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Sensazione e percezione
SENSAZIONE E PERCEZIONE La sensazione può essere definita come la modificazione dello stato del nostro organismo a causa di stimoli che provengono dall'ambiente interno ed esterno all'organismo. Gli stimoli vengono catturati dai nostri organi di senso, ognuno dei quali adibito alla ricezione di uno stimolo particolare. I canali sensoriali sono: udito, vista, olfatto, gusto, tatto, cinestesia ed equilibrio e sensazione di dolore. Ognuno di essi si avvale per la ricezione dei segnali di specifici organi di senso (gli occhi ad esempio ci consentono la visione di ciò che ci circonda). In realtà la relazione tra la sensazione e lo stimolo è complicata dal fatto che non tutti gli stimoli fisici vengono percepiti dall'individuo. Uno stimolo deve infatti raggiungere una determinata grandezza per essere percepito da un determinato organo di senso (soglia assoluta) e deve essere abbastanza diverso in intensità per poter essere discriminato da un altro, simile per grandezza (soglia differenziale). Ad ogni modo, una volta catturato a livello di sensazione, lo stimolo fisico è pronto per essere elaborato a livello cognitivo, attraverso il meccanismo della percezione. La percezione è definibile come il processo psichico che opera la sintesi dei dati sensoriali in forme dotate di significato. Gli assunti allo studio della percezione variano a seconda delle teorie e dei momenti storici che si susseguono. È possibile operare una prima distinzione tra la sensazione, legata agli effetti immediati ed elementari del contatto dei recettori sensoriali con i segnali provenienti dall'esterno ed in grado di suscitare una risposta, e la percezione, la quale corrisponde all'organizzazione dei dati sensoriali in un'esperienza complessa, cioè al prodotto finale di un processo di elaborazione dell'informazione sensoriale da parte dell'intero organismo. I RECETTORI SENSORIALI I sensi, elementi di riflessione: Tutti i viventi effettuano il loro ciclo vitale in ambienti dai quali ricevono in continuazione sollecitazioni e stimoli; le caratteristiche fisiche e chimiche degli ambienti infatti, variano in continuazione. Una delle caratteristiche fondamentali della materia vivente è la capacità di rispondere agli stimoli; i viventi quindi, per mantenersi nelle condizioni più favorevoli rispetto al proprio ambiente, reagiscono agli stimoli con una grande varietà di risposte fisiologiche e comportamentali. Attraverso meccanismi che chiamiamo “omeostatici” (da “omeostasi”, che significa conservazione di condizioni interne costanti, malgrado le variazioni dell’ambiente esterno..), che tendono cioè a ripristinare condizioni di equilibrio, i viventi mantengono costante il loro ambiente “interno”. L’evoluzione biologica ha favorito la formazione nei viventi di molti di questi meccanismi (ne sono un esempio i numerosi meccanismi morfologici, fisiologici e comportamentali che tendono a mantenere costante la temperatura del corpo….), che permettono di adeguarsi (entro certi limiti) ai cambiamenti ambientali, come variazioni di luce, di temperatura, di umidità, ecc…ma anche alle variazioni che riguardano i rapporti con gli altri viventi… Naturalmente le risposte degli organismi sono basate sulla possibilità di conoscere ciò che accade intorno a loro e/o all’interno di loro; è necessario quindi che essi percepiscano in modo appropriato l’ambiente in cui vivono, per adeguarsi convenientemente alle sue variazioni. La percezione e/o la conoscenza dell’ambiente è resa possibile nei viventi dall’esistenza di strutture più o meno complesse, specializzate a ricevere gli stimoli che provengono dall’ambiente esterno e dalle varie parti del corpo di un organismo, chiamate “recettori”; questi inviano ai centri nervosi principali (più o meno complessi..non si pensi solo al cervello umano… e non si dimentichi che, pur non avendo strutture nervose specializzate, anche i viventi vegetali percepiscono stimoli e reagiscono a questi….) i segnali nervosi che in essi si sono generati. I recettori sono cellule o tessuti sensibili alle varie forme di energia (luminosa, termica, meccanica, chimica……elettrica), della quale effettuano la trasformazione in impulsi nervosi; questi stimoli, quando arrivano ai centri nervosi principali vengono analizzati, interpretati ed organizzati. E’ poi il sistema o il centro nervoso centrale che, sulla base degli stimoli ricevuti, coordina le risposte di adeguamento dell’individuo. I recettori pertanto, hanno la funzione di mettere in relazione gli animali con il mondo esterno e raccolgono continuamente gli stimoli che da esso provengono. Essi rivestono un’importanza fondamentale, perché rappresentano le uniche fonti di informazione tra l’ambiente ed il sistema nervoso centrale. I recettori sensoriali possiedono la funzione di ricevere gli stimoli esterni e interni e di trasmetterli, quali impulsi elettrici, attraverso le fibre nervose afferenti, al sistema nervoso centrale. La propriocezione è una loro fondamentale funzione. Dal punto di vista strutturale, i recettori sensoriali possono presentari, possono essere più o meno e complessi e vengono distinti in tre tipi: • • • Recettori tipo I, costituiti da specifiche espansioni nervose formate da semplici terminazioni nervose non mielinizzate o libere (come le terminazioni dolorifiche e tattili) o incapsulate in un rivestimento di tessuto connettivo (ad esempio recettori di pressione) di un singolo neurone afferente, detto neurone sensoriale primario. Recettori tipo II, cellule, con caratteristiche intermedie tra l'epiteliali e le nervose (cellule sensoriali), raggruppate a formare veri e propri organi di senso (ad esempio le cellule della retina per la vista e dell'organo del Corti per l'udito) connesse, tramite sinapsi, con la fibra sensitiva (neurone primario). Recettori tipo III, rappresentati nell'uomo solo dai fotorecettori della retina in quanto collegati alla fibra afferente tramite un interneurone. In base alla localizzazione i recettori sensoriali vengono classificati in: • • Esterocettori, sensibili a stimoli che si originano all'esterno dell'organismo, in sua prossimità (esterocettori cutanei) o a distanza (telecettori responsabili ad esempio di vista, udito e olfatto); Enterocettori, sensibili a stimoli provenienti dall'interno dell'organismo, suddivisi, a loro volta, in propriocettori, riguardanti muscoli e articolazioni (ossia fibre muscolari, tendini, legamenti, capsule articolari) ed enterocettori o propriocettori viscerali (relativi agli altri organi e sistemi dell'organismo). Ciascun recettore sensititivo controlla una data regione o "campo recettivo" dove uno stimolo adeguato è in grado di eccitarlo. L'homunculus sensoriale di Penfield descrive la rappresentazione delle diverse regioni corporee nell'area somestesica I della corteccia cerebrale. L'estensione di queste aree è direttamente proporzionale al numero di recettori specializzati presenti nelle corrispondenti regioni del corpo. Ogni tipo di recettore sensitivo possiede una sensibilità assai elevata per un dato tipo di stimolo, alla cui rilevazione esso è deputato, ma non è del tutto specifico (in realtà qualunque forma di energia, se sufficientemente intensa, è in grado di attivare praticamente qualunque recettore). In base alla specializzazione ossia al tipo stimoli rilevati con più bassa soglia di attivazione, è possibile distinguere fondamentalmente cinque tipi di recettori: 1. Meccanocettori, che segnalano le deformazioni del recettore stesso o delle cellule ad esso adiacenti; 2. Termocettori, terminazioni nervose libere, a lento adattamento, che segnalano variazioni di temperatura sia interna che esterna all'organismo (sensibili o al caldo, calorecettori o al freddo, frigorecettori); 3. Nocicettori, recettori dolorifici, costituiti perlopiù da terminazioni nervose libere, che segnalano un danno tessutale fisico e/o chimico; 4. Recettori elettromagnetici, che segnalano gli stimoli luminosi a livello della retina (fotorecettori); 5. Chemiocettori, che segnalano stimoli di natura chimica (come, ad esempio, quelli gustativi della bocca, olfattivi del naso, quelli che segnalano la concentrazione di ossigeno nel sangue, il ph di sangue e liquor cerebrospinale, l'osmolarità dei liquidi corporei ecc.). La propriocezione rappresenta la capacità del sistema nervoso centrale di percepire la posizione del corpo e delle sue parti nonchè della contrazione muscolare e del movimento nello spazio dei diversi distretti corporei (cinestesia) anche senza l'apporto della vista. Tale sensibilità insorge all'interno di un organo (fascia connettivale, muscoli, articolazioni, cute, visceri ecc.), attraverso la stimolazione di specifici recettori sensoriali: esterocettori cutanei, propriocettori, enterocettori e recettori vestibolari. La propriocezione assume quindi un'importanza fondamentale nel complesso sistema dell'equilibrio e del movimento (l'atassia rappresenta clinicamente l'alterazione della propriocezione determinante la progressiva perdita della coordinazione muscolare e quindi motoria). Dai recettori periferici (inclusi gli esterocettori retinici degli occhi dipende la conoscenza su quale è la nostra "conformazione" e posizione spaziale; in qualche misura, per rispondere alla domanda "chi sono io?", occorre anche rispondere alla domanda "dove sono io?". E' dai riflessi propriocettivi che nascono le rappresentazioni mentali (engrammi) che consentono la nascita di abilità motorie complesse ma non solo, azioni e movimenti hanno un ruolo centrale nei processi di rappresentazione mentale, a partire dalla fase embrionale. L'embrione, infatti, è innanzitutto un organismo motorio. Nella fase embrionale, in quella fetale e in quella della prima infanzia, l'azione precede la sensazione: vengono compiuti dei movimenti riflessi (riflessi propriocettivi) e poi se ne ha la percezione a livello cerebrale. Le funzioni motorie e il corpo, spesso considerati entità inferiori e subordinata alle attività cognitive sono invece all'origine di esse, incluso lo stesso linguaggio che forma la nostra mente e nostri pensieri. La propriocezione rappresenta quindi "la coscienza di sè", perdere il controllo sul proprio corpo significa, di conseguenza, perdere il controllo sui propri pensieri ed emozioni. Gli esterocettori cutanei importanti dal punto di vista posturologico sono recettori sensoriali sensibili a stimoli provenienti dall'esterno quali il tatto, la pressione cutanea e altre variazione strutturali di tipo meccanico (meccanocettori). Essi hanno caratteristiche strutturali diverse: - non capsulati; terminazioni nervose libere sparse ovunque nella cute e in altri tessuti, sensibili a tatto e pressione; recettori dei follicoli piliferi (o organi terminali piliferi), costituiti da fibre nervose avvolte a spirale attorno alla radice del pelo cutaneo, al cui movimento sono particolarmente sensibili, tramite rapido adattamento; cellule o dischi di Merkel (recettori SAI), recettori a terminazione espansa connessa con una fibra mielinica di grande diametro (tipo A beta), a lento adattamento e bassa soglia di attivazione, situati in corrispondenza delle creste epidermiche, al di sotto dello strato basale, spesso raggruppati a costituire il recettore a cupola di Iggo estremamente sensibile, insieme ai corpuscoli di Meissner, descritti in seguito, svolgono un ruolo importante nel determinare le caratteristiche spaziali delle sensazioni tattili. - capsulati: corpuscoli ramificati e lanceolati di Meissner (recettori RA), recettori tattili di particolare sensibilità costituiti da una terminazione nervosa capsulata e allungata in rapporto con una fibra mielinica di grande diametro (tipo A beta), a rapido adattamento, presenti molto numerosi nelle regione cutanee glabre, ossia senza peli (specie in polpastrelli, labbra, piedi ecc.); corpuscoli ramificati di Ruffini (recettori SAII), costituiti da terminazioni capsulate e pluriramificate, dove termina una fibra mielinica di grande diametro (tipo A beta) e numerose fibre connettivali provenienti dalla cute, presenti negli strati cutanei e tissutali profondi e nelle capsule articolari, sono a lento adattamento statico e quindi importanti nel segnalare stimoli tattili e pressori prolungati e intensi; corpuscoli lamellari di Vater-Pacini (recettori PC), innervati da una fibra mielinica di grande diametro (tipo A beta) che perde la guaina mielinica una volta entrata nel corpuscolo, si trovano sia immediatamente al di sotto della cute, nel tessuto adiposo ipodermico, sia nei tessuti profondi, essendo ad adattamento molto rapido (pochi centesimi di secondo) segnalano solo variazioni meccaniche molto rapide quali le vibrazioni. Fra gli esterocettori cutanei quelli della pianta del piede svolgono senz'altro il ruolo di protagonisti come recettori tattili. La pianta del piede è ricca di esterocettori, meccanocettori sensibili alla pressione (baropressori) ad alta sensibilità, che forniscono informazioni sulle oscillazioni corporee (il piede rappresenta la pedana stabilometrica per eccellenza), e di recettori particolarmente sensibili alla trazione della cute, che quindi informano sulla direzione e sulla velocità del movimento corporeo. Essi consentono insomma di situare il corpo rispetto all'ambiente circostante. La pianta del piede, in posizione eretta, rappresenta l'interfaccia costante ambiente esterno-sistema posturale. Infatti, le informazioni dei recettori podalici sono le uniche a derivare direttamente da un riferimento fisso quale è il suolo. Pertanto il riflesso plantare, legato alle stimolazioni cutanee della pianta del piede, è in grado di attivare e modulare riflessi molto complessi con funzioni posturali di notevole importanza. L'importanza del piede come organo di senso, oltre che di moto, è confermata, nella rappresentazione dell'homunculus sensitivo e motorio, dell'ampiezza delle aree deputate al controllo sensitivo e motorio. Da qui si può già comprendere l'enorme influenza che può avere, in ambito posturologico, un determinato terreno e/o plantare ergonomico. A livello del piede vengono inoltre raccolte informazioni riguardanti la propriocezione muscolare e articolare. Altri esterocettori importanti dal punto di vista posturale sono gli esterocettori visivi e, in misura minore, gli uditivi. Molti interocettori sono ulteriori recettori sensoriali responsabili della propriocezione e cinestesia. Essi sono i propriocettori e determinati enterocettori (propriocettori viscerali). Questi recettori forniscono al sistema dell'equilibrio informazioni sull'ambiente interno consentendo al sistema posturale di conoscere, istante per istante, la posizione e lo stato di ogni osso, muscolo e organo, in relazione all'equilibrio. Essi informano, in particolare, sulla posizione dell'apparato vestibolare e della retina. I propriocettori sono di vario tipo: - fusi neuromuscolari forniscono indicazioni sulla lunghezza del muscolo e sulla velocità di variazione della stessa lunghezza generando il riflesso spinale di stiramento o miotatico; - organi muscolo-tendinei del Golgi registrano la tensione muscolo-tendinea e quindi la contrazione muscolare e determinano il riflesso spinale miotatico inverso; - recettori articolari sono meccanorecettori di stiramento, a lento adattamento, che segnalano direzione e velocità di movimento nonchè la posizione dell'articolazione (fra cui i corpuscoli ramificati di Ruffini descritti anche fra gli esterocettori cutanei), e meccanorecettori a rapido adattamento, sensibili all'accelerazione; - corpuscoli di Vater-Pacini (inclusi anche fra gli esterocettori cutanei) recettori di stimoli vibratori, specie con frequenza superiore ai 100Hz, con un ruolo non ancora chiarito; - altri recettori sensoriali ancora non ben identificati, sensibili a vibrazioni con frequenze inferiori ai 100 Hz Fra gli enterocettori, particolare interesse posturale sembrano avere i barocettori renali oltre naturalmente ai recettori vestibolari. In postura eretta, un'estesa catena propriocettiva (formata da propriocettori plantari, rachidei ed enterocettori) collega i recettori cefalici (occhi e apparato vestibolare, apparato stomatognatico) al recettore di riferimento fisso costituito dai piedi (esterocettori cutanei plantari). Ciò consente una precisa e costante codificazione centrale, tramite il sistema tonico posturale, delle informazioni spazio-temporali cefaliche, ovvero derivanti in particolare da apparato vestibolare e vista, nonchè l'attuazione dei riflessi spinali (riflessi propriocettivi) di fondamentale importanza nell'esecuzione della gran parte dei gesti motori. E' su tali elementi che la posturologia intende agire, tramite il programma di rieducazione posturale, una volta escluse o risolte problematiche di tipo vestibolare, visivo, neurologico ecc. In ambito terapeutico, traumi di vario genere sono in grado di danneggiare la struttura e la funzionalità dei recettori sensoriali alterando la propriocettività (riflessi propriocettori) e quindi la coordinazione motoria. In tali casi si rende necessaria la rieducazione motoria e, in particolare, la ginnastica propriocettiva. Infine, occorre sottolineare come le condizioni di vita attuali (habitat artificiale con superfici quali terreno piano, sedie, scrivanie, stress, sedentarietà ecc.) del tutto sfavorevoli alla biomeccanica e fisiologia umana, facilitino la dimuinizione della propriocettività (dispercezione corporea) e delle abilità motorie oltre che evidentemente comportare disagi posturali, con tutto ciò che ne consegue sia a livello fisico che psichico. Da cui l'importanza vitale dell'esercizio fisico sia in campo preventivo che terapeutico e della rieducazione posturale.