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DIFESA FITOSANITARIA DELLE DRUPACEE DIFESA FITOSANITARIA SUSINO MONILIA Come per il pesco anche il susino è una specie sensibile ai marciumi del pre raccolta ed in particolare alla Monilia. E’ necessario quindi adottare una strategia di difesa puntuale nei periodi di maggior sensibilità, fioritura e pre raccolta se si verificano condizioni ambientali favorevoli al patogeno. Si consiglia pertanto di seguire le indicazione della seguente tabella: Fig. 1 Monilia su frutto STRATEGIA DI DIFESA CONDUZIONE AGRONOMICA Evitare azotate. eccessive STRATEGIA DI DIFESA concimazioni Favorire l’arieggiamento delle chiome con razionali potature non trascurando quelle in verde 1 trattamento dopo la fioritura in presenza di piogge o clima particolarmente umido 2 trattamenti prima dello stacco dei frutti, a 20 e 10 giorni dalla raccolta Tab. 1: agrofarmaci da impiegare nella strategia di difesa contro monilia (i dosaggi indicati si riferiscono al periodo prima della raccolta) Principio attivo Formulato commerciale Dose g-ml/hl Carenza Limitazioni e note tebuconazolo Folicur wg ecc 75 7 Trifloxistrobin + tebuconazolo Flint max 20 7 Con tebuconazolo max 2 trattamenti all’anno rientranti nel conteggio dei 4 IBE max/anno fenbuconazolo Indar 5 EW ecc 100 3 propiconazolo Propydor 60 14 ciproconazolo Galeo 50 7 miclobutanil Systhane 4.5 plus ecc 125 7 fenexamide Teldor 100 3 cyprodinil Chorus ecc 50 7 cyprodinil + fludioxonil Switch 60 14 boscalid Cantus 40 3 boscalid + pyraclostribin Bellis Drupacee 75 3 bacillus subtilis Serenade max 250 3 Con gli IBE max 4 trattamenti complessivi anno Max 2 trattamenti complessivi anno 73 DIFESA FITOSANITARIA DELLE DRUPACEE BATTERIOSI (Xanthomonas campestris pv. pruni) Questa patologia interessa costantemente il susino cinogiapponese in Piemonte. Nel 2014 la batteriosi ha nuovamente colpito numerosi susineti a causa di un andamento climatico particolarmente favorevole. L’incidenza della malattia risulta variabile in funzione delle condizioni climatiche, infatti, annate umide e piovose favoriscono la moltiplicazione del batterio e le manifestazioni sintomatologiche su foglie e frutti. Come noto, anche per questa batteriosi non esistono rimedi curativi ma esclusivamente preventivi utilizzando nei momenti strategici i prodotti ra- Fig. 2 Maculature necrotiche su foglia meici (autunno e primavera). Purtroppo, questa specie, ed in particolare la cultivar Angeleno, risulta molto sensibile all’impiego in verde del rame. Pertanto gli interventi dovranno essere limitati a caduta foglie sino alla ripresa vegetativa. STRATEGIA DI DIFESA PROFILASSI PREVENTIVA La lotta di tipo preventivo è basata sull’utilizzo di prodotti rameici utilizzati in autunno o prima della ripresa vegetativa: 2 - 3 trattamenti in autunno a partire dall’inizio caduta foglie (es. Poltiglia bordolese 20 % ecc: 500 g/hl) posizionati in concomitanza dei periodi più umidi). L’ultimo trattamento va eseguito a completa caduta foglie e a dose piena: 200 g/hl di rame metallo (es Poltiglia bordolese 20 % ecc: 1000 g/hl) 1 - 2 interventi, prima della ripresa vegetativa, a dosaggi contenuti di 30 – 40 g di rame metallo a ettolitro (Es Poltiglia bordolese 20 % ecc: 150 – 200 g/hl) Interventi da dopo la fioritura con molta cautela (pianta sempre asciutta) data l’estrema sensibilità di alcune varietà, utilizzando prodotti a basso contenuto di rame e di provata selettività. Cydia funebrana Questo carpofago rappresenta una costante negli impianti piemontesi con danni significativi alla produzione. Come per la Cydia del pesco la confusione sessuale rappresenta lo strumento di difesa più efficace in abbinamento, nelle situazioni a maggior rischio, ad interventi mirati in I e II generazione. Di seguito si riporta in forma tabellare la strategia più opportuna da adottare: METODO DI LOTTA I generazione II generazione Applicazione dell’ovicida (Alsystin) prima dell’inizio dell’ovideposizione Applicazione di un larvicida (Affirm, o un ovolarvicida (Es Coragen ecc) fosmet, spinosad ecc) o di un ovolarvicida (Calypso) al raggiungimento del picco del volo ad inizio ovideposizione FUORI CONFUSIONE Pre-raccolta: se si osservano perforazioni fresche sui frutti procedere con l’ applicazione di prodotti a base di etofenprox, spinosad o thiacloprid, emamectina benzoato (nel Da giugno in poi mantenere un’adeguata rispetto dei tempi di carenza) Successivamente eseguire l’applicazione di un larvicida (Affirm, fosmet, spinosad ecc) copertura con l’applicazione di larvicidi (2 – 3). Di norma non sono più necessari ulteriori Applicazione dell’ovicida (Alsystin) trattamenti! CONFUSIONE prima dell’inizio dell’ovideposizione SESSUALE o un ovolarvicida (Es Coragen ecc) Pre-raccolta: se si osservano perforazioni fresche sui frutti procedere con l’applicazione ad inizio ovideposizione di prodotti ad azione larvicida. 74 DIFESA FITOSANITARIA DELLE DRUPACEE Tab 2: Agrofarmaci da impiegare nella strategia di difesa da Cydia funebrana FAMIGLIA PRINCIPIO ATTIVO PRODOTTI DOSE cc/hl CARENZA (gg) EPOCA DI APPLICAZIONE Ovicida triflumuron Alsystin 25 14 Prima dell’inizio dell’ovideposizione clorantraniliprole Coragen 20 14 thiacloprid Calypso 25 14 fosmet Spada WDG ecc 250 14 etofenprox Trebon Up 50 7 Laser 30 7 Success ecc 100 7 Affirm 300 7 Ovolarvicidi Larvicidi spinosad emamectina benzoato Schiusura uova – larve giovani di I e II generazione Su larve di I e II generazione Per quanto riguarda il metodo della confusione sessuale al momento sono disponibili in commercio i modelli Isomate OFM-rosso (SHIN ETSU), il quale risulta efficace sia per Cydia funebrana sia per Cydia molesta, l’Ecodian CF (ISAGRO) e il Rak 5 della Basf: Fig. 3 Frutto colpito da Cydia funebrana Tab 3: Modelli di erogatori disponibili per la Cydia funebrana Tipo erogatori Fitofago Durata (gg) N° erogatori Ha g.ta Epoca applicazione SHIN-ETSU Isomate OFM Rosso Flex Cydia molesta Cydia funebrana 150 600 229 Prima dell’inizio del volo della generazione svernante BASF Rak 5 Cydia molesta Cydia funebrana 150 600 229 Prima dell’inizio del volo della generazione svernante SUMITOMO Ecodian CF Preferibilmente dalla II generazione. Cydia funebrana 75 2000 763 Nel caso di una sola applicazione preferibilmente prima del volo della II GEN 75 DIFESA FITOSANITARIA DELLE DRUPACEE DIFESA FITOSANITARIA ALBICOCCO MONILIA DEI FIORI E DEI FRUTTI (Monilia spp.) La monilia è il patogeno fungino più pericoloso per l’albicocco in grado di causare danni significativi sia alla fioritura sia alla raccolta. Le annate più piovose e umide sono le più impegnative e necessitano di una strategia di difesa attenta e puntuale. Anche la Monilia fructicola, specie più pericolosa rispetto alla comune M. laxa, è stata isolata sui frutti di albicocco in diverse appezzamenti dell’areale ragione per cui la difesa va realizzata con la massima attenzione. Di seguito si riporta la linea di difesa consigliata per limitare al minimo i danni: DIFESA CONTRO LA MONILIA DEI FIORI (Monilia laxa) In condizioni di umidità elevata o di pioggia questo patogeno è in grado di creare danni ingenti determinando il disseccamento dei rametti e il marciume dei fiori colpiti: Un primo intervento in pre – fioritura Se si sono verificate piogge in fioritura procedere con la ripetizione del trattamento in fioritura (previa autorizzazione del SFR) alternando i p.a. DIFESA IN PRE - RACCOLTA Se il decorso stagionale risulta piovoso procedere durante la fase di maturazione dei frutti con uno o più interventi a partire da 20 giorni prima della raccolta Alternare i prodotti a disposizione utilizzando p.a. con diversi meccanismi d’azione GESTIONE AGRONOMICA: VEDI PESCO Fig. 1 Monilia laxa su germoglio 76 Fig. 2 Frutto colpito da Monilia DIFESA FITOSANITARIA DELLE DRUPACEE Tab. 1: agrofarmaci da impiegare nella strategia di difesa contro monilia (i dosaggi indicati si riferiscono al periodo di preraccolta) Principio attivo Formulato commerciale Dose g-ml/hl Carenza propiconazolo Opinion ECNA ecc 25 14 ciproconazolo Galeo ecc 35 14 cyprodinil + fludioxonil Switch 60 14 tebuconazolo Folicur wg ecc 75 7 trifloxistrobin + tebuconazolo Flint max 20 7 miclobutanil Systhane 4.5 plus ecc 125 7 cyprodinil Chorus 50 7 fenbuconazolo Indar 5 EW ecc 100 3 fenexamide Teldor 100 3 boscalid Cantus 40 3 boscalid + pyraclostribin Bellis Drupacee 75 3 bacillus subtilis Serenade max 250 3 Limitazioni e note Con gli IBE max 4 trattamenti complessivi anno Tra cyprodinil e cyprodinil + fludioxonil max 2 trattamenti complessivi anno Con tebuconazolo max 2 trattamenti all’anno rientranti nel conteggio dei 4 IBE max/ anno Con gli IBE max 4 trattamenti complessivi anno Tra cyprodinil e cyprodinil + fludioxonil max 2 trattamenti complessivi anno Con gli IBE max 4 trattamenti complessivi anno Max 2 trattamenti complessivi anno Max 4 trattamenti anno BATTERIOSI (Pseudomonas syringae pv.syringae) Questa patologia rappresenta uno dei fattori limitanti più importanti per la diffusione di questa specie in Piemonte. Tuttavia, negli ultimi 2 anni l’aggressività del patogeno si è lievemente ridotta grazie a condizioni climatiche invernali meno favorevoli. Come noto, le temperature fredde favoriscono l’insediamento del batterio il quale si diffonde nel corso del riposo vegetativo. Le caratteristiche pedologiche giocano un altrettanto ruolo fondamentale: suoli leggeri, poco fertili e con elevato scheletro risultano più inclini all’insediamento del batterio. Come indicato nella tabella sottostante ottimi riscontri sono osservati nell’ambito della sperimentazione CReSO con l’innesto alto cioè a Fig. 3 Impianto colpito da batteriosi 80 – 100 cm base. Nella seguente tabella sono state riassunti i fattori che favoriscono la patologia e le raccomandazione da rispettare al fine di limitare al minimo la presenza del patogeno: 77 DIFESA FITOSANITARIA DELLE DRUPACEE FATTORI PREDISPONENTI RACCOMANDAZIONI Le precipitazioni piovose: piogge autunnali Al fine di contenere il più possibile l’instaurarsi e di fine inverno favoriscono la diffusione del della batteriosi, è bene attenersi alle seguenti batterio nel frutteto indicazioni: Il freddo: l’intensità dell’attacco batterico è in relazione alla durata e all’intensità del freddo invernale. L’alternanza del gelo notturno e le temperature diurne provoca la formazione di micro ferite sul tronco, vie preferenziali d’accesso per il batterio Il suolo: la presenza della malattia è maggiore in terreni con tessitura grossolana, molto sciolti, ph acido, con scarsa dotazione si sostanza organica I portinnesti: alcune osservazioni evidenziano come il pesco diminuirebbe la sensibilità al batterio della varietà innestata: tuttavia si dovrà tenere conto della natura del terreno (sciolto - argilloso) in quanto un portinnesto non idoneo condurrebbe comunque ad uno stato di disagio che comprometterebbe il futuro sviluppo dell’impianto La varietà: le osservazioni di campo hanno evidenziato una differente sensibilità varietale all’attacco del batterio. Tuttavia, nelle situazioni di grave infezioni questa distinzione non trova alcuna ricaduta pratica. Il punto di innesto: ricerche e sperimentazioni francesi hanno dimostrato una correlazione tra l’altezza del punto d’innesto e l’incidenza della malattia. I dati sperimentali CReSO evidenziano che i migliori risultati si sono ottenuti con un’altezza di innesto di 80 - 100 cm Fig. 4 Esempio di innesto alto su albicocco 78 non impiantare l’albicocco in terreni poveri, sciolti e ricchi di scheletro scegliere correttamente il portainnesto sulla base delle caratteristiche pedologiche del terreno ESEGUIRE LA POTATURA SOLO NEL PERIODO ESTIVO (DOPO LA RACCOLTA) procedere con l’imbiancatura del tronco a inizio autunno. Questo accorgimento, seppur non risolutivo, sembra attenuare l’incidenza della malattia nell’albicoccheto intervenire con rame nei periodi di massima sensibilità: in autunno dalla caduta foglie fino alla ripresa vegetativa hanno lo scopo di proteggere le micro ferite presenti su rami e tronco (spesso derivanti dal gelo) vie preferenziali d’ingresso del batterio nel caso si riscontrino cancri e fuoriuscite di gomma procedere con l’asportazione delle parti colpite (riduzione dell’inoculo in campo) e la successiva protezione delle ferite con rame o mastici protettivi Fig. 5 Cancro su branca FOCUS SULLA DIFESA Bellis ® L’essenziale differenza. www.agro.basf.it Tranquillità fino alla raccolta e oltre. Bellis® è il punto fermo per la difesa del Melo. Assicura efficacia, maggiore tolleranza allo stress e miglioramento della qualità. Protegge i frutti sia in campo che in post raccolta. 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