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Tecniche di preparazione fisico-atletica
Tecniche di preparazione fisico-atletica Corso di Laurea Specialistica in Scienze e tecniche dello sport e gestione delle attività motorie e sportive A.A. 2010-2011 Università degli Studi di Pavia 1 Tecniche di preparazione fisico-atletica 22 Mezzi e metodi della preparazione fisica Parte 1 Docente: Carlo Zanetti Ph.D. 2 Profilo figura professionale Il preparatore fisico è la figura professionale, che si occupa dell'allenamento delle capacità condizionali e coordinative dell'individuo. È l'allenatore fisico negli sport di squadra e affianca l'allenatore. 3 Affiancare l'allenatore... Riscone di Brunico – luglio 2008 4 Diventare preparatore... Come arrivare al suo fianco? Solo fortuna e raccomandazioni... Secondo me, tanto impegno, sacrificio e Riscone di Brunico – luglio 2008 competenza... 5 Pecurialità Conosce e somministra la metodologia dell'allenamento. Conosce e applica sul campo le tecniche di riallenamento. Conosce le tecniche di prevenzione degli infortuni. 6 Sogno o son desto? Claudio Gaudino Preparatore atletico della Squadra Nazionale Italiana di calcio (FIFA World Cup 2006 e 2010) Campione del mondo 2006 Ha lavorato all’Inter e alla Juventus 7 La mia esperienza Fisioterapista Preparatore atletico FIGC: preparatore atletico di assistenti arbitri CAN A-B e CAN PRO DUEPP Ph.D in Scienze Fisiologiche 8 Aspetti pratici dell'allenamento Sperimenteremo sul campo la metodologia dell'allenamento: In particolare: Allenamento della resistenza Allenamento della velocità Allenamento della forza Interval training per la resistenza Repeated sprint ability per la velocità Traini per la forza Esercizi propedeutici per la prevenzione degli infortuni. 9 Programma dettagliato 10 Materiale didattico ed esame Ogni lezione verrà fornito agli studenti un documento pdf in modo da facilitare la preparazione per l'esame. I documenti forniti saranno argomento d'esame. A fine 2° semestre prova scritta a risposte multiple. 11 Grande sfida Sapere aggiornarsi Saper fare praticare Saper far fare insegnare Siete pronti ad accettarla? 12 Spero di sì... 13 Definizione di allenamento Insieme di esercitazioni che portano nel tempo ad adattamenti del corpo umano migliorandone le capacità condizionali e coordinative Carlo Zanetti 14 Aspetto aerobico dell'allenamento Consumo di ossigeno Velocità di soglia aerobica Velocità di soglia anaerobica Massimo consumo di ossigeno Velocità aerobica massimale (VAM) Conoscete questi termini? 15 Massimo consumo di ossigeno Il massimo consumo di ossigeno (VO2max) si ha quando in risposta a un aumento della richiesta energetica non si ha un aumento del consumo di ossigeno. Il massimo consumo di ossigeno dipende dalla gittata cardiaca massima e dalla massima differenza arterovenosa. 16 Massimo consumo di ossigeno Data una distanza e un determinato VO2max, la % del massimo consumo di O2 alla quale l'atleta riesce a correre la distanza è detta percentuale di utilizzo. Il VO2max viene espresso in ml/Kg/min e può servire al preparatore per “pesare” l'atleta. 17 Concentrazione di lattato e massimo consumo di O2 18 Si continua... La soglia aerobica (SAE) è il valore minimo dell'intervallo di velocità alla quale vi è costanza di valori di lattato nel sangue per alcune decine di minuti. Corrisponde a una concentrazione di lattato nel sangue di 2 mmol/l e alla velocità che un atleta ben allenato tiene sulla maratona. 19 La soglia anaerobica La soglia anaerobica (SAN) è il valore massimo dell'intervallo di velocità alla quale vi è costanza di valori di lattato nel sangue per alcune decine di minuti. Corrisponde a una concentrazione di lattato nel sangue di 4 mmol/l e alla velocità che un atleta ben allenato può tenere per alcune decine di minuti fino all'ora. 20 Concentrazione di lattato e massimo consumo di O2 Chi va forte… Chi va piano, va lontano… 21 La soglia anaerobica Poiché l'atleta riesce a mantenere la velocità della soglia anaerobica per alcune decine di minuti, se lo sforzo si prolunga oltre l'ora, deve ricercare un'altra velocità (più bassa) che gli consenta di mantenersi in equilibrio. 22 Lattato ed esercizio 23 Velocità aerobica massimale Si definisce VAM, la velocità minima di percorrenza alla quale si ha il massimo consumo di ossigeno. Teoricamente è il 20% superiore alla SAN. Ciò non è sempre vero, perché questa percentuale può variare da atleta ad atleta. 24 Tutto chiaro? I concetti presentati sono importanti per la comprensione della metodologia dell'allenamento. Ci vediamo tra 5 minuti. 25 Errori comuni Far coincidere la potenza aerobica (PAE) con la SAN. La potenza è una grandezza che esprime il lavoro nell'unità di tempo (L/t). Si può parlare di massima potenza aerobica e ciò avviene al massimo consumo di O2→ VAM. In pratica correndo alla VAM si è alla massima potenza aerobica erogabile dal soggetto. 26 Errori comuni Si può anche parlare della potenza erogata quando l'atleta ha la massima concentrazione stabile di lattato nel sangue (4 mmol/l) e allora sta correndo alla velocità di soglia anaerobica. Confondere la VAM con la SAN: la VAM è la velocità che si raggiunge al massimo consumo di O2. L'atleta può correre ancora più velocemente, ma il VO2 non aumenta: durante una corsa alla VAM il soggetto sprinta. 27 Concentrazione di lattato e massimo consumo di O2 28 Definizioni importanti La capacità aerobica (CAE) indica il tempo per il quale si riesce a mantenere il ritmo indicato dalla SAN. La CAE è espressa come un tempo che va dai 40 minuti all'ora. La resistenza aerobica è sinonimo di SAE. La capacità anaerobica (CAN) di un soggetto è espressa dal picco di concentrazione di lattato nel sangue dopo una gara di 800 metri. 29 Esempio pratico Se corro i 10000 m in 40' e ho una SAN di 15 Km/h, la mia CAE è di 40 minuti. Per migliorare posso: Aumentare il VO2 max Aumentare la SAN Aumentare la CAE In teoria, ma anche in pratica, lavorerò sui primi 2 parametri, + sulla SAN, cioè quella che gli allenatori chiamano impropriamente potenza aerobica. 30 Tecniche di preparazione fisico-atletica Aspetti principali della cinetica del lattato Docente: Carlo Zanetti Ph.D. 31 Acido lattico L'acido lattico è un composto chimico che svolge un ruolo rilevante in diversi processi biochimici. É un acido carbossilico e la sua formula chimica è C 3H 6O 3. Quando la sua concentrazione nel sangue aumenta oltre le 4 mmol/l cominciano a manifestarsi i segni della fatica. 32 Piruvato - Lattato 33 Acido lattico Concentrazione di lattato ematico [La]s inteso come indice di: Quantità (capacità) di lavoro svolto con tale meccanismo Qualità (potenza) del lavoro svolto rapportando la [La]s alla durata dello sforzo, cioè al tempo di lavoro necessario per arrivare a quella determinata concentrazione 34 Meccanismo anaerobico lattacido Potenza: ATP prodotto dal meccanismo riferito al tempo impiegato per produrlo. Capacità: la quantità di ATP prodotto dal meccanismo fino all'esaurimento del substrato (glucosio). Esempio della macchina: Potenza: velocità max raggiungibile (Km/h) Capacità: autonomia (in Km) 35 È economico? No, da una mole di glucosio si ottengono 3 moli di ATP. Per via aerobica da una mole di glucosio si ottengono 39 moli di ATP. Che cos'è una mole? Una mole è ... 36 Vi ricordate la chimica? Una mole di una sostanza è la quantità in grammi pari al peso molecolare della sostanza in questione. L'acido lattico pesa 90 u.m.a. Una mole di acido lattico pesa 90 g di questa sostanza (acido lattico). Così una mole di glucosio pesa 180 g di glucosio. 37 Equivalenze 2 mmol/l equivalgono a 18 mg/dl 4 mmol/l equivalgono a 36 mg/dl Il fattore di conversione è 9 Perché? Ricordatevi della definizione di mole di una sostanza e dell'u.m.a. Ne basta poco per accusare fatica... 38 Gobba del lattato È un fenomeno che si riscontra all'inizio di esercizi submassimali, che si protraggono per alcune decine di minuti: si nota un aumento temporaneo della produzione di lattato, che poi diminuisce gradualmente. Si verifica pochi minuti dopo l'inizio dell'esercizio (3-5 minuti) a causa dell'eterocronia dei sistemi energetici dell'organismo. In pratica l'organismo ha bisogno di qualche minuto per raggiungere la massima efficienza. 39 Gobba del lattato 40 Gobba del lattato Durante esercizi massimali che si protraggono per alcuni minuti, il fenomeno non si verifica, perché la produzione di lattato è molto alta e l'organismo non riesce a smaltirlo velocemente. Quindi non si vedrà graficamente la gobba, ma un aumento progressivo di lattato, caratterizzato da un accumulo sempre maggiore a livello ematico. Immaginatevi 3000 metri corsi a tutta... 41 Concentrazione di lattato e massimo consumo di O2 42 Gobba del lattato Durante prove lattacide di alcune decine di secondi, il fenomeno non si verifica, perché la produzione di lattato è massiva e l'organismo non riesce a smaltirlo velocemente. Alla fine dell'esercizio, il soggetto avrà concentrazioni molto alte di lattato ematico. Esempio: 800 m in 1'45” → concentrazione media di lattato ematico di circa 26 mmol/l. 43 Picco del lattato La concentrazione più alta di lattato ematico (post-esercizio) si riscontra dopo 3-5 minuti dalla fine dell'esercizio. Questo accade in maniera evidente dopo esercizi di tipo massimale ed esaustivo: una gara di 800 metri. 44 Cinetica del lattato ed esercizio Recupero passivo (linea rossa punteggiata) vs recupero attivo (linea bianca tratteggiata) 45 Emivita del lattato Variabili: Livello d’allenamento (se ↑ livello ↓ emivita lattato) Età del soggetto (se ↑ età ↑ emivita lattato) Attività post esercizio Se l’emivita del lattato è uguale a 30 minuti: Dopo 30 minuti la concentrazione di lattato diminuisce del 50% Dopo 60 minuti la concentrazione del lattato sarà del 25% rispetto alla quantità iniziale 46 Emivita del lattato Esempio sul campo: Calciatore che finisce la gara con una concentrazione ematica di lattato di 6 mmol/l. In quanto tempo ritornerà ai valori basali (≤1 mmol/l)? 3 mmol/l dopo 30 minuti; 1,5 mmol/l dopo 1 ora; 0,75 mmol/l dopo 1 ora e mezza. Dopo 1 ora e mezza avrà ampiamente smaltito il lattato accumulato. 47 Replezione dei substrati e smaltimento del lattato Replezione totale di: Durata Natura del recupero Ossigeno Da 10 a 15 secondi Passivo ATP – CP Da 3 a 5 minuti Passivo Glicogeno Da 36 a 48 ore Passivo o attivo (≤50% VAM) Trasformazione del lattato Da 1 ora a 1 ora e 30 minuti Passivo Da 12 a 20 minuti Attivo (50% VAM) Il recupero attivo migliora lo smaltimento del lattato: corsa defaticante post gara al 50% della VAM per almeno 12 minuti nei soggetti ben allenati, se non ben allenati si arriva a 20 minuti (si può prevedere attività sul cicloergometro, ma bisogna conoscere la VAM sul cicloergometro). 48 Tecniche di preparazione fisico-atletica Stima della VAM e del VO2 max tramite test dei 6 minuti Docente: Carlo Zanetti Ph.D. 49 Premessa importante Quanto si consuma correndo (corsa continua)? I grandi campioni consumano 0,9 Kcal per Kg di peso corporeo al Km. Normalmente si può usare l’approssimazione di Margaria che riporta 1 Kcal per Kg di peso al Km. Quindi il consumo calorico dipende principalmente dal peso del soggetto e dalla distanza percorsa. Questa formula è applicabile alla corsa continua fino a velocità di 6 m/sec (21,6 Km/h). 50 Premessa importante La formula generale per calcolare il consumo fino a velocità di 6 m/sec (21,6 Km/h) è: Consumo (Kcal)= peso del soggetto x Km percorsi Esempio: 70 (Kg) x 5 (Km) = 350 Kcal 51 Carburante e corsa La miscela di carburante impiegato durante la corsa continua dipende: Dalla velocità a cui si corre Dal grado di allenamento Dalla capacità di correre in condizioni di deplezione di glicogeno (crossover concept) CROSSOVER CONCEPT % ENERGIA LIPIDI FORNITA CARBOIDRATI TEMPOO 52 Carburante e corsa Normalmente nel caso di 20 Km di fondo lento, il corridore consuma una miscela composta di: 80% carboidrati 15% lipidi 5% proteine CROSSOVER CONCEPT % ENERGIA LIPIDI FORNITA CARBOIDRATI TEMPOO 53 Stima della Velocità Aerobica Massimale (VAM) e del VO2max Esistono test indiretti per la stima della VAM e del VO2max. Dopo riscaldamento adeguato, si può procedere in questo modo: Percorrere la distanza più lunga possibile di corsa per i soggetti non sedentari e camminando per i sedentari in 6 minuti. La distanza ottenuta si divide per 100 e si ottiene la VAM in Km/h (Veronique Billat). Se voglio ottenere la stima del VO2max in ml/Kg/min moltiplico la VAM per 3,5 (Carlo Zanetti). 54 Test dei 6 minuti di Veronique Billat Facile da somministrare. Economico, si ha bisogno di un percorso misurato e di un cronometro. Stima con buona approssimazione la VAM del soggetto. Richiede un certo impegno e motivazione per chi lo effettua. Richiede attenzione nel dosare lo sforzo. Essendo un test indiretto non può essere preciso. 55 Stima del VO2max di Carlo Zanetti Si basa sull'equivalente metabolico (MET) [http://www.sizes.com/units/metequiv.htm] 1 MET equivale a 3,5 ml di O2/Kg/min. Oppure 1 MET equivale a 1 Kcal/Kg/ora. 1 MET è circa il consumo di O2 per procedere a 1 Km/h. Se si moltiplica la VAM per 3,5 si ottiene la stima del VO2max. La stima NON è precisa, ma può servire a dare indicazioni al preparatore per il suo lavoro. 56 Test dei 6 minuti sul campo Percorso segnato: su campo da calcio (1 giro circa 300m→Cravino 296m) oppure giro di pista (1 giro=400m) Cronometro: start-stop→6 minuti. Distanza percorsa 1620m. VAM (stimata)=1620:100=16,2 Km/h. VO2max (stimato)=16,2x3,5=56,7 ml/Kg/min. Soggetto mediamente allenato Decidiamo di proporre al soggetto dell'interval training. 57 Interval training VAM in Km/h = 16,2 → VAM in m/s = 16,2:3,6 = 4,5 (3,6 è il fattore di conversione). Calcoliamo il tempo delle ripetute su 300m: 300:4,5=66,67 s cioè 1min e 7s su 300m. Quante ripetute? 2 serie x 4-5 ripetute; recupero 1min e 30s tra le ripetute con macropausa di 3min tra le serie. Distanza totale percorsa da 2400m a 3000m. Fatica? Il soggetto arranca e sono alla terza ripetuta della prima serie? Dopo la terza ripetuta lo fermo, concedo la macropausa di 3min e poi si riparte con obiettivo 3 ripetute. 58 Torniamo un attimo indietro... 59 Torniamo un attimo indietro... Sembra esserci una differenza tra SAN e VAM di circa il 12% sul campo. La teoria dice che tale differenza dovrebbe essere di circa il 20%. Ciò significa che sul campo la differenza tra le 2 velocità non è così alta e mediamente sarà di circa il 15%. Il preparatore deve sapere che sul campo potrebbero verificarsi queste differenze. 60 Ora andiamo avanti... Vi ricordate il test di Cooper? Era l'incubo di ogni studente alle scuole medie e superiori... Si esegue correndo a ritmo uniforme per 12 minuti: l'obiettivo è percorrere la distanza più lunga possibile. 61 Test di Cooper [http://en.wikipedia.org/wiki/Cooper_test] 62 Test di Cooper Lo stesso soggetto che ha percorso 1620m in 6 minuti ne percorre 3050 durante il test di Cooper. Secondo la tabella precedente, tale soggetto per migliorare la potenza aerobica può correre le ripetute sui 1000m in 3'41”. Il tempo suggerito dopo il test dei 6 minuti sarebbe 3'42”. Questo significa che sul campo pur partendo da test diversi, si arriva a un tempo molto simile per allenare la stessa componente (VAM), perché la metodologia dell'allenamento è una sola. 63 Test di Cooper Lo stesso soggetto che ha percorso 1620m in 6 minuti ne percorre 3050 durante il test di Cooper. Il test di Cooper può essere considerato un test di potenza, perchè esiste una relazione significativa tra la distanza percorsa in metri e la massima potenza aerobica (espressa in ml/Kg/min), ricavabile dalla formula: (D12 minuti – 504,9)/44,73 Quindi il soggetto avrebbe una massima potenza aerobica (VO2max) di 56,9 ml/Kg/min di O2. Nel test dei 6 minuti? 56,7 ml/Kg/min di O2!!! 64 Lavoro sul campo Provate le ripetute in modo da sperimentare sul campo quello che somministrerete ai vostri atleti 65 ATTENZIONE Indirizzo mail: [email protected] Ricordarsi di consultare la pagina web del corso per eventuali avvisi Docente: Carlo Zanetti Ph.D. 66 Ora parliamo di forza... non sembra, ma un po' ce ne vuole. 67 Tecniche di preparazione fisico-atletica Classificazione della forza muscolare Docente: Carlo Zanetti Ph.D. 68 Forza Massima forza dinamica Forza esplosiva Forza reattiva Forza isometrica Forza rapida Conoscerle per allenare il soggetto correttamente 69 Massima forza dinamica Si riferisce al massimo peso, che si è in grado di sollevare non più di una volta con un determinato movimento o gesto. In termini tecnici, la massima forza dinamica di un movimento è detta 1 RM. È un presupposto per lo sviluppo delle altre qualità neuromuscolari. Esempio: 1 RM nello stacco. 70 Forza esplosiva È la capacità di effettuare la prima parte di un movimento nel minor tempo possibile, partendo da uno stato di relativa quiete. In termini fisiologici, è definibile come la capacità di reclutare il massimo numero di fibre muscolari all'inizio di un movimento. Squat jump (SJ) con angolo al ginocchio di 90°. 71 Forza reattiva È detta anche forza esplosivo-elastica. Si differenzia dalla precedente per la presenza di un prestiramento (contromovimento). Counter movement jump (CMJ) con angolo al ginocchio di 90°. 72 Forza isometrica È la capacità di esprimere elevati livelli di forza contro una resistenza invincibile, senza spostamento dei segmenti corporei. Relazione forza-velocità: quando la forza è massima, la velocità è=0 e viceversa. Si misura con semplici dinamometri. 73 Forza rapida La forza rapida può essere considerata come qualità fisica di base. È intesa come la caratteristica, che consente di muovere rapidamente uno o più segmenti del corpo, liberi da sovraccarico. Salti: SJ e CMJ → test di Bosco. 74 Test di Bosco Ergotester + tappeto a barre interruttore Formula con cui funziona il dispositivo: 1/8xgxt2 volo= h salto in metri Forza degli arti inferiori nelle sue varie espressioni 75 ATTENZIONE Indirizzo mail: [email protected] Ricordarsi di consultare la pagina web del corso per eventuali avvisi Docente: Carlo Zanetti Ph.D. 76 Tecniche di preparazione fisico-atletica Valutazione del metabolismo anaerobico alattacido durante l'esecuzione di balzi continui CMJ per la durata di 5-15 secondi Docente: Carlo Zanetti Ph.D. 77 Forza Massima forza dinamica Forza esplosiva Forza reattiva Forza isometrica Forza rapida Conoscerle per allenare il soggetto correttamente 78 Forza esplosiva È la capacità di effettuare la prima parte di un movimento nel minor tempo possibile, partendo da uno stato di relativa quiete. In termini fisiologici, è definibile come la capacità di reclutare il massimo numero di fibre muscolari all'inizio di un movimento. Squat jump (SJ) con angolo al ginocchio di 90°. 79 Squat Jump (SJ) L'altezza raggiunta durante lo SJ è direttamente correlata al tempo di percorrenza di sprint su 10 m. Sul campo: più si salta, più si è veloci sui 10 m. Esecuzione SJ: ricordarsi angolo alle ginocchia di 90° e mani ai fianchi. Non eseguire contromovimento. 80 Squat Jump (SJ) Angolo alle ginocchia di 90° 81 Squat Jump (SJ) 90° 82 Forza reattiva È detta anche forza esplosivo-elastica. Si differenzia dalla precedente per la presenza di un prestiramento (contromovimento). Counter movement jump (CMJ) con angolo al ginocchio di 90°. 83 Counter Movement Jump (CMJ) È caratterizzato dalla presenza di contromovimento. Vi è un prestiramento delle fibre muscolari prima del salto. Ricordarsi dell'angolo al ginocchio di 90° e delle mani ai fianchi. Movimento standardizzato, si eseguono prove su 5-15 secondi (o salti) per valutare la capacità del sistema CP e la resistenza alla forza veloce degli arti inferiori. 84 Counter Movement Jump (CMJ) Angolo alle ginocchia di 90° 85 Forza rapida La forza rapida può essere considerata come qualità fisica di base. È intesa come la caratteristica, che consente di muovere rapidamente uno o più segmenti del corpo, liberi da sovraccarico. Salti: SJ e CMJ → test di Bosco. 86 Test di Abalakov Angolo alle ginocchia di 90° 87 Test di Bosco Ergotester + tappeto a barre interruttore Formula con cui funziona il dispositivo: 1/8xgxt2 volo= h salto in metri Si valuta la forza degli arti inferiori nelle sue varie espressioni 88 Tappeto di Bosco 89 Test di Bosco SJ valuta forza esplosiva degli arti inferiori. CMJ (5-15 secondi o salti) valuta resistenza alla forza veloce degli arti inferiori (metabolismo anaerobico alattacido). Esistono degli indici importanti da applicare ai risultati ottenuti per valutare ogni singolo soggetto a cui viene somministrato il test. 90 Calcolo delle capacità di resistenza alla forza veloce (RFV) Il valore del rapporto tra l'altezza media durante 15 salti (h15s) e quella del CMJ (h15s/hCMJ) si deve avvicinare a 1. Nel caso di atleti impegnati in giochi di squadra, valori buoni (h15s/hCMJ) si aggirano tra 0,90-0,95. 91 Calcolo delle capacità di resistenza alla forza veloce (RFV) Altra possibilità di valutare RFV è quella di dividere il valor medio dell'altezza realizzata negli ultimi 3 salti (hf) con il corrispettivo ottenuto all'inizio della prova (hi)→(hf/hi). 92 Calcolo delle capacità di resistenza alla forza veloce (RFV) Per verificare se la prova è stata eseguita con impegno, occorre confrontare l'altezza media dei primi 3 salti (hi) con quella del CMJ→hi/hCMJ. Se i due valori si avvicinano, significa che il soggetto ha espresso il massimo sforzo e quindi la prova può essere considerata valida. Non resta che provare... 93 Valori di RFV (h15s/hCMJ) Individuali: Squadra: 0,8 scarso 0,7 scarso 0,9 sufficiente 0,8 sufficiente 0,9 buono 1 ottimo 94 Tecniche di preparazione fisico-atletica Stiffness e pliometria per gli arti inferiori Docente: Carlo Zanetti Ph.D. 95 Pliometria Forza esplosiva Forza reattiva Forza rapida Conoscerle per allenare il soggetto correttamente 96 Stiffness La stiffness è il rapporto di forza su lunghezza ed è diversa da materiale a materiale. Il termine può essere tradotto in italiano come rigidezza di un materiale. In ambito sportivo spesso al posto della forza/lunghezza si parla di tensione/lunghezza. La tensione non è altro che la forza per unità di superficie. Es.: 1 Kg/1 cm2. 97 Stiffness Di solito più un materiale è rigido e più riesce ad accumulare energia. Sul campo: più si salta nel drop jump (DJ), meglio si riesce ad accumulare energia per poi riutilizzarla nell'azione muscolare successiva. Esempio: CMJ successivi → lavori pliometrici. 98 Stiffness test Indaga la forza reattiva degli arti inferiori e la stiffness muscolare. Il soggetto esegue 2+4 salti (i valori considerati sono i 4 salti finali) verso l’alto, mantenendo gli arti superiori liberi e senza flettere le ginocchia (le gambe devono rimanere tese→balzelli→lavoro di caviglie). Le braccia vengono utilizzate durante i balzelli e il tempo di contatto al suolo deve essere il più breve possibile. 99 Stiffness test 6 salti 100 Stiffness test I tempi di contatto saranno ridotti: circa 250-120 millisecondi. Coefficiente di reattività: tempo di volo/tempo di contatto. Sul campo: coefficiente di reattività alto → alta forza reattiva degli arti inferiori. 101 Nozione di impulso L'impulso rappresenta la variazione della quantità di moto (massa x velocità), che subisce un corpo consecutivamente all'applicazione di un sistema di forze. Ripasso di fisica? C'è bisogno... Un vettore è caratterizzato da un modulo (grandezza), una direzione (x, y, z) e da un verso (zona di interazione cioè il punto di applicazione). 102 Forza Effe uguale emme per a cioè F=m·a; seconda legge di Newton. Grandezza fisica vettoriale, che risulta dall'interazione di due sistemi di masse. Esempio: due giocatori che si scontrano in un'azione di gioco (Gentile contro Maradona). 103 Impulso La nozione di impulso richiama la nozione di movimento. Sul campo: più la durata dell'impulso è breve, più l'impulso (cioè il movimento) può essere considerato esplosivo. In pratica essere capaci di diminuire il tempo (durata) del movimento. 104 4 categorie di impulso Impulsi senza movimento iniziale contrario: Creazione del Impulsi con movimento iniziale contrario (pliometria): movimento Rilancio del movimento Frenaggio del movimento (CMJ, DJ) Inversione del movimento (CMJ, DJ) 105 Impulso Essere capaci di aumentare il valore assoluto dell'impulso con una durata costante del movimento → aumento della potenza (L/t). Sul campo: aumentare la forza di scatto oppure calciare più forte il pallone su punizione (Roberto Carlos). 106 Pliometria Termine inventato dallo statunitense Fred Wilt nel 1975. Plio+metria: parola composta da 2 termini di origine latina. Sostanzialmente si può tradurre come “aumento misurabile”. Metodica di allenamento usata negli anni settanta “oltre cortina”. 107 Pliometria Attenzione all'uso della pliometria, prima bisogna costruire la forza (capacità condizionale). Ipotiziamo che il nostro atleta sia già forte abbastanza, in modo da poter già utilizzare degli esercizi pliometrici. La pliometria può essere leggera o pesante, ciò dipende dall'altezza del salto e quindi dall'altezza del plinto utilizzato. 108 Lezione al Campo Giovani Riscaldamento: Esercizi pre-atletici: skip, calciata dietro, passo saltellato, galoppo laterale e galoppo laterale incrociato. Esecuzione test dei 6 minuti (modificato) oppure test di Cooper (modificato). Raccolta dati per BAS test. 109 BAS test COME SI ESEGUE Si corrono in pista, alla massima velocità, 2000 e 3000 metri, a pochi giorni di distanza, e con un cronometro si misurano i tempi. Il tempo si esprime in secondi. Ad esempio: 11' 10" sui 3000 metri e 7' 18" sui 2000 metri corrispondono a 670 e 438 secondi. LA FORMULA Distanza maggiore - Distanza minore ----------------------------------------Tempo sulla D. magg. - Tempo sulla D. min. Ad esempio: 3000 metri - 2000 metri ------------------------------- = 670 sec. - 438 sec. 1000 metri ----------------- = 232 sec. 4.31 (m/sec) IL RISULTATO La velocità critica di 4.31 metri/secondo corrisponde alla velocità di soglia anaerobica. Per esprimerla in chilometri/ora si deve moltiplicare per 3.6 4.31 * 3.6 = 15.516 Km/ora 110