3) Massaro delle vigne — Specializzato nella coltura dei vi
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3) Massaro delle vigne — Specializzato nella coltura dei vi
3) Massaro delle vigne — Specializzato nella coltura dei vigneti ; era aiutato da operai chiamati all'epoca dei lavori necessari. 4) Parchiere — Specializzato nella coltura degli oliveti ; anche lui era aiutato saltuariamente da operai. Tutti questi braccianti non partecipavano, naturalmente, ai rischi della produzione e non erano interessati ai risultati economici della impresa ; non ricevevano una retribuzione fìssa per le prestazioni di lavoro fornito e non avevano continuità di lavoro, come si è già detto, durante l'anno. Mancava la mezzadria e pochi esperimenti tentati, fallirono. L'affìtto era essenzialmente pagato in danaro il 15 giugno di ogni anno ma spesso tollerato fino al 15 agosto. Nell'amministrazione diretta il proprietario disponeva per il lavoro di pochi salariati Ciò che va subito detto è che all'inizio del secolo le condizioni generali dell'agricoltura locale erano tutt'altro che moderne e adeguate alle forme della agricoltura in senso capitalistico, com'era nel resto d'Italia e nelle regioni confinanti. Qui a Matera pesavano le eredità del mondo feudale e intatti risultavano i vecchi rapporti di produzione e di classe ; sicché più che di provvedimenti tutelativi da parte dello Stato, la Città e con essa tutta la regione abbisognavano di una riforma radicale della struttura del mondo agrario per modernizzarlo e operarne il passaggio dalla fase precapitalistica alla fase capitalistica. Eesponsabilità di uomini, quindi, più che del clima o della natura o, ciò che anche si è detto, del « fato ». Il passaggio di una buona parte della proprietà dalle mani del Clero e dei nobili in quelle dei professionisti, che segnano il formarsi della prima borghesia rurale, alla fine dell'800, non era servito a rompere gli antichi vincoli della locale economia latifondistica, caratterizzata dalla prevalente coltura estensiva cerealicola senza avvicendamento, ma alternata da periodi di maggese e di pascolo. Non è da pensare ad alcuna seria iniziativa da parte dei vecchi, come dei nuovi proprietari, per il miglioramento delle colture. Essi continuavano a considerare la terra solo come fonte di speculazione ai fini della rendita fondiaria che peraltro non era mai incanalata, neppure per una qualche parte, sulla terra, ma assorbita completamente dalle uscite del bilancio famigliare. Non manca peraltro qualche eccezione come, ad esempio, quella costituita da Mons. Giulio Malvezzi, duca di S. Candida, che alla fine dell'800 intraprese la trasformazione di alcuni dei suoi vasti latifondi del Materano, introducendovi più moderni metodi di coltura e di conduzione . 1