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Francesco Panvini Rosati Nel ripostiglio di Terling, che andava da

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Francesco Panvini Rosati Nel ripostiglio di Terling, che andava da
Francesco Panvini Rosati
Nel ripostiglio di Terling, che andava da Valente ad Onorio, su 26 solidi, 17 erano di di Mediolanum e precisamente 5 dei 7 esemplari di Arcadio e 11 dei 12 di Onorio, mentre gli 8 pezzi appartenenti
a Valente, a Graziano e a Valentiniano II erano così ripartiti: 1 di Lugdunum, 1 di Mediolanum e 5 di
Treviri29. Nel gruzzolo di Würselen, anch’esso risalente all’età di Onorio, 7 erano gli esemplari di
Mediolanum (tutti i 5 di Onorio, e i 2 di Arcadio), mentre dei rimanenti 25 solidi, 13 appartenevano a
Treviri e gli altri a varie zecche orientali.
Viene confermato in tal modo il predominio nel primo decennio del V secolo della produzione
aurea mediolanense nell’Europa Settentrionale.
I ripostigli esaminati riflettono la circolazione di un periodo anteriore a quello in cui fu nascosto il
tesoro di Comiso, tuttavia quanto ci è dato osservare dalla loro composizione può fornire, a mio parere, i
necessari addentellati alla situazione monetaria in Italia e portare un utile contributo per chiarire, anche
se indirettamente, alcuni dei suoi aspetti caratteristici.
Si osservi infine che nel ripostiglio di Comiso mancano completamente monete della zecca di
Aquileia. Non si può escludere che qualche esemplare fosse presente in quella parte del gruzzolo andata
dispersa, ma doveva trattarsi in ogni caso di pochi pezzi. Questa assenza si può spiegare sia con la riduzione nella prima metà del V secolo del lavoro nella zecca aquileiense, la cui coniazione dopo la morte
di Onorio è limitata a poche emissioni di Teodosio II, Galla Placidia e Valentiniano III30 sia, e questa mi
sembra la ragione più probante, con il fatto che la posizione avanzata di Aquileia verso le regioni nordorientali dava alla sua produzione una diversa zona di espansione.
CRONOLOGIA DEL RIPOSTIGLIO. - Occorre precisare meglio i termini di tempo entro i quali si possono inquadrare le monete, che compongono il ripostiglio di cui trattasi. La serie inizia con il solido di
Teodosio I, Concordia Auggg Costantinopoli seduta sul trono con scettro e globo, esergo: COMOB, che
si può apporre al 388, durante la spedizione di Teodosio contro Magno Massimo, dopo che Valentiniano
II, costretto a ritirarsi da Milano, aveva trasferito la sua corte a Tessalonica, dove più tardi convenne
anche Teodosio31; quivi, secondo una ipotesi molto attendibile32, furono coniati i solidi senza marca di
zecca e recanti all’esergo solamente la sigla: COM o COMOB.
Seguono cronologicamente i solidi di Onorio, coniati a Costantinopoli, Concordia Augg Costantinopoli seduta con asta e globo niceforo, che si debbono datare nel periodo che va dalla morte di Teodosio I (17 gennaio 395) all’elevazione ad Augusto di Teodosio II (10 gennaio 402). Ad essi succede il
gruppo di pezzi di Onorio e di Arcadio recanti al rovescio il tipo Victoria Auggg l’imperatore stante con
stendardo e globo niceforo in atto di calpestare un prigioniero, coniati nelle zecche di Roma, di Mediolanum e di Ravenna e la cui emissione dovette iniziare nel 402, quando, con la elevazione al trono di
29
La diffusione dei solidi della zecca di Treviri in Inghilterra è confermata, per il periodo precedente a quello in esame, dal ripostiglio di
Corbridge comprendente 48 solidi, da Valentiniano I a Magno Massimo, dei quali ben 43 della zecca di Treviri. (CRASTER, Roman Gold Coins
found at Corbridge, in NC 1912, p. 275 ss.; GRUEBER, The first Corbriage find, in NC 1913, p. 31 ss.).
30
O. ULRICH BANSA, Note sulla zecca di Aquileia Romana, in Aquileia nostra, 1934-1935, col. 16 ss.; ID., Le ultime monete della zecca
di Aquileia Romana, ib., 1947, col. 8 ss.
31
A. PIGANIOL, L’Empire chretien, Parigi 1947, pp. 244, 253 ss.
32
J.W.E. PEARCE, The gold Cóinage of the reign of Theodosius I, in NC 1938, p. 236 ss.; RIC IX, p. 166 ss.
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