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Il fenomeno sessuale delle baby-prostItute
editoriale Il fenomeno sessuale delle baby-prostitute Specchio dei tempi, gravi responsabilità e una comunità ipocrita Non so esattamente cosa abbia incuriosito o spaventato l’anima degli italiani quando hanno letto sui giornali o ascoltato alla televisione di tre ragazzine (meglio sarebbe dire bambine) che si prostituivano in cambio di qualche ricarica telefonica o di qualche vestito firmato. C’è molta gente che finge di non sapere e di non vedere nel Paese delle Meraviglie! La prima meraviglia riguarda Parioli, il quartiere romano dove avvenivano gli incontri. Come se i quartieri dove abita la medio-alta borghesia fossero, per qualche misterioso motivo, immuni al degrado etico e morale. In molti non sanno che il privilegio economico non è più da molti anni un baluardo contro la crisi di valori che ha investito le più giovani generazioni. La seconda meraviglia è l’età delle baby-prostitute. Anche in questo caso, si fa finta di non sapere che il calendario della maturazione dei nostri figli è sempre più precoce e ha fatto sì che la vita di una quindicenne di oggi corrisponda a quella di una diciottenne di trent’anni fa. In tutti i sensi: anche quello sessuale. La terza meraviglia riguarda la notizia della diffusione del fenomeno. Forse si pensava che si trattasse di un’eccezione, di un fenomeno locale che nulla aveva di generalizzabile. Invece la cronaca ci informa che non queste tristissime vicende non accadono solo a Roma, ma anche a Firenze, a Bologna, a Milano, a Torino. Basterebbe leggere le statistiche riguar- danti il consumo di droga (cocaina) e di alcol per capire che la generazione dei pre-adolescenti è colpita in modo diffuso e non episodico: è uno dei tanti modi per cercare di vivere come gli adulti, degli stessi vizi e delle stesse false prospettive. Il fenomeno delle baby-prostitute, lungi dall’essere circoscritto qualitativamente e quantitativamente, contiene una meta- fora importante per interpretare il momento che la nostra comunità sta vivendo. Per scambiare sesso per ottenere qualche servizio materiale, non occorre avere un particolare talento e tantomeno una particolare preparazione. La cultura della mediocrità, quella che ritiene che bastino i soldi per ottenere tutto ciò che si desidera, è complice di questo fenomeno, anzi concorre ad originarlo. Se si continua a dire ai giovani che bisogna scegliere le vie facili, quelle delle raccomandazioni, della negazione della fatica e della preparazione, perché mai una ragazza non dovrebbe poter scegliere anche il mestiere più semplice e antico? Non sono passati decenni da quando si trasmetteva “Non è la Rai” una trasmissione in cui delle adolescenti mostravano i loro corpi quasi fossero tutte delle Lolite, eppure nessuno diceva nulla, anzi quella trasmissione è diventata un cult. E se una parte non insignificante della nostra classe dirigente si è gioiosamente dedicata alla caccia di ragazze giovanissime cui versare soldi, vacanze e vestiti pur di ottenere in cambio favori sessuali, perché ora si urla alla meraviglia e allo stupore? Una comunità ipocrita cresce figli ciechi. . Paolo Crepet senzaetà 1 Cura e Benessere della pelle Per la famiglia e per le strutture sanitarie I prodotti Dermenox sono efficaci e sicuri per la protezione, idratazione e nutrizione della pelle, anche la più delicata, e nascono dalla ricerca per la prevenzione, la cura ed il benessere della persona e dell’ambiente. Dermenox è un punto di riferimento per RSA, assistenza domiciliare e per tutti i casi in cui occorre un ottimo prodotto in campo fisioterapico, traumatologico, ginecologico e pediatrico. 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L’ironia della battuta sembra una beffa se solamente riflettiamo sulle tragedie di casa nostra che si ripetono puntualmente. Anzi si moltiplicano. L’ultima, il ciclone in Sardegna che ha causato venti morti per le strade allagate. Molto facile è dire: un evento straordinario, unico, mai visto. Certamente anche per la diga del Vajont fu detto. Ma con il senno di poi quanti parlarono di “disastro annunciato”? Oggi abbiamo una serie di dati di fatto che non lasciano dubbi sulle responsabilità. In città: non si puliscono più le fogne (e non si derattizza e disinfetta) perché il Comune ha saldato i tombini perché “chissachi” se li frega rivendendoli un tanto al chilo. La pioggia viene giù diretta in strada insieme a qualche tegola qua e là, perché non ci sono più le grondaie che essendo di rame “chissachi”, che sarebbe sempre quello di prima, si è fregato per prima cosa, tagliandole di notte con un frollino e rivendendole, anche quelle, un tanto al chilo. Dunque, chi non muore affogato alla prima pioggia rischia di essere sepolto da topi e scarafaggi che ringraziano. DI chi è la responsabilità? Nessuno lo sa. Il peggio è: nessuno sa come fare… per trovare una soluzione. In campagna: l’agricoltore di nuova generazione non sa arare un campo e non sa (o non vuole) fare i fossi di scolo delle acque piovane con relativa preziosa manutenzione che eviterebbe frane smottamenti e allagamenti. Non ci sono controlli ma quel che è peggio è che ci si meraviglia poi che l’auto inizi a galleggiare dopo ogni temporale e il pane sia sempre più gommoso ad ogni raccolto del grano. In montagna: pastori e allevatori sono categorie in estinzione. Aumenta invece – certamente per drenare i terreni in discesa e impervi – una piantumazione grigia scura definita “a pannelli”… In compenso sono tornati cinghiali, lupi, orsi e animali selvaggi. Fra un po’ ci saranno fagiani mannari che addentano i cercatori d’oro, come nel west? luca guazzati [email protected] 32 ABITARE IL SOCIALE / Quartieri integrati multietà 40 MEDICINA / La salute si misura dal piede Occhio alla schiena quando si guida 62 ROMA / Il nuovo volto della Capitale solidale 22 FESTE IN TAVOLA/ Menù per coppie e famiglie italiane Consigli per chi ama gusto e linea 36 INCHIESTA/ Italiani e gioco d’azzardo 38 INTERVISTA/ Quattro chiacchiere con Montesano senzaetà 3 La rubrica del prof. Paolo Crepet per la rivista “Senzaetà” affronta il tema delicato del cambiamento della società, della famiglia e dei complicati rapporti genitori-figli. Per scrivere al prof. Crepet: [email protected] Mio marito va in pensione e mi trascura Stimoli antidepressione... senza dargliele tutte vinte M i chiamo Teresa e le scrivo dalla provincia di Macerata. Non riesco a far capire a mio marito, che amo e che ho sposato giovanissima, che anche io vorrei un po’ di libertà. Ho 47 anni, 4 figli che ho tirato sù con tanto amore, lui era fuori per lavoro tutta la settimana, ma tanto io ero impegnata con i figli, si sentiva al sicuro. Io lo amo e lo sa, siamo sposati da 29 ani, ero giovanissima i nostri figli stanno diventando grandi ed autonomi. Però lui non capisce da che è andato in pensione, a 60 anni, che si può fare tutto insieme, ma anche andare in palestra o in piscina, oppure prendere una bibita con un’amica. Sta diventando pesante in tutti i sensi, non ha preso bene la pensione, lo stare a casa. Vive tra frigo, tv e molte schifezze. Lo amo e sono anche preoccupata per i kg che ha messo sù. Può darmi un consiglio? Grazie infinite. C ara Teresa, se ne parla poco, o per meglio dire, per niente: la pensione è un fattore di rischio non irrisorio. Soprattutto dal punto di vista psicologico. Ciò che sta passando lei è esattamente il problema di tantissime coppie che erano “tarate” sulla distanza (favorita dal lavoro esterno) e non sulla vicinanza (week end e vacanze). E’ dunque chiaro che certi difetti emergono con più facilità quando si è “costretti” a convivere in modo assolutamente diverso rispetto a quando suo marito lavorava. Spesso si assiste ad una vera e propria regressione: ovvero la pensione e l’inattività porta alla depressione, all’inattività con tutte le conseguenze del caso: come per esempio l’aumento del peso, l’irritabilità, la totale mancanza di voglia di fare qualcosa. Il mio consiglio è di cercare di aiutare suo marito ma di non dargliele tutte buone, spronandolo ma combattendo anche per la propria libertà e per i suoi diritti che nessun pensionamento può mettere in discussione. 4 senzaetà Nonni&Nipoti Che si fa oggi?! Ecco i consigli dei nostri lettori per riempire le giornate dei più piccoli. Che siate genitori, zii, nonni, cugini, continuate a rivelarci cosa fate insieme ai vostri bimbi per passare il tempo, cosa inventate, costruite, raccontate. Scriveteci a [email protected]. A cura di Ilaria Iobbi Per accogliere al meglio l’inverno, la sua tipica aria satura di odori, perché non divertirsi con i propri nipoti? Questa volta a scriverci è nonna Ambretta che con i nipoti Serena e Davide vanno ogni inverno al parco vicino casa e raccolgono una grossa scorta di pigne che altrimenti rimarrebbero sole solette sul terreno. Grandi, piccole, sbocciate, premature, allungate… Ecco due idee per le feste. Un albero-pigna per ogni stanza Selezionare le pigne più grandi e aperte scartando quelle bagnate, con resina o scolorite. Cuocere in forno a 200° per 20 minuti per eliminare insetti e sigillare la linfa interna. Poi munirsi di colla a caldo, glitter, paillettes, nastrini, perline, tempere e trasformare la pigna in un vero e proprio alberello di natale in miniatura! Colore in tavola Anche per questi lavoretti le pigne più grandi e aperte sono ottime. Procurarsi del filato in 100% fibre di lana “grezza” di vari colori, senza alcuna presenza di acrilico o misti sintetici. Preparare un miscuglio di sapone (con olio di pino) ed acqua calda (circa 40°) e sfregarci la lana con le mani con movimenti circolari dall’esterno verso l’interno per infeltrirla. Una volta pronte le palline, infilarle o incollarle tra le squame delle pigne. Il gioco è fatto! 6 senzaetà senzaetà 7 CE.DI.MARCHE, crescita condivisa Il “Sì con te” supermercato modello: + 2,88% nel 2013. Nuove aperture e occupazione nelle Marche ed in Abruzzo Nasce ‘Pluto’, la casa per aiutare i dipendenti dal gioco d’azzardo Reggio Emilia - Pluto è la prima struttura residenziale aperta 24 ore su 24 e completamente gratuita che offre assistenza alle persone affette da ludopatia. I pazienti vivono in gruppo in una abitazione di tre piani e seguono un percorso di riabilitazione intensivo. FERMO - La convention di CE.DI.MARCHE, la cooperativa marchigiana proprietaria dell’insegna “SI’ con te” con oltre 100 supermercati fra Marche e Abruzzo ha visto intervenire sul tema: “Valore a Territorio e Impresa. alla presenza di 600 rappresentanti del mondo imprenditoriale, bancario, professionale e distributivo a livello nazionale, il Sindaco di Fermo Nella Brambatti, il Presidente del Consiglio di Gestione di Ce.Di.Marche Michele Principi, Il Direttore Generale Paolo Gattafoni e Alberto Monachesi ed Angelo Serri gli “ambasciatori” del “made in Marche” di TIPICITA’ . Sottolineato il valore della collaborazione con Ce.Di.Marche e con le altre imprese locali per creare sinergie produttive e promuovere l’eccellenza, i dati hanno confermato la crescita del fatturato della Cooperativa e della rete di vendita (+2,88% a Settembre 2013) rispetto ad una media del mercato che è al -2,42% (fonte Nielsen area3). La convention è servita anche per analizzare con preoccupazione la contrazione dei consumi delle famiglie italiane: si va meno volte negli ipermercati e nei centri commerciali; i discount, per contro, incrementano i servizi ma faticano ad offrire alternative di qualità per la spesa alimentare di tutti i giorni. In questo scenario CE.DI.Marche ha deciso di mettere al centro le esigenze del cliente aumentando la qualità dei reparti freschi, creando sinergie con i produttori locali e le aziende del territorio, con l’obiettivo di valorizzare la filiera distributiva sul territorio Marchigiano ed Abruzzese, contribuendo così a creare valore ed occupazione. ECCELLENZE MARCHIGIANE A TAVOLA CON EATALY A Roma la promozione e valorizzazione delle enogastronomie marchigiane Curare la depressione impastando il pane Inghilterra - Sembra che uno dei metodi per cacciar via la depressione sia impastare il pane. Ad accorgersene sarebbe stato John Whaite, ambasciatore della campagna ‘Baking a Smile’, il quale racconta di aver sofferto - in passato - di una depressione da lui definita “paralizzante”, ma di essere riuscito a superarla proprio impastando il pane. In Inghilterra pare sia diventata una “moda” dilagante offrire corsi per imparare a fare il pane alle persone che ne hanno più bisogno. Dalle persone affette da problemi mentali alle persone che manifestano problemi di apprendimento, dagli ex detenuti alle persone che vivono nei ricoveri per senzatetto, fino alle vittime di abusi domestici. 8 senzaetà ROMA - La Regione Marche in collaborazione con ASSAM ha aperto una maratona di promozione e valorizzazione delle eccellenze enogastronomiche marchigiane che si svolge nei locali di Eataly Roma, in occasione della 10˄ rassegna nazionale degli oli monovarietali. In conferenza stampa è stato presentato il nuovo volume ‘Oli Monovarietali’, curato da ASSAM e patrocinato dal Ministero delle Politiche Agricole. Ancora una volta l’agroalimentare marchigiano supera i confini regionali con il meglio della sua produzione enogastronomica presentando cinquanta prodotti unici per caratteristiche organolettiche, certificazione della qualità, salubrità delle materie prime. Questo volume – spiega il Presidente Gian Mario Spacca – costituisce una tappa importante per la nostra Regione che punta moltissimo alla crescita di una nuova economia grazie al made in Italy e al mercato manifatturiero, che oggi la portano ad essere fra le prime in Italia per le esportazioni”. Prosegue Alberto Mosca, Responsabile di Eataly Roma – “Eataly ha posto attenzione alla qualità dei prodotti marchigiani e in particolare degli oli monovarietali: questa regione si sta muovendo sul fronte agroalimentare e turistico in maniera pioneristica con una grande valorizzazione del territorio”. valentina vittori senzaetà 9 Primo Piano problema sesso SOS SESSO PER LE COPPIE ITALIANE Arrivano i Dipartimenti della Salute Sessuale a cura di Maria Chiara La Rovere T alamo, alcova, camera da letto. È qui che si annidano problemi che minano benessere e serenità di circa 16 milioni di italiani. Nonostante la fine di tanti tabù e i cambiamenti culturali, c’è infatti un problema sommerso: 20mila ‘matrimoni bianchi’ stimati nel nostro Paese e sempre più coppie con problemi sessuali che in molti casi portano al fallimento della relazione. Sotto accusa stress, crisi economica, e la continua esibizione di corpi e sessualità ‘facili’ che contribuiscono a ridurre desiderio e capacità sessuali. Ecco l’iniziativa: Dipartimenti della Salute Sessuale della Coppia, già mediaticamente ribattezzati “pronto soccorso coppie”, presentati già la scorsa estate in Senato al Ministro Lorenzin. A promuoverla, la Società Italiana di Urologia (SIU) e l’Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani (AOGOI). Un’iniziativa unica in Europa 10 senzaetà (fatte salve alcune esperienze scandinave) mentre alcune esperienze, non ben strutturate, sono state fatte negli Stati Uniti negli ultimi anni. Iniziativa che – precisano i promotori – non graverà sul Sistema Sanitario Nazionale in termini di costi, grazie all’ottimizzazione e riorganizzazione delle risorse. Qual è il problema? Le disfunzioni sessuali non sono mai problematiche proprie del singolo individuo, ma devono essere considerate, e trattate, come problematiche della coppia. I disturbi di uno dei componenti inevitabilmente provocano “effetti collaterali” sull’altro, causando non solo “danni alla coppia” ma anche “coppie di danni”. Così spesso nei partner di donne con vaginismo si sviluppa disfunzione erettile, o viceversa, nelle partner di pazienti eiaculatori precoci può essere riscontrata anorgasmia, ed un calo del Prof. Vincenzo Mirone, Segretario Generale SIU Ordinario di Urologia Università “Federico II” di Napoli desiderio di un membro della coppia nella maggior parte dei casi trascina l’altro. Ciò si traduce, troppo spesso, nella rinuncia alla sessualità. Cosa fare? Ribaltare una prospettiva distorta dalla carenza di conoscenze e imparare a guardare avanti con l’aiuto di chi può nuovamente restituire libertà e dignità, solo momentaneamente perdute. Il benessere psico-fisico della coppia passa obbligatoriamente dal completo benessere di en- trambi i partner. Attraverso un percorso comune di consapevolezza e di condivisione, uomo e donna possono crescere insieme come coppia, traendo vantaggio dal dialogo e dalla conoscenza reciproca. Quando il primo Dipartimento? Aprirà a Napoli a dicembre, presso un ambulatorio dedicato dell’AOU ‘Federico II’ – ci spiega Vincenzo Mirone, Segretario Generale SIU – Presto sarà tutto disponibile online sui siti delle Società Scientifiche e quelli dell’Azienda Ospedaliera Universitaria. Entro il 2014, l’obiettivo di ampliare l’esperienza coinvolgendo centri in città pilota quali Roma, Milano, Firenze, Palermo. In caso queste esperienze si rivelassero positive, l’obiettivo è quello di creare dei riferimenti per ciascuna regione o, almeno, per aree macroregionali. Mancano figure come psicologo e sessuologo in questa iniziativa? L’obiettivo iniziale di Urologi e Ginecologi è stato quello di far emergere problemi della coppia che, normalmente restano sommersi, sottolineando la natura “medica” di queste disfunzioni. Troppo spesso fenomeni quali anorgasmia, eiaculazione precoce, disfunzione erettile sono stati etichettati e bollati come “problemi psicologici”. Vogliamo far capire come in realtà si tratti di patologie che riconoscono delle cause precise, il cui riconoscimento è estremamente importante per fare una buona diagnosi, e che possono essere curate. In seguito, quando si sarà fatta una corretta informazione e creato il giusto background, l’apporto di altre figure professionali quali psicologi e sessuologi potrà essere fondamentale per affrontare a 360° il problema del benessere di coppia. FREQUENTI PROBLEMI SESSUALI E DATI (Indagine DOXA 2013) EIACULAZIONE PRECOCE E ANORGASMIA L’eiaculazione precoce è il disturbo sessuale maschile più comune, colpisce circa 4 milioni di italiani e può manifestarsi a qualunque età. L’eiaculazione precoce è una condizione medica spesso sottodiagnosticata: il 90% di chi ne soffre non si è mai curato e appena 1 su 10 sa che sono disponibili soluzioni efficaci. Spesso questo disturbo si accompagna ad anorgasmia, cioè alla difficoltà o all’impossibilità persistente o ricorrente a raggiungere l’orgasmo, che rappresenta il più frequente disturbo sessuale femminile e riguarda 4,5 milioni di donne. DISTURBI DEL DESIDERIO SESSUALE Interessano 2,5 milioni di donne. Il desiderio sessuale si riduce con l’età, mentre il distress, il disagio causato dalla perdita di desiderio, è inversamente correlato all’età: è massimo nella donna più giovane. Il 15% della popolazione maschile di età compresa tra i 18 e i 60 anni, pari a oltre 1 milione di uomini soffre di disturbi del desiderio. Dati recenti indicano un aumento della percentuale di disturbi del desiderio nell’uomo,specie in ambiente metropolitano ad elevato indice di stress cronico. DISFUNZIONE ERETTILE E VAGINISMO La disfunzione erettile è strettamente correlata all’età e in Italia ne soffrono oltre 3 milioni di uomini, ma viene affrontata solo dal 10%. In una discreta percentuale di casi, si accompagna a vaginismo nella partner, contrazione involontaria dei muscoli che circondano la vagina al momento del rapporto. Può variare da una forma lieve che determina tensione e disagio fino a forme gravi che impediscono il rapporto stesso. Il vaginismo interessa circa 1 milione di donne mentre la dispareunia, il dolore genitale durante la penetrazione, può interessare fino al 12% della popolazione femminile in pre-menopausa e fino al 30 % delle donne in post-menopausa. senzaetà 11 Primo Piano problema sesso IL PUNTO DI VISTA DELLA PSICOTERAPIA “ Sono diversi i disturbi psicosomatici che possono incidere sulla coppia al punto da portare alla separazione – ci dice Sabrina Mencarelli, psicologa psicoterapeuta coordinatrice Palazzo Francisci di Todi – Frequenti i disturbi dell’erezione, della performance, una timidezza dell’uomo rispetto al genere femminile, problemi relazionali. Lo stress è la causa prevalente: pochi spazi individuali e per la coppia, tra lavoro e figli, poco tempo libero dal lavoro. Gli uomini preferiscono guardare alle cause dal punto di visto organico, mentre la realtà è che ci sono diversi aspetti che incidono e che si condizionano a vicenda. Con la psicoterapia vengono spesso fuori difficoltà ad avere interessi comuni o nella comunicazione. Se i disturbi poi permangono anche dopo che si è cercato di risolvere queste situazioni, allora si tratta di problemi organici. In realtà, il 30% dei disturbi che sembrano organici si rivelano poi problemi psicologi della coppia. C’è poi il fatto che la donna ha una maggiore comunicazione con il ginecologo, mentre l’uomo non instaura questo rapporto di dialogo con l’urologo. Questo tipo di Dipartimenti può contribuire ad evitare le separazioni e a diffondere una buona prevenzione, importante anche presso i medici di base. È saliente però la figura dello psicologo”. Consigli per la coppia? “Parlarsi e non far finta di niente, essere partecipi alle difficoltà dell’altro, ai momenti di stress e stanchezza senza nascondere le difficoltà. Prima la comunicazione verbale e poi quella corporea, altrimenti la coppia si isola”. “La questione del Pronto Soccorso sessuale per la coppia è stata sollevata da Ginecologi e Urologi come presidio medico, pertanto non prevede e non prende in considerazione la partecipazione della figura dello psicologo, tantomeno del sessuologo – ci precisa Margherita Napoli, psicoterapeuta e sessuologa, vicepresidente ARPES, Associazione Romana di Psicologia e Sessuologia – Ma è logico che se parliamo di un’emergenza medica, e il pronto soccorso la presuppone, il problema deve avere una soluzione immediata. Non entriamo cioè nell’ambito della sessuologia, dove l’immediatezza non risolve problematiche di ben altra natura. I problemi più frequenti sono eiaculazione precoce, disfunzioni erettili, vaginismo; richiedono risoluzioni complesse anche nel tempo, impos- 12 senzaetà Dott.ssa Margherita Napoli, psicoterapeuta e sessuologa, vicepresidente ARPES Dott.ssa Sabrina Mencarelli, psicologa psicoterapeuta coordinatrice Centro Palazzo Francisci di Todi sibili da trattare al pronto soccorso! Sono aumentate le problematiche sessuali? “Ci sono sempre state, sia nel single che nella coppia, solo che oggi c’è maggiore propensione a curarsi, soprattutto quando campagne di sensibilizzazione spingono ad esporre i propri problemi. Una volta nessuno chiedeva aiuto, neanche al medico di famiglia, mentre quando arrivano da me le persone oggi hanno già fatto cento esami. Spesso invece basterebbe fare una sola domanda, ma al sessuologo. La sessuologia aiuta, in sostanza, a riprendersi la normalità della propria vita sessuale. Se si è in coppia, una vita sessuale soddisfacente, accettabile”. Consigli? “Il sessuologo chiede sempre: da quanto tempo si verifica questo tal problema? Se l’individuo, uomo o donna che sia, l’ha sempre avuto, può essere un caso medico, una patologia. Altrimenti bisogna risalire alla causa scatenante e lavorare su quella. C’è anche da scoprire se ci sono cause come alcool, droga, fumo, etc. Nella visita medica andrologica, comunque, sono rare le cause organiche e facilmente riconoscibili, come il varicocele”. senzaetà 13 Primo Piano allarme omofobia Istat: il 47,4% di italiani ammette di aver sentito amici o parenti insultare omosessuali MORIRE diOMOFOBIA Mentre l’Italia attende una legge, interpelliamo politica, associazioni e Chiesa U n salto nel vuoto, 11 piani: l’addio alla vita di Simone, 21 anni. Una lettera in tasca: “L’Italia è un Paese libero ma ci sono gli omofobi. Chi ha questi atteggiamenti deve fare i conti con la propria coscienza”. La cronaca torna a svegliarci con la realtà, molto più dura di un polverone mediatico come quello seguito alle dichiarazioni del patron Barilla, a settembre: “Non faremo pubblicità con omosessuali perché a noi piace la famiglia tradizionale”. A fine agosto il Consiglio Nazionale degli Psicologi interveniva sui detrattori della legge antiomofobia che stava per essere discussa alla Camera: “Affermare che l’omosessualità possa essere curata o che l’orientamento sessuale di una persona si debba modificare – dice il presidente Giuseppe Luigi Palma – è un’informazione scientificamente priva di fondamento e portatrice di un pericoloso sostegno al pregiudizio sociale ancora così fortemente radicato nella nostra società”. Amnesty International parla di un’Unione Europea in 14 senzaetà cui non si contrastano adeguatamente i crimini d’odio per omotransfobia. L’Italia non ha una legge sul tema né possibilità di matrimonio per coppie dello stesso sesso. Ha registri delle Unioni Civili, riconoscimento giuridico della coppia di fatto, creati da Comuni e Regioni; non da tutti. A settembre un segnale: passa alla Camera la legge che estende la Reale-Mancino ai reati di omotransfobia, ora in attesa di arrivare in Senato. Maggioranza spaccata, testo che passa con voti Pd e Sc, nonostante il no Pdl. Polemica sul subemendamento Gitti: non costituiscono discriminazione aggravata dall’omofobia le opinioni “assunte all’interno di organizzazioni che svolgono attività di natura politica, sindacale, culturale, sanitaria, di istruzione ovvero di religione o di culto, relative all’attuazione dei principi e dei valori di rilevanza costituzionale che connotano tali organizzazioni”. Tentiamo un approccio per cercare di capire, con tre diverse voci. FLAVIO ROMANI, presidente Arcigay. Cos’è l’omotransfobia? Perché serve una legge che la contrasti? Un coacervo di modi di sentire e approcciarsi in maniera negativa verso persone omosessuali e transessuali. Un’avversione spesso irrazionale e non facilmente spiegabile, basata in genere sul più trito pregiudizio, che a seconda dell’intensità si concretizza in gradazioni che vanno dal fastidio al disgusto, fino all’odio con conseguenti atti di discriminazione e nei casi più gravi di violenza, psicologica e fisica. Una legge che punisca questi atti, assimilabili agli atti di razzismo, è doverosa e metterebbe il paese al pari delle altre democrazie europee che da anni l’hanno approvata. Sono necessarie anche azioni di tipo culturale e sociale che facciano maturare la società come più aperta e inclusiva.L’estensione della Reale-Mancino non vi ha soddisfatti, causa il subemendamento inserito per “salvaguardare la libertà di opinione”. La Reale-Mancino non si occupa di libertà d’opinione, ma di colpire razzismo, xenofobia, antisemitismo, odio a carattere religioso, e presto, si spera, anche odio omofobico e transfobico. Lo Stato decide di mettersi dalla parte delle vittime e punisce in maniera decisa e pesante i crimini generati da questi fenomeni. La legge c’è dal 1975 nella prima formulazione, dal 1993 nella sua revisione. Nessuno ha mai sollevato la questione della presunta limitazione della libertà d’opinione. Ora che si vuole proteggere gay, lesbiche e trans, è un problema. È un modo per non ammettere che, ancora una volta, si vogliono escludere milioni di persone omosessuali e transessuali da qualsiasi norma di legge; poco importa se vengono escluse, discriminate, picchiate, violentate e spesso uccise. Importante è mantenerle fuori dal diritto e costringerle all’invisibilità sociale. Quale sarebbe una “buona legge”? Basterebbe inserire nella Reale-Mancino anche le fattispecie legate all’orientamento sessuale e all’identità di genere, o se si preferisce all’omofobia e alla transfobia, al pari e allo stesso livello delle altre fattispecie. Non rivendichiamo privilegi, ma dato che come categoria sociale siamo colpiti da pregiudizio e violenze, è giusto che venga applicata la stessa normativa che colpisce chi si accanisce contro persone di colore o ebrei. Lo chiede l’Europa. Molti paesi a cui ispirarsi. Il caso paradossalmente più interessante è la Spagna: non esiste una norma specifica contro l’omofobia, ma c’è il matrimonio per le persone dello stesso sesso, norma che sancisce piena e completa uguaglianza al di là dell’orientamento sessuale. A chi può rivolgersi chi è vittima di discriminazione omotransfobica? Ad associazioni come Arcigay, Arcilesbica, MIT, Agedo (genitori con figli e figlie omosessuali), Famiglie Arcobaleno (genitori omosessuali, cioè gay e lesbiche con figli), per problematiche sul lavoro alla CGIL settore Nuovi Diritti; all’UNAR, Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, organismo nella Presidenza del Consiglio (www.unar.it). IVAN SCALFAROTTO, Pd, relatore alla Camera del testo di estensione della legge Reale-Mancino al reato di omotransfobia. Cosa ha rappresentato questa approvazione? La vittoria di aver esteso integralmente la legislazione esistente - una legge che colpisce sia tutti i reati fondati sull’odio (“hate crime”) che i discorsi di odio che incitino alla violenza o alla discriminazione (“hate speech”) - a omofobia e transfobia. Spero in tempi brevi al Senato, soprattutto perché recenti e tristissimi fatti di cronaca dicono che l’emergenza non è cessata. E il subemendamento contestato? Un passo necessario a portare a casa l’approvazione della legge alla Camera. In realtà ciò che fa è non considerare reato eventuali decisioni interne di organizzazioni quali partiti, sindacati o associazioni religiose purché siano conformi alla legge e assunte nell’esplicazione dei principi costituzionali che caratterizzano quelle organizzazioni. Se una scuola cattolica rifiutasse di assumere un insegnante apertamente omosessuale o ebreo (il subemendamento si applica a tutte le discriminazioni) il direttore della scuola non potrebbe essere incriminato per questo ai sensi della Legge Reale-Mancino. Ovviamente a quell’insegnante resterebbero le altre forme di tutela di diritto civile o diritto del lavoro: eventuale risarcimento del danno, eventuale reintegrazione sul posto di lavoro, ecc. Quale sarebbe la “legge perfetta”? Intanto il voto alla Camera è stato il primo favorevole nella storia del parlamento italiano su una materia di interesse e a protezione della comunità omo e transessuale italiana. La legge perfetta sarebbe l’estensione della Reale-Mancino senza emendamenti. È però una legge molto ficcante, e penale: non si valutano razzismo e omofobia sotto il profilo dell’etica ma come crimini da reprimere con sentenza che preveda reclusione o altre sanzioni penali. Non tutte le opinioni che esprimano sentimenti razzisti possono essere considerate crimini, anche se ci repellono: se qualcuno dice di essere contrario al matrimonio tra due donne o due uomini, è un’affermazione omofobica? Personalmente lo è, ma non può essere considerata reato. Il subemendamento Gitti, che spero sia migliorato o addirittura espunto al Senato, non era tale da farci affondare l’estensione dell’intera legge, con cui abbiamo introdotto reati di omofobia e transfobia, divieto di costituire associazioni omofobiche e transfobiche, stabilito un’aggravante per i reati a stampo omotransfobico e procedibilità di ufficio per i reati ispirati da omotransfobia, inclusi quelli contro l’onore. Rinunciare a ciò in attesa, forse, della prossima legislatura sarebbe stato un errore molto grave. senzaetà 15 Primo Piano allarme omofobia Gaycenter Roma: solo 1 caso su 10 VIENE denunciato, nel 2013 circa 120 casi trattati All’Unar arrivati 63 episodi violenti e discriminazioni gravi, 144 nel 2012 PADRE GIANFRANCO GRIECO direttore di “Familia et Vita” del Pontificio Consiglio per la Famiglia - Città del Vaticano. Cos’è l’omosessualità per la Chiesa? Premesso che la Chiesa condanna il peccato non il peccatore, è una tendenza disordinata della sessualità. Queste persone meritano rispetto, comprensione, attenzione e amore. Occorre guidarle verso ravvedimento e conversione del cuore, con la grazia che viene da Dio. Se è vero quanto ha detto Papa Francesco “Chi sono io per giudicare un gay che alla ricerca di Dio?”, è vero che il sacerdote non deve giudicare ma perdonare sempre e guidare verso la strada dell’illuminazione quanti vivono questa tendenza. Cosa dice la Chiesa in merito al dibattito su una legge anti-omotransfobia? La Chiesa ha le sue leggi ‘spirituali’, al riguardo è bene che lasci a quanti hanno pubbliche responsabilità di emanare norme che tutelino il bene comune. Non è possibile ricorrere alla violenza mortificando, offendendo o uccidendo la vita delle persone omosessuali e transessuali. La violenza deve essere sempre condannata. I provvedimenti li prenda lo Stato con leggi che rispettino la persona umana. Il consiglio per i genitori che si trovino ad approcciare l’omoses- 16 senzaetà sualità di un figlio o che lo vedano in situazioni di discriminazione omotransfobica? “Vai dal sacerdote, dal tuo confessore, dal tuo padre spirituale”. La vita spirituale è al di sopra della vita fisica, corporale, sessuale. I genitori chiedano consiglio a lui e dicano ai figli di partecipare alla vita sacramentale; compiano opere di carità verso ultimi, indifesi, deboli. Familiarizzino con Gesù che è la vera medicina che guarisce. Il resto tocca ad altri: psicologi, sessuologi, antropologi. Tutti facciano la loro parte. Discriminare, deridere, offendere, uccidere è peccato perché offende l’uomo e di conseguenza offende Dio. Tempo fa, Arcigay e Istituto Superiore di Sanità parlavano di 100.000 bambini con genitori omosessuali, numero in crescita. Come cambia la famiglia? La Chiesa affronta il cambiamento? L’approccio dal punto di vista teorico, soprattutto in questa stagione segnata dall’avvento di Papa Francesco, è aprire le braccia del perdono, della misericordia. Il problema è come sacerdoti, parroci, confessori percepiscano queste delicate modifiche. Un labirinto di situazioni difficili da uniformare. Chi ha responsabilità di guidare anime, intelligenze e cuori ha un unico e grande modello: Gesù misericordioso. Ci vogliono grande attenzione, capacità di ascolto e vicinanza ai genitori che vivono, con figli e figlie, questa situazione. Rispetto e preghiera per loro e con loro. Un dato di fatto è anche che in genere i genitori omosessuali restano, purtroppo, sul piazzale della chiesa, non entrano, non ascoltano la parola di Dio, non amano avere consigli e spesso vivono come chi ha perduto senso e strada della vita. Anche loro però, soprattutto loro, devono sentirsi figli di Dio. Un giorno si rivelerà anche a loro come amico e compagno di viaggio. Maria Chiara La Rovere senzaetà 17 Focus IAIO Curarsi in Europa quale libertà possibile? E’ ufficiale. IAIO, Fondo Integrativo del Servizio Sanitario nazionale, è Fondo riconosciuto dal ministero, L’attestato di iscrizione al Registro Fondi, è stato trasmesso in data 7 novembre scorso dal Ministero della Salute alla sede centrale di Ancona, in attuazione del “Decreto Sacconi” di cui all’art. 9 del D.Lgs 229/99. “E’ una notizia che apprendo con immensa soddisfazione, a corollario della Bontà Onestà e Trasparenza del nostro operato nel rispetto delle norme che statuiscono i Fondi Sanitari Integrativi” ha commentato il presidente Iaio dott. Filippo Bambara. Che ci invia questo suo intervento. C on la Direttiva 24/2011/UE si aprono le frontiere per le prestazioni sanitarie cosiddette transfrontaliere quindi la libertà di usufruire da parte del cittadino comunitario assistenza sanitaria in tutta l’Unione europea. La IAIO Fondo Integrativo del Servizio Sanitario Nazionale con le sue Associate/convenzionate (Dicasi IAIO ISS) hanno recepito integralmente, attraverso il proprio Codice Etico, la Carta Europea dei Diritti del Malato presentata a Bruxelles il 15 novembre 2002 che sintetiz- 18 senzaetà za i fondamentali requisiti per il soddisfacimento dei fabbisogni emergenti della persona in tema di salute. I principi ispiratori sono: sussidarietà , equità, eccellenza ed i valori fondamentali vengono individuati in etica, sicurezza, qualità ed economicità. Il Codice Etico IAIO F.I.S.S.N. garantisce e soddisfa tutte le norme e le condizioni previste dalla Direttiva in parola “conditio sine qua non” per il rimborso della spesa sostenuta una volta rientrati nel paese di provenienza. Giova sottolineare che la presente Direttiva non si applica per i rimborsi di spese sanitarie di seguito evidenziate: servizi nel settore dell’assistenza di lunga durata; trapianti d’organo; programmi pubblici di vaccinazione. La “IAIO Fondo Integrativo del Servizio Sanitario Nazionale” è un’associazione “no-profit” che ha come scopo fondamentale la promozione sociale dei servizi Odontoiatrici, delle Cure Termali, della Medicina non Convenzionale e dell’ Attività SocioSanitaria è presente sia in Italia Filippo Bambara presidente Nazionale IAIO Ma come funziona IAIO? Il sistema posto in essere, in primis, vede la presa in carico degli associati IAIO per cui attraverso Statuto, Codice Etico, Regolamento Applicativo, Accreditamento “Tra Pari”, Debito Informativo, Piano Sanitario e Tariffari si definisce il “Contratto di Garanzia” ai fini delle necessaria trasparenza degli accordi nei servizi resi in ambito UE che vedono coinvolti questi Attori (Associazione IAIO F.I.S.S.N. le Strutture, i Professionisti e gli Associati/Utenti). “Abbiamo sempre sostenuto – dice il presidente Bambara - che i professionisti aderenti alla nostra rete non sono “i più bravi del mondo” ma la loro formazione riscontra in toto i requisiti richiesti dalle normative comunitarie, i prodotti e le attrezzature sono uguali a quelli degli altri paesi UE. Siamo convinti che la diversità dei sistemi culturali più che una minaccia rappresenti un formidabile punto di forza idonei a creare valori ed eccellenze. Ed è proprio in ragione di questo che la IAIO F.I.S.S.N. ha avviato una serie di accordi con strutture sanitarie operanti nei paesi comunitari che condividono il nostro programma, le nostre procedure operative, il nostro “accreditamento tra pari”, tutto ciò a tutela dei nostri associati. Noi crediamo in un sistema che non deve più confrontarsi con “l’offerta” tra Stato Regioni ma sulla richiesta centrale in base alla introduzione di criteri di parametrazione dell’efficienza, della qualità e del rapporto tra costi e benefici previsti dalla “Riforma Ter”. che in diversi Paesi della UE . La IAIO F.I.S.S.N. è una comunità solidale (Welfare Community) a cui aderiscono: in qualità di Soci promotori le strutture e i singoli professionisti e in qualità di Soci sostenitori gli Utenti. La stessa si fa garante del rispetto dei suoi valori fondamentali affinchè i vantaggi riservati ai suoi Soci siano trasformati in “valore aggiunto” da estendere anche a persone in particolare stato di disagio socioeconomico così da poter avere accesso a livelli essenziali di assistenza sia nell’odontoiatria, cure ter- mali, medicina non convenzionale, attività Socio-sanitarie, attraverso strutture pubbliche e private autorizzate ed accreditate Istituzionalmente o “TRA PARI”. L’Associazione no-Profit IAIO, in collaborazione con la società Sanit@italiana, allarga la sua operatività, ad altre branche specialistiche mediche, Il Manuale di qualità della IAIO F.I.S.S.N. indica i criteri e le procedure operative che tutte le strutture e professionisti sanitari aderenti devono possedere. In tal senso abbiamo condiviso la standardizzazione del siste- Quindi, capovolgendo e ridistribuendo le responsabilità come sinora conosciute: non più in capo a Stato, Corporazioni, Regioni, Politica, etc. ma alle parti coinvolte, nella fattispecie gli attori di cui sopra, i quali indicano le regole collocando l’utente nella parte centrale del sistema, mentre la funzione di regista spetterebbe ai Fondi integrativi del S.S.N ed il controllo allo Stato. Si alimenterebbe in tal senso un circolo virtuoso in termini di competitività a vantaggio, a cascata, di una migliore qualità/offerta delle strutture. Noi crediamo in una sanità in cui l’abbattimento dei costi inizia non dalla diversità di costo di una “siringa” tra una regione e l’altra ma dal Costo analitico annuale della singola struttura pubblica (ambulatorio) per l’erogazione delle prestazioni sanitarie. ma sulle procedure operative, la formazione degli operatori, il Manuale della qualità in aderenza alle norme UNI EN ISO 9001/2008 e quelli ulteriori previsti nel Manuale Integrato per le strutture e professionisti aderenti alla IAIO F.I.S.S.N. che vedono, tra laltro, la Cartella clinica multilingue e una piattaforma comune per videoconferenza per l’erogazione della “Second Opinion” nella Ue, senza sottacere l’obbligatorietà delle strutture e professionisti dell’utilizzo di un sistema informativo che consente attraverso il software specifico appositamente configurato e cucito sulle esigenze e know how del Fondo (dicasi IAIO F.I.S.S.N.) di avere in tempo reale trasmissione e controllo delle prestazioni erogate dai Soci Promotori della IAIO F.I.S.S.N., l’appropriatezza delle stesse, la verifica dei titoli e specialità riconosciuti dalla UE, copertura assicurativa delle strutture e dei professionisti nonché, i risultati finali della assistenza prestata, incluso il gradimento degli utilizzatori dei servizi (dicasi Utenti/Soci IAIO). Veterinaria Se il paziente dice miao “ Dottore la prego risolva il problema, è uno di famiglia!” . Alla clinica veterinaria “Roma Sud” questa frase è all’ordine del giorno… ad ammettere infatti che il nostro cane o il gatto sia come un essere umano, sembra ci sia ancora pudore e imbarazzo. Ma l’attenzione rivolta al loro benessere utilizza parametri sempre più vicini a quelli dell’uomo. In tal senso la medicina veterinaria si sta evolvendo a grande velocità nel campo specialistico e diagnostico. Questa clinica di Roma è un’eccellenza vera, si nota subito, entrando: come in ospedale c’è il Pronto Soccorso, il reparto riabilitazione, addirittura l’emodialisi! Ce ne parla la dott.ssa Daniela Mignacca, Direttore Sanitario della Clinica Veterinaria Roma Sud. Come è strutturata la clinica? La clinica svolge attività di medicina di base, pronto soccorso e medicina specialistica avvalendosi di personale medico, tecnico e amministrativo di segreteria. Durante il giorno lavoriamo per appuntamento, mentre negli orari notturni e festivi c’è il pronto soccorso. Questo è, a tutti gli effetti, un ospedale veterinario anche a livello normativo. Come Clinica siamo la terza in Italia ad avere l’unità di Emodialisi… Cani, gatti e C… Qual è la clientela più frequente? Ci occupiamo di animali da compagnia, anche se oggi il 20 senzaetà termine si è esteso a razze non convenzionali diventate domestiche, come conigli, furetti, rettili, tartarughe e alcuni volatili. All’interno della struttura lavora personale specializzato che si occupa solo di questi e si perfeziona sulla gestione delle diagnosi e delle loro terapie. Non possiamo affermare di avere prevalenza di cani o di gatti, lavoriamo con i pazienti del quartiere oppure casi esterni da tutta Italia per servizi diagnostici e terapeutici più avanzati. Quali sono le richieste più frequenti? Ogni giorno le persone ci chiedono diagnosi specialistiche, con la pretesa di trovare un livello di medicina e cura molto alti erogati come quelli che chiederebbero per loro stessi. Coloro che non considerano la veterinaria come un branca della medicina non vengono da noi ma si accontentano della diagnosi del loro veterinario senza fare ulteriori approfondimenti. Entrando nella clinica, al pian terreno, salta subito all’occhio la palestra per la riabilitazione motoria… La necessità di avere un reparto di riabilitazione nasce dalla grande richiesta di pazienti ortopedici e neurologici. Per il successo del trattamento chirurgico o medico è importante un percorso riabilitativo che velocizzi la guarigione, oltre a restituire autonomia di movimento all’animale e rendere più semplice la vita del padrone. Parallelamente a questo, il reparto si occupa degli animali sportivi, ossia animali che praticano percorsi di agility e compiono grandi sforzi e che necessitano di un allenamento costante come gli atleti. Una delle ultime applicazioni del reparto riabilitativo, che nei prossimi anni sarà sempre meno marginale, è il trattamento dell’obesità, un problema ancora sconosciuto trent’anni fa negli animali da compagnia ma oggi diventato allarmante come nell’uomo. Valentina Vittori dott.ssa Daniela Mignacca, Direttore Sanitario della Clinica Veterinaria Roma Sud Emodialisi e oncologia: nuova era della medicina veterinaria La clinica Roma Sud dispone di una diagnostica avanzata e quindi una tac 16 strati, una risonanza magnetica, un reparto di emodialisi con tre unità, monitoraggi avanzati in tutte le postazioni anestesiologiche, radiologia digitale, tre unità rianimative dotate di respiratore automatico, due sale chirurgiche di cui una dotata di microscopio operatorio, un reparto di laparoscopia e toracoscopia per effettuare chirurgia mininvasiva, due laser chirurgici e una camera iperbarica. Il reparto di oncologia ha la possibilità di praticare l’elettro chemioterapia, dove lavorano, in equipe, due chirurghi e due professionisti di oncologia medica. L’oncologia è molto importante per due motivi: la patologia neoplastica è emergente negli animali come nell’uomo grazie alla moderna diagnostica. Inoltre, gli animali sono considerati delle sentinelle epidemiologiche: laddove i nostri amici si ammalano di cancro è possibile che negli anni successivi anche le persone riscontrino neoplasie. senzaetà 21 Regalo natalizio Feste in tavola Emozioni in bottiglia il regalo più gradito E se a Natale regalassimo del vino? Mai banale, sempre gradito, è come donare un pezzo di territorio, un sorso di benessere, una sensazione tangibile di cultura… insomma tante emozioni in una, da gustare in compagnia. Ci aiuta ad orientarci una vera esperta in materia, Angela Velenosi, che ha appena terminato la vendemmia negli oltre cento ettari di viti coltivate nella sua azienda, ad Ascoli Piceno. Che vino avremo da questa vendemmia? “Ritengo che, nonostante le preoccupazioni della vigilia che ci hanno spinto ad eccessive precauzioni di tutti i tipi, i risultati sono stati inaspettati e dunque, il vino alla fine sarà buono come al solito. Forse anche un po’ di più!” Non avevamo dubbi: lei, Angela, è una im- Il vino da regalare, fra Passerina, Pecorino e le immancabili bollicine… Finita la vendemmia, qualche domanda ad Angela Velenosi prenditrice che basa tutto sulla passione. Ma fare il vino è sempre una gran bel mestiere, un’arte capace di far sognare, come dice la filosofia Velenosi, oppure con questa crisi… “Non sono il tipo che si lamenta. Anzi qui ci rimbocchiamo le maniche e partiamo. Ogni volta con grande motivazione. Solo, occorre tanta attenzione. Conta anzitutto la qualità del prodotto per chi come noi dalle Marche abbiamo produzioni limitate. Nessuno può più competere con le grandi quantità di fascia bassa, quel vino che, destinato a enorme consumo, si trova a prezzi stracciati con etichette di varia natura per un’offerta sempre più frammentata. La mia azienda guarda alla piccola quantità, ma fa massa critica. Partecipa alle fiere nel mondo e fa fare bella figura alle Marche, meritando premi prestigiosi…” 22 senzaetà Comunque parliamo di 2,6 milioni di bottiglie prodotte all’anno, una varietà di vini fra rossi (65%) e bianchi notevole, premium wine e l’ammiraglia, le bollicine di prestigio… “Gran Cuvèe, Charmat di passerina e altre etichette di prestigio appartengono alla tradizione Velenosi… se si pensa al regalo per le feste…” Dall’uva passerina al pecorino…. Questi sono i vini che adesso vanno più di moda… “Il monovitigno è popolare e l’etichetta diretta rimane più facilmente nell’immaginario collettivo. E’ anche vincente sul mercato internazionale: ce lo chiedono in molti Paesi. Per il suo gusto leggero e piacevole, meno impegnativo di qualche riserva di rosso. E poi questi nostri vini rappresentano davvero il territorio del sud delle Marche. Genuini e sinceri, se dovessi usare aggettivi”. Angela Velenosi responsabile vendite Velenosi senzaetà 23 Regalo natalizio Feste in tavola F Francesca Negri, giornalista e scrittrice trentina, esperta di enogastronomia anatica del tacco 15, Cavaliere del Sovrano e Nobilissimo Ordine dell’Amarone e del Recioto, cronista enogastronomica e scrittrice, ha racchiuso il lato femminile, chic&sexy, dell’enogastronomia in un blog magazine che miete lettori ogni minuto, seguaci di un nuovo modo di essere donna emancipata e di vedere la donna, fuori da facili clichè e luoghi comuni. La giornalista trentina Francesca Negri torna a raccontarci il suo mondo, ci instrada sulle più interessanti ricette delle montagne italiane (racchiuse nel suo settimo libro), ci consiglia per le feste: cosa non può mancare nel menù delle coppie e delle famiglie italiane? Come acconciarsi…ai fornelli? CIBO, VINO, AMORE Le feste secondo Geishagourmet D alle avventure di Cleo nel romanzo “Sex and the wine”, ritratto di una nuova generazione di donne che fa del piacere enogastronomico un simbolo di emancipazione, alla cucina di montagna, soggetto del suo nuovo libro. Qual è il bello di 24 senzaetà questa cucina? Non è una novità per me far coesistere, nel mio lavoro, temi più “seri” e temi più “leggeri”. “La cucina di montagna. Tutta l’Italia d’alta quota in 315 ricette della tradizione” (ed. Ponte alle Grazie) è il mio settimo libro: prima, oltre al mio romanzo “Sex and the wine”, avevo già pubblicato altri libri di cucina, vino e monografici su degli chef, anche per Gribaudo-Feltrinelli. Due sono stati anche Premio Selezione Bancarella della cucina (“La storia nel piatto” e “Oro Giallo”, ed. Curcu&Genovese), altri, finalisti del Premio Cesare Pavese (“Il Menu del vino”, “Sex and the wine”). La cucina di montagna è il mio omaggio al microcosmo delle vette, e nessuno, prima d’ora, aveva racchiuso in un unico volume le ricette di tutta la montagna italiana: il mio libro lo fa, e chiaramente è una selezione personale tra i piatti che ritengo più significativi, perché è chiaro che patrimonio culinario d’alta quota va ben ol- tre 315 ricette. Il bello di questa cucina è che è attualissima: è a chilometro zero, usa ingredienti per lo più poveri, predilige frequentemente il riciclo, è piena di gusto ma non necessariamente di calorie, e mette molta allegria. Ma soprattutto è un patrimonio storico e culturale da difendere, un testimone “gustoso” di dominazioni e migrazioni: per questo, una parte del libro è dedicata alla ricerca delle usanze delle minoranze etniche a tavola (dai Walser ai Friulani), frutto di mesi e mesi di lavoro, perché anche in questo caso non esisteva, prima d’ora, qualcosa che raccontasse in maniera completa anche questo aspetto del patrimonio gastronomico montano. “La cucina di montagna. Tutta l’Italia d’alta quota in 315 ricette della tradizione” (ed. Ponte alle Grazie), il settimo libro di Francesca Negri. E FANTASIA Un blog magazine per raccontare il lato femminile dell’enogastronomia. Come va questa sua creatura? Rispecchia la donna di oggi? Geishagourmet è nato per divertimento ma in realtà è un lavoro a tutti gli effetti. I lettori sono variegati, divisi equamente tra uomini e donne, e ora siamo a quota poco meno dei 100mila visitatori unici all’anno. Non male per un blogmagazine che non è mai stato pubblicizzato e che ha come lettori appassionati ed esperti del settore. Geishagourmet sicuramente rispecchia un nuovo modo di essere donna e lo vuole promuovere: l’idea è quella di diffondere l’idea di una donna libera di godere dei piaceri del cibo e del vino, piaceri che, in un modo o nell’altro, le sono sempre stati negati. Amore, sensualità, vino e cucina...il tutto in salsa natalizia. Se dovesse consigliare un menù delle feste per la coppia, cosa indicherebbe? Natale è forse l’occasione in cui la tavola è davvero ricca, in cui si è disposti anche a chiudere un occhio con le spese e concedersi cose che usualmente non si consumano. Alla coppia consiglierei, per quest’anno, di non cucinare molto, lasciando spazio alla mise en place e alla scelta di ingredienti strepitosi, da mangiare con le mani: champagne, ostriche, crostacei, tartufi, foie gras, formaggi peccaminosi come il Camembert al Calvados o l’affinato allo Chablis… Per Capodanno, mai senza cotechino, zampone di maiale nero, un bel Lambrusco Per fine anno, invece, cosa consiglierebbe per le famiglie italiane? Si va sul classico o propone “svisate sul tema”? Premetto che io non amo molto i festeggiamenti del Capodanno, per questo credo che una bella cena tra amici sia la cosa migliore. Il piacere di cucinare tutti insieme, il calore del caminetto, una buona bottiglia di vino e via, la serata è fatta. Quello che non può mancare, per me, è il cotechino di Cremona e lo zampone di maiale nero, magari annaffiato con un bel Lambrusco, che fa tanto cheap&chic. Oggi ci sono dei produttori straordinari, il Lambrusco non è più sinonimo di vino dozzinale, ma sta riacquistando la qualità che ne ha sempre fatto un vino eccezionale. La donna durante le feste cucina abbastanza, di solito, ma dovrebbe comunque essere “gradevolmente sistemata”. Non sempre ci si riesce. Qualche consiglio in proposito? Come dicevo prima, scegliamo grandi materie prime, così non dobbiamo cucinare molto. Ma se proprio non vogliamo rinunciare a spadellare tutto il giorno, beh, un buon trucco a lunga tenuta, un rimmel waterproof e un grembiule particolare, magari fatto su misura (ogni tanto li segnalo su geishagourmet.com), vi faranno diventare delle cuoche davvero da ammirare. Ovviamente, senza dimenticarsi di indossare un paio di stiletto tacco12! Maria Chiara La Rovere senzaetà 25 Regalo Donna natalizio ShapingFeste in tavola Feste un occhio alla linea uno alla gola Feste natalizie e di fine anno uguale riunioni conviviali con parenti e amici in un clima caldo e amichevole, reso ancor più vivace dai dolci tipici, un tocco di allegria attorno alla tavola, tra “letterine” e regali. Per godersi appieno l’atmosfera, dimentichiamo per un po’ (nei limiti che la salute ci consente), diete e restrizioni, dando libero sfogo alla golosità che è in noi. Strategie? Agire su tre fronti: prima, durante, dopo. Dott.ssa Cristiana Aperio, Biologa Nutrizionista, Coordinatore Scientifico ReGenera research Group DURANTE: OCCHIO ALLA QUALITA’ Durante i classici pranzi e cenoni cerchiamo di soddisfare la gola puntando alla qualità piuttosto che alla quantità. Più i cibi sono di qualità e più soddisfano e gratificano il palato senza necessità di rimpinzarsi troppo! Questo vale anche per i dolci. Proviamo a scegliere dolci artigianali preparati con ingredienti selezionati cercando di evitare i dolci industriali preparati con grassi di scarsa qualità e lieviti artificiali. Meglio cercare quelli che contengono burro e lievito naturale: costano di più ma così siamo anche più motivati a gustarli senza esagerare. Lo stesso discorso vale per vini, spumanti e alcolici in genere: pochi ma buoni! DOPO: RIPRENDIAMO IL CONTROLLO L’obiettivo di riprendere il controllo vale sia per i giorni immediatamente successivi ai grandi pranzi o cene in cui possiamo consumare un pasto a base di un passato di verdure o minestrone, remineralizzante e depurativo, che per il periodo che segue le festività in cui dovremo fare uno sforzo per recuperare un comportamento alimentare corretto. 26 senzaetà PRIMA: DIETA LEGGERA DI PREPARAZIONE Per evitare che gli stravizi delle festività natalizie, che tanto bene fanno allo spirito ed alla detossificazione dallo stress, ci lascino fastidiosi chili di troppo, la prima strategia è pensare ad un’alimentazione pre-festività leggera, detossificante, drenante e purificante in modo da permettersi qualcuna delle eccezioni golose agognate. A partire dai primi di Dicembre consumiamo: -una colazione a base di latte scremato caffè o tè poco zuccherati e accompagnati da qualche fetta biscottata integrale o una fettina di pane integrale con un velo di marmellata; -uno spuntino a base di frutta fresca di stagione ( 2 clementine oppure una mela, o un cachi piccolo o un Kiwi) oppure a base di yoghurt magro; -un pranzo con un piatto di pasta o riso integrali conditi con verdure di stagione come broccoletto o zucca gialla o carciofi, e un piatto di verdure crude o cotte ed infine un frutto, stando attenti ad alzarsi da tavola senza sentirsi troppo sazi; pasta e riso andrebbero alternati un paio di volte a settimana con un piatto a base di legumi; -lo spuntino del pomeriggio sarà l’occasione per gustare una spremuta di arancia o pompelmo o melograno; -infine a cena prediligiamo le proteine scegliendo soprattutto pesce o carne magra ed una volta a settimana uova o formaggi freschi sempre accompagnati da un contorno a base di verdura di stagione cotta o cruda. Stiamo attenti a limitare la quantità di pane con cui accompagnamo il pasto serale Calorie natalizie Kcalorie x 100grammi 600Panettone farcito con crema alle nocciole 430Pandoro 350Panforte 330Panettone 260 Fichi secchi 250Datteri È facile che dietro una pubblicità sui risultati ottenibili con tariffe scontatissime, prestazioni gratuite, preventivi on-line, proposta da ambigue strutture locali o da sconosciute strutture estere, si possa nascondere qualche spiacevole sorpresa. Il paziente italiano, complice la grave crisi economica, è sempre più tentato a ricorrere a queste strutture ed è purtroppo capitato che organizzazioni senza scrupoli abbiano incassato i soldi, realizzato lavori incompleti od insoddisfacenti e soprattutto negato di fatto qualsiasi forma di tutela ed assistenza. Il Tuo Dentista è una persona vera, con un volto, un nome, un indirizzo conosciuto, che vive ed opera da sempre nel Tuo territorio e che ha interesse per la Tua salute ed il Tuo benessere e quando hai un problema sai dove trovarlo e sai che farà di tutto per risolverlo. Quando ti rivolgi al Tuo Dentista non trovi solo competenza nelle procedure cliniche che più direttamente ti riguardano anche con l’utilizzo di prodotti affidabili e tecniche e risorse tecnologiche adeguate, ma anche la corretta applicazione delle procedure per la sterilizzazione e la disinfezione, l’attenzione per l’ambiente tramite la gestione dei rifiuti, la sicurezza tua e degli operatori come previsto dalle norme sulla sicurezza negli ambienti di lavoro, il tutto garantito dall’aggiornamento professionale nell’ambito della ECM (Educazione Continua in Medicina). Questa è la grande professionalità del Tuo Dentista. Hai dubbi? Hai qualche domanda e cerchi le risposte? Hai problemi collegati alle tue cure odontoiatriche? Il Tuo Dentista è qui, rivolgiti direttamente a lui od informati presso il personale presente per individuare insieme la miglior soluzione alle Tue necessità. Realizzato con il contributo di NETWORK senzaetà 27 Oltre 23.000 Dentisti italiani appassionati del vostro sorriso. Sorriso ANDI Perché andare dal Dentista D a gran parte degli Italiani è grandemente sottovalutata l’importanza di recarsi in uno Studio Odontoiatrico per regolari visite di controllo sullo stato di salute del proprio cavo orale ... Per questo molti Pazienti - soprattutto in questi periodi di contingenza negativa e conseguente crisi economica - trascurano e/o rimandano visite, prestazioni di igiene orale, prevenzione e terapie, frequentando con minor assiduità gli Studi Odontoiatrici ! Il più delle volte si presentano solamente per prestazioni di urgenza ed emergenza, quali: •Parodontiti (affezioni acute delle gengive e dei tessuti di sostegno dei denti) •Ascessi (dovuti a carie destruenti trascurate o a pregresse patologie orali) •Pulpiti e dolori acuti (da carie profonde e/o penetranti nella polpa dentale) •Distacchi o rotture di vecchie protesizzazioni In poche parole: patologie che richiedono terapie lunghe e costose, se non estrazioni degli elementi dentali irrimediabilmente compromessi. L’errore è grandissimo nel sotto- 28 senzaetà valutare le carie ed estrarre denti (tanto ne abbiamo 32) o trascurare le patologie gengivali (due sciacqui con il colluttorio e passa l’infezione) . Nessuno di noi si farebbe amputare un dito della mano o del piede (tanto ne abbiamo 20), se questofosse ferito; tantomeno curerebbe un’infezione di un organo solo con dei semplici lavaggi ! Il cavo orale deve essere considerato - e curato - alla stregua di ogni altro organo è infatti la cavità di accesso dell’intero organismo: il cibo che assumiamo, l’aria che respiriamo attraversano questo meraviglioso organo che, se non sano, permette di veicolare germi e batteri all’interno del nostro corpo! Il Dentista è il medico specialista cui sono deputate la sorveglianza, il controllo, la terapia ed il mantenimento di un’ ottimale salute orale ! Frequentemente è il Dentista che per primo intercetta ed individua patologie quali: •lesioni orali anomali (afte, lichen, neoplasie e carcinomi) •bruxismo e serramento (con digrignamento notturno dei denti - indice anche di patologie somato-neuro- logiche) •malocclusioni e patologie della deglutizione (talvolta scatenanti disturbi della postura e deambulazione, del rachide, del linguaggio, etc.) Recarsi quindi assiduamente e con fiducia dal proprio dentista per regolari visite di controllo significa volersi bene e salvaguardare il benessere di tutto il nostro corpo. Aldemiro Mimmo Andreoni VicePresidente Vicario ANDI Marche senzaetà 29 Farmacia la storia Una famiglia di farmacisti I Russi, dinastia storica che ha guidato da Ancona le vicende farmaceutiche marchigiane per oltre un secolo. Gli eredi oggi e la Farmacia del Piano Dott.Roberto Catanzaro titolare Farmacia del Piano, Ancona L a lunga e gloriosa storia della prima e più importante azienda farmaceutica marchigiana passa attraverso le vicende di una famiglia di Ancona. Nel 1882 Davide Russi figlio di Jacob, ebreo di origine dalmata, con alcuni soci, fonda la “Società 30 senzaetà Russi & C. di Ancona, già Successori di G. Collamarini & C.i” che rileva per intero nel 1914. Ancona, forte nel commercio di sostanze naturali, era diventata all’epoca un centro sanitario e ospedaliero illustre. L’azienda farmaceutica Russi nacque come stabilimento per il commercio di droghe e spezie ma grazie all’avvento dei prodotti di sintesi, nei primi anni del Novecento, svolse una doppia attività commerciale e industriale, diventando un produttore internazionale affermato: nel 1940 contava circa 600 operai per la maggioranza donne. Purtroppo, i bombardamenti del 1943/44 rasero al suolo lo storico stabilimento di via Saffi, distruggendone anche il valore produttivo ed economico, poi le leggi raziali decretarono la fine di questa grande azienda, venduta definitivamente nel 1956. Davide e Sara Russi ebbero undici figli ma solo i cinque maschi affiancarono il padre nella con- duzione dell’azienda, muovendosi in diverse città d’Italia – le filiali furono impiantate a Bari, Forlì e Roma - per condurla a competere con le più grandi case farmaceutiche nazionali dell’epoca. Dei cinque maschi, Franco diventò primario dell’ospedale Umberto I di Ancona, Rodolfo diresse la filiale di Forlì, Giacomo fu considerato il vero artefice delle vicende aziendali, Raffaele diresse la filiale di Bari e Vito nel 1915 venne nominato procuratore del padre nella ditta. Vito visse quasi sempre ad Ancona, ebbe tre figli maschi Dino, Umberto e Adolfo. Dopo i bombardamenti del 1° Novembre 1943, i dipendenti furono dislocati da Giacomo in due diversi stabilimenti fuori città: il primo era a Villa Favorita, oggi sede dell’Istituto Studi Adriano Olivetti (ISTAO), il secondo poco distante da Passo Varano. Durante gli anni in cui la ditta Russi ha operato con successo nel mercato farmaceutico, si è avvalsa della collaborazione e del lavoro di scienziati, studiosi e personalità importanti nel campo medico, che le hanno conferito notevole prestigio. Inoltre, la continua sperimentazione e una proficua attività di ricerca hanno portato alla fabbricazione e al lancio di alcuni prodotti farmaceutici molto conosciuti, come il Sanalepsi, un antiepilettico usato nella terapia sedativa e anticonvulsiva. Certamente, il riconoscimento ottenuto dalla ditta Russi fu decretato anche da altri strumenti cardine dell’impresa, quali una buona pubblicità e un’ottima rete di distribuzione. L’azienda aveva creato un catalogo di prodotti annuale, delle cartoline postali illustrate, locandine, gadget. Il sistema di distribuzione comprendeva, oltre lo stabilimento di Ancona, una rete di depositi a Pescara e Perugia, almeno cento mezzi di trasporto e altrettante farmacie collegate. I depositi distribuivano la merce in tutta l’Italia centro meridionale e il grande parco automezzi, ideato da Giacomo, riforniva giornalmente tutte le farmacie. Dopo la guerra in seguito ad una nuova legge, i cinque maschi della famiglia Russi presero la gestione diretta delle farmacie di proprietà. Nella città di Ancona ancora oggi alcuni dei discendenti di questi vi lavorano e le gestiscono mantenendo immutato il prestigio dei padri fondatori. Franco gestì la Notturna di palazzo Jona. Alle figlie di Giacomo Liliana e Franca la farmacia ex Lanzoni, poi passata a Zecchini nel 1970. La dott.ssa Manuela Russi, figlia di Frida e Aldo Russi, è oggi titolare della Farmacia Russi e Felici di corso Amendola. Alla famiglia di Vito, il primogenito, la Farmacia del Piano. Adolfo, il figlio di Vito prematuramente scomparso, lasciò poi ai suoi figli Mario e Susanna, il cui marito, dott. Roberto Catanzaro, è l’attuale proprietario della farmacia. La dott.ssa Susanna Russi e suo marito Roberto, mantengono immutata l’alta reputazione dei loro predecessori affiancando a grande professionalità e preparazione che li contraddistinguono indubbie capacità manageriali. Perché un calendario Il dott. Roberto Catanzaro titolare della Farmacia del Piano, è anche un appassionato della storia di Ancona. Dopo averci raccontato le vicende della famiglia Russi che riportiamo qui, ha voluto fare un omaggio ai lettori di Senzaetà, consentendo di mettere in edicola insieme alla rivista l’ormai tradizionale calendario fotografico di Ancona, realizzato da Roberto Piccinni, quest’anno dedicato alle immagini più suggestive delle frazioni doriche, che sono appunto 12: una pagina per ogni mese dell’anno! senzaetà 31 Abitare il sociale Conier Sfidare la crisi con un nuovo modello L e mutate condizioni del vivere quotidiano e le rinnovate esigenze tecnologiche e di servizio della famiglia contemporanea chiedono nuove regole per abitare il futuro. Costruire dunque un quartiere integrato con tali caratteristiche diventa oggi una sfida importante. Ne abbiamo una testimonianza a Marzocca nelle Marche. Il frazionamento dei nuclei familiari, la condizione dei giovani, la carenza dei servizi pubblici, le nuove professioni casa/lavoro, le opportunità fornite dalle nuove tecnologie informatiche e dalla comunicazione, si affiancano alla nuova realtà di una popolazione anziana sempre più numerosa, per esprimere la necessità di nuovi modelli residenziali, produttivi e assistenziali in grado di ottimizzare le varie esigenze e renderne meno onerosa la gestione. La Regione Marche, una delle regioni più longeve d’Italia ma anche una di quelle dove la qualità della vita è ai più alti livelli, è sempre stata caratterizzata da una forte integra- 32 senzaetà zione tra la realtà socio-economica, la tipologia insediativa che ha prodotto un modello produttivo, residenziale, ambientale e culturale ancora oggi sostanzialmente presente e visibile e che costituisce una risorsa unica e “non de localizzabile” su cui fondare una parte importante dello sviluppo socio economico futuro della nostra comunità. Il Comune di Senigallia, dove è situata Marzocco, allegra frazione sul mare a forte con- abitativo notazione turistica, per primo nella Regione Marche, gioca la carta dei programmi operativi di riqualificazione urbana come risposta alla crisi dell’edilizia e con l’obiettivo non secondario di recuperare nel contempo aree industriali altrimenti destinate al degrado, senza consumo di nuovo suolo. Costruire il Sociale può essere un obiettivo alquanto arduo e difficile se non lo si coglie preparati. Per questo motivo la cooperativa Modulo Casa di Ancona ha raccolto la sfida legata alla crisi economica e alle nuove esigenze dell’abitare per realizzare un nuovo modello abitativo. Un comitato di esperti in vari settori (economia, urbanistica, edilizia, energia, botanica, medicina, informatica) si è offerto di guidare la progettazione del nuovo quartiere a Marzocca, per realizzare un modello abitativo finalizzato a: Nelle prossime puntate sentiremo anche il parere di chi ha lavorato e lavora con competenze diverse e grandi esperienze anche scientifiche oltre che tecniche e edilizie, at- torno a nuove formule dell’abitare che integrano appunto le esigenze di più generazioni e delle nuove famiglie che si stanno formando. • abbattimento dei costi • sostenibilità ambientale • condivisione di spazi e servizi comuni • integrazione tra generazioni senzaetà 33 Abitare il sociale Conier Con il supporto di questo comitato di esperti la cooperativa ha già definito alcune delle principali caratteristiche dell’intervento: PER LE PARTI COMUNI-CONDOMINIALI • Presenza di uno o più locali comuni da utilizzare per il tempo libero, attività ricreative, ginnastica, baby-parking, per usi privati (feste, riunioni,ecc). • Previsione di uno spazio all’aperto protetto, possibilmente adiacente ai locali comuni con le stesse funzioni ed in particolare per il gioco e la socializzazione dei bambini. • Portierato di quartiere autogestito da cooperativa di abitanti, e/o da cooperative sociali e/o da singoli privati interessati a fornire servizi saltuari a richiesta, con oneri a carico dei singoli utilizzatori dei servizi (piccole manutenzioni, pulizie, baby-parking, lavanderia, supporto ad anziani autosufficienti, gestione degli spazi comini,ecc). • Telecontrollo degli spazi comuni di quartiere e/o condominiali, anche ai fini della sicurezza. • Percorsi pedonali e ciclabili separati dalla viabilità meccanica. • Produzione di energia tramite l’utilizzo di aree ed impianti a scala condominiale e/o di quartiere (tetti, coperture di parcheggi,ecc). PER I SINGOLI ALLOGGI • Unità immobiliari ad alta efficienza energetica, predisposte per accogliere i progressi della domotica, dell’informatica e della informazione. • Alloggi a flessibilità programmata: possibilità di futuri ampliamenti con chiusura di parte di terrazzi o balconi e/o di soppalcamento di doppie altezze per soddisfare le esigenze della famiglia che cresce. • Nuove tipologie di alloggio predisposto per l’ inserimento di serre solari, orto su terrazzo, bagni aggiuntivi, facilità di modifiche interne per adeguare l’alloggio al variare delle esigenze e dell’età. • Alloggi con destinazioni miste residenza/ufficio, residenza/laboratorio per facilitare l’accesso ai nuovi mestieri. 34 senzaetà La cooperativa Modulo Casa avvia la campagna prenotazioni per trasformare una ex area industriale (inserita dal Comune di Senigallia nel Programma Operativo di Riqualificazione Urbana) in un nuovo quartiere di fronte al mare, con alloggi moderni, prestazioni energetiche e sismiche elevate, ma a basso costo, dotato di spazi comuni e servizi condominiali, secondo una nuova filosofia del costruire che ottimizza e riduce costi di manutenzione e gestione Alloggi, uffici, attività artigianali e commerciali a basso costo ed alta efficienza energetica PER ADERIRE ALLA INIZIATIVA BASTA INVIARE LA SCHEDA CHE SEGUE Alla MODULO CASA soc. coop. Via Togliatti 37/I – Ancona - tel 071/2905450 - fax 071/2907472 - e_mail: [email protected] Io sottocritto ___________________________________________________________________________ Telefono __________________________ e_mail _____________________________________________ Indirizzo (città, via) _______________________________________________________________________ DICHIARO DI ESSERE INTERESSATO A PRENOTARE SENZA IMPEGNO UN ALLOGGIO A SENIGALLIA – LOCALITA’ MARZOCCA ESIGENZE SPECIFICHE ALLOGGIO IN PROPRIETA’ PER USO PROPRIO O PER INVESTIMENTO ALLOGGIO IN GODIMENTO (AFFITTO) CON PATTO DI FUTURA VENDITA UNITA’ CON DESTINAZIONE MISTA ALLOGGIO/UFFICIO UNITA’ AD USO NEGOZIO, UFFICIO, ALTRE ATTIVITA’ CON LE SEGUENTI CARATTERISTICHE TIPOLOGIA ALLOGGIO: DIMENSIONI RICHIESTE: piano terra con giardino mq ___________ posto auto coperto piano superiore con balcone n. camere. ______ posto auto esterno n. bagni ______ senza posto auto FASCIA DI COSTO PER ACQUISTO: meno di € 100.000 da € 100.000 a € 150.000 da € 150.000 a € 200.000 più di € 200.000 CON: FASCIA DI CANONE MENSILE PER AFFITTO: meno di € 400 da € 400 a € 600 più di € 600 CHIEDO DI RICEVERE LA DOMANDA DI AMMISSIONE A SOCIO PER POTER VALUTARE LA EVENTUALE ISCRIZIONE A SOCIO DELLA COOPERATIVA Data _________________Firma _______________________________ L’inchiesta gioco d’azzardo TANTO PRIMA O POI VINCO L’Italia, gli italiani e il gioco d’azzardo Si inizia per gioco o per evadere? L ’arrivo alla fine del mese è un miraggio sempre più lontano. Le scadenze pesano come macigni sulla coscienza e sul reddito delle famiglie. Precarietà, sfiducia nel futuro e nelle istituzioni. Questo lo scenario italiano. Forse è proprio per non pensare alla vita reale che si cerca un modo per svuotare la mente, ci si abbandona all’accogliente atmosfera di luci invitanti, musichette allegre e luoghi di ritrovo, e, perché no, si approfitta per tentare la fortuna. Forse perché, in questo mondo parallelo fatto di perdite camuffate da un “tanto prima o poi vinco”, ci si sente protetti e mai sconfitti del tutto. In fondo è solo un gioco. Eccolo il gioco d’azzardo, una piaga che sta mettendo in ginocchio il nostro paese, un’industria che non conosce crisi e che si piazza al terzo posto delle attività produttive italiane con ben 76,1 miliardi di euro e circa 10 milioni guadagnati con il gioco illegale. Mentre gli italiani a rischio si aggirano ormai intorno ai 2 milioni e circa 800 mila sono le persone che ne sono dipendenti psicologicamente ed economicamente. 36 senzaetà Troppo timide e insufficienti le norme U n recente provvedimento ha sbloccato l’apertura di 1000 sale per giocare a poker, permettendo ancora una volta alle grandi lobby di “vincere”. A questo proposito è nata la campagna nazionale “Mettiamoci in Gioco”, contro i rischi del gioco d’azzardo, promossa da ACLI, ADUSBEF, ALEA, ANCI, ANTEAS, ARCI, AUSER, Avviso Pubblico, CGIL, CISL, CNCA, CONAGGA, Federconsumatori, FeDerSerD, FICT, FITEL, Fondazione PIME, Gruppo Abele, InterCear, Libera, UISP. Tutti schierati in prima linea contro la sanatoria delle penali imposte ai Concessionari di slot, che in principio rischiarono una maxi-sanzione, poi drasticamente ridotta dall’ennesimo condono arrivato dal Consiglio dei Ministri. Di più: la Corte dei Conti non si limitò a giudicare solo gli operatori ma chiese un risarcimento anche ai Monopoli di Stato, individuando nelle figure di alcuni dirigenti i diretti responsabili del danno, rei di non aver applicato la revoca delle concessioni agli operatori stessi. Le cifre della questione? Incredibili. 136mila (su 207mila qualche anno fa, oggi aumentate a più di 400 mila) le Slot che non avevano trasmesso dati in remoto ai Monopoli di Stato per un periodo ragguardevole di tempo. Dati che, se trasmessi correttamente, avrebbero consentito una chiara tassazione sulle somme incassate. 98 miliardi di euro l’ammontare della maxi-multa a loro inizialmente destinata, poi ridottasi a circa 800 milioni di euro dimostrando, in tipico stile italiano, come “alla fine dei conti è sempre il furbo a vincere”. Il pensiero comune è che, nonostante la drammaticità in cui versa il paese, il rigore e il rispetto delle regole abbiano lasciato posto al maggior potere dei grandi concessionari, che hanno alzato la solita voce grossa sulla politica. Una speranza in fondo c’è I l 25 settembre, al Parlamento, è stata approvata la legge delega sulla riforma fiscale. Essa prevede, all’art. 14, una serie di norme riguardanti il mondo del gioco: riduzione del numero massimo di slot presenti nello stesso luogo, riorganizzazione territoriale nazionale pianificata, un fondo monetario per il gioco d’azzardo patologico, definizione del ruolo dei Comuni, il contrasto alla criminalità, riformulazione di norme fiscali più trasparenti e chiare, rafforzamento del controllo e monitoraggio per la tutela dei minori, introduzione del divieto di pubblicità nelle fasce protette di radio e tv e la possibilità di essere inabilitati al gioco (iscrivendosi ad un apposito registro nazionale). Finalmente anche il Parlamento presta più attenzione verso un problema ormai saldamente radicato nel nostro territorio nazionale? Una cosa è certa. “Mettiamoci in Gioco” e il popolo italiano si aspettano che questo sia solo l’inizio della lotta al gioco, che l’approvazione di queste norme siano solo il principio per giungere ad una legge di settore che di giorno in giorno si rivela sempre più urgente e necessaria. Ilaria Iobbi Quando un farmaco induce a giocare Sembra una barzelletta ma non lo è. Chi avrebbe immaginato che un farmaco contro il Parkinson (quelli contenenti principi attivi del pramipexolo e del benserazide) avesse tra i vari effetti collaterali lo sviluppo della dipendenza dal gioco? Secondo studi condotti dall’Università degli Studi di Milano, circa l’8% dei malati di Parkinson si trasforma in un accanito giocatore. La spiegazione è nel modo di agire della porzione del cervello coinvolta nel modo di prendere decisioni ed elaborare le emozioni. Essa si attiva in modo iperattivo e innalza la soglia di percezione del rischio. senzaetà 37 L’intervista Enrico Montesano Montesano millevolti F elice Allegria, il conte Tacchia, Er Pomata, Dudù e Cocò, la romantica donna inglese, Torquato il pensionato. In un attimo, un tuffo in un’Italia d’altri tempi, raccontata con una coscienza sociale che arriva a tutti, che unisce storie, tempi comici, ritratti significativi, cabaret, varietà, macchina da presa, luci di ribalta… L’eclettico artista è ovviamente Enrico Montesano, classe 1945. Il “romano de Roma” – come spesso lo si definisce – che invece s’è preso tutta Italia, l’ha convinta, colpita alla pancia e alla testa. In teatro, al cinema, in tv, in radio; attore, autore, regista, cantante. Da quel 1966, debutto come attore imitatore nella commedia “Humor Nero”, il cabaret del Puff di Lando Fiorini, il varietà “Ma che domenica amici”, il Bagaglino, “Canzonissima”, “Dove sta Zazà”, il “Fantastico” che a fine anni ’80 inchioda gli italiani alla tv. Più di cinquanta film, da “Amore vuol dire gelosia” di Mauro Severino, il cult “Febbre da cavallo” di Steno, “Pane burro e marmellata” di Giorgio Capitani, “Camera d’albergo” di Mario Monicelli, “Il Conte Tacchia” di Sergio Corbucci, “Grandi magazzini” di Castellano&Pipolo, “I due carabinieri”, “Uomini duri”, “Tutto l’amore del mondo”. Il grande amore? Il teatro, quello che l’ha consacrato con “Rugantino” e “Se il tempo fosse un gambero”, quello di “Cercasi tenore”, “Beati voi”, “Menomale che c’è Maria”, “Malgrado tutto beati voi”, “Un sogno di famiglia”. Oggi, porta nei teatri la sua commedia musicale “C’è qualche cosa in te”, di e con Enrico Montesano. Gli abbiamo chiesto di raccontarsi un po’. Come ha iniziato? Intendo la sua primissima volta? A casa..già da ragazzino..poi in collegio..la prima recita fu fatta nel 38 senzaetà teatrino del collegio di Santa Maria in Acquiro. Chi erano i suoi miti di allora? Erano quelli che vedevo in Carosello..l’unica trasmissione che ci era permesso di vedere, noi siamo quelli di dopo Carosello tutti a nanna! I suoi personaggi hanno fatto storia, come le caricature consegnate al pubblico in sketch dinamici. Un filone a cui si sono “ispirati” in tanti. I caratteri mi sono sempre piaciuti.. Creare un personaggio è una delle peculiarità dell’attore creativo..nipote della commedia dell’arte. Mettersi nei panni di un altro, consente di inventare, fare la caricatura di tipi e personaggi della vita reale, con la libertà di evidenziarne i difetti, i tic, le manie! Le curiosità. Molti colleghi venuti dopo di me si sono ispirati, un po’ mi fa piacere e un po’ no…però è meglio essere copiati che copiare! Impossibile non chiederle di Febbre da cavallo. Com’è nata la magia? C’è qualche episodio che le è rimasto impresso, delle riprese, che ci vuole svelare? Febbre da Cavallo è stata un ‘intuizione del Produttore e di Steno..due persone intelligenti ed amanti del cinema. Ricordo che con Steno andavamo in giro per le sale corse, che ora purtroppo non ci sono più (rimpiazzate dalle sale multi scommesse), che erano frequentate da personaggi unici, gente che amava i cavalli, un misto del giocatore e dell’esperto di cavalli, dello sportivo che sapeva tutto del trotto! Cosa pensa della tv di oggi, in cui il varietà sta scomparendo ma ci sono talk politici e reality? Che devo pensare di una cosa che non fa pensare? Che atrofizza la mente? Che idea ha della satira di oggi? E della politica? Era meglio quando si stava peggio! Nel senso che la politica di prima era più seria, e la satira di conseguenza; “moscia” la politica, “moscia” la satira! Cosa rappresenta per lei la famiglia? La famiglia è l’unica struttura che pur avendo subito crisi e modifiche, ancora regge e resiste, è una certezza in questo mare di vaghezza e inaffidabilità! Un nucleo resistente! Alcuni dei suoi sei figli hanno seguito le sue impronte artistiche, due li vediamo sul palcoscenico nella sua ultima commedia. Li ha indirizzati? Una cosa ho detto ai miei ragazzi che hanno debuttato con me in questa commedia musicale: che dovevano lavorare perché erano bravi e non perché figli di…Hanno superato la prova, il pubblico compatto ha decretato che sono bravi. Una bella vittoria, per loro e per me! Ci parla di questa sua ultima creatura, “C’è qualche cosa in te”? Com’è nata? Era tanto che avevo questa idea in testa, e desideravo fare un omaggio alla commedia musicale italiana. È stato faticoso, ma piacevole e divertente, scrivere questa storia..sentivo che era giusta, ed il pubblico mi ha premiato. Lo ringrazio. Ho messo insieme gli elementi della commedia, della musica, del cabaret, duetti, monologhi, coreografie..insomma una bella miscela! Cosa può dire alle nuove generazioni che sognano il “mondo dello spettacolo”? E quale messaggio può dare loro, in un periodo difficile? Il mestiere dell’attore è difficile..troppe insidie e perdita dei valori del merito, però questo è un male della società tutta, non del solo mondo dello spettacolo. Un sano rinnovamento sarebbe quello di selezionare i meritevoli, i professionalmente validi..insomma mandiamo avanti i capaci! In un momento di crisi bisogna reagire! Inventatevi voi giovani un lavoro, mettetevi insieme, create una compagnia, andate, fate, rompete l’anima e fatevi sentire! Come passerà il Natale? Spero recitando “C’è qualche cosa in te!” Maria Chiara La Rovere senzaetà 39 Medicina Podologo Parla il Presidente AIP Montesi: dall’anziano al diabetico, la cura va personalizzata La salute si misura dal piede! C onosciamo da vicino l’Associazione Italiana Podologi, attraverso questa intervista al suo fondatore e attuale presidente, il dott. Mauro Montesi. Chi è e cosa rappresenta il Podologo nel Sistema Sanitario? “Professione in ascesa nella sanità, quella del Podologo si sta rivelando essenziale nell’ambito della prevenzione, della cura e della riabilitazione nelle patologie podaliche. La Podologia, infatti, è una disciplina in crescita in tutti i Paesi più evoluti, Europei e Extraeuropei. Il salto di qualità è attribuibile in Italia all’introduzione della laurea specifica e dei Ma- 40 senzaetà ster post universitari centrati su Piede Diabetico, Postura, gestione delle lesioni cutanee. Ma per comprendere meglio cosa rappresenti il Podologo occorre sapere che la salute e la qualità della vita di una persona si associano alla cura del piede”. Quali sono le patologie podaliche più frequenti? “Il Podologo tratta tutti gli aspetti preventivi, diagnostici e terapeutici delle affezioni che riguardano il piede, dalle più semplici come l’ipercheratosi alle più complesse come la complicanza del Piede Diabetico e dell’anziano. Fra l’altro esegue esami diagnostici, come l’esame baropodo- metrico ma soprattutto realizza direttamente ortesi plantari personalizzate su misura”. Spesso i pazienti che soffrono di Piede diabetico non sanno a chi rivolgersi... Come si attua la cura del Podologo? “Non si tratta solo di cura ma anche e soprattutto di prevenzione della complicanza. Oggi in Italia ne soffre il 25% dei pazienti diabetici. In presenza di ulcere il Podologo effettua il cosiddetto “curettage”, cioè la pulizia della lesione e successivamente la medicazione di essa. Nella maggior parte dei casi è necessaria un’ortesi plantare con scarico selettivo, in modo da evi- Dott. Mauro Montesi presidente AIP Conosciamo l’AIP L’Associazione Italiana Podologi fondata nel 1974 da Mauro Montesi, attuale Presidente ha il merito storico di aver introdotto la podologia in Italia, scienza medica ampiamente affermata nei Paesi più sviluppati, quali Spagna, Regno Unito, Francia, U.S.A., Canada. Attualmente è l’unica Associazione formalmente riconosciuta come persona giuridica e accreditata presso le Istituzioni Nazionali e presso gli Organismi Internazionali. Fra l’altro fa parte della Federazione Internazionale Podologi e Podoiatri (FIP). Oggi la figura del podologo, come professionista laureato, è entrata a pieno titolo nello scenario della sanità italiana. Non è stato un compito facile: tante le resistenze burocratiche e corporativistiche, i ritardi culturali del mondo medico e scientifico. tare contatto e sovraccarico. Tale ortesi, se necessario, viene modificata sulla base del cambiamento dell’ulcera. La casistica in nostro possesso testimonia l’efficacia dell’assistenza podologica e quindi il conseguimento dell’obiettivo di evitare l’amputazione, sia essa maggiore o minore. Ciò con grande soddisfazione del paziente ed anche in linea con il problema della spending review tenuto conto del costo dei ricoveri ospedalieri”. E il piede dell’anziano? “Uno dei principali obiettivi della Podologia è assicurare una longevità attiva. D’altra parte il 70% degli anziani soffre di patologie podaliche. È importante quindi che in presenza di ipercheratosi, onicogrifosi, spina calcaneare, metatarsalgia, ecc. ecc. l’anziano si rivolga alle cure del Podologo, il quale è in grado di intervenire consentendo così all’anziano di vivere in modo attivo, partecipe ed utile”. Che cosa si aspetta dalla Podologia nei prossimi anni? “Il piede costituisce nell’area sanitaria una nuova frontiera di ricerca, studio, ma anche di cura e terapia. È quanto ha chiaramente espresso il XXI Congresso Mondiale di Podologia dello scorso Ottobre, per svolgere il quale la FIP (Federazione Internazionale Podologi e Podoiatri) ha scelto l’Italia Il Podologo oggi: ruolo e responsabilità e in particolare Roma, a testimonianza della crescita della Podologia Italiana, nonché della stima che essa gode negli altri Paesi. Ma ciò che più preme è che finalmente si dia attuazione alla modifica del profilo professionale, nell’interesse stesso dei pazienti. Altro traguardo che mi auguro sarà raggiunto nei prossimi anni è quello della laurea magistrale, che consentirà un più vasto raggio d’azione nell’attività podologica, ad esempio l’intervento della chirurgia mininvasiva del piede, come si verifica nei Paesi più avanzati. Ma ciò che più ci attendiamo da podologica e, quando è il caso, lo ricordi anche al paziente”. Ma qual è il ruolo dell’AIP nell’ambito sanitario nazionale? “La risposta è già chiara riflettendo sulle risposte precedenti. Se si tiene conto dei grandi obiettivi che persegue la Podologia, è facile capire che l’impegno dell’AIP è rivolto soprattutto ad agevolarne il raggiungimento e soprattutto a rendere disponibili per la sanità italiana Podologi preparati e seri, ma che tengano soprattutto conto che il paziente deve sempre essere al centro di ogni interesse. parte dei Medici di Medicina Generale è una maggiore consapevolezza e conoscenza delle opportunità che offre l’assistenza Occorre poi tener presente che l’AIP è l’unica Associazione con personalità giuridica riconosciuta sia in Italia che all’E- stero. Essa, quindi, rappresenta i Podologi presso le Istituzioni nazionali e locali, nonché presso la FIP. Le ricerche e gli studi realizzati in collaborazione con l’Università Sapienza; le iniziative di formazione come il Congresso Nazionale organizzato annualmente, nonché i workshop tematici; la pubblicazione della rivista “Il Podologo in Medicina”, come anche la pubblicazione di numerosi articoli scientifici e di strategia sanitaria su periodici specializzati, non sono che alcuni degli impegni con cui l’Associazione ha finora garantito e continuerà a garantire l’esigenza primaria in ciascun sistema sanitario di poter disporre di un’assistenza podologica che sia adeguata alle aspettative della gente. Fra l’altro i protocolli di intesa sottoscritti con la Società Italiana di Geriatria e Gerontologia e con la Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale garantiscono al paziente, soprattutto all’anziano, le cure necessarie. Sul tema della salvaguardia del paziente è necessario richiamare l’attenzione sul pericolo di ricorrere alle cosiddette cure dei molti che esercitano la professione abusivamente (ad esempio, i pedicure) che, nonostante l’impegno dell’Associazione, continuano ad essere presenti sul territorio”. senzaetà 41 Medicina Postura Chi lavora con l’auto, chi parte per la montagna, chi fa il pendolare: ecco le regole per non avere problemi di postura Troppe ore alla guida? Attenti alla schiena A vete mai pensato – per esempio partendo per le vacanze di Natale o per la settimana bianca – al fatto che anche guidare per molte ore può essere un pericolo per la vostra schiena? Senza contare poi che molte sono le persone che per lavoro o per spostarsi sono costrette a rimanere per diverse ore al giorno sedute su un mezzo di trasporto. Tali circostanze impongono il rispetto di regole ergonomiche e posturali idonee se si desidera prevenire patologie osteo-muscolari. Regolare lo schienale dell’auto ad una angolazione di 110°/120°. Posizionare i glutei e l’osso sacro a contatto con lo schienale. La nuca deve essere sempre a contatto con il poggia- 42 senzaetà Correggere la posizione di guida è facile e può essere fondamentale per chi ha già problemi alla schiena Regole da rispettare in moto In moto ancor più che in automobile, si subiscono contraccolpi che si possono tradurre in veri e propri microtraumi per i dischi intervertebrali, quando la postura adottata non è quella corretta. Appoggiare sulla sella la zona corrispondente alle tuberosità ischiatiche. Mantenere la colonna allineata. La testa sarà sul normale prolungamento del collo mentre i piedi saranno ben appoggiati. Cercare di mantenere la zona delle spalle rilassata evitando di tenere le mani troppo strette sul manubrio. La posizione eretta corretta Anche le attività svolte in stazione eretta possono provocare patologie a carico della colonna vertebrale, qualora si assumano posizioni scorrette durante lo svolgimento dei propri compiti lavorativi. Nella posizione eretta, il corretto equilibrio della colonna riveste un’importanza fondamentale: le curve fisiologiche infatti tenderebbero ad accentuarsi per effetto della forza di gravità e del peso del corpo stesso. E’ quindi nostro compito conoscere e mantenere un buon allineamento del rachide, che permette di distribuire in modo idoneo i carichi sui dischi, sul bacino e sugli arti inferiori. La posizione eretta equilibrata si ottiene con naturalezza mantenendo il capo in linea con il busto (e non proteso in avanti) e le spalle in linea con i fianchi. L’addome e i glutei leggermente contratti tengono in equilibrio il bacino e offrono un supporto protettivo alla curva lombare (alleggerendo i carichi sui dischi, sulle articolazioni vertebrali posteriori e sui legamenti), evitando inoltre l’accentuazione della curva lombare e quindi lo sbilanciamento del busto indietro. Il peso del corpo, infine, deve essere distribuito su tutte e due le gambe. Non è sempre facile mantenere un atteggiamento corretto per coloro che sono costretti a lunghe permanenze in piedi a volte col busto flesso. testa. La schiena deve poggiare completamente sullo schienale, con un supporto lombare che mantenga la lordosi fisiologica. Regolare il sedile in modo che l’angolo tra coscia e gamba sia all’incirca di 120°. La distanza dal sedile deve poter permettere un’angolazione tra braccio e avambraccio di circa 120°/130°. Il sedile rigido deve essere preferito a quello morbido; è essenziale che il peso delle cosce venga completamente sostenuto per prevenire la stanchezza e distribuire il peso su un’area maggiore. Un sedile regolabile in lunghezza sarebbe, per i motivi elencati sopra, la condizione ottimale. Spesso viene raccomandato di tenere le mani Centro Ortopedico Marchigiano Via Flaminia 309/310 Torrette di Ancona (AN) Tel.071/2181277 [email protected] Centro Ausili Via Dell’Industria n.2 Falconara Marittima (AN) Tel.071/2181277 [email protected] NewGedam Via Pergolesi n.44 Potenza Picena (MC) [email protected] www.neriteam.it www.plantaresensomotorio.it sul volante alle “10 e 10”, tale posizione però costringe la persona ad incurvare le spalle e a tenere le braccia e le spalle alzate, inducendo facilmente alla stanchezza. In caso di emergenza è una posizione instabile, dato che il guidatore tenderà ad aggrapparsi al volante piuttosto che a controllarlo. Se invece si tiene il volante alle “7 e 25”, le spalle stanno in posizione naturale e la parte superiore del braccio resta verticale, riducendo notevolmente la stanchezza. Inoltre, in caso di emergenza, la posizione è resa stabile dal fatto cha la spalla e il braccio si possono appoggiare contro lo sportello e la presa diventa molto salda. senzaetà 43 Federfarma 44 senzaetà senzaetà 45 Coss Marche Cooperazione modelli formativi Foritaal 2013 Quarto Forum Italiano per l’Ambient Assisted Living A cura di Nicolò Scocchera D al 23 al 25 ottobre 2013 si è tenuto ad Ancona il 4° Forum Italiano per l’Ambient Assisted Living – ForitAAL - presso l’Università Politecnica delle Marche, organizzato dall’Associazione Italiana AAL. Il Forum ha rappresentato un’importante spazio di confronto tra professionisti, ricercatori, utenti e altri attori coinvolti nell’ambito delle soluzioni tecnologiche innovative rivolte agli anziani. COOSS ha partecipato attivamente all’evento attraverso uno Spazio Espositivo coordinato dal Dipartimento di Ricerca e Formazione, mostrando i principali progetti europei ICT che lo vedono protagonista come centro di ricerca e rappresentante degli utenti finali. I ricercatori del Dipartimento hanno inoltre presentato quattro contributi scientifici all’interno di quattro differenti sessioni tema- 46 senzaetà tiche. Il progetto NACODEAL proposto dal Dott. Luca Bordoni ha mostrato come le nuove tecnologie possono sostenere il processo di stimolazione e mantenimento delle funzioni cognitive dell’anziano. La Dott.ssa Romina Boraso ha riportato l’esperienza FATE, evidenziando il ruolo e la prospettiva degli utenti nelle fasi di sperimentazione del sistema anticaduta per la realizzazione di un servizio efficiente e commerciabile. COOSS ed altri partner del progetto FATE sono membri della rete europea E-NO FALLS, network europeo composto da centri di ricerca e specialisti nella prevenzione delle cadute degli anziani. Il dott. Marco Antomarini ha brevemente presentato gli obiettivi della rete nata a febbraio CHE COS’È L’ASSOCIAZIONE ITALIANA AAL L’Associazione italiana Ambient Assisted Living (AitAAL), strutturata in sezioni regionali, riunisce enti istituzionali e di ricerca, associazioni, aziende ed esperti che operano, a diverso titolo, nel settore delle tecnologie avanzate a supporto degli ambienti di vita e delle persone. AitAAL promuove interventi e politiche volte a favorire un miglioramento delle condizioni di vivibilità degli spazi domestici, per favorire la sicurezza, l’autonomia, l’inclusione sociale ed il miglioramento della qualità della vita. I QUATTRO PROGETTI SULLE ICT IN CUI COOSS è ATTUALMENTE COINVOLTA NACODEAL NAtural COmmunication DEvice for Assisted Living è un progetto finanziato dal programma AAL che ha l’obiettivo di agevolare gli anziani con lievi difficoltà cognitive nell’espletamento delle attività quotidiane, servendosi delle moderne tecnologie della Realtà Aumentata. Per ulteriori informazioni: www.nacodeal.eu FATE Fall Detector for the Elder è un progetto finanziato all’interno del programma CIP-ICT-PSP che ha l’obiettivo di validare un sistema tecnologico di rilevazione delle cadute degli anziani sia all’interno che all’esterno dell’ambiente domestico. Per la sperimentazione italiana COOSS ha realizzato un Call Center dedicato. Per ulteriori informazioni: www.project-fate.eu getti interessati a livello europeo e fornire raccomandazioni e suggerimenti sia agli esperti sia ai beneficiari diretti. ELDERHOP Solution Assisting the Shop Hopping of Elderly è un progetto finanziato dal programma AAL che propone un apparecchio elettronico di facile utilizzo destinato a smartphone e smart TV. Il sistema intende aiutare le persone anziane a svolgere determinate attività come fare acquisti, segnalare sconti e promozioni, trovare percorsi e orari dei mezzi pubblici. Per ulteriori informazioni: www.elderhop.com E-NO FALLS European Network fOr FALL Prevention, Intervention & Security è finanziato all’interno del programma CIPICT-PSP e ha la finalità di integrare e mettere insieme conoscenze, esperienze e buone pratiche acquisite a livello europeo e internazionale in materia di prevenzione delle cadute, metodologie d’intervento e strumenti per la sicurezza, con l’obiettivo di coordinare le attività di tutti i sog- 2013. La soluzione per la mobilità e lo shopping assistito ELDERHOP, illustrata dal Dott. M. Antomarini e dalla Dott.ssa Lorenza Lupini, apre nuovi scenari di partecipazione dell’anziano alla “self-serve society”. CHE COS’È L’ASSOCIAZIONE ITALIANA AAL L’Associazione italiana Ambient Assisted Living (AitAAL), strutturata in sezioni regionali, riunisce enti istituzionali e di ricerca, associazioni, aziende ed esperti che operano, a diverso titolo, nel settore delle tecnologie avanzate a supporto degli ambienti di vita e delle persone. AitAAL promuove interventi e politiche volte a favorire un miglioramento delle condizioni di vivibilità degli spazi domestici, per favorire la sicurezza, l’autonomia, l’inclusione sociale ed il miglioramento della qualità della vita. COOSS, grazie all’esperienza ma- turata in oltre 20 anni di presenza nel settore, continuerà a investire nella ricerca e sperimentazione di tecnologie assistive e soluzioni innovative volte alle miglioramento della qualità della vita delle fasce più deboli di utenza, attraverso la partecipazione a programmi comunitari e transnazionali in tale ambito. IL DIPARTIMENTO DI RICERCA E FORMAZIONE Il Dipartimento dal 1993 si occupa di ricerca, analisi, sviluppo e sperimentazione di soluzioni ai bisogni sociali emergenti della popolazione ed eroga corsi di formazione in ambito sociale, sanitario ed educativo. Per saperne di più visitate la nostra pagina Facebook : Cooss Ricerca e Formazione senzaetà 47 Cosmetica dell’eterna giovinezza U na conoscenza piena e consapevole dell’importanza della naturalità del prodotto, nella cosmetica e nella bellezza, è alla base di un nuovo brand: L’origine dell’eterna giovinezza (oggi che si parla tanto di longevità attiva, questa è ben più che una moda, una necessità) è in Africa, in piantagioni incontaminate curate da popolazioni native di Yakassè, in Costa d’Avorio, una zona tutt’altro che desertica dove la gente ha imparato a lavorare a livelli molto buoni e dove Fruttonero rappresenta per tutti un’opportunità di sviluppo. Proprio con queste premesse nasce la nuova linea cosmetica di prodotti naturali: olio di Argan, olio di cocco, burro di karitè e saponi naturali per la cura di viso e corpo. Tutto inizia dall’intenzione della Fondazione “Maria Grazia Balducci Rossi per i più bisognosi” di non fare elemosine a chi ha bisogno ma di creare prima un ospedale e una scuola, poi un’azienda agricola e infine diverse attività lavorative, fra commercio e industria, che possano insegnare un mestiere e aiutare le persone a rendersi autonome e indipendenti. A raccontarci tutto questo è il presidente della Fondazione, Tommaso Rossi, illuminato imprenditore di Senigallia. Oggi suo figlio Andrea segue Fruttonero dalle coltivazioni al commercio. Tutta la produzione è completamente equosolidale, segue rigidissime regole europee, in maniera scalare secondo il codice INCI (International Nomenclature Cosmetic Ingredients) ha controlli severi 48 senzaetà e continui, comprovanti la certezza di utilizzo di elementi di origine naturale e garantisce standard qualitativi e tracciabilità, senza danni all’ambiente e senza sfruttare il lavoro della popolazione africana. Anzi creando condizioni normali di vivibilità laddove prima non c’era nulla. La supervisione poi viene effettuata sia in Africa che in Italia presso il laboratorio di Sogein Srl a Senigallia (AN). Il valore aggiunto – ci spiega Andrea Rossi – è tutto nella purezza di una linea nuovissima per la bellezza di viso e corpo. Attenzione: non stiamo parlando di creme. Prendiamo ad esempio l’Olio di Argan. Indicato per massaggi e protettivo dei raggi del sole, ha proprietà antisettiche, rigeneranti, elasticizzanti ed emollienti uniche! Si usa durante l’allattamento per la prevenzione di ragadi al seno e come antismagliature, è un ottimo antirughe, rende la pelle liscia e più giovane, più luminosa. Il burro di karitè poi è un prezioso cosmetico: migliora la tonicità ed elasticità della pelle con risultati immediati e insperati, possedendo inoltre proprietà cicatrizzanti è indicato nei trattamenti di ogni imperfezione della pelle, come dermatiti, couperose, psoriasi, irritazioni, allergie, ustioni, è lenitivo e antinfiammatorio. L ’olio di cocco, ottenuto dalla spremitura a freddo della polpa del frutto, è purissimo ed ha il suo tipico odore tropicale. I saponi invece, vengono ottenuti in maniera naturale dalla saponificazione a bassa temperatura dell’olio di cocco, esente quindi dai tradizionali processi di raffinazione, mantenendone così inalterate le loro proprietà nutrienti ed emollienti. Non contengono profumi sintetici ma solo olii essenziali profumati e sono disponibili per ora in sei fragranze. Le materie prime di Fruttonero non sono testate su animali e tutti i prodotti sono ipoallergenici, nickel free e senza parabeni. Sono ricercati e potrebbero essere impiegati in molti usi farmaceutici di più ampia gamma. Fruttonero li confeziona in lotti minimi in modo da garantirne sempre qualità e freschezza. Finalmente siamo all’inizio di una nuova era anche nella cosmetica. s.p. sostiene seguici su www.fruttonero.it www.fondazionebalduccirossi.com senzaetà 49 Economia il termometro della crisi/2 Luci e ombre dalla politica ma intanto i nostri lettori ci chiedono... SEGNALI A INTERMITTENZA Ormai da oltre un quinquennio, venti di crisi continuano a spirare sul nostro Paese. Ma qual è la situazione attuale dell’economia? E come ci siamo arrivati? Cosa accadrà nel breve e medio periodo? A queste e ad altre domande ci prefiggiamo di rispondere in questa rubrica che intende rappresentare il “termometro della crisi”, sulla base dell’attività e dei riscontri di una Banca come la Popolare di Ancona, con oltre 120 anni di storia, una presenza ben radicata in 7 regioni italiane e parte integrante di uno dei primi gruppi bancari italiani. 50 senzaetà U n paio di mesi fa, aspettavamo segnali concreti dalla politica, europea e italiana. In questo periodo si sarebbero giocate partite importanti se non decisive, per capire se l’euro avrebbe avuto un futuro e se il nostro Paese avrebbe ricevuto dall’attività governativa un vero impulso al proprio cammino verso la ripresa. Già, le iniziative della Banca Centrale Europea, le elezioni politiche in Germania e la prima volta delle “larghe intese” a governare il nostro Paese. I segnali che sono arrivati da questi accadimenti sono stati confortanti da una parte e non del tutto incoraggianti dall’altra. Che cosa è successo? Che le azioni messe in atto dal presidente della BCE, Mario Draghi, hanno rassicurato i mercati e che la rielezione a Cancelliere tedesco di Angela Merkel ha fugato gli ultimi dubbi sulla tenuta dell’euro. Luci ed ombre sono invece arrivate da quanto è accaduto e continua ad accadere in Italia. Se da una parte Alfano ed i ministri dell’ormai ex PDL hanno strenuamente difeso l’attività del governo delle Nunzio Tartaglia Direttore Generale della Banca Popolare di Ancona “larghe intese” presieduto da Enrico Letta, dall’altra l’elevata litigiosità che ancora insiste dentro e fra i partiti non sta consentendo di attuare quelle politiche di rilancio di portata forte, necessarie per rimettere in moto la nostra economia. In assenza di riforme strutturali, la nostra crescita resterà debole, nonostante la nostra voglia di guardare al futuro con più ottimismo. Certo, è necessario dare corpo sempre a nuova creatività ed aprirsi ai mercati di tutto il mondo, ma per rilanciare la nostra domanda interna servono scelte coraggiose. In molti, anche attraverso il seguito di questa rubrica, ci chiedono se vi sia o no la ripresa e, se sì, in quali settori essa risulti più evidente. La risposta è sì, la ripresa c’è e si manifesta nel settore dell’export. Le nostre aziende godono di credibilità e di prestigio in un mondo che ama ed apprezza il gusto del “made in Italy”. Si spiega così il fatto che le imprese che operano nei campi agroalimentare, abbigliamento, calzaturiero, arredamento di fascia alta, meccanica specializzata continuano ad avere un grande appeal consolidando, se non addirittura aumentando, i loro fatturati. Ma occorrono politiche forti per rilanciare la domanda interna. In particolare, il governo dovrebbe attuare iniziative mirate per rilanciare il comparto edilizio, il che rimetterebbe in moto una miriade di attività collegate, tali da dare respiro all’occupazione. Sarebbe necessario avviare un ampio progetto di riqualificazione del patrimonio immobiliare esistente, piuttosto che consentire nuove costruzioni di cui non si sente gran bisogno nel paese con il più alto livello di metri cubi/abitante di edificazione, e avviare una nuova fase di rilancio delle infrastrutture (strade, ferrovie, porti, piccole manutenzioni). Un altro settore che andrebbe rilanciato con iniziative adeguate è quello del turismo. Migliorarne gli standard di qualità, operare per una omogeneità dell’offerta e collegarla al nostro patrimonio culturale ed enogastronomico garantirebbe – con il rilancio del settore edilizio – un maggior utilizzo di quella mano d’opera che oggi non trova punti di riferimento, abbassando il livello di speranza in un futuro migliore al quale tutti dobbiamo invece tendere. Ognuno per la propria parte. Nunzio Tartaglia Direttore Generale Necessario aprirsi ai mercati di tutto il mondo: l’export è la risposta senzaetà 51 52 senzaetà senzaetà 53 Giuseppe Zuccatelli direttore generale dell’Inrca I Piani di rientro strategie ruoli e…. responsabilità ncontriamo il direttore generale dell’Inrca Giuseppe Zuccatelli in occasione della presentazione ufficiale del Manuale sul Diritto sanitario curato dagli esperti Inrca. Affronta temi di primissimo piano per la sanità, come ad esempio la riqualificazione del personale e il controllo di gestione nel territorio. Ma soprattutto,relativamente proprio all’intervento in quella sede, ci interessa il concetto che la trasformazione del sistema deve passare attraverso la riorganizzazione della medicina del territorio... Allora chiediamo a Zuccatelli, vista la sua esperienza nel mondo della sanità, un’opinione sul Sistema Sanitario Nazionale… “Il nostro Servizio Sanitario Nazionale si colloca tra i sistemi più complessi da interpretare e da governare, anche in ragione delle continue evoluzioni e dei cambiamenti che sono avvenuti negli ultimi decenni, dando vita a modelli organizzativi spesso mutuati da realtà internazionali e sostanzialmente concentrati sul potenziamento degli ospedali. Mi riferisco alla presenza di 21 Servizi Sanitari Regionali che hanno sicuramente suggerito considerazioni particolari sulla permanenza di criteri di equità e universalità ma anche al fatto che la metà delle Regioni italiane è interessata dai Piani di Rientro. Di certo l’argo mento su cui si discute maggiormente è la sostenibilità 5454 senzaetà senzaetà del SSN, diversi sono gi interventi legislativi, di certo necessari, ma occorre anche fare ulteriori e differenti scelte di politica sanitaria che pongano fine ad un sistema che ha tollerato un eccesso di offerta ed impongano un maggiore controllo sui medici iperprescrittori ed una riorganizzazione di alcuni strumento come ad esempio, quello dell’ospedale che deve essere un luogo di attrezzature e dispositivi ad altissima tecnologia garantite h 24”. Vorrei ritornare sul concetto che la metà delle Regioni italiane sono sottoposte ai più complessi piani di rientro. Ci può spiegare cosa sono, i loro punti di forza e le loro criticità? I Piani di rientro sono strumenti necessari nel quadro del cambiamento di paradigma della governance in sanità, avvenuto al principio del decennio scorso, che di fatto ha ampliato la divaricazione tra Regioni che hanno ricercato, fin da subito, soluzioni strumentali alla sostenibilità economica dei propri SSR e Regioni che, invece, non hanno provveduto (o poco efficacemente) ad intervenire nella ricerca di sinergie a livello regionale. Un divario che, via via, si è allargato e non ha riguardato soltanto la sostenibilità, ma anche i risultati sanitari. I PdR, quindi, costituiscono, innanzitutto, uno strumento utile per la modernizzazione dei SSR in un’ottica di sostenibilità e non meri piani La situazione delle Regioni italiane La fotografia ci consegna una realtà (come ben descritto dal direttore Zuccatelli), formata da una metà delle Regioni in regime di PdR, di cui a loro volta un’ulteriore metà è soggetta a commissariamento e parte delle stesse, tra cui le tre maggiori Regioni per disavanzo assoluto e popolazione (vedi prospetto grafico), che sono già oltre il secondo triennio di vigenza. (Tratto da “I Piani di Rientro in Sanità: elementi e caratteri giuridici ed economico-aziendali. Cuccurullo C, Zuccatelli G nell’opera “Manuale operativo di diritto sanitario per gli operatori della sanità territoriale”). di rientro finanziario, come nella prima stagione si sono caratterizzati. In merito alle loro criticità si può evidenziare una mancanza chiara delle responsabilità, dei ruoli e dei poteri dei vari attori che partecipano alle varie fasi de PdR ciò dovuto anche all’assenza di un quadro normativo organico ed esaustivo. Ad esempio, nelle Regioni commissariate è spesso mancato un coordinamento operativo efficace in grado di allineare gli obiettivi e le azioni delle aziende sanitarie al PdR. E’ mancato una piena responsabilità assegnata ad un soggetto attuatore, che può essere individuato nella persona del subcommissario. Inoltre, per la mia esperienza fatta in Regione Campania (dal 26 Ottobre 2009 al 20 Febbraio 2011) e in Regione Abruzzo (dal 12 Giugno 2012 a tutt’oggi) in qualità di Subcommissario ad Acta ritengo fondamentale separare nettamente la funzione di Commissario ad Acta da quella di Presidente della Giunta Regionale ciò perché la collaborazione tra commissari e subcommissari tende a riproporre e non a superare il classico clichè del dualismo inconciliabile tra politica e tecnica, che genera divergenze, stalli, rallentamenti, incertezze tanto rispetto agli impegni formali con i Tavoli di Monitoraggio, quanto rispetto alla effettiva attuazione degli interventi. Ma secondo Lei come si potrebbero migliorare? Si potrebbero ipotizzare, oltre alla separazione della funzione di Commissario ad Acta da quella di Presidente della Giunta Regionale anche delle modifiche legislative in merito alla figura dei Sub-commissari. Ad esempio: • aggiungere di conseguire autonomamente uno o più obiettivi previsti dal Piano di rientro attraverso l’adozione dei provvedimenti necessari, anche normativi; • prevedere, previa intesa con il Commissario ad acta, che la nomina degli organi di vertice delle Aziende sanitarie venga delegata ai Sub commissari per garantire l’attuazione degli interventi per il proseguimento dell’equilibrio economico; • prevedere che la valutazione e verifica dell’operato degli organi di vertice sia interamente rimessa alle decisioni assunte dai Sub-commissari di nomina governativa; • prevedere autonomia gestionale ed amministrativa per la dotazione di personale altamente qualificato da assegnare attraverso l’istituto del distacco e/o del comando e per l’approvvigionamento in economia di beni e servizi atti a garantire efficacia ed efficienza all’attività di porre in essere A colloquio con il direttore generale dell’Inrca Zuccatelli, il suo parere a fronte delle esperienze in Sanità con le Regioni commissariate senzaetà 55 Un manuale per capire come cambia la Sanità Presentato il volume suL Diritto Sanitario all’Inrca di Ancona, autori Benedettelli e Gentili A ncona – Un manuale utile ed estremamente attuale che approfondisce temi delicati ed in continuo assestamento relativi alla sanità territoriale. Si è svolta nell’auditorium I.N.R.C.A. di Ancona, la presentazione del nuovo libro scritto da Debora Benedettelli (avvocato ed esperta di diritto amministrativo sanitario) e Gilberto Gentili (medico chirurgo e dirigente di distretti sanitari), con la collaborazione di altri Autori dalla competenza specifica. “Manuale operativo di diritto sanitario per gli operatori della sanità territoriale” questo il titolo del testo, si pone per obiettivo quello di spiegare un concetto che per molti risulta complesso: l’importanza del Servizio Sanitario Territoriale e le norme amministrative che lo riguardano in un momento così critico per la sanità del nostro Paese. “Un testo umile e allo stesso tempo ambizioso” ha dichiarato Gilberto Gentili, un libro dalla lettura semplice e scorrevole ma che si pone a capo di uno dei grossi problemi del nostro Servizio Sanitario Nazionale. “Non lo abbiamo prodotto con l’idea di destinarlo ad un preciso target di lettori. Abbiamo fatto in modo che, sia il mondo della sanità che quello amministrativo, possano trovare tutte le risposte ai quesiti di questi ultimi tempi”, ha aggiunto l’autrice Debora Benedettelli. Presenti alla conferenza anche 56 senzaetà Qui Debora Benedettelli. Sopra il tavolo di presidenza dell’Inrca Fabrizia Lattanzio (Direttore Scientifico), Francesco Comi (Vicepresidente del Consiglio Regione Marche) l’assessore regionale al Lavoro Marco Lucchetti e Giuseppe Zuccatelli (Direttore Generale dell’INRCA) che ha concluso esponendo la situazione in cui versano oggigiorno i Servizi Sanitari Regionali impegnati in una riorganizzazione finanziaria e nel tentativo di adeguare la qualità dell’Assistenza Sanitaria Nazionale. Ilaria Iobbi Anestesia senza paura…a qualsiasi età! P er sfatare i luoghi comuni e le naturali paure che hanno generalmente le persone mature nel sottoporsi ad operazioni chirurgiche, UNITRE e INRCA con il patrocinio dell’assessorato ai Servizi Sociali del Comune di Ancona hanno organizzato un incontro intitolato “Ok, tutto bene. Mi sono svegliata”. Il direttore sanitario dell’Inrca Claudio Maffei insieme alla vicepresidente Unitre Isabella Saracini, hanno presentato la motivazione dell’iniziativa: il paziente spesso sente la gentilezza, la comprensione, l’umore stesso dei medici che incontrano, figuriamoci dunque quando in vista c’è un malato che deve sottoporsi ad operazione chirurgica! L’avvicinarsi alla camera operatoria può diventare un incubo se non si è preparati e si ha paura. Allo stesso tempo però se invece si incontrano le persone giuste e i medici più sensibili, quando ci si affida alle mani del chirurgo e si mette in gioco la propria vita, la sicurezza e la serenità con cui si affronta qualsiasi esperienza è fondamentale. In molti casi aiuta a risvegliarsi nel modo migliore. Questo il senso delle relazioni nella sede UNITRE che hanno “spiegato” metodologie e pro- cedure dell’anestesia in età geriatrica e perché non c’è da aver paura… In tal senso gli interventi della dott.ssa Giampieri “Un excursus sul tema per sfatare dubbi e paure” dopo il filmato girato all’Inrca sul percorso preventivo nell’affrontare un’operazione. Di seguito, il “Percorso di umanizzazione delle cure: accoglienza del paziente in sala operatoria” è stato l’argomento di cui ha parlato P. Paoloni e M. Boscaglia, approfondendo anche la sicurezza e le caratteristiche della prevenzione durante le fasi chirurgiche. Alla presenza infine del direttore dell’Unità operativa Anestesia dell’Inrca, dott. Eugenio Recchia, si è citato un filmato che attualmente “spopola” su you tube: si vedono le persone dentro un ospedale che ballano spensierate mentre ci si avvicina con il paziente alla camera operatoria. Proprio una bella testimonianza di come a volte ogni timore sia infondato, quando c’è la consapevolezza che ogni passo è sotto la supervisione di medici e infermieri competenti, in strutture organizzate, sicure e attrezzate, anche psicologicamente, per seguire il paziente in tutto. r.c. senzaetà 57 L’ente pubblico informa LA REGIONE MARCHE ISTALLA DEFIBRILLATORI NEGLI UFFICI L Almerino Mezzolani, assessore alla Salute Regione Marche In caso di infarto averne uno vicino può salvarti la vita! 58 senzaetà a defibrillazione precoce, praticata prima dell’arrivo degli operatori sanitari del 118, è in grado di salvare fino al 30% delle vittime se gli strumenti per effettuarla sono disponibili. E’ quindi fondamentale l’immediatezza dell’intervento con personale preparato e apparecchiature adeguate. Per questo la Regione Marche ha realizzato il programma di diffusione dei defibrillatori semiautomatici esterni, avviato formalmente a Palazzo Raffaello con una cerimonia che ha previsto la collocazione dei primi due apparecchi negli uffici regionali e il rilascio degli attestati ai dipendenti che hanno seguito il corso per il loro utilizzo. Per La defibrillazione precoce praticata prima dell’arrivo del 118 può rappresentare ‘un’arma vincente’ in grado di salvare molte delle vittime di arresto cardiaco; perciò la diffusione degli strumenti necessari ad attuarla deve essere ampia e strategica”. Erano presenti Paolo Aletti, direttore dell’Agenzia regionale sanitaria, Sarda Cammarota per il dipartimento della Protezione civile, che hanno espresso soddisfazione per “l’ulteriore passo avanti del grande lavoro compiuto insieme”; il responsabile della Centrale operativa 118, Riccardo Sestili, il dirigente Ars (Agenzia sanitaria regionale) per le Tecnologie sanitarie, Riccardo Luzi e il responsabi- l’assessore alla Salute, Almerino Mezzolani “la sopravvivenza dei pazienti vittima di arresto cardiaco dipende da fattori noti, esemplificati dalla metafora della ‘catena della sopravvivenza’, ovvero la necessità di prestare cura immediata ai primi sintomi dell’arresto cardiocircolatorio. Il primo ‘anello’ di tale catena è costituito dall’uso di un defibrillatore in mani di chi sappia riconoscere, previa formazione, la necessità dell’intervento. le della prevenzione della Giunta regionale, Lorenzo Antonelli. “L’arresto cardiaco, che fino a poco tempo fa era considerato un evento di morte certa – aggiunge Mezzolani - è ora un evento da cui ci si può salvare grazie a provvedimenti mirati come quelli adottati dalla Regione Marche, che agisce per una maggiore sensibilizzazione di cittadini, operatori sanitari e forze politiche”. Programma di diffusione dei defibrillatori semiautomatici La Regione Marche, in collaborazione con i Responsabili delle CO 118 , con DGR 1087/11 ha predisposto il programma di diffusione di 76 defibrillatori semiautomatici. In tale provvedimento sono stati individuati i punti privilegiati di ubicazione dei defibrillatori che possono essere: • fissi: Scuole o Università (soprattutto per motivi culturali ed educativi oltre che per numerosità di f requentatori e per attività sportive che spesso vi si praticano), Porti e Stazioni Ferroviarie, Uffici ad elevato afflusso di operatori e utenti. • mobili: medici della continuità assistenziale (in particolare nelle località remote della regione), operatori del 118 che abitano in località difficilmente raggiungibili dai mezzi di soccorso sanitario, mezzi dei corpi civili e militari dello stato (Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, Corpo Forestale, ecc). Sono quindi stati individuati come sedi ulteriori di progetti di defibrillazione precoce: luoghi di aggregazione cittadina e di grande frequentazione o ad alto afflusso turistico; aree con particolare afflusso di pubblico; aree con particolari specificità come luoghi isolati e zone disagiate (montagna), pur se a bassa densità di popolazione; poliambulatori, ambulatori dei medici di medicina generale; luoghi in cui si pratica attività ricreativa ludica, sportiva: auditorium, cinema, teatri, parchi divertimento, discoteche, sale gioco e strutture ricreative, stadi, centri sportivi; luoghi dove vi è presenza di elevati flussi di persone o attività a rischio: grandi e piccoli scali per mezzi di trasporto aerei, ferroviari e marittimi, strutture industriali; luoghi che richiamano un’alta affluenza di persone e sono caratterizzati da picchi notevoli di frequentazione: centri commerciali, ipermercati, grandi magazzini, alberghi, ristoranti, stabilimenti balneari e stazioni sciistiche; strutture sede di istituti penitenziari, istituti penali per i minori, centri di permanenza temporanea e assistenza; strutture di Enti pubblici uffici; postazioni estemporanee per manifestazioni o eventi artistici, sportivi, civili, religiosi e farmacie. “Ossi duri… si diventa”: progetto regionale di prevenzioni contro l’osteoporosi “Ossi duri… si diventa”: progetto regionale di prevenzioni contro l’osteoporosi Un progetto regionale contro l’osteoporosi nell’ambito delle iniziative della Giornata mondiale dell’osteoporosi celebrata il 20 ottobre. La Regione – insieme alle Aziende del servizio sanitario, l’Università politecnica e le donne dei sindacati pensionati di Cgil Cisl Uil – illustreranno il programma di prevenzione rivolto ai cittadini e agli operatori sanitari. Quattro gli incontri di sensibilizzazione che si sono svolti a Macerata - Istituto istruzione superiore “G.Garibaldi” - C.da Lornano, 6; Pesaro - Sala della Provincia; Ancona Sala Consiglio comunale - Piazza 24 Maggio; Ascoli Piceno - Sala Dei Savi - Palazzo dei Capitani. L’osteoporosi è un’epidemia silenziosa quanto diffusa: colpisce in particolare le donne – ma non disdegna gli uomini – e causa un indebolimento delle ossa, con conseguente aumento del rischio di fratture. Negli ultimi anni si è assistito a un incremento dei casi, per cui è sempre più avvertita la necessità di informare, sensibilizzare e promuovere strategie di prevenzione. Dal momento che l’osteoporosi è una malattia che, solo in Italia, colpisce circa 5 milioni di persone, con costi stimati, per le sole fratture di femore, di 1 miliardo di euro all’anno (20 i milioni stimati esclusivamente per le Marche), per ottimizzare le risorse è essenziale identificare i soggetti con rischio più elevato di frattura, al fine di investire su loro le risorse economiche disponibili, sia in tema di diagnosi precoce, che della terapia più appropriata, soprattutto alla luce del prolungarsi delle aspettative di vita. Prevenire l’osteoporosi è possibile e le armi a disposizione sono alla portata di tutti. L’attività fisica giornaliera, innanzitutto. Poi un’alimentazione controllata con il calcio necessario alla mineralizzazione delle ossa e una quantità sufficiente di vitamina D che assicuri il controllo giornaliero del metabolismo osseo. La Campagna “Ossi Duri … si diventa” risponde alle necessità di individuare precocemente i soggetti a rischio, aggiornare gli operatori sanitari e sensibilizzare la popolazione generale sulla importanza dei corretti stili di vita per la prevenzione della osteoporosi in collaborazione tra operatori del Servizio sanitario regionale e le organizzazioni sindacali promuoventi. L’ente pubblico informa Povertà: la Regione Lazio volta pagina P Nicola Zingaretti Presidente Regione Lazio Il problema è in crescita dappertutto cosa fare per reagire 60 senzaetà residente Zingaretti, tutte le statistiche, anche le più recenti, raccontano di un forte aumento della povertà in tutta Europa. Come intende agire la Regione Lazio? Oggi il rischio povertà riguarda anche fasce sociali che, solo 10 o 20 anni fa, erano ritenute al sicuro. Questo allargamento della soglia di povertà è l’effetto della crisi che ha colpito il mondo a partire dal 2008, ma è anche il risultato di una politica incapace di dare risposte sociali efficaci alle difficoltà economiche. Il fatto è che si è creato un cortocircuito tra recessione economica e ridimensionamento delle risorse destinate al welfare. In questi anni abbiamo assistito infatti a una progressiva erosione di investimenti nel sociale, con effetti disastrosi: senza risorse destinate al sociale infatti, ossia senza il riconoscimento e il sostegno dei diritti della persona, arretra l’intero sistema socioeconomico. Dobbiamo prendere consapevolezza che il welfare non può essere considerato un costo ma che è invece un potente elemento di sviluppo. Io credo che per contrastare davvero la povertà dobbiamo dare risposte su due diversi fronti: da una parte bisogna mettere in campo un grande progetto di rinnovamento del sistema produttivo, per rendere competitive le nostre imprese e creare nuovo lavoro; dall’altra, bisogna lavorare a una profonda revisione di un sistema di welfare ormai obsoleto. Ed è quello che intendiamo fare con la legge sui servizi sociali che abbiamo da poco approvato in Giunta. Quali sono le novità introdotte con la nuova legge? Con questa iniziativa, la Giunta colma un grande vuoto: il Lazio infatti era una delle poche regioni italiane a non aver recepito con una legge-quadro le novità introdotte dalla legge nazionale 328 del 2000. Un gravissimo vuoto che, specie in una situazione di piena emergenza sociale come quella che attraversiamo, non potevamo davvero permetterci. Con la legge sui servizi sociali abbiamo voluto stabilire un quadro certo di regole per dare servizi innovativi ed efficaci ai cittadini. A tutti i cittadini, senza esclusioni. Siamo ripartiti dall’articolo 3 della nostra Costituzione: quello – voglio ricordarlo – che stabilisce che “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge”. È un grande principio civile. Per imporlo, occorre riaffermare la centralità di un modello di welfare fondato sul riconoscimento dei diritti di ogni persona, non dalla “logica del dono”. Bisogna superare l’idea pericolosa avanzata in questi anni, di ridurre il welfare a “ghetto” del disagio, “recinto” nel quale richiudere solo singole categorie, e quindi “assistenzialismo ed elemosina”. Quello del riconoscimento dei diritti è un grande tema etico-politico che riguarda anche lo sviluppo. La strada per rimettere la persona al centro delle politiche sociali si dovrà realizzare attraverso la costruzione di un vero e proprio Piano sociale regionale, che sarà lo strumento privilegiato della programmazione delle politiche sociali sul territorio. Per la stesura del Piano è previsto il coinvolgimento degli organismi del Terzo settore, del sistema cooperativo e delle organizzazioni sindacali e delle Asl. Uno dei grandi problemi del welfare del Lazio è la disomogeneità dei servizi erogati nei diversi territori. Come pensate di ridurre le diseguaglianze? Una delle parole chiavi del cambiamento Alcune immagini del Presidente in mezzo alla gente, fra volontari e centri sociali, commercianti e semplici cittadini per confrontarsi sulle esigenze sempre maggiori della vita di tutti i giorni nella gestione dei servizi alla persona dovrà essere l’integrazione socio–sanitaria. È un obiettivo di cui si è molto parlato, anche nel Lazio, ma su cui finora si è fatto poco o nulla. Per noi invece questo è un passaggio prioritario: la sfida che abbiamo lanciato è di costruire un sistema di rete territoriale in cui servizi sociali e rete sanitaria finalmente si parlino e interagiscano. Non a caso, a livello amministrativo, abbiamo voluto unire in un’unica direzione Sanità e Sociale. Con la nuova legge, prevediamo che ci sia una programmazione comune accompagnata da un’integrazione dell’erogazione di servizi del territorio, sulla base di ambiti territoriali di base omogenei e di una tempistica comune. Un tassello importante che introduciamo riguarda inoltre l’esercizio delle funzioni associate fra Comuni: la nuova legge prevede infatti la possibilità di mantenere a livello comunale soltanto quei servizi che non abbiano rilevanza sanitaria e che comportino una modesta complessità gestionale. Tutti gli altri interventi dovranno essere invece gestiti a livello associato. Questo implica che le risorse del sociale verranno utilizzate in modo del tutto nuovo: oggi i Comuni del Lazio spendono in forma associata molto meno del 10% delle risorse. Ciascuno produce i propri servizi e se li gestisce da solo. Questo ha comportato una parcellizzazione e una disomogeneità degli interventi e ha penalizzato la qualità e l’estensione dei servizi. Ora voltiamo pagina. Prima che la legge faccia il suo iter in Consiglio, però, esiste una fascia di popolazione che non ce la fa ad andare avanti… Sull’emergenza ci siamo mossi con due importanti interventi, uno di natura economica, l’altro di governance. Per il primo, la Regione ha approvato proprio in questi giorni un Programma straordinario per il contrasto a situazioni di indigenza e esclusione sociale, con uno stanziamento di 12 milioni. Il Programma si articola in due parti: 7 milioni andranno direttamente ai Comuni (2,7 milioni ai Municipi di Roma Capitale), mentre 5 milioni saranno assegnati con bando pubblico aperto a tutti i soggetti del Terzo settore che operano nel campo del contrasto alla povertà. Con queste risorse contiamo di dare una prima importante risposta - coinvolgendo quella preziosissima risorsa che è l’associazionismo e il volontariato – alle situazioni di grave indigenza. Il secondo punto riguarda l’istituzione dell’Osservatorio regionale sulla povertà, che diventerà a tutti gli effetti un organismo della Regione e avrà il compito di analizzare il fenomeno della povertà nel Lazio e di elaborare politiche innovative di inclusione sociale. Una società senza esclusi è più coesa, più forte e più competitiva. Il Piano sociale del presidente Nicola Zingaretti parte dall’integrazione sociosanitaria: ecco la nuova legge sul Welfare senzaetà 61 Il comune Roma Capitale ROMA: RIVOLUZIONE SOCIALE L’Assessore Cutini ci racconta il nuovo volto della Capitale solidale. “Una città a misura dei più deboli è a misura di tutti”. “ Il Sindaco di Roma Capitale, Ignazio Marino, ha fortemente voluto che l’Assessorato alle Politiche sociali (oggi Assessorato al Sostegno sociale e Sussidiarietà) fosse affidato a un tecnico. Anche in questa scelta, come in altre, ha dimostrato di essere ‘un marziano’ (come ama definirsi)”. Esordisce così Rita Cutini, nuovo volto dell’Assessorato dedicato alle Politiche sociali della Capitale, figura tecnica della Giunta Marino, fa parte di quel 50% delle nomine fatte – come promesso – in rosa. Dottore di Ricerca in Educazione Sanitaria, assistente sociale, Cutini è nel collegio dei docenti della Scuola Dottorale in Pedagogia e Servizio Sociale della Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università Roma Tre, docente al corso di Laurea in Servizio Sociale nella stessa Università, docente di Storia e Principi del Servizio Sociale presso la Libera Università Maria Santissima Assunta di Roma. “Il nostro assessorato è stato da sempre “politico” perché è in grado di produrre consenso e di avvicinare molto l’assessore al territorio e ai cittadini. Marino è stato molto coraggioso a sottrarre i servizi sociali dalla contesa politica dimostrando anche in questo caso di voler operare per il bene della città e di voler ripartire dai bisogni della gente senza calcoli politici. Io condivido questa impostazione, a Roma abbiamo trovato una situazione di sfiducia verso le istituzioni e rapporti logori con le associazioni e tutti gli attori del settore. Siamo ripartiti proprio da qui: dal rico- 62 senzaetà stituire quel tessuto di collaborazione e di confronto con le realtà che operano nel settore sociale a Roma”. Ha un passato ben consolidato nel settore – è stata anche molto vicina a Sant’Egidio - ma essere Assessore per le Politiche Sociali per una capitale come Roma è impegno non da poco. “Roma è la mia storia personale, ma non solo. È una città straordinariamente ricca di un tessuto di solidarietà. Sono qui per cambiare l’approccio alle politiche sociali di Roma: partire dai bisogni delle persone, ricostituire un tessuto di fiducia verso l’amministrazione e riuscire a migliorare la vita di chi è più fragile nella nostra città. Non è un impegno di poco conto, ma c’è grande bisogno di cambiare rotta. Certo, la situazione economica generale e quella di Roma in particolare non rendono facili le cose. Tanti bisogni e poche risorse: per questo occorre creare percorsi virtuosi di assistenza e sostegno ai cittadini che non facciano mai passare in secondo piano l’esigenza di stare accanto a chi è più debole. Penso, ad esempio, all’assistenza domiciliare. Deve diventare l’asse portante dei servizi socio-sanitari della Capitale su cui dobbiamo investire in termini di risorse e di progettualità. Purtroppo abbiamo ereditato uno strumento (Delibera 355/12) che rispetto al passato ha determinato la riduzione dell’assistenza, soprattutto agli anziani e ai disabili che stanno peggio. Intanto siamo già al lavoro per riportare ai Rita Cutini, Assessore al Sostegno sociale e Sussidiarietà Roma Capitale Sono qui per cambiare l’approccio alle politiche sociali di Roma: partire dai bisogni delle persone, ricostituire un tessuto di fiducia verso l’amministrazione e riuscire a migliorare la vita di chi è più fragile nella nostra città. livelli precedenti l’assistenza e, dove possibile, aumentarla”. Gli strumenti a disposizione le consentono di operare al meglio o bisognerebbe adottare strategie diverse per far fronte alle nuove emergenze create dalla crisi economica? “La crisi ha certamente generato nuove sacche di emergenza e reso ancora più difficile la situazione di chi già era in difficoltà. Penso alla povertà che ora colpisce il ceto medio. L’amministrazione non può rimanere sorda ai bisogni che per giunta cambiano con una certa rapidità. Dobbiamo quindi prevedere strumenti più flessibili e dare maggiore fiducia e responsabilità al personale che opera nei servizi sociali nel valutare i bisogni. Riguardo alla citata delibera 355 sull’assistenza domiciliare, è un esempio emblematico della necessità di adottare strategie diverse. In questo campo non si può prescindere dal cambiare radicalmente approccio: passare dal concetto di “prestazione” a quello di “presa in carico” degli assistiti orientando tutti gli interventi all’integrazione sociosanitaria in stretta sinergia con le strutture sanitarie”. Il suo motto sul social Network è una frase del filosofo Guido Calogero “tenere conto degli altri”. Dalla sua esperienza quanto sono importanti e considerati “gli ultimi”? “ ‘Tenere conto degli altri’ è il punto di partenza di un tessuto urbano comunitario che vede le persone fragili e infragilite al primo posto. “Gli ultimi” vengono troppo spesso considerati un peso, un intralcio. Soprattutto in questo la Giunta Marino vuole segnare un cambio di passo: se pensiamo a chi è più fragile solo come qualcosa di competenza esclusiva dei servizi sociali non riusciremo a incidere sulla vita delle persone e sulla città. Bisogna rovesciare la prospettiva: una città a misura dei più deboli è a misura di tutti. Troppo spesso, ad esempio, nell’agenda delle politiche sociali si sottovaluta la grande sfida rappresentata dall’invecchiamento demografico. Le agenzie internazionali producono documenti e rapporti che dicono in modo sempre più pressante la stessa cosa: le società devono ripensarsi, e in fretta, attorno al fatto che una porzione sempre più rilevante della popolazione diventa anziana. Non è solo un problema dei servizi sociali ma anche di come sono fatti i marciapiedi o come è organizzata la città, o che la vita della città provoca solitudine e isolamento. Pensare a una città “amica degli anziani”, ad esempio, che diventi un modello per il panorama nazionale è una scelta lungimirante”. E che dire dei cittadini disabili? “Il 66 per cento delle persone con disabilità è fuori del mercato del lavoro: il 43,9 per cento è in pensione e il 21,8 per cento è inabile al lavoro mentre solo il 3,5 per cento è occupato. Una Risoluzione del Parlamento europeo del 25 ottobre 2011 sulla mobilità e l’integrazione delle persone con disabilità sottolinea che “l’obiettivo della strategia Europa 2020 di conseguire un tasso di occupazione pari al 75 per cento per la popolazione di età compresa tra i 20 e i 64 anni, non può essere in alcun modo raggiunto se non vi si include la popolazione con una qualche forma di disabilità”. La stessa risoluzione sottolinea che “la spesa finanziaria e gli investimenti economici a favore delle persone con disabilità costituiscono un investimento a lungo termine per il benessere di tutti e per una società sostenibile in cui le persone possano vivere più a lungo e lavorare con maggiore efficienza in condizioni migliori”. I problemi vanno dall’accesso ai servizi alla mobilità. C’è tanto da fare”. Cosa fare per miglorare la situazione attuale? “La presenza dei poveri, di chi è anziano, delle donne in difficoltà, non è un attentato al decoro cittadino, ma può rappresentare il punto di partenza per riconnettere il tessuto urbano con quel welfare di comunità sul quale tante volte abbiamo insistito. Occorre, lo ribadisco, rovesciare la prospettiva: l’amministrazione deve erogare servizi di qualità ai cittadini, soprattutto a chi è più fragile. Perché ne trae vantaggio l’intera comunità, si risparmia e si avanza nella direzione dell’innovazione. Perché una città inclusiva, solidale, accogliente è un obiettivo possibile”. Nicoletta Di Benedetto senzaetà 63 E’ IN EDICOLA PRENOTA l’Agenda della Salute 2014 O richiedi la tua copia al numero 071 2901110 o via mail a [email protected] A soli 5,90 € AGENDA 2014 www.senzaeta.it www.senzaeta.it - [email protected] EDITORE Pixel REDAZIONE via Valenti, 1 - 60131 Ancona - Tel. 071.2901110 Direttore responsabile Luca Guazzati - [email protected] Coordinatore di redazione Maria Chiara La Rovere Hanno collaborato Cristiana Aperio, Debora Benedettelli, Julian Burnett, Nico Coppari, Nicoletta Di Benedetto, Ilaria Iobbi, Katia Marilungo, Stefano Padovano, Nicolò Scocchera, Paola Stefanucci, Valentina Vittori, Valentina Zoppi. grafica Elisabetta Pincini Comitato scientifico Direttore prof. Paolo Crepet, avv. Giovanni Conti, legale, dott.ssa Maria Lucchetti, Inrca, prof.ssa Marieli Ruini, antropologa, Un. La Sapienza, dott. Rosario Altieri, Presidente AGCI dott.Alberto Busilacchi, ortopedico Stampa ROTOPRESS Loreto Reg.Trib.Ancona n. 12 del 27/06/2003 POSTE ITALIANE SPA Sped.in abb. postale D.L. 353/2003 Conv. in L. 27/02/2004 n. 46 Art. 1, Comma 1, DCB Ancona www.senzaeta.it 6 numeri agenda della salute 2014 a soli € 20 DIRETTAMENTE A CASA TUA LA RIVISTA SENZAETA’ FAI IL VERSAMENTO TRAMITE BONIFICO BANCARIO, intestato a Pixel, Banca Unicredit - IBAN IT49 k 02008 02623 000010378615 invia la ricevuta via mail [email protected] allo 071. 2901110 o in busta chiusa all’indirizzo: REDAZIONE SENZAETA’ - Via Valenti, 1 - 60131 ANCONA 64 senzaetà