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Buon vento

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Buon vento
Buon vento C’è un augurio tipico che passa di bocca in bocca tra gli uomini e le donne che tentano le imprese in mare: “Buon vento”, si dicono, offrendosi l’un l’altra l’auspicio che le correnti sappiano guidare il bastimento verso la meta prefissata. Dolcemente. Ed è un “buon vento” anche quello di cui va in cerca il surfista, quello che viene subito dopo la tempesta e ne conserva il vigore su folate lunghe e basse, che increspano il mare e lo disegnano con vette che invitano ad essere scalate. Il Congresso che il Cassero si appresta ad affrontare è innegabilmente l’esito di una tempesta: un episodio violento, la chiusura imposta dalla questura, la presa di parola dei gruppi di lavoro, la città divisa, le riunioni di circolo gremite e dense della preoccupazione dei soci e delle socie, la rimozione del Presidente in carica, le dimissioni di quattro membri del Direttivo. Tutti questi fatti costituiscono la sequenza di una profonda turbolenza, avvertita da tutta la città e raccontata abbondantemente, e a volte impropriamente, dai mass media. Una crisi che ha ricevuto segnali di attenzione e preoccupazione tanto dai rappresentanti delle istituzioni quanto da chi quotidianamente lavora, attraversa e si rapporta con il Cassero. Siamo convinte e convinti che l’esito da cercare, una volta placata la tempesta, non sia una risacca che spenga i riflettori e che ristabilisca tale e quale la situazione precedente, bensì un “buon vento”, che ci metta nella condizione di affrontare con coraggio e consapevolezza le questioni che la crisi ha aperto, interrogandoci sul ruolo che il Cassero gioca nella comunità LGBT e in quella bolognese, riportando alla luce la domanda che nel 1982 generò questa pioneristica “casa” delle persone gay, lesbiche e trans, attualizzandola ed elaborando una nuova risposta che tracci la rotta dell’oggi e del domani. Il Cassero, perciò, può ambire oggi più che mai a essere nuovamente un modello, un luogo di esplorazione di possibilità, un’antenna sul territorio, un laboratorio che elabora collettivamente le risposte alle domande che intercetta. Un interlocutore autorevole per enti e istituzioni, un luogo comunitario denso e pronto alla mobilitazione, una competenza e un patrimonio a disposizione della comunità LGBT e di tutta la cittadinanza bolognese. Ma il Cassero deve anche continuare a essere la biblioteca dove andare a cercare un libro raro, la sala studio dove preparare i propri esami, il luogo amico in cui confidare dubbi, preoccupazioni, problemi, la discoteca in cui divertirsi tutta notte, in modo sicuro e consapevole, e dove magari incontrarsi, piacersi, stare insieme. Il tutto nella piena responsabilità di chi sa di svolgere, ogni volta, un’azione di inclusione, un atto di accoglienza, infinitesimale di per sé ma indispensabile nel suo ripetersi quotidianamente e nel modo in cui caratterizza, quindi, tutto ciò che il Cassero è e fa. Valori Gli attriti e le divisioni interne, così come la disaffezione che dall’esterno spesso si coglie nei confronti del Cassero, sono elementi apparsi con estrema evidenza durante la recente “crisi”. Il malessere che questi segnali testimoniano ha senza dubbio più di un’origine e può essere scandito su due livelli: il primo inerente ai valori sui quali il Cassero si fonda, il secondo alle pratiche che di quei valori dovrebbero essere diretta espressione. L’alone di ambiguità che sta all’origine della disaffezione è denso di domande, dubbi, perplessità (Come sono distribuite le risorse raccolte? Ci sono all’interno del Cassero interessi personali che vincono sugli interessi associativi? Quanto pesano i personalismi all’interno del Cassero? Quali rapporti il Cassero intrattiene con le forze politiche? Chi intrattiene concretamente questi rapporti?) che una volta per tutte occorre affrontare, non per improvvisare una pavida autodifesa rispetto alle maldicenze, bensì per ribadire, in maniera evidente e trasparente, il valore e i valori del Cassero. Interpolando gli interventi delle riunioni di circolo, le lettere che sei gruppi di lavoro hanno inoltrato al Direttivo dopo l’ordinanza di chiusura, e soprattutto facendo tesoro del lavoro di gruppo che nelle ultime settimane ha coinvolto molte attiviste e attivisti del Cassero, protagonisti di questo percorso congressuale, abbiamo tentato di esplicitare un paradigma valoriale, che tenga conto dell’istanza che ha originato più di trent’anni fa il Cassero, dello statuto su cui si regge, della comunità di cui è avamposto, del legame peculiare che lo lega alle istituzioni e alla città. Il Cassero è una comunità antirazzista, anti sessista, antifascista, che si batte per la piena uguaglianza delle persone LGBT, per il loro benessere, per la loro tutela dinanzi ai modelli omofobi e più in generale discriminatori che caratterizzano il nostro tessuto sociale. È una comunità fondata sull’accoglienza, sullo spirito solidaristico e comunitario, che è la radice autentica che l'ha generata. E accogliere vuol dire innanzitutto riconoscere l’altro, rispettarlo, adottare con lui o lei linguaggi e pratiche inclusive, che non riproducano le derive, le categorie e le arroganze degli ambienti generalisti, quelli verso i quali ­ è opportuno riaffermarlo ­ siamo in lotta da più di trent’anni. Il Cassero, inoltre, è il luogo che valorizza le differenze e i pensieri minoritari, che alla democrazia conferiscono il valore aggiunto del pluralismo e l’orizzonte dell’evoluzione del pensiero, tenendo la comunità lontano e al sicuro dalla paralisi plebiscitaria. In questa tutela del pluralismo e delle differenze sta il senso dell’unità che il Cassero deve riuscire a esprimere, una coesione fondata sull’inclusione e non sull’esclusione. A questo assetto identitario il Cassero aggiunge un ulteriore livello di responsabilità, che gli deriva dal ruolo che riveste all'interno della comunità LGBT e dalla convenzione che lo lega al Comune di Bologna e che lo rende assegnatario di un importante spazio pubblico. Di conseguenza, è necessario che l'associazione ponga tra i suoi valori la trasparenza, la responsabilità sociale, il bene comune e il pubblico interesse, mettendo al bando gli usi privatistici o gli interessi personali in conflitto con gli obiettivi e i traguardi del circolo. Sostenibilità e Modelli gestionali Attualmente la sostenibilità del Cassero è garantita principalmente dall’attività del settore ricreativo, che però destina ai servizi del circolo una parte minoritaria del capitale che muove. Questo dato, di per sé fisiologico, crea un problema di rappresentazione del circolo in sede di bilancio, esponendo il Cassero al fraintendimento da parte degli osservatori meno accorti o, addirittura, in malafede. L’esperienza degli ultimi anni ci ha dimostrato concretamente la possibilità che questa stretta dipendenza tra ricreativo e servizi renda questi ultimi sensibili alle stesse incertezze del mercato dell’intrattenimento. Questo fenomeno viene in parte bilanciato dai finanziamenti pubblici e privati, che sono la seconda forma di sostentamento del circolo, al punto che alcuni centri di costo (Gender Bender, ad esempio) hanno imparato da tempo a proteggersi da queste oscillazioni e a contenerne il rischio. L’emancipazione dei servizi dal ricreativo, così come la riformulazione del bilancio in un assetto che metta alla porta i suddetti paradossi, sono obiettivi non a portata di mano e che sarebbe semplicistico voler realizzare nell’arco di un triennio. Occorre però che queste due mete siano l’orizzonte nell’apertura di un dibattito che per i prossimi tre anni dovrà coinvolgere tutte le anime del circolo, chiamate a esplorare nuovi modelli di sostenibilità e a riflettere sulle soluzioni che in altre parti d’Italia altre comunità LGBT hanno messo in campo per risolvere lo stesso problema. Nel frattempo un modo immediato per rendere la responsabilità sociale coerente con il bilancio è quello di sollecitare e moltiplicare le sinergie con i soggetti cittadini, operazioni che ottimizzano le economie e aggiungono all’investimento lo spessore delle reti e delle relazioni sociali. Analogamente, la valorizzazione e l’implementazione delle azioni messe in campo dal circolo a beneficio della comunità cittadina è il primo step per far sì che in quelle attività convergano gli obiettivi e le risorse di una gamma ampia di soggetti cittadini. Tutte da esplorare, poi, le possibilità e le strategie del crowdfunding, cioè della ricerca continua di micro sostenitori sollecitati su obiettivi specifici. In questo senso i canali di comunicazione rivelano nuove potenzialità da includere nella riprogettazione degli strumenti (la newsletter, ad esempio, potrebbe diventare un mezzo per chiedere sostegno alle attività raccontate). A questo assetto dovrà corrispondere un modello gestionale meritocratico, che metta in chiaro le competenze necessarie e le ricerca nei confini ampi della propria comunità, distinguendo il volontariato dal lavoro, e ricompensando entrambi con gli strumenti che ha. Questo modello dovrà essere, inoltre, scevro da personalismi e da accumuli di potere e dovrà lasciare spazio a quote di inserimento per lavoratori fragili, prerogativa indispensabile per corrispondere al mandato originario del Cassero e per porsi in un rapporto efficace con le realtà cittadine del terzo settore. L’obiettivo non è quello di trasformarsi in un ammortizzatore sociale, bensì di operare, di concerto con gli attori istituzionali preposti, contro la marginalizzazione dei lavoratori e delle lavoratrici LGBT. Reti La nostra storia trentennale ci porta a dover essere consapevoli del ruolo tutt’altro che trascurabile del Cassero in tutti i contesti in cui è inserito, dalla comunità locale al movimento LGBT nazionale. Un ruolo peculiare, né superiore né subordinato, rispetto al quale occorre definire potenzialità e limiti. In questo senso proponiamo l’apertura di un coordinamento LGBT locale, paritario e plurale, strumento efficace nel rapporto con le istituzioni, ma anche esercizio quotidiano di rispetto e riconoscimento delle altre realtà associative e dei loro percorsi. In quel contesto vorremmo far crescere l’esperienza del Pride, affinché realizzi a pieno la vocazione di essere un momento unitario e profondamente simbolico per tutta la comunità LGBT, valorizzando le differenze che la caratterizzano e che sono la sua ricchezza. Allo stesso modo perfezioneremo il rapporto privilegiato già esistente con le associazioni con cui il Cassero divide la propria sede. Nel rapporto con le istituzioni il Cassero deve saper porre proposte e richieste concrete, per rispondere ai bisogni della nostra comunità, che mettano alla prova la volontà politica di chi ci governa. In quest’ottica, ad esempio, è necessario sin da subito sollecitare il Comune di Bologna al riconoscimento formale e sostanziale dei matrimoni tra persone dello stesso sesso contratti all’estero, così come avvenuto a Grosseto, a Fano e a Napoli. Ogni obiettivo sarà costruito attraverso la stretta interlocuzione con gli enti e la frequentazione assidua e propositiva dei tavoli che essi predispongono. Con la stessa assiduità il Cassero si interfaccerà con i soggetti della società civile (sindacati, mondo cooperativo, associazioni) con l’idea di progettare traguardi e strade comuni. Una valutazione particolare merita il Forum del Terzo Settore, ambito al quale vorremmo avvicinare il Cassero, mettendo a disposizione competenze e risorse (fondo mutualistico nuove povertà, quote per lavoratori fragili), e con l’ambizione di giocare un ruolo nella stagione di riforme che il Welfare nel suo complesso sta attraversando. Nel rapporto con i partiti il Cassero deve rivendicare la sua totale autonomia, la capacità di alzare una voce critica e utile, l’attitudine a fare politica e non a subirla, nel pieno rispetto del ruolo imprescindibile dei partiti ma anche della necessità che la nostra associazione sia altro. Alterità dai partiti vuol dire anche riappropriarsi dell'autorappresentanza, superando il modello (che la storia ha mostrato essere perdente) che delegava quella rappresentanza a figure provenienti dal movimento LGBT ma di fatto interne ai partiti e perciò soggette alle loro regole e ai loro compromessi. Schivando qualsiasi deriva antipolitica, continuiamo a credere nella nobiltà del fare politica in qualunque contesto, a patto che non venga meno la trasparenza dei singoli, delle loro adesioni, delle loro pratiche e dei loro obiettivi. Attività, Progetti, Aree Tematiche Il Cassero vuole essere un luogo di ascolto continuo dei bisogni che emergono dalle persone che lo attraversano, perciò è necessario che con le proprie attività tenti di dare una risposta a questi bisogni concreti, dall’offerta puntuale di contenuti e progetti, all’ottimizzazione delle risorse disponibili, all’eliminazione degli sprechi. Un primo intento è quello di moltiplicare attività a basso costo che offrano spazi di socializzazione, oltre a quelli del ricreativo notturno. Pensiamo ad esempio a corsi di vario genere (corsi di DJ, corsi di ballo, corsi di cucina, ecc…) o a spazi ludici diurni (bar, giochi da tavola, giochi di ruolo, ecc...). Le esperienze passate, positive e negative, ci permettono ora di individuare e organizzare al meglio tutte le attività che potranno arricchire il già importante mosaico delle opportunità associative. Un’attenzione particolare merita il progetto Salute, che sarà rifondato a partire dal riposizionamento del Cassero nella nuova mappa delle associazioni attive in quest’ambito, riaprendo con coscienza il dibattito sulle pratiche di prevenzione, sulle campagne informative e comunicative e sulla loro efficacia. Occorre, infatti, farsi carico di un dato allarmante relativo all’aumento dei contagi da HIV nella comunità omosessuale, in particolare nella nostra regione. Un aumento che interessa in special modo la popolazione giovane, che evidentemente non attinge alle competenze delle generazioni precedenti e sulla quale è necessario perciò progettare interventi ad hoc. La distribuzione del preservativo e il messaggio di prevenzione, per quanto martellante, non si mostrano efficaci nel dotare i nostri destinatari della consapevolezza necessaria sul tema. Di conseguenza, sfruttando le relazioni già allacciate con enti pubblici e privati, riprogetteremo le strategie, portando il nostro know how fuori dalle mura del Cassero, nei luoghi dove è possibile incontrare molti giovani e parlare con loro di sesso piacevole e sicuro. Altro tema fondamentale è quello della Formazione, intesa sia come attività da proporre all’esterno, a soggetti pubblici e privati, sui temi che caratterizzano il nostro know how, ma anche come possibilità di professionalizzazione per le figure presenti nel circolo, con l’obiettivo di affinare gli strumenti associativi (ad esempio in ambito di fundraising e progettazione europea) e fornire a queste ultime competenze utili ai loro percorsi personali. Tra le attività ci sembra importante sostenere il lavoro fatto finora nell’ambito dell’educazione alla diversità in contesti scolastici, prescolastici e parascolastici, e affiancarlo con un’analoga esplorazione di possibilità rivolte al pubblico adulto, fino a comprendere la terza età. In ambito sportivo, è importante riuscire a stabilizzare la rete di relazioni allacciate finora con le realtà del settore per raccoglierne i frutti: parliamo in particolare delle attività svolte con Bugs Bologna, Boga Sport e W il calcio, alcune rivolte alla socializzazione tra persone LGBT, altre a interventi tematici negli ambienti sportivi, amatoriali e professionistici (ad esempio lo striscione contro le discriminazioni allo stadio Dall’Ara durante la partita del Bologna). Queste relazioni potranno essere l’occasione per definire un’azione e una presenza strutturali del Cassero in questo ambito, oltre che lo stimolo a condividere con più attori l’esperienza avviata con il Progetto Sport. Comunicazione Un luogo viene percepito dall’esterno per come si rappresenta e si racconta, per come accoglie le persone al suo interno e per come interagisce con loro. Da questo punto di vista crediamo sia necessario mettere in campo un progetto che affronti i nodi critici relativi alla comunicazione interna ed esterna del Cassero, quelli che hanno subito negli anni le critiche più accese. La scarsa visibilità di alcune aree tematiche a scapito di altre è un limite percepito da tutto il circolo e distorce in maniera significativa il racconto pubblico della nostra associazione e del lavoro che fa. L’intervento in questa direzione non sarà limitato al tentativo di compensare questa lacuna, bensì coglierà l’occasione per riprogettare canali, spazi, ruoli e messaggi relativi alla comunicazione del Cassero, portando a regime nuove modalità di produzione e condivisione dei contenuti, efficaci nella loro funzione e coerenti dal punto di vista dello stile, dei linguaggi e delle rappresentazioni. Per agevolare questo percorso si intende in primo luogo intervenire sulle modalità di produzione dei contenuti, sulla condivisione dei processi e sulla collettivizzazione degli esiti. I gruppi di lavoro del Cassero andranno perciò a costituirsi stabilmente in un grande gruppo redazionale, con briefing e debriefing settimanali e calendari di lavoro comuni. La cura di questo percorso sarà affidata a una nuova figura di coordinamento delle relazioni, nella quale convergerà anche la mansione di supervisione delle risorse umane. Dal punto di vista degli strumenti, saranno mappati quelli esistenti e implementati con altri ritenuti necessari, al fine di chiarire la gamma dei canali a disposizione e affidarla a una gestione condivisa, inclusa negli incontri redazionali. L’assetto finale includerebbe bacheche e totem per la comunicazione interna e l’accoglienza, un opuscolo di presentazione del circolo e delle sue attività, una newsletter a cadenza regolare, un sito web efficace e di facile consultazione, il ritorno di un magazine cartaceo distribuito in città, profili sui principali social network, un ufficio stampa dedicato alle iniziative del circolo e, attivando le giuste sinergie, spazi periodici autogestiti sui media locali (trasmissioni radio, blog tematici, presenze fisse). Nel produrre contenuti e nel diffonderli intendiamo dedicare una nuova attenzione alla loro accessibilità, sollecitando la traduzione dei testi in più lingue e l’uso dei linguaggi iconografici. Della comunicazione, inoltre, vogliamo costantemente misurare gli effetti e i feedback, dal punto di vista quantitativo e qualitativo, al fine di valutare l’efficacia delle strategie e le “felicità” dei processi. Ricreativo La programmazione serale, composta di eventi e party di grande richiamo e successo per i soci e le socie del Cassero, è da sempre la vetrina principale del nostro circolo, prerogativa essenziale per farci conoscere e riconoscere, in ambito cittadino ed extra cittadino, dal maggior numero possibile di persone, permettendo così a chiunque di avvicinarsi ai valori e alle politiche promosse dall’associazione. Ed è anche, senza dubbio, la principale fonte di sostentamento del circolo, quella che attualmente permette la copertura economica dei servizi e la progettazione delle attività. Per far sì che questo valore sia tutelato ed esprima al massimo le proprie potenzialità, occorre che l’intrattenimento serale al Cassero si misuri senza sconti con i parametri della sostenibilità, della sicurezza e del benessere di tutti e tutte, della qualità e del rispetto dei valori del circolo. L’intrattenimento offerto sarà arricchito di proposte volte a rappresentare e includere sia la diversità di fruizione da parte dei soci e delle socie (per età, per genere, per identità), sia le tante anime e le attività portate avanti dal circolo stesso. È necessario rispondere al bisogno di aggregazione e condivisione della variegata comunità LGBT della nostra città con un’offerta quasi quotidiana, attraverso l’esplorazione di una versatilità dello spazio: bar aperto più spesso, musica dal vivo, diverse tipologie di spettacoli. Nella produzione di eventi sarà ricercato un nuovo equilibrio tra i format autoprodotti e quelli ospitati, sollecitando il coinvolgimento orizzontale dei gruppi di lavoro e modalità di coproduzione mirate in primo luogo alla contaminazione delle identità dei soggetti coinvolti. Queste relazioni saranno costruite sul presupposto inderogabile del rispetto e dell’attenzione ai linguaggi e ai formati veicolati, attivando un filtro critico ai contenuti dei mass media generalisti, al fine di non replicarne gli stereotipi, i sessismi, le rappresentazioni, le violenze e i razzismi più o meno espliciti. Il clubbing per la comunità LGBT non è solo un capitolo della cultura contemporanea, è un elemento identitario imprescindibile, uno dei luoghi in cui si è costruito agli albori il nostro movimento. È quindi un elemento che occorre in quest’ottica potenziare, con la qualità dell’offerta musicale e la valorizzazione di modelli positivi, artisti che con la loro storia testimoniano il valore dell’autodeterminazione. Un’attitudine che è da sempre nel dna del Cassero ma che negli anni ha perso la focalizzazione necessaria. Nuovi orizzonti Nella navigazione l’aspirazione quotidiana alla meta tiene vivo l’ardore della ciurma. Per questo, vogliamo porci alcuni piccoli e grandi obiettivi molto concreti, sogni da realizzare, tappe intermedie con le quali scandire il nostro cammino: In occasione della sessione estiva degli esami universitari ci piacerebbe scommettere sulla possibilità di utilizzare lo spazio del groundfloor come sala studio diurna, un contenitore in cui recuperare il format della libera università omosessuale, con conferenze e seminari di docenti e ricercatori, attraverso una collaborazione da attivare con l'ateneo e le associazioni studentesche. Ci piacerebbe inoltre realizzare ogni anno una festa di tesseramento, un modo per rendere consapevole l’atto di adesione al circolo e per riempirlo di valori identitari, magari anche attraverso gadget o manufatti artistici da regalare ai soci come segno concreto di appartenenza. Tra gli obiettivi che ci poniamo c’è anche quello di creare una web radio, stimolo alla creazione di contenuti e vetrina per quelli che da tempo archiviamo e che attendono di essere valorizzati. Infine vorremmo potenziare l’esperienza annuale del Pride, renderla sempre più un momento di verifica delle politiche di inclusione e di uguaglianza messe in campo dagli enti locali, ma anche un’occasione di definizione di nuovi orizzonti comuni. Allo stesso tempo il Pride deve continuare a parlare alla città, a moltiplicare le occasioni di divulgazione e dibattito sui nostri temi e a crearne di stabili ­ un Pride Park, ad esempio ­ con la complicità e la collaborazione delle altre associazioni. "Se vuoi costruire una nave, non richiamare prima di tutto gente che procuri legna, che prepari gli attrezzi, non distribuire compiti, non organizzare il lavoro. Prima invece, sveglia negli uomini [e nelle donne, ndr] la nostalgia del mare lontano e sconfinato." A. De Saint Exupery Candidati Biagi Alice Branà Vincenzo De Gesu Ezio Guarnieri Ambra Loforte Alessandro Marconi Astrid Pasini Irene Pinza Valentina Trevisan Kai Sostenitori Roberti Valeria Bernasconi Simone Seminario Giuseppe Camagni Jacopo Ramina Beppe Scudiero Diego Flavia Madaschi Vafiadis Danai Soma Giammichele Betti Maurizio Jorini Lucia Macchiavelli Mattia Paudice Gianluca Cassoli Antonia Riva Nicola Parmentola Angelo De Giovanni Sara Del Pozzo Daniele Leoni Lorena Berbellini Andrea Mosconi Alex Peressoni Antonia Fronda Andrea Meneghelli Mauro Cistulli Cristiano De Bonis Mattia Ielli Cristina Sica Rossella D’Agostino Monica De Gesu Alessandra Biagi Mariagiulia 
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