Comments
Description
Transcript
Colonna Portante la voce del Turrisi
Manga&videogiochi a cura di Serena Bilegi 4D Le uscite di manga, questo mese, sono per la maggior parte ristampe, ma vi sono alcune nuove uscite. Per quanto riguarda la casa editrice STAR Comics: 3 FEBBRAIO ○ROUGH NEW EDITION n. 1 (di 6) di Mitsuru Adachi 13x18, B, 368 pp, b/n e col., con alette, € 7,00 - Solo in fumetteria E’ da poco iniziato il nuovo anno scolastico nella scuola superiore Eisen, quando Keisuke Yamato, studente fresco d’iscrizione nonché talentuoso nuotatore, si imbatte in Ami Ninomiya, abile tuffatrice, che di punto in bianco lo accusa si essere... un assassino! Eppure lui giura di non averla mai vista prima... Cosa l’avrà spinta ad aggredirlo in quel modo?! Attanagliato dal dubbio, il ragazzo scoprirà ben presto che alla base dello strano comportamento della compagna c’è una lunga storia di odio covato nei confronti della famiglia Yamato... ○MY HERO ACADEMIA n. 1 di Kohei Horikoshi 11,5x17,5, B, 192 pp, b/n, € 4,30 In un mondo in cui essere supereroi è la normalità, nascere senza particolari poteri equivale a una vera e propria disgrazia! Izuku Midoriya dovrà mettercela tutta per ottenere un superpotere, e nonostante l’impresa sembri impossibile qualcuno finirà per notare le sue capacità... Tutto è cominciato con la notizia della nascita di un “bambino luminoso”, e da quel momento la Terra si è popolata di “Heroes”, comportando un riassetto globale di ogni aspetto della vita... Come sarà la scuola in un mondo del genere?! ○MY HERO ACADEMIA n. 1 LIMITED EDITION 11,5x17,5, B, 192 pp, con sovracoperta, € 4,90 - Solo in fumetteria Edizione a tiratura limitata del primo volume della nuovissima serie che ha spopolato su Weekly Shonen Jump, con una speciale cover e un mini poster all’interno. 24 FEBBRAIO ○THE ANCIENT MAGUS BRIDE n. 1 di Kore Yamazaki 13x18, B, 192 pp, b/n e col., con sovracoperta, € 5,90 - Solo in fumetteria Chise Hatori ha solo quindici anni ma ha già perso tutto: non ha più una famiglia né speranze per il futuro. Un giorno, però, le compare davanti un misterioso mago che le offre un’allettante opportunità di riscatto... Potrà fidarsi di questo misterioso e intrigante individuo? E cosa mai vorrà da lei?! Due sono le opzioni in gioco: o la aiuterà a risollevarsi dal suo triste destino o la farà precipitare ancora più in basso, nelle tenebre più buie... 17 FEBBRAIO ○SUPER CONDUCTIVE BRAINS PARATAXIS (volume unico) di Shintaro Kago 17x24, 192 pp, b/n e col., con sovracoperta, cover in PVC trasparente, € 12,00 - Solo in fumetteria In un lontano futuro, una calamità ha causato danni devastanti alla Terra, provocando uno sconvolgimento ambientale e una crisi dei generi alimentari. Gli scienziati di tutto il mondo si sono adoperati a cercare una soluzione per la sopravvivenza dell’umanità... In un futuro ancor più lontano, è stato possibile estrarre e analizzare il DNA di una stirpe di giganti riesumata dalle rovine di quell’epoca passata, fino a farne rivivere alcuni esemplari. Modificati in laboratorio, a seconda delle necessità vengono utilizzati come forza motrice e beni di consumo per ogni occasione... E se fossero stati degli esseri umani prima della fatale catastrofe?! ○I BAMBINI CHE INSEGUONO LE STELLE: VIAGGIO VERSO AGARTHA n. 1 (di 3) di Makoto Shinkai, Tomoko Mitani 13x18, B, 192 pp, b/n e col, con sovracoperta, € 5,50 - Solo in fumetteria Tratto dall’omonimo film del maestro Shinkai, Viaggio verso Agartha è il primo capitolo di una storia toccante di amicizia e di crescita. La giovane protagonista, Asuna, passa i pomeriggi ad ascoltare i programmi trasmessi da una vecchia radio a galena appartenuta al suo defunto padre, ma l’incontro con un ragazzino molto particolare la porterà a esplorare nuovi orizzonti... La routine quotidiana di Asuna è destinata a spezzarsi il giorno in cui si imbatte in Shun. Il ragazzo la salva da una situazione di pericolo e poi scompare. A partire da quel momento, comincia per lei un viaggio avventuroso sulle tracce del suo misterioso amico, che sembra provenire da un luogo leggendario.. Non è da meno la casa editrice Planet Manga, che apre il mese di febbraio con poche ma interessanti nuove uscite: 4 FEBBRAIO ○PER COLPA TUA MI BATTE IL CUORE 1 (di 5) di Risa Konno 11,5x17,5, B., 192 pp., b/n, € 4,50 Che fare quando il proprio amore non è corrisposto? I più decidono di lasciar perdere, ma non Tsukasa. Lei non vuole rinunciare a tutte le emozioni e sensazioni uniche che sta provando. Ma dove la porterà questo amore difficile? Scopriamolo nel dolce e divertente shojo manga con cui Risa Konno debutta in Italia. 1 Febbraio 2016 11 FEBBRAIO ○TOKKO – DEVIL’S AWAKEN 1 (DI 2) di Toru Fujisawa 13x18, B., 320 pp., b/n, € 5,90 UN HORROR IN PIENA REGOLA PER L’AUTORE DI GTO – GREAT TEACHER ONIZUKA, TORU FUJISAWA! Uno speciale reparto investigativo, agenti dalle abilità particolari e un mistero che avvolge tutto e tutti: ecco a voi il primo volume di Tokko–Devil’sAwaken. Demoni e possessioni, efferati omicidi e corpi smembrati. Qualcosa di oscuro a Tokyo trama nell’ombra… Raccontare, raccontarsi è sempre un'esperienza positiva,arricchente, che consente di conoscere meglio se stessi e gli altri e di leggere la realtà in cui viviamo. Per questo sono veramente contenta di questa iniziativa redazionale che, nell'impegno e nella responsabilità comuni, sarà per voi ragazzi una preziosa occasione di crescita culturale e umana. Un'esperienza che ricorderete anche da adulti! Sono certa che Colonna Portante darà voce a tutti gli studenti del nostro Liceo che vogliono far conoscere la loro opinione su un fatto di cronaca ,o su un tema di attualità ,oppure che hanno piacere di esprimere liberamente il loro pensiero su un avvenimento, su un autore di cui magari si è discusso in classe, o che semplicemente vogliono esprimere le proprie emozioni con una poesia, o dare spazio alla creatività con un racconto. Colonna Portante potrà diventare anche la voce dei Docenti, dei Genitori, del Personale non docente, insomma di tutta la comunità scolastica, nessuno escluso. Questo è il senso di un Giornale di istituto! Ragazzi, l’impegno che vi aspetta è grande, ma la passione che dimostrate di avere riuscirà a vincere la fatica e vi darà, ci darà, grosse soddisfazioni. Io sarò, come sempre, al vostro fianco. Grazie a voi e ai Docenti della Redazione. La vostra Preside IN ALTO LA VOCE DEL TURRISI! I l nostro giornale nasce per mettere nero su bianco i pensieri, le idee, le aspirazioni dei ragazzi del nostro istituto. Molti ragazzi della nostra scuola hanno tantissimi progetti, milioni di idee, molte passioni e allora ci siamo detti: “Perché non fare un giornale dove tutti possano esprimere le proprie opinioni?” Partendo dalla cronaca scolastica, passando per le riflessioni, le poesie, la musica, i videogiochi, le vignette, parleremo di tutto ciò che interessa noi adolescenti! Troverete all'interno diverse rubriche, tutte con l’intento di appassionare i nostri lettori e di coinvolgerli. Da sempre, infatti, il giornale è stato un mezzo di libera comunicazione, ed è questo ciò che vogliamo portare avanti, la libera espressione, la voce dei ragazzi del Turrisi. Vorrei concludere, citando la frase di un grandissimo giornalista, ucciso dalla mafia, proprio perché era uno spirito libero, Giuseppe Fava, il quale affermava: “Un giornalismo fatto di verità impedisce molte corruzioni, frena la violenza, la criminalità, accelera le opere pubbliche indispensabili e pretende il funzionamento dei servizi sociali”. Ricordatevi sempre che l'arma più forte che abbiamo è il nostro cervello… usiamolo! Federico Santoro 3BL Chiunque volesse inviare materiale (articoli, foto, recensioni, vignette, interviste) alla redazione del giornalino può scrivere a [email protected] LA MUSICA COME ARMONIA DEL MONDO Vi RUBRICA LETTERARIA siete mai chiesti perché la musica sia tanto essenziale nella nostra esistenza, come faccia a coinvolgerci sempre? Forse il mio parere vi sembrerà semplicistico e superficiale , ma reputo che la musica sia un pilastro fondamentale della vita, c'è sempre stata fin dal principio dell'universo (attraverso l'emissione sonora del Big Bang) e dell'uomo ( il ventre materno è una vera orchestra e in esso il bambino fa le prime esperienze sonore). La prima musica che abbiamo ascoltato nell'oscurità del ventre materno è stata proprio la voce di nostra madre, con la quale si ha un legame indissolubile anche dopo il taglio del cordone ombelicale. La prima lingua che ci viene trasmessa per comunicare non a caso viene detta madrelingua. Ma in fondo la lingua non è formata da parole che in sostanza sono suoni? Il suono, che nella prima fase della nostra vita si traduce nel pianto, è il nostro primo mezzo di comunicazione. Il bimbo appena nato, piangendo, attiva le vie respiratorie e da questo momento piangerà quando avrà fame, sonno , dei dolori, o si divertirà con dei giocattoli che emettono melodie, o farà rumore con gli oggetti; insomma utilizzerà i suoni per attirare su di sé l'attenzione dei presenti e per comunicare i suoi bisogni,fin quando non riuscirà ad articolare i primi suoni che stanno ala base della comunicazione verbale. Possiamo quindi permetterci di affermare che la musica appartiene alla vita ed è un mezzo di comunicazione fin da subito, sebbene utilizzi strumenti e modalità differenti? La musica, però, è fatta anche di pause, nonché silenzi e lo stesso avviene nelle nostre personali esperienze: ogni battuta è un pezzo della nostra vita che assolutamente dobbiamo comporre noi. La realtà ci dà spunti di riflessione, ispirazione, ma noi abbiamo della musica dentro e dobbiamo solo avere orecchie per ascoltarla e mezzi per esternarla , ma soprattutto dobbiamo riscoprire la "vera" musica che non è solo l'insieme di note e pause scritte su un pentagramma e poi suonate, ma anche l suono (che se sgradevole, risulta essere un rumore). Quante volte abbiamo preferito immergerci nella musica alienandoci dal mondo per ritrovarci nelle note di qualche canzone o brano musicale? Ognuno di noi ha una propria armonia, dissonante o all'unisono con altre, e i battiti cardiaci scandiscono il ritmo della nostra vita. Alcuni sostengono che prima dei tre mesi l'embrione non sia una forma di vita, invece il suo piccolo cuore batte da subito, quindi non è erroneo dire che il battito cardiaco è la nostra prima forma di vita e di musica. Ognuno di noi è uno strumento musicale, unico e irripetibile, col proprio timbro di voce, il proprio ritmo, le proprie preferenze musicali, una propria identità musicale. Anche l'universo ha la sua armonia, lo sostenevano i pitagorici e anche il filosofo umanista Ficino che lo definiva come una composizione musicale formata dall'accordo di infinite note. Ma anche diversi scienziati, come Amedeo Balbi o David Wilkinson, verificando che il suono è prodotto dalla vibrazione di molecole d'aria, hanno portato avanti l'idea che l'universo ha una sua armonia, che tutti i corpi celesti vibrano come strumenti musicali emettendo suoni e che è possibile rilevare le onde sonore che si propagano nell'universo attraverso congegni tecnologici . Quindi è un errore associare la musica al passatempo, poiché le sue finalità non sono volte a fungere da ripiego al tempo perso: il tempo è insito in lei. Ma soprattutto mi chiedo come si faccia a scoraggiare nella scuola moderna la conoscenza di tutto questo mondo, in una istituzione che dovrebbe formare individui coscienti, giudiziosi, preparati, che invece preclude lo studio a tutti gli indirizzi e lo limita solo al liceo musicale. Non tutti dovranno diventare musicisti,come è giusto e naturale che sia, ma bisognerà pur dare un valore alla musica, soprattutto nel nostro Paese, l'Italia, che per secoli e secoli ha avuto un ruolo predominante nella storia della musica ed è definito il "Paese del bel canto". Adesso nessuno più sente, tanto meno ascolta. Noemi Alessia Panebianco 4CLES Francesco Petrarca La gola e ‘l somno et l’otiose piume La golosità, la pigrizia e le comodità del lusso La gola e ’l somno et l’otiose piume ànno del mondo ogni vertù sbandita, ond’è dal corso suo quasi smarrita nostra natura vinta dal costume; et è sì spento ogni benigno lume del ciel, per cui s’informa humana vita; che per cosa mirabile s’addita chi vòl far d’Elicona nascer fiume. Qual vaghezza di lauro, qual di mirto? Povera et nuda vai, Philosofia, dice la turba al vil guadagno intesa. Pochi compagni avrai per l’altra via; tanto ti prego più, gentile spirto: non lassar la magnanima tua impresa. La golosità, la pigrizia e le comodità del lusso hanno messo al bando ogni virtù dal mondo, per cui la nostra natura, sopraffatta dalle cattive abitudini ha quasi smarrito la strada che le è propria; ed è così spento ogni influsso favorevole del cielo, grazie al quale prende forma la natura umana, che si indica come cosa strabiliante chi vuol fare nascer fonte dall’Elicona. Quale desiderio di alloro, quale di mirto? Povera e nuda vai, Filosofia, dice il volgo teso al vile guadagno. Avrai pochi compagni per l’altra strada; a maggior ragione ti prego, spirito nobile: non abbandonare la tua generosa impresa. In questo componimento Petrarca si rivolge a un interlocutore non identificato, probabilmente Giovanni Colonna, per esortarlo a non abbandonare una «magnanima… impresa». Marco Santagata, uno dei maggiori critici petrarcheschi, in quanto al destinatario scrive: «Ritengo che esso sia il frate domenicano Giovanni Colonna, del ramo di Gallicano, compagno di P. in ricerche filologiche, soprattutto intorno a Livio, negli anni a cavallo fra il ‘20 e il ‘30 e che l’invito sia a perseverare nel lavoro intorno a una enciclopedia storica De viris illustribus, iniziata da Giovanni ad Avignone e condotta a termine a Roma dopo il 1332. Il sonetto sarebbe anteriore alla partenza di Giovanni da Avignone, databile fra il 1331 e il ‘32.» La presenza dell’interlocutore s’evince soltanto dall’ultima parte del testo, prima di quel punto il testo si svolge nella forma di una lamentela generale, nella quale Petrarca deplora la crisi di prestigio della filosofia tra i suoi contemporanei, sempre più attratti dai vizi e dai lussi, sempre più legati alla logica del guadagno economico e, di conseguenza, sempre più insensibili ai temi della conoscenza, della virtù, della bellezza. Nella prima quartina il poeta, come ho già scritto, denuncia le colpe dei suoi coevi che mirano soltanto al lusso e sono pieni di vizi e cattive abitudini (costume); e, quindi, si curano poco della propria natura (ricordiamo che l’uomo è l’unico essere dotato di ragione), l’amore per la conoscenza (cfr Inf. XXVI «Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza»), e della virtù (ogni vertù sbandita). C’è da dire, però, che Petrarca, nonostante l’aperta denuncia, non è arreso; è indicativo di ciò l’avverbio «quasi», Petrarca spera ancora, per questo scrive e sta attento a ciò che scrive. Nella seconda quartina Petrarca osserva come l’amore per i vizi e i lussi è stato così forte negli esseri umani da avere la meglio anche sui «benigni lumi del ciel». Dicendo, in seguito, che «s’addita» (nell’uso petrarchesco il verbo contiene una sfumatura spregiativa) come cosa singolare «chi vòl far d’Elicona nascer fiume»; ricordiamo, anzitutto, che l’Elicona è il monte della Beozia, sede delle Muse. Marco Santagata, citando Cicerone, scrive: «L’allusione alle Muse non comporta di necessità che la «magnanima impresa» debba esser un’opera poetica: le Muse possono identificarsi con l’humanitas e con la doctrina». La metafora «nascer fiume», di ampia diffusione, è motivata dal fatto che in Elicona sgorgano le fonti di Aganippe e Ippocrene. Nel primo verso della prima terzina Petrarca si chiede ove sia finito l’amore per il lauro e per il mirto, piante che simboleggiano, rispettivamente, la poesia epica e la poesia amorosa; nel secondo e nel terzo verso il poeta si rivolge direttamente alla filosofia, attraverso l’uso della personificazione, dando il punto di vista del popolo (definito, appositamente, turba poiché ha una connotazione spregiativa) teso al vile guadagno (danaro), e che vede la filosofia come una disciplina, una strada, che porta alla povertà e, per questo motivo, abbandonata («Povera e nuda» sia perché è abbandonata, evitata, dai più; sia perché, per la turba, porta alla povertà). Nell’ultima terzina Petrarca si rivolge in maniera diretta al suo interlocutore dicendogli che avrà pochi compagni per l’altra via (la via del sapere), e, perciò, lo prega maggiormente di non abbandonare la «magnanima sua impresa». Ho scelto questo componimento di Petrarca dato che, mio malgrado, temo sia più attuale oggi che nel XIV secolo; oggi, col sistema capitalistico, si tende unicamente ai beni materiali, alle arti meramente meccaniche. Tutto ciò che dà un guadagno immediato è seguito e “inteso” positivamente; l’amore per il sapere, invece, viene abbandonato dai più, dai “dormienti”.Ritengo che questa poesia, ove il destinatario è così incerto, possa essere rivolta a ciascuno di noi: alunni, professori, collaboratori scolastici, preside; nessuno di noi deve permettere che i beni materiali e i vizi abbiano la meglio sulla nostra natura. E, soprattutto,non dobbiamo dimenticare che ognuno di noi,attraverso le sue “imprese”, può cambiare questo mondo che sembra davvero abbia perso “ogni benigno lume del”ciel”. Nicola Salvo 4BU RUBRICA SPORTIVA a cura di Angelo Ferrigno 2C I VALORI DELLO SPORT: UNA “MEDICINA” DELLA SOCIETA’ CIVILE I GIOVANI SOGNANO NUOVE OPPORTUNITA' P C hanno dato esempio di grande senso civile, dall’altro hanno contribuito alla crescita del degrado sociale. Lo sport è sicuramente uno degli ambiti dove si possono riscontrare entrambi gli atteggiamenti; ha regalato infatti molti episodi dove il rapporto con gli altri, lo spirito di squadra, il senso di appartenenza, rispetto degli altri,integrazione sociale, affermazione del merito, lealtà (fair play),“sana” competizione, il rispetto delle regole, sono diventati valori ed esempi da seguire e motivi per emarginare il deterioramento dell’umanità. Uno dei più famosi è quello fra i due storici ciclisti italiani Coppi e Bartali, due eterni rivali che negli anni del dopo guerra si sono contesi le più famose competizioni ciclistiche come il Giro D’Italia e il Tour De France. L’episodio, pieno di lealtà e rispetto dell’avversario che tutti oggi ricordiamo, accade nel 1952 in una tappa del Tour De France, dove i due si scambiano una boraccia durante il tratto decisivo della corsa. Famoso anche il grande gesto dell’atleta spagnolo Ivan Fernandez Anaya, che durante la conclusione di una gara di cross, trovandosi in seconda posizione e vedendo il keniano Abel Mutai in prima posizione fermatosi a pochi metri dal traguardo credendo che fosse finita, preferisce, giustamente, essere leale e indicare al keniano dove fosse realmente l’arrivo, invece di superarlo e vincere la gara. Anche Miroslav Klose, calciatore tedesco, è protagonista di un episodio ricco di lealtà. In maglia laziale, durante il match contro il Napoli, viene convalidato un goal a suo favore viziato da un suo tocco di mano; ma l’attaccante onesto comunica al direttore di gara l’irregolarità del goal. Purtroppo anche nel mondo dello sport non è tutto rose e fiori e spesso si viene a conoscenza di episodi che lo danneggiano e che occupano spesso le pagine della nostra cronaca. Recente e assai discusso è lo scandalo Fifa, organo amministrativo del calcio mondiale. L’ex presidente Blatter e l’ex presidente Uefa Platini, grandi personaggi storici del calcio, sono stati sospesi da tutte le attività e incarichi sportivi per otto anni in seguito ad un pagamento di 2,5 milioni di Franchi svizzeri considerati dalle indagini denaro sospetto. Con questo episodio si evince,purtroppo, che come in ogni palazzo del potere il desidero del denaro abbia maggior valenza della trasperenza,dell’ importanza della carica che si ricopre e della voglia di onestà da parte dei membri di quel mondo. Anche il doping fa sicuramente parte dello sport ”sporco” e privo di ogni valore; assumendo sostanze che alterano le prestazioni sportive si preferisce avere maggiori garanzie sulla vittoria, ma non si rispetta inizalmente se stessi e il proprio corpo, si va contro il valore del sacrifio e non si rispettano gli avversari. Pure le scomesse sulle competizioni sportive fanno parte dello sport “contaminato”, perché si va contro il senso di appartenza ad una maglia e contro la voglia di tifare, sempre per denaro. A volte abbiamo vissuto vicende dove gare ufficiali venivano truccate in modo tale che un’organizzazione a delinquere ottenesse il risultato scomesso. La società dovrebbe, tramite i valori che le vengono trasmessi da tutti gli aspetti che compongono la loro quotidianietà, crearsi una personalità che le permette, non solo la possibilità di far luce su ogni vicenda senza facendosi conformare dai mass-media che spesso sono strumento di divulgazione pilotata, ma anche di rispettare e valorizzare il lavoro di chi prova ad avviare un futuro migliore senza facendosi corrompere con un aggevolamento momentaneo. individualismo che oggi sottolineano ed evidenziano il disagio sociale che viviamo quotidianamente. Da sempre i giovani non godono certo della migliore considerazione dalle generazioni precedenti: si dice che i giovani siano dei perdigiorno, senza speranze né futuro. Certo le generazioni sono diverse tra loro, ma non tanto perché sono diverse le persone, bensì perché lo sono le opportunità. Probabilmente la causa di tanto astio nei confronti delle nuove generazioni, in una società morbosamente conformista, tradizionalista e gerontocratica come quella italiana, sta proprio nella paura che la loro voglia di rinnovamento sia talmente forte da travolgere un passato fatto di clientelismo ed interessi personali, facendo crollare una consuetudine non solo politica, ma anche ideologica e socioculturale. Oggi il ruolo che ricoprono i giovani incarna la possibilità, la voglia di grandezza che tuttavia si riduce spesso in utopia. Questo nel corso del tempo ha portato ad un giustificato scetticismo nei confronti delle istituzioni. È per questo che, soltanto con la lotta (socioculturale) di massa i giovani potranno riappropriarsi di ciò che gli spetta; sognare è un diritto inalienabile per ciascun individuo. er società civile si intende l’intera popolazione di uno stato e la relazione fra i componenti, i quali, nel corso della storia, se da un lato ol tempo le ricchezze e l'idea di ricchezza hanno portato le nuove generazioni a quell'egoismo, egocentrismo ed Fabio Tomaselli 2C TUFFIAMOCI NEL MARE DELLA VITA! I n un mondo sempre più fagocitato dalla fretta, dettato dalla velocità, soggetto ad una realtà ontologica ostile, i giovani sono spaesati, privi di punti di riferimento, di certezze; soprattutto in Italia, dove l’Istat registra una percentuale di emigrazione del 41,2% al Nord, del 23,3 % al Centro, del 24,2% al Sud. Le mete maggiormente blasonate sono: Germania, Svezia, Francia, Stati Uniti, Australia. Tanti sono coloro che partono, altrettanti quelli che decidono di rimanere, ancorati alla famiglia, con l’illusione di una prosperosa prospettiva di vita futura. D’altronde, anche lo stesso Leopardi, emblema del pessimismo, considerava la giovinezza come l’età dei sogni, delle illusioni, delle speranze, “la primavera” della nostra vita. Il vero problema è che noi che apparteniamo alle nuove generazioni veniamo privati della possibilità di sognare, non possiamo permetterci di abbandonarci alle nostre aspirazioni, alle nostre passioni, poiché siamo condizionati dalla crisi dilagante della nostra società e, di conseguenza, di molte famiglie. Per questo capita spesso che i genitori influenzino il percorso formativo dei propri figli, proiettando su di loro tutti quei sogni che non sono riusciti a realizzare,creando i presupposti per motivi di rancore da parte dei figli. I rapporti non sempre idilliaci aggravano la situazione, già priva di certezze, per cui non riusciamo a vedere un futuro chiaro e promettente, ma una fitta nebbia ,oppure un percorso ad ostacoli. Una soluzione può essere prospettata forse dalla figura di Esterina, protagonista della lirica “Falsetto” di Montale. Ella è simbolo della vita che si realizza, così ingenua che il domani non la spaventa,così fiduciosa da decidere di tuffarsi dal ponticello nel mare della vita, pur consapevole delle tempeste che potranno colpirla. Tutti noi dobbiamo, quindi, continuare a sognare e, quando verrà il momento, trovare il coraggio di immergerci nelle profondità di esperienze ed emozioni che il mondo ci riserva. Samuele Castorina 2C N.B. – Vi ricordiamo che da mercoledì 10 febbraio 2016 alle ore 13.30 riprenderanno i corsi pomeridiani del gruppo sportivo con i seguenti sport: badminton, tennis da tavolo, orienteering, pallavolo e calcio a cinque. Per informazioni rivolgersi alle professoresse di scienze motorie. UN MONDO DI FELICITA' Angolo letterario a cura di Giulia Grasso 4AL, seconda classificata al 11° Concorso di poesia inedita “E’ nato un poeta” Vi capita mai di pensare cosa significhi la parola “mondo”? Il mondo che vorrei! Una cosa è certa, quando parliamo di mondo ci riferiamo sempre a qualcosa di grande. Pensateci un attimo “tu sei il mio mondo”, è un po’ come dire che sei qualcosa di immenso per me, oppure “ti darei il mondo” sta a significare che farei l’impossibile per te. Cioè un mondo è un sacco! La terra per esempio è il nostro mondo, pensate a quanto è grande! E’ fatta di città, paesi, fiumi, alberi, mari, animali e uomini. Beh, adesso che ci penso “mondo” è davvero un sacco di cose, forse non è solo una parola, forse ognuno di noi è un piccolo grande mondo, ed è per questo che spesso il mondo ci delude. Spesso siamo delusi da noi stessi , e la delusione di qualcuno è quasi sempre la rabbia di qualcun altro. Ma sapete una cosa? Se questo mondo non ci piace, se noi non ci piacciamo, possiamo e dobbiamo avere il coraggio di prendere tutto ciò che ci delude e sbatterlo fuori dal nostro mondo. Ciò tuttavia non è sempre possibile, respingere quello che ci fa stare male spesso risulta alquanto difficile, perché come la delusione e la rabbia, la nostra felicità dipende da quella di qualcun altro. -Ma cosa è esattamente la felicità? Secondo il padre della psicologia positiva Martin Seligman il 60% della felicità è determinata dai nostri geni e dal mondo che ci circonda, il restante 40% dipende interamente da noi. Inoltre pare che la felicità sia anche contagiosa! Sapevate che i ricercatori dell’ Harvard University hanno scoperto che quando una persona diventa felice, un amico che le vive vicino ha una probabilità del 25% in più di diventarlo anche lui? Non trovate sia una cosa fantastica? Ciò vuol dire che è stato provato che la felicità di una persona è quella di un altro e che per essere felici noi, bisogna rendere felici gli altri. -Come rendere felice qualcuno? A dire il vero, cercare di spiegare come essere e rendere felici è davvero difficile.. Per luoghi comuni potremmo dire che la felicità è data dalle piccole cose, ma credo, pensandoci attentamente, che molti luoghi comuni non sono poi cosi lontani dalla realtà. Basta pensare a una serata fra gli amici di sempre, una pizza e quattro risate per vivere e soprattutto far vivere ciò che da sempre, più di ogni altra cosa, cerchiamo disperatamente, senza nemmeno accorgerci che è proprio alla nostra portata,ma nascosta da qualche parte nel nostro mondo. Perché in fondo, la felicità è il mezzo attraverso il quale selezioniamo ciò che dobbiamo mantenere nella nostra vita e al contrario ha la capacità di farci riconoscere ciò che nuoce e va gettato. Perché il mondo, quello che ci creiamo, attimo dopo attimo, non è altro che un insieme di momenti, felici e non, che in qualche modo ci rispecchia e in cui abbiamo deciso di vivere per il resto della nostra vita. Prendi la mia mano e portala via, portala in un mondo ricco di pazzia. Niente cattiveria, niente tempesta: solo amore in ogni testa. Trattare bene qualsiasi cuore, trattalo quasi come un fiore. Niente dolore, niente tristezza: solo un sorriso e tanta saggezza! ANGOLO FOTOGRAFICO a cura di Mariele Patané 4AL angolo delle vignette a cura di Serena Bilegi 4D Andrea Balsamo 4BU Serena Bilegi 4D Intervista n. 3 a cura di Chiara Strano 1BL Il bullismo ai tempi nostri è attuato spesso dai ragazzi che si sentono superiori ad altri. Cosa pensi tu del bullismo? Penso che il bullismo sia un fenomeno molto diffuso oggi, ma credo che ci sia sempre stato. Io per bullismo non intendo solo violenza verbale e fisica, ma anche critiche su questioni personali, persone che guardano gli altri dall’alto verso il basso, poiché sono in quale modo “diversi” e forse più apprezzati dagli altri proprio per questo. Conosci qualcuno che ha subito atti di bullismo, oppure hai visto qualche notizia in TV? In caso affermativo, è riuscito/a a superarlo/a? Si, alcuni miei amici sono stati vittime di bullismo, ma purtroppo l’ho saputo dopo e non ho potuto aiutarli nel momento del bisogno. Da cosa pensi che nasca il fenomeno del bullismo? Quale pensi sia la causa? Penso sia una conseguenza delle difficoltà che i ragazzi devono affrontare, poiché il bullo può essere qualcuno che il realtà è debole e solo e vuole ch gli altri lo vedano come qualcuno importante e forte, oppure qualcuno a cui piace sfogare i propri problemi sui più deboli; o ancora qualcuno che a causa di questi tende a tenere un comportamento asociale finendo per trasformarsi in vittima. Che cosa secondo te, potrebbe fermare il bullismo? Non penso sia facile fermarlo, poiché ogni storia è differente dall’altra, come l’infanzia e gli episodi che hanno i ruoli del bullo e vittima. Secondo te come dovrebbe reagire la vittima? Anche se è difficile, dovrebbe parlarne con qualcuno, un genitore, un docente, un amico, non dovrebbe farsi maltrattare, dovrebbe imparare a reagire di conseguenza Quali provvedimenti si dovrebbero prendere in queste situazioni? Se dovessi assistere ad una scena di bullismo penso che, se il bullo fosse solo uno, cercherei di aiutare la vittima; se fossero più ragazzi cercherei qualcuno per aiutare il ragazzo. Sei mai stato bullo o hai offeso qualcuno pensando che fosse solo una battuta? Non ho mai trovato piacevole o esilarante vedere qualcuno soffrire quindi non sono Mi stata una bulla, ma forse a volte ho ferito qualcuno involontariamente. Che consigli vorresti dare a tutti coloro che stanno subendo atti di bullismo? Vorrei semplicemente dirgli di reagire e di non aver paura, nessuno ha il dritto di farti sentire inferiore o una nullità, fatevi valere. SEI DIVERSO, PERCIO' TI DISCRIMINO Discriminare una persona vuol dire trattarla diversamente dagli altri (in modo negativo) in base a caratteristiche fisiche, personali o morali differenti dalle proprie. Si può discriminare qualcuno per qualsiasi cosa, ma negli ultimi anni, i maggiori motivi di discriminazione sono stati il sesso, l’orientamento sessuale e il colore della pelle. I due più gravi casi di discriminazione nella storia dell’umanità sono stati la persecuzione degli ebrei durante la seconda guerra mondiale, e la segregazione razziale contro la gente di colore, nota anche come apartheid. Questi però, sono solo i casi più gravi e, per fortuna, sono passati. E’ dei problemi attuali che bisogna parlare, del fatto che tutt’oggi, in una società moderna, esistono ancora pregiudizi verso coloro considerati “diversi”. Ma che vuol dire diverso? Letteralmente, vuol dire “né uguale, né simile”, quindi, non ha nulla a che vedere con ciò che la gente intende oggi quando utilizza questo termine. Adesso, per diverso, si intende qualsiasi aspetto della persona, dal modo di vestire, alle tendenze musicali, al modo di pensare, che non rientri negli schemi considerati “normali” dettati dalla società stessa. Dunque qualsiasi diversità viene dispregiata, emarginata, considerata pericolosa o assolutamente inaccettabile, questo ha spesso portato ad atti di violenza, fisica e morale, verso persone classificate come diverse. I crimini generati dall'odio conosciuti anche come crimini dell'odio, ricomprendono tutte quelle violenze nei confronti di persone discriminate in base ad appartenenza vera o presunta ad un gruppo sociale, identificato sulla base dell'etnia, della religione, dell'orientamento sessuale, dell'identità di genere o di particolari condizioni fisiche o psichiche. Ciò che viene in rilievo nei crimini dell'odio non sono le idee, razziste, della persona che compie tali violenze, quanto piuttosto le conseguenze di questo odio, tanto estremo da condurre ad un'azione che fa della discriminazione la ragione del crimine. Semplificando, picchiare selvaggiamente un omosessuale non costituisce di per sé un crimine dell'odio ma lo diventa allorché la ragione del pestaggio sia l'orientamento sessuale, reale o presunto, della vittima. Negli ultimi anni, a compiere questi atti violenti, sono proprio i giovani d’oggi, sempre meno tolleranti nei confronti degli altri e sempre pronti a criticare i gusti e lo stile di vita altrui. Queste sono cose che fanno parte dell’essere di una persona e non possono cambiare, perché altrimenti si perderebbe il proprio modo di essere. E’ come chiedere a qualcuno di cambiare carattere solo perché’ non piace al resto del gruppo. Si può fare, ma così si perde sé stessi. La società in cui viviamo oggi, è una società in cui il pensiero è teoricamente libero, dove tutti dovrebbero vivere la propria vita senza avere paura dei giudizi altrui. Allora viene da chiedere “Perché è proprio in questi ultimi anni che i ragazzi hanno sempre più problemi con i loro coetanei? Gli adolescenti di oggi non dovrebbero avere la mente aperta?” in effetti, è così che dovrebbe essere, eppure la situazione non fa altro che peggiorare. Al giorno d’oggi, sempre più adolescenti soffrono di problemi di autostima e non riescono a relazionarsi con i loro coetanei come vorrebbero. Basta fare un giro su social network come Twitter o Tumblr, per notare come sempre più persone affermano di non sentirsi accettate dai propri compagni di classe o raccontano di come, ogni giorno, a scuola, vengano prese in giro per il loro aspetto, gusto musicale, colore della pelle, religione, orientamento sessuale. Una ragazza, proprio nella nostra scuola, ha dichiarato di essere stata presa in giro perché, data la sua religione musulmana, deve coprire il capo. Credo sia una vergogna, che ancora, nel 2016, una ragazza debba vergognarsi di rispettare le regole della propria religione per paura di essere discriminata. Se cercate la parola “discriminazione” vedrete che significa atto di trattare con disprezzo qualcuno in base a caratteristiche fisiche, religiose, morali o personali, non rispettando i principi umani di uguaglianza. A questa definizione, aggiungerei volentieri che “discriminare” vuol dire essere ignorante e avere la mente chiusa, talmente tanto da non capire che discriminare chi è diverso te, sotto qualsiasi aspetto, non ha senso, perché nessuno di noi è uguale ad un altro, perché non si può dare poco o tanto valore a qualcuno in base al colore della sua pelle, alla sua religione, al suo fisico, carattere o sessualità. L’unico modo per mettere una fine a questo fenomeno, è aprire la mente, eliminando i pregiudizi e vedendo la diversità come una ricchezza, non un pericolo. Manuela Sanfilippo 3BL BULLISMO NELLE SCUOLE, COSA NE PENSANO I RAGAZZI? Intervista n. 2 a cura di Martina Motta 1BL “Il bullismo è una particolare manifestazione di aggressività, perpetrata da uno o più individui (bulli 1) Cosa significa? - Significa umiliare e maltrattare qualcuno di più debole. Che non sa, o, non può difendersi. o bulle) ai danni di uno o più individui (vittime). Un bullo può aggredire la vittima in modo diretto (picchiandola o insultandola) o in modo indiretto (escludendola, diffondendo calunnie sul suo conto)” Questa è la definizione che si trova sul dizionario del termine bullismo, ma vediamo più concretamente di cosa si tratta e che ripercussioni ha. Questo fenomeno è diffusissimo soprattutto nelle scuole, dove i ragazzi sono soliti emarginare, allontanare o deridere chiunque si dimostri debole. Sempre più ragazzi diventano vittime di bullismo e prese in giro e i risultati sono inevitabilmente pessimi. Quando un ragazzo viene preso di mira dagli altri, inizia a sentirsi sempre meno accettato, questo lo porterà a cambiare il proprio modo di essere pur di piacere agli altri; nel caso neppure questo funzionasse, il ragazzo in questione non farà altro che isolarsi dal mondo reale. In entrambi i casi, si finisce comunque per perdere il proprio essere. Come ho già detto prima, la scuola è il posto principale in cui queste cose succedono. Negli ultimi anni, al Turrisi Colonna gli atti di bullismo sono aumentati gradualmente, di anno in anno. Ovviamente, non è successo per caso. Più il tempo passa, più gli adolescenti cercano di maturare la loro autostima distruggendo quella degli altri. È risaputo infatti, che la maggior parte dei bulli, sono ragazzi con un brutto passato, una brutta situazione in famiglia, o con precedenti esperienze di bullismo o prese in giro. Alcune persone quest’anno hanno denunciato questi episodi, i rappresentanti di istituto infatti, hanno cercato di sensibilizzare i ragazzi del Turrisi parlando di questo argomento alle assemblee e durante i dibattiti nei giorni di autogestione. È stata fatta un’intervista ad una ragazza, la quale ha confermato di essere stata vittima di bullismo (fisico e psicologico) e prese in giro sia da una singola persona che da gruppi di ragazzi. Gli oggetti di queste prese in giro sono stati la sua autostima, il suo fisico e le sue debolezze delle quali questi ragazzi erano a conoscenza. Alla stessa ragazza, è stato chiesto se lei avesse mai provato a reagire, durante questi attacchi e lei ha risposto testuali parole “ci provavo, ma non ci riuscivo”. Soffermiamoci a riflettere su questo: quando molte persone ti prendono in giro o ti alzano le mani, per uno o più motivi, e tu sei costretto ogni giorno a sentire queste parole, che per gli altri magari non sono nulla, ma per te sono taglienti come coltelli, la tua autostima si annulla, così come la tua voglia di vivere. Inizi a scomparire, a poco a poco, a fare di tutto per essere accettato, non perché hai voglia di avere tanti amici, bensì perché tutto ciò che desideri è mettere a tacere quelle voci, non essere più l’oggetto delle risate altrui. Nascondi te stesso, diventi come gli altri e alla fine ti perdi, perché una personalità costruita in base a come ti vedono gli altri alla fine crolla sempre. Per concludere, vorrei mandare un messaggio a chi sta leggendo e magari, è stato vittima di bullismo (o lo è tutt’ora): non nascondete nessuna parte di voi, piuttosto, camminate a testa alta e trasformate il motivo per cui vi prendono in giro in un punto di forza, in questo modo, nessuno potrà più trarre potere dal vostro punto debole. Essere vittime di bullismo non rende voi stupidi, ma loro. Manuela Sanfilippo 3BL 2)Hai mai, anche inconsapevolmente, commesso atti di bullismo ? - Probabilmente ho ferito qualcuno, anche se non era mia intenzione recargli/le alcun disagio. 3)Sei mai stato vittima di bullismo? - No, non sono mai stato vittima di bullismo. 4)Hai mai provato a metterti nei panni di una vittima? - Si, mi capita di pensare a come ci si possa sentire. 5) Se dovessi assistere ad un atto di questo genere, cosa faresti? Te ne andresti ignorando l’accaduto? Ti uniresti ai bulli ? Ti godresti lo “spettacolo”? Cercheresti di aiutarlo/a? -Interverrei cercando di aiutare la vittima. Senza pensarci, per istinto. 6) E se i bulli fossero un gruppo? -Interverrei comunque, pur sapendo di potermi mettere nei guai, soprattutto se la vittima in questione fosse fisicamente svantaggiata. 7) Cosa pensi spinga il bullo a diventare tale? -Penso che ci siano diverse categorie di bullo: coloro che in realtà sono deboli e vogliono rendersi forti agli occhi degli altri; coloro che sfogano la loro frustrazione su qualcuno; coloro che lo fanno esclusivamente per "divertirsi". 8) Cosa pensi che dovrebbero fare le vittime per risolvere la loro situazione? - Dovrebbero reagire, farsi valere, parlarne con qualcuno e non lasciarsi mettere "i piedi in testa". 9)Cosa pensi possa giovare all’aborrimento di questi episodi ? - Credo che dovremmo affrontare l’argomento , metterci nei panni di entrambi e cercare di aiutarli . Interviste fatte agli alunni della nostra scuola (a cura diErrikaSciuto 1BL) Domanda 1: Cosa pensi che sia il bullismo? A: Penso sia quando dei ragazzi più grandi prende di mira un ragazzo più debole sapendo che non può difendersi. B: E’ quando una persona che è in grado di difendersi sottomette chi non lo è. C: Vuol dire demoralizzare le persone con atti di violenza fisici o psicologici D: Quando non si rispettano le persone. Domanda 2: Hai mai fatto del male ad una persona, anche involontariamente? C: Non credo, non lo so perché sono una che scherza in modo pesante e non so se ho mai ferito qualcuno. D: Non lo so perché a volte non rifletto prima di parlare. Domanda 3: Hai mai assistito o sei mai stato coinvolto in uno di questi episodi? A: No, sinceramente no. B: No. C: Si, ho subito atti di bullismo. D: No. Domanda 4: Cosa faresti se assistessi ad un atto di bullismo? Daresti una mano oppure te ne andresti o ti uniresti ai bulli? A: Sinceramente non me ne andrei perché non mi sembrerebbe giusto e non mi unirei ai bulli ma sicuramente non mi metterei in mezzo, piuttosto chiamerei qualcuno che possa fermarli. B: Io sono il tipo di persona che quando vedo un caso del genere intervengo d’istinto perché secondo me è sbagliato. C: Non lo so, forse me ne andrei per paura di essere massacrata, a meno che la vittima fosse un mio amico, in quel caso lo difenderei. D: Avrei paura di essere coinvolta, non lo so. Forse solo per un mio amico ma per uno sconosciuto no. Domanda 5: Secondo te come si sente chi è vittima di bullismo? B:Naturalmente inferiore, secondo me dovrebbero reagire e farsi valere, facendo capire agli altri che anche loro hanno il diritto di vivere tranquillamente C: Secondo me prova terrore e poca autostima, ma anche molta umiliazione. D: A volte si ci penso Domanda 6: Secondo te cosa spinge il bullo a diventare tale? A: Magari dei problemi in famiglia, come genitori non presenti e quindi il bullo compie questi atti per sentirsi più sicuro B: Io credo siano persone che si sentano sole e quindi facciano queste cose per attirare l’attenzione. C: Secondo me c’è solo una motivazione: secondo me il bullo vuole fare quello forte ma in realtà non vale niente. D: Secondo me sono persone insicure che cercano di imporsi tramite la forza. Domanda 7: Questi episodi si sono verificati vicino a te? Se è si, come sono andati a finire? A: Nella mia ex scuola. Spesso sono finiti con un litigio fra i genitori. C: Sono stata vittima di bullismo, ma alla fine ho risolto picchiando il mio bullo e prendendomi una rivincita. D: No, ma ho ascoltato delle storie. Alcune sono finite bene, altre con un suicidio. Domanda 8: Quando vedi un ragazzo emarginato, andresti a parlargli? A: Si perché secondo me non è giusto isolare le persone senza sapere i loro problemi. B: Andrei a conoscerla e cercherei di parlarle e di integrarla del gruppo, indipendentemente da ciò che pensano gli altri D: Cercherei di capire che tipo di persona è, poi deciderei se parlare con lei o no. Domanda 9: Cosa dovrebbe fare chi è vittima di bullismo? A: Dovrebbe chiamare aiuto solo se viene pesantemente picchiato. B: Deve farsi valere. C: Deve parlarne a qualcuno e farsi aiutare SCUOLA: IERI E OGGI Come l’opera di un autore dell’Ottocento può diventare attuale Spesso una semplice lettura antologica aiuta gli studenti a riflettere sulle differenze tra la scuola del passato e quella di oggi, tra la società di ieri e quella odierna. L’autore preso in considerazione è Charles Dickens, il quale nella propria opera autobiografica “David Copperfield” descrive la dura esperienza del protagonista prima in collegio poi in fabbrica. La storia ripercorre per intero la vita di David, in cui si riflette la miseria vissuta durante la rivoluzione industriale, quando era molto diffuso lo sfruttamento delle donne e dei bambini. Il romanzo evidenzia come l’educazione dei giovani fosse totalmente diversa da quella dei nostri giorni, sotto vari punti di vista. Non possiamo paragonare le regole delle scuole dell’Ottocento con quelle di oggi, ma il confronto può aiutarci a comprendere come l’evoluzione abbia cambiato la maniera di approccio dei professori con gli alunni, abbia favorito il dialogo e il rispetto reciproco sia tra alunno- insegnante, sia fra compagni. L'opera di Dickens ci descrive un ambiente scolastico per noi inconcepibile, nel quale prevaleva la violenza verbale e fisica da parte degli insegnanti nei confronti dell’allievo, immagini che- relazionate alla mentalità del XXI secolo - sarebbero a dir poco scandalose. Questo non significa che la scuola oggi sia un’istituzione perfetta: continuano a esserci dei problemi, ma possono essere benissimo risolti senza ricorrere a metodi riprovevoli. Il sistema scolastico di oggi può essere definito più equo e volto all’educazione in tutte le sue sfaccettature, poiché mette sempre in primo piano le esigenze dell’ alunno. Purtroppo, però, alcuni contesti sociali ripropongono l’instaurarsi di un regresso che porta di nuovo alla violenza: ne è un esempio il bullismo. È un fenomeno difficile da combattere, poiché i cosiddetti “bulli” si dimostrano sordi ai continui rimproveri e privi di ogni morale. Fortunatamente, la scuola di oggi pensa anche a questo ed è sempre volta a valutare la maturità degli alunni e a far emergere in loro capacità che, magari, essi non sapevano di avere. Molti testi del passato, come quelli di Dickens, danno una panoramica di come era prima la vita e aiutano, inoltre, a far apprezzare di più le cose come sono oggi, facendoci sentire anche un po’ più fortunati. Giulia Grasso 4AL