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Profilo geografico criminale
Studio sul comportamento spaziale dei criminali: il profilo geografico. L’obiettivo del profilo geografico è quello di delimitare un’area geografica quale probabile luogo di residenza del reo, autore di una serie di crimini. La presunta conoscenza della zona in cui è più probabile che il ricercato risieda permette un razionale impiego delle forze impegnate nelle indagini e rappresenta un criterio aggiuntivo per l’elaborazione della lista dei sospetti. Il profilo geografico trova le sue radici negli studi di criminologia ambientale. Il metodo del profilo geografico si fonda su una componente qualitativa e su una quantitativa. I metodi qualitativi. Possiamo definire questa componente come soggettiva, in quanto basata sulla ricostruzione e interpretazione della mappa mentale del reo. Tra le discipline utilizzate si annoverano la psicologia ambientale e la geografia comportamentale. Per quanto riguarda la prima, si basa sul concetto che l’ambiente eserciti una valenza particolare nella formazione delle nostre cognizioni ed emozioni; il principale campo d’indagine della geografia comportamentale è l’ambiente urbano. Ad ogni modo, entrambe considerano le seguenti tematiche: *Environmental assessment, la valutazione cognitiva e affettiva dell’ambiente *Cognitive mapping, la formazione di mappe cognitive dell’ambiente circostante *Environment stressor, le caratteristiche dell’ambiente in quanto fonti di stimolazione delle nostre capacità sensoriali *Spatial behaviour, i comportamenti relativi allo spazio personale, alla territorialità e alla privacy Tra queste, di particolare rilievo hanno le mappe cognitive, ovvero le rappresentazioni mentali dello spazio circostante. Nella loro formazione rivestono un ruolo fondamentale sia la percezione visiva sia i suoni, i sentimenti, i ricordi, la conoscenza di determinati luoghi, il tutto riassunto nel concetto di esperienza. Lynch nel 1960 ha stilato un elenco degli elementi di un’area geografica utilizzati nell’individuo per costruire una mappa cognitiva: *segnali territoriali: tutti quegli edifici che possono essere individuati da lontano *itinerari: le vie transitabili (in genere strade) che gli abitanti possono percorrere *nodi: l’incrocio di diversi itinerari *distretti: regioni della città caratterizzate da una qualche proprietà culturale o geografica facilmente riconoscibile, per esempio il quartiere finanziario, il quartiere cinese e così via *margini: confini visibilmente definiti dai distretti o da altri elementi della geografia urbana: fiumi, ferrovie, ecc. Si definisce area di consapevolezza (awareness space) l’insieme di tutte le località la cui conoscenza supera un certo livello minimo. Questa area include lo spazio di attività (activity space) che comprende sia la zona in cui abitualmente si vive e lavora, sia i percorsi di connessione ad altre zone. Tale spazio è fondamentale, in quanto parte integrante del profilo geografico, per quanto riguarda lo studio dei principi di selezione dei luoghi per la commissione di un reato (crime site selection). Nel suo interno si trovano dei punti che rappresentano luoghi importanti nella vita di un individuo: il posto di lavoro, le residenze degli amici, bar o circoli che il soggetto frequenta, eccetera. I punti di ancoraggio (anchor points) sono determinanti nella scelta del luogo in cui il criminale compierà il delitto. Possono essere dei luoghi frequentati dal reo più spesso: egli compierà il delitto nelle zone che reputa più “convenienti”. E’ ragionevole, infatti, pensare che un individuo, dovendo scegliere tra diverse possibilità per il raggiungimento di un certo scopo (in questo caso tra diverse strade per giungere in un certo luogo), sceglierà l’opzione che crede gli costi meno fatica: nel caso di un percorso la strada più breve. Nella percezione della distanza di un luogo entrano in gioco diversi fattori: *l’attrattiva del luogo che si vuole raggiungere *il numero e il tipo di ostacoli che separano la destinazione dal punto di partenza *la conoscenza della topografia del luogo *la distanza fisica *l’attrattiva che possono esercitare certi percorsi piuttosto di altri Se in linea di massima il principio del minimo sforzo può favorire la predizione del modo in cui le persone scelgono un certo percorso, è anche vero che va tenuto conto anche di altri fattori quali il flusso del traffico, le diverse conformazioni della zona, la topografia delle città, il tempo a disposizione e i costi economici di una determinata scelta. I metodi quantitativi. Si utilizzano soprattutto la centrografia e l’analisi di prossimità. La prima è una misura univariata di tendenza centrale del valore spaziale, all’interno di un insieme di punti disposti in un’area definita. Questa tecnica individua il centroide o centro di gravità, valore che minimizza la somma delle distanze dei vari punti all’interno di una loro disposizione spaziale. La centrografia è stata impiegata in diversi contesti investigativi per studiare le topografie dei luoghi del delitto per esempio in casi di stupri seriali o di incendi dolosi, o per delimitare la zona di residenza di un reo. I dettagli andateveli a vedere da soli, perché è tutta matematica, materia a cui sono notoriamente allergica. L’analisi di prossimità individua la distanza tra i vari punti di una mappa e fornisce un grado di dispersione. Questa tecnica permette di rilevare la natura casuale, uniforme o in grappoli (cluster) di un insieme di punti distribuiti nello spazio, nella fattispecie i luoghi di deposito della vittima, i luoghi di attacco della vittima, oppure i luoghi dell’ultimo avvistamento della vittima. Anche qui numeri, calcoli e compagnia bella… Osservazioni sul comportamento spaziale dei criminali. Ci sono tre tipologie di risultato che gli studi sull’analisi di spostamento criminale forniscono: 1.la distanza media di spostamento 2.la delimitazione di un’area circolare di spostamenti 3.la legge di decadimento E’ sempre importante analizzare la successione temporale dei delitti e i movimenti prima e dopo il delitto, secondo l’ipotesi della simmetria del percorso: si ipotizza che il criminale riproduca specularmene, nell’allontanarsi dalla scena del crimine, i comportamenti adottati per approssimarsi al teatro del delitto. Inoltre è stato notato che se il reo è stato precedentemente condannato o comunque è già noto alle forze dell’ordine, tenderà a cambiare residenza più frequentemente di un criminale incensurato. Ecco le principali osservazioni basate sugli studi condotti sul percorso compiuto dal reo per raggiungere il luogo del delitto: *il crimine viene spesso compiuto in prossimità del luogo di residenza del reo *il numero di crimini commessi da un certo delinquente decresce all’aumentare della distanza dalla sua abitazione *i giovani criminali commettono i delitti molto vicino alla loro residenza e sono meno mobili degli adulti *esistono differenti comportamenti spaziali, in relazione al tipo di reato commesso. I crimini violenti, per esempio, si verificano più vicino alla residenza del reo di quanto non accada per i reati commessi contro la proprietà *all’incremento della “carriera” criminale corrisponde un allargamento dell’area di attività in cui si esercita l’azione predatoria e un aumento del tempo impiegato per gli spostamenti *gli spostamenti criminali spesso avvengono verso zone ad alta concentrazione di reati I fondamenti teorici alla base del profilo geografico. *Routine Activity Theory: secondo la quale la struttura di un evento criminoso può essere riassunta nella seguente equazione: crimine = (reo + obiettivo – controllo) (luogo + tempo) cioè: affinché ci sia un crimine devono esserci un individuo motivato a commetterlo, un certo obiettivo da lui desiderabile, l’assenza di un controllo efficace del territorio da parte delle forze dell’ordine, un certo momento e un certo luogo ritenuti utili alla commissione del reato, sulla base di un’esperienza passata o di una previsione. *Rational Choice Theory: suggerisce un modello di criminale che volontariamente, razionalmente e in seguito a un processo decisionale consapevole, intraprende l’azione delittuosa. *Crime Pattern Theory: combina le precedenti due teorie e i principi della psicologia ambientale per spiegare la distribuzione dei crimini. Il modello si basa sui seguenti assunti: 1.alcuni individui sono motivati a commettere specifici crimini (per diverse motivazioni la cui forza e il cui carattere variano da individuo a individuo) 2.data una certa motivazione a compiere un crimine, il passaggio all’atto criminoso è il risultato di un processo decisionale che prevede la ricerca e l’identificazione di un certo obiettivo, localizzato in un determinato luogo, in un dato momento 3.l’ambiente produce numerosi segnali: spaziali, ambientali, psicologici, culturali, sociali, legali 4.un individuo che è motivato a commettere un reato fa uso di questi segnali, appresi dall’esperienza o socialmente trasmessi, per ricercare l’obiettivo da colpire 5.una volta identificati i fattori che hanno permesso la realizzazione di un crimine riuscito, il reo fa di quel pattern di fattori il suo modello e tende perciò a riutilizzarlo per il successivo crimine 6.il processo di costruzione del modello del punto 5 può essere il risultato di un processo consapevole o inconsapevole. Legge di decadimento: l’attività criminale decresce all’aumentare della distanza del luogo del reato dall’abitazione del reo. Esiste una buffer-zone, chiamata coal-sack, situata nella prossimità dell’abitazione del reo, in cui lo stesso non commette crimini, proprio perché sarebbero troppo vicini a casa sua. Ciò non significa che in questa zona non saranno commessi reati dal criminale, bensì che le probabilità che questo accada sono statisticamente meno rilevanti. Classificazione dei serial killer in base ai loro spostamenti. (Raga, non vi cito gli autori solo perché se no viene un volume dell’enciclopedia, li trovate tutti sul libro da cui traggo queste nozioni). Megastat: coloro che uccidono in un singolo ambiente urbano. Megamobile: coloro che viaggiano molto e uccidono in luoghi molto distanti tra loro. Molti serial killer sono altamente mobili e contattano le loro vittime in una zona in cui si sentono a proprio agio, detta comfort zone. Un’altra classificazione suddivide i sk in: *travelling killer (34%): commettono i delitti mentre si muovono da una località all’altra *local killer (52%): rimangono entro una certa area urbana o in un singolo Stato (sottinteso che parliamo degli USA ma penso che il modello sia applicabile anche altrove, anche se con % diverse) *place-specific killer (14%): uccidono a casa propria, sul posto di lavoro o comunque sempre in un determinato luogo. In base agli stessi criteri possono essere suddivisi anche come: *territoriali: operano in una zona definita *nomadi: viaggiano molto in cerca delle loro vittime *stazionari: commettono i crimini a casa o sul posto di lavoro Dragnet. E’ un software definito “geographical prioritisation package”. Si basa sul modello di Canter, mediante l’applicazione del concetto di sfera criminale (offender circle concept) che individua due tipi di comportamenti criminali: *i residenti (marauder) che utilizzano la propria area come centro attorno al quale si sviluppa l’attività predatoria *i pendolari (commuter) che compiono i delitti fuori dal luogo di residenza E’ risultato che l’87% degli offender rientra nella prima categoria. Il software analizza i siti del crimine nell’insieme piuttosto che uno alla volta. Considerando le localizzazioni di una serie di crimini, delle quali vanno indicate le coordinate, Dragnet indica un gruppo di aree circostanti di priorità in relazione alla probabile localizzazione della residenza dell’offender. Nel sito si sottolinea che il programma non segna una “x” come sulla mappa di un tesoro, ma disegna una mappa di priorità a diversi colori, a seconda dei quali si ha una maggiore o minore possibilità che l’abitazione del reo si trovi in quella zona. coordinate dei luoghi del crimine mappa di priorità scala di priorità Il modello di Rossmo. E’ chiamato Criminal Geographic Targeting, ed elabora una mappa tridimensionale chiamata jeopardy surface, in cui l’altezza di ogni punto è proporzionale alla probabilità che il domicilio del reo si trovi in quel punto; anche in questo caso vi sono vari colori a indicare la maggiore o minore probabilità. La mappa ottenuta si sovrappone a una cartina topografica della zona ottenendo così un geoprofilo. Il profilo geografico occupa un posto ben preciso nel corso del processo investigativo, le cui fasi si svolgono in una certa sequenza: 1.una serie di crimini 2.l’impiego di tradizionali tecniche investigative 3.l’analisi dei collegamenti al fine di determinare quali crimini sono connessi tra loro 4.la preparazione di un profilo psicologico del reo 5.la costruzione di un profilo geografico 6.lo sviluppo di nuove strategie investigative Ecco invece le fasi della preparazione di un profilo geografico: 1.esame delle informazioni medico-legali, delle dichiarazioni dei testimoni e del profilo psicologico del reo, se disponibile 2.analisi della scena del crimine e delle fotografie aeree della zona 3.discussione con gli investigatori e i crime analyst 4.sopralluogo negli altri luoghi del delitto, quando possibile 5.analisi delle statistiche criminali e dei dati sociodemografici della zona 6.studio della topografia della zona 7.rapporto finale Sempre Rossmo propone una classificazione degli offender in base al metodo di ricerca delle vittime: *hunter: il criminale ha una base, la sua residenza, e da lì parte per cercare la vittima *poacher: non usa come base la sua residenza, viaggia da una località a un’altra alla ricerca della vittima *troller: la vittima è incontrata per caso mentre il criminale è impegnato in un’altra attività *trapper: crea le condizioni, per esempio trovando un certo impiego, che facilitino la ricerca e la selezione della vittima Vi è anche una classificazione in base ai metodi di attacco: 1.raptor: attacca la vittima appena la incontra 2.stalker: pedina la vittima e la attacca al momento ritenuto opportuno. FONTI: * “Criminal Profiling” di M. Picozzi e A. Zappalà * www.i-psy.com