“Uccisa” dal trapianto, chiusa l`inchiesta (La Repubblica)
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“Uccisa” dal trapianto, chiusa l`inchiesta (La Repubblica)
la Repubblica MARTEDÌ 13 SETTEMBRE 2011 TORINO CRONACA ■ VI Sette anni, muore d’arresto cardiaco Il papà accusa: “Soccorsi in ritardo” Il caso Altri cinque stranieri sono stati bloccati dalle guardie Cie di corso Brunelleschi 12 tunisini saltano il cancello Tragedia al Regina Margherita dopo un attacco di febbre alta e fuggono sulle auto in attesa ERICA DI BLASI MORTO a sette anni, poco dopo il suo arrivo in ospedale. Se è vero che sarà l’autopsia a stabilire con certezza le cause della morte, la famiglia intanto punta il dito contro i soccorsi, che «hanno perso troppo tempo prima di trasferire Niccolò al Regina Margherita». «Dopo che il 118 è arrivato — spiega il padre, Francesco Ravo, 43 anni — i medici hanno subito caricato mio figlio in ambulanza. Ma poi, anziché partire, hanno atteso quindici minuti fermi davanti al portone. Perché? Magari se non avessero perso tempo Niccolò sarebbe ancora vivo. Non accuso nessuno, ma voglio vederci chiaro. Nei prossimi giorni andrò in Questura per presentare denuncia». Niccolò è morto poco dopo il suo arrivo in ospedale: intorno alle 12. «Arresto cardiaco» sarebbe la causa della morte, riportata nella cartella clinica. «Peccato che i medici — prosegue il padre — ci abbiano dato una spiegazione diversa. Emorragia cerebrale a me, arresto cardiaco a mia moglie. Ma com’è possibile? È un mio diritto sapere cosa è successo a mio figlio». Una tragedia che si è consumata in poche ore. Domenica sera Niccolò ha iniziato a sentirsi male. «Aveva la febbre alta — ricordano i genitori — così gli abbiamo dato una tachipirina e in poco tempo la temperatura è scesa. Sul momento abbiamo pensato a qualche malanno di stagione, magari un’influenza». Alle 5 del mattino di ieri il piccolo però stava ancora male. Aveva mal di pancia e vomitava di continuo. Poi, finalmente, sembrava star meglio. Così il padre è andato al lavoro ed è passata qualche ora. È stata la madre poi a trovare Niccolò privo di coscienza, riverso da un lato. Ha subito capito che la situazione era grave: dopo aver chiamato il 118, ha telefonato al marito: «Aiuto, aiuto...». La casa si trova in corso Vercelli, a pochi minuti dal posto di lavoro di Francesco, che si è subito precipitato da suo figlio. Una corsa disperata, poi la tragedia. «Voglio sapere cosa è successo a Niccolò — ripete il padre fuori dall’ospedale — Non è possibile, fino a poche ore fa mi parlava. Era un bambino straordinario: frequentava la È Ospedale e “118” si difendono: “Fatto tutto il possibile” Si attende la verità dall’autopsia terza elementare e aveva una grande passione per i videogiochi. Davvero, non posso credere a quello che è successo». Il 118 nega che il soccorso del bambino abbia subito ritardi. «Anche qui — spiegano i medici dell’ospedale Regina Margherita — è stato fatto tutto il possibi- le per salvargli la vita. Quando è arrivato al pronto soccorso però era già in arresto cardiaco: per tre quarti d’ora abbiamo provato a rianimarlo, ma senza risultati. Prima di formulare ipotesi sulle cause della morte, attendiamo l’esito dell’autopsia». © RIPRODUZIONE RISERVATA L’INFANTILE Un’auto ambulanza davanti all’ospedale infantile Regina Margherita. Per la morte di Niccolò, 7 anni, la famiglia accusa: «I soccorsi hanno agito in ritardo» L’indagine RA ha un nome e un cognome il pusher ucciso con una coltellata al cuore nei giardinetti davanti all’ospedale Mauriziano: si chiamava Andala Wade, aveva 24 anni ed era arrivato in Italia clandestinamente tre anni fa dal Senegal. La sua identificazione è avvenuta a sorpresa, ieri mattina, grazie ad alcuni parenti che hanno attraversato l’Italia sospettando potesse essere lui lo sconosciuto centroafricano assassinato. Una svolta importante per le indagini della squadra mobile: l’uomo non era mai stato fermato né fotosegnalato e al momento del ritrovamento, sabato mattina, non aveva con sé documenti. A trovare il suo corpo era stata una donna che portava a spasso il cane. Sembrava destinato a restare un fantasma. Invece ieri mattina in questura si sono presentati due cugini, uno da Napoli e O VASIONE di gruppo dal Cie di Torino. Venerdì sera dodici tunisini, rinchiusi nel centro d’identificazione, sono riusciti a fuggire dal settore dove erano trattenuti. Da una prima ricostruzione sembra che siano riusciti ad aprirsi un varco segando, nei giorni precedenti e di nascosto, le sbarre della struttura che circonda l’area, per poi scavalcare il cancello. Fuori c’erano alcune auto pronte ad aspettarli. Un’evasione riuscita però solo a metà: cinque fuggiaschi sono infatti stati bloccati dagli agenti di guardia. E la polizia è già sulle tracce dei dodici evasi. La fuga è avvenuta nell’“area viola” del Cie e gli “ospiti” di quella zona sono stati fatti rientrare solo dopo che la struttura è stata rimessa in sicurezza, chiudendo il varco nel muro. Un episodio, quello di venerdì sera, che arriva dopo le ultime rivolte all’interno del centro accompagnate da danneggiamenti e vandalismi: nei mesi scorsi si sono verificati infatti più incendi per cui sono già stati individuati i responsabili. A incitare gli stranieri a ribellarsi E sono gruppetti di persone, tutte appartenenti all’area anarchica, che, intonando slogan a favore della libertà, battono contro le reti e in più occasioni hanno lanciato oggetti e petardi contro le forze dell’ordine. Talvolta persino palline da tennis L’episodio venerdì sera. Nei giorni precedenti avevano segato di nascosto le sbarre del recinto contenenti droga. Anche sabato scorso è stato organizzato un presidio lungo il perimetro della struttura di corso Brunelleschi. Ed è stato proprio in questa occasione che si è verificato un secondo tentativo di evasione, ma dall’“area blu”. Questa volta però la prontezza degli agenti di guardia ha permesso di fermare in tempo i due stranieri che avevano già percorso il cortile centrale ed erano pronti a scavalcare la seconda recinzione. (e.d.b.) © RIPRODUZIONE RISERVATA È un giovane clandestino senegalese: lo hanno riconosciuto due cugini insospettiti dal suo silenzio Identificato il pusher africano pugnalato davanti al Mauriziano L’aveva trovato una donna che portava a spasso il cane e i parenti avevano letto della scoperta IL CADAVERE Il recupero del cadavere del senegalese Andala Wade nei giardinetti davanti all’ospedale Mauriziano uno da Parma, entrambi regolari, e hanno chiesto di poter vedere il corpo conservato nella camera mortuaria: «Non abbiamo notizie di Andala da alcuni giorni, temiamo possa essergli accaduto qualcosa di brutto, e abbiamo saputo dai giornali che un uomo è stato ucciso». Una volta di fronte al suo corpo, hanno confermato l’identità che altrimenti sarebbe rimasta sconosciuta. Andala, secondo gli investigatori, potrebbe avere dei parenti anche a Torino, ma forse non hanno potuto presentarsi perché non in regola. I cugini hanno comunque dichiarato di non sapere che l’uomo fosse uno spacciatore, e di non avere il suo numero di telefono. Chi l’ha ucciso comunque probabilmente non voleva che Andala fosse identificato: l’unica cosa sottratta al momento della coltellata è stata il suo cellulare, non i 1500 euro in contanti che erano nell’erba accanto a lui, non gli ovuli di cocaina che aveva ancora in bocca, e nemmeno un I-pod contenente musica africana. Secondo gli agenti della sezione omicidi coordinati dal dirigente Luigi Mitola e dal pm Francesco Pelosi, rimangono aperte tutte le ipotesi. Ma che si tratti di un regolamento di conti, o uno sgarro fra pusher, chi l’ha ucciso non l’ha fatto a scopo di rapina. (s.mart.) © RIPRODUZIONE RISERVATA I pm confermano l’accusa di omicidio preterintenzionale per il cardiochirurgo Rinaldi e l’aiuto Boffini “Uccisa” dal trapianto, chiusa l’inchiesta Addio Ida Mercalli “voce” della meteo coinvolta anche l’anestesista Daniela Pasero. Gli indagati, difesi dagli avvocati Cesare Zaccone, Luca Marta e Roberto Piacentino, hanno sempre respinto ogni addebito. Stando alle imputazioni, durante l’operazione il vice di Rinaldi avrebbe occluso l’arteria coronarica sinistra di Pasqualina Amodeo, e il trapianto sarebbe servito a mascherare l’errore, nonostante ormai la donna fosse in coma irreversibile. L’accusa è rimasta convinta di questa tesi nonostante una perizia disposta dal gip avesse segnato un punto a favore della difesa, sostenendo il trapianto come unica possibilità di salvezza. Ma, secondo i pm, i periti hanno commesso due errori: il primo è di aver valutato la necessità del trapianto sulla base delle condizioni di salute descritte due giorni prima dell’intervento e non il giorno ER vent’anni è stata per noi la “voce” del sole e della pioggia. Era lei, puntuale e gentile, a rilevare e comunicarci ogni giorno i dati meteorologici che trovavate sul giornale. Ida Mercalli, mamma di Luca, famoso climatologo e a lungo nostro apprezzato collaboratore, se n’è andata ieri per una malattia inesorabile. Quella voce cortese ci mancherà. A Luca l’abbraccio della redazione di “Repubblica”. SARAH MARTINENGHI A PROCURA ha chiuso l’inchiesta sul trapianto cardiaco eseguito su Pasqualina Amodeo, 67 anni, alla quale sarebbe stato impiantato un cuore, nonostante le sue condizioni di salute fossero ormai troppo compromesse, per occultare un errore commesso durante un precedente intervento di routine per la sostituzione della valvola aortica. I pm Paolo Toso e Paola Stupino, e l’aggiunto Andrea Beconi ritengono di avere ormai completato la fase delle indagini e della raccolta prove: al cardiochirurgo Mauro Rinaldi, primario d’eccellenza delle Molinette, e al suo aiuto Massimo Boffini sono contestate le accuse di omicidio preterintenzionale, frode processuale e falso ideologico. Nell’inchiesta è L Il primario di cardiochirurgia delle Molinette Mauro Rinaldi indagato con l’aiuto Boffini Il lutto precedente, quando il quadro era troppo compromesso per “sprecare” un organo. Il secondo è di aver basato la consulenza anche su un referto operatorio considerato un “falso” perché inserito in cartella da Boffini successivamente all’intervento. Subito dopo l’operazione, avvenuta il 22 maggio 2008, un medico aveva redatto il referto lasciandolo nell’archivio informatico: Boffini avrebbe dovuto stamparlo, controllarlo, firmarlo e inserirlo in cartella. Non lo fece, e il documento restò in memoria. All’arrivo dei carabinieri, con il suo pc, lo riscrisse da capo, inserendo però anche un dettaglio: l’aver effettuato un’ecografia transesofagea che dimostrava il fluire del sangue negli osti coronarici, smentendo così l’accusa di averli occlusi nel precedente intervento. © RIPRODUZIONE RISERVATA P AT 48 Asti LA STAMPA MARTEDÌ 13 SETTEMBRE 2011 In breve SANITA’. PRESIDIO DI CGIL E NURSIND. L’ASL: «RIORGANIZZEREMO GLI ORARI E FAREMO ASSUNZIONI» Emergenza al Pronto soccorso Gli infermieri chiedono rinforzi ROBERTO GONELLA ASTI La diagnosi,alla fine, non si discosta più di tanto. Quel che divide è invece la terapia da adottare. E non è cosa di poco conto. Sindacati e Asl, seppur da prospettive diverse, siedono al capezzale del Prontosoccorsodel«Massaja». A segnalare il grave malessere in un sit in davanti all’ospedale, accompagnato da una raccolta di firme avviata nei giorni scorsi e che ieri ha superato il mezzo migliaio di adesioni, sono la Funzione pubblica Cgil ed il Nursind, il sindacato delle professioni infermieristiche. In sintesi, lamentano turni massacranti a causa della carenza di personale, sia tra gli infermieri che tra gli Oss. Del resto il lavoro non manca di certo: 60 mila accessi l’anno, una mediadi 160 algiornocui devono fare fronte 40 infermieri (tre attualmente in gravidanza) e una ventina di Oss. «I nostri turni dovrebbero essere di 12 ore per tre giorni la settimana con altrettanti di riposo compensantivo - spiega Davide Ieradi, della Cgil - in realtà lavoriamo per 4-5 giorni con un paio di soste, tuttavia spesso conlareperibilità».Un ritmo che mette a dura prova il personale: «La qualità del servizio è a rischio visto che abbiamo mediamente 200 ore a testa da recupe- Vigili del fuoco Emergenza nidi di calabrone Ancora chiamate ai vigili del fuoco, ieri, per il problema dei nidi di calabroni. Interventi di uomini del «115» ai cimiteri di Rocca d’Arazzo, Montemagno e Antignano (qui anche al Parco fluviale) e in un edificio comunale a Belveglio. I Asti Scarcerato tunisino accusato di violenza Era stato arrestato una ventina di giorni fa dalla polizia per una presunta violenza sessuale ad una prostituta nigeriana, che sarebbe avvenuta di notte in zona stazione. Ora Zied Otmani, tunisino di 31 anni, è stato scarcerato dal tribunale del Riesame su richiesta del difensore Michele Aufiero. Secondo l’avvocato Aufiero, la testimonianza della donna sarebbe risultata lacunosa. I Massaja La protesta del personale del Pronto soccorso. Sopra il direttore sanitario Asl At Paolo Marforio rare - sottolinea Ieradi - ma se stiamo a casa chiude il servizio e di soldi per pagarci lo straordinario l’Azienda non ne ha». Nel turno di notte sono attualmente in servizio sei infermieri e due Oss: «Dovremmo arrivare invece rispettivamentea 7 e 4» sostiene Gabriele Montana (Nursind). Stesso problema di giorno: «Sette infermieri e sei Oss: bisognerebbe arrivare rispettivamente a nove e dieci per turno» spiega l’esponente Nursind. La possibile riorganizzazione tuttavia inquieta: « Non vorremmo che calassero le presenze di giorno per sopperire alla carenze del nottur- INAUGURATO. CORSO ALESSANDRIA no»sostengono. Problematiche di cui i vertici Asl At si dicono a conoscenza. Parte delle linee di intervento sono state illustrate dal direttore sanitario Paolo Marforio, affiancato dal direttore sanitario del «Massaja» Roberto Gerbi, dal primario del Pronto soccorso Gianluca Ghiselli e dalla responsabile assistenza infermieri Patrizia Bergese. «Abbiamo già compiuto una valutazione complessiva delle turnistiche, rilevando discrepanze tra reparto e reparto- sottolineaMarforio - i turni di 12 ore al Pronto soccorso, pur rientrandotra le possibilità,ci sem- brano un periodo di lavoro eccessivamentelungo». «Abbiamo valutare un ritorno alle classiche otto ore, come abbiamo spiegato ai sindacati - aggiunge - La nostra intenzione di cambiare orari comporta dunque interventi organizzativi e un lieve incremento di personale di cui intendiamo farci carico. Chiedere però dieci infermieri in più ci pare un po’ propagandistico». Nuovi incontri a ottobre mentre la riforma potrebbe entrare in vigore entro fine 2011. «Scadrà il nostro mandato e non intendiamo lasciare criticità» conclude il direttoresanitario. Incidente Fuori pericolo bimba ferita sullo scooter E’ fuori pericolo la bambina di 11 anni caduta in corso Volta dallo scooter condotto dalla mamma. L’incidente si era verificato venerdì mattina. I medici dell’ospedale di Alessandria hanno fissato una prognosi di 40 giorni. Circa un mese invece per la guarigione della madre. Sulla dinamica so- I POLEMICA. I SINDACATI CONTRO IL PRESIDENTE ASP Un nuovo parcheggio “Quei tagli ai trasporti nella zona industriale si potevano evitare” Nuovo parcheggio in corso Alessandria. Inaugurato sabato, è stato realizzato su una superficie di 2200 metri quadri: occupa l’area vicina al torrente Versa e potrà essere utilizzato come area di sosta soprattutto dai dipendenti delle ditte in zona. Al parcheggio si accede da corso Alessandria, girando in strada Cascina Cauda: sarà aperto da mattino a sera (chiuso nelle ore notturne). Le piazzole di sosta e la zona, sono state abbellite con verde e piante, mentre della gestione dell’area si farà carico la Metanprogetti che ha realizzato l’intervento su un’area ceduta dalla stessa società al Comune per l’ampliamento di corso Alessandria, oggi non più previsto. «E’ una risposta di servizi a disposizione dell’area industriale – ha detto l’assessore Angela Quaglia – Anche la recente realizzazione della nuova strada che collega corso Alessandria con la zona industriale, ha l’obiettivo di facilitare l’attività economica delle aziende della zona. Stiamo anche progettando una rotonda tra via Guerra e corso Alessandria, e una terza corsia per chi, da Castiglione, svolta a destra per raggiungere la città». [V. FA.] Anziché placare la querelle, la presa di posizione del presidente Asp Gianni Bertolino scatena la reazione dei sindacati. Motivo del contendere la ristrutturazione delle linee cittadine dei bus. In una lettera Bertolino aveva garantito modifiche se necessarie giustificando i cambiamenti dalla riduzione dei fondi a disposizione. «Le sue dichiarazioni sono la classica foglia di fico dietro cui mascherare la vergogna di provvedimenti ingiustificabili - sostengono Fit, Filt e Uiltrasporti - Sappiamo che vi sono stati tagli nei tra- sferimenti dal Comune all’Asp, ma non conosciamo la posizione dei dirigenti dell’azienda». «I tagli non erano affatto inevitabili - aggiungono - sarebbe bastato ridurre qualche altro settore meno importante del trasporto pubblico, oppure si sarebbe potuto ridurre il fondo a disposizione del sindaco per spese di rappresentanza». Secondo i sindacati, l’ex municipalizzata potrebbe affrontare il problema della riduzione dei trasferimenti «attraverso un’attenta politica imprenditoriale che permetta di aumentare le entrate». E si citano alcu- no ancora in corso accertamenti della polizia municipale: lo scooter si era scontrato con una Toyota. Un bus dell’Asp ni esempi: «L’attività turistica o riorganizzando la rete di trasporto più confacente alle esigenze dei cittadini». Contestata, infine, un’altra affermazione di Bertolino. Ci pare tragicomica la precisazione che nove lavoratori non sono stati licen- Costigliole Lascia gli arresti Denunciato Un pregiudicato di origine napoletana attualmente agli arresti domiciliari in frazione Motta di Costigliole, è stato denunciato dai carabinieri della stazione di Canelli. E’ accusato di essersi allontanato dalla sua abitazione senza permesso. I I Costigliole Furto notturno al bar «Postiglione» I carabinieri della Stazione di Canelli indagano sul furto commesso la scorsa notte a Costigliole. I ladri dopo aver forzato una finestra, sono entrati nel bar «Il Postiglione»: hanno rubato una macchinatta cambiamonete. I Sanità Convegno al Salera di Uroginecologia Giornata di studio al Salerà venerdì 16 dalle 9,45 curato dalla Soc di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale «Massaja». Esperti provenienti da Piemonte, Liguria e Lombardia si confronteranno sul tema «Incontinenza urinaria e difetti anatomici nella donna». Presidente del corso è il primario Maggiorino Barbero, coordinatore scientifico Carmine Lettieri. I ziati ma verranno lasciati a casa per scadenza del contratto. Il risultato non cambia: nove lavoratori resteranno senza stipendio e quelli rimasti saranno chiamati ad una continua richiesta di straordinario». E il portavoce di Futuro e Libertà Davide Manzoni chiama in causa il sindaco Galvagno che nei giorni scorsi aveva compiuto un giro di perlustrazione sui bus. «Ha indotto il nostro primo cittadino ad ammettere che, in effetti, qualche problemino c'è - il commento - la promessa di una profonda rivisitazione del progetto, suona come una sonora bocciatura nei confronti dei suoi più stretti collaboratori. Forse il buon Sindaco si è reso conto di avere allestito una squadra non sempre all’altezza dei compiti affidati?». Il Pd chiede invece la convocazione della Commissione viabilità e trasporti. [R. GON.] CN 52 Cuneo e provincia LA STAMPA MARTEDÌ 13 SETTEMBRE 2011 U SANITÀ E SOCIALE NUOVI GUAI E INIZIATIVE A Torino contro i tagli Consorzi, sindaci, operatori dell’Assistenza oggi davanti alla Regione CAMILLA PALLAVICINO CUNEO L’appuntamento è alle 16,30 davanti al palazzo della Regione a Torino: amministratori locali e gli enti gestori dei servizi socio assistenziali hanno dato appuntamento ai cittadini, per protestare contro i tagli al settore dell’assistenza inseriti nella Finanziaria. Parteciperanno associazioni di volontariato, famiglie, operatori sociali, associazioni di disabili, cittadini, persone che chiederanno a gran voce di non tagliare, in un momento di difficoltà un po’ per tutti, ma soprattutto per le persone più deboli, quei servizi che sono diventati una risorsa fondamentale per affrontare i problemi quotidiani. Lo chiedono gli enti gestori dei servizi socio assistenziali della provincia, che stanno facendo i conti con il taglio di 1,8 milioni di euro (12 milioni a livello regionale), deciso ad agosto in seguito al mancato trasferimento di risorse da parte dello Stato, e che la Regione ha deciso di non compensare con fondi propri. Il rischio, ribadito dai responsabili dei servizi, è che i soldi a disposizione non basteranno a soddisfare le richieste e che bisognerà scegliere quali servizi mantenere e quali ridurre o eliminare. Possibili riduzioni le integrazioni alle rette degli anziani parzialmente autosufficienti, l’assistenza alle famiglie, i centri diurni per i ragazzi disabili, il doposcuola per minori, le pre- il caso LAURA SERAFINI FOSSANO mille posti a disposizione del nuovo pediatra in servizio a Fossano, Andrea Cagliero, ora sono quasi tutti occupati. Il medico è entrato in servizio sul territorio il 1˚ settembre e dal quel giorno allo sportello dell’Asl, in piazza Castello, è stato un continuo via vai di genitori e nonni che volevano segnare il proprio figlio o nipote nella lista degli assi- I stazioni territoriali di personale Oss. A rischio servizi centrali per molte famiglie, ma anche posti di lavoro, perché in mancanza di fondi e di servizi da erogare, gli enti gestori non potranno rinnovare i contratti con cooperative sociali che forniscono il personale, e a perdere il posto di lavoro potrebbero essere in 300. L’appuntamento è alle 16 davanti alla stazione di Porta Nuova sul lato di corso Vittorio, o alle 16,30 davanti alla sede della Regione in piazza Castello. Da Cuneo e Dronero partiranno tre pulmann, mentre da Saluzzo e Mondovì i partecipanti si muoveranno in treno. Al termine della manifestazione una delegazione di sindaci incontrerà il presidente Ro- berto Cota. Ma non sarà l’unico appuntamento della settimana; i sindaci della provincia intendono muoversi su tutti i fronti possibili e il 15 settembre incontreranno a Fossano la delegazione regionale dell’Anci, presieduta da Amalia Neirotti. Il 19 settembre si terrà invece l’incontro con i parlamentari eletti in provincia. Fossano ora vuole un quinto pediatra stiti da Cagliero. «La situazione soprattutto il primo giorno era stata caotica. Ci aspettavamo un grande afflusso, ma non così tanto - spiega il direttore del distretto socio sanitario Fossano-Savigliano Eraldo Airale -. Ora è tornata alla normalità, anche se all’Asl rimane ancora tantissimo lavo- ro da fare proprio per assegnazioni e spostamenti. Vorrei anche ringraziare la polizia municipale ed i volontari della Protezione civile che ci hanno aiutato in questa gestione straordinaria». Il 1˚ settembre i genitori si erano messi in coda già dalle 4 del mattino per assicurarsi il «passaggio» allo sportello. Erano talmente tanti che si era dovuto ricorrere alla distribuzione di numeri per stabilire giorno e ora in cui avrebbero potuto presentare la loro richiesta. Poi la situazione è tornata alla normalità, con un afflusso costante, ma meno numeroso. Rimane la scadenza del 30 settembre per chi aveva il dottor Lorenzo Cresta, ora in servizio fuori dal territorio, ed era stato temporaneamente assegnato CN LA STAMPA MARTEDÌ 13 SETTEMBRE 2011 L’opera del volontariato Un’immagine della Fiera del volontariato che si è svolta in primavera a Saluzzo Sempre più le Associazioni si trovano impegnate a supplire a servizi che il pubblico non è in grado di garantire Polemiche e disagi Il continuo via vai di genitori e nonni che il primo settembre volevano inserire figli o nipoti nella lista degli assistiti ai colleghi Enrico Rostagno e Paolo Fiammengo. «Dovranno scegliere un pediatra definitivo - continua Eraldo Airale -. Con questi passaggi ci sarà una ridistribuzione di pazienti, ma nessuno rimarrà senza medico». Intanto, l’Asl sta procedendo con un conteggio di tutti i pazienti sotto i 14 anni (che hanno diritto al pediatra): se i IL 1º SETTEMBRE Code allo sportello Asl fin dalle 4 del mattino tra confusione e disagi numeri ci saranno verrà fatta alla Regione la richiesta di «carenza assistenziale» per ottenere il quinto pediatra sul territorio. La «carenza» era già stata chiesta una volta, tempo fa, ma purtroppo non era stata concessa. Cuneo e provincia 53 Cuneo, ticket sui farmaci anche per malati cronici e over 65 a basso reddito La Regione non integra più la differenza di prezzo LORENZO BORATTO CUNEO «Compartecipazione alla spesa farmaceutica» o «nuovo ticket», ma il risultato non cambia: per centinaia di farmaci anche i cuneesi devono pagare (come il resto dei piemontesi). Incluso chi è sempre stato esentato, come i malati cronici e gli over 65 a basso reddito. Medicine mutuabili e molti farmaci sono «generici», cioè non coperti da brevetto. Sono comunque gli stessi medicinali forniti gratis fino a poche settimane fa. Il motivo: ad aprile l’Agenzia del farmaco (Aifa) pubblica un nuovo elenco dei «prezzi di riferimento», cioè al pubblico, per centinaia di medicine. Impone prezzi inferiori rispetto al passato. Molte aziende produttrici, però, non «adeguano» il costo del prodotto: «Non possiamo far pagare meno, così non c’è guadagno». Fino a luglio le Regione si accollava la differenza tra il prezzo imposto dall’Agenzia e quello «al pubblico». Poi, in un momento di finanze scarse, smette. Esempi: il «Nolvadex 20 mg» in compresse (antiestrogeno per chi ha un tumore al seno) era gratis, adesso si devono pa- gare 3,06 euro a scatola prendendo il generico. Per due antiepilettici come il «Madopar 50» e il «Tegretol 400 mg» adesso servono 1,02 e 0,94 euro per il generico. Prima nulla. E l’elenco è lunghissimo: dagli antiinfiammatori alle cure per diabetici. Massimo Mana, presidente provinciale dei titolati di farmacie (sono 209 nella Granda): «Per i farmacisti è difficile spiegare che devono pagare tutti, anche chi da sempre è esente. In Piemonte gli unici ancora “salvi” sono gli invalidi di guerra. Ogni Regione s’è inventata qualcosa. Con la crisi la sanità è sempre più vista come costo e non come servizio: ad esempio Toscana, Umbria e Emilia Romagna hanno introdotto un ticket propro- Il presidente provinciale dei titolari di farmacie «É difficile spiegare che devono pagare tutti» zionale al reddito per ogni “pezzo” acquistato, in Piemonte l’aggravio è in base alla patologia». L’assessore regionale alla Sanità, Paolo Monferrino: «Per 2 mesi la Regione ha applicato la “clausola di salvaguardia”, pagando la differenza. Oggi il 52% dei generici inseriti nella lista di trasparenza ha il prezzo allineato all’Aifa. Nella più parte dei casi la differenza a carico del cittadino è meno di un euro. Il risparmio? 600 milioni di euro a livello nazionale, ma si traduce in minori finanziamenti per le Regioni». La delegazione del comune di Tramonti in visita a Cuneo “Una pizza, un sorriso” Consegnati 8395 euro della serata di solidarietà Tanti cartelli con la scritta «Grazie» appesi alle vetrine. Così la «Pizzeria Express» di corso Nizza 11 a Cuneo ha riassunto il grande successo della prima iniziativa di solidarietà «Una pizza per un sorriso», allestita la scorsa settimana con una cena - alla quale hanno partecipato anche alcuni «vip» - e un’asta di beneficenza. Ieri il titolare Sandro Coccorullo ha consegnato tutto l’incasso della serata, tra costo della cena e asta (complessivamente 8395 euro): 2035 euro al progetto «Le case del cuore», uno spazio di accoglienza per mamme in difficoltà gestito dalla Cooperativa Momo (l’assegno della Banca regionale europea è stato ritirato dal presidente Roberto Saba); 6360 euro al «Centro Alzheimer» della residenza Mater Amabilis di Cuneo (assegno ritirato dal I due assegni della Bre banca presidente Maria Gabriella Aragno e dal direttore Aurelio Galfrè). Intanto, l’altro giorno, una delegazione di Tramonti ha visitato Cuneo dove ci sono numerose pizzerie condotte da persone originarie del comune campano in provincia di Salerno. Il sindaco di Tramonti, dottor Antonio Giordano, e gli assessori Vincenzo Savino e Francese Quirino, hanno incontrato Sandro e Pio Coccorullo («Pizzeria Express») e Giovanni Adamo («Pizzeria O’ [R. S.] Scugnizzo»).