Diagnosi differenziale Bulging discale – > 50% della circonferenza vertebrale = bulging discale e non ernia. Stenosi spinale non discogenica o stenosi neurale foraminale – Osteofiti. – Degenerazione delle faccette articolari con marcata proliferazione osteofitaria e ipertrofia dei legamenti gialli. Discite – Iperintensità di segnale dell’intero disco nelle immagini T2-pesate. – Edema midollare associato. – Componente molle associata. – Incremento dei marcatori di flogosi (non costantemente). Riferimenti bibliografici principali Bohndorf K, Imhof H. Radiologische Diagnostik der Knochen und Gelenke, 2nd ed. Stuttgart: Thieme 2006 Greenspan A. Orthopedic Radiology, A Practical Approach. 3rd ed. Philadelphia: Lippincott Williams and Wilkins 2000 Luoma K: Low back pain in relation to lumbar disc degeneration. Spine 2000; 25: 487492 Milette PC. Differentiating lumbar disc protrusione, disc bulges, and discs with normal contour but abnormal signal intensity. Magnetic resonance imaging with discographic correlations. Spine 1999; 24: 44-53 Moulopoulos LA. MR prediction of benign and malignant vertebral compression fractures. J Magn Reson Imaging 1996; 6: 667-674 Pardon DF, Milette PC. Nomenclature and Classification of Lumbar Disc Pathology. Spine 2001; 26: E93-113 Vahlensieck M, Reiser M. MRT des Bewegungsapparates, 3rd ed. Stuttgart: Thieme 2006 16 ▼ ▼ Definizione Epidemiologia È più spesso interessato il disco L5-S1 • Nota: Più del 50% dei pazienti al di sopra di 50 anni possono avere protrusioni discali asintomatiche ed estrusioni che spesso si risolvono entro 9-12 mesi (“invecchiamento fisiologico” del disco). Eziologia, fisiopatologia, patogenesi Rottura dell’anulus fibroso con bulging transligamentoso circoscritto del materiale discale (principalmente parti del nucleo polposo, iperintense nelle immagini pesate in T1). Estrusione: Il materiale discale è dislocato soprattutto posteriormente • Il diametro maggiore del materiale discale dislocato è più grande rispetto al suo diametro misurato alla base, attraverso cui esce nello spazio intervertebrale, creando, così, un “colletto” di materiale dislocato. Sequestro: Perdita della continuità del disco con dislocazione di parti del nucleo polposo che migrano attraverso il legamento e spingono contro la dura o entro il legamento lungo il margine posteriore della vertebra • Il tessuto migrato non ha connessioni con il disco originario • Separazione del materiale discale. Patologie degenerative Bulging, protrusione, estrusione, sequestro ▼ ▼ ▼ ▼ Aspetti radiologici Indagini di scelta – RM (sagittale e assiale). – TC (nei casi in cui la RM non sia disponibile o controindicata). Aspetti caratteristici in radiologia convenzionale Non specifici (riduzione dell’altezza degli spazi intersomatici) • Calcificazione discale (nel 65% dei casi) • Fenomeni ex vacuo. Aspetti caratteristici in TC Bulging di materiale discale (isodenso rispetto ai tessuti molli) • Il materiale discale localizzato nel recesso laterale (che disloca il tessuto adiposo) o lungo il margine vertebrale posteriore, è suggestivo per sequestro (ricostruzione sagittale con TC multidetettore) • Calcificazione • Fenomeni ex vacuo. Aspetti caratteristici in RM Posizione rispetto al legamento longitudinale posteriore • Discontinuità del disco • Bulging sottoligamentoso o transligamentoso del materiale discale (isointenso rispetto ai tessuti molli) • Posizione rispetto al sacco durale (dislocazione, deformazione, mielopatia), stenosi del canale midollare • Posizione rispetto alle radici nervose (contatto o dislocazione del tessuto adiposo perineurale; la neuropatia si presenta come ispessimento ed alterazione di segnale della radice nervosa) • Stenosi foraminale • Materiale discale separato all’interno della colonna (sequestro) • Contrast enhancement marginale • Fenomeni di vacuum concomitanti rappresentano una prova di manifestazioni degenerative. 17 Patologie degenerative Bulging, protrusione, estrusione, sequestro Fig. 14 Diagramma schematico (assiale). Protrusione ad ampia base del materiale discale. La parte più esterna dell’anulus fibroso è fissurata così da consentire al nucleo polposo di protrudere. Intrappolamento del sacco durale con dislocazione delle fibre della cauda equina (protrusione). Fig. 15 RM della regione lombosacrale (T2, sagittale). Ernia discale posteriore transligamentosa con un colletto di tessuto discale dislocato (estrusione a livello del disco). 18 Fig. 16 RM del rachide lombare (T2, sagittale). Materiale discale dislocato cranialmente (sequestro). Patologie degenerative Bulging, protrusione, estrusione, sequestro Fig. 17 RM del rachide lombare (T1, assiale). Ernia discale transligamentosa destra circoscritta ad ampia base a livello di L5 con parte del nucleo polposo dislocato e a contatto con il sacco durale (protrusione discale). 19 Patologie degenerative Bulging, protrusione, estrusione, sequestro Fig. 18 RM di L3 (T2, assiale). Sequestro posteriore a partenza da L3. Attenzione: Può verificarsi una perdita di segnale del CSF nel tratto adiacente ad una stenosi spinale, Questo vuoto di segnale dovuto al flusso turbolento può mimare un sequestro • I reperti RM dovrebbero essere correlati ai rilievi clinici. ▼ ▼ Aspetti clinici 20 Presentazione tipica Low back pain • Dolore radicolare • Attenzione: in presenza di deficit motori, paralisi vescicale e paralisi rettale dovrebbe essere consultato un neurochirurgo o un neurologo circa l’opportunità di una terapia chirurgica. Opzioni terapeutiche Queste dipendono dalla sede del materiale discale estruso (localizzazione mediana, medio-laterale, foraminale o extraforaminale) • Nella maggior parte dei casi (90%) i sintomi scompaiono entro 4-8 settimane • Come la protrusione, l’estrusione discale nei pazienti di età superiore a 50 anni è per lo più asintomatica (riflettendo il fisiologico invecchiamento del disco) • I reperti di imaging dovrebbero essere correlati con i rilievi clinici. Sequestro: Dipende dagli aspetti clinici; il sequestro può risolversi spontaneamente • Dolore dorsale acuto: Analgesia, FANS, corticosteroidi • Riposo a letto (controverso) • Terapia fisica, esercizi specifici per la colonna • Correzione della postura • Rinforzo della muscolatura locale • Il dolore resistente a terapia conservativa e/o deficit neurologici è trattato mediante discectomia, chemonucleolisi o laminectomia. Diagnosi differenziale Stenosi spinale non discogenica o stenosi foraminale – Osteofiti. – Degenerazione delle faccette articolari con marcata proliferazione osteofitaria e ipertrofia dei legamenti gialli. Fibrosi epidurale – Post-operatoria. – Enhancement omogeneo. Schwannoma Patologie degenerative Bulging, protrusione, estrusione, sequestro Riferimenti bibliografici principali Bohndorf K, Imhof H. Radiologische Diagnostik der Knochen und Gelenke, 2nd ed. Stuttgart: Thieme 2006 Greenspan A. Orthopedic Radiology. A Practical Approach. 3rd ed. Philadelphia: Lippincott Williams and Wilkins 2000 Möller, Reif. CT- und MRT-Normalbefunde. Stuttgart: Thieme 1998. Pardon DF, Milette PC. Nomenclature and classification of lumbar disc pathology. Spine 2001: 26: E93-113 Vahlensieck M, Reiser M. MRT des Bewegungsapparates, 3rd ed. Stuttgart: Thieme 2006 Yasuma T. The histology of lumbar intervertebral disc herniation. The significance of small blood vessels in the extruded tissue. Spine 1993; 18: 1761-1765 Zollner J. Radiological assessment of loss of disk height in acute and chronic degenerative lumbar disk changes. Röfo 2001: 173: 187-190 21 ▼ Definizione ▼ Patologie degenerative Calcificazione discale e vacuum phenomenon Epidemiologia La dislocazione discale si riscontra nel 5-6% delle persone di età superiore a 50 anni • Le calcificazioni discali sono più comuni nel rachide dorsale. Nei bambini, esse possono verificarsi nel rachide cervicale (più probabilmente per una condizione post-traumatica). Eziologia, fisiopatologia, patogenesi La degenerazione discale ha come risultato il rilascio di gas (azoto) da parte del materiale discale (vacuum phenomenon) • Il vacuum phenomenon è patognomonico di degenerazione discale e si riscontra nel rachide cervicale e nel rachide lombare • La degenerazione discale può anche esitare in depositi di calcio (idrossiapatite, calcio pirofosfato), di solito nell’anulus fibroso, raramente nel nucleo polposo. ▼ ▼ ▼ ▼ Aspetti radiologici Indagini di scelta Radiologia convenzionale o TC. Aspetti caratteristici in radiologia convenzionale Proiezioni A-P e laterale • Il vacuum phenomenon appare come una immagine aerea per lo più limitata al disco • La calcificazione discale si presenta a forma di sperone o come una calcificazione omogeneamente densa all’interno del disco (riguarda, di solito, l’anello fibroso). Reperti TC Sono gli stessi rilevati in radiologia convenzionale. Aspetti caratteristici in RM Il gas è ipointenso sia nelle sequenze pesate in T1 che in quelle pesate in T2 • Le calcificazioni sono tipicamente ipointense sia in T1 che in T2. ▼ ▼ Aspetti clinici 22 Presentazione tipica Vedi pag. 1 • Di solito asintomatica. Opzioni terapeutiche Vedi pag. 3. b Patologie degenerative Calcificazione discale e vacuum phenomenon Fig. 19 a, b Radiografia convenzionale del rachide lombare in proiezione laterale. Riduzione dell’altezza dei dischi compresi tra L2 ed S1 che presentano fenomeni ex vacuo. Altri reperti includono la sclerosi subcondrale (Modic III) e la pseudospondilolistesi L4-L5 (grado I sec. Meyerding) con osteofiti. Osteofiti posteriori a livello L2-L3. Diagnosi differenziale Calcificazione discale – Disordini metabolici (malattia cronica da deposizione di cristalli di calcio pirofosfato, idrossiapatite, gotta, diabete, iperparatiroidismo, etc.). – Post-traumatica. Vacuum Phenomenon – Attenzione: può esserci la sovrapposizione dell’intestino. Riferimenti bibliografici principali Bullough PC, Boachie Adjei O. Atlas of Spinal Diseases. Philadelphia: JB Lippincott 1998 23 Patologie degenerative Calcificazione discale e vacuum phenomenon Fig. 20 Radiografia convenzionale del rachide lombare (campione anatomico) in proiezione laterale. Ridotta altezza del disco L3-L4. Sono presenti evidenti calcificazioni discali a livello L2-L3 ed L4-L5. Pseudospondilolistesi L3-L4. Fig. 21 Radiografia convenzionale di L1-L2 in proiezione laterale (dettaglio). Calcificazione discale. Noduli di Schmorl della limitante somatica superiore di L2. 24 ▼ ▼ Definizione (spondiloartrosi, osteoartrosi delle faccette articolari) Epidemiologia Si riscontra nello sviluppo della patologia degenerativa spinale con l’avanzare dell’età (quasi costantemente presente nelle persone di età superiore a 60 anni). Eziologia, fisiopatologia, patogenesi Degenerazione delle faccette articolari, osteoartrosi delle faccette articolari • Nello sviluppo della patologia degenerativa spinale, la ridotta altezza discale, il conseguente spostamento rispetto all’asse e la degenerazione discale portano ad una pseudospondilolistesi ed a stress anomali che, a loro volta, sono causa di fenomeni degenerativi a carico delle faccette articolari • La scoliosi e l’asimmetria influenzano e sono, a loro volta, influenzati dalla degenerazione delle faccette articolari. Patologie degenerative Degenerazione delle faccette articolari ▼ ▼ ▼ ▼ Aspetti radiologici Indagini di scelta Radiografie convenzionali in proiezioni A-P, laterale ed oblique • La RM o la TC sono indicate nei casi in cui siano presenti sintomi radicolari. Aspetti caratteristici in radiologia convenzionale Si riIevano i tipici segni di osteoartrosi di un’articolazione sinoviale con riduzione dello spazio articolare, osteofiti marginali, sclerosi subcondrale e cisti, deformazione e cisti sinoviali • Lo studio dinamico rileva vertebre funzionalmente fuse con incremento della mobilità nei segmenti adiacenti. Aspetti caratteristici in TC Si riIevano i tipici segni di osteoartrosi di un’articolazione sinoviale con riduzione dello spazio articolare, occasionale fenomeno ex vacuo, osteofiti marginali, sclerosi subcondrale, cisti subcondrali e deformazione. Aspetti caratteristici in RM Si riIevano i tipici segni di osteoartrosi di un’articolazione sinoviale con riduzione dello spazio articolare, danno cartilagineo, osteofiti marginali, sclerosi subcondrale e, occasionalmente, versamento (o cisti sinoviali), cisti subcondrali e deformazione • Recesso laterale > 4-5 mm. ▼ ▼ Aspetti clinici Presentazione tipica Dolore e sintomi segmentari dove c’è costrizione dei forami neurali (vedi Prolasso) • Progressiva, come nell’osteoartrosi. Opzioni terapeutiche La lombalgia è trattata con analgesici e, dove indicato, infiltrazione di farmaci antidolorifici • Terapia fisica • I sintomi radicolari possono richiedere una foraminotomia, distanziatori posteriori o fusione spinale. 25 Patologie degenerative Degenerazione delle faccette articolari 26 Fig. 22 Radiografia convenzionale in proiezione obliqua del rachide lombare. Evidente spondiloartrosi con riduzione degli spazi articolari, sclerosi subcondrale ed osteofitosi marginale. Patologie degenerative Degenerazione delle faccette articolari Fig. 23 a, b Radiografie convenzionali in proiezione A-P e laterale del rachide cervicale. Sclerosi e ipertrofia delle faccette articolari con riduzione dello spazio articolare. 27 Patologie degenerative Degenerazione delle faccette articolari Fig. 24 Radiografia convenzionale in proiezione obliqua del rachide cervicale. Evidente stenosi foraminale C3-C4 in un quadro di spondiloartrosi. Fig. 25 TC di L3 (assiale, finestra per osso). Marcata irregolarità delle faccette articolari con sclerosi subcondrale, riduzione dello spazio articolare ed osteofiti marginali coerenti con un quadro di spondiloartrosi. 28 Patologie degenerative Degenerazione delle faccette articolari Fig. 26 a-c RM del rachide lombare (dettaglio a; assiale b; sagittale c; T2). Versamento, sclerosi subcondrale, osteofiti e deformazione. Diagnosi differenziale Infiammazione – Anamnesi. – Erosione. – Altre modificazioni tipiche dell’infezione o dell’infiammazione. – Possibile sinovite. Fratture – La TC riesce a valutarle meglio. – Anamnesi. Riferimenti bibliografici principali Bohndorf K, Imhof H. Radiologische Diagnostik der Knochen und Gelenke, 2nd ed. Stuttgart: Thieme 2006 Resnick, D, Niwayama G (eds.). Diagnosis of Bone and Joint Disorders. 3rd ed. Philadelphia: Saunders 1995 Tournade A, Patay Z, Krupa P, Tajahmady T, Millon S, Braun M. A comparative study of the anatomical, radiological and therapeutic features of the lumbar facet joints. Neuroradiology 1992; 34:257 Vahlensieck M, Reiser M. MRT des Bewegungsapparates, 3rd ed. Stuttgart: Thieme 2006 29 ▼ Definizione ▼ Patologie degenerative Osteoartrosi uncovertrebrale Epidemiologia Si riscontra nella patologia degenerativa spinale con l’avanzare dell’età. Eziologia, fisiopatologia, patogenesi Proliferazione osteofitaria lungo i margini postero-laterali degli spazi intervertebrali del rachide cervicale • “Spondilosi” uncovertebrale • Post-traumatica • Di solito non è presente materiale discale lungo i margini degli spazi intervertebrali del rachide cervicale • La riduzione dell’altezza discale porta ad una irritazione locale con fenomeni compressivi e di trazione • Questi processi stimolano un rimodellamento osseo • Conseguenti modificazioni osteoartrosiche anche influenzate da scoliosi e asimmetrie. ▼ ▼ ▼ ▼ Aspetti radiologici Indagini di scelta Radiografie convenzionali in proiezione A-P, laterale ed obliqua. La TC e/o la RM sono indicate nei casi in cui siano presenti sintomi radicolari. Aspetti caratteristici in radiologia convenzionale Nel rachide cervicale, i margini vertebrali postero-laterali appaiono irregolari con proliferazione osteofitaria e riduzione degli spazi articolari • Sclerosi subcondrale • Deformazione. Aspetti caratteristici in TC Segni di osteoartrosi in una pseudoartrosi con riduzione dello spazio articolare • Osteofiti marginali • Deformazione. Aspetti caratteristici in RM Modificazioni degenerative in una pseudoartrosi con osteofiti marginali • Riduzione dello spazio articolare • Modificazioni del midollo osseo • Edema • Degenerazione adiposa • Sclerosi • Deformazione. Aspetti clinici Presentazione tipica Dolore specialmente nei movimenti di rotazione • Riduzione di calibro dei forami di coniugazione che può produrre sintomi segmentari. Opzioni terapeutiche Nella sindrome dolorosa cervicale può essere indicata la somministrazione di analgesici, corticosteroidi e/o infiltrazione di farmaci antidolorifici • Terapia fisica • Terapia manuale • La chirurgia (foraminotomia) può essere indicata per il trattamento di sintomi radicolari. Diagnosi differenziale Deformità vertebrale congenita. Riferimenti bibliografici principali Bohndorf K, Imhof H. Radiologische Diagnostik der Knochen und Gelenke, 2nd ed. Stuttgart: Thieme 2006 Dihlmann W. Joints and Vertebral Connections. Stuttgart: Thieme 1985 30 Fig. 27 Radiografia convenzionale in proiezione A-P. Si visualizzano le articolazioni uncovertebrali (è presente qualche vertebra ruotata dovuta ad un’anomala mobilità degenerativa). I margini appaiono irregolari con riduzione dello spazio articolare ed incrementata sclerosi nel segmento superiore (freccia); l’articolazione uncovertebrale del segmento inferiore (freccia) appare normale. Fig. 28 Radiografia convenzionale in proiezione obliqua. Grossi osteofiti nella regione uncovertebrale in un quadro di “osteoartrosi articolare” uncovertebrale. Patologie degenerative Osteoartrosi uncovertrebrale Fig. 29 TC (ricostruzione coronale). Le “articolazioni” uncovertebrali appaiono ispessite ed irregolari con riduzione degli spazi articolari e sclerosi subcondrale. 31 ▼ Definizione ▼ Patologie degenerative Cisti sinoviale Epidemiologia Si riscontra nella degenerazione delle faccette articolari con l’avanzare dell’età • Tratto distale del rachide lombare • Più comune negli uomini rispetto alle donne • Picco d’età 40-60 anni. Eziologia, fisiopatologia, patogenesi Cisti sinoviale dell’articolazione interapofisaria nella osteoartrosi (irritazione sinoviale con versamento articolare). Assenza di sintomi • Cisti sinoviale degenerativa nello sviluppo della spondiloartrosi, irritazione sinoviale e sinovite. ▼ ▼ ▼ Aspetti radiologici Indagini di scelta RM: Sagittale, assiale (T2, STIR). Aspetti caratteristici in TC Difficile da rilevare a causa dello scarso contrasto rispetto ai tessuti molli • È visualizzata l’osteoartrosi delle faccette articolari, inoltre, l’enhancement sinoviale si evidenzia dopo somministrazione di mezzo di contrasto • Si mettono in evidenza calcificazioni e componenti emorragiche. Aspetti caratteristici in RM La cisti sinoviale (lesione epidurale postero-laterale) si riscontra accanto all’articolazione interapofisaria degenerata • L’intensità di segnale varia in relazione al contenuto, se ha un’intensità di segnale simile ai liquidi, se presenta un elevato contenuto proteico o se presenta un contenuto emorragico • La sinovia può essere ispessita; l’enhancement dopo somministrazione di m.d.c. è segno di sinovite. ▼ ▼ ▼ Aspetti clinici 32 Presentazione tipica La spondiloartrosi è spesso sintomatica • È presente lombalgia, così come sintomi segmentari in presenza di stenosi spinale o riduzione di calibro dei forami di coniugazione • Sintomi di malattia degenerativa spinale. Opzioni terapeutiche Per la lombalgia può essere indicata l’infiltrazione di farmaci antidolorifici • I sintomi radicolari richiedono un trattamento chirurgico (asportazione della cisti con laminectomia o emilaminectomia). Decorso e prognosi Tipico decorso dell’osteoartrosi • Buona percentuale di successo. Patologie degenerative Cisti sinoviale Fig. 30 a, b RM del rachide lombare (T1, STIR, sagittale). Cisti sinoviale isointensa rispetto al liquor, con evidente compressione del sacco durale. Diagnosi differenziale Cisti del canale radicolare – Comunica con lo spazio subaracnoideo ed ha la stessa intensità di segnale del CSF. – La radice decorre all’interno della cisti. Ernia discale – È in continuità con il disco e spesso è isointensa al disco stesso. – Raramente postero-laterale. – Non sempre identificabile. Riferimenti bibliografici principali Bohndorf K, Imhof H. Radiologische Diagnostik der Knochen und Gelenke, 2nd ed. Stuttgart: Thieme 2006 Vahlensieck M, Reiser M. MRT des Bewegungsapparates, 3rd ed. Stuttgart: Thieme 2006 33 Definizione L’ispessimento dei legamenti gialli oltre i 6 millimetri si riscontra nello sviluppo della patologia degenerativa spinale • Dovuta, spesso, ad insufficienza muscolare • Patologia degenerativa discale o patologia degenerativa spinale iniziale • Spostamento dall’asse fisiologico con conseguente carico eccessivo sui legamenti • La scoliosi e l’asimmetria influenzano anche questa patologia • Predilezione per il rachide lombare. Aspetti radiologici ▼ ▼ Patologie degenerative Ipertrofia dei legamenti gialli Indagini di scelta RM: T1, assiale. Aspetti caratteristici in RM Ispessimento dei legamenti gialli oltre i 6 mm. ▼ ▼ Aspetti clinici Presentazione tipica Asintomatica nella maggior parte dei casi, sebbene possa riscontrarsi una sintomatologia dolorosa • Nel caso di stenosi spinale ci possono anche essere sintomi segmentari (vedi anche Stenosi spinale, pag. 40). Opzioni terapeutiche Vedi anche Stenosi spinale, pag. 40. Diagnosi differenziale Ossificazione dei legamenti – Ossificazione dei legamenti gialli del tratto medio del rachide cervicale e del tratto toracico distale. – Rara. Riferimenti bibliografici principali Vahlensieck M, Reiser M. MRT des Bewegungsapparates, 3rd ed. Stuttgart: Thieme 2006 Fig. 31 RM del rachide lombare (T1, assiale). Stenosi spinale con marcato ispessimento dei legamenti gialli. 34 Definizione Pseudoartrosi interspinosa • Kissing spine (o “colonna che si bacia”) • Nello sviluppo della iperlordosi, si verifica la formazione di osso e cartilagine reattiva tra i processi spinosi • Questo, a sua volta, porta alla calcificazione dei legamenti interspinoso, sopraspinoso e, più raramente, alla calcificazione dei legamenti gialli • L’altezza dello spazio intervertebrale è, il più delle volte, ridotto • Nello stadio finale della malattia si riscontra un ispessimento dei processi spinosi • Si riscontra più frequentemente nel rachide lombare • In rari casi può anche essere affetta la colonna cervicale. Patologie degenerative Malattia di Baastrup ▼ ▼ ▼ Aspetti radiologici Indagini di scelta Radiologia convenzionale con valutazioni dinamiche supplementari. Aspetti caratteristici in radiologia convenzionale Sufficiente in quasi tutti i casi • Proiezioni A-P e laterale • Possono essere necessarie valutazioni dinamiche in flessione ed estensione per confermare la diagnosi • Anomalo contatto tra i processi spinosi adiacenti con incrementata sclerosi. Aspetti caratteristici in RM – Calcificazione dei legamenti (ipointensità di segnale sia in T1 che in T2) – Degenerazione cistica dei legamenti (iperintensa in T2). ▼ ▼ Aspetti clinici Presentazione tipica Pazienti di media età ed anziani che lamentano lombalgia cronica • I sintomi sono esacerbati dall’attività fisica e richiedono una prolungata sosta in posizione curva (flessione spinale) • Le aree interessate presentano una iperestesia alla palpazione e risultano dolenti alla palpazione • Molto raramente, il fastidio può anche interessare gli arti inferiori. Opzioni terapeutiche Terapia fisica con rafforzamento dei muscoli ed esercizi che rilassano la muscolatura • Ipertermia • Ergoterapia • I sintomi acuti possono richiedere una breve cura di analgesici o di infiltrazioni locali di farmaci antidolorifici. 35 Patologie degenerative Malattia di Baastrup Fig. 32 a, b Malattia di Baastrup. Radiografia convenzionale di L2-L4 (dettaglio, A-P e laterale). Ispessimento dei processi spinosi con kissing spine. Diagnosi differenziale Scoliosi – Importante deviazione dall’asse principale. – Picco di età dalla nascita ai 20 anni. Trauma – La frattura dei processi spinosi è estremamente rara. – Ponti ossei nella sede della frattura. – Ossificazione dei tessuti molli circostanti. – Spesso accompagnato da patologia degenerativa discale ed osteoartrosi nelle articolazioni adiacenti. Ernia discale – Deficit sensoriali o perdita di forza negli arti. Malattia da deposizione – La sclerosi è presente soltanto nei legamenti di cristalli di calcio gialli; i legamenti interspinosi non sono pirofosfato (CPPD) coinvolti. Riferimenti bibliografici principali Josenhans G. Kreuzschmerzen bei Dornfortsatzveränderungen: Eine Studie zur Baastrupschen Krankheit. Z Rheumaforsch 1954; 13: 361 Resnick D. Degenerative diseases of the vertebral column. Radiology 1985; 156: 3 36 ▼ ▼ Definizione Epidemiologia L4 o L5 sono coinvolti nel 90% dei casi • La spondilolistesi è di solito diagnosticata durante l’infanzia o l’adolescenza • La pseudospondilolistesi si riscontra, comunemente, dopo i 40 anni • Fattori che predispongono alla spondilolistesi includono la sindrome di Marfan, l’osteoporosi, l’osteogenesi imperfetta, fattori ereditari ed alcuni sport come il wrestling, il sollevamento pesi ed il calcio. Eziologia, fisiopatologia, patogenesi Slittamento vertebrale “reale o apparente” • Spondilolistesi. – Spondilolistesi: Sublussazione anteriore di una vertebra con un difetto del peduncolo o della pars interarticularis. Ciò si verifica nello sviluppo della spondilolisi o della displasia della pars interarticularis (il processo spinoso si trova in posizione normale mentre il corpo vertebrale è dislocato anteriormente). – Pseudospondilolistesi: Sublussazione anteriore di una vertebra con interruzione della continuità posteriore della colonna (ad es. l’intera vertebra è dislocata anteriormente). Le cause includono modificazioni degenerative discali e/o delle faccette articolari. La classificazione di Meyerding presenta una suddivisione in quattro gradi: 14 (dislocazione < 25%, < 50%, < 75% e 100%). Patologie degenerative Spondilolistesi e pseudospondilolistesi ▼ ▼ ▼ ▼ Aspetti radiologici Indagini di scelta Le radiografie convenzionali in proiezione obliqua e nelle proiezioni dinamiche in massima flessione e massima estensione sono sufficienti per fare diagnosi nella maggior parte dei casi • La TC o la RM possono trovare indicazione nei casi in cui siano presenti sintomi clinici importanti (stenosi spinale). Aspetti caratteristici in radiologia convenzionale Dislocazione anteriore di una vertebra rispetto alla vertebra adiacente più caudale • Nella spondilolisi, un tipico “collare” può essere osservato nella immagine del “cagnolino” visibile nelle proiezioni oblique. Proiezioni dinamiche: Valutazione della stabilità (grado della massima dislocazione anteriore e laterale), in flessione, estensione e piegamenti laterali. Aspetti caratteristici in TC – Si utilizza per eseguire valutazioni dettagliate della spondilolisi, può essere ben visualizzata come un anello incompleto che segue una frattura o come una stenosi del canale spinale. – Valutazione di modificazioni degenerative responsabili di una pseudospondilolistesi. Aspetti caratteristici in RM Nella spondilolistesi sia le immagini pesate in T1 che quelle pesate in T2 37 Patologie degenerative Spondilolistesi e pseudospondilolistesi Fig. 33 a, b Proiezione laterale del rachide lombare. Spondilolistesi con difetto (a), Pseudospondilolistesi senza difetto (b). Fig. 34 a, b Radiografia convenzionale in proiezione laterale (a) ed RM (T1, sagittale; b). Spondilolistesi L5-S1 con spostamento anteriore, spondilolisi dell’arco vertebrale di L5. 38 mostrano una ridotta intensità di segnale nella pars interarticularis • Nella pseudospondilolistesi i reperti includono modificazioni degenerative (ridotta altezza discale, ipointensità discale, degenerazione di Modic ed osteoartrosi delle faccette articolari). Spondilolisi precoce: L’arco vertebrale presenta edema ed interruzioni lineari. Spondilolistesi: Soltanto il corpo vertebrale è dislocato anteriormente (il processo spinoso permane nella sua normale posizione). Pseudospondilolistesi: L’intera vertebra si disloca anteriormente (incluso il processo spinoso) • Il canale midollare e/o i forami di coniugazione possono essere ridotti di calibro (stenosi midollare) • Perdita del tessuto adiposo perineurale disposto attorno alla radice nervosa. Patologie degenerative Spondilolistesi e pseudospondilolistesi ▼ ▼ Aspetti clinici Presentazione tipica Spesso, nei pazienti più giovani, non è presente alcun sintomo • Dolore dorsale cronico che si esacerba con la fatica • La spondilolistesi di grado più avanzato è spesso anche associata a sintomi radicolari, anomalie nell’andatura, parestesie o segni di stenosi spinale con disfunzioni rettali o vescicali. Opzioni terapeutiche Gradi 1 e 2: Terapia conservativa con corsetto, limitazione dell’attività fisica e terapia fisica. Gradi 3 e 4: (anche in ogni forma sintomatica): Fusione postero-laterale o immobilizzazione con gesso o con tutore • Possono essere somministrati farmaci analgesici per brevi periodi di tempo, quando sono presenti sintomi acuti. Diagnosi differenziale Faccettectomia parziale – Possono mimare una spondilolisi. o colletto sclerotico della pars interarticularis Trauma con frattura Dopo laminectomia Spondilite Riferimenti bibliografici principali Coughlin WF, McMurdo SK. CT diagnosis of spodylolysis of the axis vertebra. AJR 1989; 153:195 LeeJ H, Ehara S, Tamakawa Yet al. Spondylolysis of the upper lumbar spine: Radiological features. Clin Imag 1999; 23: 389 Shipley JA, Beukes CA. The nature of the spondylolytic defect: Demonstration of a communicating synovial pseudarthrosis in the pars interarticularis. J Bone and Joint Surg Br 1998; 80: 662 39 Patologie degenerative Stenosi degenerativa spinale Definizione Riduzione di calibro del canale midollare dovuta a numerose modificazioni che interessano ciascun lato e che si consolidano a vicenda nello sviluppo della patologia degenerativa spinale • La stenosi spinale deriva da molteplici componenti della patologia degenerativa spinale: – Spondilosi deformante. – Dislocazione discale. – Osteoartrosi della faccette articolari. – Cisti sinoviali. – Osteoartrosi uncovertebrale. – Ispessimento dei legamenti gialli. – Conseguente anomala mobilità della colonna vertebrale affetta da pseudospondilolistesi degenerativa, la quale rappresenta, essa stessa, un fattore che contribuisce a determinare la suddetta patologia. ▼ ▼ ▼ ▼ Aspetti radiologici 40 Indagini di scelta – Radiologia convenzionale: immagini in proiezione A-P, laterale e dinamiche in massima flessione e massima estensione. – TC: assiale e coronale • Stenosi ossea. – RM: T1 e T2, coronale e assiale - Strutture nervose. Aspetti caratteristici in radiologia convenzionale Una radiografia iniziale fornirà una panoramica delle deformità assiali, sulla severità e sulla distribuzione generale della patologia. Immagini dinamiche ottenute con paziente in ortostatismo (o seduto). Altre immagini dinamiche (in flessione, in estensione e nei piegamenti laterali) per quantificare il grado di instabilità degenerativa. Esclusione di altre patologie importanti. Le immagini dinamiche sono ottenute in massima flessione, massima estensione e/o nel massimo piegamento laterale. Normalmente, le singole vertebre, in flessione, si giustappongono le une sulle altre come le tegole di un tetto, mentre, in estensione, gli spazi intersomatici mostrano un ampliamento anteriore uniforme. Si cercano tutti i blocchi segmentari, il movimento nella direzione opposta o la dislocazione vertebrale. Il movimento deve progredire costantemente in modo uniforme, con una angolazione che deve essere continuamente crescente progredendo da C2 a C7. Aspetti caratteristici in TC Dimostra l’ampiezza del canale midollare e l’ampiezza dei forami di coniugazione. Aspetti caratteristici in RM Questa tecnica consente la migliore valutazione della situazione generale con un elevato contrasto dei tessuti molli ed una buona visualizzazione delle strutture neurali in caso di radicolopatia o mielopatia secondaria. Fig. 35 RM del rachide lombare (T2, sagittale). Stenosi multisegmentaria del canale midollare dovuta alla presenza di osteofiti posteriori. Patologie degenerative Stenosi degenerativa spinale Fig. 36 a, b RM del rachide toraco-lombare (a sagittale b assiale; T2). Stenosi multisegmentaria con maggiore gravità a livello L2-L3, in cui è presente una protrusione discale mediana. Ipertrofia dei legamenti gialli. Decorso prolungato delle fibre della cauda equina. Degenerazione discale tipo Modic II con noduli di Schmorl. Può essere presente atrofia della muscolatura paravertebrale. Ampiezza del canale midollare: Distanza interpeduncolare < 16 mm (area grigia sopra questa). Diametro trasverso < 20-21 mm, L5 < 24 mm, recesso 41 Patologie degenerative Stenosi degenerativa spinale Fig. 37 TC del rachide cervicale (ricostruzione sagittale). Rettilineizzazione pronunciata con marcata cifosi paradossa compresa tra C5 e C7. Pseudospondilolistesi posteriore con stenosi spinale in presenza di patologia degenerativa discale di grado severo a livello C5-C7. laterale < 4-5 mm. È importante ottenere una valutazione semiquantitativa per comparare i reperti riscontrati con le sezioni non affette. La severità della spondilolistesi degenerativa è suddivisa secondo la classificazione di Meyerding. ▼ ▼ Aspetti clinici 42 Presentazione tipica Il range di sintomi è variabile e va dall’assenza completa di dolore al dolore severo (normalmente, dolore segmentarlo o pseudoradicolare). Possono essere presenti deficit sensitivi o deficit motori. Questi dipenderanno dal livello in cui si localizza la patologia; una sindrome della cauda provoca disfunzione rettale e vescicale ed un’anestesia “a sella”. Una simultanea riduzione di calibro dei forami di coniugazione provocherà anche dei sintomi segmentali (vedi Ernia). Sintomi clinici progressivi sono suggestivi di una patologia ossea primitiva. Opzioni terapeutiche Il trattamento è conservativo, sebbene sintomi neurologici possano richiedere una decompressione chirurgica (laminectomia, emilaminectomia, fusione). Sintomi discogenici, spesso, presentano una risoluzione spontanea, soprattutto nei pazienti più anziani. Patologie degenerative Stenosi degenerativa spinale Fig. 38 a-c Immagini radiografiche dinamiche del rachide cervicale in proiezione laterale. Rettilineizzazione con cifosi lieve a livello C4-C6 e patologia degenerativa discale di grado moderato. È assente la dislocazione anteriore con disposizione simile a quella delle tegole di un tetto in C5-C7, specialmente nella flessione. Le vertebre C5-C6 appaiono funzionalmente fuse. 43 Patologie degenerative Stenosi degenerativa spinale 44 Diagnosi differenziale Patologia infiammatoria – Panno sinoviale nelle patologie reumatiche. – Ascesso nell’infezione batterica. Patologie neoplastiche – Come l’ependimoma o i tumori ossei. Riferimenti bibliografici principali Bohndorf K, Imhof H. Radiologische Diagnostik der Knochen und Gelenke, 2nd ed. Stuttgart: Thieme 2006 Dihimann W. Joints and vertebral connections. Stuttgart: Thieme 1985 Greenspan A. Orthopedic Radiology. A Practical Approach. 3rd ed. Philadelphia: Lippincott Williams and Wilkins 2000 Möller T, Reif E. CT- und MRT-Normalbefunde. Stuttgart: Thieme 1998 Vahlensieck M, Reiser M. MRT des Bewegungsapparates, 3rd ed. Stuttgart: Thieme 2006 Definizione ▼ ▼ Epidemiologia È presente nel 6-12% della popolazione al di sopra dei 40 anni • Toracica: 100%, cervicale: 65-80%, lombare: 70-90% • Due volte più comune negli uomini rispetto alle donne. Eziologia, fisiopatologia, patogenesi Eziologia: non chiara; esiste, probabilmente, qualche legame con il diabete mellito, l’ipoglicemia e l’iperuricemia. Sinonimi: malattia di Forestier, iperostosi anchilosante • Ossificazione “fluente” del legamento longitudinale anteriore • L’altezza dello spazio intersomatico è normale • Le faccette articolari appaiono normali. Dà luogo ad una entesopatia ossificante periferica, con formazione di speroni ossei a margini ben definiti (“entesofiti” o whiskering), che può interessare la cresta iliaca, la tuberosità ischiatica ed il grande trocantere. Patologie degenerative Iperostosi scheletrica idiopatica diffusa ▼ ▼ ▼ ▼ ▼ Aspetti radiologici Indagini di scelta Radiologia convenzionale. Caratteristiche generali Calcificazione ed ossificazione ondulata lungo il profilo antero-laterale di almeno quattro corpi vertebrali contigui • Lievi modificazioni degenerative associate • Le articolazioni sacro-iliache e le articolazioni interapofisarie sono normali • I dischi intervertebrali non sono coinvolti. Aspetti caratteristici in radiologia convenzionale Rimodellamento osseo sul margine antero-laterale dei corpi vertebrali • Raramente si verifica in associazione all’ossificazione del legamento longitudinale posteriore (OPLL). Aspetti caratteristici in TC Spessa ossificazione localizzata anteriormente al corpo vertebrale. All’inizio vi è un tipico vuoto tra l’ossificazione ed i corpi vertebrali • L’ossificazione è più pronunciata sul versante destro rispetto al sinistro. Aspetti caratteristici in RM Midollo osseo presente nelle ossificazioni • Stenosi spinale con ossificazione del legamento longitudinale posteriore. ▼ ▼ Aspetti clinici Presentazione tipica Ridotta mobilità • Raramente difficoltà nella deglutizione • Di solito asintomatica. Opzioni terapeutiche Principalmente nessuna • Nei casi severi con sintomi clinici, chirurgia con rimozione delle calcificazioni. 45 Patologie degenerative Iperostosi scheletrica idiopatica diffusa Fig. 39 Radiografia convenzionale del rachide dorsale, in proiezione laterale. Iperostosi “fluente” lungo i margini vertebrali anteriori (= DISH tipica). Fig. 40 Tomografia convenzionale del rachide dorsale, in proiezione laterale. Iperostosi anteriore “fluente”; i dischi sono di normale altezza (= DISH tipica). Diagnosi differenziale Spondilosi – Formazione di osteofiti. – Raramente si estende su più segmenti. – Segni degenerativi addizionali. Spondilite anchilosante – Sono coinvolte le articolazioni sacro-iliache e le articolazioni interapofisarie. – Sindesmofiti (colonna “a canna di bamboo”). Riferimenti bibliografici principali Brossmann J, Czerny Chr, Freyschmidt J. Grenzen des Normalen und Anfänge des Pathologischen in der Radiologie des kindlichen und erwachsenen Skeletts. Stuttgart: Thieme 2001 Resnick D et al. Association of diffuse idiopathic skeletal hyperostosis (DISH). AJR 1978: 131: 1049-1053 46