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L`attendibilità della testimonianza di un minore

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L`attendibilità della testimonianza di un minore
L’attendibilità della
testimonianza di un minore:
realtà, fantasia, suggestione.
Adele Cavedon
[email protected]
Attendibilità = accuratezza e
credibilità
“L’accuratezza riguarda la valutazione delle
competenze di base del soggetto e in
particolare la percezione, la memoria e il
linguaggio, ma valuta anche quanto e come
la testimonianza sia accurata, precisa,
dettagliata e coerente sotto il profilo delle
competenze/capacità di memoria e di
percezione da parte del soggetto.
• La credibilità attiene agli aspetti
motivazionali della testimonianza e consiste
nel valutare eventuali ragioni o fonti di
influenzamento che possono avere orientato
le dichiarazioni rese”.
De Leo, Scali, Caso (2005) La testimonianza,
Il Mulino, p. 101.
Cosa dice la legge italiana
• Art. 196 c.p.p.:
1. Ogni persona ha la capacità di
testimoniare.
2. Qualora, al fine di valutare le dichiarazioni
del testimone, sia necessario verificare
l’attitudine fisica o mentale a rendere
testimonianza, il giudice anche di ufficio
può ordinare gli accertamenti opportuni
con i mezzi consentiti dalla legge (…)
Il minore è un soggetto competente
a fornire una testimonianza?
• Fino agli anni ‘80 si riteneva che i minori avessero
difficoltà a distinguere tra realtà e fantasia, fossero
inclini a mentire e subissero pesantemente
l’influenza degli adulti.
• Negli anni ‘80-90 i ricercatori hanno dimostrato
che seppure i bambini ricordino quantitativamente
meno degli adulti, il loro ricordo di eventi centrali
non è meno accurato di quello degli adulti
(Goodman et al.)
• Gli studi più recenti (Ceci ed al.,) stanno cercando
di individuare quali fattori situazionali siano in
grado di ridurre o aumentare la capacità di
memoria dei bambini e hanno fatto emergere
come i bambini siano vulnerabili alla suggestione
anche riguardo agli aspetti significativi di un
evento.
• Tutti però concordano sul fatto che, se interrogati
in modo adeguato, i bambini sono testimoni
attendibili, anche se la loro capacità di memoria è
inferiore a quella degli adulti
Cosa e come ricorda un minore?
• Già all’età di 3 anni il bambino è in grado di
ricordare un evento particolare e di
rievocarlo fino ad un anno di distanza
(Fivush, 1993).
• Bambini chiamati a rievocare un evento
verificatosi più volte nel tempo (es:
violenze ripetute) facilmente confondono i
dettagli ( effetto script).
• Bambini sottoposti a più interviste (dallo
stesso intervistatore) possono non essere
danneggiati nel ricordo, ma anzi possono
essere facilitati (Pole e While, 1993).
A tale proposito lo studio di Quas et al. (2005)
ha dimostrato che il tempo trascorso (3
settimane) incide maggiormente nella
qualità del ricordo che la ripetizione
dell’intervista, se fatta subito.
Realtà e fantasia
• Chiedere ai bambini (ma anche agli adulti) di
immaginare un fatto mai accaduto, crea loro
confusione e porta alla produzione di falsi
racconti. Immaginare un evento lo rende più
familiare e i soggetti forse confondono
l’aumentata familiarità con il fatto di averlo
veramente esperito (Garry e Polascheck, 2000)
Questo si spiega con il fatto che il bambino si può
ricordare di un dato, ma spesso non ricorda come
lo ha appreso (scarso monitoraggio della fonte)
Indicatori di verità o inganno del
racconto ( Inbau et al. 2001)
• Racconto vero
• dettagli distribuiti in
tutto il racconto
• i racconti dei fatti non
sempre rispettano
l’esatta sequenza
temporale
• riporto di vissuti e
pensieri personali
• Racconto falso
• variabilità dei dettagli
lungo il racconto
• perfetta cronologia del
racconto
• assenza di pensieri ed
emozioni
• omissioni di parti
cruciali del racconto
Come valutare la credibilità di
una testimonianza?
• Statement Validity
Analiysis SVA
1 Esame informazioni a
disposizione
2 Intervista
semistrutturata
3 Criteria-based Content
Analysis
4 Validity Cecklist
• Reality Monitoring
Si basa sulla
considerazione che
ricordi generati da
processi interni
contengono molte più
operazioni cognitive,
mentre quelle frutto di
percezione hanno più
informazioni sensoriali.
Minori e suggestionabilità
• La suggestionabilità può essere definita
come:” Il fenomeno per cui gli
individui giungono ad accettare e
successivamente ad incorporare
informazioni post-evento all’interno
del loro sistema mnestico”
(Gudjonsson, 1986, p. 195)
La ricerca ha evidenziato che:
• Non è possibile identificare categorie di bambini
più suggestionabili (Bruck e Melnyk, 2004)
• Più il ricordo è chiaro, più questo sarà difficile da
modificare (Goodman et al. 1997).
• I minori tendono a far confusione tra ciò che
hanno visto e ciò che è stato detto loro sul fatto:
esiste una forte relazione tra suggestionabilità e
capacità di monitoraggio della fonte (Saywitz et
al. 2002)
La suggestionabilità interrogativa
Rispetto a chi interroga
Modalità verbale e non verbale (forma delle
domande, linguaggio, comportamentale
verso il minore).
• Uso di domande guidanti (leading quest.)
• Uso di domande fuorvianti (misleading q.)
• Uso di domande si o no (tag-questions)
• Ripetizioni di domande.
Le idee di chi interroga vengono comunicate
al minore attraverso le domande poste
Rispetto al minore
• Desiderio del minore di compiacere l’adulto
• Abilità di esprimersi.
• Capacità cognitive adeguate (intellettive,
attentive, giudizio morale)
• Incapacità di comprensione delle domande
alle quali risponde comunque, inventando.
• Difficoltà di narrazione libera.
Regole per una intervista
investigativa corretta (linee guida
nazionali 2010)
• Ridurre al minimo le audizioni
• offrire un setting adeguato al minore
• Spiegare al minore lo scopo del colloquio e i suoi
diritti.
• Dire al minore che può dire di non sapere o di non
ricordare
• Audio/video registrare gli incontri
• Adottare modalità poco pressanti e rifarsi ai
protocolli internazionali esistenti.
Intervista Cognitiva
Geiseman e Fisher 1984-1992
• Scopo:
• Aumentare il numero di informazioni che si
ottengono dal testimone
• Non compromettere il ricordo del testimone
con l’uso di domande sbagliate
• Tutelare il testimone/vittima
• E’ nata per gli adulti, ma può essere
usata anche con i minori, non in età
prescolare.
L’Intervista Cognitiva
con minori
• 1. Creare il rapporto (istaurare il rapporto;
spiegare lo scopo; valutare il minore)
• 2. Racconto libero (ricreare il contesto
dell’evento; racconto libero; riferisci tutto).
• 3. Domande (assicurare il bambino e
informarlo dei suoi diritti; attivare immagini
specifiche; suggerimenti a chi interroga).
• 4. commiato e ringraziamenti.
L’Intervista Strutturata
Koehnken, et al. 1994
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1) Costruzione del rapporto con il testimone
2) Fase del racconto libero
3) Fase delle domande
4) Fase del 2° racconto libero
5) Commiato
E’ una forma semplificata dell’intervista
Cognitiva in quanto priva delle tecniche
di memoria usate in questa. Può essere
utilizzata con adulti e minori.
Step-Wise Interview o intervista
graduale ( Yuille e Farr, 1987)
• E’ una intervista studiata appositamente per
raccogliere la testimonianza di bambini
presunti vittime di abuso.
• Può essere applicata anche a bambini di età
pre-scolare e quindi usata dai 3 anni in su.
• Permette anche di dare una indicazione
sulle abilità cognitive di base del bambino
e sulla sua capacità di discriminazione tra
verità e bugia.
• Le 9 fasi della Step-Wise Interwiew:
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1) Creare il rapporto
2) Racconto di 2 eventi autobiografici
3) Appurare la conoscenza di verità/bugia
4) Introdurre l’argomento dell’intervista
5) Narrazione libera
6) Fase delle domande generali
7) Fase delle domande specifiche
8) Aiuti per il colloquio ( se necessario)
9) fase del commiato
Letteratura suggerita
• Cavedon A., Calzolari M.G. (2005). Come
si esamina un testimone. Giuffrè, Milano.
• Faller K. G. (2008) Interrogare il bambino
sull’abuso sessuale. Cento Scientifico
Editore, Torino.
• Caso L., Vrij A. (2009) L’interrogatorio
giudiziario e l’intervista investigativa. Il
Mulino, Bologna.
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