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Il cuore disabile 2015 C
04/03/15 Il cuore disabile Argomento complesso e delicato Le emozioni, l’affettività e la sessualità dei ragazzi con bisogni educativi speciali Disabilità + Sessualità + Toscolano Maderno, Pre / Adolescenza 5 Marzo 2015 Dott. Stefano Rigoni Psicologo Psicoterapeuta Caratteristiche della fase adolescenziale PUBERTÀ PUBERTÀ ADOLESCENZA passaggio dalla condizione fisiologica del bambino a quella dell’adulto passaggio dallo status sociale del bambino a quella dell’adulto vs L’opera compiuta Conoscenza di sè Consapevolezza corporea Sé sociale Valore del sè PREADOLESCENZA ADOLESCENZA problemi legati alla crescita fisica, all’identità corporea e alla definizione sessuale maturazione delle capacità di analisi, di introspezione e definizione dell’identità, dei valori e delle scelte 2 Sessualità Maturità del pensiero Consapevolezza degli altri Consapevolezza emotiva Maturità morale Genere Autonomia IDENTITA’ ADULTA 1 04/03/15 Vulnerabilità e resilienza Perché c’è bisogno di conoscere l’adolescenza? I modelli genitoriali e pedagogici precedenti falliscono, emerge un nuovo modello familiare e sociale Il cambiamento coinvolge CORPO, MENTE, IDENTITA’, RELAZIONI L’adolescenza si prolunga La comunicazione digitale e il mondo virtuale rivestono un ruolo importante nella crescita dei ragazzi Sta emergendo un nuovo adolescente, più egocentrato e narcisista, frutto dei cambiamenti della società, della cultura, della tecnologia e dei modelli familiari Le spinte “pericolose” La vulnerabilità psicologica è la crescente condizione di rischio - esprime un processo in cui assumono un peso rilevante i fattori di rischio e prevalgono meccanismi diretti ed indiretti di progressivo disadattamento. La resilienza psicologica è la capacità di persistere nel perseguire obiettivi sfidanti, fronteggiando in maniera efficace le difficoltà e gli altri eventi negativi che sicuramente si incontreranno sul cammino. Alcuni fattori psicologici che predispongono al rischio 1. 1. Anticipazione dell’adultità (non sono un moccioso) Sensation seeking (contro la noia) 2. Difficile previsione delle conseguenze (hic et nunc) 2. Acquisizione di autonomia (non dipendo dagli adulti) 3. Carenza di assunzione di responsabilità (non ho paura) 4. Tendenza ad agire su base emozionale (acting out) 5. Ottimismo irrealistico: sottovalutazione dell’entità del rischio personale rispetto al rischio attribuito a un coetaneo (a me andrà bene) 6. Ricerca di consenso sociale (sono un figo) 7. Senso della sfida nelle azioni limite (ti faccio vedere io) 3. Identificazione e differenziazione (so chi sono) 4. Sperimentazione ed affermazione di sé (ce la posso fare - valgo) 5. Trasgressione e superamento dei limiti (dove termina il mio potere?) 2 04/03/15 LIFE SKILLS individuate dall’OMS Comunicazione efficace Empatia Autoefficacia individuale e collettiva Capacità di affrontare e risolvere situazioni problematiche (coping e abilità di problem solving) Negoziazione e gestione del conflitto Pensiero critico e creativo Gestione delle emozioni e dello stress “Situazioni” che minacciano Alcuni fattori psicologici che PROTEGGONO DAL RISCHIO • COPING: capacità di attivare strategie di comportamenti specifici finalizzati al fronteggiamento e alla risoluzione di un problema • LOCUS OF CONTROL: modalità di rappresentazione degli eventi che accadono al soggetto che implica la percezione di poter esercitare un controllo sugli eventi stessi. • AUTOEFFICACIA REGOLATORIA: convinzione della propria capacità di fornire una certa prestazione, organizzando ed eseguendo le sequenze di azioni necessarie per gestire adeguatamente le situazioni che si presenteranno. L’autostima è più una risultante di queste competenze che una grandezza a sé stante AZIONI PREVENTIVE Disagio familiare Carenza di rete sociale Carenza negli spazi personali Carenza di progettualità Bassa autoefficacia e autostima Senso di non controllo 1. Riduzione dell’esposizione al rischio ambientale 2. R i d u z i o n e d i r e a z i o n i a c a t e n a r i s c h i o disadattamento (anche sociali) 3. Rafforzamento dell’autostima e dell’autoefficacia (della resilienza individuale in generale) Senso di non avere vie d’uscita Disagio corporeo Carenza di offerte di crescita 4. Apertura a nuove possibilità, offrire alternative DI CRESCITA, all’inizio con accompagnamento Percezione di una scuola non vicina al sè 3 04/03/15 “Luoghi” che proteggono Luoghi che ricaricano Il gruppo dei pari La famiglia e la scuola Identificazione e ruolo Confronto 1. Ambiente contenitivo 2. Relazioni significative 3. Ruoli costruttivi 4. Punto di riferimento 5. E’ ambiente che garantisce continuità Prosocialità Social Training Autonomizzazione dai genitori Valvola di sfogo fisico e operativo Scelta attiva di appartenenza I social network e il diario virtuale Luoghi che attrezzano Si perdono le certezze, si utilizzano strumenti nuovi di relazione tra caregiver e minori La scuola Socializzazione primaria L’adolescente vede la coppia genitoriale come un tutt’uno, per motivi di contrapposizione di parte e di separazione Socializzazione secondaria (ruoli sociali) Sente la coalizione più che l’incoerenza Selezione e indirizzo di vita Dalla famiglia etica alla famiglia affettiva Palestra potenziale per la nuova identità Valorizzazione “dell’essere” più che “del fare” Individualizzazione e umanizzazione Progetto personalizzato I genitori Il figlio deve crescere felice, e quindi protetto dal dolore e dalle ferite narcisistiche Il ruolo degli adulti e dei genitori si diversifica Inclusione Cooperazione Le reazioni emotive dei figli non sono più rabbia e colpa ma noia e depressione 4 04/03/15 Le madri Se in gravidanza ella si trasforma per far nascere il figlio, in adolescenza è il figlio che si trasforma per far nascere un uomo o una donna Disertore (La madre non l’ha riconosciuto come padre; egli è su un altro binario) La separazione è vissuta con angoscia perché si potrebbe perdere il ruolo materno e il frutto del proprio amore (sindrome del nido vuoto) Può sentirsi minacciata dallo slancio emancipatorio dell’adolescente Debole (trova identità finta nella rete relazionale senza avere autorevolezza, è seduttivo; implicitamente è contro la madre forte) L’equilibrio si situa tra il controllo e la libertà L’adolescenza poi porta i nuovi valori del gruppo, visti come esche rischiose per le condotte extrafamiliari Geloso (non diventa mai padre, resta uomo e teme di perdere lo status) I rapporti sentimentali e la stabilizzazione della nuova coppia trova vita fuori dalla famiglia di origine Funzione materna Dipendente (la funzione paterna viene creata da quella materna) I nuovi padri Funzione paterna Accoglie, accudisce, accetta Protegge difendendo i propri figli Assorbe le emozioni e le restituisce con nuovo senso (bonifica) Favorisce l’autonomia dalla madre Contiene le proprie emozioni, le proprie aspettative e i propri presentimenti Crea ordine, regola, struttura Accetta la rottura della simbiosi senza manifestare delusione Sostiene, stimola, frustra 5 04/03/15 LA GIUSTA DISTANZA DI RUOLO Stili che non educano Creare la giusta distanza Disinteresse sostanziale Prevalenza della Funzione materna: comunicare il senso di protezione e di accoglimento; Distanza, scarsa emotività, permissivismo egoistico, evitamento dei conflitti e del coinvolgimento degli adulti Prevalenza della funzione paterna: mantenersi a giusta distanza, “tenere il timone” e favorire le autonomie e le responsabilità Autoritarismo freddo Distanza, scarsa emotività, regolamentazione serrata, evitamento dei conflitti e del coinvolgimento degli adulti Iperprotezione Coinvolgimento emotivo incatenante, controllo, svalutazione delle potenzialità autonome, negazione del bisogno di emancipazione, autocentrismo, paura di perdere il ruolo educativo Indulgenza Accettazione unita a permissivismo, trasporto affettivo, bisogno di sentirsi “adulti non punitivi, liberali”, evitamento dei rifiuti, della conflittualità e del confronto COME AIUTARE A CRESCERE Favorire, al momento giusto, i contesti di crescita protetti e le occasioni di sperimentazione Potenziare i fattori protettivi Ridurre i fattori di vulnerabilità La sfida del caregiver Avere in sé funzioni materne e paterne Continuità educativa anche cambiando ruolo Instaurare una nuova relazione educativa con regole nuove Considerare il momento culturale in cui sono immersi i ragazzi e saperlo ”sfruttare” in positivo Mettersi in gioco con la testa, le parole, il cuore e…il corpo Mettersi nei loro panni, “sporcarsi le mani” Accettare la sfida del nuovo adulto Comprendere i bisogni emergenti senza anticiparli Apprendere nuove competenze per giocare una nuova partita Favorire le risorse già presenti (della persona e del contesto) per garantire continuità alla crescita Mantenere un’autorevolezza “calda” 6 04/03/15 Come “testimoniare” le regole Le regole della vita vanno spiegate, attraverso la testimonianza e un’estenuante negoziazione Richiedono coerenza e condivisione Bisogna saper comunicare affettivamente Bisogna saper esprimere emozioni Richiedono un coinvolgimento diretto del genitore Richiedono capacità nel contenere le provocazioni e le emozioni disgreganti Saper scindere tra giusto e sbagliato, tra si e no L’EMPATIA del caregiver Empatia è mettersi nei panni dell’altro Empatia è rispetto e autenticità Empatia è genuinità Empatia è ascolto attivo Empatia è curiosità Empatia è coinvolgimento Empatia è autorevolezza calda e protettiva CLIMA E CONTESTO Il CLIMA di crescita dev’essere positivo, entusiasta, sereno e leggero. La nostra funzione è di costruire un clima divertente e bonario. I ragazzi hanno diritto al gioco, che in prima istanza sarà davvero ludico e infantile, diventando poi verso l’età adulta un IRONICO “gioco di relazione” con l’adulto. Alcuni “ruoli” comunicativi efficaci Creare un contesto di complicità (patto) Saper spiegare (competenza) Esprimere l’esperienza (vissuto) Saper chiedere (imparo da te) Utilizzare il linguaggio del ragazzo 7 04/03/15 Come favorire l’autonomia L’autonomia Etimologia: Autos – nomos Esplorare “con le spalle coperte”: bisogno di vicinanza e di libertà Distacco dagli oggetti d’amore primari Individuazione Resistere all’influenza degli altri L’ambivalenza…reciproca: autonomia e separazione Indipendenza dal controllo parentale Autogovernarsi Il conflitto “moderato”: combattere rispettando l’altro (va insegnato!) Conoscere le conseguenze dei propri atti Saper scegliere Il bisogno di intimità e di riservatezza: come controllare “da distante”? Essere responsabili per sé e gli altri Aver principi e valori personali Affettività e sessualità I BES e le disabilità Livello biologico Livello intellettivo Livello psichico Livello sociale Le disabilità intellettive e l’autismo sono di ostacolo alla vita affettiva e sessuale? Disfunzione cognitiva globale legata al difetto di sviluppo delle funzioni astrattive Il pensiero è dipendente dall’esperienza e dalla rappresentazione di essa Deficit della rappresentazione dell’altro Il movimento è imitativo e sviluppa scarse capacità espressive e costruttive originali Il linguaggio è povero, stereotipato, legato alla rappresentazione immediata, non diventa linguaggio guida Deficit più o meno permanente della comprensione, della critica, dell’autonomia 8 04/03/15 Le parti in gioco nella gestione dell’allievo con bisogni speciali Insegnante Alunno/ figlio Ambiente sociale Famiglia: Quale educazione sessuale? Servizio socio sanitario Scuola International Classification of Functioning, Disability and Health (ICF) 1999 menomazioni CORPO: struttura Menomazioni delle corporea strutture e edelle funzioni dei sistemi corporei funzioni corporee disabilità LIVELLI di ATTIVITA’: semplici e complesse svolte dal soggetto handicap LIVELLI di PARTECIPAZIONE Dove si situa il miglioramento della condizione? 1. Corpo 2. Funzionamento 3. Partecipazione FATTORI CONTESTUALI Ambientali Personali Due novità: le attività svolte ed i livelli di partecipazione sostituiscono i concetti negativi di disabilità ed handicap e consentono di descrivere in modo positivo le diverse situazioni osservate . L ICF non è più come l ICIDH una classificazione delle conseguenze delle malattie ma una visione d’assieme delle componenti dello stato di salute di una persona. 9 04/03/15 Che idea avete dell’adolescenza ? Scriviamo la prima cosa che ci viene in mente! Adolescenza è: ………………………… età problematica età del disagio Una fase normale della vita età segnata dai un processo evolutivo come altri tratti della devianza Disabilità è: …………………………… Sessualità è: …………………………… età intrattabile e incomprensibile età difficile una malattia Affettività è: …………………………… Alcune posizioni pregiudiziali nei confronti dell’affettività e della sessualità del disabile • La sessualità è per gli adulti, perciò vanno protetti dagli istinti perché non saprebbero farne “buon uso” • Non possono imparare a vivere la propria sessualità e affettività in modo maturo • La loro sessualità è sempre patologica • I bisogni, i desideri e i sentimenti non sono uguali ai normodotati • Hanno impulsi non controllabili e sono amorali • Educare alla sessualità è stimolare alla sessualità (e così per l’affettività) • I maschi possono masturbarsi, le femmine meglio di no • I ritardati non hanno storie sentimentali autentiche • L’omosessualità dei disabili è un sintomo, non un sentire consapevole • Gli operatori hanno il dovere di affrontare questa problematica anche se la famiglia non lo chiede una crisi un percorso naturale di crescita età cui dare attenzione, ascolto, aiuto età con cui aprirsi e avere disponibilità al rapporto (nuovo ruolo per l’adulto) età interessante L’essere sessuato e affettivo Dimensione biologica e corporea Dimensione mentale Dimensione emotiva ed affettiva (emozione, relazione, comunicazione) (identità e orientamento) 10 04/03/15 La sessualità secondo l’O.M.S. La sessualità risulta dall’integrazione degli aspetti somatici, affettivi, intellettivi e sociali dell’essere sessuato che consentono la valorizzazione della personalità, della comunicazione e dell’amore. L’individuo e la sessualità Componenti fondamentali sono: Essere capace di gioire, avendone la piena padronanza, di un comportamento sessuale e riproduttivo in armonia con un’etica sociale e personale; Essere esenti da sentimenti di odio, di vergogna, di colpevolezza, di false credenze e altri fattori psicologici che inibiscono la risposta sessuale e turbano la relazione sessuale; Essere esente da turbe, malattie e deficienze organiche che interferiscono con le funzioni sessuali e riproduttive Le due direttrici “di marcia” dell’affettività e della sessualità Istinto, pulsione Individualità egoistica (AVERE) Sintomo Malattia, disagio individuale (AVERE) Bisogno Scambio Dono Le due direttrici “di marcia” dell’affettività e della sessualità Alterità altruistica (ESSERE) Espressione, comunicazione Realizzazione di sè (ESSERE) 11 04/03/15 Come cresce la sessualità e l’affettività Le dimensioni della sessualità Dimensione riproduttiva (fare un figlio) Dimensione ludica (fare sesso) Dimensione sociale (stare insieme con) Dimensione semantica (Fare l’amore) Dimensione narrativa (ho una storia con) Dimensione procreativa e generativa (stiamo cercando un bambino) Una sessualità che “funziona e che soddisfa”: LA COMPETENZA AFFETTIVA Accesso alle proprie emozioni e sentimenti Consapevolezza della propria identità Empatia INTELLIGENZA INTRAPERSONALE Autostima Autoefficacia Autocontrollo Autonomia di scelta e di autodeterminazione INTELLIGENZA INTERPERSONALE INTIMITA’ Capacità di confrontarsi e scambio Capacità Relazionali e di gruppo Comprensione Dell’altro e interesse autentico Capacità di avviare e mantenere relazioni prosociali 12 04/03/15 Le competenze necessarie per vivere bene la propria affettività e la sessualità • Senso di identità e sicurezza dei confini del sè • Individualità e alterità: somiglianze, differenze, adattamento al contesto • Sapersi giocare nella relazione affermando l’identità e valorizzando le differenze • Comprensione delle proprie difficoltà nella relazione • Mettersi nei panni degli altri e rispettarli • Intelligenza emotiva (riconoscimento, espressione, comprensione, regolazione delle proprie e altrui emozioni) • Conoscere i propri punti di forza e le proprie peculiarità Di fronte alla sessualità nel disabile intellettivo • Tollerare le frustrazioni e gli errori • Essere consapevoli che si sta facendo del proprio meglio • Sentire di farcela (autoefficacia) • Sentirsi adeguati dal punto di vista corporeo • Sapersi prendere cura di sé • Saper valutare il grado di motivazione • Saper valutare il proprio grado di autonomia • Saper valutare i propri progressi • Saper attribuire il senso di controllo • Consapevolezza della propria comunicazione verbale e non verbale • Saper sviluppare la propria creatività e la propria personalità VALUTAZIONE DEL BISOGNO Emergono i problemi e i sintomi perché si considera il disabile un eterno bambino (Peter Pan?) che va controllato ed educato Emergono i vissuti personali e la parte emotiva dell’utente e dell’operatore Emergono le difese dell’operatore Emergono le carenze di mezzi e strumenti dell’operatore Emergono le difficoltà di connettersi con la famiglia Emergono numerosi quesiti etici, morali e organizzativi E’ un’emergenza! Chi vive tale senso di problematicità? L’operatore, l’allievo, la Scuola, la famiglia? Quanta differenza tra Scuola e Famiglia! Proviamo a parlarne insieme. 13 04/03/15 Valutazione della qualità del BISOGNO Processi primari: soddisfacimento, frustrazione, accudimento, passività, regressione. Processi secondari: procastinazione, autonomia attiva, responsabilità, relazione, progetto di vita, autonomia, controllo, scelta I diversi livelli di funzionamento patologico Istinto e riflesso à Autostimolazione per raggiungere la gratificazione o discontrollo degli impulsi Imitazione dell’adulto à apprendimento e adultizzazione conformista Attaccamento patologico à rapporto privilegiato, istinto di sopravvivenza, relazione d’appoggio, confusione tra protezione, intimità, affetto, sessualità Sviluppo morale ritardato à disinibizione 14 04/03/15 E SE IL BISOGNO…E’ UN PROBLEMA? Livello di problematicità del comportamento 1. Rischio, danno, trauma per sé e/o per gli altri 2. Pulsione immediata, blocco evolutivo compulsivo o dipendenza ambientale o comportamentale 3. Riduzione del disagio (sfogo) senza evoluzioni maturative 4. Ostacolo verso obiettivi più evolutivi, perdita di efficacia di altri schemi comportamentali o conoscenze 5. Bilancio costi/benefici Il campo operativo “POSSIBILE” BISOGNI Limiti Risorse Livello di consapevolezza del BISOGNO Consapevolezza acquisita: non si può negare. Consapevolezza parziale o nulla: presa in carico e riflessione dell’educatore sul percorso educativo da intraprendere. L’operatore è un “caregiver” Il deficit di lettura del sé, dell’altro, del mondo va compreso e contestualizzato per capire la funzione del bisogno e del comportamento Le difese di fronte al bisogno sentimentale e sessuale problematico • Negazione • Evitamento • Opposizione o rifiuto • Moralismo • Delega • Iperprotezione (regressiva) • Normalizzazione • Ideologizzazione 15 04/03/15 L’operatore come “strumento” il sottile equilibrio tra personale e professionale Saper vivere personalmente una sessualità e un’affettività serena, equilibrata, funzionale e integrata: Conoscere i propri atteggiamenti, credenze, ideali, emozioni per utilizzarli professionalmente come segnali di allarme o strumenti di empatia e predisposizione Un ruolo fondamentale lo ha il corpo dell’operatore (veicolo di emozioni e di comunicazione) Conoscere la relazione con l’utente: morbosa, empatica, ambivalente, distante, autoritaria… La lettura della domanda 1. Comprensione del livello maturativo della sessualità e dell’affettività (livello intrapsichico ed evolutivo) 2. Interesse per la persona e la sua storia (livello narrativo) 3. Comprensione del SINTOMO e/o del BISOGNO 4. Ricerca di significato individuale (livello dei bisogni interni) 5. Ricerca di significato relazionale (livello sociale) Il ruolo dell’operatore • Essere obiettivi e neutrali • Conoscere la propria sessualità e gli eventuali ostacoli nell’affrontare la tematica (sociali es. tabù o individuali es. conflitti interni, emozioni ambivalenti…) • Aggiornare le proprie conoscenze di educazione sessuale • Investire sulle capacità comunicazionali (V e NV) • Scegliere di affrontare l’argomento in équipe • Saper mantenere una collaborazione con la famiglia • Attivare un percorso formativo per l’individuazione del gruppo di lavoro • Acquisire un atteggiamento professionale e distinguerlo dal personale • Inserire la sessualità e l’affettività nel progetto educativo • Non improvvisare o seguire l’istinto • Saper delegare ai colleghi • Saper affidarsi all’esperto qualora fosse necessario • Saper utilizzare mezzi, strumenti e materiali con dimestichezza Stile “educativo” nei confronti delle manifestazioni affettive e/o sessuali 1. Interventi per “dirottare” su attività di sfogo alternativo 2. Interventi di “soppressione” con distrazioni, divieti o relegamenti 3. Permissivismo non ragionato 4. Controllo organizzativo 5. Interesse, coinvolgimento, curiosità, rispetto, creatività, determinazione, tenacia 16 04/03/15 Il coinvolgimento professionale Incrementare le proprie competenze sessuologiche: letture, aggiornamenti, confronti, supervisioni, sino ad arrivare ad una formazione specifica Un po’ di auto critica… Mi sento pronta/o ad affrontare la tematica? Sono disponibile a lavorare sulla tematica e condividerla con i colleghi? Da che idea di affettività e sessualità del disabile parto? Come posso migliorare il mio status personale e professionale attuale? Quali sono i miei punti di forza e di debolezza? Punto 0: Prerequisiti professionali Prendere una posizione professionale e fare una scelta educativa: acquisita una sufficiente conoscenza della materia e di sé stessi, decidere se assumere un ruolo attivo nel progetto Punto 1: L’organizzazione in équipe Individuare un gruppo di lavoro e assegnare i ruoli professionali; inoltre valutare il grado di coinvolgimento familiare NB: Mai restare da soli! 17 04/03/15 Qual è il ruolo del familiare? Quali le possibili occasioni di approfondimento individuale? E di équipe? Quali i passi da compiere a scuola per strutturare un piano formativo adeguato? Chi vi partecipa? Con quali formule? La famiglia come è coinvolta nel progetto? Punto 3: Lettura della domanda Leggere il bisogno, la domanda, il contesto operativo, il grado di collaborazione con la famiglia e i significati della sessualità nell’utente Qual è il suo campo di intervento? Qual è il ruolo del sostegno? Quale il ruolo dell’insegnante? Qual è il suo campo di intervento Come interagiscono tra loro nella realizzazione del P.P. in tutte le sue fasi? Punto 4: Dalla comprensione agli obiettivi Individuare gli obiettivi, le azioni, i mezzi e strumenti 18 04/03/15 Consigli metodologici Verificare: • la personalizzazione dell’intervento • La realizzabilità totale • L’efficienza • L’efficacia • L’integrazione in un piano di sviluppo relazionale ed affettivo complessivo • La condivisione in èquipe • La qualità dell’inclusione • L’approccio cooperativo Livello sociale Lavorare con le istituzioni (giornate di studio, laboratori, formazione operatori, ecc.) Ascoltare le esigenze specifiche del territorio (analisi della situazione, richieste da parte dei servizi, delle scuole, ecc.) e soprattutto quelle dei ragazzi! Confrontarsi con contesti internazionali (collaborazioni con l’estero anche per quanto riguarda la ricerca) Livello scolastico Formazione insegnanti dalla scuola primaria alla secondaria Laboratori con i ragazzi e progetti sul gruppo classe Progetti di prevenzione ed educazione non di informazione e soprattutto non di sola risposta alle emergenze/ contingenze; Collaborazione con tutto il personale scolastico e con le famiglie Attuare un percorso di condivisione tra famiglie e corpo insegnante in ottica di inclusione e di collaborazione Sportelli di ascolto Prerequisiti di contenuto: il corpo • • • • • • • • Conoscenza del corpo e delle sue funzioni (cognitiva) Es. dimorfismo Conoscenza delle sensazioni e delle proprietà cinestetiche (senso-motoria) Consapevolezza degli impulsi (bisogni) Riconoscimento, espressione, comprensione e regolazione delle emozioni Mentalizzazione del corpo sessuato Investimento sul corpo sessuato Cura e rispetto del corpo (igiene, salute, stile di vita) Il corpo altrui 19 04/03/15 Prerequisiti nell’affettività e nella sessualità: Emozioni e sentimenti • • • • • • Ascolto e comunicazione Percepire le proprie sensazioni Espressione bisogni Chiedere all’altro Gestire la distanza interpersonale Gestire il rifiuto Sono tutte competenze dell’area delle Social Skills Esaminiamo criticamente nel piccolo gruppo le schede proposte Altri consigli Non può mancare nel P.P. • • • • • • • • • • Educazione sessuale Il piano corporeo Il piano relazionale (anche con l’operatore) Il rispetto delle regole L’autonomia Aumento delle possibilità esperienziali, conoscitive, relazionali, affettive (libertà individuale); quindi non è controllo comportamentale! Aumento dell’autoconoscenza Aumento dell’autocontrollo e della padronanza di sè L’autoironia Il senso del limite Esaminiamo criticamente nel piccolo gruppo le schede proposte 20 04/03/15 Punto 5: La verifica e la supervisione Esaminiamo criticamente nel piccolo gruppo le schede proposte Predisporre dei momenti di verifica e di supervisione Definire i tempi di verifica e le modalità A cosa serve la verifica? Definire se serve la supervisione e con quali modalità. Quale il ruolo della capacità e quale quello della relazione educativa? Verifichiamo l’ospite o l’operatore? Le tecniche di modificazione del comportamento (I) • • • • • • • • • 1) Controllo dello stimolo: consiste nello strutturare la situazione-stimolo nel modo più adeguato possibile alla produzione delle risposte. Si parla in questo caso di prompting (suggerimento). 2) Rinforzo: consiste nel fare seguire il comportamento adeguato manifestato dal soggetto da conseguenze positive di vario genere. 3) Modellamento: consiste nel presentare al soggetto un modello che esegue la prestazione richiesta (tale termine equivale grossomodo all'imitazione). 4) Shaping (o modellaggio): consiste nel rinforzare delle approssimazioni successive al comportamento meta. Per raggiungere approssimazioni sempre più precise si ricorre al rinforzamento positivo e all'estinzione. 5) Chaining (o concatenamento): consiste nel combinare diversi comportamenti, ognuno dei quali è caratterizzato dalla presenza di uno stimolo discriminante, di una risposta e del rinforzamento. In esso, ogni comportamento funge sia da stimolo discriminante per la risposta che segue, sia da rinforza per la risposta precedente. 6) Estinzione: si fa in modo che il comportamento inadeguato non sia più seguito da ricompensa (grossolanamente tale tecnica consiste nell'ignorare il comportamento). 7) Rinforzo differenziale: assumendo che numerosi comportamenti siano reciprocamente incompatibili, si rinforza quello adeguato mentre quello inadeguato viene sottoposto a estinzione. 8) Costo della risposta: la situazione educativa viene organizzata in modo tale che la comparsa del comportamento inadeguato è fatta seguire dalla perdita totale o parziale di un beneficio. 9) Time-out: il comportamento inadeguato, quando viene prodotto, comporta la sottrazione di ogni possibile rinforzo per un periodo di tempo circoscritto (stanzino del time-out). Le tecniche di modificazione del comportamento (II) • • • • • • 10) Pratica negativa o Saziazione: particolarmente adatta all'eliminazione di gesti stereotipici o di veri e propri tic, consiste nel far ripetere tali comportamenti fino a provocarne sa scomparsa, conseguente a saturazione. 11) Contratti educativi: tipo di contratto in cui vengono specificati sia i comportamenti o i compiti richiesti sia i rinforzatori che seguono alla comparsa di quei comportamenti. Elemento fondamentale di tale contrattazione è quello di basarsi su patti chiaramente formulati ed accettati dalle parti contraenti. 12) Token economy (economia simbolica): sistema economico in cui come mezzo di scambio vengono usati dei rinforzatori simbolici. Questi rinforzatori vengono poi scambiati con quelli di sostegno, i quali possono essere tangibili, dinamici, eccetera. Il rinforzatore simbolico, che generalmente consiste in gettoni, visti, firme, ecc., svolge la stessa funzione del denaro nella società esterna all'istituzione. 13) Autocontrollo: procedura di modificazione caratterizzata dal fatto che è il soggetto stesso a introdurre delle modificazioni nell'ambiente che lo circonda e ad alterare in questo modo la frequenza di alcune risposte che fanno parte del suo repertorio. 14) Pratica positiva: consiste nell'indurre il soggetto a eseguire una catena o parte di una catena di comportamenti adeguati per alcune volte di fila, finché non è in grado di eseguirle in modo soddisfacente. La seduta di pratica positiva in genere segue immediatamente l'emissione del comportamento inadeguato e consiste in genere nell'emissione di risposte che costituiscono la controparte positiva di esso. 15) Ipercorrezione od “overcorrection”: si tratta di una pratica di punizione che fa seguire all’emissione di un comportamento problematico, che crea dei danni, la riparazione sistematica di tali danni portata però a un grado molto elevata, che comporta l’estensione degli atti riparativi anche ad altri aspetti ambientali che non erano stati danneggiati dal comportamento problematico stesso. 21 04/03/15 Perché la punizione non funziona: Costo della risposta negoziato, un’alternativa valida Non riusciamo a punire proprio il comportamento disadattivo ma la persona Spiegazione ragionata sulle conseguenze dell’atto che si vuol controllare Manteniamo gli aspetti gratificanti spesso non visibili Stabilire assieme il prezzo da pagare per il comportamento problematico Non proponiamo un comportamento alternativo, è fondata sul “no” Desensibilizziamo all’evento; in seguito la punizione per avere effetto dovrà essere maggiore La punizione stimola a cercare l’evitamento della situazione spiacevoli Si incrementa l’astio nei confronti dell’erogatore Proponiamo un comportamento alternativo, fondata sul “si” Rafforziamo l’aspetto positivo Si crea un rapporto di fiducia e di dialogo Ci si allea con l’erogatore della fiducia Ci si allea con i simili contro l’oppressore Aumentano i sentimenti positivi verso di sé Aumentano i sentimenti negativi verso di sé Aumenta il senso di autoefficacia Diminuiscono il senso di autoefficacia Bibliografia http://www.aiasbo.it/progetti/handicap-sessualita/vrd-progetto-crer.html Dott. Stefano Rigoni Psicologo Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale Esperto in trattamento delle disfunzioni sessuali Esperto nella presa in carico di adolescenti difficili Tel. 338.2919597 Email: [email protected] http://www.secondaluna.it/LinkClick.aspx?fileticket=adrhbpixMNc %3D&tabid=77&mid=486 http://www.apss.tn.it/public/allegati/DOC_617929_0.pdf http://www.cisonline.net/PagPubblicazRivista/343/Ritardo%20mentale%20ed %20educazione%20sessuale.pdf 22