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«Stiamo crescendo in tutto il mondo ma… non perdiamo di vista i
innevamento programmato
DEMACLENKO
«Stiamo crescendo in tutto il mondo
ma… non perdiamo di vista i dettagli»
Incontro con l’amministratore delegato Andreas Dorfmann e con un suo «cliente», il dottor
Paolo Cappadozzi in rappresentanza della società ETI di Selva Gardena/Passo Sella. Incontro con la filosofia e i metodi operativi di una grande azienda leader nel settore dell’innevamento programmato a livello internazionale che però vuole e sa essere vicina anche al piccolo esercente locale con la qualità della sua produzione e le certezze della sua assistenza
T
ema: la filosofia del piccolo e la strategia del
grande.
Svolgimento:
come operare nel settore
dell’innevamento
programmato modulando potenzialità
operative di assoluta avanguardia su misura del cliente,
anche il più piccolo, in un rapporto di collaborazione stretta
e di assistenza «personalizzata», distribuita su tutto il processo della progettazione e
dell’installazione di un nuovo
impianto, dalla concessione
all’entrata in funzione, garantendo i risultati, l’efficienza,
l’affidabilità e la sicurezza.
Il testo del tema può essere
l’headline della Demaclenko,
la società produttrice di generatori e impianti di innevamento tecnico, che ha fuso all’interno gruppo Leitner l’azienda
italiana fondata da Roland Demetz nei primi anni ’80 e quella svedese fondata a Östersund da Lennart Nilsson.
«Gruppo di famiglia»
in un interno, a Bolzano
Per approfondire lo svolgimento sono state utili circa tre
orette di conversazione con
«un cliente» molto particolare che intende praticamente
raddoppiare la capacità produttiva del proprio impianto
di innevamento programmato
sull’area sciabile gestita dalla società ETI sas della famiglia Cappadozzi nella zona
strategica di collegamento tra
Val Gardena e Val di Fassa,
nel circuito della Sellaronda,
e con il suo fornitore preferito, l’amministratore delegato di Demaclenko Andreas
Dorfmann accompagnato da
Sofia Falaschi, responsabile
Marketing, da Florian Stuffer,
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direttore tecnico dell’azienda
e da Jürgen Ortler, area manager Italia. Siamo negli uffici di una palazzina di Vicolo
Mendola, a Bolzano. Paolo
Cappadozzi, «il cliente», si
presenta come «un commercialista prestato alle questioni
e ai problemi della montagna
invernale». Troppo buono e
troppo modesto. Nato a Merano nel 1958 nel segno dei Gemelli e primo di cinque fratelli
(«Io, Patricia, Daniela, unica
donna caposervizio di agganciamento automatico in Italia,
Stefano, Edo»), l’uomo oggi
è un affermato professionista
e siede in alcuni consigli di
amministrazione e collegi sindacali di società esercenti impianti di risalita, fa parte del
direttivo nazionale ANEF ed è
presidente del Consorzio impianti Valgardena/Alpe di Siusi
dentro il DolomitiSuperski. Figlio di un padre ciociaro (Erildo detto «Edo») e di una madre fassana (Laura Valentini),
è cresciuto al Passo Sella ed
ha nel sangue la neve e lo sci,
una specie di virus contratto
per via ereditaria da quando il
nonno materno Arturo Valentini, albergatore, costruì i suoi
primi impianti al Passo Sella
negli anni ’30 e lo videro promotore della realizzazione della Grande seggiovia di Campitello e, insieme alla famiglia
Falk, della seggiovia Piz Seteur nel 1946/47. Sposato dal
1986 con la gardenese DOC
Roberta Perathoner, ha due
figli maschi, Ivan (1993) che
studia in Cattolica Economia
Aziendale e Diego (1995)
«che fa ancora le gare e aveva un talento; ha vinto anche
una selezione italiana del Trofeo Topolino, arrivando nel
professioneMontagna n° 131 marzo/aprile 2015
2010 4° in slalom, nella gara
internazionale». Lui ha cominciato a sciare appena sceso
dalla culla, «fuori casa», al Rifugio Passo Sella che ha avuto una scuola-sci «della casa»
fino al 1970.
Un compagno di classe
davvero speciale
Alle elementari a Selva un
suo compagno di classe («più
alto, più grosso e molto bravo a scuola») si chiamava
proprio Roland Demetz e sarebbe diventato caposervizio
sugli impianti di Dantercepies,
poi fondatore della Demac e
sindaco di Selva. I casi della
vita… L’incrocio dei destini…
Si è laureato a pieni voti in
Economia Aziendale nel 1984
all’Università Cattolica con
una tesi dal titolo «Aspetti di
gestione delle imprese funiviarie. Casi di specie», «uno dei
primi studi sugli aspetti gestionali al di là delle questioni
tecniche. Nella pratica non è
servita a niente ma era fatta
molto bene». La franchezza
si fonde con l’ironia in questo
gardenese sorridente ed eclettico che ama la sua valle quasi come la sua famiglia; che
«per fare una gara altrove non
ho potuto vedere dal vivo il
parallelo decisivo del 1975 tra
Thöni e Stenmark sulla Ronc
a Ortisei dove, ricordo, erano già stati utilizzati un paio
di generatori Linde nell’anno 1970»; che è stato anche
campione italiano di volo a
Andreas Dorfmann, amministratore delegato DEMACLENKO
innevamento programmato
vela nell’anno 1994 formandosi tra l’altro una buona cultura
meteorologica; che, insomma,
a parte l’understatement del
«commercialista in prestito»,
in realtà vive fortemente l’impegno e la passione per le
problematiche del turismo invernale di cui l’innevamento
programmato è diventato ormai da decenni il protagonista
di primissimo piano, talvolta
determinante per gli esiti commerciali delle stagioni sciistiche.
Il tessuto familiare degli
Impiantisti gardenesi
Della ETI Cappadozzi il commercialista Paolo è consulente. La società, amministrata
dalla sorella Daniela con la
collaborazione di dieci dipendenti, gestisce al Passo Sella
la seggiovia esaposto Sasso
Levante e la seggiovia triposto Fungeia a Selva, 136 metri soltanto di sviluppo (la più
corta seggiovia al mondo) ma
fondamentali per «cucire» il
filo del Sella Ronda al Passo
Sella, in quel punto cruciale tra
Val Gardena e Val di Fassa.
Dunque una società piccola,
una impresa familiare, che
però rappresenta emblematicamente bene la storia evolutiva dell’impiantistica nelle valli
ladine, nata dalla spinta degli
albergatori, rimasta in molti casi a dimensione familiare
ma capace di fare sistema sul
piano commerciale al punto da
poter creare il colosso DolomitiSuperski. Una rete capillare
di imprese per le quali «l’impianto deve vivere di luce propria e non è nato per trainare
dietro di sé speculazioni immobiliari. In Valgardena – dice
Cappadozzi - i 79 impianti di
risalita sono gestiti da 42 proprietari diversi e il più importante non arriva ai 10 milioni
di fatturato». In questa capillare rete interattiva la dedizione e la passione per l’impresa
familiare interagisce con gli
aspetti positivi e salutari della
concorrenza per mantenere sempre elevato il livello
dell’offerta. «Dai francesi
abbiamo capito negli
anni 80 che l’agganciamento automatico sarebbe stato
il futuro – continua Cappadozzi – per
l’innevamen-
Paolo Cappadozzi
to programmato abbiamo dovuto aspettare le due stagioni
di carestia pazzesca di fine degli anni 80 per renderci conto
che sarebbe diventato fondamentale per sostenere l’economia del turismo invernale.
Ricordo che ancora negli anni
90 mio padre diceva che non
c’era bisogno di neve tecnica,
al Passo Sella».
Nel giro del Sella Ronda
si scia all’80%
su neve Demaclenko
E invece, altro che… La neve
programmata e la tecnologia
necessaria per produrla sono
diventate indispensabili, la garanzia per far sciare la gente
quando scarseggia o addirittura
non arriva la materia prima dal
cielo: se non c’è quel biglietto
d’ingresso, in certi inverni balenghi la giostra rischia di fermarsi. Lo aveva intuito Roland
Demetz che ha fondato la Demac, lo sanno bene tutte le
società del DolomitiSuperski,
compresa la piccola ETI Cappadozzi che da sempre sa anche a chi rivolgersi per avere
tecnologia innovativa, servizio
puntuale, assistenza continua, sicurezza di risultati. Demac è diventata Demaclenko,
un’azienda leader a livello mondiale, ma la sua filosofia non è
cambiata: prodotti d’avanguardia e vicinanza massima al
cliente, anche al più piccolo delle vallate dove Roland Demetz
ha iniziato la sua attività. «Basti
dire – precisa Jürgen Ortler, 38
anni, area manager Italia - che
nel giro della Sella Ronda almeno l’80% degli
skirama gestiti
dalla società
impiantistiche sono
supportati dagli
innevamento programmato
impianti Demaclenko». Per
quanto riguarda ETI Cappadozzi in particolare si tratta di
potenziare l’impianto secondo
il progetto che ci illustra Florian Stuffer, 39 anni, direttore
tecnico di Demaclenko, formatosi e cresciuto in azienda con
18 anni di lavoro: «Il progetto
per l´anno 2015 prevede una
significativa implementazione
dell’impianto stesso. Saranno
installate delle torri di raffreddamento nuove, l’impianto dispone giá di due vasche con
le riserve idriche ancora troppo
tiepide in autunno, avere l’acqua alla temperatura giusta
in quel periodo significa poter
fare neve anche a temperature
marginali. Sono anche previste
nuove pompe attigue alla vasca e alla stazione a valle della
Seggiovia Sasso Levante. Si
incrementeranno le potenze
installate al fine di assicurare il
primo innevamento in circa 3540 ore, arrivando a una potenza
complessiva installata tra pompe, cannoni ed impianto di raffreddamento di circa 800 kW».
Stuffer, gardenese DOC, spiega
il progetto in perfetto italiano.
Un manager «glocal»,
dal Südtirol alla Cina
«Sí, un terzo dei nostri 110
dipendenti è di origine gardenese”» spiega Andreas Dorfmann, amministratore delegato di Demaclenko dal 2012.
Nato a Bressanone nel 1968
ha studiato a Vienna dove nel
1995 si è laureato in ingegneria. Con la sua compagna,
Marta, ha messo al mondo
Lena (3 anni) e Simon (6) che
è già capace di scendere a
manetta e senza paura dalla
mitica «Silvester» di Plan de
Corones. Dorfmann é stato
tra i protagonisti del collegamento modale con la ferrovia
alla stazione di Perca come
amministratore delegato delle Funivie Plan de Corones.
«Quest’anno – dice Dorfmann
– la ETI ha ravvisato la necessità di aumentare se non
di raddoppiare la potenza del
suo impianto di innevamento
che noi stessi di Demaclenko
avevamo approntato anni fa.
Quest’anno lo rifacciamo per
bene spostando la stazione
di pompaggio a valle, raddoppiando la capacità dei compressori, installando tre pompe e “sparando” neve con un
sistema misto di 30 generatori a ventola e 8 aste. È come
parlare di cilindrata e di cavalli
di un motore: quell’impianto
era partito con la capacità di
trasformare 100 mc di acqua
l’ora, adesso, dopo 16 anni,
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lo porteremo ad una capacità
produttiva che permetterà di
trasformare in neve 270 mc
d’acqua all’ora, con i cannoni
a disposizione a -4° di bulbo
umido». Sì, oggi ci vuole molta potenza dell’impianto oltre
più che molta acqua a disposizione, velocità di produzione, prontezza di esecuzione
non appena le condizioni climatiche lo consentono. Lo si
è visto nell’inizio tribolato di
questa stagione invernale nella breve finestra di freddo che
si è aperta nell’imminenza delle feste. Proprio per questo,
in un contesto molto ventoso
come quello del Passo Sella, i
generatori a ventola sono dotati di inseguimento vento al
fine di concentrare la produzione di neve nelle poche giornate in cui il vento è debole.
Prodotti di eccellenza e
servizio «chiavi in mano»
Andreas Dorfmann è molto franco nel definire il profilo
composito nato dalla fusione delle due aziende («Con
la Demac abbiamo acquisito
la migliore tecnologia, con la
Lenko il mercato internazionale. Abbiamo filiali in Svezia,
Svizzera, Stati Uniti e tra poco
anche in Francia. In Cina
stiamo andando alla grande,
passati da una sola macchina venduta nel 2012 alle 103
del 2014»), molto orgoglioso
quando parla a ragion veduta e senza falsa modestia
dell’eccellenza assoluta di
certi prodotti («Il generatore
a ventola Titan oggi è la macchina più potente ed efficiente
presente sul mercato potendo
arrivare a produrre 105 mc
di neve all’ora in condizioni
ideali»), molto chiaro quando
espone la filosofia produttiva
e commerciale dell’azienda
che guida da quasi tre anni:
«Produciamo macchine semplici ma capaci di realizzare
una qualità altissima. Macchine ideali per piccoli e grandi comprensori, per i clienti
più sofisticati ed esigenti che
guardano alle prestazioni ma
anche al controllo del consumo energetico. I nostri clienti
non ci chiedono semplicemente il generatore, chiedono di
affidarsi a noi per avere servizi, certezza di risultati, assistenza continua. Noi siamo in
grado di fornire loro un prodotto “chiavi in mano”, un “pacchetto” completo che va dalla
prima vite all’ultima manichetta, dalla collaborazione nelle
procedure di concessione edilizia al funzionamento dell’impianto. È un metodo di lavoro
che si può applicare sia alle
più piccole che alle più vaste
realtà. Siamo rimasti in pochi
sul mercato, i margini di utile
sono sempre più risicati e solo
chi lavora a livello mondiale
è in grado di tenere il mercato e recuperare risorse per la
ricerca e lo sviluppo. Il nostro
metodo di lavoro e la nostra
La consegna da parte di Andreas Dorfmann -a sinistra- della riproduzione in legno di cirmolo di un generatore a ventola della DEMACLENKO
a Paolo Cappadozzi in rappresentanza della società gardenese ETI
professioneMontagna n° 131 marzo/aprile 2015
organizzazione ci consentono
di stare nel mondo ma nello
stesso tempo di essere vicinissimi all’esercente della porta
accanto».
Una stretta di mano per
il presente e per il futuro
Come la piccola ETI Cappadozzi di Passo Sella e decine
di altre società impiantistiche
che continuano a credere nel
turismo invernale come risorsa
indispensabile per le economie locali. Allora «la filosofia
del piccolo (esercente) e la
strategia del grande (Demaclenko)» è lo stesso concetto della «filosofia del grande
(Demaclenko) e la strategia
del piccolo (esercente)? Sì, è
la stessa cosa, perché da entrambe le parti c’è lo stesso
impegno, la stessa passione
per il lavoro, lo stesso spirito
di collaborazione e di lealtà
che rende amichevoli i rapporti, che migliora la vita. E
che merita un riconoscimento. Come quello che Andreas
Dorfmann ha deciso di regalare ad ognuno dei vecchi o
nuovi clienti di Demaclenko:
la riproduzione in legno di cirmolo di un generatore a ventola. Paolo Cappadozzi prende dalle sue mani «il trofeo»
e sorride: lo porterà in famiglia
alla sorella Daniela e ai suoi
fratelli che gestiscono la piccola ETI e i suoi 10 dipendenti
con la dedizione imparata da
nonno Arturo e da papà Edo,
sperando che possa arrivare
anche tra le mani della quarta
generazione dei Cappadozzi, quando i suoi figli e i suoi
nipoti saranno grandi e vorranno continuare la tradizione
di famiglia. Con una certezza:
Demaclenko sarà ancora e
sempre al loro fianco.
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