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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Adele Bellanti, Carmela Bucchieri, Tony Caronna, Dhebora Celio, Cinzia Cristofalo, Enza Maria D’angelo,
Daniela D’alessandro, Maria Letizia De Giorgi, Lucia Di Blasi, Maria Angela Firrincieli, Rita Greco,
Angela Guercio, Lucia Guzzo, Caterina La Barbera, Maria Matranga, Patrizia Miceli, Alessia Misiti,
Maddalena Occhipinti, Maria Rita Simone, Giuseppa Simonetti
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Percorso di apprendimento musicale per la scuola dell’infanzia e per la scuola primaria.
a cura di Rosa Alba Gambino
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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Volume fuori commercio ad esclusivo uso didattico.
© Proprietà degli autori.
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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
INDICE
Prefazione, di Daniele Ficola
p. 5
Premessa, di Rosa Alba Gambino
p. 6
Introduzione, di Liliana Minutoli
1. Quando la formazione pedagogico-musicale dialoga con la scuola.
2. Motivare all’apprendimento … rimotivarsi all’insegnamento.
3. I Linguaggi Espressivi … un intreccio tra sapere ed essere.
4. Gli strumenti di documentazione: l’Unità di Apprendimento.
5. Modello per progettare l’Unità d’Apprendimento
p. 9
Gli strumenti a percussione:
Idiofoni e membranofoni a suono determinato, di C. Bucchieri e M.A. Firrincieli
Prima unità: Chiaro/Scuro, per la scuola dell’infanzia e per la prima classe primaria
Seconda unità: Una storia in musica, per le classi seconda e terza della scuola primaria
Terza unità: Una finestra sul mondo, per le classi quarta e quinta della scuola primaria
Gli strumenti a percussione:
Idiofoni e membranofoni a suono indeterminato, ovvero Fortepiano e la fata della musica,
di A. Bellanti, C. Cristofalo e L. Guzzo
Prima unità, per la scuola dell’infanzia e per la prima classe primaria
Seconda unità, per le classi seconda e terza della scuola primaria
Terza unità, per le classi quarta e quinta della scuola primaria
I cordofoni, di M.A. Misiti, A. Guercio e M.R. Simone
Prima unità, Suono/Silenzio, per la scuola dell’infanzia e per la prima classe primaria
Seconda unità, Solo/Tutti, per le classi seconda e terza della scuola primaria
Terza unità, Bianco/Nero, per le classi quarta e quinta della scuola primaria
p. 16
p. 57
p. 84
Gli strumenti ad arco, di Rita Greco, Maria Matranga e Patrizia Miceli
p. 121
Prima unità, Primavera in musica, per la scuola dell’infanzia e per la prima classe primaria
Seconda unità, Aurora e tramonto, per le classi seconda e terza della scuola primaria
Terza unità, Un racconto in musica, per le classi quarta e quinta della scuola primaria
Quarta unità, Abilità diverse, per gli alunni diversamente abili con compagni di nove e dieci anni
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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
I Legni, di C. La Barbera, M. Occhipinti e G. Simonetti
Prima unità, Io, la musica e…, per la scuola dell’infanzia e per la prima classe primaria
Seconda unità, I colori della musica per le classi seconda e terza della scuola primaria
Terza unità, Sola... Mente... Musica, per le classi quarta e quinta della scuola primaria
p. 148
Gli Ottoni, di D. D’alessandro, M.L. De Giorgi e L. Di Blasi
Prima unità, Gli ottoni animati, per la scuola dell’infanzia e per la prima classe primaria
Seconda unità, Un’armonia di suoni, per le classi seconda e terza della scuola primaria
Terza unità, I like the music and… , per le classi quarta e quinta della scuola primaria
p. 188
L’organo a canne, di T. Caronna e E.M. D’angelo
p. 201
Prima unità, I suoni della natura tra cielo e terra, per la scuola dell’infanzia e per la prima classe
primaria
Seconda unità, Il mondo sonoro attorno a me: l’organo a canne , per le classi seconda e terza della
scuola primaria
Terza unità, Il mondo sonoro tra mani e piedi, per le classi quarta e quinta della scuola primaria
Appendice: materiali e approfondimenti, di D. Celio
Tra suoni e rumori
Musica ed emozione
Fondamenti teorici per l’alfabetizzazione musicale
Scheda delle caratteristiche degli strumenti
Le caratteristiche del suono
I cordofoni: un approfondimento
Poesie
Favole
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p. 245
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
PREFAZIONE
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti. Percorso di apprendimento musicale per la
scuola dell’infanzia e per la scuola primaria.
È il titolo del lavoro ideato all’interno del corso di Pedagogia Musicale nel primo anno di vita del Triennio di
Didattica della Musica presso il nostro Conservatorio.
Esso rappresenta la sintesi di un progetto pedagogico di raccordo tra la formazione accademica musicale
e quella scolastica, con particolare riferimento a quella dell’infanzia e primaria.
L’obiettivo di questo testo consiste nell’avviare i bambini alla cultura musicale partendo da un approccio
consapevole con i parametri e con gli strumenti, condizione oggi ritenuta essenziale nell’economia dell’idea
di riforma degli studi musicali.
Presso la scuola primaria l’insegnamento musicale necessita di una strutturazione che prepari
opportunamente le basi per una prosecuzione anche nella scuola secondaria a indirizzo musicale. Per questa
ragione il percorso pedagogico in questione ha pianificato programmi indirizzati agli stessi obiettivi, ma
differenziati secondo le classi di destinazione.
Tra l’altro le attività sono state elaborate sul modello della sperimentazione ANSAS con un contestuale
impiego nella scuola, scelta che contribuisce a garantire il progetto formativo del Conservatorio di continuità
sul territorio.
Dunque un laboratorio pedagogico nel quale gli studenti sono immediatamente posti di fronte al potenziale
duplice ruolo di allievi e docenti, con la conseguente responsabilizzazione determinata da un coinvolgimento
emotivo multiforme e con la piena consapevolezza dello studio didattico musicale come concreto trait
d’union tra il conservatorio e la scuola.
Daniele Ficola
Direttore del Conservatorio “V. Bellini” di Palermo
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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
PREMESSA
Progettare un percorso che si configuri significativamente nell’ambito dell’educazione musicale di base
evidenzia la natura particolarmente composita degli aspetti che costituiscono il “discorso musicale”.
La fruizione della musica comincia con la vita stessa, se teniamo conto che già nel grembo materno gli
stimoli sonori raggiungono l’individuo e ne influenzano le reazioni. Si tratta di un aspetto che ancora oggi la
psicologia musicale sta studiando attraverso l’analisi dei comportamenti neonatali di risposta a stimoli
sonori, che vanno dalle voci ai suoni dell’ambiente e alla musica vera e propria. Sebbene sia così complesso
ricostruire le prime fasi dell’interazione soggetto/evento sonoro, tuttavia appare assolutamente naturale il
suo definirsi come sostrato di quel processo che siamo soliti definire acculturazione.
Questo termine si riferisce all’acquisizione spontanea e non formalizzata delle informazioni nel contesto
naturale in cui si vive: l’individuo apprende osservando, imitando, interagendo secondo gli usi e i significati
attribuiti dalla comunità agli eventi di tipo sonoro/musicale praticati nelle più diverse occasioni e situazioni
di vita privata e pubblica. Procede, cioè, per “attribuzione di senso”. Così comincia a costituirsi quel corredo
di conoscenze e competenze di cui un bambino non è cosciente e che pure porta con sé a scuola fin dal
primo giorno: dunque non arriva tabula rasa al primo appuntamento con la scolarizzazione.
Ambiente di provenienza, cultura di appartenenza, prerequisiti diventano gli obbligatori termini di
riferimento all’atto della progettazione del processo formativo. Da essi non si può prescindere, come faceva
una didattica tradizionale incentrata sullo stile dell’insegnamento piuttosto che sui meccanismi
dell’apprendimento, sia sotto il profilo strettamente cognitivo che sotto quello emotivo, lungamente
trascurato. Quando i bambini entrano a scuola hanno già fruito musica in molti modi e ne hanno
metabolizzato molti aspetti, quelli che più hanno praticato. Ballare, cantare, sonorizzare i propri giochi sono
attività di tipo “globale” entro le quali prendono posto le strutture e i parametri musicali, che l’educazione
specifica si preoccuperà di differenziare procedendo per gradi.
Ragione che ci impone di considerare una molteplicità di obiettivi e di contenuti che rispetti la
complessità del linguaggio della musica. Che proprio in quanto linguaggio viene “padroneggiato” molto prima
e con molta più disinvoltura rispetto a quando viene inquadrato negli schemi tipici dello “studio strutturato”.
Questa premessa ci è necessaria per definire il ruolo di questo volume nell’economia dell’insegnamento
della musica nella scuola primaria, dove gettiamo le fondamenta del ponte che collega l’acculturazione
all’educazione, senza che nessuna escluda l’altra. Pertanto è un lavoro palesemente concepito come parte di
un percorso più ampio che la scuola primaria si propone di dedicare alla musica. Ma ancora di più: esso si
rivolge anche alla scuola dell’infanzia e suggerisce percorsi adeguati alle diversabilità, per omogeneizzare il
senso dell’attività musicale, come riconoscimento e costruzione di un codice dell’espressione emotiva
individuale.
La scelta di lavorare proprio sulla conoscenza degli strumenti musicali è nata all’inizio dell’anno
accademico 2010/2011 per iniziativa degli studenti di Pedagogia Musicale del primo ciclo di Triennio di
Didattica della Musica, che sono in prevalenza insegnanti presso la scuola primaria. Essi hanno rilevato
l’urgenza del problema dell’istruzione musicale nella nostra scuola primaria, attualmente fascia più debole in
questo ambito della formazione musicale. E queste riflessioni hanno stimolato a sposare attivamente
l’obiettivo del nostro Conservatorio di continuità progettuale sul territorio. Così le attività condotte entro il
corso di Pedagogia Musicale sono state in gran parte inquadrate entro il modello di sperimentazione
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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
promosso dall’Ansas (Agenzia nazionale per lo sviluppo dell’autonomia scolastica), un ente di ricerca e
formazione del MIUR, promotore di ricerca educativa e di innovazione didattica nell'ambito del sistema
scolastico, con specifico riferimento alla ricerca-azione curata dal nucleo territoriale dell’Ansas-Sicilia. Le
unità d’apprendimento prodotte, così, hanno potuto giovarsi del feedback proveniente dalla contestuale
applicazione presso le scuole nelle quali gli studenti del corso insegnano.
In questo contesto tutto si gioca sulle competenze, peraltro non ufficialmente richieste, e sulla buona
volontà dei maestri. Per quello che riguarda gli aspetti maggiormente legati all’acculturazione musicale, gli
insegnanti riescono abitualmente a far fronte all’impegno grazie al supporto di apposite pubblicazioni.
Tuttavia un percorso che abbia come fulcro gli strumenti musicali è possibile trovarlo a partire dai testi
per la scuola secondaria di primo grado.
Eppure, se la riforma del sistema scolastico prevede la possibilità di studiare uno strumento musicale
non prima che alla scuola secondaria, come e quando un bambino può cominciare ad operare una scelta? Di
quali mezzi dispone per poter capire se potrebbe piacergli imparare a suonare uno strumento, se ne sa poco
o nulla? Dunque l’interrogativo si sposta su una duplice osservazione, o se vogliamo, su un duplice obiettivo:
primo, quello di riconoscere/conoscere gli strumenti, dai cui suoni siamo ogni giorno raggiunti nella
fruizione quotidiana (prevalentemente inconsapevole), e impararne il linguaggio; secondo, quello di maturare
emotivamente l’idea di studiarne uno. Perché la musica ci avvolge abbondante, ma non tutta la musica, e non
accompagnata dalla visione di strumenti e musicisti, tanto meno da occasioni di incontro “dal vivo”, se non
raramente. Da questo l’esigenza di dare vita ad una sequenza di unità di apprendimento che aggancino la
fruizione extrascolastica per procedere verso una fruizione “pilotata”, considerando un utilizzo didattico del
cartone animato come del film, della lezione-concerto come dell’opera lirica, e così via.
Tutto in un lavoro pensato per poter essere avviato in qualunque momento della formazione, dalla scuola
dell’infanzia a tutta la primaria.
Infatti, per ogni famiglia di strumenti, sono state programmate unità adeguate a tre differenti livelli, che
conferiscono organicità al cammino indirizzandosi il primo alla scuola dell’infanzia e alla prima classe
primaria, il secondo alla seconda e alla terza classe, il terzo alla quarta e alla quinta. Di conseguenza vi si
trovano contenuti comuni, ma affrontati attraverso repertori, materiali o attività differenti secondo la fascia
di destinazione. Scelta che consente di avvicinare alla musica anche i più piccoli, per i quali spesso si crede,
erroneamente, troppo difficile l’approccio con il linguaggio musicale o con uno strumento. Di contro
sappiamo quanto precoce fosse in passato l’avvio alla musica, ma anche quanto fosse rigida l’impostazione
didattico-pedagogica. Tale ragione ha indotto gli autori a coniugare le osservazioni della pedagogia musicale
odierna (in termini di educazione alla musica) con l’educazione allo strumento, come componenti di uno
stesso percorso. L’intento è quello di porre le basi per una “evoluzione” dello studio della musica, che
consenta, tra l’altro, un incontro più preparato con le consuete lezioni-concerto. Queste sono annualmente
tenute dai docenti di strumento delle scuole secondarie a indirizzo musicale allo scopo di incoraggiare le
quinte classi alla scelta dell’indirizzo musicale stesso: per lo più i bambini assistono stupiti ma disorientati,
poiché spesso ignorano il nome degli strumenti, le qualità del loro suono e ancor più il loro repertorio. La
sfera emotiva non è adeguatamente supportata da quella cognitiva.
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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Così Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti mira sia all’acquisizione di competenze
che favoriscano la comprensione del patrimonio musicale universale che all’affinamento del gusto estetico. Il
lavoro che tali obiettivi richiedono necessita di una attività che cominci, fin dalla prima infanzia, a guidare il
bambino nell’universo sonoro che lo circonda: cogliere e imparare a decifrare gli stimoli sonori rappresenta
il primo passo nell’ambito di un’esperienza di percezione e attribuzione di senso che dura tutta la vita.
Rosa Alba Gambino
Docente di Pedagogia Musicale – Conservatorio “V. Bellini” di Palermo
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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
INTRODUZIONE
1. Quando la formazione pedagogico-musicale dialoga con la scuola.
Il mondo dell’educazione e della formazione è oggi in continuo tumulto: stimoli di ogni tipo e da ogni parte
sollecitano dirigenti, direttori, docenti ed allievi a riconvertire continuamente il loro modo di relazionarsi col
mondo sia dal punto di vista personale che nell’esplicitazione delle proprie competenze. L’uso della tecnologia
multimediale sta sempre più velocemente modificando le modalità di comunicazione e diffusione dei
contenuti e delle informazioni, trasformando anche il modo di comprendere e assimilare i messaggi che
provengono dai media o da qualsivoglia sistema di comunicazione. Tutto ciò non fa che riflettersi,
positivamente e negativamente al tempo stesso, sul senso del binomio insegnamento/apprendimento, con la
conseguenza che spesso il docente e soprattutto lo studente avvertono un senso di spaesamento, di
disorientamento e spesso di allontanamento da ciò che la scuola e in genere tutte le agenzie che si occupano
di formazione di base o specialistica tentano di veicolare: il sapere e la conoscenza.
La formazione musicale in Italia negli ultimi anni ha avuto e sta tuttora recependo lo scossone della riforma
dei Conservatori prima e dei Licei musicali poi, dell’istituzione delle medie ad indirizzo musicale prima e della
istituzionalizzazione del docente di musica nella scuola primaria: tutti impegnati tra mille difficoltà a
ridefinire gli ambiti per una formazione più variegata (finalmente!) e non solo specialistica, di strumento o
canto. Il mondo del conservatorio, aulico e inaccessibile a molti - quante volte ci hanno detto da varie parti
”io non capisco nulla di musica!”immaginando che solo pochi eletti potessero capirla - ha creato falsi miti su
una formazione musicale che mirava a rivolgersi solo ai talentuosi nell’intento di farli diventare concertisti.
Molti bambini e ragazzi hanno visto così morire una nascente passione, hanno ricevuto il veto su altri utilizzi
della musica, hanno addirittura odiato la lezione di musica, realizzando non solo di non essere “portati” ma
addirittura che la “loro” musica, di cui fruivano in molti momenti della giornata, fosse altro rispetto a quel
mondo colto e patinato a cui i più…non potevano avere accesso. E l’accesso era consentito solo sacrificando
se stessi per ore davanti ad uno strumento già dall’età di 8 anni e privandosi del semplice piacere di godere
dei fatti musicali. Chissà perché la formazione alla musica per decenni è stata per molti bambini e giovani
qualcosa di estraneo alle loro vite quotidiane, nel peggiore dei casi … un vero trauma da evitare! E nella
maggior parte dei casi … il nulla più assoluto rispetto alla musica, insomma…attività non pervenuta! Ma come
del resto avviene nelle altre arti, per godere della bellezza di un quadro o per leggere un passo di letteratura
non è necessario essere specialisti, perché sappiamo tutti che esistono diversi livelli di competenza, che si
può fare e/o fruire delle arti senza necessariamente avere un grande talento. Ma la musica soprattutto … ci si era dimenticati forse? - nasce con l’uomo, fa parte, ancor più delle altre arti, della stessa vita dell’uomo
in ogni momento della sua quotidianità, ed è possibile usufruirne a diversi livelli. Dalla semplice informazione,
alla divulgazione, al gioco, all’educazione, alla terapia, all’intrattenimento, all’educazione sociale, al benessere
psicofisico: la musica assume diverse connotazioni attraverso i suoi segni e i suoi sensi. Solo in un passaggio
ulteriore, come del resto per ogni sfera del sapere, quando si diventa consapevoli delle proprie scelte si
approda giustamente e necessariamente alla formazione specialistica per farla diventare poi anche una
professione. Anche in questo caso, però, per troppo tempo l’unica professione possibile della formazione in
conservatorio sembrava fosse quella di diventare concertisti, mentre mille altre professioni possono essere
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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
legate alla formazione musicale. Un esempio tra tutti: le arti producono sublimazione e catarsi; Freud già ne
parlava e ancor prima i greci ben sapevano. Questo significa che anche per far comprendere questi effetti è
necessaria una formazione adeguata ma non solo specificatamente musicale. Per comunicare il senso di
qualsiasi messaggio musicale è necessario avere competenze di tipo psicopedagogico, ma per troppo tempo
la formazione in Italia è stata solo specialistica strumentale e affidata a chi aveva competenze solo
strumentali, in alcuni casi acquisite in pochi anni di studio di strumento o canto. Nel frattempo il mondo ha
dovuto fare i conti con cambiamenti vorticosi, un mondo che utilizza i suoni e la musica a tutti i livelli, quasi
sbeffeggiando certa cultura musicale alta e continuando a procedere verso altre strade. Ne sono esempio la
formazione su generi musicali diversi dal classico, quali il rock, il jazz, la musica leggera; l’invenzione dei
talent show e la diffusione dello studio del canto leggero; l’animazione socioculturale con l’utilizzo della
musica come metodo di prevenzione e recupero per diverse categorie sociali; fino alla formazione da parte
di associazioni nazionali e scuole private su un modo di fare didattica orientato ai metodi musicali quali Orff,
Kodaly, Dalcroze,… che prevedono una formazione del bambino e del giovane parallela alla sua formazione
umana sociale e culturale.
2. Motivare all’apprendimento … rimotivarsi all’insegnamento.
In questo quadro generale si colloca la scuola di didattica della musica che da più di 25 anni ha tentato con
risultati in molti casi davvero proficui, in molti altri ininfluenti, di gettare un ponte tra la scuola, ovvero il
mondo dell’educazione di bambini e ragazzi e la formazione specialistico-musicale. La didattica della musica,
in particolare la pedagogia musicale, ha nel tempo dovuto fare i conti con studenti con una formazione solo
strumentale e docenti che nella scuola insegnavano pedissequamente uno strumentino musicale (flauto o
diamonica che fosse!) … ripercorrendo la strada conservatoriale … in versione Bignami! Ha dovuto fare i
conti con il fare acquisire ai docenti altre competenze assolutamente necessarie alla formazione
dell’individuo (come del resto avviene per qualsiasi altra formazione di base): psicologia, pedagogia,
didattica, legislazione scolastica e programmi istituzionali musicali differenziati per ordine di scuola ma
troppo spesso lasciati ai margini della didattica dentro le scuole. Ha dovuto rimboccarsi le maniche su un
sapere che sempre più ha a che fare con multimedialità e nuove competenze informatiche e socioculturali,
che al cospetto delle vecchie … rivoluzionano il modo di fare musica a scuola e di conseguenza nei piani alti
della formazione musicale dei futuri docenti. E così i docenti della scuola di didattica per comunicare e far
comunicare col mondo della scuola, non potevano avere solo una formazione musicale, ma avevano bisogno
di comprendere …. i meandri del mondo dell’educazione di base che, si sa! vanno dal principio di continuità a
quello di transdisciplinarità, dall’approccio sulla globalità di linguaggi e saperi a quello sull’utilizzo di nuove
tecnologie, dal documentare le buone pratiche esperite nella scuola, al riflettere sull’agito sia dal punto di
vista psicopedagogico che metodologico-didattico. Insomma ha dovuto tenere in considerazione ciò che nella
scuola era di prassi, almeno a livello istituzionale: considerare che la formazione degli alunni doveva essere
non solo musicale/strumentale, ma sicuramente più trasversale, con un passaggio continuo tra essere e
sapere.
Purtroppo però, nonostante l’impegno di molti … circa il 70% dei docenti di scuola, dalla primaria alla media
e alla media ad indirizzo musicale, cerca a tutt’oggi di riprodurre con gli alunni meccanismi tipici da… cultura
specialistica che, senza nulla togliere a questa formazione che va fatta nei tempi e modi adeguati, non sono
congruenti per una formazione di base. L’alunno, il piccolo alunno, … non sa di certo cosa scegliere per sé e
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per il suo futuro! Se poi le ore passate a tirare l’arco o ad eseguire famigerati martelletti e pagine di solfeggi
o a studiare la vita dei musicisti … diventano aspetti preponderanti della formazione musicale … questi stessi
elementi rappresentano ciò che allontana i ragazzi dalla musica, troppo giovani per decidere … troppo acerbi
per comprendere se stessi e tantomeno se la musica può diventare la loro futura professione.
Che fare quindi di fronte ad un tale scenario? Ci si rimbocca le maniche, di certo, e si riconverte il proprio
sapere a partire innanzitutto dall’attenzione all’essere, ovvero a ciò che richiedono bambini e ragazzi oggi:
essere coinvolti dal punto di vista pratico e laboratoriale, sentirsi motivati a studiare un brano perché ne va
di mezzo la riuscita di tutto il gruppo, essere sollecitati su stimoli che permettano di intrecciare le loro vite a
quelle di un’eroina dell’opera lirica o a quella di un noto jazzista piuttosto che a un personaggio del pop.
Motivare all’apprendimento e rimotivarsi all’insegnamento: questo dovrebbe sempre più diventare, e in molti
casi lo si sta facendo, il paradigma che lega la scuola di didattica alla scuola in generale!
3. I Linguaggi Espressivi … un intreccio tra sapere ed essere.
In un’ottica di trasversalità e di mediazione tra la formazione di base e quella specialistica si colloca il
progetto “La didattica laboratoriale attraverso la metodologia dei linguaggi espressivi: musica, arte, motoria,
teatro. Percorsi per docenti delle scuole di ogni ordine e grado” . Il progetto è promosso dall’Ansas (Agenzia
nazionale per lo sviluppo dell’autonomia scolastica), un ente di ricerca e formazione del Miur, individuato
quale soggetto promotore di ricerca educativa e di innovazione didattica nell'ambito del sistema scolastico. Il
nucleo territoriale Sicilia dell’Ansas ha realizzato dal 2009 ad oggi un’attività di ricerca-azione attraverso la
formazione di circa 1500 docenti e la sperimentazione con oltre 3000 alunni delle scuole di ogni ordine e
grado costituitesi annualmente in 10 reti provinciali. Esso parte da 3 ipotesi di ricerca che si collocano
proprio in una dimensione che vede le arti - definite volutamente Linguaggi Espressivi - come strumenti di
mediazione e comunicazione espressiva per il soggetto che apprende sia nel ruolo di docente che di discente.
Essi utilizzano i suoni, i segni, i movimenti corporei, le parole come, appunto, linguaggi che hanno a che fare
con i 5 sensi e con ciò che nel quotidiano si utilizza in qualunque delle nostre azioni come mezzo di
comunicazione con se stessi e gli altri.
Le tre ipotesi puntano in prima istanza sull’osservazione e sulla gestione del piano sensoriale, emozionale e
relazionale di docenti e alunni che attraverso i linguaggi espressivi si mettono parimenti in gioco per
acquisire consapevolezze su ciò che si porta di sé nel gioco della relazione educativa. Al tempo stesso i
linguaggi espressivi diventano un mezzo per -“superare i confini storici delle discipline”, motivare allo
studio, migliorare le capacità di apprendimento, “rispondere ad un’esigenza sociale che richiede
uomini capaci di un angolo visuale molto più largo e al tempo stesso di una messa a fuoco in
profondità dei problemi” (E. Morin).
Il progetto ha molteplici funzioni educativo-didattiche:
- riunisce tutti gli ordini di scuola, nell’ottica del curricolo verticale,
- lavora su più ambiti che vanno dall’affettivo relazionale a quello disciplinare,
- applica la metodologia dei Linguaggi Espressivi ad altri progetti: Lim, Orientamento scolastico e
professionale, applicazione della riforma della scuola superiore e degli assi di competenza, progetti legati
alla Legalità e alla dispersione scolastica
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- fa utilizzare le arti a docenti di discipline scientifiche e umanistiche che sembrerebbero non dover mai
avere a che fare con la musica, l’espressione corporea, il teatro, per poi scoprire che l’intreccio
interdisciplinare è semplice e possibile per tutti gli ambiti del sapere
- coinvolge le scuole secondarie di secondo grado che hanno subito riduzione oraria sulle discipline
espressive che invece, attraverso tale metodologia, entrano a far parte del normale orario curriculare
all’interno delle singole discipline letterarie e scientifiche
- individua nuovi talenti creativi e alimenta attitudini artistiche in ambiti non istituzionalmente deputati a tale
ricerca.
E’ necessario precisare che i programmi della scuola già dal 1985 hanno sempre previsto un’attenzione via
via maggiore allo sviluppo della persona, rispetto a quella sulle discipline, ma l’ultima riforma della scuola
superiore e le nuove Indicazioni ministeriali confermano sempre più la ricerca di “soluzioni dedicate alla
formazione degli insegnanti, … mirate alla innovazione dei comportamenti professionali nella pratica
educativa … del sostegno delle azioni di accompagnamento alla riforma e della formazione permanente del
personale docente, al fine di promuovere comportamenti individuali e collettivi più consapevoli e
responsabili nei consumi e negli stili di vita”.
I LINGUAGGI ESPRESSIVI rappresentano una metodologia di lavoro che attiva i suddetti processi, a partire da
attività espressive, convogliando su di esse contenuti di tutti gli ambiti disciplinari. Passando dal “sentire” se
stessi e gli altri, è possibile attraverso la Musica, l’Arte, l’Espressione corporea, il Teatro, ritrovare nei
personaggi della storia, della letteratura italiana e straniera, nelle regole matematiche, nelle leggi fisiche e
naturali, aspetti utili ad orientare le proprie vite future personali e professionali, non escludendo la scoperta
e l’orientamento verso lo sviluppo di talenti creativi e artistici. Gli obiettivi specifici previsti dal progetto
vengono inquadrati in questo più ampio raggio d’azione e riguardano in particolare i seguenti punti.
Obiettivi Specifici
- Osservare il mondo sensoriale ed emozionale per conoscersi e migliorare la relazione con gli altri
- Sviluppare pratiche su stili di insegnamento/apprendimento visivo, auditivo, cinestetico
- Intrecciare contenuti espressivi musicali/motori/artistici/teatrali con ambiti disciplinari linguistici e
scientifici.
Dai dati rilevati in questi anni è emerso che i docenti, proprio attraverso l’utilizzo dei Linguaggi Espressivi e
attraverso la formazione e la sperimentazione con gli alunni, hanno acquisito una maggiore consapevolezza
di sé rispetto a cosa portano di se stessi nella relazione educativa. Molti hanno confermato il fatto che pur
non avendo specifiche competenze musicali, hanno avuto la possibilità di lavorare con la musica
intrecciandola … inaspettatamente a tutti gli altri saperi, creando così strumenti di facilitazione per
l’apprendimento. Riguardo agli alunni è stato rilevato come essi abbiano preso coscienza proprio partendo
dalla musica, comune denominatore delle varie attività, della differenziazione tra emozioni e sensazioni, e di
quanto saper gestire il proprio mondo emotivo influisca sulle relazioni con compagni e docenti. La strategia
educativo - didattica utilizzata, dopo l’applicazione della metodologia dei linguaggi espressivi ha fatto rilevare
dati in progressivo miglioramento rispetto alla situazione di partenza sull’apprendimento dei contenuti
disciplinari non solo di tipo musicale e artistico, ma anche riguardo agli altri ambiti disciplinari. Secondo tale
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ricerca i discenti si sentono più coinvolti in ciò che studiano a scuola e più motivati all’apprendimento se
vengono utilizzati contenuti musicali; se poi questi vengono abbinati e combinati agli altri linguaggi
espressivi, il risultato ottenuto migliora progressivamente dal punto di vista cognitivo con un potenziamento
delle capacità degli alunni e dell’utilizzo delle loro competenze sia generali che specifiche.
4. Gli strumenti di documentazione: l’Unità di Apprendimento.
All’interno del progetto di ricerca Linguaggi Espressivi è stato dato ampio spazio alla documentazione delle
buone pratiche scolastiche, intesa questa come momento fondamentale per pensare sull’agire, per agire
consapevolmente, per riflettere sull’agito e per lasciare una traccia spendibile per chiunque voglia
riproporre l’esperienza. Il senso della documentazione è quello di stilare un canovaccio dentro cui poter
rimodulare gli interventi educativo-didattici di momenti diversi dell’esperienza: ex ante, in itinere ed ex post.
L’unità di apprendimento rappresenta lo strumento documentale più flessibile e onnicomprensivo di tutti gli
aspetti educativo-didattici, che meglio di altri creati per la scuola, più rigidi e poco consoni ad un lavoro in
continua evoluzione, risponde alle esigenze di quanto finora esposto. Nelle Indicazioni nazionali viene indicato
che: “Il cuore del processo educativo si ritrova nel compito delle istituzioni scolastiche e dei docenti di
progettare le Unità di Apprendimento caratterizzate da obiettivi formativi adatti e significativi per i singoli
allievi…volte a garantire la trasformazione delle capacità di ciascuno in reali e documentate competenze.”
L’unità di apprendimento ruota contemporaneamente attorno ai concetti di natura, cultura e vita, intreccia le
capacità con le abilità per farle diventare poi competenze. L’Uda trova posto al crocevia tra l’asse della
formazione e l’asse dell’istruzione: la sua principale funzione è rendere possibile l’incontro tra la crescita
degli allievi che rappresenta il fine dell’educazione e la maturazione consapevole della persona che
acquisisce abilità e conoscenze, compito precipuo del sistema d’istruzione. L’Uda non rimane così uno sterile
documento da compilare, come precedentemente si prefigurava l’unità didattica, ma diventa una sorta di
materiale da plasmare continuamente come la creta. L’idea della documentazione va inserita in un’ottica
diciamo “aziendale” secondo la quale è necessario progettare all’inizio di qualunque attività, ma diventa
flessibile come un materiale umano perché permette di monitorare continuamente il percorso e di valutare
contemporaneamente, nel senso di dare valore a ciò che si mette in atto nella relazione educativo - didattica.
L’Uda scardina la logica dell’insegnamento sistematico, cioè di un programma di lavoro lineare, sequenziale,
derivato da una teoria della mente unidirezionale, cui per secoli siamo stati abituati. Essa rappresenta il
cambiamento reale nella didattica che tiene conto della psicologia evolutiva del bambino che percepisce il
mondo in modo globale, circolare e soprattutto unitario e per cui i contenuti devono essere necessariamente
significativi e concreti. Gli obiettivi formativi vanno qui concepiti in un intreccio efficace tra contenuti
didattici e obiettivi educativi (affettivo- relazionali). L’Uda utilizzata nel progetto Linguaggi Espressivi fa
riferimento all’elaborazione originale della riforma Moratti del 2002, elaborata tra gli altri dal prof. Bertagna.
Essa stimola all’abbandono di un esasperato didatticismo e pone al centro del processo educativo l’alunno e
non più le discipline. Non più didatticismo, tecnicismo ma personalizzazione, formazione e complessità per
dirla ancora come Morin, in un’ottica di sapere ed essere reticolare e articolato. L’Uda è stata rielaborata e
ricalibrata specificatamente per i Linguaggi Espressivi (la possibilità di adattamento è un’altra particolarità
di questo documento), ha subito diverse modifiche nel corso degli anni di realizzazione del progetto, proprio
in base agli effetti e alle esigenze di docenti e alunni che l’hanno sperimentata. Essa prevede in particolar
modo la differenziazione degli Obiettivi Formativi in Educativi e Cognitivi, per meglio analizzare le parti di
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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
un tutto unico … che è poi il soggetto che apprende. Obiettivi sensoriali, emozionali, relazionali fanno da
cornice a quelli cognitivi di tipo trasversale, interdisciplinare e disciplinare. Questo ha permesso di
tenere insieme tutte le parti dell’essere e del sapere in un senso come dire … olistico, globale. L’utilizzo di
questo modello ha infatti confermato nel 85% dei casi analizzati l’efficacia di questo strumento didattico e
soprattutto della potenzialità dell’intreccio tra linguaggi espressivi e saperi disciplinari. Per fare un esempio,
la musica ha fornito gli spunti per lavorare su ciò che essa veicola dal punto di vista sensoriale ed
emozionale attraverso l’uso del linguaggio verbale e della prosodia ad esso legata. L’uso delle parole ha dato
la possibilità, attraverso la combinazione dei parametri sonori, di comprendere cosa passa nella
comunicazione sonoro-verbale. Il passaggio successivo è stato quello di mettere in relazione gli aspetti
dell’essere con quelli del sapere, per esempio costruendo dialoghi verbali che cambiano di significato a
seconda della combinazione parametrica, oppure attraverso la lettura di passi letterari diversi che veicolano
uno stesso senso o sensi diversi a seconda di come vengano letti. Descrivere l’esperienza educativo didattica dentro un unico documento dà la possibilità di mettere contemporaneamente insieme più aspetti e
aree anche utilizzando un solo contenuto, un solo passo letterario, una sola frase verbale/musicale. La fisica
del suono ha agevolato il lavoro, diventando per esempio un altro modo di comprendere come il sonoro
veicoli sensi diversi attraverso i parametri sonori.
La scheda seguente rappresenta il documento Uda dei Linguaggi Espressivi. L’utilizzo che ne ha fatto la
scuola di Didattica della Musica del Conservatorio di Palermo è un altro modo per gettare un ponte di
collegamento tra la scuola e l’alta formazione, è una efficace e valida testimonianza di come, anche in ambito
di formazione musicale specialistica, si possano tener presenti tutti gli aspetti dell’essere e del sapere.
Sarebbe sempre più auspicabile che anche nelle classi di strumento si procedesse a siffatte modalità di
lavoro che permetterebbero di stare più al passo coi tempi, di monitorare continuamente il proprio operato
e di ricevere un feedback dall’esterno e dagli allievi. Ma, ancor più, tale approccio riuscirebbe sicuramente,
come ha già fatto con centinaia di docenti e alunni siciliani e di molte altre parti d’Italia, a soddisfare negli
allievi (docenti o alunni che siano) quei bisogni che permettono non solo di imparare la disciplina Musica, ma
anche e soprattutto di crescere, migliorarsi e orientarsi come persone e futuri professionisti attraverso la
pratica e la laboratorialità insita proprio nel linguaggio Musica.
5. Modello per progettare l’Unità d’Apprendimento1
Anno scolastico ___________
1. DATI IDENTIFICATIVI
a)Scuola
b)Classe
1
Tratto da E.Vaj e adattato dai ricercatori L. Minutoli, P. Roccamatisi, ANSAS- Nucleo territoriale Sicilia. Riferimento al progetto di
formazione e ricerca La didattica laboratoriale trasversale e interdisciplinare attraverso la metodologia dei linguaggi espressivi. Musica,
arte, motoria, teatro: Percorsi per docenti delle scuole di ogni ordine e grado.
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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
c) Tipologia e n. Alunni
d) Docenti coinvolti
e) Discipline coinvolte
2. RIFERIMENTI AI DOCUMENTI
a) ministeriali
b) di istituto
c) del consiglio di classe
3. ARTICOLAZIONE APPRENDIMENTO UNITARIO IN OBIETTIVI FORMATIVI
a) Individuazione dei bisogni formativi (motivazioni, problematiche)
b) Apprendimento Unitario da promuovere: Nucleo Tematico
c) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Educativi
1.sensoriali
2.emozionali
3.relazionali
d) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Trasversali (cognitivi)
e) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Interdisciplinari
f) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Disciplinari
4. MEDIAZIONE DIDATTICA
a) Metodologia
b) Tecniche
c) Tempi (durata)
d) Fasi organizzative
e) Contenuti disciplinari
f) Procedura metodologica e descrizione delle attività (espressiva/interdisciplinare)
g) Mezzi (oggetto didattico, risorse materiali, etc.)
5. CONTROLLO DEGLI APPRENDIMENTI
a) Verifica (attività espressiva conclusiva)
b) Valutazione delle competenze sensoriali/emozionali/relazionali
c) Valutazione delle competenze trasversali/interdisciplinari
d) Strumenti per la valutazione (di processo, di prodotto)
e) Documentazione in progress delle esperienze (descrizione dell’esperienza, annotazioni su esperienze e
condivisioni, relazione finale, prodotti, verbali del consiglio di classe, video, foto, ppt)
Data__________________
I Docenti______________________________________________
*Indicazioni Nazionali per i Piani di studio personalizzati nella Scuola Secondaria di Primo Grado (p. 7, sito del MIUR)
Liliana Minutoli
Sociologa, musicista, esperta in psicologia empirica
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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
formatrice e ricercatrice Ansas-Sicilia
GLI STRUMENTI A PERCUSSIONE:
Idiofoni e membranofoni a suono determinato
di Carmela Bucchieri e Maria Angela Firrincieli
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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Idiofoni a suono determinato
XILOFONO
VIBRAFONO
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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
GLOCKENSPIEL
CAMPANE TUBOLARI
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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Membranofoni a suono determinato
TIMPANI
19
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
PRIMA UNITA'
Chiaro/Scuro
Destinatari: scuola dell'infanzia e prima classe della scuola primaria.
Premessa
Il binomio "chiaro/scuro" rimanda ad una molteplicità di relazioni oppositive (luce/buio, coraggio/paura,
serenità/rabbia...) che coinvolgono continuamente l'individuo nelle sue dimensioni fondamentali: razionalità ed emotività.
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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Se un individuo "pende" da una sola parte, perde di forza e di credibilità, in quanto un tutto razionale o un tutto emotivo
sono poco interessanti. Il cuore dell'avventura umana è proprio in questa oscillazione continua tra emotività e razionalità.
Da qui la funzione pedagogica del percorso di seguito proposto che ha il suo fondamento sull'associazione coloreemozione-musica a partire dalla quale si esploreranno nuovi mondi cognitivi ed emozionali, per scoprire ciascuno, infine,
la propria identità.
Grazie alla musica e, in particolare, grazie alla scoperta degli strumenti a percussione, le emozioni diventeranno tangibili.
La presente U.d.A. è rivolta ai bambini di 5 anni della Scuola dell'infanzia e a quelli del primo anno della Scuola primaria e
li coinvolge in un percorso di continuità educativa e didattica in cui contenuti e attività sono differenziati per livelli di
competenza da far raggiungere.
1. DATI IDENTIFICATIVI
a) Classe: III sezione (Scuola dell'infanzia); I classe (Scuola primaria)
b) Tipologia e n. Alunni: n. 25 Alunni normodotati di 5/6 anni (Scuola infanzia)
n. 25 alunni normodotati di 6/7 anni (Scuola primaria)
c) Discipline coinvolte
Campi di esperienza (Scuola infanzia):
 IL sé e l'altro,
 I discorsi e le parole,
 La conoscenza del mondo,
 Il corpo in movimento,
 Linguaggi, creatività, espressione.
Discipline (Scuola primaria):
 Musica
 Italiano
 Ed. motoria
 Storia
 Geografia
 Matematica
 Arte e immagine
 Cittadinanza
 Scienze
2. RIFERIMENTI AI DOCUMENTI
a) ministeriali: Indicazioni nazionali per il curricolo (2007)
b) di istituto: POF
c) del consiglio di classe: Piano annuale delle attività educative e didattiche. Verbali dei Consigli di sezione
e di intersezione (Scuola infanzia); di interclasse e delle programmazioni settimanali (Scuola primaria)
3. ARTICOLAZIONE APPRENDIMENTO UNITARIO IN OBIETTIVI FORMATIVI
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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
a) Individuazione dei bisogni formativi (motivazioni, problematiche)
 osservare e valutare i propri comportamenti controllando l'aggressività e superando i conflitti
 conoscere le proprie emozioni in una situazione di disagio e di difficoltà
 esprimere emozioni e sentimenti
 rispettare le regole di convivenza civile
 collaborare per la realizzazione di un obiettivo comune
 sviluppare le capacità di ascolto, di concentrazione e di autocontrollo
b) Apprendimento Unitario da promuovere: Nucleo Tematico
CHIARO/SCURO
c) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Educativi: sensoriali/emozionali/relazionali
 Sviluppare il senso dell'identità personale
 Rafforzare il senso del gruppo e creare un clima d’ascolto;
 Gestire le emozioni: situazione attivante, pensieri, reazione emotiva e comportamentale.
____________________________________________________________________
d) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Trasversali (Cognitivi)
 Promuovere l’acquisizione di tutti i tipi di linguaggio
 Costruire il pensiero critico
 Riflettere sulle conoscenze per organizzarle, collegarle e renderle più funzionali agli scopi (capacità
metacognitiva)
 Operare scelte corrette e responsabili nello spazio, nel tempo, nei linguaggi verbali e non, nelle
relazioni
____________________________________________________________________
e) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Interdisciplinari (Cognitivi)
 pianificare scegliendo materiali e strumenti adeguati al progetto
 portare a termine un lavoro
 osservare e fare ipotesi sui fenomeni osservati
 descrivere osservazioni ed esperienze con un linguaggio appropriato
 acquisire la capacità di attenzione e di concentrazione
____________________________________________________________________
f) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Disciplinari (Cognitivi):
Scuola dell'infanzia:
Il sé e l'altro (Le grandi domande, il senso morale, il vivere insieme):
 esprimere il proprio punto di vista e confrontarsi con gli altri
 progettare giochi e attività insieme agli altri
I discorsi e le parole (comunicazione, lingua, cultura):
 arricchire il proprio lessico
 saper leggere immagini e simboli
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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
 verbalizzare semplici esperienze
 scrivere in modo intuitivo
 comprendere narrazioni
 memorizzare testi poetici
Il corpo in movimento (identità, autonomia, salute):
 esprimersi e comunicare mediante il corpo
 coordinarsi nei contesti individuali e di gruppo
 eseguire giochi ritmici e percorsi
La conoscenza del mondo (ordine, misura, spazio, tempo, natura):
 collocare eventi nel tempo
 orientarsi nel tempo della vita quotidiana
 compiere misurazioni
 registrare informazioni usando simboli
 orientarsi nello spazio
 individuare collegamenti e relazioni (somiglianze, differenze, causalità...)
Linguaggi, creatività, espressione (gestualità, arte, musica, multimedialità):
 comunicare ed esprimersi mediante diverse forme artistiche (drammatizzazione, disegno, musica...)
 utilizzare diverse tecniche espressive
 partecipare a spettacoli di vario tipo
Musica (Scuola infanzia-Scuola primaria):
1. esplorazione e percezione:
a. esplorare le possibilità sonore degli strumenti a percussione mediante i sensi
b. scoprire le differenze timbriche, fisiche e sonore degli strumenti a percussione
c. riconoscere suoni e rumori
d. conoscere e denominare gli strumenti a percussione
2. ascolto:
a. ascoltare eventi sonori e brani musicali a forte carattere ritmico
b. distinguere il suono dal silenzio
c. esprimere le emozioni suscitate dall'ascolto di brani musicali
3. produzione:
a. produrre semplici sequenze ritmiche per imitazione
b. accompagnare con le percussioni semplici canti e filastrocche
c. sonorizzare storie mediante le percussioni
d. tradurre le reazioni emotive suscitate da un brano o da un ritmo in altri linguaggi (grafico,
pittorico, gestuale, verbale)
e. abbinare tipologie di personaggi, azioni e stati d'animo ai diversi andamenti musicali
f. costruire gli strumenti a percussione con materiale di recupero
Discipline (Scuola primaria):
Italiano:
 arricchire il proprio lessico
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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
 verbalizzare semplici esperienze
 comprendere testi narrativi letti dall'insegnante e saperne raccontare il contenuto
 memorizzare testi poetici
 leggere le immagini
 produrre una serie di parole legate ad un concetto
Educazione motoria:
 esprimersi e comunicare mediante il corpo
 coordinarsi nei contesti individuali e di gruppo
 eseguire giochi ritmici e percorsi
Matematica:
 compiere misurazioni
 registrare informazioni usando simboli
 individuare collegamenti e relazioni (somiglianze e differenze)
Storia:
 collocare eventi nel tempo
 ordinare sequenze relative ai testi e ai filmati proposti
Geografia:
 orientarsi nello spazio
 conoscere i movimenti della Terra, il giorno e la notte, le stagioni e i contrasti fra esse.
 conoscere gli ambienti delle favole e dei filmati e le loro caratteristiche

Arte e immagine:
 comunicare ed esprimersi mediante diverse tecniche espressive
 osservare opere d'arte ed abbinare chiaro/scuro in rapporto ai colori
 rappresentare paesaggi con i colori adeguati
 partecipare a spettacoli di vario tipo
Cittadinanza:
 esprimere il proprio punto di vista e confrontarsi con gli altri
4. MEDIAZIONE DIDATTICA
a) Metodologia:
 ascolto selettivo
 strutturazione ludiforme dell'attività (giochi di ruolo, giochi imitativi, giochi simbolici...)
 tecniche espressive (pittoriche, teatrali, motorie, grafiche...)
 ricerca-azione
 esplorazione
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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
b) Tempi (durata): da Settembre ad Aprile con incontri a cadenza quindicinale della durata di 1 h circa
ciascuno
c) Fasi organizzative del percorso musicale:
fase iniziale (settembre):
 complilazione della scheda delle competenze in entrata
 somministrazione di un questionario in entrata (in forma orale per la Scuola dell'infanzia)
 tabulazione dei dati raccolti da parte dell'insegnante in una scheda d'ingresso
fase operativa (ottobre-marzo):
 esplorazione sensoriale degli strumenti a percussione
 rappresentazione grafica degli strumenti a percussione
 ascolto di brani
 visione di cortometraggi animati
 sonorizzazione di storie mediante le percussioni
 condivisione verbale di sensazioni, emozioni, vissuti
 traduzione grafica delle emozioni suscitate dall'ascolto dei brani dalla visione dei contributi video
 esecuzione di danze ritmate con l'accompagnamento degli strumenti a percussione
 documentazione del percorso da parte del docente, mediante, filmati, fotografie, registrazioni audio,
appunti...
 formulazione di domande-guida per stimolare i bambini
 spettacolo consclusivo
fase finale (aprile, verifica):
 somministrazione agli alunni del questionario in uscita (gli alunni della Scuola dell'infanzia
esprimeranno il loro parere mediante gli smiles)
 condivisione dell'esperienza compiuta
 compilazione scheda delle competenze in uscita da cui il docente trarrà la media
 relazione finale sul percorso da parte di tutti i docenti impegnati nel percorso didattico
 produzione, da parte del docente esperto in musica, di una presentazione in PPT che documenti il
percorso
d) Contenuti disciplinari:
Scuola dell'infanzia:
Il sé e l'altro:
 condivisione di momenti di gioco e di scoperta
 le emozioni provate nei momenti di benessere
 il disagio e la conflittualità
I discorsi e le parole:
 l'associazione tra fonemi e colori
 buio/luce, giorno/notte, paura/serenità, sole/luna, aperto/chiuso (e altri contenuti che rimandano
al contrasto chiaro/scuro) nei testi poetici e narrativi
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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
 parole "paurose" e parole "divertenti": giochi linguistici (ad esempio: scoprire partendo da una
parola-chiave proposta, una serie di parole ad essa collegate per poi suddividerle in "paurose" e
"divertenti" )
Il corpo in movimento:
 andature e comportamenti degli animali che vivono al buio;
 le azioni svolte di giorno e quelle svolte di notte;
 il corpo come strumento a percussione
 i sensi (riconoscere le persone e gli oggetti ad occhi chiusi o al buio solo mediante il tatto...)
Linguaggi, creatività, espressione:
 la rappresentazione grafico-pittorica dei fenomeni e degli elementi naturali (il mare di giorno, il
mare di notte, il mare calmo, il mare agitato; la luce e il buio; il cielo sereno, il cielo grigio e nuvoloso;
il fiore chiuso e il fiore aperto; )
 drammatizzazione delle storie ascoltate e visionate
 scarabocchi sonori durante l'ascolto
 costruzione delle "scatole delle paure" in cui riporre i disegni "paurosi" dei bambini
Musica:
 gli strumenti a percussione e lo strumentario ORFF
 i parametri della musica
 attività ritmiche per imitazione
 esperienze corporee con il ritmo
 l'ascolto
 la musica classica e i cartoni
 l'improvvisazione mimico-gestuale, ritmica e sonora partendo da uno stimolo musicale
 la sonorizzazione, mediante le percussioni, di storie lette dall'insegnante
La conoscenza del mondo:
 le alternanze giorno/notte, temporale/sereno, luce/buio
 suoni e rumori della natura
 le successioni temporali: prima-dopo, ieri-oggi
 il ritmo giornaliero della natura e il comportamento di animali, piante, fiori, uomini...)
 gli elementi naturali: il sole come fonte di vita, la luna e le stelle
 i colori e le diverse gradazioni (dal chiaro allo scuro)
Scuola primaria:
Lingua italiana:

l'invenzione l'associazione tra fonemi e colori: le vocali aperte (chiaro) e le vocali chiude (scuro)

di brevi racconti e filastrocche in rima baciata

buio/luce, giorno/notte, paura/serenità, sole/luna, aperto/chiuso (e altri contenuti che rimandano
al contrasto chiaro/scuro) nei testi poetici e narrativi;

parole "paurose" e parole "divertenti": giochi linguistici
Ed. Motoria:
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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

l'esplorazione del mondo circostante attraverso i sensi (riconoscere le persone e gli oggetti ad occhi
chiusi o al buio solo mediante il tatto...)
Geografia:

I riferimenti topologici: dentro (scuro) e fuori (chiaro).

Gli elementi della natura: la luna e le stelle/ il sole e le nuvole.

Gli ambienti naturali
Storia:

L’alternanza giorno/notte.

Prima – adesso – dopo.

Il ritmo giornaliero della natura.
Scienze:
 I cinque sensi.
 Il regno animale.
 I fenomeni atmosferici: il temporale, il sereno.
Arte e immagine:
 Rappresentazione iconografica delle sensazioni suscitate dall’ascolto di un brano musicale.
 I paesaggi e le gradazioni cromatiche nelle opere d'arte
 Le tecniche di colorazione: i puntini, il tratteggio.
 I colori primari e le diverse gradazioni (le sfumature).
Musica:
 Il corpo come strumento a percussione.
 gli strumenti a percussione e lo strumentario ORFF
 il timbro scuro e il timbro chiaro degli strumenti a percussione.
 attività ritmiche per imitazione
 esperienze corporee con il ritmo
 l'ascolto
 la musica classica e i cartoni
 l'improvvisazione mimico-gestuale, ritmica e sonora partendo da uno stimolo musicale
 la sonorizzazione, mediante l’uso delle percussioni, di storie lette dall’insegnante
e) Procedura metodologica e descrizione delle attività (espressiva e interdisciplinare):
La procedura metodologica prevede un percorso che ingloba ambiti trasversali (sensoriali,
emozionali, relazionali) e interdisciplinari (cognitivi, didattici, disciplinari), il cui punto di partenza è il nucleo
tematico chiaro/scuro, che è anche lo sfondo integratore che unifica i vari apprendimenti.
Nella Scuola dell'infanzia, l'articolazione del percorso formativo per campi di esperienza agevola
notevolmente l'integrazione di tali ambiti, poichè ogni campo ingloba in sè le varie dimensioni di sviluppo della
persona (sensoriali, percettive, fisiche, relazionali e cognitive).
Nella Scuola primaria, invece, sarà necessario integrare le attività programmate sulla base dei
saperi disciplinari (svolte in classe) con quelle musicali ed espressive (svolte nel laboratorio musicale).
L'intero percorso sarà svolto secondo il metodo didattico laboratoriale che privilegia l'esperienza
diretta del bambino, il quale apprenderà investigando, esplorando e problematizzando la realtà circostante.
27
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
In tale contesto di esperienze integrate, si inserirà, dunque, il percorso musicale, che sarà articolato in
attività che privilegeranno la relazione con la corporeità e la messa in gioco di tutti i sensi. Significati e
strutture musicali saranno, infatti, vissuti innanzitutto fisicamente e poi conosciuti, elaborati e interpretati
cognitivamente.
I contenuti e le attività proposte faranno riferimento a tre aree da considerarsi contemporanee ed
integrate e precisamente:
1. l'esplorazione
2. l'ascolto
3. la produzione
In un primo momento, i bambini osserveranno, toccheranno e descriveranno gli strumenti a
percussione, ricorrendo ai diversi sensi: vista, udito, tatto. Ne sperimenteranno le sonorità, le forme e i
materiali di costruzione (legno, metallo...). Scopriranno che possono essere percossi (tamburo, tamburello a
sonagli, piatti, nacchere...), sfregati (raganella, guiro...), scossi (maracas, sonagli...). Scopriranno anche le
differenze timbriche dei vari materiali.
In questa prima fase di esplorazione e di scoperta degli strumenti, ad integrazione anche con l'area
linguistica, sarà utile la lettura dei seguenti racconti: "Gnomo battente e il tamburo" e "La batteria di zia
Biancamaria" tratti da "Musica Maestra 1" di Paola Fontana, Edizioni Paoline. Tali racconti offriranno
l'occasione per incontrare ed apprendere termini nuovi (ritmo, vibrazioni, batteria, percussione, rulli, ecc.)
e per scoprire che anche gli oggetti di uso comune possono trasformarsi in strumenti a percussione. Si
prenderanno, dunque, con l'aiuto dell'insegnante, delle casse risonanti come vasi e contenitori e sì proverà a
percuoterli. Si inviteranno i bambini a portare a scuola materiale di recupero con cui sarà possibile
realizzare rudimentali strumenti a percussione.
Per conoscere gli strumenti a percussione di cui la scuola non dispone (in genere rullanti, bonghi,
timbales...), sarà utile visionare immagini e filmati tratti anche dal WEB.
A completamento ed integrazione di questa prima fase, si proporranno schede grafiche da colorare
sugli strumenti a percussione conosciuti.
Il contatto e l'ascolto degli strumenti porterà i bambini a sperimentare il ritmo come qualcosa di
periodico e ripetitivo. Si chiederà ai bambini di produrne diversi (lenti, veloci, velocissimi) eseguendo
semplici schemi per imitazione con i legnetti, ma anche con le mani e con i piedi, scoprendo, così, che
anche il nostro corpo è uno strumento a percussione.
Si proporrà, poi, l'ascolto di diversi brani musicali che potranno essere accompagnati
ritmicamente con le mani, i piedi e gli strumenti (Suite “Lo schiaccianoci” – la marcia e la danza cinese.
Cartone animato con protagonisti Tom e Jerry in cui la colonna sonora è la Carmen di Bizet. "La danza
tribale della pioggia", dal CD "Musica Maestra!").
In riferimento sempre all'area linguistica, si spiegherà ai bambini che anche i nostri nomi e i nomi
delle cose contengono dei ritmi. Si proverà, quindi, a pronunciarli scandendoli con la voce e poi con le mani e
usando il triangolo per battere ed evidenziarne le diverse scansioni.
Momenti significativi saranno la visione di cortometraggi animati in cui il linguaggio musicale è in
sinergia con quello visivo e i cui contenuti rimandano al nucleo tematico Chiaro/Scuro ("The old mill", Walt
Disney 1937; "Gurugù. Cera una volta il buio"; "Danza della Fata Confetto, tratto da "Fantasia", Walt Disney).
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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
"The old mill", in particolare, offrirà diversi spunti di approfondimento: la successione
temporale/sereno, l'alternanza del giorno e della notte, i fenomeni atmosferici (il vento, i tuoni, la pioggia); il
ritmo della natura (evidenziato dalla chiusura notturna delle ninfee, dal popolamento notturno dello stagno di
lucciole, grilli e rane); i suoni ed i rumori che caratterizzano il temporale (annunciato dal vento che agita le
canne, espresso attraverso la paura degli abitanti del vecchio mulino, quali pipistrelli, colombi, uccellini, gufi
e segnato dall'intensificarsi della pioggia e del vento, dalle finestre del mulino che sbattono in maniera
concitata e dalle pale che si spezzano). Nella scena conclusiva del cortometraggio, il mulino cade giù, ma alla
fine torna il sereno e tutti gli animali ritornano alla loro vita di sempre.
L’ascolto e la visione saranno seguiti:
 dalla verbalizzazione delle sensazioni e dall’espressione corporea che daranno “forma” alle
sensazioni provate durante la fruizione audiovisiva;
 dalla sonorizzazione degli elementi naturali e del regno animale mediante gli strumenti a
percussione (triangoli, guiro, campanelli, glockenspiel...);
 dalla produzione grafica.
La visione di "The old mill" offrirà anche un altro interessante spunto: la trattazione del binomio di
opposti paura/serenità. L'intensificarsi del temporale reso dagli effetti cromatici e sonori e dalle
espressioni di sgomento degli animali (l'uccellino, il gufo...) suscita sensazioni di paura nell'animo
dell'osservatore. Si chiederà, quindi, ai bambini di verbalizzare le sensazioni provate durante la visione e
l'ascolto del filmato. Si condivideranno le loro paure e i loro sogni più brutti e gli si chiederà di
rappresentarli graficamente. Si proporranno giochi linguistici, quali ad esempio: associare ad una parolachiave proposta, una serie di parole ad essa collegate, per poi suddividerle in parole "paurose" e in parole
"tranquille". Si costruiranno, infine, le scatole "scacciapaura", nelle quali si riporranno tutti gli elaborati dei
bambini.
Dal punto di vista linguistico, si accompagnerà e si integrerà l'esperienza con la lettura e la
sonorizzazione di racconti e filastrocche sulla paura: "Paura" di Giusi Quarenghi, da "Storielle a quattro
mani", Franco Panini Ragazzi; "Il buio" di guido Quarzo, da "Chiaro scuro", Edizioni Elle; "Ombre. Un libro
luminoso" di Arnaud Roi, Franco Parini Ragazzi; "Filastrocca della paura" di M. L. Giraldo da ""C'è chi fila
filastrocche", Il punto d'incontro.
La paura principale dei bambini è quella del buio. Si proverà a superarla portandoli alla scoperta
dell'alternanza giorno/notte. Mediante un percorso integrato (linguistico, espressivo, logico-matematico e
scientifico) si scopriranno e si ricostruiranno: i momenti della giornata scolastica e le azioni del mattino, del
mezzogiorno e del pomeriggio; la linea del tempo della propria giornata personale includendo anche il
momento del riposo notturno. Si integrerà la scoperta con attività psicomotorie in palestra (attività con i
teli), giochi imitativi (le azioni del giorno e della notte, giochi "senza luce" per riconoscere le persone e gli
oggetti con l'uso del solo tatto; giochi con le torce), ascolto, memorizzazione e sonorizzazione delle seguenti
filastrocche: "Tutti a nanna" di Tony Wolf, da "Le filastrocche degli animali", Dami Editore; "Il sonno della
terra" di Maria Loretta Giraldo da "Rime per quattro stagioni", Giunti. Utile sarà anche la poesia di G. Rodari
"I colori del giorno e della notte", che sarà sonorizzata con gli strumenti a percussione e rappresentata
graficamente. Essa offrirà lo spunto per conoscere i colori e le gradazioni (dal chiaro allo scuro) in
relazione ai fenomeni atmosferici e al ciclo solare: il cielo di giorno e di notte, all'alba e al tramonto, nuvoloso
e limpido; il mare di giorno e di notte, il mare calmo e il mare agitato. La scoperta avverrà mediante la
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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
visione di immagini e l'osservazione diretta, quando possibile. Si assoceranno poi ai colori, i suoni e le
nostre emozioni. Al rosso scuro o al nero ad esempio, si potranno associare la rabbia e il battito regolare
del tamburo ne potrebbe evocare il crescendo: quando esplode, è come un mostro peloso tutto rosso che si
muove al suono del tamburo. Si drammatizzerà l'emozione della rabbia facendo immaginare ai bambini di
trasformarsi in tanti mostri pelosi che urlano e si muovono al ritmo di questo strumento. Ma la rabbia passa
subito e così torna la calma. Si immaginerà, allora, di essere tante farfalle che svolazzano tra il verde dei
prati e l'azzurro del cielo, sottolineando il battito delle ali con il battito del triangolo.
"La danza della fata confetto", nel cortometraggio "Fantasia", invece, è un perfetto esempio di
traduzione in linguaggio visivo della opposizione chiarezza/oscurità. C'è una precisa relazione tra immagini
chiare e altezza dei suoni, ben evidente nella sincronizzazione fra le traiettorie luminose delle fate e i suoni
acuti della celesta. Si proverà a ricreare con gli strumenti a percussione e contemporaneamente con la
produzione grafico-pittorica, questa sinestesia, distinguendo tra strumenti dal timbro chiaro, come il
triangolo o il glockenspiel (che richiamano i colori chiari) e strumenti dal timbro scuro, come il timpano
(che richiamano i colori scuri).
Con il contributo dell'Educazione all'immagine, si porrà l'accento su un aspetto del suono già
anticipato: quello cromatico. I suoni chiari e in suoni scuri saranno messi a confronto con illustrazioni di
paesaggi che consentiranno di discriminare colori caldi e colori freddi, chiari e scuri, associati a sensazioni
e stati d'animo che tali colori suggeriranno. Con l'ausilio del WEB, si potranno visionare opere d'arte di
diverso periodo storico e riprodurle con varie tecniche espressive (ad esempio: "Paesaggio notturno"
(1907), "Notte estiva" (1906), "Sera. L'albero rosso." (1908-1910) di Piet Mondrian; "Impressione. Sole
nascente" (1872), "Lo stagno delle ninfee" (1899) di Clode Monet, ecc.)
A conclusione del percorso, come sintesi del lavoro fatto, gli alunni di entrambi gli ordini scolastici
realizzeranno insieme uno spettacolo sul tema di "The old mill", durante il quale saranno suonati gli
strumenti a percussione forniti dalla scuola, ma anche quelli costruiti dai bambini.
f) Mezzi (oggetto didattico, risorse materiali, …):
risorse materiali: strumenti a percussione e strumentario ORFF (legnetti, glockenspiel, shakers in legno,
congas, campane tubolari, congas remo, bastone della pioggia, mini congas, campanelli, metallofono,
timpano, xilofono soprano, maracas, triangoli, tamburelli); DVD, Cd audio, file audio Mp3, macchina
fotografica, stereo, tv, lettore dvd, teli, foulard, tempere, pennelli, matite colorate e pennarelli, materiale di
recupero;
oggetto didattico:
presentazione in PPt contenente
1. Una breve presentazione dell’esperienza;
2. Una breve presentazione del gruppo classe;
3. I testi proposti, le musiche proposte, i video proposti.
4. lo spettacolo conclusivo
5. CONTROLLO DEGLI APPRENDIMENTI
a) Verifica (attività espressiva conclusiva o attività interdisciplinare)
30
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
 osservazione diretta del comportamento dei bambini nelle diverse situazioni (osserveremo anche se
alcuni bambini faticano a esprimere le loro emozioni, a mettersi in gioco a livello corporeo o hanno
paura di affrontare esperienze forti come la rabbia...)
 modalità e grado di coivolgimento dei bambini
 atteggiamento durante l'ascolto
 capacità di distinguere i vari strumenti a percussione suonati
 aspetti motori e di espressività corporea associati alla musica
 conversazioni
 elaborati grafici dei bambini
 esecuzioni ritmiche
 verbalizzazioni dei bambini e loro capacità di interpretare la musica e di rapportarla alle proprie
sensazioni ed emozioni
 preferenze musicali e scelte personali espresse e motivate da ognuno
b) Valutazione delle competenze sensoriali/emozionali/relazionali
questionario in uscita
c) Valutazione delle competenze trasversali/interdisciplinari
La valutazione sarà data dall’osservazione del miglioramento o meno del comportamento del bambino
all’interno del gruppo-classe. La collaborazione, il rispetto del pensiero altrui, il riuscire a gestire le proprie
emozioni, testimonieranno la validità del percorso. Dal punto di vista interdisciplinare, si verificherà il
raggiungimento degli obiettivi relativi ad ogni ambito di esperienza/disciplina e si considererà la validità del
percorso integrato e la ricaduta sull'apprendimento del bambino.
d) Strumenti per la valutazione (di processo, di prodotto; es: Strumento didattico Gold)
Strumento didattico Gold. Pubblicazione dei lavori sul sito internet della scuola.
e) Documentazione in progress delle esperienze (descrizione dell’esperienza, annotazioni su
esperienze e condivisioni, relazione finale, prodotti, verbali del consiglio di classe, video, foto, ppt, …)
Diario di bordo, relazione finale, estratti del verbale dell’interclasse, video, foto, ppt.
Bibliografia dei testi narrativi e poetici:
1.
2.
3.
"Gnomo battente e il tamburo" e "La batteria di zia Biancamaria" tratti da "Musica Maestra 1" di
Paola Fontana, edizioni Paoline;
"Paura" di Giusi Quarenghi, da "Storielle a quattro mani", Franco Panini Ragazzi;
"Il buio" di guido Quarzo, da "Chiaro scuro", Edizioni Elle;
31
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
4.
5.
6.
7.
8.
"Ombre. Un libro luminoso" di Arnaud Roi, Franco Parini Ragazzi;
"Filastrocca della paura" di M. L. Giraldo da ""C'è chi fila filastrocche", Il punto d'incontro;
"Tutti a nanna" di Tony Wolf, da "Le filastrocche degli animali", Dami Editore;
"Il sonno della terra" di Maria Loretta Giraldo da "Rime per quattro stagioni", Giunti;
"I colori del giorno e della notte" di G. Rodari.
Cortometraggi animati:
1.
Suite “Lo schiaccianoci” – la marcia e la danza cinese. Cartone animato con protagonisti Tom e Jerry
in cui la colonna sonora è la Carmen di Bizet;
2.
"The old mill", Walt Disney 1937;
3.
"Danza della Fata Confetto, tratto da "Fantasia", Walt Disney.
Brani musicali:
1.
2.
3.
“Musica per archi, percussioni e celesta” di Béla Bartók;
“ O fortuna” dai Carmina Burana di Orff.
"La danza tribale della pioggia", dal CD "Musica Maestra!" di Paola Fontana
SECONDA UNITA'
Una storia in musica
32
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Destinatari: prima e seconda classe della scuola primaria
Premessa
Capita a molti bambini di vivere relazioni difficili con gli altri, o quantomeno, poco soddisfacenti e spesso così
“ingarbugliate” al punto da non capire dove inizia il proprio contributo nel far si che la relazione proceda in
modo così complicato e dove si posizioni il contributo dell’”altro”.
Se crediamo che esista una circolarità delle interazioni umane, dove la causa e l’effetto non si susseguono in
un processo lineare ma circolare, allora forse abbiamo la chance di comprendere che è un “loop” che viene
a crearsi, a partire dai contributi reciproci che mettiamo in scena all’interno di una relazione di qualsiasi
genere.
Il punto è, spesso, avere una profonda consapevolezza della dinamica in atto con l’altro, comprendere quali
sono i pattern all’opera e in che modo, a partire da noi stessi, siamo i primi a contribuire a quel tipo di
relazione poco soddisfacente. Per i bambini non è facile comprendere tutto questo da soli, perché sono
immersi nella relazione ed è molto difficile assumere una posizione da osservatore che consenta loro di
vedere chiaramente cosa accade e cosa innesca quella specifica “circolarità”.
Alla base della difficoltà di comprendere dove inizi il processo considerato “disfunzionale” c’è anche, talvolta,
il bisogno di una delle due parti di riempire alcuni vuoti esistenziali, di soddisfare bisogni assolutamente
legittimi e naturali, come il riconoscimento, l’accettazione, l’affetto o l’amore, il semplice confronto e
scambio di esperienze personali. Questi sono bisogni assolutamente naturali ma sappiamo che difficilmente
potremo soddisfarli se attribuiamo a terzi il compito di “riconoscerci”, di “amarci” o di”valutarci” come
vorremmo essere valutati.
Quello che sappiamo, in realtà, è che se il bambino non ha un senso di autostima sufficientemente sviluppato
e presente, se non riesce a distinguere con chiarezza ciò che “è suo” da ciò che è dell’altro, se non è in
buona connessione con sé stesso, non riesce a porsi in modo sereno nei rapporti con “l’altro”.
Da qui l’esigenza di intraprendere nelle classi II e III un percorso didattico (musicalmente caratterizzato
dall’esplorazione degli strumenti a percussione) che abbia come finalità quella di rendere distesi i rapporti
fra compagni e, automaticamente, con “l’altro” posto al di fuori del gruppo classe. Da questo bisogno
formativo viene fuori il nucleo tematico UGUALE/DIVERSO, due opposti che in effetti si attraggono e si
annullano. “ L ’altro è diverso da me; io per l’altro sono diverso da lui. Allora tutti siamo diversi, e nell’essere
diversi, ci sentiamo tutti accomunati da questa diversità: siamo quindi uguali.”
1. DATI IDENTIFICATIVI
33
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
a) Classe: II e III classe - scuola primaria
b) Tipologia e n. Alunni: alunni normodotati. Presumibilmente 25 alunni per ciascuna classe.
c) Discipline coinvolte
MUSICA, ITALIANO, ED. MOTORIA, ARTE E IMMAGINE, CITTADINANZA, SCIENZE, MATEMATICA, GEOMETRIA,
GEOGRAFIA E STORIA.
2. RIFERIMENTI AI DOCUMENTI:
a) ministeriali e di istituto: Indicazioni Nazionali e di istituto (POF)
b) del consiglio di classe: verbali dell’interclasse e verbali delle programmazioni settimanali.
3. ARTICOLAZIONE APPRENDIMENTO UNITARIO IN OBIETTIVI FORMATIVI
a) Individuazione dei bisogni formativi (motivazioni, problematiche)

Recuperare le capacità di concentrazione, ascolto e autocontrollo.

Esercitare e sviluppare la memoria tattile, visiva ed acustica.

Favorire le relazioni positive con insegnanti e compagni.

Comunicare con il proprio corpo.

Saper riconoscere le proprie emozioni e gestirle all’interno del gruppo classe.

Innalzare l’autostima nel bambino.
b) Apprendimento Unitario da promuovere: Nucleo Tematico
UGUALE/DIVERSO
c) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Educativi: sensoriali/emozionali/relazionali

Educare alla conoscenza di sé e alla relazione con gli altri;

Gestire le emozioni: situazione attivante, pensieri, reazione emotiva e comportamentale;

Rafforzare il senso del gruppo e creare un clima d’ascolto;

Reinterpretare le differenze come coesistenze pacifiche.
d) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Trasversali(Cognitivi)

Memorizzare regole e procedimenti attinenti ai vari ambiti disciplinari.

Comprendere i contenuti riferendosi ai corrispondenti apprendimenti degli ambiti disciplinari.

Applicare contenuti, regole e procedimenti, utilizzando i linguaggi (canali comunicativi) e gli
strumenti specifici per risolvere situazioni problematiche.

Individuare le relazioni tra gli elementi di una situazione data (selezionare, classificare, ordinare per
affinità).
34
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

Produrre una sequenza di operazioni finalizzata alla strutturazione di una comunicazione o al
conseguimento di un risultato.

Trasferire l’esperienza in un diario di bordo.
e) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Interdisciplinari (Cognitivi)

Acquisire gli strumenti e le metodologie necessarie per un lavoro autonomo consapevole.

Conoscere il linguaggio specifico di ogni disciplina.

Rielaborazione consapevolmente i contenuti.

Acquisire capacità di sintesi.

Acquisire un metodo di studio adeguato e autonomo.
f) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Disciplinari (Cognitivi)
LINGUA ITALIANA:

Verbalizzare una semplice esperienza oralmente e per iscritto, esprimendo sentimenti ed emozioni.

Leggere filastrocche.

Comporre semplici filastrocche in rima baciata.

Leggere testi narrativi.
ED. MOTORIA:

Rielaborare i vissuti attraverso la libertà gestuale.

Eseguire giochi ritmici e percorsi.
SCIENZE:

Riconoscere e discriminare sensazioni visive: forme, colore e grandezza.

Conoscere, riconoscere e discriminare i 5 sensi.

Conoscere le funzioni dei 5 sensi.

Riconoscere e discriminare sensazioni tattili, visive e uditive.
CITTADINANZA:

Interagire e collaborare per un fine comune.

Accettare la diversità in quanto risorsa inesauribile di arricchimento.

Partecipare alle proposte, al lavoro di gruppo, alle attività comuni.
GEOMETRIA:

Individuare uguaglianze e differenze.

Riconoscere e denominare figure geometriche.

Riconoscere le dimensioni: spesso/sottile, largo/stretto, pesante/leggero.
STORIA:

Stabilire relazioni temporali (prima – adesso- dopo).
MATEMATICA:

Riconoscere l’uguaglianza e la diversità nei numeri.
GEOGRAFIA:

Conoscere le caratteristiche comportamentali dell’uomo legate al contesto in cui vive.
ARTE E IMMAGINE:
35
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

Usare in modo creativo le tecniche grafico-pittoriche per esprimere sensazioni, sentimenti e stati
d’animo.

Leggere immagini.
ED. AL SUONO E ALLA MUSICA:

Sperimentare lo strumento a percussione mediante il tatto.

Sperimentare lo strumento a percussione mediante l’udito (i parametri del suono).

Riconoscere uguaglianze e differenze timbriche .

Usare creativamente lo strumento.

Riconoscere l’uguaglianza e la diversità nelle cellule ritmiche.

Riconoscere e produrre semplici sequenze ritmiche per imitazione

Rispettare il proprio turno durante un esecuzione strumentale.

Accompagnare con le percussioni semplici filastrocche o musiche con forte denotazione ritmica
(marce).

Sonorizzare storie mediante le percussioni.

Sviluppare la capacità di interazione ritmica e motoria.

Ascoltare brani musicali a forte carattere ritmico.

Affinare le capacità analitiche nell’ascolto.

Sviluppare le capacità di interazione motoria, gestuale, verbale e iconica, relative all’ascolto di un
brano (fruizione, espressione, comunicazione).
4. MEDIAZIONE DIDATTICA
a) Metodologia

Codici espressivi: alfabetico/verbale, ideografico, pittografico, gestuale, vocale, strumentale e
motorio.

Ascolto selettivo.

Struttura ludiforme delle attività.

Condivisione.

Somministrazione di questionari a risposta multipla o a risposta chiusa.

Somministrazione di schede.

Tabelle raccolta dati.

Diario di bordo.
b) Tempi (durata)
Da settembre a marzo .
c) Fasi organizzative
Le attività si svolgeranno a classi aperte. Ogni incontro durerà un’ora e si svolgerà ogni quindici giorni.
(Le fasi organizzative sono riferite esclusivamente all’attività musicale).
Fase iniziale (settembre):
36
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

Somministrazione di un questionario in entrata.

Compilazione , da parte dell’insegnante, della Scheda delle competenze della classe in entrata
traendo una media dai questionari.
Fase operativa (da ottobre a febbraio = 10 incontri per un totale di 10 ore):

Esplorazione dello strumento a percussione mediante il tatto, l’udito e la vista.

Sonorizzazione, mediante l’uso degli strumenti a percussione, di storie lette dall’insegnante.

Dialoghi sonori fra gli strumenti a percussione (percezione timbrica).

Ascolto di musiche mediante registrazioni audio oppure attraverso dei video, dove gli strumenti a
percussione siano predominanti e dove, invece, caratterizzano il ritmo della melodia.

Condivisione verbale e scritta su sensazioni, emozioni, vissuti, relazione con gli altri (il docente avrà
cura di prendere appunti).

Espressione verbale e scritta delle emozioni suscitate dall’ascolto dei brani.

Espressione iconografica delle emozioni suscitate dall’ascolto dei brani.

Esecuzione di danze in cui il ritmo è scandito dagli strumenti a percussione e accompagnamento
della musica con gli strumenti a percussione.

Il docente prende appunti durante tutta la durata del percorso didattico-educativo, formula domande
guida per stimolare i bambini.

Fase finale - giugno (verifica del percorso):

Somministrazione agli alunni del questionario in uscita.

Compilazione, da parte dell’insegnante, della Scheda delle competenze delle classi in uscita traendo
la media.

Relazione finale sul percorso (da parte di tutti i docenti coinvolti nel percorso didattico-educativo).

Ppt creato dal docente esperto in attività musicale e comprovante le attività musicali dei bambini
(danze, sperimentazione sonora dello strumento, etc.) ed eventuali aspetti innovativi del percorso didatticoeducativo.

Creazione di cartelloni in cui gli alunni avranno la possibilità di esporre i propri elaborati grafici,
scrivere le proprie sensazioni, disegneranno gli strumenti a percussione sui quali hanno sperimentato le
infinite possibilità espressive che lo stesso fornisce al fruitore.

Il docente documenta il percorso attraverso filmati, fotografie e registrazioni audio.
e) Contenuti disciplinari
ITALIANO:

Gli elementi della comunicazione verbale e scritta .

Testi orali: la filastrocca in rima baciata.

Produzione scritta di filastrocche in rima baciata.

Il testo narrativo “Il piccolo anatroccolo” di Andersen.
GEOMETRIA:

Le similitudini.

Le forme geometriche.
37
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

Le dimensioni.
MOTORIA:

Giochi ritmici, percorsi, movimenti liberi, danze.
SCIENZE:

I cinque sensi
CITTADINANZA:

La diversità come elemento di arricchimento nella società di oggi.
STORIA:

Il concetto di “Prima – adesso – dopo” inteso come diversità.

La contemporaneità intesa come uguaglianza.

La linea del tempo.
MATEMATICA:

La numerazione .

Maggiore – minore – uguale.
GEOGRAFIA:

L’ambiente antropologico e quello naturale.
ARTE E IMMAGINE:

Le tecniche di colorazione.

L’uguaglianza e la diversità nell’arte.
ED. AL SUONO E ALLA MUSICA:

L’esplorazione sonora: la percussione e lo sfregamento.

I parametri della musica.

La cellula ritmica.

Attività ritmiche per imitazione.

Esperienze a corpo libero con il ritmo.

La produzione iconica legata all’ascolto.

Le percussioni nell’orchestra .

La musica e i cartoni animati.

La danza.

L’improvvisazione mimico-gestuale, ritmica e sonora, ad un dato stimolo musicale.
f) Procedura metodologica e descrizione delle attività (espressiva e interdisciplinare)
Oltre alle attività programmate sulla base dei saperi disciplinari e svolte in classe, i bambini
sperimenteranno attività basate sulla "didattica laboratoriale". Queste ultime saranno realizzate in orario
curriculare nel laboratorio musicale presente all’interno della scuola primaria.
Alle attività in aula e a quelle laboratoriali, si aggiungeranno le esperienze trasversali di apprendimento che
miglioreranno i processi cognitivi, grazie agli argomenti interdisciplinari.
In un primo momento i bambini "sperimenteranno la sonorità" degli strumenti a percussione, attivando così
il senso del tatto, dell’udito e anche della vista. Successivamente sperimenteranno, con l’aiuto della tecnica
38
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
del parlato, semplici schemi ritmici per imitazione; questi schemi serviranno da accompagnamento alle
filastrocche e saranno riprodotti con gli strumenti a percussione.
Useranno le percussioni anche per "sonorizzare" storie lette dall’insegnante.
(Filastrocca Diritto ad essere cittadini d’Europa di B. Tognolini e il testo narrativo Il brutto anatroccolo di
Andersen).
Per eseguire semplici ritmi o semplici melodie, i bambini creeranno partiture usando una notazione non
convenzionale stabilita da loro stessi.
L’ascolto di file audio sarà articolato in due momenti: durante la prima fase il bambino familiarizzerà con la
musica proposta, ascoltandola più volte. Avrà anche la possibilità di sperimentare lo strumento a
percussione suonandolo durante l’ascolto del brano.
(Suite Lo schiaccianoci – la marcia e la danza cinese. Cartone animato con protagonisti Tom e Jerry in cui la
colonna sonora è la Carmen di Bizet).
In un secondo momento l’ascolto sarà mirato alla produzione grafica , alla verbalizzazione delle sensazioni e
all’espressione corporea così da dare “forma” alle sensazioni provate durante la riproduzione musicale.
Considerato che la scuola non possiede tutti gli strumenti della famiglia delle percussioni, sarà bene far
vedere ai bimbi dei video in cui potranno prendere conoscenza di alcune percussioni ,vedere come si
suonano e, soprattutto, ascoltarne il suono.
(Musica per archi, percussioni e celesta di Bela Bartok. O fortuna dai Carmina Burana di Orff).
Un momento molto significativo sarà l’attivazione del "LABORATORIO DEL DIALOGO" (un laboratorio dentro al
laboratorio). All’interno di questo “spazio” i bambini saranno lasciati liberi di sperimentare lo strumento
attraverso il dialogo sonoro. Vari sono i giochi che si potranno fare: la domanda ritmica e la sua relativa
risposta, la domanda timbrica e la sua relativa risposta, etc… Queste attività saranno mirate allo sviluppo
della percezione ritmica e timbrica.
Sempre all’interno di questo laboratorio, l’insegnante mediante il tamburo dell’oceano, proporrà ai bambini
un ostinato ritmico sul quale uno strumento alla volta improvviserà melodie o ritmi. Sarebbe opportuno
effettuare questa attività dopo aver fatto ascoltare ai bambini delle musiche a forte carattere ritmico
(marce) . Contemporaneamente alla produzione sonora, gruppi di alunni potranno esprimersi liberamente
con il corpo.
Altro momento importante sarà sperimentare il ritmo attraverso il corpo (danza) e contemporaneamente
all’accompagnamento ritmico mediante lo strumento a percussione.
(La marcia di Radetzky).
I bambini saranno anche impegnati nello scoprire come la musica sia strettamente collegata al mondo dei
cartoni animati, in quanto permette di far capire a chi guarda, i sentimenti e le sensazioni dei protagonisti.
(Le Silly Simphonies disneyane “The Ugly Duckling” del 1939 ).
g) Mezzi (oggetto didattico, risorse materiali, …)
L’oggetto didattico è un ppt creato dalla docente di musica che conterrà:
1)
Una breve presentazione dell’esperienza;
2)
Una breve presentazione del gruppo classe;
3)
I testi proposti, le musiche proposte, i video proposti.
Le risorsi materiali saranno le seguenti:
39
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

STRUMENTI A PERCUSSIONE (legnetti, glockenspiel, shakers in legno, congas, campane tubolari,
congas remo, bastone della pioggia, mini congas, campanelli, metallofono, timpano, xilofono soprano,
maracas, triangoli, tamburelli).

Video tratti da internet (You Tube)

File audio Mp3.

Carta e colori a tempera, a matita, a cera, pastelli ad olio, a spirito.
5. CONTROLLO DEGLI APPRENDIMENTI
a) Verifica (attività espressiva conclusiva o attività interdisciplinare)
I bambini si esibiranno in esecuzioni ritmiche inventate da loro mediante partitura non convenzionale e
danzeranno sulla marcia di Radetzky accompagnandone, con gli strumenti a percussioni, il ritmo. Inoltre
tutti gli elaborati grafici da loro prodotti durante l’ascolto dei brani, durante la sperimentazione sonora degli
strumenti, tutte le loro verbalizzazioni riguardanti le emozioni provate, le immagini dei momenti più salienti
del percorso didattico-educativo, saranno raggruppati in un ppt dall’insegnante.
b) Valutazione delle competenze sensoriali/emozionali/relazionali
Questionario in uscita.
c) Valutazione delle competenze trasversali/interdisciplinari
La valutazione sarà data dall’osservazione del miglioramento o meno del comportamento del bambino
all’interno del gruppo classe. La collaborazione, il rispetto del pensiero altrui, il riuscire a gestire le proprie
emozioni, testimonieranno la validità del percorso. Dal punto di vista interdisciplinare, ciascun docente potrà
verificare, ognuno nell’ambito della propria materia, se gli obiettivi sono stati raggiunti e se il tutto è stato
molto più semplice per il bambino, grazie alla messa in pratica di questo percorso didattico-educativo.
d) Strumenti per la valutazione (di processo, di prodotto; es: Strumento didattico Gold)
Strumento didattico Gold. Pubblicazione dei lavori sul sito internet della scuola.
e) Documentazione in progress delle esperienze (descrizione dell’esperienza, annotazioni su
esperienze e condivisioni, relazione finale, prodotti, verbali del consiglio di classe, video, foto, ppt, …)
Diario di bordo tenuto da tutti i docenti coinvolti nella sperimentazione, relazione finale, estratti del verbale
dell’interclasse, video, foto, ppt.
DIRITTO A ESSERE CITTADINI D’EUROPA
di Bruno Tognolini
40
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
C’ era una volta un Nuovissimo Regno
Rima di ferro, rima di legno
Che si chiamava Governo d’ Europa
Rima di straccio, rima di scopa
Tutti i regnanti si sono riuniti
Rima di chiodi, rima di viti
Per stabilire la Costituzione
Rima di stati, rima di zone
Mille bambini sono arrivati
Rima di fiori, rima di prati
Perché volevano dire la loro
Rima di canto, rima di coro
Visto che siete appena all’inizio
Rima di ozio, rima di vizio
Non fate sempre quel solito sbaglio
Rima di puzza, rima di aglio
Fate un bel regno che valga per tutti
Rima di fiori, rima di frutti
Anche per noi, non teneteci fuori
Rima di frutti, rima di fiori
E sarà un regno più degno perché
Rima con tutti fa rima con me.
Il Brutto anatroccolo
Fiaba di Hans Christian Andersen
L'estate era iniziata; i campi agitavano le loro spighe dorate, mentre il fieno tagliato profumava la campagna.
In un luogo appartato, nascosta da fitti cespugli vicini ad un laghetto, mamma anatra aveva iniziato la nuova
cova.
Siccome riceveva pochissime visite, il tempo le passava molto lentamente ed era impaziente di vedere uscire
dal guscio la propria prole.… Finalmente, uno dopo l'altro, i gusci scricchiolarono e lasciarono uscire alcuni
adorabili anatroccoli gialli.
- Pip! Pip! Pip! Esclamarono i nuovi nati, il mondo è grande ed è bello vivere!- Il mondo non finisce qui,- li ammonì mamma anatra,- si estende ben oltre il laghetto, fino al villaggio vicino,
ma io non ci sono mai andata. Ci siete tutti? - Domandò.
Mentre si avvicinava, notò che l'uovo più grande non si era ancora schiuso e se ne meravigliò.
Si mise allora a covarlo nuovamente con aria contrariata.
- Buongiorno! Come va? - Le domandò una vecchia anatra un po' curiosa che era venuta in quel momento a
farle visita.
41
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
- Il guscio di questo grosso uovo non vuole aprirsi, guarda invece gli altri piccoli, non trovi che siano
meravigliosi?- Mostrami un po' quest'uovo. - Disse la vecchia anatra per tutta risposta. - Ah! Caspita! Si direbbe un uovo di
tacchina! Ho avuto anche io, tempo fa, questa sorpresa: quello che avevo scambiato per un anatroccolo era
in realtà un tacchino e per questo non voleva mai entrare in acqua. Quest'uovo è certamente un uovo di
tacchino. Abbandonalo ed insegna piuttosto a nuotare agli altri anatroccoli!- Oh! Un giorno di più che vuoi che mi importi! Posso ancora covare per un po'. - Rispose l'anatra ben
decisa.- Tu sei la più testarda che io conosca! - Borbottò allora la vecchia anatra allontanandosi.
Finalmente il grosso uovo si aprì e lasciò uscire un grande anatroccolo brutto e tutto grigio.
- Sarà un tacchino! - Si preoccupò l'anatra. - Bah! Lo saprò domani!Il giorno seguente, infatti, l'anatra portò la sua piccola famiglia ad un vicino ruscello e saltò nell'acqua: gli
anatroccoli la seguirono tutti, compreso quello brutto e grigio.
- Mi sento già più sollevata, - sospirò l'anatra, - almeno non è un tacchino! Ora, venite piccini, vi presenterò
ai vostri cugini.La piccola comitiva camminò faticosamente fino al laghetto e gli anatroccoli salutarono le altre anatre.
- Oh! Guardate, i nuovi venuti! Come se non fossimo già numerosi!… e questo anatroccolo grigio non lo
vogliamo! - Disse una grossa anatra, morsicando il poverino sul collo.- Non fategli male! - Gridò la mamma anatra furiosa - E' così grande e brutto che viene voglia di maltrattarlo!
- Aggiunse la grossa anatra con tono beffardo.- E' un vero peccato che sia così sgraziato, gli altri sono tutti
adorabili, - rincarò la vecchia anatra che era andata a vedere la covata.
- Non sarà bello adesso, può darsi però che, crescendo , cambi; e poi ha un buon carattere e nuota meglio
dei suoi fratelli, - assicurò mamma anatra, -La bellezza, per un maschio, non ha importanza, - concluse, e lo accarezzò con il becco - andate, piccoli
miei, divertitevi e nuotate bene!Tuttavia, l'anatroccolo, da quel giorno fu schernito da tutti gli animali del cortile: le galline e le anatre lo
urtavano, mentre il tacchino, gonfiando le sue piume, lo impauriva.
Nei giorni che seguirono, le cose si aggravarono: il fattore lo prese a calci e i suoi fratelli non perdevano
occasione per deriderlo e maltrattarlo.
Il piccolo anatroccolo era molto infelice. Un giorno, stanco della situazione, scappò da sotto la siepe.
Gli uccelli, vedendolo, si rifugiarono nei cespugli. "Sono così brutto che faccio paura!" pensò l'anatroccolo.
Continuò il suo cammino e si rifugiò, esausto, in una palude abitata da anatre selvatiche che accettarono di
lasciargli un posticino fra le canne.
Verso sera, arrivarono due oche selvatiche che maltrattarono il povero anatroccolo già così sfortunato.
Improvvisamente, risuonarono alcuni spari: le due oche caddero morte nell'acqua! I cacciatori, posti intorno
alla palude, continuarono a sparare. Poi i lori cani solcarono i giunchi e le canne. Al calar della notte, il
rumore cessò.
Il brutto anatroccolo ne approfittò per scappare il più velocemente possibile. Attraversò campi e prati,
mentre infuriava una violenta tempesta. Dopo qualche ora di marcia, arrivò ad una catapecchia la cui porta
era socchiusa.
L'anatroccolo si infilò dentro: era la dimora di una vecchia donna che viveva con un gatto ed una gallina. Alla
42
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
vista dell'anatroccolo, il micio cominciò a miagolare e la gallina cominciò a chiocciare, tanto che la
vecchietta, che aveva la vista scarsa, esclamò:
- Oh, una magnifica anatra! Che bellezza, avrò anche le uova… purché non sia un' anatra maschio! Beh, lo
vedremo, aspettiamo un po'!-La vecchia attese tre lunghe settimane, ma le uova non arrivarono e cominciò a
domandarsi se fosse davvero un'anatra! Un giorno, il micio e la gallina, che dettavano legge nella stamberga,
interrogarono l'anatroccolo:
- Sai deporre le uova? - domandò la gallina;
- No - rispose l'anatroccolo un po' stupito.
- Sai fare la ruota? - domandò il gatto;
- No, non ho mai imparato a farla! - rispose l'anatroccolo sempre più meravigliato.
- Allora vai a sederti in un angolo e non muoverti più! - gli intimarono i due animali con cattiveria.
Improvvisamente, un raggio di sole e un alito di brezza entrarono dalla porta.
L'anatroccolo ebbe subito una grande voglia di nuotare e scappò lontano da quegli animali stupiti e cattivi.
L'autunno era alle porte, le foglie diventarono rosse poi caddero.
Una sera, l'anatroccolo vide alcuni bellissimi uccelli bianco dal lungo collo che volavano verso i paesi caldi. Li
guardò a lungo girando come una trottola nell'acqua del ruscello per vederli meglio: erano cigni! Come li
invidiava!
L'inverno arrivò freddo e pungente; l'anatroccolo faceva ogni giorno un po' di esercizi nel ruscello per
riscaldarsi. Una sera dovette agitare molto forte le sue piccole zampe perché l'acqua intorno a lui non
gelasse: ma il ghiaccio lo accerchiava di minuto in minuto finché, esausto e ghiacciato, svenne.
Il giorno seguente, un contadino lo trovò quasi senza vita; ruppe il ghiaccio che lo circondava e lo portò ai
suoi ragazzi che lo circondarono per giocare con lui. Ahimè, il poveretto ebbe una gran paura e si gettò
prima dentro un bidone di latte e poi in una cassa della farina. Finalmente riuscì ad uscire e prese il volo
inseguito dalla moglie del contadino.
Ancora una volta il brutto anatroccolo scappò ben lontano per rifugiarsi, esausto, in un buco nella neve.
L'inverno fu lungo e le sue sofferenze molto grandi, ma un giorno le allodole cominciarono a cantare e il sole
riscaldò la terra: la primavera era finalmente arrivata!
L'anatroccolo si accorse che le sue ali battevano con molto più vigore e che erano anche molto robuste per
trasportarlo sempre più lontano. Partì dunque per cercare nuovi luoghi e si posò in un prato fiorito. Un salice
maestoso bagnava i suoi rami nell'acqua di uno stagno dove tre cigni facevano evoluzioni graziose.
Conosceva bene quei meravigliosi uccelli! L'anatroccolo si lanciò disperato verso di loro gridando:
- Ammazzatemi, non sono degno di voi!Improvvisamente si accorse del suo riflesso sull'acqua: che sorpresa! Che felicità! Non osava crederci: non
era più un anatroccolo grigio, era diventato un cigno: come loro!!
I tre cigni si avvicinarono e lo accarezzarono con il becco dandogli così il benvenuto, mentre alcuni ragazzi
attorno allo stagno declamavano a gran voce la sua bellezza e la sua eleganza.
Mise la testa sotto le ali, quasi vergognoso di tanti complimenti e tanta fortuna: lui che era stato per tanto
tempo un brutto anatroccolo era finalmente felice e ammirato.
FILE VIDEO REPERIBILI SU YOU TUBE
1.
Suite “Lo schiaccianoci” – la marcia e la danza cinese.
43
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
2.
3.
4.
5.
6.
Cartone animato con protagonisti Tom e Jerry in cui la colonna sonora è la Carmen di Bizet.
“Musica per archi, percussioni e celesta” di Bela Bartok.
“ O fortuna” dai Carmina Burana di Orff.
La marcia di Radetzky.
Le Silly Simphonies Disneyane - “The Ugly Duckling” del 1939 .
ELENCO QUESTIONARI
1.
Questionario in entrata: per conoscere il gruppo classe, ai bambini verrà somministrata una
scheda che avrà duplice funzione; servirà per accertare i prerequisiti sulla conoscenza degli strumenti a
percussione e per rilevare l’aspetto sensoriale, emotivo e relazionale di ognuno di loro.
2.
Questionario in uscita: ai bambini verrà somministrato lo stesso questionario somministrato
all’ingresso. Le variabili serviranno per comprendere se ci sono stati cambiamenti nei risultati e quindi
servirà per verificare la validità o meno del percorso.
3.
Griglie di rilevazione dati: l’insegnante creerà una griglia di rilevazione dei dati per tabulare i
risultati dei questionari in entrata e in uscita, così da trarne le medie.
TERZA UNITA'
Una finestra sul mondo
44
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Destinatari: classi quarte e quinte della scuola primaria.
Premessa
Accettare la diversità non significa sminuire chi è diverso. Accettare la diversità significa riconoscere
che chi è diverso da noi ha qualcosa in più da insegnarci, qualcosa di utile che a noi manca. Solo
attraverso il sentimento dell'Unità potremo conoscere e migliorare per mezzo dell'altro.
(Tratto da "Un anno di riflessioni meditative con Natyan")
Se uno ama l'altro solo per ciò che di lui ha compreso e per ciò che corrisponde agli ideali e ai
desideri che egli stesso su di lui ha concepito, in verità non lo ama. E' necessario accettarlo così
com'è, in se stesso e per se stesso. Solo in questo modo scoprirai l'altro nella sua verità.
(Karl Rahner)
La "multiculturalità" è un concetto che descrive la fattuale compresenza di culture diverse entro una
società. E’ un dato di fatto i cui sviluppi appaiono irreversibili e incontenibili proprio perché quanto va
accadendo non potrà mai essere arrestato da leggi restrittive sull’immigrazione nei diversi paesi..
Credo che le differenze somatiche, che le origini, vadano percepite e vissute dai bambini nella giusta misura.
Non si può pensare di rendere integro, di rendere uno ciò che è costitutivamente diverso. Bisogna invece
abituare i bambini, fin dalla più tenera età, a conoscere le diverse culture e ad agire nell’ottica
dell’integrazione.
Accettare la diversità come valore e come dimensione costitutiva dell’organizzazione sociale e culturale,
comporta lo sviluppo del pensiero aperto, capace di uscire dai propri orizzonti culturali e di ristrutturare i
propri modi di pensare e di sentire.
Per "pensiero aperto" si intende il pensiero capace di dirigersi verso quelli di altre culture per scoprirne e
comprenderne le differenze e le connessioni, capace, inoltre, di tornare nella propria cultura arricchito
dall’esperienza del confronto.
In quest’ottica si inserisce l’ideazione di un nucleo tematico centrato su UGUALE/DIVERSO (musicalmente
verrà trattato attraverso l’ esplorazione sonora delle percussioni, strumenti caratterizzanti le musiche
etniche).
Conoscere altre popolazioni diverse da noi per usi e costumi, permetterà ai bambini di entrare in relazione
empatica con queste diverse culture e, come ben sappiamo, tale relazione è promotrice della crescita
dell’individuo.
45
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
1. DATI IDENTIFICATIVI
a) Classe: IV e V classe - scuola primaria
b) Tipologia e n. Alunni: alunni normodotati. Presumibilmente 25 alunni per ciascuna classe.
46
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
c) Discipline coinvolte
MUSICA, ITALIANO, ED. MOTORIA, ARTE E IMMAGINE, CITTADINANZA, SCIENZE, MATEMATICA, GEOMETRIA,
GEOGRAFIA E STORIA.
2. RIFERIMENTI AI DOCUMENTI:
a) ministeriali e di istituto: Indicazioni Nazionali e di istituto (POF)
b) del consiglio di classe: verbali dell’interclasse e verbali delle programmazioni settimanali.
3. ARTICOLAZIONE APPRENDIMENTO UNITARIO IN OBIETTIVI FORMATIVI
a) Individuazione dei bisogni formativi (motivazioni, problematiche)










Recuperare le capacità di concentrazione, ascolto e autocontrollo.
Esercitare e sviluppare la memoria tattile, visiva ed acustica.
Favorire le relazioni positive con insegnanti e compagni.
Comunicare con il proprio corpo.
Saper riconoscere le proprie emozioni e gestirle all’interno del gruppo classe.
Innalzare l’autostima nel bambino.
Rispettare gli altri nelle loro diversità fisiche e culturali.
Accettare la diversità e comprenderne l’arricchimento che rappresenta all’interno del gruppo.
Favorire la disponibilità alla collaborazione.
Offrire e accettare collaborazioni negli scambi interpersonali.
b) Apprendimento Unitario da promuovere: Nucleo Tematico
UGUALE/DIVERSO
c) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Educativi: sensoriali/emozionali/relazionali




Educare alla conoscenza di sé e alla relazione con gli altri;
Gestire le emozioni: situazione attivante, pensieri, reazione emotiva e comportamentale;
Rafforzare il senso del gruppo e creare un clima d’ascolto;
Reinterpretare le differenze come coesistenze pacifiche.
d) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Trasversali (Cognitivi)
47
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

Memorizzare termini, fatti specifici, classificazioni ritenute fondamentali per i vari ambiti disciplinari,
mediante rubriche, archivi e tabelle.

Memorizzare regole e procedimenti attinenti ai vari ambiti disciplinari.

Comprendere i contenuti riferendosi ai corrispondenti apprendimenti degli ambiti disciplinari.

Applicare contenuti, regole e procedimenti, utilizzando i linguaggi (canali comunicativi) e gli
strumenti specifici per risolvere situazioni problematiche.

Analizzare l’aspetto morfologico di una situazione data.

Individuare le relazioni tra gli elementi di una situazione data (selezionare, classificare, ordinare per
affinità).

Produrre una sequenza di operazioni finalizzata alla strutturazione di una comunicazione o al
conseguimento di un risultato.

Elaborare in modo personale e creativo le conoscenze dei vari ambiti disciplinari.

Trasferire le conoscenze acquisite in situazioni nuove e diverse.

Valutare una situazione data confrontando ipotesi.

Valutare la corrispondenza tra ipotesi e tesi attraverso i procedimenti attuati.

Trasferire l’esperienza in un diario di bordo.
e) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Interdisciplinari (Cognitivi)





Acquisire gli strumenti e le metodologie necessarie per un lavoro autonomo consapevole.
Conoscere il linguaggio specifico di ogni disciplina.
Elaborare in modo coerente, utile e personale gli apprendimenti.
Acquisire capacità di critica e di sintesi.
Acquisire un metodo di studio ben organizzato, adeguato e autonomo.
f) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Disciplinari (Cognitivi)
LINGUA ITALIANA:

Verbalizzare un’ esperienza oralmente e per iscritto, esprimendo sentimenti ed emozioni.

Leggere poesie.

Comporre filastrocche in rima baciata e alternata.

Leggere testi narrativi.
ED. MOTORIA:

Rielaborare i vissuti attraverso la libertà gestuale.

Eseguire giochi ritmici e percorsi.
SCIENZE:

Riconoscere e discriminare sensazioni visive, tattili e uditive.

Conoscere i fattori che determinano le diverse etnie umane.
CITTADINANZA:
48
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

Interagire e collaborare per un fine comune.

Accettare la diversità in quanto risorsa inesauribile di arricchimento.

Partecipare alle proposte, al lavoro di gruppo, alle attività comuni.

Conoscere le diverse forme di governo.
GEOMETRIA:

Individuare uguaglianze e differenze.

Riconoscere e denominare figure geometriche solide.

Riconoscere le dimensioni: spesso/sottile, largo/stretto, pesante/leggero.
STORIA:

Conoscere i conflitti che hanno caratterizzato i principali periodi storici determinando differenze
sociali e situazioni di grave disagio .
MATEMATICA:

Riconoscere l’uguaglianza e la diversità nei numeri.
GEOGRAFIA:

Comprendere che il territorio è costituito da elementi fisici e antropici connessi e interdipendenti.
ARTE E IMMAGINE:

Usare in modo creativo le tecniche grafico-pittoriche per esprimere sensazioni, sentimenti e stati
d’animo.

Leggere le opere di grandi scultori e pittori che hanno trattato la diversità e l’uguaglianza.
ED. AL SUONO E ALLA MUSICA:

Sperimentare lo strumento a percussione mediante il tatto.

Sperimentare lo strumento a percussione mediante l’udito (i parametri del suono).

Riconoscere uguaglianze e differenze timbriche .

Usare creativamente lo strumento.

Riconoscere l’uguaglianza e la diversità nelle cellule ritmiche.

Riconoscere e produrre semplici sequenze ritmiche per imitazione

Rispettare il proprio turno durante un esecuzione strumentale.

Accompagnare con le percussioni filastrocche o musiche etniche con forte denotazione ritmica (es:
le danze africane).

Sonorizzare poesie mediante le percussioni.

Sviluppare la capacità di interazione ritmica e motoria.

Ascoltare musiche etniche a forte carattere ritmico.

Affinare le capacità analitiche nell’ascolto.

Sviluppare le capacità di interazione motoria, gestuale, verbale e iconica, relative all’ascolto di un
brano (fruizione, espressione, comunicazione).
4. MEDIAZIONE DIDATTICA
49
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
a) Metodologia

Codici espressivi: alfabetico/verbale, ideografico, pittografico, gestuale, vocale, strumentale e
motorio.

Ascolto selettivo.

Visione di clip video.

Gioco/simulazione.

Condivisione.

Somministrazione di questionari a risposta multipla o a risposta chiusa.

Somministrazione di schede.

Tabelle raccolta dati.

Diario di bordo.
b) Tempi (durata)

Da settembre a marzo .
c) Fasi organizzative
Le attività si svolgeranno a classi aperte. Ogni incontro durerà un’ora e si svolgerà ogni quindici giorni.
(Le fasi organizzative sono riferite esclusivamente all’attività musicale).
Fase iniziale (settembre):

Somministrazione di un questionario in entrata per verificare la conoscenza degli alunni relativa agli
strumenti a percussione, la conoscenza di usi e costumi di popoli lontani da noi e per verificare come gli
alunni si approcciano alla diversità non solo culturale ma anche fisica.

Compilazione , da parte dell’insegnante, della Scheda delle competenze della classe in entrata
traendo una media dai questionari.
Fase operativa
(da ottobre a febbraio = 10 incontri per un totale di 10 ore):

Esplorazione dello strumento a percussione mediante il tatto, l’udito e la vista.

Sonorizzazione, mediante l’uso degli strumenti a percussione, di poesie lette dall’insegnante.

Dialoghi sonori fra gli strumenti a percussione (percezione timbrica).

Ascolto di musiche mediante registrazioni audio oppure attraverso dei video, dove gli strumenti a
percussione siano predominanti e dove, invece, caratterizzano il ritmo della melodia.

Condivisione verbale e scritta su sensazioni, emozioni, vissuti, relazione con gli altri (il docente avrà
cura di prendere appunti).

Espressione verbale e scritta delle emozioni suscitate dall’ascolto dei brani.

Espressione iconografica delle emozioni suscitate dall’ascolto dei brani.

Esecuzione di danze etniche in cui il ritmo è scandito dagli strumenti a percussione e
accompagnamento della musica con gli strumenti a percussione.

Visione di clip video in cui i ragazzi hanno modo di ascoltare strumenti a percussione suonati da
grandi esecutori (da solisti o all’interno dell’orchestra o del gruppo musicale).

Visione di video clip in cui i ragazzi hanno modo di osservare danze etniche di popoli a noi lontani.
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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

Visione di clip video sulla musicista Evelyn Glennie, percussionista a livello mondiale che ha perso
l’udito a 12 anni e che suona percependo le vibrazioni del ritmo attraverso il corpo.

Il docente prende appunti durante tutta la durata del percorso didattico-educativo, formula domande
guida per stimolare i bambini.
Fase finale - giugno (verifica del percorso):

Somministrazione agli alunni del questionario in uscita.

Compilazione, da parte dell’insegnante, della Scheda delle competenze delle classi in uscita traendo
la media.

Relazione finale sul percorso (da parte di tutti i docenti coinvolti nel percorso didattico-educativo).

Ppt creato dal docente esperto in attività musicale e comprovante le attività musicali dei bambini
(danze, sperimentazione sonora dello strumento, ecc….) ed eventuali aspetti innovativi del percorso
didattico-educativo.

Creazione di cartelloni in cui gli alunni avranno la possibilità di esporre i propri elaborati grafici,
scrivere le proprie sensazioni, disegneranno gli strumenti a percussione sui quali hanno sperimentato le
infinite possibilità espressive che lo stesso fornisce al fruitore.

Il docente documenta il percorso attraverso filmati, fotografie e registrazioni audio.
e) Contenuti disciplinari
ITALIANO:

Gli elementi della comunicazione verbale e scritta .

Testi orali: la filastrocca in rima baciata e alternata.

Produzione scritta di filastrocche in rima baciata e alternata

Testi poetici sulla diversità.
GEOMETRIA:

Le similitudini.

Le forme geometriche.

Le dimensioni.
MOTORIA:

Giochi ritmici, percorsi, movimenti liberi, danze.

La coordinazione oculo – manuale.
SCIENZE:

L’orecchio.

Le terminazioni nervose (il tatto).

La vista.

Il DNA.
CITTADINANZA:

La diversità come elemento di arricchimento nella società di oggi.

Le forme di governo.
STORIA:
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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

La diversità fra i popoli nella storia (il razzismo, il nazismo,…..)
MATEMATICA:

La numerazione nei numeri naturali, frazionari e relativi .

Maggiore – minore – uguale.
GEOGRAFIA:

Gli elementi fisici e antropologici dei vari Stati.
ARTE E IMMAGINE:

Le tecniche di colorazione.

L’uguaglianza e la diversità nell’arte.
ED. AL SUONO E ALLA MUSICA:

L’esplorazione sonora: la percussione e lo sfregamento.

I parametri della musica.

La cellula ritmica.

Attività ritmiche per imitazione.

Esperienze a corpo libero con il ritmo.

La produzione iconica legata all’ascolto.

Le percussioni nell’orchestra .

Le percussioni nella musica moderna.

Le danze africane, i ritmi tribali, “Maculelè” (corredato di scheda di comprensione),le danze rumene,
il Sirtaki, le danze irlandesi.

L’improvvisazione mimico-gestuale, ritmica e sonora, ad un dato stimolo musicale.

“Suoniamoci su” (attività ideata da Giovanni Piazza): l’accompagnamento ritmico sulle danze
proposte dall’insegnante e sopra elencate.
f) Procedura metodologica e descrizione delle attività (espressiva e interdisciplinare)
Oltre alle attività programmate sulla base dei saperi disciplinari e svolte in classe, i bambini
sperimenteranno attività basate sulla DIDATTICA LABORATORIALE. Queste ultime saranno realizzate in orario
curriculare nel laboratorio musicale presente all’interno della scuola primaria.
Alle attività in aula e a quelle laboratori ali, si aggiungeranno le esperienze trasversali di apprendimento che
miglioreranno i processi cognitivi, grazie agli argomenti interdisciplinari.
In un primo momento i bambini "sperimenteranno" la sonorità degli strumenti a percussione, attivando così
il senso del tatto, dell’udito e anche della vista. Successivamente sperimenteranno, con l’aiuto della tecnica
del parlato, semplici schemi ritmici per imitazione; questi schemi serviranno da accompagnamento alcune
filastrocche e saranno riprodotti con gli strumenti a percussione.
Useranno le percussioni anche per "sonorizzare" poesie che tratteranno l’uguaglianza e la diversità e lette
dall’insegnante. (Poesia della diversità di Gigi Cortesi, L’uguaglianza di Trilussa).
L’ascolto di file audio sarà articolato in due momenti:
52
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
1) durante la prima fase il bambino familiarizzerà con la musica proposta, ascoltandola più volte. Avrà anche
la possibilità di sperimentare lo strumento a percussione suonandolo durante l’ascolto del brano.
(Percussioni e danze africane, A little prayer di E. Glennie, Marcia dei gladiatori di Fucik)
Dai brani che i bambini avranno ascoltato nella prima fase, se ne ascolterà uno eseguito dalla grande
percussionista Evelyn Glennie, sorda dall’età di 12 anni. Sarà spunto di riflessione per il nucleo tematico
“uguale/diverso” da calare anche nelle diversità fisiche. Ai bambini verrà fornito anche un testo biografico
per meglio conoscere la musicista in questione.
2) In un secondo momento l’ascolto sarà mirato alla produzione grafica , alla verbalizzazione delle sensazioni
e all’espressione corporea così da dare “forma” alle sensazioni provate durante la riproduzione musicale.
Considerato che la scuola non possiede tutti gli strumenti della famiglia delle percussioni, sarà bene far
vedere ai bimbi dei video in cui potranno prendere conoscenza di alcune percussioni ,vedere come si
suonano e, soprattutto, ascoltarne il suono.
(Evelyn Glennie e Linda Blove in un video in cui suonano lo xilofono, Evelyn Glennie Clapping Music con il
tamburo, Nery Sauro, Antonio Buonomo, Czardas di V. Monti in cui suonano xilofono, vibrafono, glockenspiel,
marimba e batteria).
Ma le percussioni non sono solo presenti nella musica classica; le percussioni sono l’elemento caratterizzate
della musica moderna. Ecco che verranno proposti ai bambini dei file audio e video di uno dei più grandi
percussionisti italiani: Tullio De Piscopo.
Un momento molto significativo sarà l’attivazione del LABORATORIO DEL DIALOGO (un laboratorio dentro al
laboratorio). All’interno di questo “spazio” i bambini saranno lasciati liberi di sperimentare lo strumento
attraverso il dialogo sonoro. Vari sono i giochi che si potranno fare: la domanda ritmica e la sua relativa
risposta, la domanda timbrica e la sua relativa risposta, ecc… Queste attività saranno mirate allo sviluppo
della percezione ritmica e timbrica.
(A tale proposito sarebbe interessante far vedere ai bambini una danza irlandese tratta da you tube e dal
titolo Irish dance group – Irish step dancing 2009 in cui si può osservare il dialogo sonoro fra due tamburi e
il ritmo proposto dai piedi di due ballerini).
Sempre all’interno di questo laboratorio, l’insegnante mediante il tamburo dell’oceano, proporrà ai bambini
un ostinato ritmico sul quale uno strumento alla volta improvviserà melodie o ritmi. Sarebbe opportuno
effettuare questa attività dopo aver fatto ascoltare ai bambini delle musiche a forte carattere ritmico (danze
africane, marocchine, irlandesi, greche, musiche etniche della tradizione italiana) . Contemporaneamente alla
produzione sonora, gruppi di alunni potranno esprimersi liberamente con il corpo.
Altro momento importante sarà sperimentare il ritmo attraverso il corpo (danza) e contemporaneamente
all’accompagnamento ritmico mediante lo strumento a percussione.
( Video Spettacolo di danze africane con Officine Artistiche – Ts 2010, Joc Din Clinj - La danza dei bastoni –
danza rumena , Maculelè corredata di scheda informativa sul genere musicale e sulla tradizione legata a
questo brano).
g) Mezzi (oggetto didattico, risorse materiali, …)
L’oggetto didattico è un ppt creato dalla docente di musica che conterrà:
4)
Una breve presentazione dell’esperienza;
5)
Una breve presentazione del gruppo classe;
53
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
6)
I testi proposti, le musiche proposte, i video proposti.
Le risorse materiali saranno le seguenti:

STRUMENTI A PERCUSSIONI (legnetti, glockenspiel, shakers in legno, congas, campane tubolari,
congas remo, bastone della pioggia, mini congas, campanelli, metallofono, timpano, xilofono soprano,
maracas, triangoli, tamburelli).

Video tratti da internet (You Tube)

File audio Mp3.

Carta e colori a tempera, a matita, a cera, pastelli ad olio, a spirito.
5. CONTROLLO DEGLI APPRENDIMENTI
a)
Verifica (attività espressiva conclusiva o attività interdisciplinare)
I bambini si esibiranno in esecuzioni ritmiche inventate da loro mediante partitura non convenzionale e
danzeranno su musiche africane accompagnandone, con gli strumenti a percussioni, il ritmo. Inoltre tutti gli
elaborati grafici da loro prodotti durante l’ascolto dei brani, durante la sperimentazione sonora degli
strumenti, tutte le loro verbalizzazioni riguardanti le emozioni provate, le immagini dei momenti più salienti
del percorso didattico-educativo, saranno raggruppati in un ppt dall’insegnante.
b)
Valutazione delle competenze sensoriali/emozionali/relazionali
Questionario in uscita.
c)
Valutazione delle competenze trasversali/interdisciplinari
La valutazione sarà data dall’osservazione del miglioramento o meno del comportamento del bambino
all’interno del gruppo classe. La collaborazione, il rispetto del pensiero altrui, il riuscire a gestire le proprie
emozioni, l’accettazione dell’altro, l’apprezzarne la diversità, l’apertura mentale all’interculturalità,
testimonieranno la validità del percorso. Dal punto di vista interdisciplinare, ciascun docente potrà
verificare, ognuno nell’ambito della propria materia, se gli obiettivi sono stati raggiunti e se il tutto è stato
molto più semplice per il bambino, grazie alla messa in pratica di questo percorso didattico-educativo.
d) Strumenti per la valutazione (di processo, di prodotto; es: Strumento didattico Gold)
Strumento didattico Gold. Pubblicazione dei lavori sul sito internet della scuola.
e) Documentazione in progress delle esperienze (descrizione dell’esperienza, annotazioni su
esperienze e condivisioni, relazione finale, prodotti, verbali del consiglio di classe, video, foto, ppt, …)
Diario di bordo tenuto da tutti i docenti coinvolti nella sperimentazione, relazione finale, estratti del verbale
dell’interclasse, video, foto, ppt.
MATERIALI
Le poesie saranno lette dall’insegnante, commentate dai bambini e sonorizzate con gli strumenti a
percussione secondo loro più idonei ad esprimere le sensazioni e le emozioni suscitate dai testi in questione.
POESIA DELLA DIVERSITA’ (Gigi Cortesi)
54
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Vorrei essere stato cieco:
oggi mi gusterei la luce dell’alba,
il rosso dei tramonti.
Vorrei essere stato storpio:
ora mi godrei la schiuma dell’onda
camminando là dove la spiaggia
fa l’amore con il mare.
Vorrei essere stato sordo:
fra poco mi vibrerebbe l’anima
al sussurro delle fronde.
Vorrei essere stato
tutte le diversità dell’uomo
e tutte le unicità della creatura:
Dio mi bacerebbe di ogni sua eternità.
L'UGUAGLIANZA (Trilussa)
Fissato ne l’idea de l’uguajanza
un Gallo scrisse all’Aquila: - Compagna,
siccome te ne stai su la montagna
bisogna che abbolimo ‘sta distanza:
perché nun è nè giusto nè civile
ch’io stia fra la monnezza d’un cortile,
ma sarebbe più commodo e più bello
de vive’ ner medesimo livello. L’Aquila je rispose: - Caro mio,
accetto volentieri la proposta:
volemo fa’ amicizzia? So’ disposta:
ma nun pretenne’ che m’abbassi io.
Se te senti la forza necessaria
spalanca l’ale e viettene per aria:
se nun t’abbasta l’anima de fallo
io seguito a fa’ l’Aquila e tu er Gallo.
55
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
- Che superbia che cià! Chi sarà mai!
- disse er Gallo seccato de la cosa Lei nun se vô abbassà’! Brutt’ambizziosa!
L’ommini, in questo qui, so’ mejo assai.
Conosco, infatti, un nobbile romano
che a casa se dà l’aria d’un sovrano:
ma se je serve la democrazzia
lassa er palazzo e corre all’osteria.
(Affidare a ciascun animale una percussione scelta dai bambini e creare un dialogo sonoro che rispecchi il
senso della poesia del Trilussa)
MACULELE’
Maculelê una danza guerriera ricca e colorata, oggi incorporata al corpo coreografico della capoeira, che
venne creata a Santo Amaro da Purificação - La danza si esegue battendo tra loro ritmicamente dei bastoni
di legno o lunghi coltelli, simulando un combattimento al ritmo delle percussioni e dei canti. Con le sue
coreografie è l`espressione di un omaggio votivo a 22 valorosi guerrieri del passato che hanno combattuto
per difendere la propria gente.
Il Maculelê é un rituale mistico e profano di origine bantu e proprio come tutte le manifestazioni
folcloristiche di matrice africana è oscura e sconosciuta. Si crede che sia sbocciato da un avvenimento
popolare avvenuto nel XVIII secolo nelle piantagioni di canna di zucchero della città di Santo Amaro da
Purificação, la parte più interna e arretrata della grande Bahia de Todos os Santos, dove si trova anche la
città di Salvador de Bahia.
Dice una delle leggende che gli schiavi neri nei momenti di pausa dal duro lavoro nelle piantagioni di canna da
zucchero praticavano una lotta con pezzi di canna che simulavano bastoni o coltelli simili al machete, per
poter un giorno combattere i padroni e ottenere la libertà. Questa lotta prendeva il nome di "Dança do
Canavial”.
Evelyn Elizabeth Ann Glennie Aberdeen (Scozia), 19 luglio 1965.
E’ una percussionista e compositrice scozzese.
Ha iniziato lo studio del pianoforte a 8 anni e a 12 anni quello degli strumenti a percussione.
Rimasta sorda in tenera età a causa di un progressivo danneggiamento di un nervo auricolare, Evelyn
Glennie riesce comunque a sentire la musica osservando e percependo le vibrazioni. Al momento, è una delle
poche percussioniste che siano riuscite a intraprendere una carriera solistica, esibendosi in circa 100
concerti l'anno.
Come compositrice, ha scritto più di 100 brani, tra concerti e altre composizioni per percussioni sole. Ha
collaborato con vari artisti famosi a livelli internazionale come Björk, Steve Hackett, Bela Fleck, Bobby
McFerrin e Fred Frith. È stata insignita della carica di dama dell'Ordine dell'Impero Britannico nel 2007.
APPENDICE
56
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
ELENCO FILE VIDEO
(I FILE VIDEO SONO REPERIBILI SU INTERNNET MEDIANTE YOU TUBE)
1.
“Percussioni e danze africane” (Dioubate, maestro percussionista, è impegnato in un ritmo a 2
djembre insieme alla ballerina Aisha Tourè.
2.
Danze africane a Bissou (Africa) per l’inaugurazione della scuola dell’infanzia “Mariano Matteazzi”.
3.
Spettacolo di danze africane con Officine Artistiche – Ts 2010
4.
“Maculelè”
5.
Danza dei bastoni – “Joc Din Clinj” – (Romania)
6.
Zorba – Sirtaki (danza da ascoltare e accompagnare ritmicamente con gli strumenti. Si può anche
simulare la classica danza greca in piccolo gruppo).
7.
“Irish Dance Group – Irish Step Dancing 2009 (esecuzione di una danza irlandese in cui si può
osservare il dialogo sonoro fra tamburi e ritmo dei piedi dei ballerini).
8.
Video amatoriale, tratto da You Tube, sui ritmi marocchini (Ritmi di Marrkech) in cui oltre a
produrre ritmo, si esegue una danza del posto.
9.
Video sui ritmi tribali: M. Filippi e S. Zingoni durante lo spettacolo “Percussioni in concerto” a San
Miniato (Pisa).
10.
Video tratto dal film “Il Ciclone” – “The rithm is magic”.
11.
Musica etnica italiana: tamurriata, musica popolare a Capri, “Cicerenella – ‘meza de seje”,
tarantella siciliana.
12.
Video in cui si può ammirare il virtuosismo del percussionista Tullio De Piscopo.
13.
V. Monti, “Czardas” (Xilofono, vibrafono, glockenspiel, marimba, batteria).
ELENCO QUESTIONARI
4.
Questionario in entrata: per conoscere il gruppo classe, ai bambini verrà somministrata una
scheda che avrà duplice funzione; servirà per accertare i prerequisiti sulla conoscenza degli strumenti a
percussione e sulla conoscenza degli usi e costumi di popoli lontani a noi e servirà per verificare quale sia il
concetto che ciascuno di loro ha circa i termini “UGUALE”, “DIVERSO” in riferimento alle diversità fisiche e
culturali.
5.
Questionario in uscita: ai bambini verrà somministrato lo stesso questionario somministrato
all’ingresso. Le variabili serviranno per comprendere se ci sono stati cambiamenti nei risultati e quindi
servirà per verificare la validità o meno del percorso.
6.
Griglie di rilevazione dati: l’insegnante creerà una griglia di rilevazione dei dati per tabulare i
risultati dei questionari in entrata e in uscita, così da trarne le medie.
GLI STRUMENTI A PERCUSSIONE:
57
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Idiofoni e membranofoni a suono indeterminato
ovvero
Fortepiano e la fata della musica
di Adele Bellanti, Cinzia Cristofalo, Lucia Guzzo
Idiofoni a suono indeterminato
58
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
59
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
60
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
GONG
Membranofoni a suono indeterminato
61
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
TAMBURELLO
BATTERIA
62
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Premessa
63
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Parlare di Musica a scuola potrebbe sembrare anacronistico in un momento in cui sono centrali altre
discipline nel dibattito educativo, eppure studiare e suonare musica sono formidabili veicoli per portare
espressività nelle classi.
(Prof. Gaudio)
L’educazione musicale fornisce ciò che serve al bambino per maturare a livello cognitivo, affettivo e sociale
poiché la partecipazione alle attività musicali è globale: emotiva, corporea e intellettuale.
Il percorso illustrato propone attività che spaziano dall’udire all’ascoltare, dallo scoprire allo sperimentare,
dall’esprimersi al conoscere attraverso esperienze che hanno tre importanti finalità : piacere, imparare,
comunicare. Punto cardine delle attività proposte è il “Gioco”. Secondo Delalande ad esso viene restituita
centralità all’interno del progetto educativo: il gioco è stato sempre considerato come un modo astuto per
interessare i bambini, ma non è solamente questo, è la musica stessa; interessare i bambini attraverso il
gioco è farli entrare nel gioco musicale ( Delalande 1984). Per Delalande dunque il gioco infantile (descritto
attraverso lo schema di Piaget: gioco senso motorio, simbolico e di regole) è una chiave di lettura delle
condotte musicali dell’adulto che costituisce un legame tra esperienza sonora infantile e le pratiche musicali
di ogni epoca e cultura.
Il concetto di “condotta” indica una serie di comportamenti messi in atto e coordinati fra loro in funzione di
una finalità. Si parla di “comportamento” quando ci si riferisce semplicemente ad un atto, senza
considerare la motivazione che l’ha prodotto; si parla invece di “condotta” quando si prende in
considerazione come un comportamento soddisfi una certa motivazione, un certo bisogno.
Dare significato alle condotte musicali è quindi mettere l’accento sulle finalità, sulle funzioni che vengono
assolte da ciascuna azione musicale, sia essa quella di ascoltare, inventare o eseguire musica.
Nelle unità didattiche vengono proposte attività semplici e realizzabili creativamente, utilizzando le risorse
disponibili nella scuola e il materiale di recupero facilmente reperibile.
Nella fattispecie, attività di analisi delle sonorità di alcuni strumenti idiofoni a suono indeterminato, e
costruzione di strumenti musicali.
Il punto di partenza delle tre unità presentate è la storia “Fortepiano e la Fata della Musica”.
Pur differenziando le attività del percorso, le prime due unità didattiche hanno come momento conclusivo la
drammatizzazione della storia stessa.
L’ultima unità didattica, invece, indirizzata agli alunni delle classi quarte e quinte della scuola Primaria ha
come attività conclusiva la contestualizzazione storico geografica degli strumenti presi in considerazione
durante le attività svolte. Le unità didattiche comprendono esercizi, giochi, ricerche, attività di laboratorio e
verifiche del livello di apprendimento raggiunto in relazione agli obiettivi prefissati.
Nella stesura di questo progetto didattico abbiamo scelto di considerare, non solo i risultati che gli allievi
possono raggiungere ma anche e soprattutto di creare situazioni stimolanti per dare modo a tutti i bambini
di integrarsi, di acquisire sicurezza nel gruppo e di vivere il piacere di riuscire.
Il flusso della nostra energia emotiva-corporea scorre nel tempo come la musica, e tramite la musica può
prendere una forma udibile, tramite la musica possiamo momentaneamente afferrarlo, viverlo
coscientemente, comunicarlo.
(G. Staccioli, Giocare con la musica)
PRIMA UNITA'
64
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
1. DATI IDENTIFICATIVI
a) Scuola
D.D Alcide De Gasperi- Palermo
b) Classi
Sezioni Scuola dell’Infanzia
Classi prime Scuola Primaria
c) Tipologia e n. Alunni
Alunni di anni cinque e sei
d) Docenti coinvolti
Docenti degli alunni 5 anni della Scuola dell’Infanzia e Docenti delle classi prime della Scuola Primaria
e) Discipline coinvolte
Scuola dell’Infanzia (Campi di esperienza)
-Linguaggi, creatività, espressione –
-Il corpo e il movimento
-I discorsi e le parole
Scuola Primaria
- Corpo movimento sport, arte –immagine, Lingua Italiana
2. RIFERIMENTI AI DOCUMENTI
a) ministeriali
Programmi Ministeriali (Nuove indicazioni per il curricolo Settembre 2007)
b) di istituto
Il Progetto di Istituto (POF)
c) del consiglio di classe
Programmazione Educativa e Didattica di Intersezione e di Interclasse
3. ARTICOLAZIONE APPRENDIMENTO UNITARIO IN OBIETTIVI FORMATIVI
65
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
a) Individuazione dei bisogni formativi (motivazioni, problematiche)
- Conoscenza di alcuni strumenti musicali (Idiofoni a suono indeterminato)
b) Apprendimento Unitario da promuovere: Nucleo Tematico
Contrasto: Piano - Forte
Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Educativi: sensoriali/emozionali/relazionali
-Rafforzare il senso del gruppo
-Creare un clima d’ascolto
-Mettersi in gioco
d) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Trasversali (Cognitivi)
-Apprendere il concetto di contrasto forte e piano
-Sviluppare la capacità di produrre volumi sonori differenti
-Sollecitare la capacità di concentrazione, attenzione e memoria.
e) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Interdisciplinari (Cognitivi)
-Mettere in atto processi di distinzione e classificazione
-Potenziare la capacità di generare idee (creatività).
f) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Disciplinari (Cognitivi)
-Riconoscere, descrivere, analizzare, classificare suoni con riferimento agli strumenti utilizzati nelle attività.
4. MEDIAZIONE DIDATTICA
a) Metodologia
-Lavoro di gruppo, attività di ricerca.
-Conversazioni, organizzazione degli spazi, azione diretta e concreta, esperienze e giochi nella molteplicità
delle loro forme per favorire l’interazione sociale.
-"Che cosa fare se…" Se qualche bambino si sente troppo imbarazzato nello svolgimento dell’attività,
possiamo proporre inizialmente le attività in coppia,poi in quattro e solo successivamente in gruppo, per dar
modo a tutti di integrarsi e di acquisire sicurezza nel gruppo.
b) Tecniche
Brainstorming, lezione frontale, divisione in gruppi di lavoro, attività di ricerca,
gioco simbolico, gioco manipolativo, giochi di scoperta ed esplorazione dei vari materiali.
66
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
c) Tempi (durata)
5 incontri di 1 ora per UDA più 1 ora di lezione concerto con esperti esterni (Concerto studenti del biennio)
d) Fasi organizzative
Durante le ore curriculari
e) Contenuti disciplinari
-Esplorazione sonora degli oggetti
-Costruzione di strumenti a percussione
-Suoni forti e deboli
-Semplici sequenze ritmiche
f) Procedura metodologica e descrizione delle attività (espressiva e interdisciplinare)
Percorso 1: C’era una volta…
Attività
-Narrazione della fiaba: Fortepiano e la Fata della Musica
Tanti anni fa, in un castello lontano, viveva Celesta, la Fata della Musica. Nel suo castello si ascoltavano
sempre musiche meravigliose, magiche, incantate. Fata Celesta era però molto vecchia – pensate che aveva
duecento anni- e col passare del tempo era diventata un po’ smemorata. Infatti spesso sbagliava i suoi
incantesimi e combinava tremendi pasticci. Fortunatamente Fata Celesta viveva in compagnia di un piccolo
folletto suo allievo di nome Fortepiano che sognava di diventare un giorno anche lui un importante mago della
musica.
Una sera Fata Celesta guardando attraverso la sua sfera magica vide un piccolo paese chiamato “Monotonìa”
dove gli abitanti chiamati monotonini non sapevano che cosa fosse la musica. Nessuno glielo aveva mai
insegnato!
Fata Celesta si rattristò molto, così decise di recarsi in quel piccolo paese con Fortepiano e con il suo baule
degli strumenti per far conoscere la Musica a tutti.
Tanto per cominciare, decise di insegnare ai monotonini il modo per costruire tanti strumenti musicali. La
strega di monotonia si chiamava Spinetta, aveva i capelli grigi e spettinati, un nasone a punta e una voce
rauca che faceva scappare via tutti quanti dalla paura.
Un giorno Spinetta passeggiando per il paese, si era resa conto che i monotonini erano molto più affezionati
a Fata Celesta che a lei perché la fata della Musica con l’aiuto di Fortepiano e con il suo baule stava
insegnando loro tante magie musicali.
Spinetta diventò verde dalla rabbia, si infuriò e con un incantesimo trasportò Fata Celesta nel suo castello e
li la imprigionò.
Per fortuna Fortepiano aveva conservato con cura il baule di Fata Celesta, ma doveva eseguire una formula
magica per poterla liberare dal malvagio incantesimo.
Prese la preziosa pergamena e iniziò a leggere:
67
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Tutti i suoni che ascoltiamo
Forte o Piano li sentiamo
e se tu li vuoi suonare
molto attento devi stare!
Il segreto sai qual è?
Forte piano come te.
Il segreto sai qual è?
Fortepiano tocca a te!
 3 suoni di maracas - FORTE
 5 suoni di triangolo - PIANO
 1 suono di tamburo - FORTE
 2 suoni di legnetti – PIANO
 4 suoni di piatti - FORTE
( Durante questa fase del racconto l’insegnante utilizzerà gli strumenti previsti)
A questo punto, dopo avere prodotto i suoni indicati, il vento cominciò a soffiare forte e dalle nubi cadde pian
piano una leggera polvere magica. In un batter d’occhio Fortepiano si ritrovò nel castello di Fata Celesta che
fu enormemente felice di rivederlo. Le catene si spezzarono e Fata Celesta dopo aver abbracciato il suo
allievo si recò subito dalla strega Spinetta. Pentita di tutto ciò che aveva fatto, strega Spinetta porse le sue
scuse e chiese umilmente a Fata Celesta di diventare sua aiutante per insegnare la musica agli abitanti di
Monotonìa.
-Rappresentazione grafica della storia
Percorso 2: E ora… si colora!
Attività
-Coloratura di schede raffiguranti gli strumenti presenti nella storia
-Identificazione e verbalizzazione del nome degli strumenti
Percorso 3: Alla scoperta dello strumento
Attività
-Visione, esplorazione e manipolazione degli strumenti presenti nella storia
-Gioco: “Mi presento sono… (nome di ogni strumento) e so suonare Forte e Piano”.
-Rappresentazione grafica dell’attività svolta.
-Curiosità: “Non sembra ma anche la campana è uno strumento musicale”
Ascolto del brano: “High Hopes” (Grandi speranze) Pink Floyd
68
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Percorso 4: Indovina lo strumento
Attività
-Riconoscere ad occhi chiusi il suono dei diversi strumenti
-Conversazione per riflettere e condividere – a livello cognitivo ed emotivo- le scoperte fatte ( Es. Tra i vari
strumenti, quali ti è piaciuto di più ascoltare e/o provare? Quale ti ha incuriosito di più? Perché?)
-Realizzazione di un cartellone in cui si registrano le risposte date.
-Rappresentazione grafica dello strumento che hanno preferito.
Percorso 5: Strumenti fai da te
Attività
-Costruzione degli strumenti presenti nella storia con materiale di riciclo.
Con cosa costruire uno strumentario "fai da te"
Maracas Con dei bicchieri o dei barattoli con dentro del riso
Legnetti Con i cucchiai di legno
Tamburi Con delle scatole di cartone chiuse con il fondo tagliato
Piatti
Con i coperchi grandi delle pentole
Triangoli Con bacchette di metallo legate con la lenza
-Drammatizzazione della storia
( Ogni bambino a turno esegue una breve sequenza di suoni con lo strumento realizzato alternando a piacere
suoni deboli e forti; i compagni riproducono la sequenza in piccoli gruppi ( popolo- Fortepiano – Fata e
strega)
Percorso 6: La musica prende corpo
Attività
-Lezione concerto esperti esterni ( Studenti biennio del conservatorio)
-Rappresentazione grafica dell’esperienza
g) Mezzi (oggetto didattico, risorse materiali)
-Per svolgere questi percorsi utilizzeremo strumenti a percussione a tempo indeterminato presenti nello
strumentario ORFF di cui la nostra scuola è dotata (tamburo, maracas, batteria, legnetti, triangolo, piatto)
-Schede fotocopiate
-Materiale di facile consumo
-Utensili da cucina
69
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
-Materiale di riciclaggio
-Materiale vario
5. CONTROLLO DEGLI APPRENDIMENTI ( vedi griglia )*
a) Verifica (attività espressiva conclusiva o attività interdisciplinare)*
-Attraverso osservazioni sistematiche per mezzo di griglie e schede.
-Drammatizzazione della storia.
b) Valutazione delle competenze sensoriali/emozionali/relazionali *
-Osservazione, documentazione e verifica attraverso registrazione dati su griglia allegata.
c) Valutazione delle competenze trasversali/interdisciplinari *
-Osservazioni , documentazione e verifica attraverso registrazione dati su griglia allegata
Focus sugli alunni
Alunni
Verifica
Rispetta le regole?
Collabora all’interno
del gruppo ?
Produce
rappresentazioni
grafiche?
Acquisisce familiarità
con i termini nuovi che
gli si presentano?
Partecipa attivamente e
costruttivamente al
momento creativo?
Nell’ultima colonna verrà scritta una breve e sintetica verifica (Es. se sono stati raggiunti tutti gli obiettivi, le
difficoltà incontrate ed eventuali modifiche attuate in itinere.
Legenda:
S=si
N=no
P= parzialmente
d) Strumenti per la valutazione (di processo, di prodotto; es: Strumento didattico Gold)
e) Documentazione in progress delle esperienze (descrizione dell’esperienza, annotazioni su
esperienze e condivisioni, relazione finale, prodotti, verbali del consiglio di classe, video, foto, ppt)
-Diario di bordo delle attività svolte in ogni incontro a cura dell’insegnante
-Diario…”Io dico la mia… a colore o a parole…” a cura degli alunni
-Relazione finale
SECONDA UNITA'
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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
1. DATI IDENTIFICATIVI
a) Scuola
D.D Alcide De Gasperi- Palermo
b) Classi
Classi seconde e terze Scuola Primaria
c) Tipologia e n. Alunni
Alunni di anni sette e otto
d) Docenti coinvolti
Docenti delle classi seconde e terze della Scuola Primaria
e) Discipline coinvolte
Scuola Primaria
- Corpo movimento sport, arte –immagine, Lingua Italiana
2. RIFERIMENTI AI DOCUMENTI
a) ministeriali
-Programmi Ministeriali (Nuove indicazioni per il curricolo Settembre 2007)
b) di istituto
-Il Progetto di Istituto (POF)
c) del consiglio di classe
-Programmazione Educativa e Didattica di Interclasse
3. ARTICOLAZIONE APPRENDIMENTO UNITARIO IN OBIETTIVI FORMATIVI
a) Individuazione dei bisogni formativi (motivazioni, problematiche)
- Conoscenza di alcuni strumenti musicali (Idiofoni a suono indeterminato)
b) Apprendimento Unitario da promuovere: Nucleo Tematico
-Contrasto: Piano - Forte
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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
c) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Educativi: sensoriali/emozionali/relazionali
-Rafforzare il senso del gruppo
-Creare un clima d’ascolto
-Mettersi in gioco
d) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Trasversali (Cognitivi)
-Apprendere il concetto di forte e piano
-Sviluppare la capacità di produrre volumi sonori differenti
-Sollecitare la capacità di concentrazione, attenzione e memoria.
e) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Interdisciplinari (Cognitivi)
-Mettere in atto processi di distinzione e classificazione
-Potenziare la capacità di generare idee (creatività).
f)Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Disciplinari (Cognitivi)
-Riconoscere, descrivere, analizzare, classificare suoni con riferimento agli strumenti utilizzati nelle attività.
4. MEDIAZIONE DIDATTICA
a) Metodologia
-Lavoro di gruppo, attività di ricerca.
-Conversazioni, organizzazione degli spazi, azione diretta e concreta, esperienze e giochi nella molteplicità
delle loro forme per favorire l’interazione sociale.
-"Che cosa fare se…" Se qualche bambino si sente troppo imbarazzato nello svolgimento dell’attività,
possiamo proporre inizialmente le attività in coppia,poi in quattro e solo successivamente in gruppo, per dar
modo a tutti di integrarsi e di acquisire sicurezza nel gruppo.
b) Tecniche
-Brainstorming, lezione frontale, divisione in gruppi di lavoro, attività di ricerca,
gioco simbolico, gioco manipolativo, giochi di scoperta ed esplorazione dei vari materiali.
c) Tempi (durata)
-5 incontri di 1 ora per UDA più 1 ora di lezione concerto con esperti esterni (Concerto studenti del biennio)
d) Fasi organizzative
-Durante le ore curriculari
e) Contenuti disciplinari
-Esplorazione sonora degli oggetti
-Costruzione di strumenti a percussione
-Suoni forti e deboli
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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
-Semplici sequenze ritmiche
f) Procedura metodologica e descrizione delle attività (espressiva e interdisciplinare)
Percorso 1: C’era una volta…
Attività
-Narrazione della fiaba: Fortepiano e la Fata della Musica
Tanti anni fa in un castello lontano viveva Celesta, la Fata della Musica. Nel suo castello si ascoltavano
sempre musiche meravigliose, magiche, incantate. Fata Celesta era però molto vecchia – pensate che aveva
duecento anni- e col passare del tempo era diventata un po’ smemorata. Infatti spesso sbagliava i suoi
incantesimi e combinava tremendi pasticci. Fortunatamente Fata Celesta viveva in compagnia di un piccolo
folletto suo allievo di nome Fortepiano che sognava di diventare un giorno anche lui un importante mago della
musica.
Una sera Fata Celesta guardando attraverso la sua sfera magica vide un piccolo paese chiamato “Monotonìa”
dove gli abitanti chiamati monotonini non sapevano che cosa fosse la musica. Nessuno glielo aveva mai
insegnato!
Fata Celesta si rattristò molto, così decise di recarsi in quel piccolo paese con Fortepiano e con il suo baule
degli strumenti per far conoscere la Musica a tutti.
Tanto per cominciare, decise di insegnare ai monotonini il modo per costruire tanti strumenti musicali.La
strega di monotonia si chiamava Spinetta, aveva i capelli grigi e spettinati, un nasone a punta e una voce
rauca che faceva scappare via tutti quanti dalla paura.
Un giorno Spinetta passeggiando per il paese, si era resa conto che i monotonini erano molto più affezionati
a Fata Celesta che a lei perché la fata della Musica con l’aiuto di Fortepiano e con il suo baule stava
insegnando loro tante magie musicali.
Spinetta diventò verde dalla rabbia, si infuriò e con un incantesimo trasportò Fata Celesta nel suo castello e
li la imprigionò.
Per fortuna Fortepiano aveva conservato con cura il baule di Fata Celesta, ma doveva eseguire una formula
magica per poterla liberare dal malvagio incantesimo.
Prese la preziosa pergamena e iniziò a leggere:
Tutti i suoni che ascoltiamo
Forte o Piano li sentiamo
e se tu li vuoi suonare
molto attento devi stare!
Il segreto sai qual è?
Forte piano come te.
Il segreto sai qual è?
Fortepiano tocca a te!
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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
 3 suoni di maracas - FORTE
 5 suoni di triangolo - PIANO
 1 suono di tamburo - FORTE
 2 suoni di legnetti – PIANO
 4 suoni di piatti - FORTE
( Durante questa fase del racconto l’insegnante utilizzerà gli strumenti previsti)
A questo punto, dopo avere prodotto i suoni indicati, il vento cominciò a soffiare forte e dalle nubi cadde pian
piano una leggera polvere magica. In un batter d’occhio Fortepiano si ritrovò nel castello di Fata Celesta che
fu enormemente felice di rivederlo. Le catene si spezzarono e Fata Celesta dopo aver abbracciato il suo
allievo si recò subito dalla strega Spinetta. Pentita di tutto ciò che aveva fatto, strega Spinetta porse le sue
scuse e chiese umilmente a Fata Celesta di diventare sua aiutante per insegnare la musica agli abitanti di
Monotonìa.
Attività
Identificazione degli strumenti presenti nella storia con relativa verbalizzazione
Somministrazione di schede da colorare e completare raffiguranti gli strumenti musicali presenti nella
storia.
Percorso 2: “Attiviamo i nostri sensi”
Attività
-Visione, esplorazione e manipolazione degli strumenti idiofoni a suono indeterminato facenti parte dello
strumentario ORFF
- Gioco “ Le belle statuine”
(Fingere di essere delle statue che si animano in presenza dei suoni forti e ritornano immobili in presenza
dei suoni deboli)
Percorso 3: “Alla scoperta dello strumento”
Attività
-Gioco: “Mi presento sono… (nome di ogni strumento) e so suonare Forte e Piano”.
-Rappresentazione grafica e riflessione scritta sull’attività svolta.
-Realizzazione di un cartellone con gli elaborati prodotti.
Curiosità: “Non sembra ma anche la campana è uno strumento musicale”
Ascolto del brano: “High Hopes” (Grandi speranze) Pink Floyd
Percorso 4: “Strumenti fai da te”
74
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Attività
-Costruzione di alcuni strumenti con materiale di riciclo.
Con cosa costruire uno strumentario "fai da te"
Maracas Con dei bicchieri o dei barattoli con dentro del riso
Legnetti Con i cucchiai di legno
Tamburi Con delle scatole di cartone chiuse con il fondo tagliato
Piatti
Con i coperchi grandi delle pentole
Triangoli Con bacchette di metallo legate con la lenza
-Drammatizzazione della storia
( Ogni bambino a turno esegue una breve sequenza di suoni con lo strumento realizzato alternando a piacere
suoni deboli e forti; i compagni riproducono la sequenza in piccoli gruppi ( popolo- Fortepiano – Fata e
strega)
Percorso 5: “Ti suono così…”
Attività
-Mettiamo a disposizione dei bambini gli strumenti e organizziamo una rotazione in modo da garantire a tutti
un’adeguata esplorazione sonora. Chiediamo loro di trovare una pluralità di modalità per suonarli. ( Ad
esempio il tamburello, può essere percosso con il palmo o con il dorso della mano, picchiettato con un dito di
volta in volta diverso o con più dita o con le nocche delle dita, può essere battuto con il battente
convenzionale o con qualsiasi altro oggetto, può essere sfregato …)
-Conversazione per riflettere e condividere- le esperienze- fatte ( Quale strumento ti è piaciuto di più
suonare? Quale modalità per suonarlo hai preferito?)
- Realizzazione di un cartellone in cui si registrano le preferenze degli alunni
Percorso 6: “ La musica prende corpo”
Attività
-Lezione concerto esperti esterni ( Studenti biennio del conservatorio)
-Rappresentazione grafica dell’esperienza
g) Mezzi (oggetto didattico, risorse materiali, …)
75
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
-Per svolgere questi percorsi utilizzeremo strumenti a percussione a tempo indeterminato presenti nello
strumentario ORFF di cui la nostra scuola è dotata (tamburo, maracas, batteria, legnetti, triangolo, piatto)
-Schede fotocopiate
-Materiale di facile consumo
-Utensili da cucina
-Materiale di riciclaggio
-Materiale vario
5. CONTROLLO DEGLI APPRENDIMENTI ( vedi griglia )*
a) Verifica (attività espressiva conclusiva o attività interdisciplinare)*
-Attraverso osservazioni sistematiche per mezzo di griglie e schede.
-Drammatizzazione della storia.
b) Valutazione delle competenze sensoriali/emozionali/relazionali *
-Osservazione, documentazione e verifica attraverso registrazione dati su griglia allegata.
c) Valutazione delle competenze trasversali/interdisciplinari *
-Osservazioni , documentazione e verifica attraverso registrazione dati su griglia allegata
Focus sugli alunni
Rispetta le regole?
Alunni
Verifica
Collabora all’interno del gruppo ?
Produce rappresentazioni grafiche?
Acquisisce familiarità con i termini nuovi
che gli si presentano?
Partecipa attivamente e costruttivamente
al momento creativo?
Nell’ultima colonna verrà scritta una breve e sintetica verifica (Es. se sono stati raggiunti tutti gli obiettivi, le
difficoltà incontrate ed eventuali modifiche attuate in itinere.
Legenda:
S=si
N=no
P= parzialmente
d) Strumenti per la valutazione (di processo, di prodotto; es: Strumento didattico Gold)
76
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
e) Documentazione in progress delle esperienze (descrizione dell’esperienza, annotazioni su
esperienze e condivisioni, relazione finale, prodotti, verbali del consiglio di classe, video, foto, ppt)
-Diario di bordo delle attività svolte in ogni incontro a cura dell’insegnante
-Diario…”Io dico la mia… a colore o a parole…” a cura degli alunni
-Relazione finale
TERZA UNITA'
77
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
1. DATI IDENTIFICATIVI
a) Scuola
D.D Alcide De Gasperi- Palermo
b) Classi
Classi quarte e quinte Scuola Primaria
c) Tipologia e n. Alunni
Alunni di anni nove e dieci
d) Docenti coinvolti
Docenti delle classi quarte e quinte della Scuola Primaria
e) Discipline coinvolte
Scuola Primaria
- Corpo movimento sport, arte –immagine, Lingua Italiana, tecnologia, matematica
2. RIFERIMENTI AI DOCUMENTI:
a) ministeriali
Programmi Ministeriali (Nuove indicazioni per il curricolo Settembre 2007)
b) di istituto
Il Progetto di Istituto (POF)
c) del consiglio di classe
Programmazione Educativa e Didattica di Interclasse
3. ARTICOLAZIONE APPRENDIMENTO UNITARIO IN OBIETTIVI FORMATIVI
a) Individuazione dei bisogni formativi (motivazioni, problematiche)
- Conoscenza di alcuni strumenti musicali (Idiofoni a suono indeterminato)
b) Apprendimento Unitario da promuovere: Nucleo Tematico
Contrasto: Piano - Forte
c) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Educativi: sensoriali/emozionali/relazionali
78
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
-Rafforzare il senso del gruppo
-Creare un clima d’ascolto
-Mettersi in gioco
d) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Trasversali(Cognitivi)
-Apprendere il concetto di forte e piano
-Sviluppare la capacità di produrre volumi sonori differenti
-Sollecitare la capacità di concentrazione, attenzione e memoria.
e) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Interdisciplinari (Cognitivi)
-Mettere in atto processi di distinzione e classificazione
-Potenziare la capacità di generare idee (creatività).
f)Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Disciplinari (Cognitivi)
-Riconoscere, descrivere, analizzare, classificare suoni con riferimento agli strumenti utilizzati nelle attività.
4. MEDIAZIONE DIDATTICA
a) Metodologia
-Lavoro di gruppo, attività di ricerca.
-Conversazioni, organizzazione degli spazi, azione diretta e concreta, esperienze e giochi nella molteplicità
delle loro forme per favorire l’interazione sociale.
-"Che cosa fare se…" Se qualche bambino si sente troppo imbarazzato nello svolgimento dell’attività,
possiamo proporre inizialmente le attività in coppia,poi in quattro e solo successivamente in gruppo, per dar
modo a tutti di integrarsi e di acquisire sicurezza nel gruppo.
b) Tecniche
-Brainstorming, lezione frontale, divisione in gruppi di lavoro, attività di ricerca, gioco simbolico, gioco
manipolativo, giochi di scoperta ed esplorazione dei vari materiali.
c)Tempi (durata)
-5 incontri di 1 ora per UDA più 1 ora di lezione concerto con esperti esterni (Concerto studenti del biennio)
d) Fasi organizzative
-Durante le ore curriculari
e) Contenuti disciplinari
-Esplorazione sonora degli oggetti
-Costruzione di strumenti a percussione
-Suoni forti e deboli
79
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
-Semplici sequenze ritmiche
f) Procedura metodologica e descrizione delle attività (espressiva e interdisciplinare)
Percorso 1: C’era una volta…
Attività
-Narrazione della fiaba: Fortepiano e la Fata della Musica
Tanti anni fa in un castello lontano viveva Celesta, la Fata della Musica. Nel suo castello si ascoltavano
sempre musiche meravigliose, magiche, incantate. Fata Celesta era però molto vecchia – pensate che aveva
duecento anni- e col passare del tempo era diventata un po’ smemorata. Infatti spesso sbagliava i suoi
incantesimi e combinava tremendi pasticci. Fortunatamente Fata Celesta viveva in compagnia di un piccolo
folletto suo allievo di nome Fortepiano che sognava di diventare un giorno anche lui un importante mago della
musica.
Una sera Fata Celesta guardando attraverso la sua sfera magica vide un piccolo paese chiamato “Monotonìa”
dove gli abitanti chiamati monotonini non sapevano che cosa fosse la musica. Nessuno glielo aveva mai
insegnato!
Fata Celesta si rattristò molto, così decise di recarsi in quel piccolo paese con Fortepiano e con il suo baule
degli strumenti per far conoscere la Musica a tutti.
Tanto per cominciare, decise di insegnare ai monotonini il modo per costruire tanti strumenti musicali. La
strega di monotonia si chiamava Spinetta, aveva i capelli grigi e spettinati, un nasone a punta e una voce
rauca che faceva scappare via tutti quanti dalla paura.
Un giorno Spinetta passeggiando per il paese, si era resa conto che i monotonini erano molto più affezionati
a Fata Celesta che a lei perché la fata della Musica con l’aiuto di Fortepiano e con il suo baule stava
insegnando loro tante magie musicali.
Spinetta diventò verde dalla rabbia, si infuriò e con un incantesimo trasportò Fata Celesta nel suo castello e
li la imprigionò.
Per fortuna Fortepiano aveva conservato con cura il baule di Fata Celesta, ma doveva eseguire una formula
magica per poterla liberare dal malvagio incantesimo.
Prese la preziosa pergamena e iniziò a leggere:
Tutti i suoni che ascoltiamo
Forte o Piano li sentiamo
e se tu li vuoi suonare
molto attento devi stare!
Il segreto sai qual è?
Forte piano come te.
Il segreto sai qual è?
Fortepiano tocca a te!
80
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
 3 suoni di maracas – FORTE
 5 suoni di triangolo – PIANO
 1 suono di tamburo - FORTE
 2 suoni di legnetti – PIANO
 4 suoni di piatti- FORTE
( Durante questa fase del racconto l’insegnante utilizzerà gli strumenti previsti)
A questo punto, dopo avere prodotto i suoni indicati, il vento cominciò a soffiare forte e dalle nubi cadde pian
piano una leggera polvere magica. In un batter d’occhio Fortepiano si ritrovò nel castello di Fata Celesta che
fu enormemente felice di rivederlo. Le catene si spezzarono e Fata Celesta dopo aver abbracciato il suo
allievo si recò subito dalla strega Spinetta. Pentita di tutto ciò che aveva fatto, strega Spinetta porse le sue
scuse e chiese umilmente a Fata Celesta di diventare sua aiutante per insegnare la musica agli abitanti di
Monotonìa.
Attività
-Identificazione degli strumenti presenti nella storia con relativa verbalizzazione
-Rappresentazione grafica della storia in sequenze
Percorso 2: “E’ di scena lo strumento…”
Attività
-Visione, esplorazione e manipolazione degli strumenti idiofoni a suono indeterminato facenti parte dello
strumentario ORFF.
-Differenza tra strumenti idiofoni a suono indeterminato e a suono determinato.
-Realizzazione di un cartellone con la classificazione degli strumenti per insiemi. –
Curiosità: “Non sembra ma anche la campana è uno strumento musicale”
Ascolto del brano: “High Hopes” (Grandi speranze) Pink Floyd
Percorso 3: “PC in gioco…”
Attività
-Laboratorio di informatica: ricerca di materiale storico e geografico circa l’origine e la provenienza degli
strumenti
Percorso 4: “Strumenti nel mondo…”
81
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Attività
-Realizzazione di una “Carta tematica” su planisfero per l’identificazione del luogo d’origine degli strumenti
studiati
Percorso 5: “Strumenti fai da te”
Attività
-Costruzione di alcuni strumenti con materiale di riciclo.
Con cosa costruire uno strumentario "fai da te"
Maracas Con dei bicchieri o dei barattoli con dentro del riso
Legnetti Con i cucchiai di legno
Tamburi Con delle scatole di cartone chiuse con il fondo tagliato
Piatti
Con i coperchi grandi delle pentole
Triangoli Con bacchette di metallo legate con la lenza
-Mettiamo a disposizione dei bambini gli strumenti e organizziamo una rotazione in modo da garantire a tutti
un’adeguata esplorazione sonora. Chiediamo loro di trovare una pluralità di modalità per suonarli. ( Ad
esempio il tamburello, può essere percosso con il palmo o con il dorso della mano, picchiettato con un dito di
volta in volta diverso o con più dita o con le nocche delle dita, può essere battuto con il battente
convenzionale o con qualsiasi altro oggetto, può essere sfregato …)
-Conversazione per riflettere e condividere- le esperienze- fatte ( Quale strumento ti è piaciuto di più
suonare? Quale modalità per suonarlo hai preferito?)
- Realizzazione di un cartellone in cui si registrano le preferenze degli alunni
Percorso 6: “ La musica prende corpo”
Attività
-Lezione concerto esperti esterni ( Studenti biennio del conservatorio)
-Rappresentazione grafica dell’esperienza
g) Mezzi (oggetto didattico, risorse materiali, …)
-Per svolgere questi percorsi utilizzeremo strumenti a percussione a tempo indeterminato presenti nello
strumentario ORFF di cui la nostra scuola è dotata (tamburo, maracas, batteria, legnetti, triangolo, piatto)
-Planisfero
-Utilizzo dell’aula multimediale della scuola
-Schede fotocopiate
82
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
-Materiale di facile consumo
-Utensili da cucina
-Materiale di riciclaggio
-Materiale vario
5. CONTROLLO DEGLI APPRENDIMENTI ( vedi griglia )*
a) Verifica (attività espressiva conclusiva o attività interdisciplinare)*
-Attraverso osservazioni sistematiche per mezzo di griglie e schede.
-Carta tematica
b) Valutazione delle competenze sensoriali/emozionali/relazionali *
-Osservazione, documentazione e verifica attraverso registrazione dati su griglia allegata.
c) Valutazione delle competenze trasversali/interdisciplinari *
-Osservazioni , documentazione e verifica attraverso registrazione dati su griglia allegata
Focus sugli alunni
Rispetta le regole?
Alunni
Verifica
Collabora all’interno del gruppo ?
Produce rappresentazioni grafiche?
Acquisisce familiarità con i termini nuovi
che gli si presentano?
Partecipa
attivamente
e
costruttivamente al momento creativo?
Nell’ultima colonna verrà scritta una breve e sintetica verifica (Es. se sono stati raggiunti tutti gli obiettivi, le
difficoltà incontrate ed eventuali modifiche attuate in itinere.
Legenda:
S=si
N=no
P= parzialmente
d) Strumenti per la valutazione (di processo, di prodotto; es: Strumento didattico Gold)
83
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
e) Documentazione in progress delle esperienze (descrizione dell’esperienza, annotazioni su
esperienze e condivisioni, relazione finale, prodotti, verbali del consiglio di classe, video, foto, ppt)
-Diario di bordo delle attività svolte in ogni incontro a cura dell’insegnante
-Diario…”Io dico la mia… a colore o a parole…” a cura degli alunni
-Relazione finale
I CORDOFONI
84
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
.
di Maria Alessia Misiti, Angela Guercio e Maria Rita Simone
Premessa
85
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Il progetto formativo propone un modello di didattica musicale che coinvolge e ingloba nella sua azione
educativa i meta-linguaggi dell’arte figurativa, poetico-drammatica, motoria: educare e potenziare le
condotte espressive e artistiche nei bambini significa “costruire” delle attitudini e delle competenze generali
utilizzabili nell’ immediatezza del quotidiano e al contempo trasformabili in competenze specifiche in ambito
scolastico.
Ripensare la didattica in termini di “condotte”, e non solo di sapere trasmissibile dell’ alto, conduce l’
insegnante a spostare l’ attenzione a bisogni e motivazioni degli allievi e al come e perché essi raggiungono
gli obiettivi di apprendimento, non finalizzando l’azione didattica al mero perseguimento di questi ultimi;
inoltre incoraggia l’ educatore a progettare una programmazione scolastica non a priori, ma a posteriori,
rendendola elastica e aderente ai vissuti e ai contesti reali del singolo alunno.
Il progetto si articola in tre unità didattiche di apprendimento, che si rapportano a tre differenti fasce d’ età
dei destinatari (5-6, 7-8, 9-10 anni), perseguendo obiettivi educativi affettivo/relazionali e obiettivi formativi
cognitivi trasversali, disciplinari e interdisciplinari. Gli obiettivi formativi disciplinari consistono nell’
acquisizione di competenze generali su alcuni strumenti musicali appartenenti alla famiglia dei cordofoni
(arpa, pianoforte, chitarra, mandolino) e nell’ educazione all’ ascolto creativo e alla ricognizione acustica,
attraverso il potenziamento delle capacità di concentrazione, memorizzazione e introspezione, la
consapevolizzazione di categorie, l’ acquisizione di strategie di esplorazione, analisi, classificazione,
rappresentazione simbolica.
Tutti gli obiettivi verranno perseguiti attraverso un lavoro curricolare che ruota intorno a tre nuclei tematici
costituiti da categorie di opposti e caratterizzanti rispettivamente le tre unità didattiche :
1)SILENZIO/SUONO: U.D.A. 1 per la scuola dell’ infanzia e per la classe prima della scuola primaria.
2)SOLO/TUTTI : U.D.A. 2 per le classi seconda e terza della scuola primaria.
3)BIANCO/NERO : U.D.A. 3 per le classi quarta e quinta della scuola primaria.
Il punto di partenza dei tre percorsi è comune in quanto si avvale di una scelta coerente di attività
espressive : la psico-motricità corporea nella U.D.A. 1, la visione di cartoon nella U.D.A. 2, la visione di foto in
bianco e nero e immagini nella U.D.A. 3. I singoli percorsi si snodano andando a toccare i più svariati metalinguaggi: disegno, pittura, danza estemporanea, racconti verbali, ascolti e riproduzioni sonore,
drammatizzazioni, potenziando negli allievi la capacità di tradurre l’ attività di partenza in modelli analogici
intersecabili all’ infinito.
Si perviene, così, all’ identificazione del nucleo tematico, alla sua declinazione in obiettivi trasversali e
disciplinari e alla trasposizione interdisciplinare.
Infine si attua la verifica e la valutazione delle competenze e abilità acquisite attraverso un’attività
espressiva o interdisciplinare conclusiva.
Complessivamente, l’ azione didattica si realizza restituendo centralità e dignità al gioco, che non è solo il
mezzo più divertente per imparare, ma è una componente fondamentale dello sviluppo della identità del
bambino: attraverso il gioco senso-motorio, simbolico e di regole, il bambino potenzia le capacità di ricerca
ed esplorazione autonoma, padroneggia la sua espressività e sviluppa attitudine alla creatività.
Il gioco va inteso, dunque, non come una strategia astuta finalizzata all’apprendimento, ma come un
formidabile strumento educativo che conduce per mano i bambini in un gioco più grande e arduo: “Crescere
in armonia con se stessi e il mondo circostante”.
PRIMA UNITA'
86
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
SUONO/SILENZIO
Destinatari scuola dell'infanzia e classe prima della scuola primaria
ARTICOLAZIONE APPRENDIMENTO UNITARIO
Riferimenti ai Documenti:
a) ministeriali
Progetto “I linguaggi espressivi (musica, arte, motoria) nella didattica interdisciplinare e
trasversale: percorsi per docenti di scuola d’infanzia, primaria, secondaria di primo e secondo
grado” - Agenzia Nazionale per lo Sviluppo dell’Autonomia Scolastica – Nucleo Territoriale Sicilia.
Prot. n. 1563/F4
Palermo , 08.10.2009
b) di istituto: Elaborazione di una UDA a cura della classe di pedagogia.
Maria Alessia Misiti, Maria Rita Simone, Angela Guercio.
c) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Formativi (affettivo/relazionali):
 Prendere consapevolezza del sé e degli altri;
 Rafforzare il senso del gruppo e creare un clima d’ascolto;
 Gestire le emozioni: situazione attivante, pensieri, reazione emotiva e comportamentale.
la conoscenza della famiglia degli strumenti musicali: “I cordofoni”.
ARTICOLAZIONE APPRENDIMENTO UNITARIO IN OBIETTIVI FORMATIVI
a) Individuazione dei bisogni formativi (motivazioni, problematiche)
La conoscenza della famiglia degli strumenti musicali: “I cordofoni”
b) Apprendimento Unitario da promuovere: Nucleo Tematico
“Silenzio/Suono ”
c) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Educativi: sensoriali/emozionali/relazionali
87
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Obiettivi Formativi Trasversali – Educativi
a) Avere coscienza del proprio corpo e delle sue relazioni con
RAPPORTO
PERCEZIONE DI
l’ambiente per la ricaduta sull’immagine di sé.
CON
SE SÉ
b) Raggiungere la capacità di controllo del linguaggio, dei gesti
STESSO
e del comportamento.
a) Essere consapevoli delle proprie risorse e dei propri limiti.
SICUREZZA DI SÉ
b) Modificare il comportamento per valorizzare le proprie
risorse e per correggere i propri limiti.
c) Esprimere le proprie idee in limitazione o addirittura assenza
di giudizio.
a)
Intervenire nelle conversazioni in modo appropriato
RAPPORTO
RELAZIONI
rispettando l’ordine degli interventi.
CON GLI ALTRI
b) Ascoltare e rispettare le idee solite o insolite degli altri
anche se diverse dalle proprie.
c) Rispettare gli altri nelle loro diversità fisiche e culturali.
Offrire e accettare collaborazione negli scambi
COLLABORA a)
interpersonali.
ZIONE
b) Accettare ed applicare suggerimenti degli insegnanti nella
realizzazione delle attività collettive e nel lavoro
individualizzato.
c) Cooperare per la realizzazione di un progetto comune
rispettando e valorizzando il ruolo di ognuno
a) Seguire con attenzione le proposte didattiche svolte in
PARTECIPAZIONE ALLA
classe.
ATTIVITA’ SCOLASTICA
b) Essere attivo nel lavoro di gruppo e rispettare le consegne
date.
c) Portare contributi personali alle attività.
a)
Portare regolarmente gli strumenti necessari per lo
svolgimento delle attività.
IMPEGNO E RESPONSABILITA’
b) Esprimere e portare a termine il proprio lavoro con
continuità e precisione.
c) Rispettare consapevolmente le norme stabilite nel codice di
classe e in quello della scuola
a) Portare a termine le attività con le proprie forze e
AUTONOMIA
competenze.
b) Affrontare le difficoltà e arrivare da solo alla propria
soluzione dei problemi.
c) Pianificare i propri impegni scolastici
88
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
d) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Trasversali(Cognitivi)
Obiettivi Formativi Trasversali - Cognitivi
a) Memorizzare termini, fatti specifici, classificazioni ritenute fondamentali
MEMORIZZAZIONE
per i vari ambiti disciplinari, mediante rubriche, archivi e tabelle.
b) Memorizzare regole e procedimenti attinenti ai vari ambiti disciplinari
attraverso schede guida.
a) Interpretare fatti e aspetti della realtà.
COMPRENSIONE
b) Comprendere i contenuti riferendosi ai corrispondenti apprendimenti
degli ambiti disciplinari.
c) Tradurre termini e messaggi nella lingua straniera studiata.
a) Applicare contenuti, regole e procedimenti, utilizzando i linguaggi (canali
APPLICAZIONE
comunicativi) e gli strumenti specifici per risolvere situazioni
problematiche.
a) Analisi morfologica di una situazione data.
ANALISI
b)
Individuare le relazioni tra gli elementi di una situazione data
(selezionare, classificare, ordinare per affinità).
c) Correlare informazioni e conoscenze individuando e confrontando i dati
emersi.
a) Produrre una sequenza di operazioni finalizzata alla strutturazione di
SINTESI
una comunicazione o al conseguimento di un risultato.
b) Elaborare in modo personale e creativo le conoscenze dei vari ambiti
disciplinari.
c) Trasferire le conoscenze acquisite in situazioni nuove e diverse,
utilizzando i linguaggi appropriati.
Trasferire l’esperienza in un diario di bordo.
a) Valutare una situazione data confrontando ipotesi.
VALUTAZIONE
b) Valutare la corrispondenza tra ipotesi e tesi attraverso i procedimenti
attuati.
e) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Interdisciplinari (Cognitivi)
89
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
AREA COGNITIVA
Elaborare in modo coerente, utile e personale gli
Affidamento di compiti di approfondimento
apprendimenti.
personale su argomenti di studio
Proposizione di attività strutturate
Estendere, consolidare, recuperare la
Esercizi di comprensione di semplici messaggi
capacità di ascolto e comprensione e la
Iniziative di recupero delle strumentalità di
strumentalità di base della letto-scrittura
base
Ricorso a situazioni concrete di lavoro
Estendere, consolidare, recuperare la
Scelta prevalente di attività operative
conoscenze logico-matematiche
Semplificazione dei contenuti di apprendimento
Estendere, consolidare,
conoscenze spazio-temporali
recuperare
le
f) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Disciplinari (Cognitivi)
 Il bambino comunica, esprime emozioni, racconta utilizzando le varie possibilità che il linguaggio del
corpo consente. Inventa storie e si esprime attraverso diverse forme di drammatizzazione. Si
esprime attraverso il disegno, la pittura e altre attività manipolative e sa utilizzare diverse tecniche
espressive.
 Esplora, discrimina ed elabora eventi sonori dal punto di vista qualitativo, spaziale e in riferimento
alla loro fonte.
 Esplora i materiali che ha a disposizione e li utilizza con creatività.
 Esplora i primi alfabeti musicali, utilizzando i simboli di una notazione informale per codificare i suoni
percepiti e riprodurli.
MEDIAZIONE DIDATTICA
Metodologia: segue schema di definizione della impostazione metodologica
Immagine di sé
90
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Esperienze
Realizzazione
ABILITA’
VISSUTI POSITIVI
STRATEGIE
(attenzioni
dell’insegnante)
ATTIVATORI
SPECIFICI
IDEAZIONE
Fattori B
 MOTORIE
RELAZIONALIESPRESSIVECOMUNICATIVE

CREATIVEIDEATIVE
Obliquità
Imitazione
Valorizzazione
Interpretazione
Costruzione
Improvvisazione
Tangiblità
Trasposizione
Limitazione
giudizio
del Somiglianza
Stimoli neutri
Conoscenze
e
consapevolezze: Analisi
l’archivio
Morfologica
Risoluzione
problemi
STILE
DI FATTORI PERSONALI
CONDUZIONE
DI COINVOLGIMENTO
(vissuti partecipativi
alle attività)
Fattori C
Fattori A
In situazioni
strutturate,
semistrutturate e
non
strutturate
Vissutodi:
 condivisione
 straordinarietà
 precisione
 disponibilità
 realizzazione
 umorismo
Saper ignorare  prestanza
 unicità
Promozione
 coraggio
delle
 raffinatezza
perseveranze  emergenza
 rallentamento
Valorizzazione  eccellenza
delle idee
 autonomia
 espansione
Rispetto delle  estraneamento
91
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
idee insolite
Progettazione


Riduzione

competitività


Rispetto delle 
emozioni


Esposizione

protetta

mimetizzazione
velocizzazione
esposizione
terremotate
provocazione
emulazione
appartenenza
sfinimento
lealtà
riflessione
Nicchie
di ………………………
onnipotenza
…………………
 Attività proposte dove tutti possano provare il piacere di riuscire (obliquità), il piacere di essere
parte del gruppo (valorizzazione), di progettare (costruzione), di conquistare (tangibilità), di fare
per il “fare” e non per ricevere la gratificazione dell’adulto (limitazione del giudizio);
 Tecniche e mezzi per dare alle UDA impronta ideativo-creativa
 Imprinting (taglio) dell’insegnante sulla UDA in riferimento alla sua intenzionalità formativa, al
contesto in cui opera, alle sue conoscenze, alle sue padronanze e dal suo coraggio di azzardare,
provare, sperimentare nuovi approcci alle situazioni;
 Ricerca delle chiavi emotive degli alunni (fattori personali di coinvolgimento) che attivano al nuovo
e fanno esplodere le sensazioni forti;
 L’impostazione metodologica qui sopra esposta è finalizzata ad un feed-back per il rafforzamento
positivo della propria immagine.
Poligono di lavoro
92
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
(Analisi morfologica degli ambiti e dei loro ingredienti)
 FRANÇOIS DELALANDE, Le condotte musicali: comportamenti e motivazioni del fare e ascoltare musica,
Clueb Edizioni 1993
 ELITA MAULE, Articolo su “Strumenti e Tecniche” dal titolo: Le musiche dei cartoni: una prospettiva
interdisciplinare, Musica Domani 122- Marzo 2002
 PINA BOGGI CAVALLO, “Dall’atto motorio all’interpretazione musicale: dal senso-motorio al simbolico”,
Ed. 10/17, 1992 atti del convegno al II colloquio di Psicologia della Musica
 Relazione al 21° Convegno europeo Pedagogia e didattica degli strumenti nell’educazione musicale di
base: dal suono allo strumento, Gorizia 1990
 CARLO DELFRATI ,“La musica delle cose: Esiste il silenzio?”- Unità 1.
 MAURIZIO DELLA CASA, Educazione Musicale e curricolo: percepire, capire gli eventi sonori
 GIORGIO GRAZIOSI, Introduzione all’ascolto: “Sintonie” e “Percezioni”, Ed. Ricordi
 C.BOSI – S.ROSSINI, Corpo e movimento: padronanza e creatività dell’insegnante , Trentouno Edizioni
(TN), 1996
 P.BERTOLINI, Dizionario di psico-socio-pedagogia, Mondadori (MI), 1982
93
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
 C.ROGERS, Per una teoria della creatività , in H.H. Anderson, La creatività e le sue prospettive , Editrice
La Scuola (BS), 1972
 S.ARIETI, Creatività: la sintesi magica , Il Pensiero Scientifico Editore, 1979
 S.ROSSINI, Dal fare all’ideare: alla ricerca delle chiavi
 A.CAROTENUTO, Trattato di psicologia della personalità , Cortina Editore (MI), 1991
b) Tecniche
Lezioni frontali, Brainstorming, Circle time, Role Play, Ascolto recettivo e attivo, giochi, attività di gruppo e
individuali.
c) Tempi (durata)
il percorso avrà la durata di 7 ore
d) Fasi organizzative
lo svolgimento dei lavori avverrà durante le ore curricolari e seguendo il regolare orario delle lezioni.
1. Attività espressiva
2. Individuazione del nucleo tematico
3. Declinazione dell’esperienza in obiettivi disciplinari
4. Attività di trasposizione interdisciplinare
5. Verifica e valutazione
IL NUCLEO TEMATICO NEI LINGUAGGI ESPRESSIVI
PER …
ESPRESSIONE
INFORMAZIONE
NARRAZIONE
DESCRIZIONE
… COMUNICARE
PARTECIPAZIONE
RELAZIONE
IDENTITA’
94
SIGNIFICATO
CONFRONTO
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
e) Contenuti disciplinari
 Il corpo: mi muovo dunque sono
 Il gioco:mobilità/immobilità
 Il silenzio e il suono
 I cartoni animati
 Le storie
 Le drammatizzazioni
 Gli ascolti
 Gli insiemi
 I disegni
 I materiali
f) Procedura metodologica e descrizione delle attività (espressiva e interdisciplinare)
Attraverso l’uso del corpo e la consapevolezza del suono/silenzio, si passerà alla presentazione delle diverse
attività finalizzate all’acquisizione delle competenze delle discipline e alla trasposizione dei materiali nei
diversi linguaggi.
Descrizione dell’esperienza:
Riscaldamento: tappare e stappare le orecchie, chiudere e aprire gli occhi, chiudere e aprire la bocca,
inspirare, espirare, apnea, tappare il naso e respirare.
Attività: Scheda Delfrati “Esiste il silenzio”- Invitare i bambini a chiudere gli occhi e ascoltare il silenzio,
conversazione e scheda collettiva (All 1)
Scarico: Associare il movimento e l’immobilità al suono e al silenzio.
I bambini camminano liberamente. L’insegnante accompagna il movimento con ritmi liberi, usando
strumenti diversi e con cambiamenti di velocità e di dinamica. Il modo di muoversi ne sarà influenzato: con
leggerezza, pesantezza, passi lunghi, corti, in punta dei piedi ecc.
Ogni tanto l’insegnante smette di suonare e i bambini si fermano; ricominciano a camminare non appena
l’accompagnamento riprende.
Seguono delle varianti (All. 2).
Individuazione del nucleo tematico: Suono/Silenzio
Inizio attività interdisciplinari:
Bambini di 5 anni:
Il sé e l’altro: la famiglia
Il corpo e il movimento: Staticità- dinamicità- equilibrio
Linguaggi, creatività, espressione: I cordofoni, il ritmo, i colori, la drammatizzazione
I discorsi e le parole: le storie, le onomatopee
Bambini di 6 anni
Italiano: narrazione “Rumorino e Mago Silenzio” – Scheda (All.3)
Le storie e le filastrocche: drammatizzazioni
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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Arte e Immagine : Cartoni animati (All. Cartella )- I disegni e l’interpretazione del suono
Musica: Le onomatopee e I cordofoni – L’ascolto e la trasposizione
Matematica: Gli insiemi – Le grandezze
Geografia: I concetti topologici
Corpo e movimento: Le danzette (Spaziare nella musica – n.1 – All.4)
Storia: Il tempo
g) Mezzi (oggetto didattico, risorse materiali, …):
Lettore cd o lettore MP3 o MP4 con casse, Lettore DVD,Videoproiettore, LIM,
PC, Fogli A4, Fogli A3 di colori diversi, pennarelli maxi turbo, colori a cera, colori a dita, colori a matita,
gessetti, Tappetini, Strumentario Orff e strumenti strutturati della famiglia dei cordofoni (Pianoforte,
chitarra).
CONTROLLO DEGLI APPRENDIMENTI
a) Verifica (attività espressiva conclusiva o attività interdisciplinare)
Drammatizzazione di una storia con l’uso delle onomatopee ed esposizione degli elaborati dei bambini.
b)Valutazione delle competenze sensoriali/emozionali/relazionali
La valutazione viene intesa come occasione per la verifica dei risultati ottenuti sia nel campo affettivo comportamentale che in quello strettamente cognitivo.
La valutazione tiene conto dei punti di partenza, della situazione familiare, e socio-ambientale di provenienza,
delle potenzialità e dei ritmi di apprendimento, dell’impegno, dell’interesse e della partecipazione, del metodo
di lavoro, dell’acquisizione di conoscenze ed abilità, del conseguimento degli obiettivi formativi, delle
difficoltà incontrate e degli interventi mirati.
Lettura dei questionari in entrata e in uscita sulle competenze personali e relazionali evidenziate dagli alunni,
osservazioni sistematiche in itinere, analisi costante del clima di gruppo e consapevolezza costante delle
padronanze.
Questionario in entrata e in uscita (vedi allegato)
c)Valutazione delle competenze trasversali/interdisciplinari
Verranno valutate le scelte effettuate negli incontri di intersezione e di interclasse relativamente all'uso
delle risorse; in particolare viene valutato il rapporto tra mezzi impiegati e risultati ottenuti (efficienza) e
tra obiettivi programmati e risultati raggiunti ( efficacia).
E' necessario, però, tenere presente che ciò che conta non è tanto il risultato di un intervento educativo,
quanto i processi che esso è riuscito ad attivare.
96
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
In questa ottica è importante che i docenti assumano un atteggiamento critico di fondo, che diventi abito
professionale, per attivare un controllo continuo sugli interventi operativi, volto a consentire ad ogni alunno
di sviluppare al massimo le proprie potenzialità.
La valutazione degli alunni, pertanto, terrà conto:
del comportamento, della partecipazione, dell’interesse e dell’impegno delle capacità grafiche, logiche,
espressive, tecniche, etc.,della socializzazione, dell’acquisizione delle abilità di base sia in campo linguistico espressivo sia in campo tecnico-scientifico, delle acquisizioni cognitive relative alle varie discipline, del
metodo di lavoro.
Schede, disegni, pensieri, mappe realizzate dai bambini.
97
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
SECONDA UNITA'
SOLO/TUTTI
Destinatari classi seconda e terza della scuola primaria
DECLINAZIONE DELL’APPRENDIMENTO UNITARIO IN OBIETTIVI FORMATIVI (AFFETTIVO/RELAZIONALI)
• Prendere consapevolezza del sé e degli altri;
• Rafforzare il senso del gruppo e creare un clima d’ ascolto;
• Gestire le emozioni: situazione attivante, pensieri, reazione emotiva e comportamentale.
ARTICOLAZIONE APPRENDIMENTO UNITARIO IN OBIETTIVI FORMATIVI
a) Individuazione dei bisogni formativi (motivazioni, problematiche)
La conoscenza di alcuni strumenti musicali appartenenti alla famiglia dei cordofoni:arpa, mandolino,
chitarra, pianoforte.
Educazione all’ ascolto creativo.
b) Apprendimento Unitario da promuovere: Nucleo Tematico “Solo/Tutti ”
c) Declinazione dell’ apprendimento unitario in Obiettivi Educativi: sensoriali/emozionali/relazionali
98
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
d) Declinazione dell’ apprendimento unitario in Obiettivi Formativi Trasversali (Cognitivi)
99
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
e) Declinazione dell’ apprendimento unitario in Obiettivi Interdisciplinari (Cognitivi)
100
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
f) Declinazione dell’ apprendimento unitario in Obiettivi Disciplinari (Cognitivi)
101
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
• L’ alunno gestisce diverse possibilità espressive della voce (onomatopee), gli oggetti sonori e strumenti
musicali, imparando ad ascoltare se stesso e gli altri.
• Sa prendersi cura di se stesso, degli altri e dell’ ambiente e partecipa ad attività che favoriscano forme di
cooperazione e di solidarietà.
• L’ alunno partecipa a scambi comunicativi con compagni e docenti attraverso messaggi semplici, chiari e
pertinenti, formulati in un registro adeguati alla situazione.
• Utilizza il linguaggio corporeo e motorio per comunicare ed esprimere i propri stati d’ animo, anche
attraverso la drammatizzazione e le esperienze ritmico-musicali.
• Riconosce gli elementi costitutivi di un semplice brano musicale (strofa/ ritornello/elemento ripetitivo…),
sa apprezzare la valenza estetica e riconoscere il valore funzionale di ciò che si fruisce, applica diverse
strategie interattive e descrittive (orali, scritte, grafiche) all’ ascolto di brani musicali, al fine di pervenire ad
una comprensione essenziale delle strutture e delle loro funzioni e di rapportarle al contesto di cui sono
espressione, mediante percorsi interdisciplinari.
• L’ alunno utilizza gli elementi grammaticali di base del linguaggio visivo per osservare, descrivere e
leggere immagini statiche e messaggi in movimento.
• Comprende testi di tipo diverso in vista di scopi funzionali, di intrattenimento e/o s vago, di studio; ne
individua il senso globale e/o le informazioni principali; utilizza strategie di lettura funzionali agli scopi.
• Usa la linea del tempo per collocare un fatto o un evento.
• Sa agire e muoversi concretamente, facendo ricorso a carte mentali, che implementa in modo significativo
attingendo all’ esperienza quotidiana e al bagaglio di conoscenze.
• Sa descrivere e classificare figure in base a caratteristiche geometriche utilizzando modelli concreti
anche costruiti o progettati con i suoi compagni.
• L’ alunno ha capacità operative, progettuali e manuali, che utilizza nei vari contesti di esperienzaconoscenza per un approccio scientifico ai fenomeni.
MEDIAZIONE DIDATTICA
a) Metodologia
Segue schema di definizione della impostazione metodologica
102
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
103
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
• L’ impostazione metodologica esposta è finalizzata ad un feed-back per il rafforzamento positivo della
propria immagine.
• Le attività proposte sono quelle dove tutti possano provare il piacere di riuscire (obliquità), il piacere di
essere parte del gruppo (valorizzazione), di progettare (costruzione), di conquistare (tangibilità), di fare per
il “fare” e non per ricevere la gratificazione dell’ adulto (limitazione del giudizio).
• Si useranno tecniche e mezzi per dare alle UDA impronta ideativo-creativa.
• L’ Imprinting (taglio) dell’ insegnante sulla UDA sarà in riferimento alla sua intenzionalità formativa, al
contesto in cui opera, alle sue conoscenze, alle sue padronanze e dato dal suo coraggio di azzardare,
provare, sperimentare nuovi approcci alle situazioni.
• Si andrà alla Ricerca delle chiavi emotive degli alunni (fattori personali di coinvolgimento) che attivano al
nuovo e fanno esplodere le sensazioni forti.
Bibliografia
• FRANÇOIS DELALANDE, Le condotte musicali: comportamenti e motivazioni del fare e ascoltare musica,
Clueb Edizioni 1993
• ELITA MAULE, Articolo su “Strumenti e Tecniche” dal titolo: Le musiche dei cartoni: una prospettiva
interdisciplinare, Musica Domani 122- Marzo 2002
• PINA BOGGI CAVALLO, “Dall’ atto motorio all’ interpretazione musicale: dal senso-motorio al simbolico”, Ed.
10/17, 1992 atti del convegno al II colloquio di Psicologia della Musica
• Relazione al 21° Convegno europeo Pedagogia e didattica degli strumenti nell’ educazione musicale di base:
dal suono allo strumento, Gorizia 1990
• CARLO DELFRATI, “La musica delle cose: Esiste il silenzio?”- Unità 1.
• MAURIZIO DELLA CASA, Educazione Musicale e curricolo: percepire, capire gli eventi sonori
• GIORGIO GRAZIOSI, Introduzione all’ ascolto: “Sintonie” e “Percezioni”, Ed. Ricordi
• C.BOSI–S.ROSSINI, Corpo e movimento: padronanza e creatività dell’ insegnante, Trentouno Edizioni (TN),
1996
• P. BERTOLINI, Dizionario di psico-socio-pedagogia, Mondadori (MI), 1982
• C.ROGERS, Per una teoria della creatività, in H.H. Anderson, La creatività e le sue prospettive, Editrice La
Scuola (BS), 1972
• S.ARIETI, Creatività: la sintesi magica, Il Pensiero Scientifico Editore, 1979
• S.ROSSINI, Dal fare all’ ideare: alla ricerca delle chiavi
• A.CAROTENUTO, Trattato di psicologia della personalità, Cortina Editore (MI), 1991
b) Tecniche
Lezioni frontali, Brainstorming, Circle time, Role Play, Ascolto recettivo e attivo, giochi, attività di gruppo
e individuali.
c) Tempi (durata)
Il percorso avrà la durata di 7 ore.
104
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
d) Fasi organizzative
Lo svolgimento dei lavori avverrà durante le ore curricolari e seguendo il regolare orario delle lezioni.
1. Attività espressiva.
2. Individuazione del nucleo tematico.
3. Declinazione dell’ esperienza in obiettivi disciplinari.
4. Attività di trasposizione interdisciplinare.
5. Verifica e valutazione.
Parole chiave che aiutano nello svolgimento delle attività a raggiungere il nucleo tematico proposto:
“Solo/Tutti”.
IL NUCLEO TEMATICO NEI LINGUAGGI ESPRESSIVI
PER …
CONSAPEVOLEZZA
EMOZIONI
CREATIVITA’
SENSAZIONI
… SENTIRE
OSSERVAZIONE
FANTASIA
DISTENSIONE
RICORDI
IL NUCLEO TEMATICO NEI LINGUAGGI ESPRESSIVI
PER …
MUOVERSI
DANZARE
CANTARE
SUONARE
CREARE
SPERIMENTARE
… FARE
PARLARE
LAVORARE
LEGGERE
GIOCARE
DISEGNARE
SCRIVERE
105
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
IL NUCLEO TEMATICO NEI LINGUAGGI ESPRESSIVI
PER …
ESPRESSIONE
INFORMAZIONE
NARRAZIONE
DESCRIZIONE
… COMUNICARE
PARTECIPAZIONE
RELAZIONE
IDENTITA’
106
SIGNIFICATO
CONFRONTO
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
e) Contenuti disciplinari
• Il gioco.
• I cartoni animati.
• Le storie.
• Il testo descrittivo.
• Le drammatizzazioni.
• Gli ascolti.
• La creazione.
• I disegni.
• I materiali.
f)Procedura metodologica e descrizione delle attività (espressiva e interdisciplinare)
Attraverso la visione dei cartoons e la consapevolezza del solo/tutti, si passerà alla presentazione delle
diverse attività finalizzate all’ acquisizione delle competenze delle discipline e alla trasposizione dei materiali
nei diversi linguaggi.
Descrizione dell’ esperienza:
 Visione dei cartoni animati: “Starring Donald - Don Donald”, “The cat concerto”, “Gli Aristogatti”, “
Mickey Mouse - The Band Concert”.
 Ascolti- video (G.F. Haendel Passacaglia per arpa, Domenico Scarlatti sonata k380 per chitarra,
Sradetzky Marsch- M. Pacchin - J. Strauss, Domenico Paradisi Toccata per arpa ed orchestra
d'archi).
 Redazione scritta delle esperienze interiori suscitate dall’ ascolto (All.).
 Rappresentazione grafico-pittorica del suono.
 Attività corporea: Movimenti liberi (inizia a muoversi dapprima un solo alunno, poi progressivamente
si uniscono gli altri) suscitati dagli ascolti: “Minor march” (strumento solista), “Variazioni op.169”
(Duo), “Trio per chitarre op.12” (Trio), “L’ apprendista stregone” (orchestra).
 Conversazione
 Individuazione del nucleo tematico: Solo/Tutti.
Inizio attività disciplinari e interdisciplinari





Musica
Alcuni strumenti musicali appartenenti alla famiglia dei cordofoni (All.)
Scheda tecnica-gioco: “Lo sconosciuto: Che strumento è quello nella foto?” (All.).
Forma del Concerto (All.): Ascolto (Farfalle eterne Il suono dell’ Arpa).
Drammatizzazione (con funzione di scarico ) personalizzata attraverso lo strumentario Orff.
Scheda tecnica-gioco: “Gli strumenti musicali” (All.).
107
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Religione
 Argomento: L’ amicizia (L’ individuo da solo e con gli altri); Ascolto-Video: “Bugs Bunny play the piano”
(strumento solista), “Lilly e il vagabondo” (Duo), “Trio per chitarre op.12” (Trio), “Valzer dei fiori”
(orchestra).




Italiano
Narrazione : “L’ amore” (All.), “Gennarino il Mandolino” (All.) , “L’ incantesimo della strega rubanota”
(All.), “Il poeta magico” (All.).
Filastrocca: “Luigi re di Francia” (All.).
Poesia: “Il gatto pianista” (All.), “La chitarra” (All.).
Drammatizzazioni.
Arte e Immagine :
 Le Immagini dei cordofoni e i dipinti (All.).
 Schede Tecniche da colorare (All.).
 Rappresentazione grafico-pittorica del suono.
Matematica:
 La costruzione di una chitarra attraverso grandezze e proporzioni (All.).
Geografia:
 Visualizzazione geografica dei cordofoni (All.): Arpa (Mesopotamia), Chitarra (Spagna), Mandolino
(Italia), Pianoforte (Italia).
Corpo e movimento:
 Danza estemporanea in crescendo (dal solo/duo/etc… al tutti).
 Video: “Danza dei Cignetti” dal Lago dei Cigni.
Storia:
 Scheda Tecnica: “La linea del tempo: Gli antenati di alcuni cordofoni” (All.).
 Scheda Tecnica-gioco: “Antecedente e contemporaneo: Collega ciascuno strumento al suo antenato”
(All.).
g) Mezzi (oggetto didattico, risorse materiali, …):
Lettore cd o lettore MP3 o MP4 con casse, Lettore DVD, Videoproiettore, LIM,
PC, Fogli A4, Fogli A3 di colori diversi, pennarelli maxi turbo, colori a cera, colori a dita, colori a matita,
gessetti, Tappetini, Strumentario Orff e strumenti strutturati della famiglia dei cordofoni (Pianoforte,
chitarra).
108
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
CONTROLLO DEGLI APPRENDIMENTI
a) Verifica (attività espressiva conclusiva o attività interdisciplinare)
 Disegnare gli strumenti cordofoni che si ascoltano.
 Drammatizzazione di una storia con l’ uso delle onomatopee (BOOM, BANG, BROOM, CRASH, PLENPLEN etc.).
 Esposizione degli elaborati dei bambini.
b) Valutazione delle competenze sensoriali/emozionali/relazionali
La valutazione viene intesa come occasione per la verifica dei risultati ottenuti sia nel campo affettivocomportamentale che in quello strettamente cognitivo.
La valutazione tiene conto dei punti di partenza, della situazione familiare, e socio-ambientale di provenienza,
delle potenzialità e dei ritmi di apprendimento,
dell’ impegno, dell’ interesse e della partecipazione,
del metodo di lavoro,
dell’ acquisizione di conoscenze ed abilità, del conseguimento degli obiettivi
formativi, delle difficoltà incontrate e degli interventi mirati.
Osservazioni sistematiche in itinere, analisi costante del clima di gruppo e consapevolezza costante delle
padronanze.
c) Valutazione delle competenze trasversali/interdisciplinari
Verranno valutate le scelte effettuate negli incontri di intersezione e di interclasse relativamente all' uso
delle risorse; in particolare viene valutato il rapporto tra mezzi impiegati e risultati ottenuti (efficienza) e
tra obiettivi programmati e risultati raggiunti ( efficacia).
E' necessario, però, tenere presente che ciò che conta non è tanto il risultato di un intervento educativo,
quanto i processi che esso è riuscito ad attivare.
In questa ottica è importante che i docenti assumano un atteggiamento critico di fondo, che diventi abito
professionale, per attivare un controllo continuo sugli interventi operativi, volto a consentire ad ogni alunno
di sviluppare al massimo le proprie potenzialità.
La valutazione degli alunni, pertanto, terrà conto:
del comportamento, della partecipazione, dell’ interesse e dell’ impegno delle capacità grafiche, logiche,
espressive, tecniche, etc.(schede, disegni, pensieri, mappe realizzate dai bambini) della socializzazione, dell’
acquisizione delle abilità di base sia in campo linguistico-espressivo sia in campo tecnico-scientifico, delle
acquisizioni cognitive relative alle varie discipline, del metodo di lavoro.
109
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
TERZA UNITA'
BIANCO/NERO
Destinatari classi quarte e quinte della scuola primaria
DECLINAZIONE DELL’APPRENDIMENTO UNITARIO IN OBIETTIVI FORMATIVI (AFFETTIVO/RELAZIONALI)
 Prendere consapevolezza del sé e degli altri;
 Rafforzare il senso del gruppo e creare un clima d’ascolto;
 Gestire le emozioni: situazione attivante, pensieri, reazione emotiva e comportamentale.
ARTICOLAZIONE APPRENDIMENTO UNITARIO IN OBIETTIVI FORMATIVI
a) Individuazione dei bisogni formativi (motivazioni, problematiche)
La conoscenza di alcuni strumenti musicali appartenenti alla famiglia dei cordofoni:arpa, pianoforte, chitarra,
mandolino. L’educazione all’ascolto creativo e alla ricognizione acustica
b) Apprendimento Unitario da promuovere: Nucleo Tematico
“Bianco/Nero ”
110
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
c)Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Educativi: sensoriali/emozionali/relazionali
Obiettivi Formativi Trasversali – Educativi
a) Avere coscienza del proprio corpo e delle sue relazioni con
RAPPORTO
PERCEZIONE DI
l’ambiente per la ricaduta sull’immagine di sé.
CON
SE SÉ
STESSO
b) Raggiungere la capacità di controllo del linguaggio, dei gesti
e del comportamento.
a)
Essere consapevoli delle proprie risorse e dei propri limiti.
b)
Modificare il comportamento per valorizzare le proprie
risorse e per correggere i propri limiti.
c)
Esprimere le proprie idee in limitazione o addirittura assenza
di giudizio.
a)
Intervenire nelle conversazioni in modo appropriato
rispettando l’ordine degli interventi.
b)
Ascoltare e rispettare le idee solite o insolite degli altri
anche se diverse dalle proprie.
SICUREZZA DI SÉ
RAPPORTO
RELAZIONI
CON GLI ALTRI
c)
COLLABORA
ZIONE
PARTECIPAZIONE ALLA
ATTIVITA’ SCOLASTICA
a)
Offrire e accettare collaborazione negli scambi
interpersonali.
b)
Accettare ed applicare suggerimenti degli insegnanti nella
realizzazione delle attività collettive e nel lavoro
individualizzato.
c)
Cooperare per la realizzazione di un progetto comune
rispettando e valorizzando il ruolo di ognuno
a)
Seguire con attenzione le proposte didattiche svolte in
classe.
b)
Essere attivo nel lavoro di gruppo e rispettare le consegne
date.
c)
IMPEGNO E RESPONSABILITA’
Rispettare gli altri nelle loro diversità fisiche e culturali.
Portare contributi personali alle attività.
a)
Portare regolarmente gli strumenti necessari per lo
svolgimento delle attività.
b)
Esprimere e portare a termine il proprio lavoro con
111
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
continuità e precisione.
AUTONOMIA
c)
Rispettare consapevolmente le norme stabilite nel codice di
classe e in quello della scuola
a)
Portare a termine le attività con le proprie forze e
competenze.
b)
Affrontare le difficoltà e arrivare da solo alla propria
soluzione dei problemi.
c)
112
Pianificare i propri impegni scolastici
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
d) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Trasversali (Cognitivi)
Obiettivi Formativi Trasversali - Cognitivi
MEMORIZZAZIONE
COMPRENSIONE
a)
Memorizzare termini, fatti specifici, classificazioni ritenute fondamentali
per i vari ambiti disciplinari, mediante rubriche, archivi e tabelle.
b)
Memorizzare regole e procedimenti attinenti ai vari ambiti disciplinari
attraverso schede guida.
a)
b)
c)
APPLICAZIONE
ANALISI
SINTESI
a)
a)
Interpretare fatti e aspetti della realtà.
Comprendere i contenuti riferendosi ai corrispondenti apprendimenti
degli ambiti disciplinari.
Tradurre termini e messaggi nella lingua straniera studiata.
Applicare contenuti, regole e procedimenti, utilizzando i linguaggi (canali
comunicativi) e gli strumenti specifici per risolvere situazioni
problematiche.
Analisi morfologica di una situazione data.
b)
Individuare le relazioni tra gli elementi di una situazione data
(selezionare, classificare, ordinare per affinità).
c)
Correlare informazioni e conoscenze individuando e confrontando i dati
emersi.
a)
Produrre una sequenza di operazioni finalizzata alla strutturazione di
una comunicazione o al conseguimento di un risultato.
b)
Elaborare in modo personale e creativo le conoscenze dei vari ambiti
disciplinari.
c)
Trasferire le conoscenze acquisite in situazioni nuove e diverse,
utilizzando i linguaggi appropriati.
Trasferire l’esperienza in un diario di bordo.
VALUTAZIONE
a)
b)
Valutare una situazione data confrontando ipotesi.
Valutare la corrispondenza tra ipotesi e tesi attraverso i procedimenti
attuati.
113
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
e) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Interdisciplinari (Cognitivi).
AREA COGNITIVA
Elaborare in modo coerente, utile e personale gli
Affidamento di compiti di approfondimento
apprendimenti.
personale su argomenti di studio
Proposizione di attività strutturate
Estendere, consolidare, recuperare la
capacità di ascolto e comprensione e la
strumentalità di base della letto-scrittura
Esercizi di comprensione di semplici messaggi
Iniziative di recupero delle strumentalità di
base
Ricorso a situazioni concrete di lavoro
Estendere, consolidare, recuperare
conoscenze logico-matematiche
la
Scelta prevalente di attività operative
Semplificazione dei contenuti di apprendimento
Estendere, consolidare,
conoscenze spazio-temporali
recuperare
le
f)Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Disciplinari (Cognitivi)
 L’alunno riconosce i tratti pertinenti dell’oggetto sonoro, ne interpreta il carattere affettivo ed
espressivo e traduce le esperienze interiori corrispondenti con condotte gestuali e motorie ,
racconti verbali, drammatizzazione, rappresentazioni grafico- pittoriche e riproduzioni ritmicomusicali.
 Valuta aspetti funzionali ed estetici in brani musicali di vario genere e stile, in relazione al
riconoscimento di culture di tempi e luoghi diversi.
 Utilizza voce, strumenti e nuove tecnologie sonore in modo creativo e consapevole, ampliando le
proprie capacità di invenzione sonoro-musicale.
 Interpreta gli elementi grammaticali di base del linguaggio visivo e li utilizza per descrivere e
leggere immagini statiche e messaggi in movimento.
 Partecipa a scambi comunicativi con compagni e docenti attraverso messaggi semplici, chiari e
pertinenti, formulati in un registro adeguato alla situazione.
114
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
 Sviluppa gradualmente abilità funzionali allo studio estrapolando dalle attività espressive
informazioni su un dato argomento utili per l’esposizione orale e la memorizzazione, acquisendo un
primo nucleo di terminologia specifica, raccogliendo impressioni personali e/o collettive,
registrando opinioni proprie o altrui.
 Conosce gli elementi significativi del passato del suo ambiente di vita
 Si pone domande esplicite e individua problemi significativi da indagare a partire dalla propria
esperienza, dai discorsi degli altri, dai mezzi di comunicazione e dai testi letti.
4. MEDIAZIONE DIDATTICA
a) Metodologia Schema di definizione della impostazione metodologica
Immagine di sé
Esperienze
Realizzazione
ABILITA’
MOTORIE
RELAZIONALIESPRESSIVECOMUNICATIVE
VISSUTI POSITIVI
STRATEGIE
(attenzioni
dell’insegnante)
ATTIVATORI
SPECIFICI
IDEAZIONE
Obliquità
Fattori B
Imitazione
Valorizzazione
Interpretazione
Costruzione
Improvvisazione
STILE
DI FATTORI PERSONALI
CONDUZIONE
DI COINVOLGIMENTO
(vissuti
partecipativi alle
attività)
Fattori A
Fattori C
In
situazioni Vissuto di:
strutturate,
 condivisione
semi straordinarietà
strutturate e  precisione
non strutturate  disponibilità
Saper ignorare  realizzazione
Promozione
 umorismo
115
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
CREATIVEIDEATIVE
Tangibilità
Limitazione
giudizio
Trasposizione
del Somiglianza
Conoscenze
e Stimoli neutri
consapevolezze:
l’archivio
Analisi
Morfologica
Risoluzione
problemi
Progettazione
delle
perseveranze
Valorizzazione
delle idee
 prestanza
 unicità
 coraggio
 raffinatezza
 emergenza
 rallentamento
Rispetto delle  eccellenza
idee insolite
 autonomia
 espansione
Riduzione
 estraneamento
competitività
 mimetizzazione
 velocizzazione
Rispetto delle  esposizione
emozioni
 terremotare
 provocazione
Esposizione
 emulazione
protetta
 appartenenza
 sfinimento
Nicchie
di  lealtà
onnipotenza
 riflessione
…………………
………………………
 Attività proposte dove tutti possano provare il piacere di riuscire (obliquità), il piacere di essere
parte del gruppo (valorizzazione), di progettare (costruzione), di conquistare (tangibilità), di fare
per il “fare” e non per ricevere la gratificazione dell’adulto (limitazione del giudizio);
 Tecniche e mezzi per dare alle UDA impronta ideativo-creativa
 Imprinting (taglio) dell’insegnante sulla UDA in riferimento alla sua intenzionalità formativa, al
contesto in cui opera, alle sue conoscenze, alle sue padronanze e dal suo coraggio di azzardare,
provare, sperimentare nuovi approcci alle situazioni;
 Ricerca delle chiavi emotive degli alunni (fattori personali di coinvolgimento) che attivano al nuovo
e fanno esplodere le sensazioni forti;
 L’impostazione metodologica qui sopra esposta è finalizzata ad un feed-back per il rafforzamento
positivo della propria immagine
116
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
 FRANÇOIS DELALANDE, Le condotte musicali: comportamenti e motivazioni del fare e ascoltare musica,
Clueb Edizioni 1993
 ELITA MULE, Articolo su “Strumenti e Tecniche” dal titolo: Le musiche dei cartoni: una prospettiva
interdisciplinare, Musica Domani 122- Marzo 2002
 PINA BOGGI CAVALLO, “Dall’atto motorio all’interpretazione musicale: dal senso-motorio al simbolico”,
Ed. 10/17, 1992 atti del convegno al II colloquio di Psicologia della Musica
 Relazione al 21° Convegno europeo Pedagogia e didattica degli strumenti nell’educazione musicale di
base: dal suono allo strumento, Gorizia 1990
 CARLO DELFRATI ,“La musica delle cose: Esiste il silenzio?”- Unità 1.
 MAURIZIO DELLA CASA, Educazione Musicale e curricolo: percepire, capire gli eventi sonori
 GIORGIO GRAZIOSI, Introduzione all’ascolto: “Sintonie” e “Percezioni”, Ed. Ricordi
 C.BOSI – S.ROSSINI, Corpo e movimento: padronanza e creatività dell’insegnante , Trentouno Edizioni
(TN), 1996
 P.BERTOLINI, Dizionario di psico-socio-pedagogia, Mondadori (MI), 1982
 C.ROGERS, Per una teoria della creatività , in H.H. Anderson, La creatività e le sue prospettive , Editrice
La Scuola (BS), 1972
 S.ARIETI, Creatività: la sintesi magica , Il Pensiero Scientifico Editore, 1979
 S.ROSSINI, Dal fare all’ideare: alla ricerca delle chiavi
 A.CAROTENUTO, Trattato di psicologia della personalità , Cortina Editore (MI), 1991

b) Tecniche
Lezioni frontali, Brainstorming, Circle time, Role Playning, Ascolto recettivo e attivo, giochi, attività di gruppo
e individuali.
c) Tempi (durata)
Il percorso avrà la durata di 7 ore
d) Fasi organizzative
Lo svolgimento dei lavori avverrà durante le ore curricolari e seguendo il regolare orario delle lezioni.
1. Attività espressiva
2. Individuazione del nucleo tematico
3. Declinazione dell’esperienza in obiettivi disciplinari
4. Attività di trasposizione interdisciplinare
5. Verifica e valutazione
117
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
IL NUCLEO TEMATICO NEI LINGUAGGI ESPRESSIVI
PER …
CONSAPEVOLEZZA
EMOZIONI
CREATIVITA’
SENSAZIONI
… SENTIRE
OSSERVAZIONE
FANTASIA
DISTENSIONE
RICORDI
IL NUCLEO TEMATICO NEI LINGUAGGI ESPRESSIVI
PER …
MUOVERSI
DANZARE
CANTARE
SUONARE
CREARE
SPERIMENTARE
… FARE
PARLARE
LAVORARE
LEGGERE
GIOCARE
ù
118
DISEGNARE
SCRIVERE
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
IL NUCLEO TEMATICO NEI LINGUAGGI ESPRESSIVI
PER …
ESPRESSIONE
INFORMAZIONE
NARRAZIONE
DESCRIZIONE
… COMUNICARE
PARTECIPAZIONE
RELAZIONE
IDENTITA’
SIGNIFICATO
CONFRONTO
119
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
e) Contenuti disciplinari
 La Musica nell’arte
 Il video: “Il Lago dei cigni”
 Gli ascolti
 La ricognizione acustica: le caratteristiche dei suoni
 Il carattere “affettivo”
 Il brano descrittivo
 Le drammatizzazioni
 La creazione
 I materiali
f) Procedura metodologica e descrizione delle attività (espressiva, disciplinare e interdisciplinare)
Attraverso l’immagine e la cultura degli opposti, si passerà alla presentazione delle diverse attività
finalizzate all’acquisizione delle competenze delle discipline e alla trasposizione dei materiali nei diversi
linguaggi.
Descrizione dell’esperienza:
Riscaldamento: Visualizzazione di immagini in bianco e nero
Ascolto Ouverture “Il Lago dei cigni”, Tchaikovsky - Attività corporea su una scacchiera realizzata con fogli
bianchi e neri disposta sul pavimento
Redazione scritta delle esperienze interiori suscitate dall’ascolto
Conversazione su un ipotetico nucleo tematico, individuazione del nucleo tematico di opposti: “Bianco/Nero
Rappresentazione grafico-pittorica
Visione video del balletto
Visione cartoon “La Sirenetta”, Disney; “ Night on Bald Mountain”, Musorgskij
Inizio attività disciplinari e interdisciplinari
Musica: Ascolto musicale di brani strumentali e orchestrali corrispondenti al nucleo degli opposti.
L’interpretazione del carattere “affettivo” ( Brani strumentali e orchestrali cd). Il gesto del musicista. La
meccanica del pianoforte (Vedi Cartoon Tom e Jerry). La ricognizione acustica
(All.2- 3).I cordofoni (All. 7 -19); Timbri chiari e scuri di strumenti e voci. Cenni sul melodramma
(Vedi cartoon “La Sirenetta”- Arie da “La Traviata”, Verdi)
Italiano: La musica che descrive (All.4-5, cd “L’Inverno”, Vivaldi)
Poesia: Garcia Lorca “La Chitarra” (All.6)
Arte e Immagine : Visione di opere d’arte e foto artistiche su strumenti e stati d’animo (Vedi cd ) - La
rappresentazione grafico-pittorica del suono ( All. 1) – L’uso degli effetti di chiaroscuro
Corpo e movimento: Musica e Danza: il gesto del bambino e del danzatore ( Video Balletto “Lago dei cigni”)
Storia e geografia: l’Egitto - la Grecia (All.20-21)
Scienze: Le caratteristiche fisiche del suono
Religione: Il bene – il male. La solidarietà
120
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
g) Mezzi (oggetto didattico, risorse materiali):
Lettore cd o lettore MP3 o MP4 con casse, Lettore DVD, Videoproiettore, LIM,
PC, Fogli A4, Fogli A3 di colori diversi, pennarelli maxi turbo, colori a cera, colori a dita, colori a matita,
gessetti, Tappetini, Strumentario Orff e strumenti strutturati della famiglia dei cordofoni (Pianoforte,
chitarra).
5. CONTROLLO DEGLI APPRENDIMENTI
a) Verifica (attività espressiva conclusiva o attività interdisciplinare)
L’atelier delle Arti: Corpo, musica, Arte e Movimento.
“Le ombre cinesi con i cordofoni…”
b) Valutazione delle competenze sensoriali/emozionali/relazionali
La valutazione viene intesa come occasione per la verifica dei risultati ottenuti sia nel campo affettivo comportamentale che in quello strettamente cognitivo.
La valutazione tiene conto dei punti di partenza, della situazione familiare, e socio-ambientale di provenienza,
delle potenzialità e dei ritmi di apprendimento, dell’impegno, dell’interesse e della partecipazione, del metodo
di lavoro, dell’acquisizione di conoscenze ed abilità, del conseguimento degli obiettivi formativi, delle
difficoltà incontrate e degli interventi mirati.
Lettura dei questionari in entrata e in uscita sulle competenze personali e relazionali evidenziate dagli alunni,
osservazioni sistematiche in itinere, analisi costante del clima di gruppo e consapevolezza costante delle
padronanze.
c)Valutazione delle competenze trasversali/interdisciplinari
Verranno valutate le scelte effettuate negli incontri di intersezione e di interclasse relativamente all'uso
delle risorse; in particolare viene valutato il rapporto tra mezzi impiegati e risultati ottenuti (efficienza) e
tra obiettivi programmati e risultati raggiunti (efficacia).
E' necessario, però, tenere presente che ciò che conta non è tanto il risultato di un intervento educativo,
quanto i processi che esso è riuscito ad attivare.
In questa ottica è importante che i docenti assumano un atteggiamento critico di fondo, che diventi abito
professionale, per attivare un controllo continuo sugli interventi operativi, volto a consentire ad ogni alunno
di sviluppare al massimo le proprie potenzialità. La valutazione degli alunni, pertanto, terrà conto: del
comportamento, della partecipazione, dell’interesse e dell’impegno delle capacità grafiche, logiche,
espressive, tecniche, etc., della socializzazione, dell’acquisizione delle abilità di base sia in campo linguisticoespressivo sia in campo tecnico-scientifico, delle acquisizioni cognitive relative alle varie discipline, del
metodo di lavoro. Schede, disegni, pensieri, mappe realizzate dai bambini.
d) Documentazione in progress delle esperienze (descrizione dell’esperienza, annotazioni su
esperienze e condivisioni, relazione finale, prodotti, verbali del consiglio di classe, video, foto, ppt)
IMMAGINI E SCHEDE DESCRITTIVE DEI CORDOFONI IN APPENDICE
121
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
GLI STRUMENTI AD ARCO
di Rita Greco, Maria Matranga e Patrizia Miceli
…
122
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
VIOLINO
VIOLONCELLO
VIOLA
CONTRABBASSO
123
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Premessa
L’elaborazione del Progetto Musicale “ GIOIA - MALINCONIA ” nasce dalla convinzione profonda che
insegnare musica nella scuola dell’infanzia e nella scuola primaria non significa creare “futuri musicisti”,
fornendo loro le dovute competenze tecniche per accedere al mondo della così detta “musica colta” bensì
fornire, a ciascun bambino, gli strumenti per l’ interpretazione e la conoscenza della realtà sonora nelle quali
essi sono immersi e promuovere l’ esplorazione del linguaggio sonoro, come canale che offre molteplici
opportunità espressive e comunicative, consentendo a ciascuno dei piccoli di diventare un “ascoltatore
sempre più consapevole”. Inoltre considerato che alla musica è stato attribuito il ruolo di linguaggio
universale il nostro progetto di Educazione Musicale deve assolvere il compito di sviluppare capacità relative
all’ uso di un linguaggio : comprensione e produzione; e deve contribuire alla promozione della persona in
quanto deve favorire la crescita globale ed armonica del bambino e promuovere lo sviluppo delle sue
capacità intellettive, percettive ed emozionali. Quindi il bambino della scuola dell’ infanzia e il bambino della
scuola primaria deve imparare a fare un’opera di:
- PERCEZIONE (ascolto)
- COMPRENSIONE (analisi)
- ELABORAZIONE (produzione)
del linguaggio musicale.
Dopo questa premessa, ma prima di addentrarci nello svolgimento vero e proprio del progetto che ha come
fine ultimo quello di avvicinare bambini dai 5 anni ai 10 anni alla conoscenza degli STRUMENTI AD ARCO:
violino, viola, violoncello, contrabbasso, è importante sottolineare l’ importanza di distinguere udito
inteso come fruizione e ascolto inteso come percezione di un contenuto.
ASCOLTO : L’ ascolto di brani e la visione di DVD avvierà alla capacità di distinguere fonte, intensità,
lontananza, vicinanza durata, altezza,nonché di affinare la capacità di percepire, discriminare, analizzare e
riconoscere l’ insieme del mondo acustico e musicale.
ANALISI : l’analisi sonora svilupperà la percezione uditiva, la capacità uditiva, la creatività, la fantasia, la
memoria;pertanto sarà possibile seguire un itinerario che parta dalla scelta di ambiente fantastico che
consenta di sottolineare l’ attenzione sugli strumenti.
PRODUZIONE : la produzione, invece, potrà riferirsi ad una parte vocale e ad una parte strumentale per
realizzare storie sonore, teatro danzante, teatro di marionette o burattini o teatro d’ ombre; si potranno
realizzare ,inoltre strumenti musicali con l’ utilizzo di materiali poveri.
Importante sottolineare che attraverso la produzione l’ alunno potrà meglio appropriarsi del corpo in senso
motorio globale, ritmico e sonoro.
In ultimo è importante e doveroso sottolineare che poiché la Musica si pone come linguaggio universale
necessita , nello sviluppo del suo curricolo, di un approccio interdisciplinare nel quale il movimento e l’
attività espressivo-manipolativo costituiscono una sede privilegiata in quanto esiste nella comunicazione
naturale un raccordo stretto tra i suoni, gesti e le immagini. Inoltre il linguaggio musicale, in molti casi, può
facilitare la comunicazione verbale vera e propria.
L’ approccio metodologico si baserà su attività ludiche e motorie che costituiscono un mezzo privilegiato per
attivare processi motivazionali e cognitivi.
124
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
PRIMA UNITA'
Primavera in Musica
2. DATI IDENTIFICATIVI
a) Classe: Sezioni Scuola dell’Infanzia
Classi Prime Scuola Primaria
b) Tipologia e n. Alunni: alunni di scuola dell’ infanzia che hanno compiuto
5 anni e alunni della classe prima di scuola Primaria
c) Docenti coinvolti: Tutti i docenti delle sezioni con alunni di cinque anni e
tutti docenti delle classi prime di scuola Primaria.
d) Discipline coinvolte : Italiano Matematica, Geografia, Arte e immagine,
Scienze motorie, Convivenza Civile.
2. RIFERIMENTI AI DOCUMENTI:
a) Ministeriali :Programmi Ministeriali
b) Di Istituto : Il Progetto di Istituto (POF)
c) del consiglio di classe : Programmazione Educativa e Didattica di Interclasse
3. ARTICOLAZIONE APPRENDIMENTO UNITARIO IN OBIETTIVI FORMATIVI
a) Individuazione dei bisogni formativi (motivazioni, problematiche):
 Comunicare ed esprimersi utilizzando diversi codici e forme di linguaggio.
 Apprezzare l’armonia del suono.
 Conoscenza degli strumenti musicali.
b) Apprendimento Unitario da promuovere: Nucleo Tematico :
Primavera in Musica (PROGETTO MUSICA: GIOIA-MALINCONIA)
c) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Educativi:
sensoriali/emozionali/relazionali
 Prendere consapevolezza del sé e degli altri;
 Articolare combinazioni timbriche, ritmiche e melodiche applicando schemi elementari da eseguire con
la voce, il corpo e gli strumenti.
 Gestire diverse possibilità espressive di strumenti musicali.
125
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
d) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Trasversali
(Cognitivi) :
Operare scelte nello spazio, nel tempo, nei linguaggi verbali e non, nelle
relazioni.
e) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Interdisciplinari (cognitivi) :
Storia: Cogliere ed utilizzare le relazioni logico-temporali e spaziali in testi e contesti significativi, partendo
dalla realtà circostante.
Scienze: Osservare le caratteristiche di oggetti e materiali.
Geografia: riconoscere la posizione degli oggetti nello spazio, rispetto ai punti di riferimento.
f)Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Disciplinari (Cognitivi)
 Usare gli strumenti per produrre riprodurre, creare e improvvisare fatti sonori ed eventi musicali .
 Approfondire , consolidare la capacità di ascolto e comprensione e la strumentalità di base della lettoscrittura
 Estendere consolidare, recuperare le conoscenze spazio- temporali.
4. MEDIAZIONE DIDATTICA
a) Metodologia Tecniche
Role-play , T.P.R. gioco simbolico, gioco manipolativo, giochi di scoperta ed esplorazione dei vari
materiali lezione frontale, divisione in gruppi di lavoro,
c) Tempi (durata)
5 ore per ogni UDA più 1 ora LEZIONE CONCERTO
a) Fasi organizzative: Durante le ore curriculari di lezione
b) Contenuti disciplinari
Arte e Immagine: icone e simboli
Corpo, movimento e sport:il gesto/suono
Italiano: lettura e comprensione di testo
Scienze naturali: discriminazione e classificazione, conoscenza e rispetto
c) Procedura metodologica e descrizione delle attività (espressiva e interdisciplinare)
In un assetto di tipo ludico e multisensoriale, con l’ uso di supporti audiovisivi, materiale autentico e MACRO
IMMAGINI si favorirà l’apprendimento della musica attraverso l’uso di più canali percettivi.
Associazione di azioni mimate a messaggi verbali.
Gli studenti svilupperanno le abilità di ascolto e produzione
Interpretare con i movimenti un suono e/o invenzioni sonore.
126
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
d) Mezzi (oggetto didattico, risorse materiali, …)
Stereo, CD con musica allegra e coinvolgente, cartoncino colorato, matite, gomme, pennarelli e matite
colorate, colla stick, scotch, lo strumentario didattico, fogli A4, forbici, cannucce.
5. CONTROLLO DEGLI APPRENDIMENTI
a) Verifica (attività espressiva conclusiva o attività interdisciplinare)
La verifica e la valutazione del percorso avrà luogo durante e al termine
del percorso stesso mediante schede e materiali specifici .
Gli alunni eseguiranno combinazioni ritmiche applicando schemi elementari
che si eseguono con la voce, il corpo e gli strumenti
b) Valutazione delle competenze sensoriali/emozionali/relazionali
Eseguire in gruppo semplici brani, dell’ opera ascoltata, con la voce controllando le diverse possibilità
espressive della voce e di strumenti musicali, imparando ad ascoltare se stesso e gli altri
c) Valutazione delle competenze trasversali/interdisciplinari
Italiano: gli alunni partecipano a scambi comunicativi con compagni e docenti utilizzando messaggi semplici
e chiari
Corpo, movimento e sport: gli alunni utilizzano il linguaggio corporeo e motorio per comunicare ed
esprimere i propri stati d’animo, anche attraverso esperienze di drammatizzazione.
Arte e Immagine:gli alunni producono immagini attraverso tecniche, materiali e strumenti diversificati.
Scienze naturali: gli alunni osservano, registrano, classificano, schematizzano, identificano relazioni spaziotemporali, producono rappresentazioni grafiche e schemi.
Strumenti per la valutazione (di processo, di prodotto; es: Strumento didattico Gold)
Osservazioni sistematiche
Schede strutturate e non
Esercizi di completamento
d) Documentazione in progress delle esperienze (descrizione dell’esperienza, annotazioni su
esperienze e condivisioni, relazione finale, prodotti, verbali del consiglio di classe, video, foto,
ppt, …)
Relazione finale, produzione di un video, cartellone illustrativo delle varie fasi dell’apprendimento
127
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
SEZIONE DI SCUOLA DELL’INFANZIA E CLASSE PRIMA DI SCUOLA PRIMARIA
OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO
CONTENUTI E ATTIVITA’
RACCORDI INTERDISCIPLINARI
CONTENUTI:
ITALIANO:
-Percepisce il suono nei suoi -Il suono.
-Individuare,
attraverso
la
parametri
di
altezza, -La pulsazione ritmica.
comunicazione orale, gli accenti di
intensità,timbro, durata.
-I parametri del suono: altezza, alcune parole.
-Sa classificare suoni e rumori intensità, timbro, durata nei -Narrare una semplice storia
secondo criteri prestabiliti.
suoni, nella voce negli seguendo un ordine temporale.
-Percepisce l’aspetto ritmico della strumenti.
musica.
-Le dinamiche: forte-piano, MATEMATICA-GEOGRAFIA:
-Sa rappresentare con l’ uso di crescendo-diminuendo.
-Riconoscere la propria posizione
simboli e colori la durata e le -La percezione uditiva.
nello spazio vissuto rispetto ad alcuni
caratteristiche di un evento -La produzione per imitazione. punti di riferimento.
sonoro.
-Localizzare segni grafici nello spazio
-Usa la voce e/o parti del corpo ATTIVITA’:
rispetto ad altri segni, usando termini
per riprodurre suoni ascoltati.
Partendo dall’ ascolto di : “ La adeguati(sopra/sotto, davanti/dietro,
-Creare e discriminare suoni.
Primavera” di Antonio vicino/lontano).
-Modulare i suoni prodotti.
Vivaldi, gli alunni saranno
-La voce degli strumenti ad arco. impegnati in attività motorie, SCIENZE:
-Interpretare con movimenti le grafico-pittoriche
e
di -Elencare elementi tipici dell’
“invenzioni sonore”.
drammatizzazione;
ambiente nella stagione primaverile.
completeranno
schede -Descrivere le caratteristiche di un
strutturate.
ambiente.
ARTE E IMMAGINE:
Associare un segno grafico alle
caratteristiche di una musica
ascoltata.
Potenziare le capacità creative.
EDUCAZIONE ALL’AFFETTIVITA’ E
ALLA CITTADINANZA:
-Riconoscere ed esercitare modalità
corrette ed efficaci per esprimere le
proprie emozioni anche in attività che
richiedono impegno e pongono
difficoltà.
-Partecipare a giochi di gruppo
rispettando indicazioni e regole,
128
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
dimostrando collaborazione e senso
di responsabilità nei confronti dei
compagni.
SCIENZE MOTORIE:
-Eseguire a tempo e seguendo un
ritmo musicale percorsi.
Esprimere con il corpo movimenti per
imitazione assumendo con il corpo
forme e posture, anche, fuori dagli
schemi.
ATTIVITA’:
1) L’insegnante propone l’ascolto dell’opera di Antonio Vivaldi al termine del quale gli alunni saranno invitati a
drammatizzare “La primavera nel bosco”:
agli alunni sarà chiesto di scegliere il ruolo che desiderano interpretare una volta effettuata la scelta, i
bambini iniziano a muoversi scegliendo i movimenti per drammatizzare con il corpo l’albero, la foglia e tutti
gli altri abitanti… mentre la musica va…
2) Ai bambini verrà fornito del materiale di facile consumo e una fotocopia recante le immagini degli
strumenti musicali, il tutto al fine di realizzare la riproduzione grafico-pittorica degli strumenti: violino, viola,
violoncello. Completati i manufatti gli alunni saranno invitati a sollevare l’immagine relativa allo strumento
individuato durante l’ascolto di un cd-rom che contiene la riproduzione dei suono da esso prodotto.
3) L’ insegnante presenterà delle macroimmagini, preparate in precedenza, e inviterà i piccoli a
ripetere in modo ritmico, accompagnandosi col battito delle mani,i nomi delle immagini.
METODOLOGIA:
Per quanto riguarda la tipologia delle attività, si pensa di creare attività multisensoriali da affiancare ai
supporti audiovisivi, materiale autentico e MACRO IMMAGINI allo scopo di favorire l’apprendimento della
musica attraverso l’uso di più canali percettivi. Si farà ricorso agli strumenti metodologici del role-play e
T.P.R.
Le attività saranno presentate sotto forma di Giochi mimico – motori
Associazione di azioni mimate a messaggi verbali.
Gli studenti svilupperanno le abilità di ascolto e produzione Si utilizzeranno didattici visivi, uditivi e
cinestesici.
129
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
TEMPI E SPAZI: Per quanto riguarda i tempi si prevede 5ore più 1 ora “CONCERTO”. Per quanto concerne gli
spazi le attività si svolgeranno in aula o in uno spazio sufficientemente ampio per mettersi seduti in cerchio,
per le attività motorie si userà la palestra o il cortile della scuola.
MATERIALE: Stereo, CD con musica allegra e coinvolgente, cartoncino colorato, matite, gomme, pennarelli e
matite colorate, colla stick, scotch, lo strumentario didattico, fogli A4, forbici, cannucce.
VERIFICA E VALUTAZIONE:
Le attività sopra descritte, per la loro struttura, costituiscono di per sé, già una prova di verifica considerato
anche che la valutazione è parte integrante del processo di apprendimento e che non può essere affrontata
in maniera disgiunta rispetto al contesto sociale in cui ci si trova. Ai bambini verranno distribuite le schede
che i bambini useranno per indicare il suono ascoltato L’insegnante attraverso tali prove valuterà il grado, di
ciascuno alunno, di stabilir relazione tra elementi linguistico-comunicativi e culturali appartenenti al
linguaggio verbale e linguaggio non verbale.
130
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Area
Linguistica
Logico-matematica
Spaziale
visiva
Cinestetica
Sociale
Creativa
Attività
L’insegnante al fine di facilitare la percezione dell’ accento ritmico
utilizzerà delle immagini ingrandite con scritto, in ognuna, il nome relativo
ai vocaboli usati per esprimere ciò che il brano descrive (macroimmagini).
Attaccherà alla lavagna le diverse immagini e ciascun alunno a turno
ripeterà facendo la suddivisione in sillabe i nuovi vocaboli ascoltati
dall’insegnante. In un secondo momento gli alunni dovranno narrare una
semplice storia seguendo un ordine cronologico e usando le parole
presenti nelle macroimmagini(allegato 1 strumento-nome )
- L’insegnante prendendo spunto dall’ attività gioco-motorio: “è
Primavera…” ,all’ interno dello spazio per svolgere l’ attività, far
individuare a ciascun alunno la propria posizione rispetto ai compagni, ad
oggetti a punti di riferimento diversi. Inoltre a ciascun alunno sarà chiesto
di identificare oggetti nello spazio, utilizzando i termini adeguati.
L’insegnante fornirà a tutti gli alunni fogli A4 in cui sono raffigurate le
sagome degli strumenti che verranno colorate, ritagliate e incollate su
appositi cartoncini, predisposti in precedenza, per poi essere attaccati ad
una cannuccia ed essere successivamente utilizzate durante l’ ascolto
musicale al fine di identificare il riconoscimento del suono di ogni singolo
strumento.
Si utilizzerà la metodologia del coinvolgimento corporeo che prevede,
l’utilizzo del “corpo” quale strumento primo per l’apprendimento.
L’insegnante chiederà a ciascun alunno di mimare le azioni relative ai vari
abitanti del bosco .
L’insegnante metterà in scena un role-play basato sulla vita nel bosco. La
classe verrà divisa in gruppi e ciascun gruppo avrà a disposizione le
immagini relative alla drammatizzazione. A turno, il ruolo verranno
impersonati da tutti i componenti del gruppo. Scopo del role-play è quello
di riutilizzare il lessico acquisito e la musica ascoltata calandoli in un
contesto divertente e motivante.
Per rinforzare l’ ascolto relativo agli strumenti l’insegnante proporrà di
costruire gli strumenti, inviterà i bambini ad osservare le immagini ed
ascoltare il suono: quindi, inviterà i bambini ad alzare il cartello relativo al
suono udito. Inoltre si chiederà agli alunni di riprodurre i suoni ascoltati
131
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
SECONDA UNITA'
Aurora e tramonto
DATI IDENTIFICATIVI
a) Classi : Classi seconde e terze Scuola Primaria
b) Tipologia e n. Alunni : Alunni di sette e otto anni
c) Docenti coinvolti : Docenti delle classi seconde e terze della Scuola Primaria
d) Discipline coinvolte : Corpo Movimento, Arte Immagine, Lingua Italiana,
Convivenza Civile.
2. RIFERIMENTI AI DOCUMENTI:
a) Ministeriali :Programmi Ministeriali
b) Di Istituto : Il Progetto di Istituto (POF)
c) del consiglio di classe : Programmazione Educativa e Didattica di Interclasse
3. ARTICOLAZIONE APPRENDIMENTO UNITARIO IN OBIETTIVI FORMATIVI
a) Individuazione dei bisogni formativi (motivazioni, problematiche):
 Comunicare ed esprimersi utilizzando diversi codici e forme di linguaggio.
 Apprezzare l’armonia del suono.
 Conoscenza degli strumenti musicali.
b) Apprendimento Unitario da promuovere: Nucleo Tematico :
Aurora/Tramonto (PROGETTO: GIOIA-MALINCONIA)
c)Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Educativi:
sensoriali/emozionali/relazionali
 Prendere consapevolezza del sé e degli altri;
 Articolare combinazioni timbriche, ritmiche e melodiche applicando schemi elementari da eseguire con
la voce, il corpo e gli strumenti.
 Gestire diverse possibilità espressive di strumenti musicali.
d) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Trasversali
(Cognitivi) :
Operare scelte nello spazio, nel tempo, nei linguaggi verbali e non, nelle relazioni.
132
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
e) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Interdisciplinari (cognitivi) :
Storia: Cogliere ed utilizzare le relazioni logico-temporali e spaziali in testi e contesti significativi, partendo
dalla realtà circostante.
Scienze: Osservare le caratteristiche di oggetti e materiali.
Geografia: riconoscere la posizione degli oggetti nello spazio, rispetto ai
punti di riferimento.
f)Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Disciplinari (Cognitivi)
 Usare gli strumenti per produrre riprodurre, creare e improvvisare fatti sonori ed eventi musicali .
 Approfondire , consolidare la capacità di ascolto e comprensione e la strumentalità di base della lettoscrittura
 Estendere consolidare, recuperare le conoscenze spazio- temporali.
4. MEDIAZIONE DIDATTICA
a) Metodologia e tecniche
a. Fase concreta e verbalizzazione
b. Situazione problematica di gioco
c. Rappresentazione grafica
d. Fase simbolica
 Esercizi in gruppo
 Lavoro individuale
 Tutoring tra pari
 Utilizzo di brani musicali e video registrati.
 Cartelloni.
Brainstorming, role-play lezione frontale, divisione in gruppi di lavoro, attività di ricerca, gioco
manipolativo, giochi di scoperta ed esplorazione dei vari materiali.
e) Tempi (durata): 5 ore per ogni UDA più 1 ora LEZIONE CONCERTO.
f) Fasi organizzative: Durante le ore curriculari di lezione
g) Contenuti disciplinari
Arte e Immagine: icone e simboli
Corpo, movimento e sport:il gesto/suono
Italiano: lettura e comprensione di testo
Scienze naturali: discriminazione e classificazione dei diversi materiali.
h) Procedura metodologica e descrizione delle attività (espressiva e interdisciplinare)
In una tabella grafica pentagrammata l’alunno colora le note
(DO_RE_MI_FA_SOL_LA_SI).
133
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
L’esercizio ripetuto più volte favorirà l’identificazione e il riconoscimento del.
valore posizionale delle note.
Successivamente l’alunno associando la nota al colore inizierà identificare
Note e pause.
Gli esercizi ripetuti finalizzati alla memorizzazione di una nota per volta.
Dopo aver raggiunto l’acquisizione delle note si passerà alla lettura di una
semplice idea ritmica.
L’alunno potrà gradualmente raggiungere la capacità di suonare
mantenendo gli elementi proposti..
Distinguere una scala discendente e ascendente ed eseguirle con lo
Strumento.
Interpretare con i movimenti un suono e/o invenzioni sonore.
i) Mezzi (oggetto didattico, risorse materiali, …)
Stereo CD musicali. Materiale di uso comune: carta, matite colorate , gomma, cartoncino, forbici, colla
5. CONTROLLO DEGLI APPRENDIMENTI
e) Verifica (attività espressiva conclusiva o attività interdisciplinare)
La verifica e la valutazione del percorso avrà luogo al termine del percorso
stesso
mediante schede e materiali specifici .
Gli alunni elaboreranno combinazioni timbriche, ritmiche e melodiche applicando schemi elementari che
eseguono con la voce, il corpo e gli strumenti
f) Valutazione delle competenze sensoriali/emozionali/relazionali
Eseguire in gruppo semplici brani strumentali e vocali controllando le diverse possibilità espressive della
voce e di strumenti musicali, imparando ad ascoltare se stesso e gli altri
g) Valutazione delle competenze trasversali/interdisciplinari
Italiano: gli alunni partecipano a scambi comunicativi con compagni e docenti utilizzando messaggi semplici
e chiari
Corpo, movimento e sport: gli alunni utilizzano il linguaggio corporeo e motorio per comunicare ed
esprimere i propri stati d’animo, anche attraverso esperienze di drammatizzazione.
Arte e Immagine:gli alunni producono immagini attraverso tecniche, materiali e strumenti diversificati.
Scienze naturali: gli alunni osservano, registrano, classificano, schematizzano, identificano relazioni spaziotemporali, producono rappresentazioni grafiche e schemi.
Strumenti per la valutazione (di processo, di prodotto; es: Strumento didattico Gold)
Osservazioni sistematiche
Schede strutturate e non
Esercizi di completamento
134
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
h) Documentazione in progress delle esperienze (descrizione dell’esperienza, annotazioni su
esperienze e condivisioni, relazione finale, prodotti, verbali del consiglio di classe, video, foto,
ppt, …)
Relazione finale, produzione di un video, cartellone illustrativo delle varie fasi dell’apprendimento
CLASSI SECONDE E TERZE DI SCUOLA PRIMARIA
OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO
CONTENUTI E ATTIVITA’
-Percepisce il suono nei suoi CONTENUTI:
parametri
di
altezza,
intensità,timbro, durata.
-Il suono il silenzio (la pausa).
-Sa classificare suoni e rumori -Le note e scala musicale
secondo criteri prestabiliti.
-Il pentagramma.
-Percepisce l’aspetto ritmico della -La pulsazione ritmica.
musica.
-I parametri del suono: altezza,
-Conosce la scala musicale.
intensità, timbro, durata nei
-Distinguere
una
scala suoni, nella voce negli
discendente e ascendente .
strumenti.
-Sa rappresentare con l’ uso di -Le dinamiche: forte-piano,
simboli e colori le note musicali.
crescendo-diminuendo.
-Focalizzare l’ attenzione sull’ -La percezione uditiva.
interazione tra due strumenti.
-La produzione per imitazione.
-Distinguere lo strumento all’
interno di un’ esecuzione.
-Usa la voce e/o parti del corpo
per riprodurre suoni ascoltati.
-Creare e discriminare suoni.
-Modulare i suoni prodotti.
ATTIVITA’:
-La voce degli strumenti ad arco. Partendo dall’ ascolto di :
-Interpretare con movimenti le “Sinfonia n°7 ” di Ludwig Van
“invenzioni sonore”.
Beethoven, gli alunni saranno
impegnati in attività motorie,
grafico.pittoriche
e
di
drammatizzazione;
completeranno
schede
strutturate.
RACCORDI INTERDISCIPLINARI
ITALIANO:
-Individuare,
attraverso
la
comunicazione orale, gli accenti di
alcune parole.
-Narrare una semplice storia seguendo
un ordine temporale.
MATEMATICA-GEOGRAFIA:
-Riconoscere la propria posizione nello
spazio vissuto rispetto ad alcuni punti di
riferimento.
-Localizzare segni grafici nello spazio
rispetto ad altri segni, usando termini
adeguati(sopra/sotto, davanti/dietro,
vicino/lontano).
SCIENZE:
Discriminazione e classificazione dei
diversi materiali.
ARTE E IMMAGINE:
Associare un segno grafico alle
caratteristiche di una musica ascoltata.
Potenziare le capacità creative.
EDUCAZIONE ALL’AFFETTIVITA’ E ALLA
CITTADINANZA:
-Riconoscere ed esercitare modalità
corrette ed efficaci per esprimere le
proprie emozioni anche in attività che
richiedono impegno e pongono difficoltà.
135
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
-Partecipare a giochi di gruppo
rispettando indicazioni e regole,
dimostrando collaborazione e senso di
responsabilità nei confronti dei
compagni.
SCIENZE MOTORIE:
-Eseguire a tempo e seguendo un ritmo
musicale percorsi.
Esprimere con il corpo movimenti per
imitazione assumendo con il corpo
forme e posture, anche, fuori dagli
schemi.
ATTIVITA’:
1) L’insegnante propone l’ ascolto dell’opera Sinfonia n°7 di Ludwig Van Beethoven, nel momento in cui il
violino dialoga con il flauto, precedentemente a ciascun alunno sarà consegnata una scheda che contiene
due file parallele di pallini che rappresentano rispettivamente una la “voce” del violino l’ altra quella del
flauto. Gli alunni saranno invitati a registrare colorando , di volta in volta, il pallino corrispondente a ciò che
ascoltano, infine coloreranno di nero i pallini relativi ai “silenzi “(pausa).
2) Ai bambini verrà fornito del materiale di facile consumo e una fotocopia recante l’ immagine di un
pentagramma nel quale si posizioneranno le note colorate e recanti il nome. Successivamente si faranno
sedere i bambini in cerchio e si chiederà di intonare la scala musicale,prima tutti in coro, poi inizia uno
dicendo la nota DO e il compagno seduto di fianco continuerà con RE e così via di seguito. Bisogna unire il
cerchio con il “canto”. A fine giro si possono introdurre diverse varianti: variare la velocità, l’ intensità, l’
altezza, accompagnarsi con il battito delle mani ecc…
3)L’ insegnante prendendo spunto dal suono del violino presenterà gli strumenti a corda e in particolare
quelli ad arco, offrirà una scheda esplicativa che ogni alunno completerà colorandola.
METODOLOGIA:
Per quanto riguarda la tipologia delle attività, si pensa di creare attività multisensoriali da affiancare ai
supporti audiovisivi, materiale autentico e attività prettamente ludiche allo scopo di favorire l’apprendimento
della musica attraverso l’uso di più canali percettivi. Si farà ricorso agli strumenti metodologici T.P.R.
Le attività saranno presentate sotto forma di esercizi motori e musicali
Associazione di azioni mimate a messaggi verbali.
Gli studenti svilupperanno le abilità di ascolto e produzione Si utilizzeranno didattici visivi, uditivi e
cinestesici.
TEMPI E SPAZI: Per quanto riguarda i tempi si prevedono 5ore più 1 ora “CONCERTO”. Per quanto concerne
gli spazi le attività si svolgeranno in aula o in uno spazio sufficientemente ampio per mettersi seduti in
cerchio, per le attività motorie si userà la palestra o il cortile della scuola.
136
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
MATERIALE: Stereo, CD con musica allegra e coinvolgente, cartoncino colorato, matite, gomme, pennarelli e
matite colorate, colla stick, scocth, lo strumentario didattico, fogli A4, forbici, cannucce.
VERIFICA E VALUTAZIONE:
Le attività sopra descritte, per la loro struttura, costituiscono di per sé, già una prova di verifica considerato
anche che la valutazione è parte integrante del processo di apprendimento e che non può essere affrontata
in maniera disgiunta rispetto al contesto sociale in cui ci si trova. Ai bambini verranno distribuite le schede
che i bambini useranno per indicare il suono ascoltato L’insegnante attraverso tali prove valuterà il grado, di
ciascuno alunno, di stabilir relazione tra elementi linguistico-comunicativi e culturali appartenenti al
linguaggio verbale e linguaggio non verbale.
Area
Linguistica
Logico-matematica
Spaziale
visiva
Cinestetica
Sociale
Creativa
Attività
L’insegnante in un clima emotivamente stimolante guiderà gli alunni ad
ideare un dialogo verbale tra gli strumenti ascoltati, che successivamente
sarà recitato a turno a coppie .
- L’insegnante prendendo spunto dall’ attività gioco-motorio: “Do-ReMi…”,all’ interno dello spazio per svolgere l’ attività, far individuare a
ciascun alunno la propria posizione rispetto ai compagni, il momento in cui
deve intervenire, il ritmo da mantenere,la simultaneità del suono e del
movimento.
A ciascun alunno sarà fornita una scheda strutturata nella quale saranno
invitati a registrare i dati relativi agli strumenti studiati: viola, violino,
violoncello, contrabasso. Successivamente gli alunni saranno divisi in
gruppi per realizzare gli strumenti usando varie tecniche e materiali
diversi.
Si utilizzerà la metodologia del coinvolgimento corporeo che prevede,
l’utilizzo del “corpo” quale strumento primo per l’apprendimento.
L’insegnante chiederà a ciascun alunno di mimare le azioni o usare le
parti del corpo per sottolineare il passaggio da un alunno all’altro nel gioco
delle note cantate .
L’insegnante metterà in scena un role-play nel quale i bambini,
precedentemente divisi in gruppi, che si alterneranno in scena,
assumeranno di volta in volta il ruolo delle varie marionette raffiguranti
viola, violino, violoncello, contrabbasso.
Per rinforzare l’ ascolto relativo role -play è quello di riutilizzare il lessico
acquisito e la musica ascoltata calandoli in un contesto divertente. Agli
studenti l’insegnante proporrà di costruire gli strumenti, inviterà i bambini
ad accompagnare il canto delle note con il battito delle mani quindi,
inviterà i bambini a sperimentare altre forme di accompagnamento del
suono prodotto.
137
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
TERZA UNITA'
Un racconto in musica
DATI IDENTIFICATIVI
a) Classi : Classi quarte e quinte Scuola Primaria
b) Tipologia e n. Alunni : Alunni di nove e dieci anni
c) Docenti coinvolti : Docenti delle classi seconde e terze della Scuola Primaria
d) Discipline coinvolte : Corpo Movimento, Arte Immagine, Lingua Italiana, Convivenza Civile.
2. RIFERIMENTI AI DOCUMENTI:
a) Ministeriali :Programmi Ministeriali
b) Di Istituto : Il Progetto di Istituto (POF)
c) del consiglio di classe : Programmazione Educativa e Didattica di Interclasse
3. ARTICOLAZIONE APPRENDIMENTO UNITARIO IN OBIETTIVI FORMATIVI
a) Individuazione dei bisogni formativi (motivazioni, problematiche):
Conoscenza degli strumenti musicali
b) Apprendimento Unitario da promuovere: Nucleo Tematico :
Un racconto in Musica (PROGETTO: GIOIA-MALINCONIA)
c) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Educativi:
sensoriali/emozionali/relazionali
-Prendere consapevolezza del sé e degli altri;
-Gestire le possibilità espressive di strumenti musicali imparando ad ascoltare sé e gli altri.
-Gestire le emozioni: situazione attivante, pensieri, reazione emotiva e comportamentale
-Utilizzare gli elementi del linguaggio musicale nelle proprie prassi esecutive.
d) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Trasversali
(Cognitivi) :
Operare scelte nello spazio, nel tempo, nei linguaggi verbali e non, nelle relazioni.
e) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi
Interdisciplinari (cognitivi) :
138
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Italiano : Rappresentare gli elementi sintattici basilari di eventi sonori e musica
Attraverso sistemi simbolici convenzionali e non convenzionali.
Storia: Cogliere ed utilizzare le relazioni logico-temporali e spaziali in testi
e contesti significativi, partendo dalla realtà circostante.
Scienze: Osservare le caratteristiche di oggetti e materiali.
Geografia: riconoscere la posizione degli oggetti nello spazio, rispetto ai
punti di riferimento.
f) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Disciplinari
(Cognitivi)
 Rappresentare gli elementi sintattici basilari di eventi sonori e musicali attraverso sistemi simbolici
convenzionali e non convenzionali
 Costruire e usare gli strumenti per produrre riprodurre, creare e improvvisare fatti sonori ed eventi
musicali .
 Conoscere e discriminare le varie parti degli strumenti.
 Riflettere sulla Storia e l’ evoluzione degli strumenti.
 Sa individuare sullo strumento musicale modalità esecutive funzionali a una risposta motoria o per
sviluppare un elaborato grafico-pittorico.
 Esplorare capacità timbriche-ritmiche-melodiche dello strumento.
 Sviluppare capacità di improvvisazione ritmica.
 Realizzare una coreografia su una musica registrata.
 Approfondire , consolidare la capacità di ascolto e comprensione e la strumentalità di base della lettoscrittura
 Estendere consolidare, recuperare le conoscenze spazio- temporali.
4. MEDIAZIONE DIDATTICA
j) Metodologia
a. Situazione problematica di gioco
b. Fase concreta e verbalizzazione
c. Rappresentazione grafica
d. Fase simbolica
 Esercizi in gruppo
 Lavoro individuale
 Tutoring tra pari
 Utilizzo di brani musicali e video registrati.
 Cartelloni
Brainstorming, lezione frontale, divisione in gruppi di lavoro, attività di ricerca,
gioco simbolico, gioco manipolativo, giochi di scoperta ed esplorazione dello
strumento.
139
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
k) Tempi (durata): 5 ore per ogni UDA più 1 ora LEZIONE CONCERTO.
l) Fasi organizzative: Durante le ore curriculari di lezione
m) Contenuti disciplinari
Arte e Immagine: icone e simboli
Corpo, movimento e sport:il gesto/suono
Italiano: lettura e comprensione di testo
Scienze naturali: discriminazione e classificazione dei diversi materiali.
n)
Procedura metodologica e descrizione delle attività (espressiva e interdisciplinare)
Rappresentare semplici storie attraverso il linguaggio musicale. Si propongono alcuni ascolti di brani
facilmente associabili alle famiglie strumentali proposte: violino, violoncello, chitarra.
Realizzazione di una mappa sonora rappresentativa di quanto ascoltato:
varietà di simbologie non convenzionali.
Successivamente si inviteranno gli alunni ad imitare quanto ascoltato utilizzando strumenti rudimentali.
La ripetizione di questo esercizio contribuirà al raggiungimento della capacità di ascolto e di riconoscimento
del suono.
Gli alunni impareranno a gestire i propri movimenti per la produzione del suono.
Si disporranno gli alunni in cerchio seduti allo scopo di esplorare le possibilità timbriche e di cercare più di
una modalità d’esecuzione.
Ogni alunno presenterà ai compagni gli effetti da lui ritenuti più belli e curiosi.
Gli alunni successivamente all’incontro con il musicista saranno invitati a elaborare la carta d’identità dei
quattro strumentiPer ogni strumento verrà identificato il nome, il periodo storico in cui è stato creato, le caratteristiche
principali (colore, dimensioni, numero di corde, materiale, nome della famiglia di appartenenza e curiosità) e
inoltre saranno invitati a disegnarle.
Per concludere l’attività e ricordare tutti gli strumenti che abbiamo conosciuto durante il nostro percorso
andiamo nel laboratorio di informatica e chiediamo di digitare sul motore di ricerca Google la parola
“Cordofoni + violino” . Con le informazioni gli alunni potranno arricchire la carta d’identità elaborata. Lo
stesso percorso sarà effettuato per gli altri strumenti e per concludere si realizzerà un cartellone
riassuntivo
o) Mezzi (oggetto didattico, risorse materiali, …)
Stereo CD musicali. Materiale di facile consumo (carta, matite colorate , gomma, colori a tempera,
materiale di riciclo, cartoncino) , lettore DVD e film. Il Violino .
140
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
5. CONTROLLO DEGLI APPRENDIMENTI
i) Verifica (attività espressiva conclusiva o attività interdisciplinare)
La verifica e la valutazione avverrà in itinere in quanto le attività di per se
stesse costruiscono una verifica e al termine del percorso stesso
mediante schede e materiali specifici .
Gli alunni combinazioni timbriche, ritmiche e melodiche applicando schemi
elementari che eseguono con la voce, il corpo e gli strumenti.
j) Valutazione delle competenze sensoriali/emozionali/relazionali
Eseguire in gruppo semplici brani strumentali e vocali controllando le diverse possibilità espressive della
voce e di strumenti musicali, imparando ad ascoltare se stesso e gli altri
k) Valutazione delle competenze trasversali/interdisciplinari
Italiano: gli alunni partecipano a scambi comunicativi con compagni e docenti utilizzando messaggi semplici
e chiari
Corpo, movimento e sport: gli alunni utilizzano il linguaggio corporeo e motorio per comunicare ed
esprimere i propri stati d’animo, anche attraverso esperienze di drammatizzazione.
Arte e Immagine:gli alunni producono immagini attraverso tecniche, materiali e strumenti diversificati.
Scienze naturali: gli alunni osservano, registrano, classificano, schematizzano, identificano relazioni spaziotemporali, producono rappresentazioni grafiche e schemi.
Italiano:realizzazione di fumetti
Storia:illustrazione della storia dello strumento
Corpo, movimento e sport:rappresentazione coreografica
Scienze:classificazione degli strumenti musicali per famiglie
Arte e Immagine: rappresentazione grafica dello strumento musicale
Tecnologia Informatica: Sperimentare linguaggi della comunicazione: usare PAINT
Strumenti per la valutazione (di processo, di prodotto; es: Strumento didattico Gold)
Osservazioni sistematiche
Esercizi di completamento
Esecuzione di un semplice brano musicale
l) Documentazione in progress delle esperienze (descrizione dell’esperienza, annotazioni su
esperienze e condivisioni, relazione finale, prodotti, verbali del consiglio di classe, video, foto,
ppt, …)
Relazione finale, produzione di un video, cartellone illustrativo delle varie fasi dell’apprendimento
141
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
CLASSI QUARTE E QUINTE DI SCUOLA PRIMARIA
OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO
CONTENUTI E ATTIVITA’
CONTENUTI:
-Costruire e usare gli strumenti
per produrre riprodurre, creare e -Il suono.
improvvisare fatti sonori ed -La pulsazione ritmica.
eventi musicali .
-I parametri del suono: altezza,
-Conoscere e discriminare le intensità, timbro, durata nei
varie parti degli strumenti.
suoni, nella voce negli
-Riflettere sulla Storia e l’ strumenti.
evoluzione degli strumenti.
-Le dinamiche: forte-piano,
-Sa individuare sullo strumento crescendo-diminuendo.
musicale modalità esecutive -La percezione uditiva.
funzionali a una risposta motoria -La produzione per imitazione.
o per sviluppare un elaborato -Gli strumenti musicali.
grafico-pittorico.
-Esplorare capacità timbriche- ATTIVITA’:
ritmiche-melodiche
dello Partendo da “ ascolti musicali
strumento.
“ e dalla visione dei film della
-Sviluppare
capacità
di W. Disney “Fantasia ” e
improvvisazione ritmica.
“Fantasia 2000” gli alunni
-Sa rappresentare con l’ uso di saranno impegnati in attività
simboli e colori le note musicali.
motorie, grafico.pittoriche e di
-Usa la voce e/o parti del corpo drammatizzazione;
per riprodurre suoni ascoltati.
completeranno
schede
-Creare e discriminare suoni.
strutturate.
-Modulare i suoni prodotti.
-La voce degli strumenti ad arco.
-Interpretare con movimenti le
“invenzioni sonore”.
142
RACCORDI INTERDISCIPLINARI
ITALIANO:
-Riferire con chiarezza la propria
esperienza uditiva.
-Elaborare in modo creativo un testo
sonoro.
MATEMATICA:
Combinare in modo vario elementi di
un insieme.
SCIENZE:
Discriminazione e classificazione dei
diversi materiali.
STORIA: Collocare nel tempo eventi.
ARTE E IMMAGINE:
-Conoscere e osservare forme,
oggetti e opere d’ arte.
-Riprodurre immagini di strumenti
musicali usando varie tecniche.
-Riconoscere il contrasto movimentoimmobilità in immagini.
-Interpretare graficamente contrasti
movimenti-emozioni.
EDUCAZIONE ALL’AFFETTIVITA’ E
ALLA CITTADINANZA:
-Esprimere la propria emotività e
affettività.
-Attivare atteggiamenti di ascolto
positivo nei confronti degli altri.
-Conoscere applicare e far rispettare
le regole di comportamento.
SCIENZE MOTORIE:
-Padroneggiare gli schemi motori.
-Sviluppare
la
capacità
di
coordinazione motoria.
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Sviluppare la collaborazione nella
costruzione di figurazioni di gruppo.
-Sviluppare la capacità di effettuare
un ritmo e valorizzare il rapporto tra
movimento e musica.
-Sviluppare
la
capacità
di
autocontrollo.
ATTIVITA’:
1) L’insegnante propone la visione dei film di W. Disney “Fantasia ” e “ Fantasia 2000” al termine della
quale avvierà un discussione guidata attraverso la cui ciascun componente del gruppo esprimerà i
sentimenti suscitati dalla visione dei film.
2) Ai bambini ,opportunamente stimolati, sarà chiesto di elaborare una coreografia ,rispetto al brano che ha
suscitato maggiore interesse. Si porterà in scena una drammatizzazione i cui protagonisti sono: “la famiglia
degli strumenti ad arco”, interpretati da una marionetta costruita precedentemente, dagli stessi alunni.
3)Agli alunni sarà proposto di realizzare “La carta di identità “ di ciascun strumento presentato ,ogni
bambino avrà la possibilità di effettuare ricerche multimediali.
METODOLOGIA:
Per quanto riguarda la tipologia delle attività, si pensa di creare attività multisensoriali da affiancare ai
supporti audiovisivi, materiale autentico e attività prettamente ludiche allo scopo di favorire l’apprendimento
della musica attraverso l’uso di più canali percettivi. Le attività saranno volte a favorire la percezione della
propria dimensione corporea in rapporto allo spazio. Gli alunni saranno stimolati a cogliere i più immediati
valori espressivi delle musiche ascoltate traducendoli in azioni motorie infine si stimolerà la creatività e l’
invenzione di moduli espressivi mediante l’ uso di movimento .
Gli studenti svilupperanno le abilità di ascolto e produzione, saranno incoraggiati a usare in modo espressivo
il linguaggio corporeo. Inoltre, considerato che i bambini, oggi, mostrano di gradire molto l’ uso delle nuove
tecnologie quali il computer per navigare su internet, si proporranno siti visitabili di facile approccio e
comprensione per l’ ascolto e/o la visione di materiale specifico.
TEMPI E SPAZI: Per quanto riguarda i tempi si prevede 5ore più 1 ora “CONCERTO”. Per quanto concerne gli
spazi le attività si svolgeranno in aula o in uno spazio sufficientemente ampio per mettersi seduti in cerchio,
per le attività motorie si userà la palestra o il cortile della scuola.
MATERIALE: Stereo, CD con musica allegra e coinvolgente, cartoncino colorato, matite, gomme, pennarelli e
matite colorate, colla stick, scock, lo strumentario didattico, fogli A4, forbici, cannuccie.
143
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
VERIFICA E VALUTAZIONE:
Le attività sopra descritte, per la loro struttura, costituiscono di per sé, già una prova di verifica considerato
anche che la valutazione è parte integrante del processo di apprendimento e che non può essere affrontata
in maniera disgiunta rispetto al contesto sociale in cui ci si trova. Ai bambini verranno distribuite le schede
che i bambini useranno per indicare il suono ascoltato L’insegnante attraverso tali prove valuterà il grado, di
ciascuno alunno, di stabilir relazione tra elementi linguistico-comunicativi e culturali appartenenti al
linguaggio verbale e linguaggio non verbale.
Area
Linguistica
Logico-matematica
Spaziale
Visiva
Cinestetica
Sociale
Creativa
144
Attività
L’insegnante in un clima emotivamente stimolante guiderà gli alunni ad
ideare e mettere in scena una semplice drammatizzazione. L’uso del
computer e la navigazione sui siti web costituirà un potenziamento delle
competenze linguistiche.
(Allegato)
L’insegnante prendendo spunto dalla visione dei film proporrà una serie di
giochi-motori per consolidare il riconoscimento della propria posizione
rispetto ai compagni, ad oggetti a punti di riferimento diversi. Inoltre a
ciascun alunno sarà chiesto di identificare oggetti nello spazio, utilizzando i
termini adeguati. Sarà,inoltre chiesto a tutti i bambini di combinare in
modo vario gli elementi di un insieme.
Coadiuvati dall’ insegnante gli alunni saranno stimolati a progettare e
realizzare delle marionette relative agli strumenti studiati, saranno usati
materiali strutturati e materiali “ poveri” o di riciclo.
Si utilizzerà la metodologia del coinvolgimento corporeo che prevede,
l’utilizzo del “corpo” quale strumento primo per l’apprendimento.
L’insegnante chiederà a ciascun alunno di esprimere le emozioni suscitate
dall’ ascolto e/o visione utilizzando il linguaggio corporeo superando
possibili imbarazzi.
Gli alunni coordinati dall’ insegnante metteranno in scena una semplice
drammatizzazione nel quale i bambini daranno corpo alle marionette,
precedentemente confezionate, assumeranno di volta in volta il ruolo dei
diversi strumenti .
Durante le attività relativa all’ uso delle nuove tecnologie (uso di PAINT) l’
insegnante avrà cura di creare un clima altamente coinvolgente e
gratificante affinché il lavoro al computer costituisca un potenziamento
della creatività in tutti gli aspetti: scelta dei colori, ricchezza di particolari,
coerenza con il testo musicale. Al disegno realizzato su Paint sarà inserita
anche la musica. Il risultato sarà stato un lavoro interdisciplinare
altamente coinvolgente e gratificante.
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
QUARTA UNITA'
Abilità diverse
DATI IDENTIFICATIVI
b) Classi
Sezioni Scuola dell’Infanzia
Classi quarte e quinte Scuola Primaria
c) Tipologia e n. Alunni
Alunni diversamente abili con alunni appartenenti alla stessa classe di anni nove e dieci
d) Docenti coinvolti
Docenti delle classi quarte e quinte della Scuola Primaria
e) Discipline coinvolte
CORPO MOVIMENTO , ARTE –IMMAGINE, LINGUA ITALIANA. CONVIVENZA
2. RIFERIMENTI AI DOCUMENTI:
a) ministeriali
Programmi Ministeriali
b) di istituto
Il Progetto di Istituto (POF)
c) del consiglio di classe
Programmazione Educativa e Didattica di Interclasse
3. ARTICOLAZIONE APPRENDIMENTO UNITARIO IN OBIETTIVI FORMATIVI
a) Individuazione dei bisogni formativi (motivazioni, problematiche)
-Comunicare ed esprimersi utilizzando diversi codici e forme di linguaggio.
-Apprezzare l’armonia del suono
-Conoscenza degli strumenti musicali
b) Apprendimento Unitario da promuovere: Nucleo Tematico
SUONI/RUMORI
c) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Educativi: sensoriali/emozionali/relazionali
 Maturare il senso di sé e il significato della propria presenza nel mondo
145
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
 prendere consapevolezza del sé e degli altri;
 rafforzare il senso del gruppo e creare un clima d’ascolto;
 Gestire le emozioni: situazione attivante, pensieri, reazione emotiva e comportamentale
Sviluppare capacità intellettive,percettive ,emozionali.
b)

Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Trasversali(Cognitivi)
Operare scelte nello spazio, nel tempo, nei linguaggi verbali e non, nelle relazioni.
e) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Interdisciplinari (Cognitivi)

Cogliere ed utilizzare le relazioni logico-temporali e spaziali in testi e contesti significativi,
partendo dalla realtà circostante

f)Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Disciplinari (Cognitivi)
Riconoscere, descrivere, analizzare, classificare suoni con riferimento agli strumenti utilizzati nelle attività e
nelle musiche ascoltate.
4. MEDIAZIONE DIDATTICA
a) Metodologia
a.
Situazione problematica di gioco
b.
Fase concreta e verbalizzazione
c.
Rappresentazione grafica
d.
Fase simbolica

Esercizi in gruppo

Lavoro individuale

Tutoring tra pari

Utilizzo di brani musicali registrati.

Cartelloni
b) Tecniche
Brain storming, lezione frontale, divisione in gruppi di lavoro, attività di ricerca,
gioco simbolico, gioco manipolativo, giochi di scoperta ed esplorazione dei vari materiali.
c) Tempi (durata)
5 ore per ogni UDA più 1 ora LEZIONE CONCERTO
d) Fasi organizzative
Durante le ore curriculari di lezione
146
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
e) Contenuti disciplinari
Arte e Immagine: icone e simboli
Corpo, movimento e sport: il gesto/suono
Italiano: lettura e comprensione di testo
Scienze naturali: discriminazione e classificazione, conoscenza e rispetto per l’ambiente.
f) Procedura metodologica e descrizione delle attività (espressiva e interdisciplinare)
In una tabella grafica pentagrammata l’alunna colora le note (DO_RE_MI_FA_SOL_LA_SI).
L’esercizio ripetuto più volte favorirà l’identificazione e il riconoscimento del valore posizionale delle note.
Successivamente l’alunno associando la nota al colore inizierà ad usare la tastiera del pianoforte.
Gli esercizi ripetuti finalizzati alla memorizzazione di una nota per volta.
Dopo aver raggiunto l’acquisizione delle note si passerà alla lettura di una semplice idea ritmica.
L’alunno potrà gradualmente raggiungere la capacità di suonare mantenendo gli elementi proposti.
In tutte le attività proposte è stato coinvolto un piccolo gruppo di compagni della classe di appartenenza
dell’alunno al fine di favorire l’integrazione.
Distinguere una scala discendente e ascendente ed eseguirle con lo strumento
Interpretare con i movimenti un suono e/o invenzioni sonore
g) Mezzi (oggetto didattico, risorse materiali)
Il pianoforte, materiale di facile consumo (carta, matite colorate , gomma
Cartoncino) -Laboratorio
5. CONTROLLO DEGLI APPRENDIMENTI
a) Verifica (attività espressiva conclusiva o attività interdisciplinare)
La verifica e la valutazione del percorso avrà luogo al termine del percorso stesso mediante schede e
materiali specifici .
Gli alunni combinazioni timbriche, ritmiche e melodiche applicando schemi elementari che eseguono con la
voce, il corpo e gli strumenti
b) Valutazione delle competenze sensoriali/emozionali/relazionali
Eseguire in gruppo semplici brani strumentali e vocali controllando le diverse possibilità espressive della
voce e di strumenti musicali, imparando ad ascoltare se stesso e gli altri.
c) Valutazione delle competenze trasversali/interdisciplinari
Italiano: gli alunni partecipano a scambi comunicativi con compagni e docenti utilizzando messaggi semplici e
chiari
Corpo, movimento e sport: gli alunni utilizzano il linguaggio corporeo e motorio per comunicare ed esprimere
i propri stati d’animo, anche attraverso esperienze di drammatizzazione.
Arte e Immagine:gli alunni producono immagini attraverso tecniche, materiali e strumenti diversificati.
147
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Scienze naturali: gli alunni osservano, registrano, classificano, schematizzano, identificano relazioni spaziotemporali, producono rappresentazioni grafiche e schemi.
Strumenti per la valutazione (di processo, di prodotto; es: Strumento didattico Gold)
Osservazioni sistematiche
Schede strutturate e non
Esercizi di completamento
d) Documentazione in progress delle esperienze (descrizione dell’esperienza, annotazioni su
esperienze e condivisioni, relazione finale, prodotti, verbali del consiglio di classe, video, foto, ppt)
Relazione finale, produzione di un video, cartellone illustrativo delle varie fasi dell’apprendimento
ASCOLTI CONSIGLIATI
VIOLINO
W.A. MOZART, CONCERTO IN RE MAGGIORE
PER VIOLINO E ORCHESTRA K.211
VIOLA
W.A. MOZART, SINFONIA CONCERTANTE
PER VIOLINO, VIOLA E ORCHESTRA K364
A. SCONBERG, TRIO
B. BARTOK, QUARTETTO n° 3 E n° 4
VIOLONCELLO
F. SCHUBERT, SINFONIA n° 8, “INCOMPIUTA”,
I MOVIMENTO
G.F. GHEDINI, CONCERTOPERDUE VIOLONCELLI
CONTRABASSO
W.A. MOZART, SERENATA K239
I. STRAVINKIJ, PULCINELLA
V BUCCHI, IL CONTRABASSO
148
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
I LEGNI
di Caterina La Barbera, Maddalena Occhipinti e Giuseppa Simonetti
149
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
PRIMA UNITA'
Io, la Musica e...
DESTINATARI
Alunni della scuola dell' infanzia e alunni delle classi prime della scuola primaria
INDIVIDUAZIONE DEI BISOGNI FORMATIVI
La scelta del percorso nasce dall'esigenza di strutturare un iter formativo relativo alla conoscenza degli
strumenti musicali a fiato appartenenti alla famiglia dei legni.
Si intende,inoltre utilizzare la musica come strumento multidimensionale e sfruttarne tutte le potenzialità a
livello creativo, sensoriale, espressione verbale e non. Consapevoli del fatto che ogni bambino ha bisogno di
muoversi , di conoscere il proprio corpo e quello degli altri bambini .Ha bisogno di sperimentare i limiti e gli
eccessi , per creare delle regole proprie e sapere stare in gruppo. Ha bisogno di giocare , ha bisogno di
sognare ad occhi aperti , nel momento in cui entra in un luogo utilizzando tutti i sensi a disposizione , i
sentimenti e le emozioni .Ha bisogno di un percorso di formazione , dove in maniera sinergica entrano più
linguaggi espressivi .
Il centro del percorso è il bambino con le sue esigenze , le sue capacità , la sua storia , i suoi limiti .
NUCLEO TEMATICO : VELOCE /LENTO – FORTE/PIANO
DISCIPLINE COINVOLTE
Musica,corpo movimento sport, arte –immagine, lingua italiana, informatica , lingua straniera, geografia.
OBIETTIVI TRASVERSALI
♪ Operare scelte nello spazio, nel tempo, nei linguaggi verbali e non e nelle relazioni
♪ Comprendere i contenuti riferendosi ai corrispondenti apprendimenti degli ambiti disciplinari
♪ Interpretare fatti e aspetti della realtà
♪ Correlare informazioni e conoscenze individuando e confrontando i dati emersi
OBIETTIVI INTERDISCIPLINARI
♪ Mettere in atto processi di distinzione, classificazione, organizzazione semantica, decodifica, potenziare
la capacità di generare idee (creatività)
♪ Elaborare in modo coerente,utile e personale gli apprendimenti
♪ Estendere, consolidare, recuperare le conoscenze spazio-temporali
♪ Estendere , consolidare la capacità di ascolto e comprensione.
OBIETTIVI EDUCATIVO -FORMATIVI
♪ Prendere consapevolezza del sé e degli altri
♪ Rafforzare il senso del gruppo e creare un clima d’ascolto
♪ Gestire le emozioni: situazione attivante, pensieri, reazione emotiva e comportamentale
♪ Superare le problematiche comunicative
150
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
♪
Saper cooperare per la realizzazione di un progetto comune
OBIETTIVI DISCIPLINARI
♪ Riconoscere gli strumenti a fiato appartenenti alla famiglia dei “ LEGNI”
♪ Riconoscere, descrivere, analizzare, classificare suoni con riferimento agli strumenti utilizzati nelle
attività e nelle musiche ascoltate
♪ Riconoscere e distinguere i concetti VELOCE /LENTO – FORTE/PIANO
♪
Saper utilizzare il linguaggio motorio per esprimere i concetti relativi al nucleo tematico
♪ Rappresentare graficamente una storia ascoltata
♪ Riconoscere i concetti spazio- temporali: vicino/lontano, davanti/dietro, dentro/fuori, prima/dopo,
lungo/corto
CONTENUTI DISCIPLINARI
♪ Gli strumenti musicali a fiato della famiglia dei legni
♪ I parametri del suono : ritmo, intensità, timbro
♪ Il linguaggio iconico
♪ Il linguaggio sonoro
♪ Il testo narrativo
♪ I concetti topologici
♪ Coordinazione dinamica generale
♪ Scoperta delle caratteristiche del suono, anche attraverso il movimento
METODOLOGIA
La metodologia impiegata per il raggiungimento degli obiettivi sarà quella di un lavoro costantemente
disposto sul piano della operatività, della ricerca-azione dell'analisi, dell'osservazione ,del confronto e
dell'espressività e dell'attività ludica.
Il gioco, attraverso il quale si sviluppano le capacità sensoriali, motorie espressive, socio - affettive, è
l'elemento che si vuole riportare nel percorso musicale. L'uso del corpo, il suo movimento, aiuta la
conoscenza di se stesso ed è mezzo di interiorizzazione delle caratteristiche spazio - temporali.
Una storia, una fiaba, una filastrocca, un canto, offrono spunti fantastici che permettono al bambino di
passare dal sogno alla realtà, dal personale al collettivo, dall'irrazionale al logico, con continui passaggi dal
reale alla fantasia, senza mai perdere, comunque, il controllo di entrambe le dimensioni.
Presentare l'attività musicale attraverso questi canali offre, sia al bambino che agli insegnanti, una visione
molto ampia del fenomeno musicale. Offre la possibilità di vivere la musica da vicino, inserita continuamente
in tutti i contesti del mondo circostante.
La metodologia sopra citata si attuerà attraverso l'utilizzo di alcune tecniche: brainstorming, lezione
frontale, lavoro di gruppo, attività di ricerca, gioco simbolico, gioco manipolativo, giochi di scoperta ed
esplorazione dei vari materiali.
Sarà ,inoltre, utilizzata la LIM (Lavagna Interattiva Multimediale) che amplierà ulteriormente la gamma di
opportunità didattiche rendendo possibile un interazione diretta con gli alunni durante tutte le fasi della
lezione.
151
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Il percorso formativo si articolerà in diverse attività . Ogni attività sarà sviluppata in modo interdisciplinare.
TEMPI
Le attività si svolgeranno in un arco temporale di due mesi circa per un totale di ore 20 , di cui 6 svolte nelle
ore di Musica e le restanti nelle ore destinate agli altri ambiti disciplinari
FASI ORGANIZZATIVE
Le attività prevedono varie fasi :organizzazione delle schede strutturate, scelta del repertorio musicale da
proporre,organizzazione degli spazi ( aula, laboratorio, aula multimediale) , predisposizione del materiale
didattico e di facile consumo, stesura di prove di prove di verifiche.
DESCRIZIONE DELLE ATTIVITÀ INTERDISCIPLINARI
I ATTIVITÀ
♪
Visione di del cartone animato “ Pierino e il lupo” per l'estrapolazione del nucleo
tematico ( VELOCE /LENTO – FORTE/PIANO)
♪
Identificazione degli strumenti a fiato,della famiglia dei legni,presenti nel cartone
animato ( flauto, oboe, fagotto, clarinetto) ( scheda 1)
♪ Distinzione della voce degli strumenti ( timbro) ( scheda 2)
♪ Riconoscimento dell'intensità;
♪ Esecuzione di giochi di movimento( sonorizza il temporale) , (scheda 3)
♪ Giochi imitativi ( batti forte/batti piano) , ( cammina / corri)
♪ Rappresentazione grafica della storia
II ATTIVITÀ
♪ Visione di un frammento del cartone animato “ I fenicotteri” estratto da “FANTASIA
2000” con le musiche di Saint-Saens, “ Il Carnevale degli animali”per riconoscere il
concetto : “veloce”
♪ Utilizzazione del linguaggio motorio per esprimere di concetto “ veloce”
♪ Visione di un frammento del cartone animato “FANTASIA”: “Mushroom dance”sulla
danza cinese tratto dallo “Schiaccianoci”di Ciaikovski
♪ Giochi di movimento per la coordinazione dinamica generale ( scheda 4)
III ATTIVITÀ
♪
Visione della prima parte della “Sagra della primavera” di Strawinskj per
discriminare la differenza tra “lento” e “piano”
♪ Rappresentazione grafica del cartone animato
152
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
IV ATTIVITÀ
♪
Ascolto della Sinfonia n° 94 in Sol Magg “ La sorpresa” di Haydn ( 2° movimento)
per discriminare i concetti “piano” e “forte”
♪ Riconoscimento dei suoni provenienti dall'ambiente
♪ Giochi di movimento estemporanei
♪ Imitazione vocale degli strumenti a fiato della famiglia dei legni
♪
Riconoscimento dei concetti spazio-temporali: vicino/lontano, davanti/dietro,
prima/dopo, lungo/corto, dentro/fuori
MEZZI
Videoproiettore, Strumenti tecnologici (PC, LIM, … ), Internet,Strumenti musicali, sussidi didattici, colori,
materiale di facile consumo,repertorio di brani musicale ed audiovisivo
VERIFICA INTERDISCIPLINARE
Per verificare e completare le conoscenze degli alunni relativi ai concetti del Nucleo tematico si proporrà la
visione di un frammento del cartone animato “ FANTASIA 2000” “L'uccello di fuoco” di Strawinskj .
L'attività finale sarà un gioco, giusta conclusione di tutto il percorso che, svolgendosi in forma ludica ha
affrontato molti aspetti tematici interdisciplinari con il suono e la musica . Il gioco consiste nel costruire un
“teatrino dei burattini” per mettere in scena la fiaba musicale di S. Prokofiev “ Pierino e il lupo”, dove le voci
di alcuni strumenti dell'orchestra( stumenti a fiato della famiglia dei legni) sono abbinate ai personaggi della
fiaba.
STRUMENTI PER LA VALUTAZIONE
Un ottimo strumento di valutazione sarebbe quello di registrare su DVD tutte le attività svolte . Questo
servirà come valida documentazione di tutto il percorso formativo sia agli insegnanti ,i quali in qualsiasi
momento potranno revisionare e se è il caso fare un feedback, che agli alunni, i quali avranno l'opportunità
di ricordare l'evento realizzato.
153
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Scheda 1
Presentazione iconografica degli strumenti
154
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Scheda 2
Con un freccia collega ogni personaggio al suo strumento
155
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Scheda 3
IL GIOCO DELL'ALBERO CHE CRESCE
Muovetevi liberamente in ogni direzione immaginando di essere semi di alberi trasportati dal vento.
Il soffio del vostro respiro, che imita il sibilare del vento, vi accompagna. I piccoli semi in volo scenderanno
verso la terra, si risolleveranno e si scontreranno. La guida, un compagno precedentemente incaricato,
cantando un suono grave (basso), fermerà il volo dei semi, che cadranno al suolo. A questo punto, se la
guida emetterà una nota acuta (alta), pronunciata piano, eseguirete la posizione yoga del piccolo albero: se
la nota emessa dalla guida sarà invece acuta e forte farete la posizione yoga del grande albero. Manterrete
la postura suggerita dal suono fino a che la guida non eseguirà il soffio del vento con il respiro. Il vento
staccherà altri semi dagli alberi e il gioco potrà ricominciare da capo.
Questa è la posizione del piccolo albero:
Per eseguirla:
in posizione eretta con i piedi uniti, mantenere la gamba destra tesa e piegare lateralmente la gamba
sinistra, portando la pianta del piede ben appoggiata all'interno del ginocchio destro. Inspirando giungere le
mani al petto ed espirare. Nel ritorno inspirare, e poi espirando sciogliere la posizione delle braccia e delle
gambe. Eseguire la postura anche sull'altro lato.
Questa è la posizione del grande albero:
Per eseguirla:
in posizione eretta con i piedi uniti, mantenere la gamba destra ben tesa e piegare lateralmente la gamba
sinistra. Afferrando la caviglia sinistra, portare il tallone in appoggio al perineo della gamba destra.
Inspirando sollevare lateralmente le braccia portandole tese sopra il capo, con le mani giunte. Espirando
piegare i gomiti e sfiorare con le mani il vertice della testa. Nel ritorno, inspirare, e poi espirando sciogliere
la posizione delle braccia e delle gambe. Eseguire la postura anche sull'altro lato.
Gli strumenti musicali consigliati sono la voce e il soffio del respiro.
Per eseguire le sonorità piano e forte si deve prima produrre un suono spontaneamente: aumentando la
pressione del fiato il suono diviene più forte, diminuendo la pressione il suono si fa più debole. Si possono
sperimentare e ottenere innumerevoli sfumature di intensità.
Suggerimenti per la pratica
156
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Nella fase di movimento libero che rappresenta il volo dei semi, si può alternare l'andatura di corsa a un
procedere più tranquillo. Durante la corsa l'emissione del soffio del vento deve essere intensa,
nell'andatura lenta sarà invece debole. In questo modo si sottolinea la stretta correlazione fra movimento e
respiro. Il seme nella terra può essere rappresentato con una posizione rannicchiata e il passaggio da
questa postura alle posizioni dell'albero deve essere lento. Ciò permetterà di percepire meglio l'appoggio
dei piedi a terra, per poter mantenere più facilmente la postura in equilibrio. I piccoli potranno capire
quanto sia importante la calma e la ponderazione per la buona riuscita di ogni azione. Le posizioni dell'
albero si devono eseguire su entrambi i lati per equilibrare la percezione e le funzioni della parte destra e
sinistra del corpo. Nel gioco dopo aver fatto la postura su un lato è opportuno che la guida ripeta la nota
acuta, per indicare l' esecuzione della posizione dalla parte opposta.
I perchè di questo gioco
<> L' ascolto di suoni acuti dà un forte impulso nervoso: i suoni gravi sono invece più distensivi. Le sonorità
di forte intensità richiamano l' estroversione mentre l' introversione è evocata da quelle più sommesse. Le
posture in cui il corpo è seduto o sdraiato al suolo, danno solitamente sensazioni di stabilità e tranquillità.
Per questo motivo si è associato un suono grave alla posizione a terra, che rappresenta il seme. La nota
grave, inoltre, portando l'attenzione verso il basso, enfatizza la caduta dei semi al suolo. Un suono acuto è
bene espresso da posizioni in piedi o dove il corpo, esteso verso l' alto, fa percepire una sensazione di
movimento, di attivazione. Le sonorità nel piano si associano a dimensioni di chiusura, che portano all'
introspezione: quelle nel forte a dimensioni di apertura ed espansione. Date le premesse, la nota acuta
cantata piano e forte è un ottimo stimolo per rappresentare sia la crescita progressiva dell' albero verso il
cielo che le due posizioni dell' albero, delle quali una è in chiusura e l'altra completamente aperta verso
l'alto.
L'utilizzo della voce permette di enfatizzare la stimolazione data dai suoni acuto e grave. La voce, che esce
direttamente dal corpo dell' esecutore per entrare nel corpo di chi ascolta, consente pertanto una
penetrazione simbolica e stabilisce quindi una comunicazione profonda. Questo mezzo sonoro è anche da
considerarsi il primo e il più importante mediatore con la realtà circostante. Il suono vocale della madre
viene infatti percepito dal bimbo fin dalla fase prenatale, e dopo la nascita è proprio questa voce che egli
ricercherà come punto di riferimento costante. Attraverso la voce si espleta il linguaggio idiomatico. Il
fischio del vento in accompagnamento al procedere libero permette una maggiore identificazione nei semi
in movimento.
Benefici
Il gioco porta a un maggiore autocontrollo. Il bambino amplia la percezione dello spazio in cui si muove,
definendo le dimensioni alta e bassa, migliora la prontezza di riflessi, aumenta la coscienza respiratoria
nell' esecuzione del respiro del vento e acuisce la sensibilità uditiva ascoltando e confrontando le differenti
altezze e intensità dei suoni.
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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Scheda 4
IL GIOCO DEI CERCHI
Porre i bambini in due cerchi concentrici.
Quando l'insegnante produce suoni “ forti”, i bambini posti all'esterno si muovono velocemente.
Quando l'insegnante produce suoni “deboli” si muovono velocemente quelli del cerchio interno.
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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
SECONDA UNITA’
I colori della Musica
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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
DESTINATARI
Alunni delle classi seconde e terze della scuola primaria
INDIVIDUAZIONE DEI BISOGNI FORMATIVI
La scelta del percorso nasce dall'esigenza di strutturare un iter formativo relativo alla conoscenza degli
strumenti musicali a fiato appartenenti alla famiglia dei legni.
Si intende,inoltre utilizzare la musica come strumento multidimensionale e sfruttarne tutte le potenzialità a
livello creativo, sensoriale, espressione verbale e non. Consapevoli del fatto che ogni bambino ha bisogno di
muoversi , di conoscere il proprio corpo e quello degli altri bambini .Ha bisogno di sperimentare i limiti e gli
eccessi , per creare delle regole proprie e sapere stare in gruppo. Ha bisogno di giocare , ha bisogno di
sognare ad occhi aperti , nel momento in cui entra in un luogo utilizzando tutti i sensi a disposizione , i
sentimenti e le emozioni .Ha bisogno di un percorso di formazione , dove in maniera sinergica entrano più
linguaggi espressivi .
Il centro del percorso è il bambino con le sue esigenze , le sue capacità , la sua storia , i suoi limiti .
NUCLEO TEMATICO : BUIO /LUCE
DISCIPLINE COINVOLTE
Musica,corpo movimento sport, arte –immagine, lingua italiana, informatica , lingua straniera, geografia,
storia, educazione all'affettività.
OBIETTIVI TRASVERSALI
♪ Operare scelte nello spazio, nel tempo, nei linguaggi verbali e non e nelle relazioni
♪ Comprendere i contenuti riferendosi ai corrispondenti apprendimenti degli ambiti disciplinari
♪ Interpretare fatti e aspetti della realtà
♪ Correlare informazioni e conoscenze individuando e confrontando i dati emersi
OBIETTIVI INTERDISCIPLINARI
♪ Mettere in atto processi di distinzione, classificazione, organizzazione semantica, decodifica,
potenziare la capacità di generare idee (creatività)
♪ Elaborare in modo coerente,utile e personale gli apprendimenti
♪ Estendere, consolidare, recuperare le conoscenze spazio-temporali
♪ Estendere , consolidare la capacità di ascolto e comprensione.
OBIETTIVI EDUCATIVO -FORMATIVI
♪ Prendere consapevolezza del sé e degli altri
♪ Rafforzare il senso del gruppo e creare un clima d’ascolto
160
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
♪ Gestire le emozioni: pensieri, reazione emotiva e comportamentale
♪ Superare le problematiche comunicative
♪ Saper cooperare per la realizzazione di un progetto comune
OBIETTIVI DISCIPLINARI
♪ Riconoscere gli strumenti a fiato appartenenti alla famiglia dei “LEGNI”
♪ Riconoscere, descrivere, analizzare, classificare suoni con riferimento agli strumenti utilizzati nelle
attività e nelle musiche ascoltate
♪ Riconoscere, distinguere ed estrapolare i concetti BUIO/LUCE
♪ Saper utilizzare il linguaggio motorio per esprimere i concetti relativi al NUCLEO TEMATICO
♪ Rappresentare graficamente una storia ascoltata
♪ Acquisire la conoscenza e la concreta sperimentazione delle possibilità offerte dall'uso degli
strumenti informatici e della multimedialità nel campo della didattica musicale
CONTENUTI DISCIPLINARI
♪ Gli strumenti musicali a fiato della famiglia dei legni
♪ I parametri del suono : ritmo, intensità, timbro
♪ Il linguaggio iconico
♪ Il linguaggio sonoro
♪ Il testo narrativo
♪ Coordinazione dinamica generale
♪ Scoperta delle caratteristiche del suono, anche attraverso il movimento
♪ Gli strumenti informatici e internet
METODOLOGIA
Nei primi anni della scuola di base le attività musicali devono essere praticate in stretta simbiosi con le
attività linguistiche, corporee ed espressive e la specificità disciplinare deve emergere gradualmente.
L’esperienza musicale va intesa come attività che coinvolge l’essere umano nella sua interezza (mente,
corporeità, affettività). Va ricordato che in musica la concettualizzazione segue la concreta esperienza, ciò
vuol dire che l’insegnante, usando il metodo induttivo che parte dal concreto, terrà conto delle esperienze
personali dei bambini, e delle loro esigenze e interessi anche nella scelta dei contenuti materiali e repertori.
Vanno perciò privilegiati gli apprendimenti di tipo euristico (dialogo, discussione), la ricerca, la
161
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
sperimentazione espressiva,il lavoro cooperativo, la progettazione delle proprie attività musicali. Si
incoraggerà, inoltre,l’autovalutazione.
La metodologia sopracitata si attuerà attraverso l'utilizzo di alcune tecniche: brain storming, lezione
frontale, lavoro di gruppo, attività di ricerca, gioco simbolico, gioco manipolativo, giochi di scoperta ed
esplorazione dei vari materiali.
Sarà ,inoltre, utilizzata la LIM (Lavagna Interattiva Multimediale) che amplierà ulteriormente la
gamma di opportunità didattiche rendendo possibile un interazione diretta con gli alunni durante tutte le fasi
della lezione.
Il percorso formativo si articolerà in diverse attività . Ogni attività sarà sviluppata in modo
interdisciplinare.
TEMPI
Le attività si svolgeranno in un arco temporale di due mesi circa per un totale di ore 20 , di cui 6 svolte nelle
ore di Musica e le restanti nelle ore destinate agli altri ambiti disciplinari
FASI ORGANIZZATIVE
Le attività prevedono varie fasi :organizzazione delle schede strutturate, scelta del repertorio musicale da
proporre,organizzazione degli spazi ( aula, laboratorio, aula multimediale) , predisposizione del materiale
didattico e di facile consumo, stesura di prove di verifica.
DESCRIZIONE DELLE ATTIVITÀ INTERDISCIPLINARI
I ATTIVITÀ
♪ Osservazione di un immagine “ Il pifferaio” di E. Manet l'estrapolazione del nucleo tematico (
BUIO/LUCE) ( Scheda 1)
♪ Produzione di un testo descrittivo
♪ Discriminazione della tonalità dei colori ( chiaro /scuro- caldo/freddo)
♪ Arricchimento lessicale della lingua inglese
♪ Identificazione degli strumenti a fiato,della famiglia dei legni, partendo dall'osservazione
dell'immagine “ Il pifferaio” di E. Manet
II ATTIVITÀ
♪ Ascolto del brano “Partita in LA min per flauto solo BWV 1013 “di J. S. Bach (per il
riconoscimento del timbro del flauto) osservando l'immagine ”Jelena” di K. Ali e
rappresentazione grafica delle emozione provate ( Scheda 2)
♪ Presentazione iconica del flauto traverso (scheda 3)
♪ Visione del cartone animato “L'APPRENDISTA STREGONE” per il suono del fagotto all'interno di
una composizione orchestrale
162
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
♪ Presentazione iconica del fagotto (scheda 4)
♪ Traslazione dei suoni in colori
♪ Raffigurazione della storia usando la tecnica dei fumetti facendo interagire i personaggi
♪ Giochi di movimento per la coordinazione dinamica generale
III ATTIVITA'
♪ Ascolto del testo narrativo “Peer Gynt” di Ibsen (Scheda 5)
♪ Analisi di un testo narrativo fantastico
♪ Ascolto di tre brani dal “Peer Gynt” di E. Grieg : “Il mattino” e la “Danza araba” per il
riconoscimento del suono del flauto traverso e dell'ottavino/LUCE; “Nell'antro del re della
montagna” per il riconoscimento del suono del fagotto/BUIO
♪ Presentazione iconica dell'ottavino (scheda 6)
♪ Drammatizzazione della storia ascoltata
♪ Riproduzione in sequenze ,con relative didascalie, della storia ascoltata
IV ATTIVITÀ
♪ Visione di alcune parti del balletto “Il lago dei cigni” di Tchajkowskij per discriminare il suono
dell'oboe e rafforzare gli opposti BUIO/LUCE
♪ Ascolto e interpretazione del brano “Il lago dei cigni” di Tchajkowskij con il movimento
♪ Utilizzazione del linguaggio gestuale e motorio per comunicare emozioni e stato d'animo
♪ Discernere i comportamenti corretti e scorretti (bene /male )utilizzando gli aggettivi che
qualificano il brano (Scheda 7)
V ATTIVITÀ
♪ Visione di una parte del cartone animato “ Fantasia 2000” :“Rapsodia in blu” per identificare
il suono del clarinetto
♪ Presentazione iconica del clarinetto ( scheda 8)
♪ Conversazione guidata per l'analisi e il confronta dei modi di vivere di ieri e di oggi
VI ATTIVITÀ
♪ Visione di una clip ( immagini dal cosmo) accompagnata dalla “ Serenata Gran Partita n° 10
K361”di W. A. Mozart
163
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
MEZZI
Videoproiettore, Strumenti tecnologici (PC, LIM, … ), Internet,Strumenti musicali, sussidi didattici, colori,
materiale di facile consumo,repertorio di brani musicale ed audiovisivo
VERIFICA INTERDISCIPLINARE
Per verificare e completare le conoscenze degli alunni relativi ai concetti del Nucleo tematico si proporrà di
produrre due disegni che rappresentino i concetti: BUIO/LUCE, Si proporrà anche una scheda che prevede l'
associazione dell'immagine dello strumento alla relativa nomenclatura ( scheda 9)
L'attività finale riguarderà la produzione scritta di un testo narrativo fantastico,dove i personaggi sono gli
strumenti musicali a fiato, della famiglia dei legni, conosciuti nelle attività svolte.
STRUMENTI PER LA VALUTAZIONE
Un ottimo strumento di valutazione sarebbe quello di registrare su DVD tutte le attività svolte . Questo
servirà come valida documentazione di tutto il percorso formativo sia agli insegnanti ,i quali in qualsiasi
momento potranno revisionare e se è il caso fare un feedback, che agli alunni, i quali avranno l'opportunità
di ricordare l'evento realizzato.
164
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Scheda 1
OSSERVA E DESCRIVI
ABBIGLIAMENTO
COLORE
PARTICOLARI
….....................................................
….....................................................
….....................................................
.......................................................
.......................................................
......................................................
….....................................................
….....................................................
….....................................................
.......................................................
.......................................................
......................................................
….....................................................
….....................................................
….....................................................
.......................................................
.......................................................
......................................................
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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Scheda 2
Ascoltando la musica ,osserva l'immagine e rappresenta graficamente le emozione che provi.
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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Scheda 3
Presentazione iconica del flauto traverso
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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Scheda 4
Presentazione iconica del fagotto
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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Scheda 5
Peer Gynt ( Ibsen)
Peer Gynt è il figlio di Jon Gynt una volta ricco e rispettato.
Jon Gynt è diventato un ubriacone e ha perso tutto il suo
denaro, e lascia Peer e sua madre Åse a vivere in povertà.
Peer vuole recuperare il suo onore e le ricchezze che il
padre ha perso, ma si perde spesso in sogni ad occhi aperti,
e si trascina senza far nulla per la maggior parte del tempo.
Viene coinvolto in una rissa e diventa un fuorilegge. Quindi
fugge dal suo paese e durante la sua fuga incontra tre
fanciulle amorose: una donna vestita di verde; la figlia del re
dei nani, che lo vuole sposare; e Bøygen.Solveig, che Peer
aveva incontrato ad un matrimonio e di cui si era
innamorato, lo raggiunge alla sua capanna nella foresta per
vivere con lui, ma lui la lascia e parte per i suoi viaggi.
Rimane lontano per diversi anni, calandosi in diversi ruoli e
occupazioni incluso quello di uomo d'affari impegnato in una
spedizione sulle coste del Marocco .Vaga attraverso il
deserto, passa il Memnone e la Sfinge. Diventa anche un capo Beduino e un profeta. Prova a sedurre Anitra,
figlia di un Beduino, e finisce segregato in un manicomio al Cairo. Qui viene salutato come imperatore. Infine,
ormai vecchio sulla strada di ritorno a casa, fa naufragio. Tra i passeggeri ha incontrato il Passeggero
Sconosciuto, considerato da alcuni studiosi il fantasma di Lord Byron. Il Passeggero Sconosciuto vuole usare
il cadavere di Peer per scoprire dove si trovano i sogni.
Tornato a casa in Norvegia, Peer Gynt assiste al funerale di un paesano, ed a un'asta, dove lui vende tutto ciò
che aveva dalla sua vita precedente. Peer incontra il fonditore di Bottoni, il quale sostiene che l’anima di Peer
deve andare nel crogiolo di un fonditore insieme ad altri oggetti fusi mal riusciti se lui non è in grado di dire
quando nella sua vita è stato “sé stesso”, e un personaggio chiamato l'Uomo Magro (che probabilmente è il
Diavolo), il quale crede che Peer non sia un vero peccatore da mandare all'Inferno.
Peer, molto confuso, finalmente raggiunge Solveig. Lei lo ha aspettato nella capanna da quando lui se ne è
andato. Solveig gli dice che lui è sempre stato sé stesso nella fede, speranza ed amore che lei prova da
sempre per lui. Con il suo amore Peer viene finalmente redento.
169
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Dopo aver ascoltato la lettura dell'insegnante, disegna in sequenze e per ognuna di esse scrivi delle brevi
didascalie.
170
Situazione iniziale
___________________________________________
___________________________________________
___________________________________________
___________________________________________
___________________________________________
___________________________________________
Svolgimento
___________________________________________
___________________________________________
___________________________________________
___________________________________________
___________________________________________
___________________________________________
Svolgimento
___________________________________________
___________________________________________
___________________________________________
___________________________________________
___________________________________________
___________________________________________
Conclusione
___________________________________________
___________________________________________
___________________________________________
___________________________________________
___________________________________________
___________________________________________
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Scheda 6
Presentazione iconica dell’ ottavino
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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Scheda 7
Dopo aver ascoltato il brano musicale : “scena iniziale e danza dei cigni”, dal secondo atto del
balletto “Il lago dei cigni”, di Tchajkoskij interpreta con il movimento cercando di esprimere le
emozioni che hai provato.
Adesso prova a rappresentarli
Tra questi aggettivi scegli quelli che, secondo te, qualificano il brano. Colora gli aggettivi scelti
utilizzando colori appropriati
172
chiassoso
gaio
delicato
allegro
triste
tranquillo
lento
veloce
solo
calmo
nervoso
malinconico
sereno
pauroso
vivace
morbido
aggressivo
grintoso
agitato
cupo
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Scheda 8
Presentazione iconica del clarinetto
173
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Scheda 9
I LEGNI
Un legno è uno strumento a fiato che ha un suono dolce. Si chiamano legni anche alcuni strumenti
di metallo. Un antico parente del moderno flauto è il flauto dolce.
OTTAVINO
CLARINETTO
FLAUTO DOLCE
FAGOTTO
FLAUTO TRAVERSO
OBOE
174
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
TERZA UNITÀ
Sola... Mente... Musica
DESTINATARI
Alunni delle classi quarte e quinte della scuola primaria
INDIVIDUAZIONE DEI BISOGNI FORMATIVI
La scelta del percorso nasce dall'esigenza di strutturare un iter formativo relativo alla
conoscenza degli strumenti musicali a fiato appartenenti alla famiglia dei legni.
Si intende,inoltre utilizzare la musica come strumento multidimensionale e sfruttarne tutte le
potenzialità a livello creativo, sensoriale, espressione verbale e non. Consapevoli del fatto che
ogni bambino ha bisogno di muoversi , di conoscere il proprio corpo e quello degli altri bambini
.Ha bisogno di sperimentare i limiti e gli eccessi , per creare delle regole proprie e sapere stare
in gruppo. Ha bisogno di giocare , ha bisogno di sognare ad occhi aperti , nel momento in cui entra
in un luogo utilizzando tutti i sensi a disposizione , i sentimenti e le emozioni .Ha bisogno di un
percorso di formazione , dove in maniera sinergica entrano più linguaggi espressivi .
Il centro del percorso è il bambino con le sue esigenze , le sue capacità , la sua storia , i suoi limiti
.
NUCLEO TEMATICO : SOLO /TUTTI
DISCIPLINE COINVOLTE
Musica,corpo movimento sport, arte –immagine, lingua italiana, informatica , lingua straniera,
geografia, storia, scienze, educazione all'affettività, convivenza civile.
175
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
OBIETTIVI TRASVERSALI
♪ Operare scelte nello spazio, nel tempo, nei linguaggi verbali e non e nelle relazioni
♪
Comprendere i contenuti riferendosi ai corrispondenti apprendimenti degli ambiti
disciplinari
♪ Interpretare fatti e aspetti della realtà
♪ Correlare informazioni e conoscenze individuando e confrontando i dati emersi
OBIETTIVI INTERDISCIPLINARI
♪
Mettere in atto processi di distinzione, classificazione, organizzazione semantica,
decodifica, potenziare la capacità di generare idee (creatività)
♪
Elaborare in modo coerente,utile e personale gli apprendimenti
♪ Estendere, consolidare, recuperare le conoscenze spazio-temporali
♪ Estendere , consolidare la capacità di ascolto e comprensione.
OBIETTIVI EDUCATIVO -FORMATIVI
♪ Prendere consapevolezza del sé e degli altri
♪ Rafforzare il senso del gruppo e creare un clima d’ascolto
♪ Gestire le emozioni: pensieri, reazione emotiva e comportamentale
♪ Superare le problematiche comunicative
♪ Saper cooperare per la realizzazione di un progetto comune
OBIETTIVI DISCIPLINARI
♪ Riconoscere gli strumenti a fiato appartenenti alla famiglia dei “ LEGNI”
♪ Riconoscere, descrivere, analizzare, classificare suoni con riferimento agli strumenti
utilizzati nelle attività e nelle musiche ascoltate
♪ Riconoscere, distinguere ed estrapolare i concetti SOLO /TUTTI
♪ Saper utilizzare il linguaggio motorio per esprimere i concetti relativi al NUCLEO TEMATICO
♪ Rappresentare graficamente una storia ascoltata
♪ Leggere le immagini a livello denotativo e connotativo
♪ Riconoscere gli strumenti a fiato della famiglia dei legni in diversi contesti storici e stilistici
♪ Conoscere la modalità di produzione del suono negli strumenti a fiato
♪ Scoperta delle caratteristiche del suono nel contesto melodico e polifonico
♪ Progettare e realizzare semplici strumenti musicali utilizzando materiali di recupero
♪ Acquisire la conoscenza e la concreta sperimentazione delle possibilità offerte dall'uso degli
strumenti informatici e della multimedialità nel campo della didattica musicale
CONTENUTI DISCIPLINARI
♪ Gli strumenti musicali a fiato della famiglia dei legni
♪ I parametri del suono : ritmo, intensità, timbro
♪ I generi musicali
♪ Il linguaggio iconico
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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
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Il linguaggio sonoro
Il testo narrativo: il mito
Coordinazione dinamica generale
Le caratteristiche del suono nel contesto melodico e polifonico
La produzione del suono negli strumenti a fiato
Gli strumenti informatici e internet
METODOLOGIA
Nei primi anni della scuola di base le attività musicali devono essere praticate in stretta simbiosi
con le attività linguistiche, corporee ed espressive e la specificità disciplinare deve emergere
gradualmente. L’esperienza musicale va intesa come attività che coinvolge l’essere umano nella
sua interezza (mente, corporeità, affettività). Va ricordato che in musica la concettualizzazione
segue la concreta esperienza, ciò vuol dire che l’insegnante, usando il metodo induttivo che parte
dal concreto, terrà conto delle esperienze personali dei bambini, e delle loro esigenze e interessi
anche nella scelta dei contenuti materiali e repertori. Vanno perciò privilegiati gli apprendimenti
di tipo euristico (dialogo, discussione), la ricerca, la sperimentazione espressiva,il lavoro
cooperativo, la progettazione delle proprie attività musicali. Si incoraggerà,
inoltre,l’autovalutazione.
La metodologia sopracitata si attuerà attraverso l'utilizzo di alcune tecniche: brain storming,
circle time, lezione frontale, lavoro di gruppo, attività di ricerca, gioco simbolico, gioco
manipolativo, giochi di scoperta ed esplorazione dei vari materiali.
Sarà ,inoltre, utilizzata la LIM (Lavagna Interattiva Multimediale) che amplierà ulteriormente la
gamma di opportunità didattiche rendendo possibile un interazione diretta con gli alunni durante
tutte le fasi della lezione.
Il percorso formativo si articolerà in diverse attività . Ogni attività sarà sviluppata in modo
interdisciplinare.
TEMPI
Le attività si svolgeranno in un arco temporale di due mesi circa per un totale di ore 20 , di cui 6
svolte nelle ore di Musica e le restanti nelle ore destinate agli altri ambiti disciplinari
FASI ORGANIZZATIVE
Le attività prevedono varie fasi :organizzazione delle schede strutturate, scelta del repertorio
musicale da proporre,organizzazione degli spazi ( aula, laboratorio, aula multimediale) ,
predisposizione del materiale didattico e di facile consumo, stesura di prove di verifica.
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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
DESCRIZIONE DELLE ATTIVITÀ INTERDISCIPLINARI
I ATTIVITÀ
♪ Ascolto della lettura del mito : “Pan e Syrinx” dalle “Metamorfosi” di Ovidio
per l'estrapolazione del nucleo tematico ( SOLO /TUTTI) e per rievocare l'origine
mitologica del flauto di Pan
♪ Analisi strutturale del “mito”
♪ Ascolto del brano per flauto traverso solo :“Syrinx” di C. Debussy
♪ Costruzione del Flauto di Pan ( scheda 1)
♪ Elaborazione della “CARTA DI IDENTITA” del flauto traverso ( scheda 2)
♪
Lettura di un'immagine a livello denotativo e connotativo:“Pan e
Syrinx”(scheda 3)
♪
Presentazione del video “ Il volo del calabrone” di R. Korsakov per
orchestra di flauti
II ATTIVITÀ
♪
Ascolto di un brano per oboe solo “Fantasia n° 7 in RE magg di G. Ph.
Telemann
♪ Elaborazione della “CARTA DI IDENTITA” dell 'oboe ( scheda 4)
♪ Ascolto del concerto n° 3 per oboe ed orchestra Hwv 287 di G. F. Handel
♪
Visione dell'Adagio del “Concerto di Aranjuez” di J. Rodrigo per la
presentazione del corno inglese
♪ Elaborazione della “CARTA DI IDENTITA” del corno inglese ( scheda 5)
♪ Conversazione guidata : “ Le regole per stare bene insieme”
III ATTIVITÀ
♪ Ascolto del brano “Studio n° 1 di G. Donizetti per clarinetto solo
♪ Elaborazione della “CARTA DI IDENTITA” del clarinetto ( scheda 6)
♪ Ascolto del brano ” Tonight” tratto da “ West side story” per quintetto di
clarinetti
♪ Storie a confronto : “Romeo e Giulietta” e “ West side story”di L. Bernstein
♪ Drammatizzazione improvvisata delle storie a confronto
IV ATTIVITÀ
♪ Ascolto dello “ Studio” per fagotto solo di C. Angeletti
♪ Elaborazione della “CARTA DI IDENTITA” del fagotto ( scheda 7)
♪
Presentazione del video “ Concerto per fagotto e orchestra K191 in Si
bemolle magg.” di W. A. Mozart
♪ Giochi di ruoli :SOLO /TUTTI- DIRETTORE /ORCHESTRA ( correlazione tra
motivazione-gesto-effetto)
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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
♪
Conoscenza e rispetto delle regole di un gioco
V ATTIVITÀ
♪
Ascolto e visione di porzioni di alcuni brani per orchestra composti in
periodi storici e aree geografiche diverse: “ Concerto Brandeburghese n° 2 “di
J.S. Bach, “ Bolero “ di M. Ravel, “Rapsodia in blue” di G. Gershwin, “ Body and
soul”di JGreen eseguito da B. Goodman
♪
Conversazione guidata per l'analisi e il riconoscimento degli strumenti a
fiato nei vari repertori
♪ Visita guidata al Conservatorio e partecipazione ad una “Lezione concerto”
MEZZI
Videoproiettore, Strumenti tecnologici (PC, LIM, … ), Internet,Strumenti musicali, sussidi didattici,
colori, materiale di facile consumo,repertorio di brani musicale ed audiovisivo
VERIFICA INTERDISCIPLINARE
Per verificare e completare le conoscenze degli alunni relativi ai concetti del Nucleo tematico si
proporrà di produrre due disegni che rappresentino i concetti: SOLO /TUTTI.
L'attività finale riguarderà: 1)la produzione scritta di un testo narrativo fantastico,dove i
personaggi sono gli strumenti musicali a fiato, della famiglia dei legni, conosciuti nelle attività
svolte, 2)il riconoscimento alla visione e all'ascolto di tutti gli strumenti dell'orchestra attraverso
la presentazione del video “ Raiders March” di J. Williams
STRUMENTI PER LA VALUTAZIONE
Un ottimo strumento di valutazione sarebbe quello di registrare su DVD tutte le attività svolte .
Questo servirà come valida documentazione di tutto il percorso formativo sia agli insegnanti
,i quali in qualsiasi momento potranno revisionare e se è il caso fare un feedback, che agli
alunni, i quali avranno l'opportunità di ricordare l'evento realizzato.
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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Scheda 1
Il “Flauto di Pan” o siringa
Pan nacque dall'amore di Ermes e della ninfa Penelope per la quale il dio assunse l'aspetto di
uomo e divenne pastore presso i possedimenti di un ricco mortale dell'Arcadia.
Subito dopo la sua nascita di Pan, Penelope alla vista del figlio rimase terrorizzata: il suo aspetto
era tanto brutto ed animalesco che decise di abbandonarlo al suo destino. Era infatti Pan più
simile ad un animale che ad un uomo: il corpo era coperto di ruvido pelo, la bocca era
caratterizzata da zanne ingiallite, il mento terminava con un'ispida barba, dalla fronte si
dipartivano due corna ed al posto dei piedi aveva due zoccoli caprini.
Ermes allora lo portò con se nell'Olimpo al cospetto degli altri dei, dove fu accolto con
benevolenza . Contrariamente al suo aspetto il dio Pan era gioviale e rallegrava con la sua
presenza tutti gli dei.
Crescendo divenne uno dei compagni prediletti di Dioniso e lo seguiva nelle sue scorribande
attraverso
le
selve
e
le
campagne.
Un giorno Pan vide la figlia della divinità fluviale Ladone, Siringa, e se ne innamorò. La fanciulla
però come lo vide, fuggì terrorizzata tanto da pregare il proprio padre di mutarle l'aspetto in
modo da non farla riconoscere da Pan.. Ladone, impietosito dalle preghiera della figlia, presso lo
specchio d'acqua dove sorgeva una grande palude, la trasformò in una canna.
Pan, invano cercò di distinguere la fanciulla fra i diversi giunchi; alla fine ne recise uno, lo tagliò in
tanti pezzi di lunghezza diversa e li legò assieme con dello spago. Fabbricò così uno strumento
musicale che prese il nome di siringa dalla sventurata fanciulla e che ai posteri sarà anche noto
come il flauto di pan.
Dopo aver effettuato una ricerca, anche attraverso internet, realizza il Flauto di Pan.
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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Scheda 2
CARTA DI IDENTITÀ DEL FLAUTO TRAVERSO
NOME....................................................................................................................................................
…..............................................................................................................................................................
SPECIE..................................................................................................................................................
…..............................................................................................................................................................
FAMIGLIA...........................................................................................................................................
…..............................................................................................................................................................
NATO....................................................................................................................................................
…..............................................................................................................................................................
NAZIONALITÀ.................................................................................................................................
…..............................................................................................................................................................
MATERIALE........................................................................................................................................
…..............................................................................................................................................................
IMPIEGO..............................................................................................................................................
…..............................................................................................................................................................
SEGNI PARTICOLARI......................................................................................................................
…..............................................................................................................................................................
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Scheda 3
OSSERVA E DESCRIVI
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_________________________________________________________________________________
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_________________________________________________________________________________
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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Scheda 4
CARTA DI IDENTITÀ DELL'OBOE
NOME....................................................................................................................................................
…..............................................................................................................................................................
SPECIE..................................................................................................................................................
…..............................................................................................................................................................
FAMIGLIA...........................................................................................................................................
…..............................................................................................................................................................
NATO....................................................................................................................................................
…..............................................................................................................................................................
NAZIONALITÀ.................................................................................................................................
….............................................................................................................................................................
MATERIALE........................................................................................................................................
…..............................................................................................................................................................
IMPIEGO..............................................................................................................................................
…..............................................................................................................................................................
SEGNI PARTICOLARI......................................................................................................................
…..............................................................................................................................................................
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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Scheda 5
CARTA DI IDENTITÀ DEL CORNO INGLESE
NOME.........................................................................................................
......................................................................................................................
SPECIE.......................................................................................................
…..........................................................................................................
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FAMIGLIA........................................................................................
NATO....................................................................................................................................................
.............................................................................................................
…..............................................................................................................................................................
NAZIONALITÀ.................................................................................................................................
…..............................................................................................................................................................
MATERIALE........................................................................................................................................
…..............................................................................................................................................................
IMPIEGO..............................................................................................................................................
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SEGNI PARTICOLARI......................................................................................................................
…..............................................................................................................................................................
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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Scheda 6
CARTA DI IDENTITÀ DEL CLARINETTO
NOME....................................................................................................................................................
…..............................................................................................................................................................
SPECIE..................................................................................................................................................
…..............................................................................................................................................................
FAMIGLIA...........................................................................................................................................
…..............................................................................................................................................................
NATO....................................................................................................................................................
…..............................................................................................................................................................
NAZIONALITÀ.................................................................................................................................
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MATERIALE........................................................................................................................................
…..............................................................................................................................................................
IMPIEGO..............................................................................................................................................
…..............................................................................................................................................................
SEGNI PARTICOLARI......................................................................................................................
…..............................................................................................................................................................
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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Scheda 7
CARTA DI IDENTITÀ DEL FAGOTTO
NOME....................................................................................................................................................
…..............................................................................................................................................................
SPECIE..................................................................................................................................................
…..............................................................................................................................................................
FAMIGLIA...........................................................................................................................................
…..............................................................................................................................................................
NATO....................................................................................................................................................
…..............................................................................................................................................................
NAZIONALITÀ.................................................................................................................................
…..............................................................................................................................................................
MATERIALE........................................................................................................................................
…..............................................................................................................................................................
IMPIEGO..............................................................................................................................................
…..............................................................................................................................................................
SEGNI PARTICOLARI......................................................................................................................
…..............................................................................................................................................................
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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Scheda 8
I LEGNI
Scrivi il nome corrispondente in lingua inglese
OTTAVINO
.......................
CLARINETTO
.......................
FLAUTO DOLCE
.....................
FAGOTTO
......................
FLAUTO TRAVERSO
.......................
OBOE
.......................
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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Scheda di verifica
I LEGNI
Un legno è uno strumento a fiato che ha un suono dolce. Si chiamano legni anche alcuni strumenti di
metallo.Un antico parente del moderno flauto è il flauto dolce.
Associa ogni strumento al suo nome
OTTAVINO
FAGOTTO
CLARINETTO
FLAUTO DOLCE
OBOE
FLAUTO TRAVERSO
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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
GLI OTTONI
di Daniela D’alessandro, Maria Letizia De Giorgi e Lucia Di Blasi
Premessa
Le motivazioni che hanno indirizzato le candidate a scegliere il percorso didattico illustrato nelle Unità di
Apprendimento, trovano radici nella teoria sulle “Condotte Musicali” di Delalande e nella teoria del gioco di J.
Piaget rivista dallo stesso Delalande.
Secondo Delalande il concetto di “Condotta” indica una serie di comportamenti messi in atto e coordinati fra
loro in funzione di una finalità, quindi un comportamento che soddisfa una certa motivazione, un certo
bisogno.
Nella progettazione delle UDA, sia a priori, che durante, si è focalizzata l’attenzione sulle finalità, sulle
funzioni che vengono assolte da ciascuna azione musicale: ascoltare, inventare o produrre semplici suoni.
Si è partiti dall’attività più vicina al bambino in età prescolare e scolare quale è il gioco visto nelle sue tre
forme: gioco senso motorio, gioco simbolico e gioco di regole e inteso come strumento facilitatore per il
raggiungimento delle tappe utili all’apprendimento.
Le tre UDA pur avendo obiettivi comuni, si differenziano nelle attività proposte in base a contenuti e attività
e tenendo conto della maturazione psico-cognitiva degli alunni.
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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Gli Ottoni Animati: unità d’apprendimento per la scuola dell’infanzia e per la classe prima della
scuola primaria
Un’armonia di suoni: unità d’apprendimento per le classi seconda e terza della scuola primaria
I like the music and…: unità d’apprendimento per le classi quarta e quinta della scuola primaria
1. DATI IDENTIFICATIVI
a) Scuola ………………………………………………………
b) Classi
Sezioni Scuola dell’Infanzia
Classi prime, seconde, terze, quarte e quinte della Scuola Primaria
c) Tipologia e n. Alunni
Alunni di anni del primo biennio(cinque e sei anni), del secondo biennio(sette e otto anni) e del terzo biennio
( nove e dieci anni)
d) Docenti coinvolti
Docenti degli alunni di cinque anni, della Scuola dell’Infanzia e Docenti delle classi prime, seconde, terze,
quarte e quinte della Scuola Primaria
e) Discipline coinvolte
Lingua italiana,arte e immagine,storia, inglese, corpo movimento e sport,convivenza civile.
2. RIFERIMENTI AI DOCUMENTI:
a) Ministeriali
Programmi Ministeriali
b) Di istituto
Il Progetto di Istituto (POF)
c) Del consiglio di classe
Programmazione Educativa e Didattica di Intersezione e di Interclasse.
3. ARTICOLAZIONE APPRENDIMENTO UNITARIO IN OBIETTIVI FORMATIVI
a) Individuazione dei bisogni formativi (motivazioni, problematiche)

Conoscenza degli strumenti musicali.

Conoscere i principi di funzionamento degli strumenti musicali.

Imparare a classificarli
190
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.


Riconoscere il loro timbro all’ascolto.
Cogliere le possibilità espressive di ciascun strumento
b) Apprendimento Unitario da promuovere: Nucleo Tematico
Suono- Silenzio
c) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Educativi:
sensoriali/emozionali/relazionali

prendere consapevolezza del sé e degli altri;

rafforzare il senso del gruppo e creare un clima d’ascolto;

Gestire le emozioni: situazione attivante, pensieri, reazione emotiva e comportamentale.
d) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Trasversali (Cognitivi)

Operare scelte nello spazio, nel tempo, nei linguaggi verbali e non, nelle relazioni.

Mettere in atto processi di distinzione, classificazione, organizzazione semantica, decodifica,
potenziare la capacità di generare idee (creatività).
d) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Interdisciplinari (Cognitivi)
Italiano

Ascoltare e comprendere un testo narrativo.

Decodificare un testo attraverso le immagini con l’aiuto di didascalie

Produrre un miniracconto.

Memorizzazione di una breve filastrocca.
Educazione all’immagine

Codificare idee, sensazioni in forme pittoriche

Realizzazione di uno strumento musicale con materiale amorfo.
Storia:

Conoscere la storia degli strumenti musicali.
Inglese:

Riconoscere e dire i nomi degli strumenti musicali degli ottoni in inglese.

Chiedere in inglese il nome dello strumento.

Chiedere ed esprimere in inglese gusti e preferenze sugli strumenti musicali.
f) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Disciplinari (Cognitivi)
Riconoscere, descrivere, analizzare, classificare suoni con riferimento agli strumenti utilizzati nelle
attività e nelle musiche ascoltate.
191
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
4. MEDIAZIONE DIDATTICA
a) Metodologia
Lo sviluppo delle diverse Unità di Apprendimento richiederà una certa flessibilità nei tempi e nelle modalità di
attuazione. Inizialmente si affronteranno tutte quelle attività che permetteranno agli alunni di acquisire la
conoscenza e la discriminazione del nucleo tematico proposto. Successivamente si affronteranno gli altri
argomenti programmati soffermandosi eventualmente su esperienze che risultino particolarmente
motivanti e arricchenti, adeguando le varie fasi operative alle reali necessità della classe e dei singoli alunni.
In ogni caso si cercherà di proporre un percorso didattico dove il “ fare” costituisca una integrazione con “
l’ascoltare” e viceversa ,così da rendere la lezione abbastanza varia , sfruttando al meglio i tempi di
attenzione dei ragazzi e facendoli sentire partecipi del loro apprendimento. Si ricorrerà all’uso dei mezzi
audio con brani musicali registrati (CD rom) e alla visione di cartone animati e documentari di carattere
storico- musicale sugli strumenti musicali proposti. Gli argomenti di carattere teorico, dove possibile,
procederanno di pari passo con l’attività pratica in modo da tradurre ogni intervento educativo in
esperienza “ viva” e coinvolgente che possa servire come stimolo allo sviluppo di capacità e all’acquisizione
di competenze. Si prediligeranno attività di gruppo per la realizzazione di cartelloni o di giochi.
b) Tecniche
Brainstorming, lezione frontale, divisione in gruppi di lavoro, attività di ascolto e ricerca,giochi simbolici,
giochi manipolativi di scoperta ed esplorazione.
c) Tempi (durata)
Quattro incontri tre di un’ora ciascuno e uno di 2 h. L’ultimo incontro di un’ora con esperti esterni (concerto
studenti biennio).
d) Fasi organizzative
Durante le ore curriculari
e) Contenuti disciplinari
Procedura metodologica e descrizione delle attività
(espressiva e interdisciplinare)
Prima lezione,, durata H.1
Obiettivo formativo: Presentazione del nucleo tematico SILENZIO-SUONO
Obiettivi Specifici:

stimolare i bambini all’individuazione di gesti più idonei per rappresentazione del nucleo tematico
(SILENZIO-SUONO-FINE).

Far sperimentare le diverse proposte con un’improvvisazione più idonea

Individuazione di una fonte sonora.
192
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Attività
Queste attività possono essere rivolte ai bambini del primo, del secondo e del terzo biennio.
L’insegnante proporrà in questa prima fase del lavoro, un’attività di brainstorming, scrivendo alla lavagna la
parola MUSICA. I bambini dovranno riferire tutte le sensazioni che vengono in mente pensando a questa
parola. Quest’attività si rivela particolarmente utile per individuare insieme agli alunni il nucleo tematico
proposto SILENZIO-SUONO. Evidentemente per i bambini del primo biennio tutto ciò dovrà essere proposto
oralmente, per i bienni successivi si può far scrivere l’attività o realizzare un cartellone.
Successivamente i bambini dovranno individuare i gesti più idonei per presentare i diversi momenti SilenzioSuono-Fine poi procederanno all’esecuzione delle varie attività di seguito proposte possibilmente in palestra:

Far dirigere a un bambino, di fronte ai compagni, disposti a semicerchio, un’improvvisazione che
preveda il contrasto SUONO-SILENZIO.

Per favorire la coordinazione motoria lanciare una palla a terra facendola rimbalzare. I bambini
muoveranno le mani solo quando avviene l’impatto.

Chiedere ai bambini, disposti in cerchio di scegliere un suono creato con il loro corpo.
Successivamente a turno suonare al segnale del “direttore”,al centro del cerchio un bambino bendato dovrà
dirigersi verso la” FONTE del SUONO”

Disporre sul pavimento fogli di quotidiani e dividere la classe in due gruppi. Al via di un “direttore”un
gruppo produrrà dei suoni con il proprio corpo e si interromperà al segnale di fine. Fino a che durerà il
suono, l’altro gruppo si muoverà liberamente(correndo, saltando,camminando rotolando)negli spazi liberi del
pavimento. Quando l’orchestra si interromperà e ci sarà silenzio ciascuno prenderà posto su un foglio di
giornale immobilizzandosi.

Lo stesso gioco, può essere variato disponendo una quantità di fogli inferiore di uno al numero di
partecipanti: ad ogni interruzione dell’orchestra chi non riesce ad accaparrarsi un foglio, viene squalificato.
Seconda lezione ,durata H1.
Obiettivo formativo: Esplorare il mondo dei suoni
Obiettivo specifico: Riconoscere e classificare le famiglie degli strumenti musicali.
Attività:
Queste attività possono essere rivolte ai bambini del primo, del secondo e del terzo biennio.

Visione del Cartone animato “Sinphony hours”

Commenti successive suddivisioni in famiglie da realizzare con un cartellone che sarà la guida nello
studio dei vari strumenti
193
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Aria
Corda
Percussioni
Perché
Perché
Perché
soffiano
Si
si
pizzica
percuotono
Terza lezione, durata H.2
Obiettivo formativo: Esplorare il mondo dei suoni
Obiettivo specifico:

Conoscere le caratteristiche degli strumenti che appartengono alla famiglia degli “Ottoni”

Riproduzione del suono e imitazione attraverso suoni onomatopeici
Attività:
Quest’attività riguarda la lettura di una piccola storia che deve servire da sfondo integratore per accattivare
i bambini ad una migliore interiorizzazione dell’attività proposta. Essa può essere utilizzata per tutti i bienni
Nel primo biennio la storia va raccontata oralmente e poi si può realizzare l’isola dell’Armonia in un
cartellone. I bambini, ancora piccoli potrebbero colorarlo e attaccare come in un collage i relativi
personaggi. Nei bienni successivi la storia può essere letta e dettata e i bambini potrebbero illustrarla con
le relative didascalie. I bambini del terzo biennio potrebbero inventare una storia con i personaggi proposti.
Racconto della storia :”Il paese dell’Armonia”
Nel paese dell’Armonia vivono allegramente tre tribù; la tribù ARIA, la tribù CORDA e la tribù PERCUSSIONI.
Gli abitanti di queste tribù sono molto amici e molto spesso si incontrano per stare insieme allegramente.
La tribù ARIA è divisa in due grandi famiglie: Legni e Ottoni. Gli abitanti di questa tribù sono molto simpatici
perché riescono a muoversi solo quando l’aria passa attraverso di loro e ciò li rende squillanti e divertenti.
194
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Il capotribù della famiglia degli Ottoni si chiama TUBA (TUBA). Egli è il sapiente della tribù, la sua voce è
possente e richiama tutti all’ordine.
(Illustrazione del personaggio e del suo suono).
l sapiente della tribù è CORNO (HORN) (a cui tutti si rivolgono per la sua saggezza, pronto a dare consigli per
ogni situazione, tenera o drammatica.
(Illustrazione del personaggio e del suo suono).
Il più buffo è TROMBONE (TROMBONE). Egli infatti è capace di allungarsi , modificando così la sua voce. Per
questo motivo si diverte a intrattenere tutti. E’ simpatico e burlone.
(Illustrazione del personaggio e del suo suono).
Ma la più carina è una dolce fanciulla dalla voce chiara e squillante che si chiama TROMBA (TRUMPET). Ella
emette melodie dolci e soffuse dalle sonorità brillanti e tutti sono innamorati di lei.
(Illustrazione del personaggio e del suo suono).
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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Quarta lezione, durata H.1
Obiettivo formativo: Esplorare il mondo dei suoni.
Obiettivi specifici:

Riconoscere e dire i nomi degli strumenti musicali degli ottoni in inglese (per tutti i bienni).

Chiedere in inglese il nome dello strumento (secondo e terzo biennio).

Chiedere ed esprimere in inglese gusti e preferenze sugli strumenti musicali (terzo biennio).

Conoscere la storia degli strumenti musicali degli Ottoni (terzo biennio).

Riconoscere gli strumenti musicali e il loro suono (per tutti i bienni).
Attività:
Per gli alunni del primo biennio l’insegnante, in questa lezione proporrà delle flash card con l’immagine di
tutti gli strumenti musicali degli Ottoni e ripeterà il loro nome in inglese. Infine riproporrà l’ascolto dello
strumento per verificare se i bambini riconoscono il suono( associazione suono- strumento).
Infine darà loro una scheda per verificare il riconoscimento degli strumenti musicali degli Ottoni.
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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Individua e colora tra i tanti strumenti musicali , quelli relativi alla famiglia degli ottoni.
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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Nel secondo biennio l’insegnante aggiungerà anche la domanda in inglese per chiedere il nome dello
strumento: What is this? It’s a ……………
Nel terzo biennio l’insegnante aggiungerà l’obiettivo di chiedere ed sprimere in inglese gusti e preferenze
sugli strumenti musicali già studiati.
Do you like…..? Yes I do / No I don’t.
What’s your favourite musical instrument? My favourite musical instrument is……
Inoltre si potrà ultimare l’argomento proponendo brevi informazioni sulla storia degli strumenti musicali.
La Tuba
La tuba è uno strumento a fiato che fa parte della famiglia dei flicorni. Fu inventato intorno al 1830 ed è
costituito da quattro pistoni e da un grosso tubo avvolto in forma ellittica. Utilizzata soprattutto in orchestra.
Utilizzata presso gli antichi greci e romani, come strumento da battaglia, aveva la forma di una lunga canna
diritta di bronzo. Usata anche nelle cerimonie religiose e negli spettacoli.
Nel primi anni del jazz la tuba venne utilizzata spesso come supporto ritmico delle orchestrine.
La tromba
La tromba è uno strumento musicale tra i più antichi del mondo. I nostri progenitori scoprirono il modo di
emettere suoni soffiando a labbra strette in una apertura praticata sulla punta di un corno d'animale, di una
conchiglia o di una canna. Crearono così uno strumento musicale che li accompagnò nel corso della loro
198
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
storia...fino ai nostri giorni.
La storia della tromba risale già alla civiltà egiziana, a quella ebraica e poi in quella greca e romana . Per
secoli il suo utilizzo fu legato alla guerra, alle cerimonie religiose o civile e fu soltanto nel periodo barocco
che divenne un vero e proprio strumento solista da concerto. Oggi ha un vastissimo impiego: orchestre
sinfoniche, jazz, bande, gruppi di ottoni, ecc. Lo strumento moderno è costituito da 3 pistoni (introdotti nel
1830 in Francia) che permettono allo strumento di eseguire l'intera scala cromatica. Composta da un tubo
cilindrico di ottone terminante in un padiglione svasato ha l'imboccatura a bocchino. Il timbro è chiaro,
squillante.
Il Corno
Il corno è costituito da un tubo di ottone molto lungo (quasi 4 metri) ripiegato diverse volte su stesso e
terminante con un ampio padiglione svasato. L'imboccatura è a bocchino (come in tutti gli strumenti ad
ottone) ed è corredato da 3 cilindri sin dal 1800. Strumento antichissimo risalente alla preistoria, quando si
utilizzavano corni o zanne di animali. Attualmente è uno strumento fondamentale per le orchestre sinfoniche
ma anche in quelle da camera, in formazioni ridotte come il quintetto di fiati. Il timbro è cupo, grave e
maestoso. Per questo motivo è uno strumento utilizzato spesso per rievocare scene paesaggistiche naturali
o scene eroiche.
Il Trombone
Il trombone è costituito da un tubo cilindrico di ottone (lega metallica di colore giallo costituita da rame e
zinco) curvo terminante con un padiglione.
Il trombone si diffuse sin dal 1500 ma era già noto nel Medioevo sotto varie forme ed estensioni. Il trombone
moderno può essere di due tipi: a pistoni (che viene usato come la tromba) o a coulisse un allungamento
mobile del tubo). Ha un timbro maestoso che va dal pianissimo al fortissimo ed è utilizzato nelle orchestre
sinfoniche, nelle orchestre jazz e nelle bande.
199
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
E ora con un po’di fantasia e di fisica… costruiamo la tromba! Seguite le istruzioni e...buon divertimento!
L'ideazione di tale strumento è da attribuire al grande maestro David Short (prima tromba della Rai di Roma
e dell'Orchestra di musica leggera della Rai) che lo ha chiamato "Giardinofono".

MATERIALE OCCORRENTE: 1) tubo di gomma lungo 120 cm; 2) imbuto in plastica o in rame; 3) innesto
rapido maschio da ½ pollice per rubinetto in plastica.

PROCEDURA
- FASE 1:
Infilate l'innesto rapido maschio da 1/2 pollice in una estremità del tubo di plastica della lunghezza di 120
centimetri. Se l'operazione crea qualche problema riscaldate con una debole fiamma l'estremità del tubo.
- FASE 2:
Infilate nell'altra estremità del tubo l'imbuto di plastica o meglio ancora di rame che fungerà da campana.
- FASE 3:
Portate l'innesto, che avrà la funzione di imboccatura, alle labbra e provate ad emettere al suo interno una
debole vibrazione con le labbra.
Quinta lezione, durata 1h
Obiettivo formativo: Riconoscere il mondo dei suoni
Obiettivo specifico:

assistere ad una concertazione dal vivo

memorizzazione di una breve filastrocca

visione del cortometraggio” Music Land”
Attività: La nostra Uda potrebbe ultimarsi con un’attività particolarmente significativa per i bambini. Essi
potrebbero assistere ad una concertazione dal vivo degli strumenti proposti per sperimentare
personalmente le diverse tonalità.
Inoltre, i bambini, nel secondo e terzo biennio potrebbero studiare la seguente filastrocca per consolidare
la conoscenza degli strumenti studiati.
FILASTROCCA DEGLI OTTONI
Con gli ottoni, mamma mia
Oh che luce, che magia!
Essi son strumenti a fiato
danno un suono assai vibrato.
Con la Tuba grosso e panciuto
Il suono grave e solenne è divenuto
E la Tromba poverina,
fa l’alzabandiera alla mattina.
Cosa dire poi del Trombone
Che nel jazz fa il padrone.
E il Corno ha la canna forse lunga più di una spanna.
200
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
5. CONTROLLO DEGLI APPRENDIMENTI
a)
Verifica (attività espressiva conclusiva o attività interdisciplinari
Allo scopo di constatare il grado di preparazione raggiunto da ogni singolo alunno verranno effettuate
periodiche verifiche consistenti in prove di tipo percettivo, prove scritte e prove pratiche. Si ricorrerà in
particolare a: test di ascolto esercizi vero-falso; domande a risposta multipla; domande aperte sui
principali argomenti trattati. Costante attività di controllo verrà svolta mediante prove pratiche inerenti la
produzione vocale/ ritmica/ strumentale per valutare le conoscenze e le abilità tecnico-esecutive raggiunte.
Per la misurazione dei livelli di competenza raggiunti si terrà conto: della situazione di partenza, delle
difficoltà incontrate, dell’impegno dimostrato, della capacità di elaborazione personale, dell’organizzazione
del materiale didattico, della partecipazione al lavoro di classe, personale e di gruppo, dell’acquisizione delle
conoscenze e delle abilità e se le stesse si siano trasformate in competenze. Percorso graduale verso la
conquista del gusto estetico-musicale.
b) Valutazione delle competenze sensoriali/emozionali/relazionali

Essere corretto e disponibile nel rapporto con gli altri

assumere un atteggiamento responsabile nelle circostanze quotidiane e saper modulare la propria
libertà in relazione alla vita di una comunità (familiare, scolastica, di coetanei…)

conoscere e rispettare le regole della vita comune

comprendere i cambiamenti delle suddette regole attraverso i secoli

accettare e rispettare le opinioni altrui

saper operare insieme agli altri

sviluppo di un atteggiamento basato sul rispetto e sulla collaborazione attraverso il lavoro musicale
di gruppo.

Compilazione di schede relative all'ascolto.
c) Valutazione delle competenze trasversali/interdisciplinari

Sviluppo dell'orecchio musicale.

Acquisizione degli elementi di base necessari per comprendere la struttura degli strumenti musicali
proposti e servirsi di essi per scopi comunicativo-espressivi.

Comprensione dello stretto rapporto esistente tra musica e parole.
201
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
L’ORGANO A CANNE
di Tony Caronna e Enza Maria D’angelo
202
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
PRIMA UNITA'
I SUONI DELLA NATURA TRA CIELO E TERRA
DESTINATARI
Alunni delle sezioni della scuola dell’infanzia e delle prime classi della scuola primaria.
INDIVIDUAZIONE DEI BISOGNI FORMATIVI
Nel bambino c’è un’innata capacità di comunicare per mezzo del suono che a poco a poco egli perde,
perché scarsamente valorizzata e potenziata. La scuola dell’infanzia deve saper fornire al bambino un primo
importante livello di percezione attenta, sviluppando in lui, attraverso il gioco ed il “fantastico”,
quell’indispensabile curiosità verso i suoni che staranno alla base di tutte le sue future esperienze di
fruizione e produzione musicale.
Ogni fascia di età ha un modo diverso di accostarsi alla conoscenza.
A partire alla nascita il primo approccio è di tipo “esplorativo”. Il bambino, fin dai primi mesi, prova piacere
in esperienze legate al suono, alla ripetizione del medesimo da prolungare e mettere in sequenza (lallazione).
Verso i 4 anni, l’esperienza musicale si concretizza a livello “simbolico”. A 5/6 anni appaiono poi le prime
forme di “costruzione”. Attraverso le regole i bambini giungeranno alla capacità di collegare le idee emerse
nelle due fasi precedenti.
Nell’accostarsi alla musica il bambino ripercorrerà le tre fasi nell’ordine variando soltanto il tempo ad
esse dedicato. Nel proporre esperienze e itinerari didattici musicali, si deve tenere presente che nel bambino
tutto è uno strumento. Batte mani e piedi, scuote e percuote oggetti in una continua ricerca di suoni e di
ritmi dai quale trae grande soddisfazione. Il potersi esprimere in un altro linguaggio allarga gli orizzonti della
propria creatività ed è terapeutico per la sfera emotiva.
A tal proposito, offriremo loro, la possibilità di conoscere il “re degli strumenti musicali”: l’organo a
canne.
NUCLEO TEMATICO
I SUONI DELLA NATURA TRA CIELO E TERRA
OBIETTIVI
Sperimentare l’interpretazione di eventi sonoro- musicali attraverso l’uso del corpo e di oggetti per
arrivare ad una codificazione informale.
Sperimentare l’uso del segno che traduce il suono.
Saper realizzare sonorità diverse con lo stesso oggetto sonoro.
Saper organizzare i suoni creando e/o riproducendo sequenze.
OSA DI RIFERIMENTO
Utilizzare il corpo e la voce per imitare, sperimentare, riprodurre, inventare suoni, rumori e melodie
anche col canto da soli e in gruppo.
Utilizzare e fabbricare strumenti musicali per produrre suoni e rumori anche in modo coordinato
con il gruppo.
Sperimentare l’utilizzo consapevole del segno che traduce il suono.
203
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
PERCORSO
 Esplorazione dei materiali.
I giochi per l’esplorazione sonora sono condotti con gruppi di 7-8 bambini per permettere ad ognuno di
sviluppare il proprio potenziale creativo attraverso la manipolazione e la scoperta delle possibilità sonore
del materiale.

Oggetti di metallo → molle – chiodi – viti…

Di legno → bastoncini – compensato – truciolato…

Di plastica → piatti – bicchieri – posate – bottiglie – contenitori…

Di carta → velina – crespa – ondulata – pergamena – vetrata – di giornale….
 Materiali che producono suono
Successivamente si chiederà ai bambini di sperimentare una serie di gesti con gli oggetti: soffiare –
picchiettare - battere – scuotere – graffiare – strappare – per ottenere sonorità diverse.
 Imitazioni con la voce
I bambini imitano con la voce i suoni prodotti dai vari materiali (la carta da disegno strisciando fa SSS la
carta vetrata fa CSS).
 Suonare con un unico oggetto
I bambini ripetono tutti i gesti sperimentati in precedenza, su carta normale. Questo tipo di materiale offre
la possibilità di ottenere svariati suoni, a seconda del gesto produce un suono diverso immediatamente
riconoscibile (il suono del graffiare è diverso da quello dello strappare o soffiare o sventolare).
 Dal suono al gesto al simbolo ( partitura)
Giochi con la carta e con il corpo:
1.
Con piccoli gruppi (4-5 bambini) si costruirà una “partitura” ovvero un primo tentativo di
organizzare i suoni in successione temporale.
Nell’aula psicomotoria si incolleranno uno a fianco all’altro diversi fogli di carta con i simboli dei vari gesti
sperimentati

foglio rosso = strappare

foglio giallo = sventolare

foglio azzurro = stropicciare

foglio con impronta della mano = battere le mani

foglio con impronta piede = battere i piedi

foglio con bocca = fischiare.
Ad un segnale dell’insegnante i bambini eseguono la prima azione-suono, ad un altro segnale la seconda e
così via.
2.
I bambini si divideranno in piccoli gruppi, ad ognuno verrà assegnata un’azione-suono diversa,
dapprima “suoneranno” singolarmente poi in gruppo. In un secondo momento a più gruppi (ogni gruppo con
azione-suono diversa).
204
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
3.
Interpretazione di un brano con movimenti organizzati. Su un cartellone si disegneranno varie parti
del corpo (mani ginocchio piede) secondo una sequenza prestabilita, i bambini leggendo la partitura
accompagneranno una filastrocca con il battito delle mani dei piedi ecc.
Per tutti i giochi proposti possibilità di ripetizioni dei gesti, salti e varie combinazioni.
Solo dopo questa arte introduttiva e di sperimentazione del suono, si procederà alla presentazione dello
strumento musicale: l’organo a canne.
ATTIVITÁ
Gioco “la scatola magica”

Il bambino ha in mano una scatola di latta contenente sassolini. La deve scuotere scoprendo in quanti
modi si possono realizzare suoni diversi (agitandola più o meno forte, posizionandola obliquamente,
facendola oscillare, ecc.)
Gioco “l’orchestra birichina”

I bambini hanno in mano bottiglie di plastica riempite di materiali diversi: sabbia, legumi secchi,
acqua, pasta.
Si dividono in quattro gruppi per realizzare l’accompagnamento sonoro di un semplice canto Fra Martino
campanaro.

Primo gruppo di bambini: bottiglie con pasta esegue “Fra Martino campanaro”.

Secondo gruppo di bambini: bottiglie con sabbia esegue “Dormi tu, dormi tu ”.

Terzo gruppo di bambini: bottiglie con legumi secchi esegue “Suona le campane, suona le campane ”

Quarto gruppo di bambini: bottiglie con acqua esegue “Din don dan” .
Realizzazione di alcuni strumenti a percussione utilizzando materiale semplice o di recupero.

Maracas: bottiglie di plastica e legumi.

Tamburo: secchio di latta e cartoncino spesso.

Legnetti: manici di scopa tagliati, cucchiai di legno.

Sonagli: chiavi, spago grosso, ecc.
Accompagnamento ritmico da parte dei bambini di un canto scelto di comune accordo. Es. “I giorni della
settimana”.
Simbolizzazione grafica in un cartellone di una sequenza sonora che ha come protagonista il corpo. Es. “I
piedi battono e strisciano per terra”. La voce emette i suoni in relazione alle vocali.
Visione del Cartoon Spongebob e l’organo a canne con la possibilità di disegnare le canne di un organo
(SCHEDA 1).
Lettura in classe del fumetto Qui, Quo, Qua prigionieri nelle canne dell’organo e riflessione personale
dei bambini con la possibilità di esprimersi sull’eventuale conclusione della storia attraverso disegni(sezione
infanzia) o testo scritto (sezione primaria). (SCHEDA 2).
Proiezione in classe dei cartoni animati della Disney:

Haunted Mansion: Il Fantasma organista (SCHEDA 3)

Il magnifico organista! (SCHEDA 4)

Il magnifico mondo di Sakura (SCHEDA 5)

Sakura e la maestra (SCHEDA 6)
205
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
COINVOLGIMENTO INSEGNANTI
Questa Unità di apprendimento musicale è stata presentata all’inizio dell’anno scolastico durante il
collegio docenti e condivisa da tutte le insegnanti di sezione della scuola dell’infanzia e dalle colleghe che,
quest’anno, guideranno i bambini del monoennio iniziale. Alla docente responsabile dell’esperienza si
affiancherà una collega per favorire la realizzazione di tutte le esperienze proposte.
METODOLOGIA

Lezione frontale classica.

Lezione interattiva articolata con interventi..

Esercitazione grafica.

Gioco simbolico, gioco manipolativo, giochi di scoperta ed esplorazione dei vari materiali.

Utilizzo di audiovisivi.

Visita guidata nel per conoscere i tre organi a canne recentemente restaurati presso la chiesa
Madre, la chiesa di San Giuseppe e la chiesa del Carmine di Partinico con il coinvolgimento della componente
genitori e con la guida di esperti nel settore musicale che, a titolo gratuito, vorranno offrire le loro
competenze e conoscenze ai bambini.

Simulazione. Da parte di un esperto organista, di alcune sonate per organo.
TEMPI DI SVOLGIMENTO
Per la realizzazione di tale Unità di Apprendimento si prevedono 20 ore da effettuarsi nei mesi di novembre e
dicembre.
MEZZI E STRUMENTI

Prova grafica.

Prova pratica di laboratorio.
VERIFICA E VALUTAZIONE INTERDISCIPLINARE
Osservazione in itinere degli atteggiamenti adottati dai bambini durante le esperienze vissute.
Osservazione dei ruoli esistenti all’interno del gruppo.
Uso di verifiche orali sulla riproduzione di suoni, canti e brani musicali.
Riflessione tra le docenti sulle osservazioni raccolte per valutare se gli obiettivi prefissati verranno
raggiunti.
GRADO DI PARTECIPAZIONE
Osservazione continua e complessiva volta a verificare, la partecipazione e l’apprendimento dei contenuti
essenziali.
La curiosità, il desiderio di produrre dei suoni e di realizzare uno strumento favorirà, ci auguriamo,
un’ottima partecipazione da parte di tutti i bambini, specie nella curiosità di conoscere come funziona il
grande meccanismo soggiacente la funzionalità dell’organo a canne.
206
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
SCHEDA 1
SPONGEBOB E L’ORGANO A CANNE
ADESSO PROVA A DISEGNARE LE CANNE DELL’ORGANO DI SPONGEBOB!
207
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
SCHEDA 2
QUI, QUO, QUA PRIGIONIERI DELLE CANNE DELL’ORGANO
ADESSO CONTINUA TU LA STORIA: COME ANDRA’ A FINIRE? RIUSCIRANNO I NOSTRI PICCOLI AD USCIRE
DALLE CANNE DELL’ORGANO? ILLUSTRA O SCRIVI
……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
208
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
SCHEDA 3
HAUNTED MANSION: IL FANTASMA ORGANISTA
QUALI SENSAZIONI SUCITA IN TE L’ASCOLTO DELLE SONATE PER ORGANO IN QUESTO CARTONE
ANIMATO? PROVA AD ESPRIMERLE CON UN DISEGNO.
209
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
SCHEDA 4
IL MAGNIFICO ORGANISTA!
IMMAGINATI COME ORGANISTA ALLE PRESE CON LA TASTIERA E DISEGNATI: COME VORRESTI ESSERE?
210
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
SCHEDA 5
IL MAGNIFICO MONDO DI SAKURA
COME SAKURA IMMAGINA L’ORGANO A CANNE NEL FILMATO? COME LO IMMAGINI TU? PROVA A
DISEGNARLO
211
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
SCHEDA 6
SAKURA E LA MAESTRA!
CHE TIPO DI MUSICA STA FACENDO ASCOLTARE LA MAESTRA A SAKURA? PROVA A CANTARLA
AIUTANDOTI COL BATTITO DELLE MANI
212
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
SECONDA UNITA'
IL MONDO SONORO ATTORNO A ME: L’ORGANO A CANNE
DESTINATARI
Alunni delle classi seconda e terza della scuola primaria.
INDIVIDUAZIONE DEI BISOGNI FORMATIVI
Questa unità di apprendimento è dedicata al “re degli strumenti musicali”. L’organo a canne supera
infatti tutti gli altri strumenti, almeno per quanto riguarda la complessità costruttiva e la potenza del suono.
L’organo a canne è tradizionalmente legato alla musica sacra: la sua ricchezza timbrica lo rende
infatti adatto a sottolineare i vari momenti delle celebrazioni religiose mentre il suono privo di decadimento
ben si adatta all’accompagnamento del canto corale.
Nonostante sia presente in quasi tutte le chiese l’organo risulta praticamente sconosciuto alla
maggior parte delle persone, che spesso si limitano ad ammirarne l’aspetto esteriore (rimanendo peraltro
stupiti dall’eleganza e dalla ricchezza degli elementi decorativi che lo arricchiscono) senza però conoscerne
le caratteristiche costruttive e il funzionamento.
NUCLEO TEMATICO
IL MONDO SONORO ATTORNO A ME: L’ORGANO A CANNE
OSA DI RIFERIMENTO

Ascoltare, analizzare e realizzare fenomeni sonori e linguaggi musicali.

Esprimersi con il canto e con semplici strumenti.

Utilizzare la voce, il proprio corpo e oggetti vari per espressioni parlate, recitate e cantate.
CONOSCENZE
 Conoscere la sonorità di ambienti e di oggetti naturali e artificiali.
 Conoscere le tipologie dell’espressione vocale (parlato, cantato, recitato …)
 Conoscere brani musicali di differenti repertori (musiche, canti, filastrocche musicate…).
ABILITÀ
 Utilizzare la voce, il proprio corpo e oggetti vari, a partire da stimoli musicali, motori, ambientali e
naturali, in giochi, situazioni.
 Utilizzare la voce per interpretare storie e libere attività per espressioni parlate, recitate e cantate,
anche riproducendo e improvvisando suoni e rumori del paesaggio sonoro.
 Utilizzare semplici strumenti musicali per interpretare storie e riprodurre, improvvisando, suoni e
rumori del paesaggio sonoro.
 Discriminare e interpretare gli eventi sonori, dal vivo o registrati.
 Attribuire significati a segnali sonori e musicali, a semplici sonorità quotidiane ed eventi naturali.
 Tradurre brani musicali in altri codici espressivi ( linguistici, grafici…) Eseguire per imitazione semplici
canti e brani, individualmente e/o in gruppo.
213
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
 Riconoscere, descrivere, analizzare, classificare e produrre suoni e rumori in funzione dei diversi
parametri.
 Eseguire semplici sequenze ritmiche.
 Accompagnare canti e brani con oggetti di uso comune, con i diversi suoni che il corpo può produrre e
con semplici strumenti musicali.
 Applicare semplici criteri di trascrizione intuitiva dei suoni .
 Conoscere i parametri del suono: timbro, intensità, durata, altezza, ritmo.
DISCIPLINE COINVOLTE
Italiano, storia, geografia, scienze, musica, scienze motorie e sportive, arte e immagine, educazione
civica, religione.
OBIETTIVI TRASVERSALI
 Conoscere sistemi di notazione convenzionali e non convenzionali.
 Conoscere canti e brani musicali appartenenti a repertori di vario genere e provenienza.
 Conoscere gli strumenti musicali dell’orchestra e, in modo particolare, l’organo a canne
 Conoscere le componenti antropologiche della musica: contesti e funzioni.
 Conoscere i principi costruttivi dei brani musicali: ripetizione e variazione di una frase musicale, figurasfondo (melodia e accompagnamento).
OBIETTIVI INTERDISCIPLINARI
Italiano
 Ascoltare e comprendere semplici testi narrativi e poetici.
Storia
 Individuare le differenze esistenti tra l’abbigliamento del periodo barocco e quello
contemporaneo: l’acconciatura di J. S. Bach.
Geografia
 Conoscere la Germania dove nacque e visse J. S. Bach e la sua posizione nell’Europa Unita.
Scienze
 Percepire le caratteristiche del suono: altezza, intensità e timbro.
 Individuare la propagazione del suono: le vibrazioni regolari e irregolari.
 Distinguere diverse fonti sonore: organo a canne e suoni della natura.
Musica
 Ascoltare brani tipici del repertorio barocco per organo a canne.
214
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Scienze motorie e sportive
 Percezione del sé corporeo.
Arte e immagine




Cartelloni descrittivi sull’organo a canne
Disegni sulle varie componenti di un organo a canne
Grafici sulla strutturazione delle canne.
Visita alla cattedrale del proprio paese. L’organo a canne.
Educazione civica
 Sapere attribuire i diversi ruoli all’interno di un coro partendo dall’esperienza di J. S. Bach.
Religione
 Conoscere la Germania protestante: Riforma e Controriforma.
 Saper esprimere la lode attraverso il canto dei Salmi.
 Usare la Sacra Scrittura nella composizione sacra: Le Passioni.
OBIETTIVI EDUCATIVO-FORMATIVI
 Applicare criteri di trascrizione dei suoni
 Tradurre brani musicali in altri codici espressivi ( linguistici, grafici…)
 Riconoscere il timbro degli strumenti musicali e confronto con il timbro dell’organo a canne.
 Classificare gli strumenti musicale. Eseguire per imitazione semplici canti e brani, individualmente e/o in
gruppo.
 Eseguire per imitazione semplici canti e brani, individualmente e/o in gruppo.
 Accompagnare canti e brani con oggetti di uso comune, con i diversi suoni che il corpo può produrre e
con semplici strumenti musicali.
 Usare le risorse espressive della vocalità, nella lettura, recitazione e drammatizzazione di testi verbali.
 Riconoscere alcune strutture fondamentali del linguaggio musicale (parametri e forma), mediante
l’ascolto di brani di epoche e generi diversi.
OBIETTIVI DISCIPLINARI
 Riconoscere gli strumenti appartenenti alla famiglia degli “AEROFONI”.
 Riconoscere, descrivere, analizzare, classificare suoni con riferimento agli strumenti utilizzati
nelle attività e nelle musiche ascoltate.
 Riconoscere e distinguere i segni della “DINAMICA MUSICALE”.
 Conoscere le origini storiche e l’evoluzione dell’organo a canne.
 Scoprire come funziona e da quali parti è costituito.
215
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
METODOLOGIA
Gli alunni verranno indirizzati a saper fare un confronto tra i vari periodi storici relativi alla
costruzione di particolari organi a canne da uno studio comparato delle fonti. A tal proposito si utilizzeranno
tutte le forme metodologiche utili al fine di conseguire gli obiettivi prefissati consistenti in:
 Lezione frontale classica.
 Lezione interattiva articolata con interventi..
 Esercitazione grafica.
 Gioco simbolico, gioco manipolativo, giochi di scoperta ed esplorazione dei vari materiali.
 Utilizzo di audiovisivi.
 Visita guidata nel per conoscere i tre organi a canne recentemente restaurati presso la chiesa
Madre, la chiesa di San Giuseppe e la chiesa del Carmine di Partinico con il coinvolgimento della
componente genitori e con la guida di esperti nel settore musicale che, a titolo gratuito,
vorranno offrire le loro competenze e conoscenze ai bambini.
 Simulazione, da parte di un esperto organista, di alcune sonate per organo.
TEMPI DI SVOLGIMENTO
Per la realizzazione di tale Unità di Apprendimento si prevedono 20 ore da effettuarsi nei mesi di
novembre e dicembre.
FASI ORGANIZZATIVE
Dopo una prima fase in cui gli allievi verranno accostati all’ascolto di brani per organo e/o alla visione di
immagini legate alle attività programmate, si procederà alla discussione guidata e alla spiegazione da parte
del docente attraverso una lezione interattiva. Nell’ultima fase si stimoleranno gli allievi ad esprimere le
proprie considerazioni. Le lezioni successive alla prima verranno introdotte recuperando le conoscenze
acquisite nella lezione precedente.
DESCRIZIONE DELLE ATTIVITA’ INTERDISCIPLINARI
Proiezione in classe dei cartoni animati della Disney:
 La Bella e la Bestia: un magico Natale! (SCHEDA 1 )
 Il magnifico mondo di Music land (SCHEDA 2)
 Elaborazione della carta di identità dell’organo a canne. (Scheda 3)
 Ascolto del Corale “Machet auf, ruft uns die Stimme” (BWV 645) di J. S. Bach.
 Analisi strutturale del “Corale”. (Scheda 4)
 Ascolto della “Toccata in Re minore (BWV 565) di J. S. Bach.
 Individuazione tipologica del timbro dell’organo. (Scheda 5)
 Ascolto del Corale-Preludio “Christ Lag In Todesbanden” (BWV625) di J. S. Bach
 Individuazione della differenza tra corale e preludio. (Scheda 6)
216
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
MEZZI E STRUMENTI
Flauti, diamoniche, tastiera, pianoforte, strumenti a percussione di uso comune, spartiti,
registratore; uso del laboratorio di Educazione Musicale. Si utilizzeranno tutti gli altri strumenti e mezzi utili
della didattica per permettere agli alunni di raggiungere i risultati prefissati negli obiettivi di riferimento:
 Prova scritta.
 Interrogazioni orali.
 Interrogazione dialogata con la classe.
 Prova grafica.
 Prova pratica di laboratorio.
 Drammatizzazione
 Brain-storming
 Test
VERIFICA INTERDISCIPLINARE
Sarà effettuata una verifica in base ai seguenti parametri:
 Impegno personale e nei confronti del gruppo
 progressiva maturazione della personalità
 acquisizione di specifiche capacità musicali: ascoltare, leggere, scrivere, esprimersi e
comunicare con mezzi vocali/strumentali ed avrà come oggetto le performances degli alunni.
Saranno, inoltre utilizzate anche le altre forme di verifica comuni quali:
- Osservazione in itinere degli atteggiamenti adottati dai bambini durante le esperienze vissute.
- Osservazione dei ruoli esistenti all’interno del gruppo.
- Uso di verifiche orali sulla riproduzione di suoni, canti e brani musicali.
- Riflessione tra le docenti sulle osservazioni raccolte per valutare se gli obiettivi prefissati verranno
raggiunti.
- Osservazione continua e complessiva volta a verificare, la partecipazione e l’apprendimento dei
contenuti essenziali.
217
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
SCHEDA 1
LA BELLA E LA BESTIA: UN MAGICO NATALE
Condividete lo stupore della signora Bric (Angela Lansbury) che racconta un’altra “storia vecchia come il
tempo” di un Natale passato che quasi non esisteva - grazie ai piani di un ex musicista di corte, Forte (Tim
Curry), ora un cupo organo a canne, che odia il Natale e determinato a separare per sempre Bella e Bestia.
Solo un vero e proprio miracolo natalizio può ostacolare i suoi vili piani.
Prova a ricordare i dialoghi del Cartoon tra l’organo, le sue canne e Bella e scrivili!
..........................................................................................................................................................................................
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…………………………………………………………………………………………………………………………………
218
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
SCHEDA 2
MUSICLAND
DOPO AVERE VISTO IL GRANDE COLOSSAL DELLA DISNEY, PROVA AD ELENCARE LA PARTI CHE COMPONGONO
L’ORGANO A CANNE E DISEGNALE NELLO SPAZIO SOTTOSTANTE.
219
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
SCHEDA 3
CARTA DI IDENTITÀ DELL’ORGANO A CANNE
NOME…………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
SPECIE………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
FAMIGLIA……………………………………………………………………………………………………………………………………………………
ORIGINE………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
NAZIONALITA’……………………………………………………………………………………………………………………………………………
MATERIALE…………………………………………………………………………………………………………………………………………………
PARTI ESSENZIALI……………………………………………………………………………………………………………………………………
IMPIEGO……………………………………………………………………………………………………………………………………………………
SEGNI PARTICOLARI…………………………………………………………………………………………………………………………………
220
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
SCHEDA 4
CORALE WACHET AUF, RUFT UND DIE STIMME (BWV 645) DI J.S.BACH: ASCOLTA E RISPONDI
1.
Nella parte iniziale l’organo esegue note:
a.
Solo acute
b.
Solo gravi
c.
Acute e gravi insieme
2.
Nel brano l’organo suona:
Con altri strumenti
Da solo
3.
Il brano è caratterizzato da:
Un’unica melodia
Più melodie che si alternano
a.
b.
a.
b.
4.
Quanti timbri riesci a distinguere?
……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
5.
La sonorità del brano è:
Uniforme
Varia e imprevedibile
6.
Il brano è:
Frenetico
Dolce
7.
Lo abbineresti ad una situazione:
Drammatica e tesa
Raccolta e spirituale
a.
b.
a.
b.
a.
b.
8.
Descrivi brevemente l’atmosfera evocata dal brano
……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
9.
Esprimi un giudizio personale sul brano
……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
SCHEDA 5
TOCCATA E FUGA IN RE MINORE (BWV 565) DI J.S.BACH: ASCOLTA E RISPONDI
1.
Nella fase iniziale del brano è presente:
La sola orchestra
L’organo con tutta l’orchestra
Il solo organo
L’organo accompagnato dai legni
2.
Come definiresti il timbro dell’organo?
Tenero ed esile
Potente e maestoso
Ovattato ed elegante
3.
Nel corso del brano l’organo propone:
Una dolce melodia continua
Una serie di brevi frasi
Un’alternanza tra note gravi e acute
a.
b.
c.
d.
a.
b.
c.
a.
b.
c.
4.
Se questo brano fosse una colonna sonora a quale tipo di film lo abbineresti?
GENERE:
a. avventuroso
b. comico
c. horror
FINALE:
a. glorioso
b. divertente
c. tragico
5.
A quale ambiente ritieni sia particolarmente adatto il pezzo?
Sala da ballo
Pub
Cattedrale
Parco
6.
Quali altri strumenti suonano con l’organo?
Nessun altro strumento
Ottoni
Archi
Legni
a.
b.
c.
d.
a.
b.
c.
d.
7.
Esprimi un giudizio personale sul brano
………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………...…
……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………................................................................................................
.......................…......................................................................…..................................................... .................…..................................
222
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
SCHEDA 6
CORALE-PRELUDIO CHRIST LAG IN TODESBANDEN (BWV 625) DI J.S.BACH: ASCOLTA E RISPONDI
1.
I pedali servono a produrre i suoni:
Gravi
Acuti
2.
È facile distinguere la melodia principale dalle altre:
Vero
Falso
3.
L’atmosfera del brano è:
Solenne e seria
Leggera e scanzonata
4.
Questa composizione ha solo finalità
Artistiche
Didattiche
Religiose
Tutte le tre soluzioni precedenti
5.
Il timbro dell’organo dipende dalla scelta dei registri:
Vero
Falso
6.
L’organo può avere una sola tastiera
Vero
Falso
7.
La musica per organo ha conosciuto il suo massimo splendore
Durante il Romanticismo
Tra Rinascimento e Barocco
Nell’Ottocento
a.
b.
a.
b.
a.
b.
a.
b.
c.
d.
a.
b.
a.
b.
a.
b.
c.
8.
Esprimi un giudizio personale sul brano
……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………….............................................................................................
223
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
TERZA UNITA'
IL MONDO SONORO TRA MANI E PIEDI
DESTINATARI
Alunni delle classi quarte e quinte della scuola primaria.
INDIVIDUAZIONE DEI BISOGNI FORMATIVI
Questa unità di apprendimento è dedicata al “re degli strumenti musicali”. L’organo a canne supera
infatti tutti gli altri strumenti, almeno per quanto riguarda la complessità costruttiva e la potenza del suono.
L’organo a canne è tradizionalmente legato alla musica sacra: la sua ricchezza timbrica lo rende
infatti adatto a sottolineare i vari momenti delle celebrazioni religiose mentre il suono privo di decadimento
ben si adatta all’accompagnamento del canto corale.
Nonostante sia presente in quasi tutte le chiese l’organo risulta praticamente sconosciuto alla
maggior parte delle persone, che spesso si limitano ad ammirarne l’aspetto esteriore (rimanendo peraltro
stupiti dall’eleganza e dalla ricchezza degli elementi decorativi che lo arricchiscono) senza però conoscerne
le caratteristiche costruttive e il funzionamento.
NUCLEO TEMATICO
IL MONDO SONORO TRA MANI E PIEDI: L’ORGANO A CANNE
DISCIPLINE COINVOLTE
Italiano, storia, geografia, scienze, musica, scienze motorie e sportive, arte e immagine, educazione
civica, religione cattolica.
OBIETTIVI TRASVERSALI
 Conoscere sistemi di notazione convenzionali e non convenzionali.
 Conoscere canti e brani musicali appartenenti a repertori di vario genere e provenienza.
 Conoscere gli strumenti musicali dell’orchestra e, in modo particolare, l’organo a canne.
 Conoscere le componenti antropologiche della musica: contesti e funzioni.
 Conoscere i principi costruttivi dei brani musicali: ripetizione e variazione di una frase musicale, figurasfondo (melodia e accompagnamento).
OBIETTIVI INTERDISCIPLINARI
Italiano
 Leggere brani del repertorio corale.
Storia
 Conoscere il quadro storico del periodo barocco.
 La Germania al tempo di J. S. Bach.
224
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Geografia
 Saper individuare i luoghi dove nacque e visse J. S. Bach.
Scienze
 Conoscere semplici elementi di acustica e psicoacustica.
 Capire come avviene la propagazione del suono: le vibrazioni regolari e irregolari.
Musica
 Individuare il ruolo della musica nei messaggi audiovisivi (musica e pubblicità).
Scienze motorie e sportive
 Conoscere il sé corporeo.
Arte e immagine
 Saper realizzare cartelloni descrittivi sull’organo a canne.
 Saper disegnare le varie componenti di un organo a canne.
 Saper costruire grafici sulla strutturazione delle canne.
 Riconoscere l’organo a canne come immagine dell’Invisibile.
 Individuare come e dove nasce l’organo.
 Identificare la struttura e il suono dell’organo a canne durante una visita presso la cattedrale di
Monreale.
Educazione civica
 Saper riconoscere il ruolo del Kantor nella direzione di un coro.
Religione cattolica
 Conoscere il percorso che portò alla diffusione del protestantesimo in Germania: Riforma e
Controriforma.
 Comprendere le tesi di Martin Lutero e la lode attraverso il canto dei Salmi.
 Valutare l’uso della Sacra Scrittura nella composizione sacra: La Passione.
 Identificare l’uso dell’organo a canne nelle liturgie protestanti.
OBIETTIVI EDUCATIVO-FORMATIVI
 Applicare criteri di trascrizione dei suoni.
 Tradurre brani musicali in altri codici espressivi ( linguistici, grafici…).
 Riconoscere il timbro degli strumenti musicali e confronto con il timbro dell’organo a canne.
 Classificare gli strumenti musicali.
 Eseguire per imitazione semplici canti e brani, individualmente e/o in gruppo.
 Accompagnare canti e brani con oggetti di uso comune, con i diversi suoni che il corpo può produrre e
con semplici strumenti musicali.
 Usare le risorse espressive della vocalità nella lettura, recitazione e drammatizzazione di testi verbali.
225
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
 Riconoscere alcune strutture fondamentali del linguaggio musicale (parametri e forma), mediante
l’ascolto di brani di epoche e generi diversi.
OBIETTIVI DISCIPLINARI
 Riconoscere gli strumenti appartenenti alla famiglia degli “ AEROFONI”.
 Riconoscere, descrivere, analizzare, classificare suoni con riferimento agli strumenti utilizzati
nelle attività e nelle musiche ascoltate.
 Riconoscere e distinguere i segni della “DINAMICA MUSICALE”.
 Riconoscere i “SUONI ARMONICI”. (Scheda 5)
 Conoscere le origini storiche e l’evoluzione dell’organo a canne.
 Scoprire come funziona e da quali parti è costituito.
CONTENUTI DISCIPLINARI
 Le origini storiche dell’organo a canne. (Scheda 1)
 I parametri del suono: altezza, intensità e timbro.
 Gli organi portativi e gli organi positivi. (Scheda 2)
 Lo sviluppo e l’evoluzione dell’organo a canne. (Scheda 3)
 Gli organi italiani e i principali “organari”.
 Le parti essenziali dell’organo: la consolle, la pedaliera, elettroventola, mantici, someri, canne,
sistema di trasmissione. (Scheda 4)
METODOLOGIA
Gli alunni verranno indirizzati a saper fare un confronto tra i vari periodi storici relativi alla
costruzione di particolari organi a canne da uno studio comparato delle fonti.
Essi dovranno conoscere e saper individuare le zone geografiche ed i riferimenti storici connessi alla
costruzione di questo strumento musicale.
Quando sarà necessario saranno utilizzati immagini relative a studi archeologici-artistici.










Lezione frontale classica.
Lezione interattiva articolata con interventi.
Esercitazione individuale.
Lavori, esercitazioni di gruppo.
Brain storming, circle time, lezione frontale, lavoro di gruppo, attività di ricerca.
Esercitazione grafica.
Gioco simbolico, gioco manipolativo, giochi di scoperta ed esplorazione dei vari materiali.
Utilizzo di audiovisivi.
Analisi di testi, manuali e depliant.
Visite culturali in zone di particolare interesse storico artistico dove sono ubicati particolari
organi a canne: (Monreale, Palermo, Partinico, Bisacquino, Isnello, Gangi)
226
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
TEMPI DI SVOLGIMENTO
Le attività verranno svolte in otto incontri di due ore ciascuno, due per ogni settimana, per un totale
di sedici ore. L’arco temporale sarà il mese di novembre.
FASI ORGANIZZATIVE
Dopo una prima fase in cui gli allievi verranno accostati all’ascolto di brani per organo e/o alla
visione di immagini legate alle attività programmate, si procederà alla discussione guidata e alla spiegazione
da parte del docente attraverso una lezione interattiva. Nell’ultima fase si stimoleranno gli allievi ad
esprimere le proprie considerazioni. Le lezioni successive alla prima verranno introdotte recuperando le
conoscenze acquisite nella lezione precedente.
DESCRIZIONE DELLE ATTIVITA’ INTERDISCIPLINARI
 Elaborazione della carta di identità dell’organo a canne. (Scheda 6)
 Ascolto del Corale “Machet auf, ruft uns die Stimme” (BWV 645) di J. S. Bach.
 Analisi strutturale del “Corale”. (Scheda 7)
 Ascolto della “Toccata in Re minore (BWV 565) di J. S. Bach.
 Individuazione tipologica del timbro dell’organo. (Scheda 8)
 Ascolto del Corale-Preludio “Christ Lag In Todesbanden” (BWV625) di J. S. Bach
 Individuazione della differenza tra corale e preludio. (Scheda 9)
MEZZI E STRUMENTI
Flauti, diamoniche, tastiera, pianoforte, strumenti a percussione di uso comune, spartiti, registratore
e lettore; uso del laboratorio di Musica.
COMPETENZE ATTESE
 Sviluppo di capacità di gestione dei rapporti interpersonali e di modalità comunicative
organizzate e consapevoli.
 Acquisizione di atteggiamenti positivi verso l’impegno scolastico.
 Affinamento delle tecniche vocali e strumentali.
 Capacità di partecipare in modo coordinato e razionale ad esecuzioni collettive (ascoltare,
andare a tempo, rispettare i turni).
 Sviluppo di capacità di produzione e presentazione dell’organo a canne.
VERIFICA E VALUTAZIONE
Sarà effettuata una verifica in base ai seguenti parametri:
 Impegno personale e nei confronti del gruppo.
 Progressiva maturazione della personalità.
 Acquisizione di specifiche capacità musicali: ascoltare, leggere, scrivere, esprimersi e
comunicare con mezzi vocali/strumentali ed avrà come oggetto le performances degli alunni.
Saranno, inoltre utilizzate anche le altre forme di verifica comuni quali:
 Prova scritta.
 Verifiche orali.
227
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.






Interrogazione dialogata con la classe.
Prova grafica.
Prova pratica di laboratorio.
Drammatizzazione
Brain-storming
Test.
VERIFICA INTERDISCIPLINARE
Osservazione continua e complessiva volta a verificare, la partecipazione e l’apprendimento dei
contenuti essenziali.
228
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
SCHEDA 1
ORIGINI STORICHE DELL’ORGANO A CANNE
· L’organo è uno strumento aerofono (funzionante per mezzo dell’aria).
· Fu inventato, nel III° secolo a.C. da Ctesibio, un giovane di Alessandria d’Egitto.
· Gli diede il nome di “Hydraulos” poiché l’aria era accumulata e distribuita mediante un ingegnoso sistema
idraulico (ad acqua).
· Inizialmente adibito ad uso profano, era diffuso anche nell’antica Roma, dove veniva utilizzato per allietare
banchetti ed accompagnare danze.
· Per questo motivo trascorsero molti secoli, prima che le Autorità Ecclesiastiche decidessero di inserirlo
come strumento adatto per le Celebrazioni Liturgiche: ciò avvenne solamente verso la fine del 900 d.C.
· Le dimensioni degli organi di quell’epoca erano ridotte e disponevano di un numero di canne molto limitato.
· Erano suddivisi in due tipi:
 GLI ORGANI PORTATIVI, che venivano portati “a tracolla”
 GLI ORGANI POSITIVI, che venivano appoggiati su di un ripiano
· Entrambi i tipi erano totalmente sprovvisti di pedaliera (quella particolare tastiera, costituita da tasti legno
molto grandi, collocata nella parte inferiore della consolle, e viene suonata con i piedi) che comparirà nel
1400 circa.
Organo idraulico di Ctesibio secondo la descrizione Erone di Alessandria
229
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
SCHEDA 2
GLI ORGANI PORTATIVI
I portativi, come dice la parola stessa, erano d’ingombro e peso molto
contenuti.
· Quasi sempre disponevano di una sola fila di canne e di una tastiera con
poche note (una dozzina di tasti).
· Era possibile suonarli portandoli a tracolla (su un fianco) in modo che,
mentre la mano sinistra azionava il mantice, quella destra agiva sulla
minuscola tastiera.
· Grazie alla loro maneggevolezza, questi piccoli organi venivano
largamente utilizzati nelle processioni religiose.
GLI ORGANI POSITIVI
I positivi, invece, erano strumenti più grandi dei precedenti.
Potevano disporre infatti di più d’una fila di canne ed
avevano una tastiera con una maggiore estensione di note.
Ciò comportava peso ed ingombro maggiori.
· Per questo motivo gli spostamenti avvenivano in genere
limitatamente all’interno della chiesa in cui
si trovavano, in modo da poter permettere agli organisti di
trovarsi a diretto contatto con le assemblee,
nell’accompagnamento dei canti.
· Si chiamavano “positivi” perché dovevano essere posati su di un ripiano che fosse in grado di sorreggere il
loro peso.
· Oltre a questo, sussisteva un’ulteriore differenza rispetto ai portativi: era necessaria la presenza di una
seconda persona che azionasse i mantici.
230
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
SCHEDA 3
SVILUPPO ED EVOLUZIONE
· Nel 1400 si iniziano a costruire organi più grandi che, a causa della loro imponente mole, non era più
possibile trasportarli da un luogo all’altro, come i portativi ed i positivi. Nasce così l’ Organo Maggiore la cui
installazione diviene fissa.
· In genere veniva collocato: o in tribune sopraelevate (in presbiterio, nell’abside o sopra il portale
d’ingresso) o più raramente sul pavimento della chiesa.
· Contemporaneamente comparivano le prime rudimentali pedaliere, quasi sempre prive di registri propri,
che svolgevano il compito di tenere premuti i tasti delle note più gravi delle tastiere.
· Verso la seconda metà del ‘500 inizia il vero sviluppo tecnico e fonico dell’organo, che si evolve in maniera
differente tra i vari Paesi.
GLI ORGANI ITALIANI
· La quasi totalità degli organi costruiti in Italia fino quasi alla fine del secolo scorso, aveva una caratteristica
singolare: i registri erano ‘spezzati’. Ciò significava che ogni registro invece di agire con un singolo comando
per tutta l’estensione della tastiera, era diviso a metà: la parte grave (‘bassi’) e la parte acuta (‘soprani’)
della tastiera, ed ognuna era comandata da una leva separata.
· Così nella stessa tastiera si potevano ottenere contemporaneamente due timbri differenti: uno per
l’accompagnamento (o per il contro-canto) l’altro per la parte solista.
· La composizione fonica era costituita da serie di registri appartenenti alle famiglie: ‘Principali’ (Principale,
Ottava, Ripieno). ‘Flauti’ (Bordone, Nazardo, Ottavino). ‘Ance’ (Tromba, Clarino, Oboe, Bombarda, ecc.)
· Gli organi italiani ottocenteschi tendono spesso a imitare le bande musicali. In alcuni organi, infatti,
complicati meccanismi fanno funzionare piatti, grancassa e campanelli (chiamati proprio Banda Turca),
mentre nel pedale si può trovare un registro a battimenti che va ad imitare i tamburi.
· Dal 1600 al 1800 i costruttori d’organi (‘organari’) più famosi furono: Antegnati, Callido, Serassi, Inzoli,
Bossi.
· Nella cittadina di Centallo, poco distante da Cuneo, ha sede l’azienda “Vegezzi-Bossi”
che costruisce e restaura organi fin dall’anno 1824.
Vegezzi-Bossi
· ANTONIO BOSSI nel 1550 diede origine in Mendrisio (Canton Ticino) alla costruzione degli organi.
· GABRIELE BOSSI nel 1635 trasferì la fabbrica a Bergamo
· FELICE BOSSI nel 1850 la portò a Torino, ove in collaborazione con il figlio Giacomo, costruì i maggiori organi
della Capitale e di gran parte delle cattedrali del Piemonte.
· Nel 1824 CARLO VITTINO, organista alla Cattedrale di Cuneo, fondava a Centallo una fabbrica di organi da
chiesa.
· I tre figli di Carlo: Annetta,Vittorio e Francesco, collaborarono attivamente con il padre nell’arte organaria.
· Le due fabbriche VEGEZZI BOSSI e VITTINO, operanti entrambi nella stessa regione erano destinate ad
incontrarsi.
· Fu appunto ANNETTA VITTINO che, sposando nel 1865 il già vedovo GIACOMO VEGEZZI
231
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
BOSSI, formò il grande anello di congiunzione fra le due case.
· A continuare la tradizione delle famiglie, e l’eredità di lavoro lasciategli dai suoi antenati, vi è ora ENRICO
VEGEZZI BOSSI, che in collaborazione con BARTOLOMEO BRONDINO, già collaboratore della ditta dal 1980,
opera alla gestione ed allo sviluppo tecnologico dell’azienda.
· L’azienda ha attualmente la propria sede a Centallo, presso l’originale dimora e laboratorio
degli antenati Vittino.
· Occupa al momento, oltre ai titolari, 4 dipendenti e 2 collaboratori esterni specializzati nella falegnameria e
restauro parti lignee.
Centallo - La sede dall’azienda Vegezzi-Bossi
232
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
SCHEDA 4
LE PARTI DELL’ORGANO
· L’organo è uno strumento molto complesso, ed è formato principalmente dalle seguenti parti:
 ELETTROVENTOLA
 MANTICI
 SOMIERI
 CANNE
 SISTEMA DI TRASMISSIONE
 CONSOLLE
Linz (Austria): l’organo dell’Abbazia di St. Florian
Elettroventola
· E’ una grande ventola azionata da un motore elettrico. Girando vorticosamente, produce l’aria necessaria
allo strumento per suonare.
· Prima dell’avvento dell’energia elettrica, l’aria era generata da una serie di mantici di pompaggio manovrati
manualmente da persone incaricate per questo compito: i “tiramantici”.
· Negli organi di grandi dimensioni, potevano esserci più tiramantici che lavoravano insieme. Nell’organo dove
suonava J. S. Bach, ce n’erano addirittura 14!
233
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Mantici
· Sono dei grossi ‘soffietti’ che hanno il compito di immagazzinare l’aria, inviata loro dall’elettroventola, e di
stabilizzarla alla giusta pressione.
· La loro forma è generalmente di due tipi:
 a cuneo (con movimento con fulcro laterale)
 a lanterna (a movimento verticale).
Somieri
· Sono dei grandi cassoni in legno, chiusi ermeticamente.
· Nella parte superiore vi sono dei fori dove vengono infilate le canne. I somieri hanno il compito di distribuire
l’aria (inviata loro dai mantici) alle canne, nella maniera desiderata dall’organista.
· Ciò è possibile perché al loro interno ci sono dei meccanismi che permettono di far suonare solamente
quelle file di canne che l’esecutore ha programmato. Ad esempio, se in un somiere vi sono 5 file di canne (es.
Flauto, Viola, Tromba, Clarino e Oboe) si può scegliere di far suonare solo quelle Viola e Oboe, e far
rimanere mute le altre.
234
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Canne
· Sono tubi di diverse forme e materiali.
· Costituiscono il “corpo fonico”, quindi la parte più importante dello strumento. La lunghezza determina
l’altezza delle note emesse.
· Più le canne sono alte, più il suono è grave (e viceversa). Nel più grande organo esistente al mondo (quello
di Atlantic City, negli Stati Uniti) vi sono delle file di canne che raggiungono i 20 metri d’altezza, in grado
di riprodurre frequenze di soli 8 Hz.
· Il diametro, la forma e il materiale determinano invece il timbro dei suoni emessi:
· Nell’organo sono presenti due tipologie di canne:
 Le canne Labiali
 Le canne ad Ancia
Le canne labiali
· Le labiali sono le canne più comuni.
· Il loro principio di funzionamento è simile a quello del flauto dolce: L’aria che fuoriesce dal somiere si
infrange contro uno spigolo (ottenuto attraverso un taglio trasversale, posto vicino alla base della canna)
producendo le vibrazioni che generano il suono
· Questo tipo di canne viene utilizzato per i registri:
 Principale
 Flauto
 Viola
 Bordone
Le canne ad ancia
· Le canna ad ancia si presentano generalmente come un lungo cono rovesciato.
· Nella base della canna è inserita una làmina vibrante, in ottone: l’ancia. In questo caso, essendo la làmina a
generare il suono, la canna ha solo lo scopo di amplificarlo, come una cassa armonica.
235
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Questo tipo di canne viene utilizzato per i registri:
 Tromba
 Oboe
 Clarino
 Fagotto
 Bombarda
· Le canna ad ancia producono un suono molto potente, ma hanno l’inconveniente di stonarsi molto facilmente
DIAMETRO
 Largo Timbro dolce
 Stretto Timbro aspro
FORMA
 Aperta Timbro aperto
 Strozzata Timbro nasale
MATERIALE
 Metallo Timbro chiaro
 Legno Timbro scuro
· Un organo necessita di un gran numero di canne, perché ognuna riproduce un solo e unico suono (e non un
altro). Esempio: una canna di Flauto non può emettere anche il suono di una Viola, né quello di una Tromba, né
quello di un Ottavino.
· Pertanto, più sono numerose le file di canne, più lo strumento è ricco di combinazioni timbriche (registri).
236
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
 Qualche esempio:
ORGANO
Santuario di Moretta
Cattedrale di Biella
Cattedrale di Losanna
Duomo di Milano
Auditorium di Atlantic City
TASTIERE
1
2
5
5
7
REGISTRI
30
60
127
186
983
CANNE
1200
2820
6670
15350
33112
· Il numero di canne non è limitato a quelle che si vedono nella tribuna di facciata: addirittura talvolta le
canne di mostra sono mute!
· Esse adempiono a due compiti molto importanti:
 Riparare dalla polvere le canne vere, in quanto la polvere e l’umidità sono i peggiori nemici per
l’organo.
 Funzione estetica, in quanto le canne vere sono disposte con un ordine tecnico, dettato da esigenze
costruttive.
Sistemi di trasmissione
· Fino alla seconda metà del 1800, tutti gli organi esistenti nel mondo erano tutti a trasmissione “meccanica”.
Questo significava che l’apertura delle valvole di immissione dell’aria nelle canne era azionata da fili di ferro
(o listelli di legno) collegati alle tastiere ed alla pedaliera.
· Questo tipo di trasmissione, anche se perfettamente funzionante, presentava però alcuni problemi:
 La durezza dei tasti, che aumentava quando venivano progressivamente inseriti i registri questo
rendeva particolarmente difficoltosa l’esecuzione dei brani tecnicamente più impegnativi.
 La consolle, per logiche motivazioni tecniche, era inserita a diretto contatto del corpo fonico ciò è
un considerevole vantaggio per l’uso concertistico, ma non lo è affatto per l’uso liturgico (in quanto
l’organista si trova molto distante dalle assemblee, durante le Funzioni).
· Verso la seconda metà del 1800 comparvero i primi organi con trasmissione “pneumatica”.
· Essa era costituita da tubicini, che collegavano i tasti alle valvole di immissione dell’aria nelle canne.
Premendo un tasto si faceva entrare in pressione l’aria all’interno del relativo tubicino, in modo che essa
svolgeva la funzione di servocomando per l’azionamento dell’apertura della valvola a cui il tubo era collegato.
· Questo tipo di trasmissione comportava alcuni vantaggi, ma anche dei gravi ed irrisolvibili problemi, che ne
determinarono la quasi immediata decadenza.
· Il vantaggio maggiore era costituito dal fatto che non era più necessario premere con forza i tasti, in
quanto il tocco era divenuto leggerissimo; o si potevano suonare quindi organi di grandi dimensioni senza
usare la minima fatica.
· Un altro vantaggio era derivato dalla possibilità di installare la consolle relativamente lontana dalle canne,
in modo che l’organista poteva trovarsi più vicino all’assemblea.
· Il problema più grave era costituito dal ritardo di attacco del suono, dovuto al tempo che l’aria impiegava
per entrare in pressione (e quindi ad azionare l’apertura delle valvole sotto le canne). Questo rendeva
decisamente problematica l’esecuzione di brani molto veloci.
237
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
· Un altro serio problema era derivato dal fatto che questo tipo di organi necessitava di frequenti riparazioni.
Se si verificavano perdite d’aria, poteva infatti accadere che alcune parti dello strumento rimanessero mute
o, peggio ancora, si mettessero a suonare da sole.
· Il sistema di trasmissione pneumatica venne utilizzato per pochi decenni, anche perché, all’inizio del XX
secolo, con l’avvento dell’elettricità si pensò ad applicarla all’organo: ebbe origine così la trasmissione
“elettrica”.
· Essa è costituita da fasci di sottili fili di rame isolato, nei quali scorre una corrente a bassa tensione (da 12
a 15 Volt circa) che fa scattare i relè (‘elettromagneti’) agganciati fisicamente ai tiranti delle valvole poste
sotto le canne.
· Con quest’ultimo sistema si potevano unire i vantaggi del sistema meccanico (immediatezza d’attacco) e di
quello pneumatico (dolcezza di tocco).
· Inoltre, con l’avvento della trasmissione elettrica, si sono potuti realizzare dei congegni (di notevole aiuto
all’organista) che prima erano impensabili:
 Circuiti di memorizzazione delle combinazioni di registri (che permettono di modificare con rapidità
le combinazioni timbriche).
 Raddoppi gravi ed acuti delle ottave (in modo che si possono ottenere effetti particolari e
soprattutto un consistente aumento della potenza sonora nei forti).
 La possibilità di spostare a piacimento la consolle (grazie alla flessibilità del cavo di collegamento tra
la consolle e le canne).
· L’ultima generazione di organi a trasmissione elettrica si avvale anche dell’ausilio di interfacce elettroniche
MIDI, in modo che tutti i movimenti vengono controllati e gestiti da un computer (come l’organo di NotreDame di Parigi).
Consolle
· E’ la “centrale di controllo” dell’organo
· Nella consolle si trovano tutti i comandi su cui agisce l’organista.
· È formata dalle seguenti parti:
 Tastiere
 Pedaliera
 Registri

Le tastiere
· Le tastiere dell’organo (denominate anche manuali) hanno generalmente un’estensione di 5 ottave.
· Questa estensione corrisponde a 61 tasti, dal Do1 al Do6.
· Possono essere di numero variabile da una, a sei (come l’organo del Duomo di Monreale, che ha quasi 11.000
canne) o addirittura sette (come l’organo di Atlantic City).
· La presenza di più tastiere permette all’organista il passaggio immediato durante l’esecuzione da un timbro
strumentale all’altro.
· Ad ogni tastiera corrispondono infatti una serie diversa di registri che l’organista
predispone prima di iniziare l’esecuzione del brano musicale.
238
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
La pedaliera
· Alla base della consolle vi si trova la pedaliera, che è una vera e propria tastiera, con tasti costituiti da
lunghe stecche di legno.
· L’estensione della pedaliera può variare, a seconda delle dimensioni dell’organo, da un’ottava (12 o 13 pedali)
ad oltre due ottave e mezzo (32 pedali).
· Alla pedaliera sono collegate le canne più grosse dello strumento, quelle che producono i suoni bassi.
· La pedaliera viene suonata dall’organista, utilizzando il tacco e la punta dei piedi. “Suonare con i piedi”
potrebbe sembrare un’affermazione umoristica e denigrante, ma se osserviamo un esecutore mentre suona,
ci rendiamo conto che la pedaliera svolge una funzione molto importante.
239
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
I registri
· Ai lati delle tastiere (o più raramente nel frontale, sopra di esse) si trovano i registri.
· Ognuno di essi mette in azione una fila di canne corrispondente ad un singolo timbro strumentale.
· I comandi che azionano i registri si presentano in diversi modi:
 a placchetta reversibile (come gli interruttori della luce)
 a linguetta,
 a pomello
 a manetta con incastro, ecc.
· In alcuni casi i registri possono anche essere inseriti attraverso dei comandi a pedale.
· Accanto al nome del registro viene indicato un numero espresso nell’unità di misura anglosassone del
“piede”, corrispondente a 30,48 centimetri.
· Il valore di “8 piedi” indica che le note prodotte da quel registro suonano ad altezza reale. Questo valore
(243,84 cm.) rappresenta la lunghezza di una canna aperta che produce il Do1, il primo della tastiera.
· Il valore di “16 piedi” indica che il registro suonerà un’ottava sotto all’altezza reale.
· I valori di “4 piedi” e “2 piedi” indicano che il registro suonerà rispettivamente una o due ottave sopra
all’altezza reale.
· Nell’organo sono anche presenti dei registri che, anziché la nota fondamentale, producono suoni armonici.
· Il numero di registri può variare in modo significativo, in base alle dimensioni e alla complessità costruttiva
dell’organo. Si va dai 3 - 4 registri di un piccolo organo, fino ai 983 dell’organo di Atlantic City.
240
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
SCHEDA 5
SUONI ARMONICI
· Un suono prodotto da un corpo vibrante non è mai puro, ma è costituito da un amalgama in cui al suono
fondamentale se ne aggiungono altri più acuti e meno intensi, chiamati “suoni armonici”.
· Gli armonici hanno una importanza fondamentale nella determinazione del timbro di uno strumento.
· I suoni armonici sono generati in modo naturale durante la vibrazione di un corpo sonoro. Ad esempio, se
una corda di lunghezza L emette un Do (primo armonico), la stessa corda vibra con meno intensità anche a
frequenza doppia (pari alla lunghezza L/2, secondo armonico), emettendo un Do all’ottava superiore.
· La serie prosegue con la suddivisione della corda in multipli interi (L/3 – L/4 – L/5 ecc.)
· Queste ulteriori suddivisioni generano a loro volta altri suoni, (via via più deboli) che vanno ad aggiungersi a
quello fondamentale.
· Lo stesso principio vale per le colonne d’aria che vibrano all’interno di tubi.
· Nell’organo sono presenti dei registri che, anziché produrre la nota fondamentale (cioè quella che
l’organista suona sulla tastiera), eseguono uno dei suoi armonici.
· Questi registri prendono il nome dell’intervallo che separa la nota prodotta, da quella fondamentale:
 Ottava (secondo armonico)
 Decima seconda (terzo armonico)
 Decima quinta (quarto armonico)
 Decima nona (quintoarmonico)
 Vigesima seconda (sesto armonico)
241
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
SCHEDA 6
CARTA DI IDENTITÀ DELL’ORGANO A CANNE
NOME…………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
SPECIE………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
FAMIGLIA……………………………………………………………………………………………………………………………………………………
ORIGINE………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
NAZIONALITA’……………………………………………………………………………………………………………………………………………
MATERIALE…………………………………………………………………………………………………………………………………………………
PARTI ESSENZIALI……………………………………………………………………………………………………………………………………
IMPIEGO……………………………………………………………………………………………………………………………………………………
SEGNI PARTICOLARI…………………………………………………………………………………………………………………………………
242
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
SCHEDA 7
CORALE WACHET AUF, RUFT UND DIE STIMME (BWV 645) DI J.S.BACH: ASCOLTA E RISPONDI
10.
Nella parte iniziale l’organo esegue note:
d.
Solo acute
e.
Solo gravi
f.
Acute e gravi insieme
11.
Nel brano l’organo suona:
Con altri strumenti
Da solo
12.
Il brano è caratterizzato da:
Un’unica melodia
Più melodie che si alternano
c.
d.
c.
d.
13.
Quanti timbri riesci a distinguere?
……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
14.
La sonorità del brano è:
Uniforme
Varia e imprevedibile
15.
Il brano è:
Frenetico
Dolce
16.
Lo abbineresti ad una situazione:
Drammatica e tesa
Raccolta e spirituale
c.
d.
c.
d.
c.
d.
17.
Descrivi brevemente l’atmosfera evocata dal brano
……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
18.
Esprimi un giudizio personale sul brano
……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
243
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
SCHEDA 5
TOCCATA E FUGA IN RE MINORE (BWV 565) DI J.S.BACH: ASCOLTA E RISPONDI
8.
Nella fase iniziale del brano è presente:
La sola orchestra
L’organo con tutta l’orchestra
Il solo organo
L’organo accompagnato dai legni
9.
Come definiresti il timbro dell’organo?
Tenero ed esile
Potente e maestoso
Ovattato ed elegante
10.
Nel corso del brano l’organo propone:
Una dolce melodia continua
Una serie di brevi frasi
Un’alternanza tra note gravi e acute
e.
f.
g.
h.
d.
e.
f.
d.
e.
f.
11.
Se questo brano fosse una colonna sonora a quale tipo di film lo abbineresti?
GENERE:
a. avventuroso
b. comico
c. horror
FINALE:
a. glorioso
b. divertente
c. tragico
12.
A quale ambiente ritieni sia particolarmente adatto il pezzo?
Sala da ballo
Pub
Cattedrale
Parco
13.
Quali altri strumenti suonano con l’organo?
Nessun altro strumento
Ottoni
Archi
Legni
e.
f.
g.
h.
e.
f.
g.
h.
14.
Esprimi un giudizio personale sul brano
………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………...…
……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………................................................................................................
.......................…......................................................................….............................. ........................................…..................................
244
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
SCHEDA 6
CORALE-PRELUDIO CHRIST LAG IN TODESBANDEN (BWV 625) DI J.S.BACH: ASCOLTA E RISPONDI
9.
I pedali servono a produrre i suoni:
Gravi
Acuti
10.
È facile distinguere la melodia principale dalle altre:
Vero
Falso
11.
L’atmosfera del brano è:
Solenne e seria
Leggera e scanzonata
12.
Questa composizione ha solo finalità
Artistiche
Didattiche
Religiose
Tutte le tre soluzioni precedenti
13.
Il timbro dell’organo dipende dalla scelta dei registri:
Vero
Falso
14.
L’organo può avere una sola tastiera
Vero
Falso
15.
La musica per organo ha conosciuto il suo massimo splendore
Durante il Romanticismo
Tra Rinascimento e Barocco
Nell’Ottocento
c.
d.
c.
d.
c.
d.
e.
f.
g.
h.
c.
d.
c.
d.
d.
e.
f.
16.
Esprimi un giudizio personale sul brano
……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………….....................................................................................
245
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
APPENDICE
Materiali e approfondimenti
di Dhebora Celio
246
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
TRA SUONI E RUMORI
Ti sei mai chiesto di cosa è fatta la musica?
La musica è fatta di … Suoni e rumori.
Il nostro orecchio riesce a percepire suoni e rumori.
Il suono è tutto quello che ci trasmette una sensazione.
Il suono è tutto quello che ci trasmette una sensazione piacevole.
Il rumore ci trasmette una sensazione di fastidio.
Con questo strumento musicale di solito si producono Suoni.
Con questo attrezzo da lavoro di solito si producono RUMORI.
247
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Indica con una crocetta se la cosa indicata produce
suono (S) o rumore (R)
1. Clacson
S
R
2. Trapano
S
R
3. Flauto
S
R
4. Uccellino
S
R
5. Cancello che cigola
S
R
6. Cantante
S
R
7. Tromba
S
R
8. Chitarra
S
R
9. Fischio del treno
S
R
10. Jet in volo
S R
11. Sirena della polizia S R
12. Orchestra
S R
13. Bomba
S R
14. Violino
S R
Naturalmente la buona musica è fatta di suoni … Se non è così puoi chiamarla cacofonia.
248
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Colora solo le “cose” che producono SUONI.
249
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Colora solo le cose che producono RUMORI.
250
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Parliamo ancora di suoni e rumori.
Rimani in silenzio per un po’ e ascolta: intorno a te potrai udire suoni e rumori prodotti
da elementi naturali o da oggetti costruiti dall’uomo, quindi artificiali.
Se riuscirai a identificare ciò che produce questi suoni e rumori potrai distinguere i
SUONI/RUMORI NATURALI e i SUONI/RUMORI ARTIFICIALI.
Osserva le immagini e segna N se è una fonte di un suono NATURALE; A se è una fonte di un
suono ARTIFICIALE.
251
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
N
N
A
N
A
A
252
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
N
A
N
A
Lo sai che i suoni possono essere scritti e disegnati?
meno 10-9-8-7-6-5-4-3-2-1…
Suoni e rumori possono essere “scritti” utilizzando paroleLe ONOMATOPEE- che riproducono i suoni, come si fa nei fumetti.
253
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Collega ciascun personaggio al fumetto.
FIRULI’
FIRULA’
IIIIIIIIH
DRIIIIIIN
CRA
CRA
254
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Prova a dare voce agli strumenti musicali.
255
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
256
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
MUSICA ED EMOZIONE
COSA PROVI? COME TI SENTI?
CHOPIN- VALZER OP 18 (GIOIA)
COSA PROVI? COME TI SENTI?
MARCELLO- ADAGIO in RE MINORE (TRISTEZZA)
COSA PROVI? COME TI SENTI?
BACH-TOCCATE E FUGA IN RE MINORE (RABBIA)
COSA PROVI? COME TI SENTI?
MOVIMENTO
BACH-CONCERTO BRANDEBURGHESE N 5 PRIMO
(ALLEGRIA)
COSA PROVI? COME TI SENTI?
ALLEMANDE (NOIA)
BACH PARTITA N° 2 IN D MINOR, BWV 1004, I.
COSA PROVI? COME TI SENTI?
WAGNER- CAVALCATA DELLE VALCHIRIE (PAURA)
COSA PROVI? COME TI SENTI?
DEBUSSY-CHIARO DI LUNA (TRANQUILLITA')
257
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
FONDAMENTI TEORICI PER L’ALFABETIZZAZIONE MUSICALE
La musica
Musica e’ tutto ciò che ti circonda e che giunge piacevolmente al tuo orecchio:il canto degli uccelli, la
voce della mamma, la tua canzone preferita, il suono di uno strumento. Gli elementi più importanti
della musica sono il suono e il ritmo.
L’alfabeto dei suoni:
I suoni sono rappresentati da sette note musicali: DO, RE, MI, FA, SOL, LA, SI.
Il pentagramma
Le note musicali si rappresentano con un segno di forma ovale e vengono scritte sul “pentagramma” o
- rigo musicale - composto da cinque linee e quattro spazi.
Le note si possono scrivere sulle linee o negli spazi, che vengono contati verso l’alto.
L’ altezza dei suoni:
I suoni possono essere più alti ( acuti) o più bassi ( gravi). Ad esempio, sulla tastiera del pianoforte i
suoni diventano più acuti salendo verso destra e più gravi scendendo verso sinistra.
I tagli addizionali:
I “tagli addizionali”sono dei brevi tratti di linea che vengono aggiunti alle note che, non potendo essere
contenute nel pentagramma, vengono scritte al di sopra o al di sotto di esso.
La chiave:
La “chiave”è un segno che si pone all’inizio del pentagramma e serve di base per dare il nome alle note.
La chiave di violino:
La “ chiave di violino” o “ chiave di sol” si colloca sulla 2° linea del pentagramma per indicare che la nota
posta su quella linea si chiama SOL.
La chiave di basso:
La “ Chiave di basso” o “ chiave di fa”si colloca sulla 4°linea del pentagramma per indicare che la nota
posta su questa linea si chiama FA.
Le figure musicali e la pausa:
Le note poste sul pentagramma, oltre ad indicare l’altezza dei suoni, devono indicare la durata.
I suoni possono essere infatti più o meno lunghi. Le note assumono cosi varie forme “ figure” , a seconda
della loro durata. Esse sono : semibreve 4/4, minima 2/4, semiminima 1/4, croma 1/8, semicroma
1/16, biscroma 1/32, semibiscroma 1/64.
258
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
La “pausa” è un segno che indica il silenzio. Ad ogni figura corrisponde un segno di pausa della stessa
durata. Esse sono: Pausa di semibreve 4/4 , pausa di minima 2/4 , pausa di semiminima 1/4, pausa
croma 1/8 , pausa di semicroma 1/16 , pausa di biscroma 1/32 , pausa di semibiscroma 1/64.
L’ accento:
Come nel linguaggio parlato, anche nella musica L’accento è l’appoggio più o meno marcato della voce
o del suono sopra una determinata nota. L’ accento può essere forte o debole.
L’ Accento Ritmico è quello che caratterizza i tempi in battere e in levare delle misure: può essere
Forte o Debole .
Il ritmo:
Il ritmo, come il suono, e’ un elemento fondamentale della musica ed e’ dato dalla successione ordinata
dei suoni nel tempo.
Il ritmo musicale e’ determinato dalla diversa successione degli accenti: il ritmo BINARIO se vi è
l’alternarsi di un accento forte con uno debole – come nel caso della marcia-, TERNARIO se vi è l’
alternarsi di un accento forte con due deboli- come nel caso del valzer-.
La battuta e il tempo :
Per ottenere il ritmo in musica e’ necessario “ordinare” i suoni. Ciò e’ possibile dividendo il brano
musicale in battute - o misure – attraverso delle stanghette verticali.
La battuta e’ lo spazio che passa fra due stanghette. Ogni battuta può essere divisa in due, tre, o
quattro parti uguali. Ogni parte corrisponde ad un accento e si chiama” TEMPO” o – MOVIMENTO –
per cui la battuta puo’ essere a due, a tre o a quattro tempi.
Alla fine di ogni Brano si pone una doppia stanghetta.
Come avviene per i singoli suoni, cosi ogni battuta deve avere una precisa durata , che viene stabilita
da una frazione posta all’ inizio del brano musicale, subito dopo la chiave.
Il numero che sta sopra indica il numero dei tempi, il numero che sta sotto indica la durata di ogni
tempo.
. 2/4 Significa che ci sono due tempi per battuta e che ogni tempo dura una semiminima.
. 3/4 Significa che ci sono tre tempi per battuta e che ogni tempo dura una semiminima.
. 4/4 Significa che ci sono quattro tempi per battuta e che ogni tempo dura una semiminima.
E’ importante tenere presente che due o più tempi di una battuta possono essere compresi in una
sola figura.
Concetto di tempo semplice e tempo composto:
I tempi possono essere semplici o composto a secondadel tipo di suddivisione originata, la quale è
binaria per i tempi semplici, ternaria per quelli composti e infine che ciascun tempo composto sia
direttamente derivato dal semplice tramite l’aggiunta del punto al valore che rappresenta il singolo
tempo. Un metodo rapito per dedurre dal tempo semplice il relativo composto è quello di moltiplicare il
259
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
numeratore della frazione per tre e il denominatore per due. In genere quando il numeratore della
frazione è rappresentato da un multiplo di tre, il tempo si dice composto, viceversa sarà semplice.
IL Punto:
Il “punto” è un segno che si pone a destra di una nota e serve a prolungare il suono. Esso aumenta
infatti la nota di metà della sua durata.
La legatura di valore:
La legatura di valore è una linea curva che può trovarsi sopra o sotto due o più note.
Quando la legatura unisce due note della stessa altezza, ossia due note poste nello stesso spazio o
sulla stessa linea, si chiama “ legatura di valore”. La legatura di valore unisce le due note e ne
somma la durata in un unico suono.
Tono e semitono:
Il semitono è l’intervallo più piccolo usato nel nostro sistema musicale, può essere diatonico o
cromatico. E’ Diatonico quando i due suoni che lo costituiscono si chiamano diversamente, Cromatico
quando lo stesso suono è alterato.
Intervallo:
Per intervallo si intende la distanza che intercorre fra due suoni differenti. Il più piccolo intervallo è il
semitono formato dal tono. Per ben classificare un intervallo basta enumerare, contando dal grave all’
acuto, i gradi congiunti compresi fra due note. Per esempio dal Do 3° spazio al Fa 5 linea si ha: do, re
mi, fa, cioè quattro note e quindi intervallo di IV.
Alterazioni:
Ogni nota può essere alterata (innalzata o abbassata) mediante i cosidetti Accidenti che sono: Diesis,
innalza la nota di un semitono; Bemolle, Abbassa la nota di un semitono; Doppio Diesis, Innalza la nota
di un tono; Doppio Bemolle, Abbassa la nota di un tono; Bequatro, e Doppio Bequadro, Annulla
l’effetto degli altri accidenti e riporta la nota allo stato naturale.
Le alterazioni sono Permanenti se collocate dopo la chiave ed hanno effetto per l’ intera durata del
pezzo; sono Momentanee se collocate davanti alla nota ed in tal caso hanno effetto per una sola
misura.
Le alterazioni poste in chiave seguono un ordine fisso immutabile in quanto servono a determinare le
diverse tonalità. I Diesis si succedono per quinte ascendenti : fa, do, sol, re, la, mi, si, I Bemolli
procedono per quinte ascendenti. Si, mi, la, re, sol, do, fa
Concetto di ottava:
L’ unione di sette note più’ il DO forma un ottava Es. DO,RE,MI,FA,SOL,LA,SI,.DO.
La scala :
La scala e’ una successione di otto suoni detti “gradi” di cui l’ ultimo è la ripetizione del primo. Il primo
grado è il più importante perché da il nome alla scala.
260
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Le note che procedono dal grave verso l’acuto formano le scale ascendenti, quelle che procedono
dall’acuto al grave formano le scale discendenti. Le note che formano la scala vengono chiamati Gradi
Congiunti poiché si succedono passando dall’una all’altra nota immediatamente vicina, Gradi disgiunti
si chiamano invece allorché le note procedono in ordine saltuario.
Scale e tonalità:
Abbiamo visto che la scala è una successione di gradi congiunti; i più importanti gradi della scala sono
denominati : tonica (I grado, perché da il nome alla tonalità); caratteristica (II grado,perché
stabilisce il nodo della scala); Dominate (III grado,perche domina la tonalità), Sensibile (VII grado,
perché tende a risolvere sulla tonica). Il secondo grado e’ detto Sopratonica, il quarto
Sottodominante, il sesto Sopradominante.
La scala è Diatonica quando procede per toni e semitoni. Essa può essere di modo Maggiore e di
modo Minore.
La Scala Maggiore si compone di 5 toni e 2 semitoni, questi ultimi si trovano fra il 3° e il
4 ° grado e fra il 7° e 8°.
La Scala Minore differisce dalla Scala maggiore principalmente nell’intervallo fra il 1° grado (tonica)
ed il 3° (caratteristica) in quanto nel Modo Maggiore è di una terza maggiore (2 toni), nel modo
minore, l’intervallo è di una terza minore (1 tono e 1 semitono).
Ogni scala rappresenta la propria TONALITA’, cioè la relazione che le note hanno fra loro, determinata
dalle alterazioni permanenti.
Ogni tonalità maggiore ha la propria somiglianza minore (o relativa minore); DO maggiore ha la
relativa minore in LA minore ecc.
261
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
SCHEDA DELLE CARATTERISTICHE DEGLI STRUMENTI
Cosa sono gli strumenti musicali
• Gli strumenti musicali sono manufatti in grado di produrre dei suoni.
• Gli strumenti musicali possono essere:
o Ricavati da oggetti naturali
o Costruiti manualmente
o Realizzati con l’impiego di moderne tecnologie
Il suono degli strumenti musicali
• Il suono degli strumenti musicali è determinato:
o Dal modo in cui viene prodotta la vibrazione
o Dal mezzo utilizzato per amplificarla
o Dagli elementi che possono modificare l’onda sonora
• La vibrazione che dà origine al suono può essere prodotta in vari modi:
o Sfregando, pizzicando o percuotendo una corda
o Soffiando in un tubo
o Percuotendo una membrana o lo strumento stesso
o Mediante oscillatori elettrici
• La vibrazione che genera il suono deve essere
amplificata:
o Per rendere più potente il suono
o Per migliorare il timbro dello strumento
• L’amplificazione del suono, a seconda il tipo di strumento, può avvenire attraverso:
o La cassa di risonanza
o La tavola armonica
o Il tubo
o Il contenitore
o L’utilizzo di amplificatori elettrici e casse acustiche
• Per modificare l’altezza e il timbro del suono gli strumenti musicali possono utilizzare:
o Fori, chiavi e pistoni (strumenti a fiato)
o Le dita dell’esecutore (strumenti a corda e a fiato)
o Tasti e pedali (strumenti a tastiera e a percussione)
o Tiranti e leve (strumenti a percussione)
o Effetti di riverbero, eco, distorsione (strumenti elettrici ed elettronici)
Come si classificano gli strumenti musicali
• Gli strumenti musicali possono essere classificati in vari modi.
• Un modo semplice è quello di suddividerli in base al mezzo utilizzato per produrre il suono.
• Con questo tipo di classificazione gli strumenti si suddividono in:
o Strumenti a corda
o Strumenti ad aria
262
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
o Strumenti a percussione
o Strumenti elettrici ed elettronici
Strumenti a corda
• In questi strumenti il suono viene ottenuto mediante la vibrazione di una o più corde.
• Le corde possono essere fatte con vari materiali:
o Metallo
o Nylon
o Budella animale (minugia)
• L’altezza del suono prodotto da una corda dipende da vari fattori:
o La lunghezza
o Lo spessore
o La tensione cui è sottoposta
o Una corda lunga e spessa produce un suono grave
o Una corda corta e sottile produce un suono acuto
• A seconda del modo in cui la corda viene messa in vibrazione questi strumenti si
dividono in tre gruppi:
o Corda strofinata
o Corda pizzicata
o Corda percossa
Strumenti a corda strofinata
• Negli strumenti a corda strofinata il suono è prodotto dallo strofinamento di una corda.
• Questi strumenti sono chiamati archi.
• Il nome deriva dall’attrezzo utilizzato per strofinare le corde: l’archetto.
• L’archetto è una bacchetta di legno sulla quale sono tesi circa 150 crini di cavallo.
• La famiglia degli archi è formata da:
o Violino
o Viola
o Violoncello
o Contrabbasso
• Questi strumenti hanno tutti una forma simile, ma si differenziano per le diverse dimensioni
• Sono composti da:
o Una cassa di risonanza
o Quattro corde
o Il manico
• Per ottenere le varie note l’esecutore modifica la lunghezza delle corde premendole con le dita.
Strumenti a corda pizzicata
• Il suono in questi strumenti è ottenuto pizzicando le corde.
• A seconda del tipo di strumento, le corde possono essere pizzicate:
o Con le dita
263
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
o Con un plettro
o Attraverso un meccanismo collegato ad un tasto
• I principali strumenti di questa famiglia sono:
o La chitarra
o Il mandolino
o Il liuto
• Esistono strumenti a corda pizzicata utilizzati nella musica popolare:
o La balalaika (Russia)
o Il sitar (India)
o Il banjo (Stati Uniti)
o Il kàntele (Finlandia)
• Come negli archi, anche in questi strumenti ogni corda può produrre più note mediante la pressione
delle dita sulla corda stessa.
• L’arpa e il clavicembalo sono strumenti a corda pizzicata nei quali le corde non possono
venire accorciate dall’intervento delle dita.
• Nell’arpa le corde sono pizzicate direttamente dall’esecutore mentre nel clavicembalo sono
pizzicate da plettri collegati ad una tastiera.
Strumenti a corda percossa
• In questi strumenti il suono viene prodotto percuotendo le corde con martelletti azionati da una tastiera
• Il pianoforte è l’unico strumento a corde percosse attualmente in uso.
• Il clavicordo è considerato l’antenato del pianoforte.
• Ebbe il suo periodo di massima diffusione durante il 1500 e rimase in uso fin verso la seconda metà del XVIII sec.
• Attualmente il clavicordo non è più utilizzato.
Strumenti ad aria
• Negli strumenti ad aria il suono viene prodotto dalle vibrazioni di una colonna d’aria che passa
dentro un tubo.
• Questi strumenti si dividono in due categorie:
o Gli strumenti a fiato, dove l’aria viene fornita dal fiato dello stesso esecutore.
o Gli strumenti a serbatoio d’aria, che utilizzano invece l’aria prodotta da un mantice.
Strumenti a fiato
• Negli strumenti a fiato le varie note vengono ottenute modificando la lunghezza della colonna
d’aria che vibra dentro un tubo.
• Per modificare la lunghezza della colonna d’aria esistono tre sistemi:
o Utilizzare uno stantuffo detto “coulisse” che, scorrendo all’interno del tubo, modifica
lo spazio disponibile per la colonna d’aria (trombone).
o Praticare dei fori nel tubo che possano essere aperti o chiusi dalle dita o attraverso delle
chiavi (famiglia dei legni).
264
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
o Usare una o più valvole, azionate da pistoni, che indirizzino la colonna d’aria in una
sezione più lunga di tubo (famiglia degli ottoni).
• Il timbro che caratterizza i vari strumenti è dato innanzitutto dal materiale con il quali sono
costruiti.
• Per questo motivo gli strumenti a fiato si dividono in due grandi famiglie:
o I legni
o Gli ottoni
• I LEGNI si differenziano fra di loro in base al diverso tipo di “imboccatura”.
o Imboccatura naturale
o Imboccatura ad ancia semplice
o Imboccatura ad ancia doppia
• Questi strumenti sono generalmente di legno ad eccezione del flauto traverso e dei sassofoni,
costruiti in metallo.
Imboccatura naturale
Imboccatura ad ancia semplice
Imboccatura ad ancia doppia
• Negli strumenti ad imboccatura naturale l’aria va ad infrangersi contro uno spigolo producendo
un vortice.
• Questo vortice mette in vibrazione la colonna d’aria che genera il suono.
• I principali strumenti ad imboccatura naturale sono:
o Il flauto dolce
o L’ottavino
o Il flauto traverso
• Negli strumenti ad ancia semplice il soffio d’aria fa vibrare una sottile linguetta, chiamata
ancia.
• La vibrazione dell’ancia si trasmette alla colonna d’aria, generando il suono.
• I principali strumenti ad ancia sono:
o I clarinetti
o I sassofoni
Negli strumenti ad ancia doppia il soffio d’aria fa vibrare due sottili linguette (da qui il nome
di ancia doppia).
265
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
• La vibrazione delle due ance si trasmette alla colonna d’aria, generando il suono.
• I principali strumenti ad ancia doppia sono:
o L’oboe
o Il corno
inglese
o Il fagotto
o Il controfagotto
Negli OTTONI il suono viene prodotto dalla vibrazione delle labbra dell’esecutore.
• Per produrre la vibrazione le labbra vengono appoggiate ad una piccola tazza conica o
cilindrica, chiamata bocchino.
• I principali ottoni sono:
o La tromba
o Il trombone
o Il corno francese
o Il basso tuba
Strumenti a serbatoio d’aria
• Gli strumenti a serbatoio d’aria hanno gli stessi principi di funzionamento di quelli a fiato
• L’aria però non viene generata dai polmoni dell’esecutore bensì da un mantice
• Il mantice è una specie di soffietto che aspira l’aria, la comprime e la invia allo strumento.
• I principali strumenti a serbatoio d’aria sono:
o L’organo a canne
o L’harmonium
o La fisarmonica
Strumenti a percussione
• Negli strumenti a percussione il suono è prodotto mettendo in vibrazione una membrana o lo
strumento stesso.
• La vibrazione può essere provocata mediante:
o Percussione
o Scuotimento
o Raschiamento
266
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
• Gli strumenti a percussione si classificano in:
o Membranofoni
o Idiofoni
• I membranofoni producono il suono attraverso la vibrazione di una membrana tesa su una cassa
di risonanza.
• Negli idiofoni il suono è prodotto facendo vibrare in vari modi il materiale stesso con cui sono
costruiti.
• Ciascuna categoria si divide poi in due gruppi:
o A suono determinato
o A suono indeterminato
• Gli strumenti a suono determinato producono suoni intonati, cioè note musicali precise.
• Gli strumenti a suono indeterminato hanno invece un intonazione incerta, più simile a un rumore.
• Membranofoni a suono determinato:
• Membranofoni a suono indeterminato:
o Timpani o Tamburo
o Grancassa
o Tamburello
o Bonghi
• Idiofoni a suono determinato: • Idiofoni a suono indeterminato:
o Xilofono o Piatti
o Vibrafono o Triangolo
o Celesta o Gong
o Campane tubolari o Legnetti
o Maracas
o Wood block
o Campanacci
o Cabasa
o Shaker
o Nacchere
• La batteria è un insieme di strumenti a percussione usato nella musica leggera e jazz
• Generalmente viene suonata da un solo esecutore
• La batteria è composta da:
o Una grancassa (percossa per mezzo di un pedale)
o Un tamburo rullante
o Due o più tamburi “muti”
267
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
o Un timpano
o Una coppia di piatti “charleston” (azionati da un pedale)
o Alcuni piatti sospesi
Strumenti elettroacustici
• Negli strumenti elettroacustici il suono viene prodotto in modo tradizionale:
o Un microfono capta le vibrazioni sonore e le trasforma in impulsi elettrici
o Questi impulsi possono essere elaborati e modificati con apparecchiature che generano
effetti quali l’eco, il riverbero ecc.
o Un amplificatore potenzia il segnale elettrico e lo invia alle casse acustiche che lo
trasformano nuovamente in suono.
• Tra gli strumenti elettroacustici, i più conosciuti e utilizzati sono:
o La chitarra elettrica
o Il basso elettrico
• In questi strumenti la cassa di risonanza non ha più alcuna funzione, perché il suono viene
amplificato e diffuso elettricamente.
Strumenti elettronici
• Negli strumenti elettronici il suono viene invece prodotto da oscillatori elettrici.
• L’oscillatore è un generatore di suoni che può produrre tutti i suoni udibili.
• Intervenendo sulla forma dell’onda sonora e applicando particolari filtri è possibile imitare
il suono di qualsiasi strumento, o inventare suoni completamente nuovi.
• Questa tecnologia viene chiamata sintesi sonora
• Il primo sintetizzatore fu costruito nel 1964 da Robert Moog
• Prima dell’avvento del sintetizzatore esistevano già degli strumenti il cui suono era generato
da apparecchiature elettromeccaniche, tra questi ricordiamo:
o L’onde Martenot (1928)
o L’organo Hammond (1932)
• Le ultime generazioni di strumenti elettronici utilizzano nuove tecnologie di sintesi sonora.
• La tecnica del campionamento permette di registrare e memorizzare in formato digitale la
268
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
forma dell’onda generata dal suono di veri strumenti musicali.
Questi “campioni” sonori vengono poi utilizzati per riprodurre in modo molto realistico tutta
la gamma di suoni di ciascuno strumento musicale.
• La sintesi sonora basata su tabelle di forme d’onda è detta wavetable.
• Gli strumenti che utilizzano questa tecnologia sono:
o Le tastiere e gli organi elettronici
o Le schede sonore dei computer
o I moduli sonori
Visioni suggerite per la conoscenza degli strumenti
Cartoni animati:
. Un mondo di suoni per bambini;
. Drumy Saxy Guity e Tasty;
. MICKEY Mouse- Symphony hour;
. La linea e gli strumenti musicali
. Disney - Pierino e il lupo di S. Prokofì’ ev
Silly Symphony - Music Land (1935)
269
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
LE CARATTERISTICHE DEL SUONO
Il suono si distingue per 4 caratteristiche: altezza, intensità, timbro e durata.
L’altezza è la caratteristica che ci fadistinguere un suono acuto (alto) da un suono grave (basso).
Il verso dell’uccellino è più acuto di quello della mucca
L’intensità è la caratteristica che ci fa distinguere un suono forte da un suono debole (piano).
Il verso del pulcino è più debole di quello dell’elefante.
. Il timbro è la caratteristica che ci fa distinguere l’origine dei suoni.
Il suono dell’arpa è diverso da quello del pianoforte.
270
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
La durata è la caratteristica che ci fa distinguere un suono lungo da un suono breve.
Il verso del pulcino è più breve di quello del gallo.
Per ogni coppia di animali, colora solo quello che ha il verso più ACUTO.
271
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
272
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Per ogni coppia di animali, colora solo quello che ha il verso più GRAVE.
273
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
274
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
L’INTENSITÀ DEL SUONO
VERO O FALSO? Rifletti bene sulle caratteristiche del suono e rispondi con una crocetta su V se pensi che
l’affermazione sia vera o su F se pensi sia falsa.
1. Il rombo di un aereo è più forte del fruscio di una foglia.
2. Il fischio del treno è più debole del fischietto del vigile.
3. La sirena di un antifurto è più forte del cigolio di un cancello.
4. La sirena di una nave è più debole dello squillo del telefono.
5. Lo scoppio di una bomba è più debole di un colpo di pistola.
ALTEZZA
1. La voce della mamma è più acuta di quella del papà.
2. Il suono del violino è più grave di quello del contrabbasso.
3. Il soprano ha la voce più acuta del baritono.
4. La voce di un bambino è più acuta di quella del nonno.
5. Il pigolio del pulcino è più grave del muggito di una mucca.
TIMBRO
1. La mamma e il papà hanno la stessa voce.
2. Il suono della tromba è diverso da quello del violino.
3. Il flauto traverso e l’oboe hanno lo stesso suono.
4. Il suono del tamburo è diverso da quello dei sonagli.
5. Ad occhi chiusi si può riconoscere un compagno
di classe ascoltando la sua voce.
275
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
LA DURATA DEL SUONO
1. La durata è la caratteristica che mi fa distinguere i
suoni acuti da quelli gravi.
2. Tutti i suoni hanno la stessa durata.
3. Lo squillo del telefono è più lungo del rumore di una
goccia d’acqua.
4. Il MUUUUU della mucca è più corto di un PIO di un
pulcino.
5. Con il flauto dolce si possono eseguire suoni lunghi o
suoni brevi.
276
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
I CORDOFONI: UN APPROFONDIMENTO
L'ARPA
obiettivo formativo:
In questa unità di apprendimento ripercorreremo la storia e l'evoluzione dell'arpa, scopriremo le sue
caratteristiche costruttive e musicali, ma soprattutto ci faremo incantare dal suono di quello che è stato definito
"lo strumento degli Dei attraverso l’ ascolto dei più famosi brani vari musicali e i diversi generi dove l’arpa è
protagonista; inoltre attraverso le immagini dei cartoni animati.
. Visione del cartone animato
Fantasia - Toccata e Fuga in Re Minore;
. Tom e Jerry Direttori d’orchestra;
. Walt Disney 1932 (Silly Symphony) Flowers and trees.
Visione e Ascolto di pezzi per Arpa
Ascolto- Franz Poeniz -Todestanz der Willys
Ascolto- studio n °3 Posse
Ascolto- studio n°7 Posse
Ascolto – Hendel on Harp
Ascolto- Le Jardin Mouillé - J. de la Presle
Ascolto- Improptu caprice- Pierne
Ascolto- Variations Pastorales sur un Vieux Noël -Rousseau
Ascolto- Concerto per Arpa e Orchestra- III movimento Finale- Mozart
Ascolto- Duo Arpa e Chitarra –Canone in D major Pachelbel
Ascolto- Preludio in C “dal clavicembalo ben temperato- Bach
Video- Toccata(Paradisi)
Video- Quartetto d’Archi e Arpa-Canone in D Pachelbel
Video- Duo Arpa celtica e salterio con arco-(interpreti Mario Liparini e antonella Pierucci)
Video- Jazz Harpist- (Edmar Castaneda)
Video- Arpa Rock (Sergio mendez)
Video- Duo Arpa e Chitarra-Libertango Piazzolla
Video- Carolan's Dought San Marino Harp Ensemble
Video- Harp Duet - Arioso - J.S. Bach
Video- Duo Harp e Flute Duo- Somewhere Over The Rainbow
Video- Nocturne -Glinka
277
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
L'arpa è uno strumento musicale cordofono a pizzico.
Esistono vari tipi di arpe. Per quello che riguarda la musica popolare e tradizionale, molte culture e
geografie hanno tra i propri strumenti qualche variante di arpa: si ha così l'arpa celtica, le varie arpe
africane, indiane, ed altre ancora.
In ambito occidentale, il termine arpa si riferisce quasi sempre all'arpa da concerto a pedali, della quale
esistono varianti acustiche ed elettriche.
La storia
L'Arpa ha un'origine antichissima: deriva dal cosiddetto arco musicale. I primi ad avere in uso l'arpa furono
gli Egiziani circa nel 3000 a.C. Le raffigurazioni sui monumenti risalenti all'Antico Regno, descrivono strumenti
di media grandezza, alti circa un metro, forniti di sei o otto corde, formati grazie ad un fusto di legno arcuato,
aventi l'estremità inferiore a forma di losanga, parzialmente concava e convessa; il suonatore appare
accosciato o inginocchiato. Nelle epoche successive, ad esempio nel Medio Regno, lo strumento assume
dimensioni più grandi ed il suonatore viene raffigurato in piedi, la cassa sonora appare più ampia ed anche il
numero di corde sale fino a venti.Se ne conserva un esemplare che è stato datato circa al 2700 a.C. ritrovato
a Ur (nell'odierno Iraq) da sir Leonard Woolley. L'arpa di cui parliamo era curvilinea e viene ancora costruita
in Africa. Presso gli Egiziani e gli Assiri venivano costruite arpe di varia foggia ed aventi un numero tra loro
differente di corde (sembra che se ne avessero fino a 22).
L'uso dell'arpa era anche conosciuto dal popolo ebraico mentre fu disdegnato dai Greci e dai Romani a tutto
vantaggio della lira e della cetra. L'arpa ricomparve in Europa, durante il IV secolo, presso le popolazioni
nordiche (in particolare irlandesi ed anglosassoni) e da lì si diffuse nel resto del continente dove venne
particolarmente usata nel genere musicale del Minnesang nel XII secolo. Dal IX secolo al XIV secolo l'arpa in
278
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Irlanda fu usata dai cantori girovaghi. L'arpa divenne molto comune nel XIV secolo come accompagnamento
per i canti o le danze. Questo strumento ha subito notevoli modifiche nell'arco dei secoli.
Michael Praetorius, nel 1619 descriveva i tre tipi di archi diffusi al suo tempo: l'arpa comune, di 24 corde
diatoniche, avente un'estensione da fa a la; l'arpa irlandese, di 43 corde, da do a mi; e l'arpa doppia,
cromatica, di cinque ottave (do – do).
A partire dall'inizio del XVII secolo fu utilizzata per la realizzazione del basso continuo, in particolare
nell'accompagnamento del canto, e fu quindi inserita immediatamente nel gruppo strumentale utilizzato nelle
prime opere; nel 1607, Monteverdi le dedicò un ruolo solistico nell'Orfeo, dove simboleggia la lira suonata da
Orfeo.
Proprio in questo secolo furono effettuati vari tentativi per estendere le possibilità esecutive dell'arpa.
Dapprima fu fatto il tentativo di ridurre le arpe a due tipi di accordature; Antonio Stachio aggiunse cinque
corde per ciascuna ottava e quindi estese la gamma dell'arpa a sei ottave più due note. Patrini realizzò
un'arpa doppia, in cui una fila di corde emetteva i toni della scala diatonica, mentre l'altra i semitoni intermedi.
Solamente nel 1720, il costruttore bavarese Hochbrucker inserì i pedali, prima quattro e poi sette, azionanti
una serie di leve collegate ai piroli delle corde; alla pressione del pedale corrispondeva una maggiore tensione
della corda, equivalente al rialzo di un semitono. Con l'aggiunta di varie modifiche tecniche l'arpa conquistò
secoli e paesi. La scuola d'arpa fu particolarmente brillante nella seconda metà del XVIII secolo in Francia,
dove furono fabbricate arpe decorate in modo sfarzoso, alcune delle quali sono ancora conservate presso il
Museo del Conservatorio di Parigi, il Museo della Scienza e della Tecnica di Monaco, il Museo dell'arpa Victor
Salvi di Piasco (CN). Furono due liutai parigini, i Cousineau, nel 1760, a perfezionare il meccanismo dei pedali,
applicando il sistema a uncinetto, che si rivelò molto più pratico dei precedenti e che si basava sull'azione del
pedale su un tirante che - tramite una serie di leve - esercitava un'azione di attrazione sugli uncinetti e grazie
a questi ultimi la corda veniva trascinata sui capotasti supplementari. Nicolas Bochsa (1789-1856) fu uno dei
più grandi arpisti del XIX secolo così come il suo allievo Elias Parish Alvars. Nel 1811 nacque a Londra l'arpa a
doppio movimento, che consentì l'esecuzione in tutte le tonalità grazie alla possibilità di innalzare la corda di
due semitoni; questa tecnologia è tutt'ora in uso a brevetto del francese Sébastien Érard, che nel 1786 aveva
già realizzato l'arpa a sistema unico. L'arpa moderna fu poi perfezionata nel corso del medesimo secolo.
È proprio in Francia che si può annoverare una grande diffusione di composizioni per arpa, tra le quali
Danses sacrée et profane di Debussy, Introduction et allegro di Ravel Impromptu, Une chatelaine en sa tour di
Gabriel Fauré; il Petit livre de harpe de Madame Tardieu e il Concertino per arpa di Germaine Tailleferre.
L'arpa è uno strumento musicale cordofono a pizzico, dotato di 47 corde tese tra la cassa di risonanza e una
mensola, con un'estensione di 6 ottave e mezza e intonato in do bemolle maggiore. I suoni estranei a questa
tonalità si possono ottenere agendo su 7 pedali a doppia tacca; ogni corda è in grado di produrre tre note
diverse ed è possibile costruire una scala cromatica. Le corde gravi sono di un sottile filo d'acciaio rivestito
di seta e ricoperto di ottone, quelle medie e acute sono di minugia. Le principali parti che compongono l'arpa
sono: lo zoccolo, ove vengono fissati i sette pedali corrispondenti alle note della scala; la cassa di
risonanza; la colonna e la mensola. Si contano complessivamente 1.415 pezzi differenti necessari alla
fabbricazione dello strumento. I principali costruttori di arpe sono: Erard in Francia, Morley in Gran Bretagna,
Lyon e Healy negli Stati Uniti.
L'arpa eolia era uno strumento diffuso in Germania nell'epoca romantica, le cui corde, tese su una
cassa di risonanza, venivano fatte vibrare dall'aria. Si ottiene il suono pizzicando dolcemente alcune delle 46 o 47
corde parallele fra loro, presenti sullo strumento, che vengono accorciate dalla pressione delle dita,
279
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
per cui ciascuna emette un solo suono. Con i pedali, l'intonazione del suono viene elevata di uno o due
semitoni.
Il difetto principale dell'arpa era la sua diatonicità, cioè la sua incapacità di produrre i semitoni
cromatici necessari nelle cadenze o nelle modulazioni. Le corde intonate si potevano essere rese
bemolle a seconda delle caratteristiche del brano, ma non era possibile produrre per esempio i do#
presenti in un pezzo in re, se nello stesso brano erano presenti dei do naturali. Questo difetto, che
divenne rilevante con l'affermarsi della nuova estetica musicale rinascimentale, relegò l'arpa in un
ruolo minore per tutta la prima metà del XVI sec.
L'utilizzazione di uno strumento dotato di grandi capacità, avvenne nella seconda metà del XVI
sec., con l'introduzione dell'arpa doppia. Questo strumento era dotato di due ordini paralleli e distinti
di corde, suonati uno con la mano destra e l'altro con la sinistra. L'adozione di questo sistema
rendeva l'arpa completamente cromatica e quindi adatta a seguire qualsiasi tipo di musica.
L'arpa, facendosi cromatica, diventa così uno strumento di notevole tecnica e di grandi capacità
espressive, utilizzata nell'esecuzione sia di bassi continui che di brani a solo nei quali spesso le due
mani arpeggiano rapidi passaggi che si imitano e si rispondono dall'acuto al grave e viceversa.
Inoltre essa è uno degli strumenti più antichi di cui si abbia notizia: infatti
appare in molte testimonianze iconografiche attraverso i millenni e viene
citata anche nella Bibbia. Per questo motivo nella simbologia medioevale lo
strumento è associato al re Davide ed è considerato degno dei nobili e dei
principi.
In Europa il punto di partenza per la diffusione dell'arpa nel Medioevo furono l'Irlanda e
l'Inghilterra, dove anticamente era chiamata "chrotta". In questi due paesi l'arpa fu considerata fin
da
allora
lo
strumento
nazionale.
Alla fine del Medioevo esistevano in Europa due modelli distinti di arpa: la gotica e l'irlandese.
280
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
L' arpa gotica
L'arpa gotica è descritta da diversi trattatisti della prima metà del XVI sec.,
tra cui Virdung (1511), Agricola (1559) e Glareano (1547). La forma di questo
strumento è quella tipica a triangolo, che - con modifiche non sostanziali è la stessa in uso odiernamente: i tre lati del triangolo sono formati dalla
cassa armonica, a cui sono fissate le corde, che appoggia sul petto e sulla
spalla del suonatore; dalla mensola, con la tipica forma ondulata, da cui
fuoriescono i piroli mediante i quali si intonano le corde; e dalla colonna,
che può essere dritta o leggermente arcuata verso l'esterno per meglio
sostenere la tensione delle corde. Queste ultime sono di budello e vengono
intonate diatonicamente: il loro numero può variare da 54 a 56, partendo
da Fa1 fino ad arrivare a La3 o Do4.
L' arpa irlandese
Il modello irlandese si differenziava dal gotico in
primo luogo perché montava corde di ottone o di
acciaio al posto di quelle di budello, secondariamente
per l'intonazione di queste, che poteva anche
comprendere dei semitoni cromatic. Questa
particolare arpa ha un'utilizzazione prevalentemente
popolare...ed è incisa sulla moneta irlandese da 1
Euro.
Ma come funziona un'arpa?
L’arpa è uno strumento a pizzico. In base a dove viene applicata la perturbazione, ciascuna delle 47
corda può produrre tre suoni diversi.
281
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Si possono trovare corde gravi, ricoperte di ottone, medie e acute, invece ricoperte da minugia,
budello o nylon. Ciò determina una vasta gamma di note, in un totale di sei ottave e mezzo.
Un' arpa classica è costituita da:
lo Zoccolo: dove sono fissati i sette pedali corrispondenti alle sette note della scala, che attraverso
un sistema di leve permettono di innalzare ogni nota di un semitono;
la Cassa di risonanza è in legno
la Colonna che ha funzione portante per lo strumento
la Mensola che è l’estremità superiore dell’arpa a cui sono fissate le corde, tese tra essa e la cassa
di risonanza.
In totale per la costruzione di un’arpa sono necessari 1.415 pezzi differenti.
282
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Il suono si ottiene pizzicando dolcemente alcune delle 46 o 47 corde parallele fra loro, presenti sullo
strumento, che vengono accorciate dalla pressione delle dita, per cui ciascuna emette un solo suono.
Con i pedali dello zoccolo, l'intonazione del suono viene elevata di uno o due semitoni.
Terza lezione:durata 2H
PIANOFORTE E CHITARRA
(allegato C)
Il pianoforte è, insieme alla chitarra, uno degli strumenti musicali più diffusi e conosciuti:il suo
inconfondibile suono e la ricchezza delle possibilità espressive e tecniche, permettono all'esecutore di
affrontare
in
modo
completamente
autonomo
qualsiasi
genere
musicale.
Anche il pianoforte, come l'organo a canne, nasconde all'ascoltatore la sua complessità costruttiva: oltre
cinquemila pezzi solo per la parte meccanica, più di duecento corde, ottantotto tasti, vari tipi di legno e
metallo...
Con queste unità di apprendimento avremo modo di conoscere il pianoforte e la chitarra non solo dal punto
di vista costruttivo, ma anche e soprattutto da quello musicale, attraverso i cartoni animati e l'ascolto di
alcuni grandi artisti che hanno dedicato la loro vita a questi meravigliosi strumenti.
283
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Visioni suggerite
.Tom e Jerry]-The Cat Concerto (1965 version)
Gli Aristogatti - Alleluja tutti jazzisti
. La linea, la musica e le parole
. Mickey Mouse Piano Solo - The Opry House (1929)
. Tom & Jerry - Johann Strauss
Visione e Ascolto di pezzi per Pianoforte: (allegato B)
Ascolto : Sogno d’ amore (Liszt)
Ascolto : Minute Valzer ( Chopin)
Ascolto : Preludio N°4 OP.28 (Chopin)
Ascolto: Studio N°3 OP. 10 (Chopin)
Ascolto : Marcia alla turca (Mozart)
Ascolto: Per Elisa ( Beethoven)
Ascolto : Preludio N°15 Op.28 ( Chopin)
Ascolto : Fantasia e improvviso ( Chopin)
Ascolto: Preludio e Fuga n.2 in C Minor ( Bach)
Ascolto: Art Tatum plays Chopin (Valse in C# Minor, Op. 64, No. 2)
Ascolto: Sonata ”Patetica” 1° tempo ( Beethoven)
Ascolto: Sonata “ AL chiaro di luna” 1° tempo ( Beethoven)
Ascolto: Studio Op.10 N12 ( Chopin)
Ascolto: The Entertainer( Scott Joplin)
Ascolto: Maple Leaf Rag ( Scott Joplin)
Video: Walzer For Debby ( Bill Evans)
Video: Danza ungherese N°5 per pianoforte a quattro mani ( Brahmas)
Video: Trio per Piano, violin e violoncello no 1 in Si bemolle maggiore (Schubert)
Video: piano concerto n.2, I movimento- Moderato (Rachmaninov)
Video: Nocturne Op. 9 No. 2 (Chopin)
Video: Duo- Pianoforte e Violino, Le Quattro Stagioni –Estate (Vivaldi)
Video: Art's Blues (Art Tatum)
Video: Bohemian Rhapsody (Queen)
Video: Solo per te ( Negramaro )
284
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
IL PIANOFORTE
Il pianoforte
Il pianoforte è uno strumento musicale in grado di produrre il suono grazie a corde che vengono percosse
per mezzo di martelletti azionati da una tastiera. Fa parte, quindi, dei cordofoni a corde percosse.
L'origine della parola pianoforte è riferita alla possibilità che lo strumento offre di suonare note a volumi
diversi in base al tocco, ovvero alla forza applicata dalle dita del pianista sui tasti. Questa possibilità è negata
invece a strumenti precedenti quali il clavicembalo.
L'esecutore può modificare il suono dello strumento anche mediante l'intervento dei pedali.
285
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Tastiera
vengono premuti in genere con l'aiuto delle dita delle due mani per suonare determinati strumenti musicali.
La disposizione dei tasti segue le dodici note della scala cromatica
I tasti della scala naturale (diatonica di Do Maggiore) sono bianchi e più
sporgenti rispetto a quelli delle note alterate che sono di colore nero. I tasti sono ripetuti per più di un'ottava
e, nelle tastiere moderne, come nel pianoforte, possono raggiungere le 7 ottave. I tasti possono essere
azionati anche dal piede (pedali dell'organo) o coi pugni (carillon) o coi gomiti (organi antichi).
Scala cromatica
Una scala cromatica è una scala musicale composta da tutti e dodici i semitoni del sistema temperato
equabile.
· Il temperamento equabile è il sistema musicale per la costruzione della scala fondato sulla suddivisione
dell'ottava in intervalli tra di loro uguali.
· Nell'uso più frequente, l'ottava è suddivisa in 12 parti (semitoni). Il semitono diventa quindi il più piccolo
intervallo possibile tra due note.
A differenza delle scale diatoniche, composte da toni e semitoni, la scala cromatica è costituita
esclusivamente da semitoni cromatici. Essa è formata da 12 suoni equidistanti fra loro (all'interno di
un'ottava): è per questo perfettamente simmetrica ed ha una unica trasposizione possibile, rimane cioè
identica a sé stessa a prescindere dalla nota di partenza. Tale scala non è dunque associabile ad alcun modo
musicale o tonalità specifiche.
Caratteristiche sonore
In quanto strumento dotato di una tastiera e di corde, il pianoforte è simile al clavicordo e al clavicembalo,
dai quali storicamente deriva.
I tre strumenti differiscono nel meccanismo di produzione di suono.
· A corde pizzicate, il clavicembalo.
· A corde percosse, il clavicordo e il pianoforte
286
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
IL CLAVICORDO
Il clavicordo è uno strumento musicale a corde dotato di tastiera, utilizzato fin dal Medioevo.
E’ considerato uno dei precursori del pianoforte perché,a differenza del clavicembalo, ha la possibilità di
variare con il tocco la dinamica sonora. È stato uno dei protagonisti del panorama musicale europeo, ma con
l’avvento del pianoforte è caduto in disuso, a causa soprattutto della scarsa sonorità.
287
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
IL CLAVICEMBALO
Il clavicembalo è uno strumento musicale a corde, dotato di tastiera. In questo strumento il suono è generato
pizzicando le corde con un plettro posizionato su un'asticella che si alza quando il tasto viene abbassato, non
percuotendole come avviene nel pianoforte o nel clavicordo.Questo sistema non permette di intervenire sulla
dinamica del suono (piano o forte) attraverso il tocco del tasto.
288
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Storia del pianoforte
Il primo modello di pianoforte fu messo a punto a partire dal 1698 da Bartolomeo Cristofori, un artigiano
costruttore di clavicembali presso la corte fiorentina di Ferdinando II de' Medici.
Per la precisione era un "gravicembalo col piano e forte", chiamato verso la fine del settecento con il nome
"fortepiano".
· La novità era l'applicazione di una martelliera al clavicembalo.
Questo nuovo strumento permetteva agli interpreti di ottenere sonorità più o meno forti a
seconda della pressione delle dita sui tasti, a differenza del clavicembalo, le cui corde sono pizzicate, non
percosse.Il primo perfezionamento, nel 1720, fu di migliorare la velocità del sistema di ritorno dei martelletti
in modo da permettere al pianista di ribattere velocemente la stessa nota (il cosiddetto “scappamento”).
· Il fortepiano non ebbe successo in Italia, ma nel 1726 Cristoph Scroeter un costruttore di
organi tedesco ricostruì una copia esatta del pianoforte di Cristofori, che sottopose tra
l'altro al parere di Johann Sebastian Bach, che non lo apprezzò.
· Piacque molto invece a Federico II di Prussia, che ne comprò sette, per arricchire i propri
palazzi. Negli anni successivi altri liutai contribuiscono al miglioramento tecnico del pianoforte:
· Intorno al 1738 Gottfried Silberman aggiunge un meccanismo precursore dei pedali, che se azionato
permette al martelletto di colpire solo una delle due corde preposte a vibrare per ogni nota.
· Il suo allievo Johann André Stein nella sua fabbrica di Augusta, perfeziona lo
scappamento degli smorzatori e riceve la stima di Wolfang Amedeus Mozart, felice per la
varietà espressiva del nuovo strumento.
· I figli di Stein, trasferendo l’attività a Vienna, divulgano un pianoforte detto a meccanica
Viennese, contribuendo a creare la leggenda della capitale della musica del XIX secolo.
Sugli strumenti di Stein suonano Mozart e Beethoven.
· Fryderyk Chopin, invece, si affida ai migliori costruttori francesi Érard e Pleyel.
· In Inghilterra a partire dalla metà del Settecento si sviluppa una scuola opposta alla
viennese, che prevede una meccanica più complessa.
· Nell’Ottocento l’aumento delle corde e della loro lunghezza mette in pensione il legno
come materiale portante, troppo tenero per sopportare la tensione.
· Per questa ragione nel 1821 Broadwood rinforza il telaio con supporti metallici, e dieci
anni dopo Thomas Allen sviluppa il telaio metallico.
· Dopo il 1850, con la maggiore diffusione del pianoforte, nascono nuove fabbriche:
o In Austria Bosendorfer.
o In Germania Bluthner, Bechstein, Ibach, Schimmel, Steinweg.
o In Inghilterra Collard, Hopkinson e Chappel
o In Italia Schulze Pollmann e Fazioli.
o Nel 1855, a New York, Theodor Steinway, figlio del tedesco Steinweg crea la
Steinway&Sons e brevetta il pianoforte con il telaio in ghisa diventando il maggior
produttore mondiale di pianoforti di qualità.
· Negli ultimi anni le giapponesi Yamaha e Kawai si aggiudicano una buona fetta del
mercato internazionale, grazie ad una valida tecnologia costruttiva unita a prezzi di
289
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
vendita concorrenziali.
Video: Storia della Steinway & Sons.( allegato B)
La costruzione
Il pianoforte è costituito dalle seguenti parti:
· la cassa
· la tavola armonica
· il telaio
· Il somiere
· le corde
· la tastiera
· la meccanica
· i pedali
290
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
La cassa
È la parte esterna dei pianoforti. Esistono due tipi di cassa che si distinguono per la posizione delle corde
rispettivamente in verticale od in orizzontale
La cassa del pianoforte si comporta più o meno come il mobile di una cassa acustica degli
impianti hi-fi.
· L'altoparlante, in questo caso è costituito dalla tavola armonica, un enorme altoparlante di oltre un metro
quadro nei pianoforti verticali, e due o addirittura tre in quelli a coda.
La tavola armonica
Presente in tutti gli strumenti a corda, é la parte di gran lunga più importante.
Nei pianoforti la tavola armonica costituisce il fondo dello strumento.
E’ costruita con uno speciale tipo di abete, detto "acustico" con caratteristiche di struttura
particolari.
Il migliore abete per le tavole armoniche proviene dalla Val di Fiemme (Trentino).
Il telaio
Il telaio (chiamato anche “piastra”) è la struttura portante alla quale sono fissate le corde
all'interno del pianoforte.
A causa degli enormi sforzi che deve reggere è costruito in una fusione di ghisa.
· La tensione delle corde, anche se può sembrare impossibile, raggiunge complessivamente
le 15, 20 tonnellate di forza.
Il somiere
Il somiere consiste in una tavola di faggio massiccio nella quale sono infilate le caviglie dette anche
"bischeri", cilindri fatti di acciaio lunghi 50, 60 mm.
Su ogni caviglia viene avvolta una corda; ognuna di queste viene tirata, per accordare lo
strumento, con una tensione che va da circa 35 kg per le corde alte ai 75-100 Kg delle corde basse.
291
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Le corde
Le corde, in un pianoforte, possono essere in numero variabile ma generalmente sono circa 220.
Sono disposte in modo obliquo rispetto al mobile e incrociate tra loro.
Le corde sono fatte di materiali diversi a seconda che vengano usate per il registro acuto o
grave.
· le corde “acute" sono fatte di acciaio armonico, come quelle delle chitarre anche se più
spesse
· Le corde dei bassi sono fatte da un'anima in acciaio armonico molto robusto e rivestita
con avvolgimento a spirale di filo di rame.
· Ad ogni tasto corrisponde un gruppo di tre corde nel registro acuto; di due in quello medio e una sola corda
in quello grave.
La tastiera
La tastiera è quella parte del pianoforte dove sono posizionati i tasti.
Lo strumento dispone generalmente di 88 tasti (sette ottave + 3 note):
· 52 bianchi
· 36 neri
I tasti sono disposti nella classica successione che intervalla gruppi di due e tre tasti neri.
· i tasti bianchi corrispondono ai sette suoni della scala naturale e quelli neri ai cinque suoni alterati, non
compresi in questa scala.
· La successione dei tasti neri (a gruppi di due e tre) è la stessa degli intervalli di tono
presenti nella scala naturale in quanto i tasti neri servono per ottenere i semitoni mancanti.
Come punto di riferimento centrale della tastiera viene preso il tasto Do, chiamato per questo "Do centrale".
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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
La meccanica
La meccanica è una delle parti fondamentali del pianoforte.
· Se la tavola armonica è la parte più delicata dal punto di vista acustico la meccanica è la parte più costosa
e complessa dello strumento.
· La meccanica serve, interposta tra la tastiera e le corde, a far sì che, ad ogni pressione dei tasti
corrisponda una "battitura" delle corde attraverso i martelli.
Questa è un complicato insieme di pezzi, leve, rinvii, freni, nastri, molle, replicati per ognuno degli 88 tasti di
cui è composta la tastiera, che può arrivare ad oltre 5000 parti distinte. I principali componenti della
meccanica di un pianoforte sono:
293
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
I martelli
piccoli blocchi in legno rivestiti generalmente in feltro, azionati dalla pressione dei tasti, che producono il
suono percuotendo le corde; o appena la corda viene colpita dal martelletto,questo torna nella sua posizione
iniziale,permettendo così alla corda di vibrare; o quando il tasto viene rilasciato entrano in funzione gli
smorzatori.
· Gli smorzatori
blocchetti di legno rivestiti in feltro che hanno la funzione di soffocare la vibrazione di una corda.
· Lo scappamento
è un meccanismo che permette al martelletto di tornare alla sua posizione iniziale, dopo aver percosso la
corda, mentre il tasto è ancora abbassato;
o generalmente nei pianoforti a coda esiste il "doppio scappamento", un sistema che
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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
permette di ottenere la ripetizione di una stessa nota a distanza ravvicinatapremendo lo stesso tasto due
volte senza che questo si rialzi del tutto.
. I pedali
I pianoforti possiedono due o tre pedali, a seconda del costruttore e dell'epoca di
costruzione.
· Essi sono leve poste in basso centralmente, azionabili con i piedi.
La loro funzione consiste nel modificare il timbro sonoro dello strumento in vari modi.
Si distinguono i seguenti tipi di pedale:
· Di risonanza (normalmente a destra)
o Questo pedale solleva contemporaneamente tutti gli smorzatori.
o Di conseguenza, le corde continuano a vibrare anche dopo il rilascio del tasto,
finché il suono non si spegne naturalmente.
· Una corda (normalmente a sinistra)
o Nei pianoforti a coda questo pedale sposta leggermente tutta la tastiera e la
martelliera verso la destra dell'esecutore.
o In tal modo il martelletto azionato dalla pressione del tasto colpisce solamente una
o due corde delle tre che sono associate a ogni tasto
o L'effetto è quello di produrre un suono più flebile, ovattato e intimo, adatto a creare
particolari atmosfere sonore.
o Nei pianoforti verticali il medesimo effetto (con risultato molto meno caratterizzato)
viene ottenuto avvicinando i martelletti alle corde, e accorciando in tal modo il percorso che il martelletto
compie per raggiungere la corda.
· Tonale (al centro, nei pianoforti a coda)
o Il pedale tonale, presente in alcuni modelli di pianoforte a coda, deve essere
azionato successivamente alla pressione di un tasto o di un gruppo di tasti.
o È in sostanza un pedale di risonanza che agisce solo per un gruppo limitato di tasti,
quelli premuti immediatamente prima all'azione del pedale; gli altri non saranno interessati dalla sua azione.
· Sordina (al centro, nei pianoforti verticali)
295
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
o La sordina è un pedale che aziona una leva, attraverso la quale viene interposto tra
le corde e i martelletti un lungo panno di feltro. Il suono così ottenuto è piuttosto
attutito.
Tipi di pianoforte
Esistono diversi tipi di pianoforte:
· Orizzontale (a coda);
o Esistono modelli di lunghezza variabile dai 145 ai 308 centimetri.
o Producono, in ordine crescente, suoni qualitativamente sempre migliori a causa
dell'ampiezza sempre maggiore della cassa armonica e della lunghezza delle corde.
o Il pianoforte a coda è usato principalmente per concerti ed esibizioni.
· Verticale:
o è disposto verticalmente, così come la sua tavola armonica e le corde che stanno
dietro alla tastiera
o La sua altezza oscilla tra i 100 e i 130 centimetri.
o È usato principalmente per lo studio.
· Digitale:
o E’ uno strumento integralmente elettronico, particolarmente mirato però a
riprodurre le sonorità ed il tocco del pianoforte acustico.
o Rappresenta così un compromesso tra il pianoforte vero e proprio e gli strumenti
elettronici a tastiera, normalmente assai lontani dalle possibilità espressive e dal
mondo artistico del pianoforte. .
o Attraverso la connessione MIDI offre la possibilità di collegamento ad altri strumenti
elettronici e a personal computer.
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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Pianoforte digitale
Il pianoforte digitale è uno strumento integralmente elettronico, particolarmente mirato però a riprodurre le
sonorità ed il tocco del pianoforte acustico. Rappresenta così un compromesso tra il pianoforte vero e
proprio e gli strumenti elettronici a tastiera, normalmente assai lontani dalle possibilità espressive e dal
mondo artistico del pianoforte. Di dimensioni decisamente più ridotte dell'omologo tradizionale, è
particolarmente indicato per chi abbia necessità di trasporti frequenti o di fare uso della cuffia. Non avendo
bisogno di accordatura, spesso viene anche scelto per la collocazione in località isolate (esempio classico, le
seconde case). L'uscita MIDI offre la possibilità di connessione ad altri strumenti elettronici e a personal
computer.
Funzionamento
I primi pianoforti digitali erano di fatto dei lettori di campioni: il cuore del sistema era costituito da un
generatore sonoro capace di leggere dalla propria memoria le registrazioni audio digitali delle singole note e
di riprodurle non appena venisse premuto il tasto relativo, con ampiezza proporzionale alla velocità di
pressione del tasto.
I moderni pianoforti digitali sono notevolmente più complessi: l'emulazione del pianoforte acustico è
ottenuta sempre partendo da un database di campioni contenuto in una memoria, ma la generazione del
timbro è ottenuta facendo largo ricorso ai "modelli fisici", per creare componenti accessorie del timbro
quali il rumore del martelletto, lo smorzamento della corda mediante sordino al rilascio, la risonanza
simpatetica delle corde libere quando è premuto il pedale del sostegno, il cambiamento del contenuto
armonico al ribattuto, ecc..
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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Lo strumento così concepito, pertanto, non è più un semplice generatore o riproduttore di singole note, bensì
un sistema in grado di ricostruire una sensazione acustica complessa; rispetto ad uno strumento di vecchia
concezione, che originava il suono a partire da forme d'onda elementari o da campioni registrati,
arricchendoli in seguito di effetti, il pianoforte a modelli fisici viene sviluppato considerando nell'analisi tutte
le componenti che dovranno essere coinvolte.
Il numero massimo di note che un pianoforte digitale è in grado di riprodurre simultaneamente viene detto
polifonia. C'è da distinguere sempre fra la polifonia reale e quella teorica di un pianoforte digitale. Nei primi
modelli, che sfruttavano campionamenti mono, la polifonia reale e quella teorica coincidevano. Oggi si
preferisce campionare il pianoforte in stereo, cioè con due campioni distinti e sincronizzati per il canale
destro e quello sinistro. In tale caso ad ogni nota suonata corrisponde l'esecuzione di due campioni, e quindi
la polifonia utile è la metà di quella teorica.
Caratteristiche
Nella maggior parte dei casi, la memoria interna (wavetable) dei pianoforti digitali contiene pochi campioni
per ciascuna nota, corrispondenti a quattro diversi livelli della dinamica (ad es. pianissimo, piano, mezzo
forte, forte).
Da questi quattro campioni si ottengono, attraverso un processo di interpolazione che modifica l'inviluppo
della forma d'onda, i 128 diversi livelli di dinamica previsti dal sistema MIDI. Naturalmente, ad un numero
maggiore di campioni per ciascuna nota corrisponde una maggiore fedeltà del suono.
Lo sforzo dei produttori si concentra quindi nell'aumento della capacità della memoria interna (per avere
campioni di qualità più alta) e nell'aumento del numero delle voci di polifonia. Un numero più alto di voci di
polifonia rende infatti possibile un uso naturale del pedale destro, che prevede la risonanza di tutte le corde;
inoltre un valore elevato di polifonia permette l'adozione di campioni stereofonici (ogni singolo campione
richiede due voci di polifonia) e una resa acustica molto più realistica.
Oltre a uscite MIDI presenti in questo strumento si hanno anche un'uscita per Memory Card, un'uscita Jack
per le cuffie, un'uscita doppia per i cavi collegabili ad amplificatori ed infine un'eventuale uscita, presente
solo in alcuni modelli, per collegare un pedale che amplifica il suono e lo rende continuo; così viene a crearsi
la stessa amplificazione del pianoforte.
La tastiera
Il pianoforte digitale è dotato di una tastiera pesata il cui funzionamento imita quello della meccanica di un
pianoforte acustico tradizionale. I modelli più economici utilizzano tasti di plastica e un sistema di molle che
cerca di approssimare la risposta dinamica di un tasto a martelletti, con esiti non sempre all'altezza. I
modelli più perfezionati hanno tasti in legno e una meccanica a martelletti in miniatura, ma mentre nel
pianoforte acustico i martelli servono a percuotere le corde e quindi a produrre il suono, nel pianoforte
digitale i martelli servono solo a simulare il peso e l'inerzia naturale del tasto. Ne consegue che, mentre nel
pianoforte acustico i martelli (di legno ricoperto di feltro) sono montati immediatamente al di sotto della
cordiera, nel pianoforte digitale ogni martello (realizzato in metallo) è contenuto nella cavità corrispondente
a ciascun tasto.
Sebbene i modelli più avanzati ottengano risultati di tutto rispetto, la maggior parte dei pianisti considera la
sensazione data da una tastiera tradizionale (specialmente se di pianoforti a coda, ma anche di buoni
pianoforti verticali) di gran lunga più soddisfacente.
Inoltre negli strumenti più sofisticati è stato recentemente introdotto l'utilizzo dell'avorio sintetico che
ricoprendo il tasto dona una particolare porosità. In ogni caso, soprattutto nei nuovi pianoforti, si ottengono
dei risultati molto soddisfacenti
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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Sistema di amplificazione
Il vero tallone d'achille di un'emulazione digitale di un pianoforte acustico è proprio nella fase finale di
generazione del suono, nel sistema di amplificazione e diffusione.
Un pianoforte tradizionale (verticale o a coda) ha delle proprie peculiarità nella produzione e diffusione del
suono che rendono lo strumento reale davvero molto difficile da emulare in senso stretto. Basti pensare che
il rumore della percussione del martello avviene in un punto sulla corda, il rumore dei leveraggi del tasto
avviene in un altro punto sulla tastiera, il suono della corda avviene facendo risuonare arpa e mobile, ecc ...
Questi fenomeni creano una "spazialità" nel suono che è praticamente impossibile da ricreare con una
coppia di diffusori stereo. Molti produttori (specialmente nei modelli di punta a coda) ricorrono a complessi
sistemi di multiamplificazione e linee di ritardo e spostamento di fase che consentano di ricreare nel punto di
ascolto privilegiato (quello del pianista) una buona verosimiglianza con il piano acustico.
Va comunque rilevato che l'amplificazione è condizionante solo nel momento in cui l'esecuzione avviene dal
vivo. Per esecuzioni destinate alla registrazione le considerazioni che vanno fatte sono quasi opposte, tanto
che in moltissime produzioni di basso e medio livello si tende a preferire la registrazione di un pianoforte
digitale alla (complessa e costosa) ripresa di un vero pianoforte acustico (che deve essere di buona qualità,
perfettamente accordato, suonato senza possibilità di editing MIDI successivamente, ecc.). La presenza di un
sistema integrato di amplificazione del suono permette ai produttori l'inserimento (sui modelli di fascia
medio-alta) di ingressi microfonici, attraverso i quali è possibile amplificare la voce di un eventuale solista o
il segnale di una chitarra acustica; il segnale mixato può essere catturato dall'uscita linea del pianoforte
digitale e inciso attraverso un comune apparecchio di registrazione.
È anche per questo che i pianoforti digitali a generatori elementari o a campioni (precedenti quindi alla
tecnologia a modelli fisici) sono dotati di unità effetti in grado di processare il segnale interno e il segnale
ausiliario attraverso una serie di algoritmi matematici che riproducono gli effetti di riverbero, eco, flanger,
chorus etc.
Recentemente si stanno facendo passi da gigante, puntando molto sull'amplificazione. Per esempio molte
case hanno prodotto pianoforti digitali dotati della coda: qui viene generato il suono, analogamente a quanto
succede nei piani acustici, migliorandone la resa.
Physical modeling (modelli fisici)
Come detto più sopra, la generazione a modelli fisici analizza il suono originale nella sua complessità e non
nelle sole componenti elementari, permettendo di ottenere una riproduzione (è più corretto parlare di una
ri-generazione) del suono con le modalità del progetto. In altre parole, laddove per un pianoforte
campionato si può scegliere se includere il riverbero del locale nel quale i campioni sono stati registrati,
oppure arricchire il suono con un modulo separato di riverbero digitale, un pianoforte a modelli fisici
disporrà già della struttura sonora delle corde percosse, della vibrazione di altre componenti dello
strumento, dei riflessi acustici della cassa del piano e così via e non necessiterà quindi di post-trattamento
del segnale.
Avendo poi a disposizione detti modelli, il pianoforte a modelli fisici potrà consentire un certo margine di
modifica del suono prodotto, in cui il musicista potrà impartire ad esempio una arbitraria profondità della
cassa, uno smorzamento dato da un particolare tipo di trattamento del legno e altri dettagli, estremamente
complessi quando non impossibili da realizzare, se simulati in modo tradizionale.
299
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Tastiera elettronica
La tastiera è uno strumento musicale elettronico in grado di riprodurre i timbri di molti strumenti musicali
attraverso un sintetizzatore, azionato mediante la pressione di tasti, analoghi a quelli del pianoforte. Spesso
è munita di altoparlanti interni, mentre alcuni modelli necessitano di essere collegati a cuffie o amplificatori
esterni.
Le tastiere odierne
Nelle tastiere odierne la qualità dei timbri degli strumenti è aumentata enormemente. Per favorire
l'interoperabilità fra diversi sintetizzatori (anche non a tastiera) gli strumenti sono poi stati organizzati
secondo lo standard general MIDI. Molte tastiere dispongono di un lettore di dischetti per leggere i file midi.
Questo standard presenta tuttavia delle limitazioni, a cui Roland e Yamaha hanno ovviato creando nuovi
standard, rispettivamente il General Standard (GS) e l'Extended General MIDI (XG), implementati nei loro
strumenti.
Keyboard velocity
Poiché lo strumento è elettronico ogni pressione del tasto invia un segnale al sintetizzatore. Ogni segnale
comprende le proprietà del suono, come ad esempio di che nota si tratta o lo strumento che la deve suonare.
La proprietà che regola l'intensità del suono si chiama keyboard velocity. Nelle tastiere di fascia medio-alta
un sistema misura in quanto tempo il tasto raggiunge la posizione più bassa; tanto più in fretta, e quindi con
forza, è premuto il tasto, tanto più il suono sarà forte. Inoltre in alcune tastiere, oltre a cambiare il volume
del suono, a seconda della forza/velocità con cui il tasto viene premuto, abbiamo anche un cambiamento del
timbro dell'effetto. Il keyboard velocity può essere attivato o disattivato e, talvolta, è possibile regolargli la
sensibilità così da adattarlo alle esigenze del suono e del musicista. Ora il sintetizzatore viene integrato
all'interno delle tastiere, così da dare più possibilità di suoni al musicista.
300
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Effetti
L'elettronica permette di applicare degli effetti al suono prodotto. I più comuni sono:
 Riverbero
 Chorus
 Flanger
 Tremolo
 Pitch shift
Funzioni speciali
Spesso le tastiere più ricche permettono di suddividere i tasti assegnando a due ottave a sinistra una
funzione di accompagnamento e alle altre la parte solista. L'accompagnamento può consistere
nell'assegnazione alle ottave apposite di uno strumento come organo o archi o addirittura di un
arrangiamento automatico creato al momento in base agli accordi suonati con la mano sinistra. Gli strumenti
di quest'ultimo tipo sono anche detti arranger.
Chitarra
301
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Visione del cartone animato:
Disney – Lilly e il Vagabondo (Bella notte) - Dolce sognar
Tom e Jerry - episodio 54
Disney -Topolino - Vacanze Hawaiane
Visione e Ascolto di pezzi per Chitarra:
Ascolto: studio N°5 Op.48 (Giuliani)
Ascolto: Andante e Rondò n.2 OP.2 (Aguado)
Ascolto: Sevillana (Turina)
Ascolto: Notturno Op. 19( Regondi)
Ascolto: OP. 60 N° 1 (Carcassi)
Ascolto: Capricio arabo (Tarrega)
Ascolto: Studio N° 7 (Villa-Lobos)
Ascotto: Asturias (Isaac Albeniz)
Ascolto: Prelude no. 2 (Ponce)
Ascolto: Op. 6 No. 8 (Sor)
Ascolto: Sonata Op. 15, 1° Tempo (Giuliani)
Ascolto: Capriccio 24 (Paganini )
Ascolto: Sonata Clasica 1° tempo, Allegro (Ponce)
Ascolto: Don’t Cry ( Gunsn’ Roses)
Ascolto: Come sei bella (Massimo Di Cataldo)
Ascolto:Più bella cose di te ( Eros Ramazzotti)
Ascolto: Jazz- Night and day(Cole Porter)
Ascolto: Jazz- Autumn Leaves (Joseph Kosma)
Ascolto: Paranoid Android ( Radiohead)
Ascolto: Ironic ( Alanis Morissette)
Ascolto: I Would Be Goood ( Alanis Morissette)
Ascolto: High & Dry (Radiohead)
Ascolto:Utopia ( Alanis Morissette)
Ascolto: Wish you Here ( Pink Floyd)
Ascolto: Stairway to heaven ( Led Zeppelin)
Video: Tommy Emmanueel- medley ( Beatheles)
Video: Don’ t let me down ( Beatheles)
Video: Blues ( Barney Kessel)
Video: Summertime ( Geoge Gershwin)
Video: Bossa nova ( Dominic Miller)
Video: Stop ( Joe Bonamassa)
Video: Andres Segovia - Fandanguillo ( Turina)
Video: Mauro Giuliani, Op.71, Andantino Sostenuto
Video: Duo Pianoforte e chitarra - Vivaldi
Video: La Città Vecchia- Fabrizio De André
Video: Jazz Concert - Live in Piazza delle Erbe – Verona
Video: Blues Deluxe- Joe Bonamassa
Immagini: ( Allagato C)
302
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
La chitarra è uno strumento musicale cordofono, che viene suonato con i polpastrelli, con le unghie o con un
plettro.
Il suono è generato dalla vibrazione delle corde, che sono tese al di sopra del piano armonico che, a sua
volta, poggia sulla cassa armonica che amplifica il suono. Le corde sono tese tra il tira corde, fissato sul
ponticello, ed il capotasto, essendo fissate tra il ponticello e le meccaniche poste sulla paletta. Sul manico, la
tastiera consente di accorciare la lunghezza della parte di corda vibrante e di suonare la nota o le note
desiderate premendo la corda stessa appena dietro il rispettivo tasto.
La chitarra ha origine non dal liuto, al contrario di quanto alcuni suppongono erroneamente, ma dalla
chitarra barocca.
La chitarra di tipo spagnolo o andaluso ha sei corde, ma spesso esistono delle variazioni, ad esempio in
Brasile è in uso un tipo di chitarra a 7 corde. Un'altra variazione comune è la chitarra a dodici corde, che
però porta la medesima accordatura replicata in ottava da corde accoppiate più sottili. L'accordatura più
comune, nota come accordatura spagnola, è Mi-Si-Sol-Re-La-Mi dalla corda più acuta alla più grave. Questa
accordatura, in cui l'intervallo tra due corde adiacenti è di una quarta giusta (tranne che tra seconda e terza
corda, che distano di una terza maggiore), si è imposta per ragioni storiche e per la sua praticità nel
formare accordi mediante posizioni della mano sinistra non complicatissime. Esistono anche accordature
alternative, ad esempio l'accordatura sarda, in cui le corde a vuoto suonano un Do maggiore, e le
accordature aperte. Queste accordature vengono usate in alcuni particolari generi musicali. Inoltre molti
compositori prescrivono particolari accordature per l'esecuzione di singoli brani.
Di solito la mano sinistra preme le corde sul manico, mentre la destra pizzica le corde facendole vibrare.
Esistono tuttavia esempi di chitarristi che tengono il manico con la mano destra; alcuni di questi scelgono di
non invertire nemmeno l'ordine delle corde.
Tipi di chitarre
Una prima divisione tra le chitarre riguarda il diapason, cioè la distanza tra capotasto e ponticello; vi sono
infatti
tipi
di
chitarre
dette
3/4,
1/2,
baritono,
tenore,
etc.
Va, in ogni caso, tenuto presente che anche tra le chitarre di taglia normale (4/4) il diapason presenta una
certa variabilità: ad esempio, nell'ambito delle chitarre classiche di attuale produzione il diapason standard
misura 650 mm, ma spesso i modelli di livello medio-alto od alto si possono ottenere, in alternativa, con
diapason più lungo o più corto: 664 mm (p.es.: José Ramírez); 660, 640, 630 mm (p.es.: Manuel Contreras II);
660 o 640 (p.es.: Kohno/Sakurai); 655 mm; ecc.
Le chitarre possono essere suddivise innanzitutto in due categorie, a seconda del modo in cui viene
amplificato il suono delle corde in vibrazione:
 acustiche, con un corpo vuoto a formare la cassa armonica, quando è principalmente prevista una
amplificazione che sfrutti le naturali proprietà della fisica del suono, secondo un tipo di
amplificazione che potremmo definirre meccanico;
 elettriche, con un corpo pieno e solido, e manico rinforzato da un'anima (in genere d'acciaio,
chiamata truss rod), poiché sono munite di corde metalliche; è necessario l'ausilio di una
amplificazione elettrica, tramite collegamento a una cassa acustica o a un amplificatore che
funzionano a corrente elettrica; il suono acustico di una chitarra elettrica a corpo solido è molto
debole e poco percepibile, data l'assenza di cassa di risonanza; è usata massicciamente nel blues,
nel rock and roll, nel country, nel jazz, nel jazz-rock, nella fusion, e nel metal.
Esistono inoltre vari ibridi:
303
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.




chitarre acustiche elettrificate (fatte per suonare anche acusticamente, ma che montano sistemi
elettronici per riprodurre il suono acustico anche attraverso un amplificatore e consentire quindi di
rendere il suono chiaro e udibile anche in grandi ambienti occupati da molte persone);
chitarre elettriche a "piezo" (il sistema di amplificazione utilizzato per riprodurre un suono che
assuma certe caratteristiche tipiche della chitarra folk):
chitarre elettroacustiche a "magnete" (il sistema di amplificazione tipico delle chitarre
elettriche);
chitarre "semiacustiche", con cassa di risonanza, amplificate tramite magnete, e con due "f",
come il violoncello, al posto della buca: il suono è principalmente elettrico, ma con delle dinamiche
che ricordano quelle di una chitarra acustica; storicamente il primo tipo di chitarra elettrica,
derivata dalle archtop acustiche degli anni venti; è il tipo di chitarra elettrica di solito preferito nel
jazz.
304
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
CHITARRA CLASSICA
La chitarra classica è un tipo di chitarra utilizzata per l'esecuzione di brani di musica classica o popolare
(come per esempio la musica latino-americana o il flamenco). La forma della chitarra classica che
conosciamo e usiamo oggi risale alla seconda metà dell'ottocento.

305
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Morfologia della chitarra
Le varie parti di una chitarra classica è composta da due parti principali:


Il manico, su cui si trova la tastiera, e che termina con la paletta che ospita le meccaniche per
l'intonazione;
La cassa di risonanza, con una grande buca centrale, che serve ad amplificare il suono prodotto
dalle corde.
La chitarra classica viene costruita con legni di diverso tipo per ogni parte del corpo. La tavola armonica
(quella che contiene la buca) è in legno di abete (picea abies), cedro (in realtà una conifera nord americana),
o sequoia. Al suo interno la tavola viene rinforzata con listelli di abete (cosiddetta incatenatura) secondo
l'esperienza del liutaio, sì che ad incatenature diverse corrispondono caratteristiche sonore diverse. La
disposizione delle catene a ventaglio già presente in alcune chitarre dei primi dell'Ottocento, fu perfezionata
dal liutaio spagnolo Torres. Le fasce ed il fondo sono costruite in varie essenze, di solito di legno duro e
compatto, a seconda del timbro che il liutaio vuole conferire. Molto ricercate sono le essenze di palissandro
(in particolare quello brasiliano), di mogano, cipresso, ebano makassar e di acero. Il manico è costruito con
legni poco sensibili all'umidità e poco propensi alla deformazione, in genere mogano o cedrella spagnola. La
tastiera è in ebano. Il ponte o ponticello cui si legano le corde può essere in palissandro, ebano, noce, o altre
essenze. Il capotasto e l'ossicino sono in osso o in avorio.
Oggi le corde sono fatte principalmente di nylon che conferisce al suono un timbro ovattato e dolce o di
materiali composti a base di carbonio o fibra di vetro con un timbro più nitido e brillante ed una maggiore
tenuta di suono, raramente di budello.
Le tre corde più sottili sono di nylon; le tre più grosse sono di nylon rivestito di metallo, o talvolta di seta
rivestita di metallo. In passato, le corde erano di budello di agnello. L'amplificazione è ottenuta per risonanza
dal corpo vuoto a forma di otto (la cassa armonica), mentre la tavola superiore è responsabile dello
spostamento d'aria. Il cavigliere (o paletta) è leggermente inclinato all'indietro. La chitarra classica si suona
da seduti, poggiando lo strumento sulla gamba sinistra, leggermente rialzata tramite un apposito
poggiapiede.
Si possono anche trovare chitarre classiche a spalla mancante (cosiddetto cutaway) per facilitare lo
306
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
spostamento nelle zone più alte della tastiera, ed amplificate, vale a dire munite di attacco jack per essere
collegate ad un amplificatore. Le chitarre flamenco sono molto simili per costruzione, hanno una protezione
di plastica trasparente sopra e sotto la buca (detta golpeador) per garantire l'integrità del sottile legno
della tavola armonica dai colpi con le dita caratteristici di questo stile (vedi golpe e rasgueados).
La tastiera
Stili musicali
La chitarra classica si può suonare in modi diversi: tramite l'uso delle dita o della mano in generale (il tipico
stile "classico"), oppure attraverso un plettro, usato correntemente nella musica moderna o di derivazione
afro-americana. Particolari effetti timbrici sono dovuti all'uso delle unghie della mano destra, al variare
dell'angolo di attacco delle dita sulle corde, all'uso percussivo della mano, al pizzicato ecc. Alcuni di tali
effetti provengono dalla tecnica chitarristica usata nel flamenco, ad esempio il rasgueado.
La chitarra classica è uno fra gli strumenti musicali più espressivi. Gran parte del repertorio esistente per
chitarra classica è scritto per strumento solista, per duo o, più raramente, per trio, quartetto o orchestra di
chitarre. A causa della scarsa potenza di suono, la chitarra classica trova rarissimo uso come parte di un
307
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
ensemble o di un'orchestra. Al contrario, la chitarra è stata impiegata come strumento solista con
orchestra.
Tra i vari autori che hanno scritto concerti per una o più chitarre e orchestra si ricordano: Ferdinando
Carulli, Mauro Giuliani (Concerti opp. 30, 36 e 70) Joaquín Rodrigo (Concierto de Aranjuez, Fantasía para un
gentilhombre, Concierto Madrigal), Mario Castelnuovo-Tedesco (Concerto in re op. 99, Concerto in Do op.
160, Concerto per due chitarre e orchestra op. 201), Angelo Gilardino (Leçons de Ténèbres, Concerto di
Novgorod, Concerto di Oliena), Stephen Dodgson.
Per quello che concerne i chitarristi compositori contemporanei, particolarmente attiva è la così detta
"scuola chitarristica romana" facente capo a Mario Gangi (Venti Studi, La Ronde Folle, Sonatina) e Carlo
Carfagna(Frammento, Ritorno a Citera, Scene Gentili, Orione). Fra gli epigoni di questa è da menzionare
Roberto Fabbri (Beyond, Croce del Sud, Broken lives, Hammam).
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Chitarra folk
Ha una cassa più grande della classica, ed un manico rinforzato con un'asta di ferro all'interno (detta truss
rod) per resistere alla maggiore tensione dovuta alle corde metalliche. Può essere impiegata in tutti i generi
moderni, come il folk, il blues, il rock, la fusion, nei balli tradizionali (es.: country), eccetera. Le corde
metalliche conferiscono un suono brillante e pulito. Esistono versioni con spalla mancante (cutaway) per
consentire un migliore accesso ai tasti delle note più alte, e versioni elettrificate per amplificare il suono
direttamente senza l'ausilio di microfono esterno.
Appartiene a questo tipo la chitarra battente (o chitarra italiana).
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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Chitarra multi corde
Ibanez RG7321BK a 7 corde
Chitarre a sette o più corde
Una chitarra multicorde è una chitarra con più corde delle abituali 6, generalmente 7, 8, 10 o 12. La sua
invenzione è attribuita al chitarrista russo Andrei Sychra, il quale compose più di un centinaio di pezzi e
scrisse un metodo per la stessa. Viene utilizzata nel choro brasiliano e nel samba. Una chitarra a 7 corde è
una chitarra con sette corde al posto delle solite sei. Queste chitarre non sono comuni come quelle a sei
corde, ma una minoranza di chitarristi le utilizza da almeno 150 anni. Alcuni tipi di questi strumenti fanno
parte di specifiche culture (es. la chitarra russa e la chitarra da choro brasiliana).
Ci sono anche chitarre a otto, a dieci corde ed anche a 12 corde, anche se sono relativamente poco comuni.
La chitarra "spagnola", nel Settecento, fu a nove corde (quattro doppie e una singola nella parte alta detta
cantino).
Storia e costruzione
Nel periodo del Rinascimento le chitarre erano costruite con 4 paia di corde, chiamate cori. Col Barocco le
coppie arrivarono a 5 e usavano varie accordature. Durante l'ottavo secolo i cori divennero sei, fino a
quando non si decise di usare corde singole. Da qui partì il desiderio di costruire chitarre a più corde, come
quelle a sette corde.
Le corde in più erano aggiunte in genere per estendere la capacità dei bassi delle chitarre. Erano aggiunti in
due modi differenti: il primo e il più comune era quello di incrementare la grandezza della tastiera in modo
che la settima corda potesse essere controllata dalla mano sinistra (o destra per i mancini). Il secondo era
di lasciare la tastiera intatta e poggiare la settima corda vicino alla sesta.
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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Otto corde
Le chitarre classiche ad 8 corde sono generalmente accordate con due note basse in più
([fa#si]mi,la,re,sol,si,mi).
Una variazione comune è quella di aggiungere una nota più alta ed una più bassa. Anche qui, in linea generale,
la più alta è un La , mentre la più bassa un Si ([si]mi,la.re,sol,si,mi,[la]).
Paul Galbraith ed Alexander Vynograd sono due dei più celebri chitarristi ad 8 corde.
Nove corde
La chitarra cosiddetta "spagnola" a nove corde (quattro doppie e una singola nella parte alta, detta cantino)
fu uno strumento del Settecento.
Dieci corde
Ne esistono varie versioni del XIX secolo e una versione moderna, originariamente creata in collaborazione
tra Narciso Yepes e José Ramirez per rendere più facile l'esecuzione del repertorio rinascimentale e
barocco scritto originariamente per liuto.
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Chitarra decacorde
La chitarra decacorde è una tipologia di chitarra a dieci corde invece delle sei canoniche, con le quattro
corde aggiuntive usate per i toni gravi. Utilizzata per lo più per l'esecuzione di musica popolare, la sua
accordatura è, partendo dalla più acuta, Mi - Si - Sol - Re - Do - Si - La - Sol - Fa - Mi.
La Storia
Lo strumento nacque nel XIX secolo senza il tipico manico allargato, ma fu nel 1828 che Ferdinando Carulli
usò una chitarra con dieci corde e un manico più largo costruita dal liutaio René Lacôte. Nel Méthode
complete pour la décacorde nouvelle guitare op. 293 vi sono alcune suoi composizioni per questo strumento.
Sempre nello stesso periodo Johann Kaspar Mertz e Luigi Legnani adottarono una variante a otto corde. Nel
1964 nasce la prima chitarra a dieci corde moderna ad opera del liutaio spagnolo Jose Ramirez III in
collaborazione con il chitarrista Narciso Yepes.Jose Ramirez III è o era il liutaio che ha costruito la chitarra
decacorde moderna; Narciso Yepes era il grande chitarrista da lui contattato per provarla. Narciso Yepes
elaborò la tecnica dell'esecuzione su chitarra a 10 corde moderna; appena provata esclamò: "in quale
meraviglioso pasticcio mi son buttato".Influente esponente di questo strumento in Italia è Angelo Amato.
Dodici corde
La chitarra a 12 corde è un particolare tipo di chitarra in cui a ciascuna delle 6 corde usuali ne è affiancata
un'altra accordata all'ottava superiore, fatta eccezione per le prime due, accordate all'unisono.Il timbro di
questa chitarra è particolarmente pieno e si presta tipicamente al ruolo di accompagnamento, sebbene
esistano anche esempi di utilizzo solista. Un esempio, molto conosciuto dell'utilizzo di questo particolare tipo
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di chitarra, è rappresentato dalla sezione introduttiva di Wish You Were Here dei Pink Floyd, nella quale una
chitarra "12 corde" esegue la parte dell'accompagnamento, mentre una chitarra a 6 corde svolge il ruolo di
chitarra solista. Il primo a dare risalto alla 12 corde fu Huddie William Ledbetter, meglio noto come Leadbelly,
nel periodo 1930-1950, diventandone un virtuoso. Alcuni musicisti (un illustre esempio è il chitarrista
statunitense Leo Kottke, ma anche Jimmy Page), la usano quanto o più della chitarra a 6 corde; nel 1969
Kottke ha registrato un disco chiamato 6 & 12 String Guitar in cui dà ampio risalto a questo strumento. Tra i
contemporanei, Anthony Phillips, primo chitarrista dei Genesis, ha da sempre fatto un uso intenso di questo
strumento. Il suo album Twelve è interamente eseguito con la sola chitarra 12 corde.
Costruzione
Dal punto di vista costruttivo, la chitarra a 12 corde è pressoché identica a quella tradizionale: fanno
eccezione la "paletta" (o "cavigliere"), che deve ospitare un maggior numero di meccaniche. La chitarra è
provvista di truss rod inserita all'interno del manico, che, dovendo contrastare una trazione quasi doppia, è
costituito da una barra o due (chiamata a doppia azione). Esistono sia modelli acustici che elettrici.
Accordatura
L'accordatura, partendo dalla corda più sottile (MI cantino), è:
 1ª corda MI
 2ª corda MI
 3ª corda SI
 4ª corda SI
 5ª corda SOL
 6ª corda SOL (accordata all'ottava superiore)
 7ª corda RE
 8ª corda RE (accordata all'ottava superiore)
 9ª corda LA
 10ª corda LA (accordata all'ottava superiore)
 11ª corda MI
 12ª corda MI (accordata all'ottava superiore)
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Chitarra elettrica
La chitarra elettrica è un tipo di chitarra in cui la vibrazione delle corde viene rilevata da uno o più pick-up.
Il suono viene quindi prelevato all'uscita e convogliato in un amplificatore acustico affinché il suono dello
strumento sia reso udibile. Appartiene alla famiglia degli strumenti elettrofoni, ovvero quegli strumenti che
ottengono il suono attraverso l'utilizzo dell'elettricità.
Strutturazione
la chitarra elettrica è formata da:
 la paletta che contiene i tiranti, che appunto servono a tirare e allungare le corde;
 il manico su cui scorrono le 6 corde di metallo;
 la cassa armonica che è più sottile di quella della chitarra classica e che non ha la buca
 il ponte, che a volte "ospita" una leva che, azionata, muove il ponte stesso ottenendo il vibrato grazie
alla variazione di tensione delle corde;
 da uno o più pick-up che sono dei traduttori che trasformano le vibrazioni delle corde in segnali
elettrici.
Funzionamento
In una chitarra acustica il suono dipende dalla risonanza prodotta nella cassa cava dello strumento e indotta
dalle oscillazioni delle corde; la chitarra elettrica invece è uno strumento pieno e rigido per cui non c'è
alcuna risonanza della cassa. Le oscillazioni delle sei corde metalliche sono captate da un microfono
elettrico che invia segnali a un amplificatore e a un gruppo di altoparlanti. Il filo che collega lo strumento
all'amplificatore è arrotolato attorno a un piccolo magnete; il suo campo magnetico induce un polo nord e un
polo sud nella parte di corda metallica sopra il magnete, perciò questa parte della corda ha un proprio
campo magnetico. La corda, per suonare, viene fatta vibrare e il suo moto relativo alla spira cambia il flusso
del campo magnetico attraverso la spira stessa, inducendovi una corrente. Quando la corda oscilla
avvicinandosi e allontanandosi dalla spira, la corrente indotta cambia verso con la stessa frequenza delle
oscillazioni della corda, inviando così il segnale di frequenza dell'oscillazione all'amplificatore e
all'altoparlante.
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Tipi di chitarre
Solid body
Le più diffuse chitarre elettriche, le chitarre solid body, ossia letteralmente "corpo solido", non hanno una
cassa di risonanza, bensì un corpo di legno pieno (o, più raramente, di altri materiali quali resine sintetiche,
resine acriliche, plexiglass). La forma del corpo, il legno con cui è realizzato, ed il tipo di pick-up utilizzato
sono determinanti ai fini della resa sonora dello strumento.
Esistono tre principali tipi di solid body che differiscono a seconda di come il manico ed il corpo vengono
uniti: "Bolt-On Neck" ("manico avvitato"), cioè con manico avvitato al corpo (es: Fender Stratocaster), "Neck
Through Body" ("manico attraverso il corpo") cioè con manico che percorre l'intera lunghezza della chitarra,
corpo compreso (es: Ibanez RGT), e "Set-In-Neck" (o "Set-Neck") ("manico attaccato") cioè con manico
incollato al corpo della chitarra (es: Gibson Les Paul).
Le chitarre a manico avvitato sono caratterizzate da un suono generalmente più acuto, povero di frequenze
medie e scarso di bassi profondi. Questo sistema, oltre ad essere più economico, permette di effettuare
delle lavorazioni, compreso il cambio del manico, in maniera più semplice. Jimi Hendrix era noto
riassemblare le Fender Stratocaster che distruggeva durante i concerti recuperando pezzi sani da diverse
chitarre. Anche la famosa Blackie di Eric Clapton è il risultato di un corpo e un manico provenienti
originariamente da diverse chitarre.
Le chitarre con il manico passante nel corpo sono caratterizzate da un notevole sustain, da un buon
bilanciamento di suoni fra alti, medi e bassi, e da un perfetto allineamento manico-corpo. Secondo molti
risultano particolarmente "comode" da suonare, in quanto normalmente si ha un accesso molto più facile ai
tasti più vicini al corpo rispetto a strumenti in cui sono utilizzati gli altri due tipi di giunzione: per motivi
pratici non è possibile nelle chitarre con sistema bolt-on fissare il manico troppo esternamente al corpo
dello strumento (mentre in alcune chitarre con sistema set-in, il problema viene ovviato, ad esempio nella
Gibson SG). Ha come lato negativo l'impossibilità di agire sull'attacco manico-corpo e di sostituire il manico,
qualora fosse necessario; infatti spesso il manico, per garantire solidita', viene costituito da diverse parti di
legno incollate tra loro longitudinalmente, rispetto alla chitarra, e al suo interno vengono incollate delle
barre in fibra di carbonio (proprio per l'impossibilità di cambiare il manico in caso di rottura)
Le chitarre con il manico incollato al corpo hanno in linea di massima le caratteristiche positive, in termini di
sustain e bilanciamento delle frequenze, simili a quelle con il manico passante ma in queste chitarre risulta
possibile operare sul manico. Ovviamente, visto che il sistema è incollato, il lavoro dovrà comunque essere
fatto da un liutaio.
I legni principalmente utilizzati sono: per il primo tipo, ontano e tiglio per il corpo, acero per il manico,
eventuale ricopertura in palissandro per la tastiera; per il Neck Through, mogano per il corpo, frassino o
acero per il manico, palissandro per la tastiera; per il Set-Neck generalmente si utilizza mogano sia per il
corpo che per il manico, e palissandro per la tastiera. Esistono tuttavia numerosissimi modelli che usano
legni diversi da questi citati. Le chitarre costruite in Asia possono utilizzare legni locali, come l'agathis al
posto dell'ontano e il nato al posto del mogano, che hanno rese acustiche simili. Anche il PVC è stato
utilizzato per realizzare delle chitarre solid body, e più recentemente si stanno utilizzando materiali
compositi con sagomature interne per replicare la timbrica dei vari legni.
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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
(Buca ad "effe" in una Fender Telecaster Thin-line semi-hollow).
Semiacustiche
La chitarra semiacustica invece presenta una cassa di risonanza con due tradizionali fori di espansione a
forma di f posti ai lati delle corde, similmente ai fori presenti su altri strumenti a corda, come il violino.
Alcune chitarre semiacustiche presentano un foro (buca o rosa) tipico della chitarra classica, e sulla parte
laterale della cassa armonica sono posizionati la presa per il cavo e gli appositi controlli per regolare
volume, tono, equalizzazione ecc. Queste chitarre sono caratterizzate da un suono particolarmente dolce e
poco aggressivo (come molti modelli Gibson, Ibanez, ecc. utilizzati principalmente per il jazz), o molto
brillante e squillante (come i modelli Gretsch spesso usati nel rockabilly). La cassa vuota infatti non
permette, o rende molto difficile, gli effetti di distorsione a causa dell'effetto di risonanza delle vibrazioni
stesse della cassa che ritornano in maniera indesiderata nei pickup.
La ricerca di un compromesso tra le sonorità calde delle semiacustiche, e il migliore controllo delle
risonanze indesiderate agli alti volumi, ha dato origine a un sottotipo delle semiacustiche, le cosiddette
"semi-hollow". Queste chitarre adottano un corpo di minore spessore in cui, al posto di un'unica cassa, sono
presenti due casse di ridotta entità ai lati mentre la parte centrale del corpo è in legno pieno. Il primo e a
tutt'oggi più famoso modello semi-hollow è la Gibson ES-335.
Origini
La storia della chitarra elettrica inizia quando si avvertì l'esigenza di uno strumento che avesse alcune
caratteristiche proprie della chitarra (specialmente per quanto attiene alle modalità di esecuzione), ma che
potesse suonare insieme agli altri senza esserne sovrastato dal volume di suono. Con la nascita di orchestre
jazz e blues, ci si rese conto del problema della limitata amplificazione delle chitarre acustiche. Diversi
costruttori cercarono di ovviare al problema costruendo strumenti che consentissero un volume maggiore,
con una tonalità simile a quella della chitarra classica.
Lloyd Loar progettista alla Gibson dal 1920 al 1924 condusse i primi esperimenti mediante l'adozione di
rilevatori in prossimità delle corde. Il concetto di chitarra elettrica deve però molto alle intuizioni di Adolph
Rickenbacker, che nel 1931 realizzò il primo pick-up elettromagnetico (un dispositivo elettronico in grado di
trasformare le vibrazioni delle corde in impulsi di tipo elettrico) ed iniziò ad applicarlo ai normali strumenti
acustici, creando una chitarra hawaiana elettrica chiamata frying pan guitar in due modelli (A22 e A25).
Nel 1935 la Gibson inizia la produzione del modello ES 150, una chitarra con cassa di risonanza e aperture a
"f" sulla tavola e un unico pick-up. Il modello riscosse un grande successo. Finalmente la chitarra, grazie
all'amplificazione, poteva inserirsi meglio nelle formazioni del tempo, senza essere sovrastata dal volume
degli altri strumenti.
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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Evoluzione
Molti si cimentarono nella costruzione di chitarre elettriche, limitandosi di fatto ad amplificare il suono di
strumenti acustici. Se da una parte la presenza di una cassa armonica combinata ad un pick-up produceva
un suono pastoso e ricco di armoniche, dall'altra presentava una serie di svantaggi, tra cui il più fastidioso
era l'effetto noto come feedback acustico. La cassa dello strumento entrava in risonanza (effetto Larsen)
con il suono emesso dall'amplificatore, creando echi, armonici e fischi di difficile gestione. Col risultato di un
suono sgradevole di difficile definizione.
Nel 1937 Valentino Airoldi occupato come tecnico presso la centrale Siptel di Novara, iniziò ad armeggiare
con vecchi ricevitori telefonici fino a costruire un dispositivo costituito da una calamita e da due bobine. Nel
1937 piazzò quel rudimentale rilevatore su un manico di chitarra senza cassa, allacciò i capi delle bobine alla
presa "phono" della radio e dal cono si udì un suono. Il dispositivo fu poi applicato anche a un mandolino, con
i medesimi risultati. Esiste una fotografia che ritrae l'Airoldi che mostra una chitarra e un mandolino “solid
body” con la data del giornale –La Gazzetta della sera- del 29, 30 settembre 1937: per questo si può dire che
abbia anticipato i pur illustri colleghi d'oltreoceano. Questa invenzione non fu commercializzata né sfruttata
industrialmente e l'Airoldi si accontentò di continuare a suonare in osteria con gli amici.
Nel 1941 Les Paul crea per la Epiphone un prototipo, la The Log, che parzialmente limitava il problema del
feedback. Lo strumento è sostanzialmente una chitarra acustica attorno a un blocco di legno massiccio: la
prima chitarra semi solid. Questa idea fu ripresa e perfezionata dalla Gibson per il suo modello ES 335 TD.
Nel 1946 Paul Bigsby, estroso costruttore di motocicli passato a costruire chitarre, e Merle Travis, suo
amico, costruiscono una chitarra molto innovativa. Anche se prodotto in modo classico, lo strumento
presenta un corpo alto solo cinque centimetri, e un disegno molto originale sia del corpo stesso che della
paletta. Il corpo, grazie ad un'asimmetria del disegno attorno al manico, permette di raggiungere
agevolmente il ventesimo tasto, mentre la paletta monta chiavette per l'accordatura disposte solo sul lato
superiore. Si risolvono quasi completamente i problemi di risonanze indesiderate. Inoltre, Bigsby introdurrà
una ulteriore innovazione inventando un sistema che consente di agire sulla intonazione delle corde mediante
una leva la cui corsa è contrastata da una molla. Nasce così il ponte tremolo (da non confondere con l'effetto
tremolo, che è tutt'altra cosa).
Nel 1948 Leo Fender, tecnico progettista di amplificatori, dà una svolta definitiva e crea la Broadcaster, una
chitarra con due pick-up single coil miscelabili e con il corpo pieno in legno massiccio che annulla
completamente le risonanze indesiderate e aumenta il sustain delle corde, sviluppando il concetto di chitarra
solid body. La Broadcaster, costruita inizialmente solo per presentare i propri amplificatori, attinge a molte
delle innovazioni introdotte dalla chitarra di Bigsby e Travis, ma le fa sue migliorandole notevolmente. Il
disegno del corpo e della paletta, anche se ispirato molto alla linea di Bigsby, è più sobrio e moderno, ma
soprattutto più razionale. Inoltre lo strumento di Leo Fender presenta un vantaggio fondamentale: le fasi di
costruzione e assemblaggio delle parti che compongono lo strumento sono molto semplificate. Questo si
traduce nella possibilità di automatizzare il processo di produzione e di conseguenza produrre gli strumenti
in serie, con costi notevolmente più contenuti. Il successo è enorme, tanto che la Broadcaster, divenuta poi
Telecaster, viene prodotta dalla Fender ancor oggi.
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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
(Particolare del ponte di una Stratocaster)
Nel 1953 Leo Fender crea la chitarra che diverrà nel tempo una pietra miliare del settore e più in generale
della musica rock/blues: la Stratocaster. Solid body come la precedente, ha però un design capace di
restare moderno nel corso dei decenni: il corpo, di minor spessore rispetto alla Telecaster, è smussato nella
parte posteriore per conferire un migliore confort. I pick-up, single coil, sono tre e sono montati su un
originalissimo battipenna sul quale sono alloggiati, oltre al selettore per scegliere il pick-up desiderato,
anche tre potenziometri: uno per regolare il volume e due di regolazione tono. Altro fattore di grande
importanza è la leva del tremolo, totalmente rivoluzionaria per quel tempo. A differenza delle altre dell'epoca
poste tra l'attaccatura delle corde e il ponte, questa è un tutt'uno con il ponte stesso, evitando fastidiose
scordature. Anche il ponte è innovativo, ogni corda appoggia su una sua "selletta" che dispone sia della
regolazione in altezza sia in lunghezza, permettendo un'intonazione perfetta e una distanza delle corde dalla
tastiera (action), personalizzabile. La Stratocaster viene ancora prodotta ininterrottamente dal 1953.
Oggetto di innumerevoli imitazioni e varianti, è ad oggi contemporaneamente un punto di partenza e il punto
di arrivo dell'evoluzione delle solid body. La Stratocaster è una chitarra molto apprezzata per la sua
versatilità, utilizzata intensivamente sia nel rock, sia in altri generi. L'unica chitarra che ha potuto
"competere" in termini di importanza e notorietà è la Gibson modello Les Paul del 1952. Stilisticamente degna
della "rivale", si avvicina di più al disegno di Bigsby-Travis, ma ha forme più fluide e meno spigolose.
Caratteristica saliente è l'uso di due pick-up humbucker, più potenti dei single coil e dalla timbrica più
"nasale". Le regolazioni di tono e volume sono affidate ad una coppia di potenziometri e ad un selettore per
miscelare il suono dei due pick-up. Il ponte non ha la leva del vibrato, la regolazione dell'action delle corde
avviene con due ghiere poste ai lati che sollevano o abbassano tutte e sei le corde contemporaneamente.
L'intonazione invece può essere regolata singolarmente corda per corda. Lo strumento è rimasto
sostanzialmente immutato rispetto alle intuizioni di Leo Fender e Les Paul, lo sviluppo attuale verte
principalmente sull'acquisizione e manipolazione del suono da parte dei pick-up. Il bisogno di dialogare con
interfacce digitali come il MIDI ha portato alla creazione di pick-up esafonici e convertitori analogico-digitali
in grado di tradurre il segnale analogico in segnale digitale con accuratezza. Ottenuto un segnale in forma
digitale lo si può immettere in un generatore di suoni campionati (expander) per avere a disposizione una
varietà strumentale virtualmente infinita. Quest'utilizzo dello strumento è però oggetto di critiche da parte di
chi vede gli expander e i campionatori come strumenti che, permettendo la riproduzione di qualsiasi tipo di
strumento registrato in precedenza, snaturalizzano e avviliscono le peculiarità tipiche della chitarra.
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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
(Il pickup esafonico della chitarra elettrica midi CASIO MG-510 (quello più vicino al ponte).
Qualità
La qualità di una chitarra elettrica è data da molti parametri. Innanzitutto se la chitarra è stata fatta a mano
o è un prodotto in serie. Nel primo caso incide molto sulla qualità anche la capacità del liutaio che la crea.
In secondo luogo la scelta dei materiali è molto importante sia per quanto riguarda il corpo, sia per quanto
riguarda tastiera e manico: più il legno è pregiato e privo di nodi più la qualità dello strumento aumenta. I due
legni più diffusi nella realizzazione delle tastiere delle chitarre elettriche sono il palissandro e l'acero, per il
corpo l'ontano e il mogano, per il manico acero e il legno d'ebano. Tuttavia oggi si stanno utilizzando nuovi
materiali per la produzione del corpo come il plexiglas. Inoltre è importante il fatto che il corpo sia costruito
con un solo pezzo e non con più parti incollate tra loro (tipico delle versioni economiche).
Un altro fattore che incide sulla qualità dello strumento sono la qualità dei componenti tecnici aggiunti, il
ponte utilizzato, la presenza di un bloccacorde o di un tremolo di qualità nonché le meccaniche e le
elettroniche come i pick up di qualità come già detto e la precisione delle componenti che regolano il suono e
i volumi.
Tra gli altri fattori che determinano la qualità ci sono anche l'equilibratura (capacità dello strumento di
tenere una posizione comoda una volta indossata) e la verniciatura. Tra le più famose c'è quella della Fender
USA, con la fascia più esterna nera che va a sfumare verso colori lignei verso il centro (colorazione
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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
chiamata "sunburst") colorazione che ha però un costo più elevato di quelle mono colore prive di sfumature
e lavorazioni varie.
Distorsione e altri effetti
(Moonlander, Lee Ranaldo, Sonic Youth, Yuri Landman, 2007)
Al suono prodotto dalla chitarra elettrica vengono spesso applicati effetti che modificano il suono e lo
rendono più adatto al genere musicale eseguito o al tipo di composizione. Fra questi l'overdrive, la
distorsione, e il fuzz, molto apprezzati nel rock, nella pop music. Spesso ai precedenti si associa il pedale
wah-wah, molto in voga negli anni 70-80. Fra gli altri effetti applicati con successo alla chitarra elettrica, si
possono citare delay, riverbero, chorus, flanger, phaser, octaver, pitch shifter, tremolo che vanno inseriti
quasi esclusivamente nel "Loop Effetti" dell'amplificatore (il "Loop Effetti" o la "Mandata e Ritorno" si colloca
tra preamplificatore e finale di potenza); questi tipi di effetti sono sconsigliati in una mandata e ritorno di
tipo "seriale", sono altrettanto consigliati se il proprio amplificatore dispone di una mandata e ritorno in
"Parallelo". Anche alcuni processori dinamici come il compressore e il noise-gate vengono applicati al
segnale della chitarra per modificare l'inviluppo del suono. L'utilizzo dei pedali al fine di effettare il suono è
una scelta strettamente correlata con lo stile del chitarrista in questione. Così come Jimi Hendrix usava
molto nelle sue esecuzioni il wah-wah e il Dallas Arbiter Fuzz Face, David Gilmour in alcuni periodi ha fatto
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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
uso dello stesso Fuzz Face o del Big Muff modello Ram's Head, o Triangle, abbinandolo a particolari scelte
nell'uso di delay dapprima a nastro come il Binson Echorec e poi digitali come l'MXR Digital Delay, il TC2290
prodotto dalla TC Electronics o il Tape Echo Simulator (T.E.S.) costruito da Pete Cornish a partire dal circuito
del Boss DD2.
Tecniche
Nonostante la presenza di un gran numero di effetti dei più svariati tipi, l'abilità del chitarrista resta
l'elemento più importante nell'esecuzione delle varie tecniche, divenute nel corso del tempo parte integrante
dell'istruzione musicale di coloro che si avvicinano a questo strumento. Fra le tecniche più famose e comuni
vi sono: il bending, il vibrato, lo slide, il palm mute, il legato, hammer on e pull off, il tapping, gli armonici
naturali e artificiali e lo sweep-picking.
Marchi principali
Uno dei marchi principali sul mercato è sicuramente Fender costruttrice di bassi e chitarre elettriche sin
dagli anni cinquanta; dopo essere stata sull'orlo del fallimento negli anni ottanta ora produce 2000 chitarre
al giorno. La Fender Musical Instrument Corporation possiede inoltre altri marchi di chitarre come Gretsch,
Guild e Jackson Guitars.
Le chitarre Fender, principalmente i modelli Stratocaster e Telecaster, sono utilizzate praticamente in ogni
stile, dal surf anni cinquanta, al country, al blues, al classico rock anni sessanta e all'heavy metal, come Dave
Murray. Fender è ormai un simbolo della musica rock rimasto quasi inalterato anche negli anni settanta,
ottanta e novanta. In questi ultimi anni molti chitarristi Indie, o in cerca di sonorità nuove, utilizzano spesso
modelli di Fender ritenuti "minori" quali Jazzmaster, Jaguar e altri. Utilizzata in maniera minore nel jazz, in
cui si preferiscono spesso modelli semiacustici. In particolare, il suo modello di punta, Stratocaster
introdusse una serie di importanti innovazioni, tanto che alcuni la considerano la chitarra più influente mai
prodotta. Molti chitarristi come Jimi Hendrix, Eric Clapton o John Mayer utlilizzano infatti chitarre Fender,
per lo più Stratocaster. Sia di Mayer che di Clapton sono in vendita copie delle chitarre da loro usate
(Stratocaster) su cui è stampata la loro firma.
Concorrente diretta di Fender è Gibson, marca che produce chitarre largamente utilizzate in tutti i generi,
dal jazz (in cui è da sempre leader), al blues, ai generi più duri come ad esempio l'hard rock (AC/DC e Slash).
Caratteristica principale di queste chitarre è soprattutto l'utilizzo dei pickup humbucker e di legni
particolarmente pesanti. I modelli principali "solid body" della Gibson sono la Les Paul, la SG o "diavoletto", la
Flying V, la Explorer e la Firebird. Particolarmente noti sono anche alcuni modelli "hollow body" come la L-5 e
la ES-175 e "semi-hollow" come la ES 335. La Gibson è nota anche per molti modelli di chitarra acustica quale
le J45, la Hummingbird e altre.
Come Fender, anche Gibson ha acquisito altri marchi di chitarre. La Epiphone, ad esempio, è stata acquisita
dalla Gibson negli anni sessanta proprio per limitare la concorrenza. In questi ultimi anni Epiphone fabbrica
molti strumenti simili ai modelli Gibson ma in forma più economica. Si ricorda però che i Beatles hanno usato
spesso modelli Epiphone che in quegli anni erano strumenti di notevole qualità. Modello di punta Epiphone è la
Les Paul. Inoltre Epiphone continua a produrre modelli originali di chitarra di propria iniziativa, come la
celebre Casino o la Epiphone Wilshire.
Un'altra marca molto apprezzata è la Paul Reed Smith(abbreviata spesso in PRS), con un sound molto
versatile e adatto a numerosi generi musicali (dal blues rock, fino al metal). PRS è un marchio in fondo molto
nuovo sul mercato ma è riuscita ad affermarsi ed a crearsi una nicchia di mercato molto interessante. Il
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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
chitarrista messicano Carlos Santana è stato forse il primo professionista ad usare chitarre PRS e a
portarle di fronte al grande pubblico.
Di notevole pregio sono anche la ESP Guitars, anch'essa produttrice di numerosi modelli, adatti soprattutto
ai generi più "estremi"; Ibanez marchio giapponese che produce molti modelli di chitarre, di tutti i livelli,
spesso utilizzate dai "virtuosi" o shredder (Steve Vai, Joe Satriani, ecc) ma produce anche chitarre adatte a
blues come ad esempio il modello George Benson.
Dean Guitars produce chitarre tradizionalmente utilizzate per il genere metal (Pantera, Gwar, Michael Angelo
Batio, Alter Bridge). Ma non solo, la Dean è nota anche per chitarre utilizzate da artisti che, seppure in
ambito hard rock, hanno radici più blues (ZZ Top). Con simili caratteristiche tecniche troviamo le BC Rich e la
Jackson, quest'ultima di proprietà della già citata Fender.
Ruolo della chitarra in un gruppo musicale
A seconda del ruolo che ha una chitarra in un gruppo musicale, si può distingure tra chitarra ritmica e
chitarra solista.
Chitarra ritmica
La chitarra ritmica (o chitarra di accompagnamento), specialmente nel rock, è la chitarra che si suona per
accompagnare armonicamente e dare ritmo a un brano: in questo senso il suono non risalta in maniera
particolare.
Più in generale, la chitarra ritmica viene contrapposta alla chitarra solista, ma può indicare anche solo la
funzione ricoperta da uno strumento: spesso infatti, in realtà, i due ruoli all'interno di un gruppo vengono
ricoperti da una sola persona. Nel caso che nel gruppo ci siano invece due chitarre, di solito un chitarrista
esegue solamente la sezione ritmica, mentre l'altro si concentra sia su quest'ultima sia sugli assoli.
Al contrario di quello che si può pensare, suonare la chitarra ritmica non è molto più facile che farlo con la
chitarra solista, infatti questo strumento da un'impronta fondamentale al "sound" di una canzone.
Molte band presentano una sola chitarra, quali Led Zeppelin, U2, Bon Jovi, Queen, Pink Floyd, Red Hot Chili
Peppers, Green Day, Blink 182 solo per citarne alcuni. Presentano (o
presentavano) invece nella formazione più di una chitarra gruppi come Scorpions, Aerosmith, Beatles, Guns
N' Roses, Kiss, Clash o Rolling Stones e addirittura gli Iron Maiden, che presentano tre chitarre simultanee.
Va inoltre sottolineato che, il più delle volte, il ritmo della chitarra differisce sia da quello della melodia sia da
quello dato dalle percussioni.
Chitarra solista
La chitarra solista è invece la chitarra che ha la funzione di sostituire, anziché accompagnare, la voce per la
durata di una strofa (il cosiddetto assolo); potendo andare oltre l'estensione vocale viene utilizzata quindi
per variarne e arricchirne la melodia.
È utilizzata in alcuni gruppi in aggiunta alla chitarra di accompagnamento: infatti se la chitarra
d'accompagnamento dovesse interrompere un giro di accordi per iniziare un assolo, sarebbe difficile non
notare un istante di stacco; tuttavia in alcuni gruppi con molta esperienza ciò non accade, ovvero il
chitarrista di accompagnamento esegue anche assoli, lasciando temporaneamente la parte ritmica al basso
e/o al pianoforte.
322
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Storia della chitarra
Prima dell’invenzione della moderna chitarra elettrica, la chitarra era definita come “uno strumento
musicale a corde, dotato di un lungo manico su cui si trova la tastiera e una cassa armonica in legno con
i lati generalmente ricurvi”.
Strumenti simili alla chitarra esistono da almeno 5000 anni, ma la chitarra a sei corde, meglio conosciuta
come chitarra classica, apparve per la prima volta in Spagna come risultato di una lunga e complessa
storia e di diverse influenze culturali.
Come quasi tutti gli strumenti a corda europei, si può affermare con certezza che la chitarra è di derivazione
medio-orientale. Nelle antiche lingue medio-orientali e nel sanscrito, la parola “Tar” significa infatti “corda”,
ecco che il Sitar indiano sta per “Strumento a tre (Se) corde (Tar)”, ovviamente anche il moderno Sitar
si è evoluto nel tempo fino a raggiungere l’aspetto attuale .
La più antica rappresentazione iconografica di quella che a tutti gli effetti appare come una chitarra
(riconoscibile dalla particolare forma della cassa armonica con i lati ricurvi) risale ad un bassorilievo
datato 1400-1300 A.C. (proveniente dall’insediamento Ittita di Alaja Huyuk in Turchia) in cui è raffigurato un
bardo Ittita intento a suonare lo strumento
323
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
La moderna chitarra deriva dallo strumento latino “Cithara” portato dai Romani in Spagna nel 40 dC, ed in
seguito sviluppata dai conquistatori arabi. Nel resto dell’Europa si diffonde invece il “Liuto” scandinavo , a
causa delle invasioni Vichinghe all’interno del continente.
La spagnola “Vihuela” o “viola da mano” è uno strumento del 15°/16° secolo che, a causa delle sue
numerose analogie è considerato l’antenato prossimo della moderna chitarra .
324
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
La Vihuela si accordava come il Liuto e aveva il corpo di una chitarra araba. Ha goduto di un breve
periodo di popolarità per poi venire sostituita dalla moderna chitarra. Non è chiaro se la fusione dei due
strumenti abbia rappresentato una forma di transizione spontanea o sia stata effettuata in maniera
intenzionale per differenziare la chitarra europea da quella di origine araba.
La famiglia di liutai “Vinaccia” è nota sia per aver inventato il mandolino, sia per quelloche sembra essere
il più antico esemplare di chitarra a sei corde esistente: un modello costruito a Napoli nel 1779 e firmato
da Gaetano Vinaccia.
325
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Le attuali dimensioni della chitarra classica sono state stabilite nel 1850 a Siviglia dal famoso chitarrista
e liutaio spagnolo, Antonio Torres Jurado (1817-1892).
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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
FILASTROCCHE
Col pianoforte in spalla
Col pianoforte in spalla
Michele il giramondo
attraversa valli e monti,
colline, fiumi e ponti,
si ferma quando vuole,
all’ombra oppure al sole,
e suona le canzoni
che inventa lì per lì.
Col pianoforte in spalla…
LA MI DO RE SI SI – SOL LA SOL FA
SOL LA
LA SI DO RE MI FA SOL LA…
LA - SI…
Col pianoforte in spalla
Michele giramondo
cammina fra le dune,
le steppe e le lagune.
Poi quando vien la sera
si siede alla tastiera
e ad ogni stella in cielo
la buona notte dà.
Col pianoforte in spalla…
SI FA RE FA MI DO DO – LA SI LA SOL
LA SI
SI DO RE MI FA SOL LA SI…
SI – SI…
Col pianoforte in spalla
Michele giramondo
raggiunge le savane
le giungle più lontane
e poi senza paura
esegue con bravura
per tutti gli animali
un concertino in «FA»
Col pianoforte in spalla…
SI FA RE FA MI DO DO – LA SI LA SOL
LA SI
SI DO RE MI FA SOL LA SI…
SI – DO…
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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Col pianoforte in spalla
Michele giramondo
arriva una mattina
ad una porticina
si accorge all’improvviso
che quello è il Paradiso.
Gli dicono di entrare,
di mettersi a suonare,
e lui felice suona
per gli angeli lassù…!
DO SOL MI SOL FA RE RE – SI DO SI LA
SI DO
DO RE MI FA SOL LA SI DO
DO RE MI FA SOL LA SI DO
DO RE MI FA SOL LA SI DO
DO SI LA SOL FA MI RE DO…
Col pianoforte in spalla!
Penna Nera
O chitarra, non ti fermare:
Fammi sognare del bimbo sioux!
O chitarra, tante leggende
La notte accende nel cielo blu!
Ogni notte torna Penna Nera
A ridestarsi con la sua tribù,
Ogni notte, come quella sera,
Sull'altra sponda danzano i sioux.
Ran-ta tan- tan… rullano i tamburi!
Ran-ta tan-tan… S'ode scalpitar!
Cento frecce, cento sogni puri
Il vecchio fiume si trascina al mar!
Penna nera, bambino indiano,
Nei miei sogni vivrai perché
Ogni sera, qui, piano piano
La mia chitarra suonerà per te!
Ogni notte torna Penna Nera
A ridestarsi con la sua tribù,
Ogni notte, come quella sera,
Vicino al fiume danzano i sioux!
O chitarra, non ti fermare:
Fammi sognare del bimbo sioux…!
328
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Strumento d'angeli
Un'arpa che cos'ha?
Corde che si sfiorano.
Un'arpa che cos'è?
Uno strumento d'angeli:
ma quelli che la suonano
siamo io e te.
Un'arpa dove sta?
Nell'orchestra angelica.
Un'arpa che cos'è?
Vibrazione magica:
ma chi ci fa la musica
siamo io e te.
Un'arpa cosa fa?
Degli accordi morbidi.
Un'arpa, per chi è?
Per i cori angelici:
ma chi la pizzica
siamo io e te.
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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
POESIE
Vecchio pianoforte
Suona piano suona
Finché avrai voce
Finché avrai forza
Finché avrai chi ti ascolta
Inonda con le tue note
Tutta la volta della misera terra
Riempi l’aria e il deserto laggiù,
Perché il tuo suono
percorra queste strade
e il tuo canto più dolce della rugiada
giunga consolatore
all’afflitto cuore
di giovani amanti
per alleviare qualche ferita
che per troppo tempo è stata impartita.
Suona piano suona
Finché avrai voce
Finché avrai forza
Finché avrai chi ti ascolta
Non indugiare
Fammi sentire le tue corde vibrare
e produrre un canto suadente
per questo cuore sofferente.
Sii mia musa
perché io scriva ciò che sento
cosi dentro di me
il tuo suono sarà più forte
sarà luce di un sentiero desolato
Suona piano suona
Finché avrai voce
Finché avrai forza
Perché c’è ancora chi ti ascolta.
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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
La chitarra
Incomincia il pianto
della chitarra.
Si rompono le coppe
dell'alba.
Incomincia il pianto
della chitarra.
È inutile
farla tacere.
È impossibile
farla tacere.
Piange monotona
come piange l'acqua,
come piange il vento
sulla neve.
E impossibile
farla tacere.
Piange per cose
lontane.
Arena del caldo meridione
che chiede camelie bianche.
Piange freccia senza bersaglio
la sera senza domani
e il primo uccello morto
sul ramo.
Oh, chitarra,
cuore trafitto
da cinque spade!
L'Arpa
Mano tesa all'incanto
di seta crini sfiori,
memorie che il cuore gela
da ferace terra smuovi;
la tua voce Eolo chiama
e spira a nuova vita,
alma finora piegata
tu richiami la spiga.
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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
FAVOLE
Il Pianista dei bambini
Un tempo nel paese di P… viveva un giovane pianista amico dei bambini. Egli amava scrivere e suonare solo
canzoni e musiche che piacessero ai bambini. Egli era molto popolare tra i ragazzi e loro gli volevano molto
bene, perché grazie alle sue melodie giocavano allegri e felici cantando a squarciagola le allegre filastrocche
ed i ritornelli. Il giovane pianista non guadagnava molti soldi per il suo mestiere, ma con quella piccola
somma riusciva a vivere dignitosamente al suo paese; e poi a lui bastavano i sorrisi e le risate dei suoi amici
bambini, che riusciva a rendere felici. Un giorno, un ricco e famoso direttore di una casa discografica, capitò
per caso nel paese di P…e notò che tutti avevano un aria felice e distesa, soprattutto non potè non far caso
al fatto che: tutti ma dico davvero tutti, grandi e piccini, cantavano le stesse canzoni. Inoltre le radio locali
passavano solo le musiche del giovane pianista; e pure la banda del paese aveva rivoluzionato tutto il vecchio
repertorio, per far posto a quelle deliziose melodie. - Ditemi subito chi è costui!- disse il famoso direttore anzi ditegli che voglio incontrarlo al più presto!- e fu così che di lì a poco il direttore della famosa casa
discografica se ne andò, portandosi sottobraccio un contratto nuovo di zecca fatto ad un nuovo talento. E fu
così che il giovane pianista, ancora un po' sorpreso per tutti gli apprezzamenti e le promesse che aveva
ricevuto da quell'uomo, si ritrovò con ben dieci nuove canzoni da scrivere per la settimana s eguente. E così
per il giovane iniziò una nuova vita. Non usciva più a giocare con i suoi amici bambini che rimanevano sempre
più delusi, ma il pianista ora non aveva davvero più tempo per loro. Certo le sue canzoni stavano diventando
il successo discografico del momento, e lui stava guadagnando decisamente molti soldi. Ma in paese poca
gente continuava a cantare le sue canzoni. Ed anche la i giovani musicisti della banda avevano da tempo
ripreso il classico repertorio, abbandonando le creazioni di quello che era stato il loro autore preferito. E le
radio locali non programmavano più volentieri le sue canzoni. Avevano in tutta fretta sostituito quegli spazi
con un doppia edizione delle notizie del giorno! Insomma la sua nuova musica gli faceva sì guadagnare più
soldi, ma non gli permetteva più di arrivare al cuore della gente, anche perché tutto quello che aveva scritto
e suonato non piaceva nemmeno a lui. Era una musica senza anima, imposta dalla casa discografica e che
seguiva solo le "fredde regole del mercato musicale". Inutile dire che tutti i bambini del paese di P… erano
divenuti tristi, e non giocavano più con lo stesso entusiasmo di prima. Ed il giovane pianista, consapevole di
tutto questo, era divenuto profondamente infelice. Allora un giorno i bambini decisero di fare qualcosa. Si
riunirono di presso il parco e chiesero aiuto al cielo. Dopo poco tempo ecco si videro arrivare una piccola
nuvola, alla quale spiegarono tutta la storia. Ed ella ben volentieri decise di aiutarli: - non preoccupatevi
bambini- disse ella con entusiasmo -vedrete che risolveremo presto la situazione!- la nuvola volò diritta
verso la casa del giovane pianista, e senza farsi vedere, si avvicinò alla sua finestra. Lo vide chino, triste con
la testa appoggiata malamente sulla tastiera del suo amato pianoforte. La casa era in disordine, e gli spartiti
se ne stavano lì, buttati male e stropicciati su una sedia. Allora la piccola nuvola prese un bel respiro, e
soffiò con tutta la sua forza all'interno della stanza, provocando un vento che ovviamente mandò per aria
tutti gli scritti del pianista. - oddio!- Urlò il giovane pianista -il mio lavoro! devo consegnarlo entro domani!!!i fogli si posarono per terra, sparsi ovunque per la stanza, ed il ragazzo sconsolato iniziò con pazienza a
raccoglierli. Si accorse che per fortuna i fogli non si erano persi, ma vide con stupore che: come per magia,
tutti quello che c'era scritto sul pentagramma era al contrario! Come se tutta la sua musica fosse stata
scritta a rovescio! Incredibile! Ed egli scoppiò a piangere disperato dicendo: - Non riuscirò mai a completare
il lavoro per domani! Ormai è tutto rovinato ahimè!- Fino a che l'ultimo foglio, che ancora svolazzava per la
332
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
stanza, andò a posarsi esattamente sul leggio del pianoforte. Il giovane pianista lo scrutò un attimo, e poi di
istinto iniziò a suonare quelle "nuove note". Si accorse che stava eseguendo una musica molto gradevole e
divertente. I bambini, che da tempo se ne erano stati nascosti ad osservare tutta la scena, erano tornati a
giocare felici, cantando con entusiasmo la nuova canzone. Poco tempo passò e tutto il paese di P…tornò ad
essere toccato da quella musica, che arrivava davvero dritto al cuore di ognuno. Ovviamente la casa
discografica non apprezzò affatto il lavoro del giovane pianista, ed il direttore molto in collera lo licenziò la
mattina seguente. Ma lui davvero non era triste, anzi non riusciva a smettere di ridere e lo faceva pensando
che presto sarebbe tornato dai suoi giovani ammiratori, quei bambini che lo avevano aiutato e che avevano
creduto in lui. Voleva rivederli presto, per raccontare loro di come una nuvola, con un soffio di vento, era
riuscita non solo a cambiare i suoi spartiti, ma a cambiare anche il suo modo di pensare, facendogli scrivere
e suonare grandi cose, ma pensate con l'efficace e straordinaria semplicità che hanno tutti i bambini.
Il folletto della chitarra.
Cap. 1.
Il mugnaio che divise l’eredità tra i suoi tre figli, al terzo lasciò , lasciò una vecchia chitarra. Il
giovane vedendo che i suoi fratelli avevano avuto in eredità uno il mulino e l’altro l’asino, assalito da un più
che giustificato accesso d’ira, stava per distruggere la chitarra sul primo paracarro che s’era trovato a
portata di mano … ma in quello, dalla cassa armonica uscì una voce, che pareva quella d’un bambino:
“Non farlo!” supplicò, “ti potrò essere d’aiuto più di quanto tu possa immaginare”.
“Perso per perso!” replicò lui, e si rimise a tracolla la chitarra.
La voce non era quella della chitarra, ma quella d’un folletto che vi si nascondeva, e che sapeva
suonare delle melodie fantastiche, come se lo strumento fosse stato in mano ad un esperto chitarrista. Il
giovane che non sapeva suonare la chitarra, prese a girare le osterie del paese, offrendosi come suonatore.
Lui faceva finta di suonare, ed il folletto suonava al suo posto con una maestria ed una sensibilità fuori dal
comune.
Mentre i suoi fratelli sudavano con l’asino e con il mulino, lui faceva i soldi suonando la chitarra.
Avrebbe dovuto sentirsi appagato. Ma come si sa nelle disgrazie ci si adatta, invece nella felicità non ci si
accontenta mai.
“Ma cosa vorresti veramente?” gli chiese un giorno il folletto.
“Vorrei essere io a saper comunicare le emozioni che tu sai comunicare, fingendo il suono della
chitarra!”
“Sarà, come vuoi tu” disse il folletto, e detto fatto entrò nel corpo del giovane, che da quel momento non
solo sapeva suonare la chitarra, ma prese a parlare con tale finezza, oratorio da far incantare chi lo stava
ascoltando. Nessuno era più bravo di lui a intrattenere la gente, a raccontare barzellette. Diventato il più
bravo comunicatore del Regno iniziò a fare affari e soldi a palate e costruì un impero economico che non
aveva uguali.
Il re gli diede in sposa la figlia e lui ricambiò facendo in modo che tutto il popolo fosse in adorazione
del suo re. Tutti erano contenti, perché l’importante non è essere veramente contenti, ma essere convinti di
esserlo. Alla morte del suocero, divenne re al suo posto, e non accontentandosi ancora, si fece proclamare
imperatore.
333
Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Cap. 2
Il giovane suonatore di chitarra diventato imperatore, voleva essere considerato tale, ma come si sa, re si
nasce, non si diventa. Non potendo cambiarsi dentro, divenne per lui una ossessione quella del cambiarsi
fuori. Passava molto del suo tempo con i chirurghi estetici a trapiantare capelli ed a stirare rughe, e con
tutti gli imbonitori che gli proponevano dei miglioramenti estetici. Un giorno gli si presentarono due sarti
capaci a loro dire di realizzare un tessuto che secondo Christian Andersen aveva la peculiarità di risultare
invisibile agli stolti ed agli indegni. I suoi cortigiani, richiesti di verificare la veridicità delle affermazioni dei
due sarti, non riuscirono evidentemente a vedere il vestito; ma per non essere giudicati male, lodarono
all'imperatore la magnificenza del tessuto. L'imperatore, convinto, si fece preparare dai sarti imbroglioni un
abito. Quando questo gli venne consegnato, però, l'imperatore si rese conto di non essere neppure lui in
grado di vedere alcunché; come i suoi cortigiani prima di lui, anch'egli decise di fingere e di mostrarsi
estasiato per il lavoro dei tessitori. Col nuovo vestito sfilò per le vie della città di fronte a una folla di
cittadini che applaudivano a gran voce l'eleganza del sovrano. L'incantesimo si spezzò per l’intervento di un
bimbo che, sgranando gli occhi, gridò: "ma non ha niente addosso!"; da questa frase derivò la famosa frase: Il
re è nudo.
Può essere sia andata così. L’imperatore era tanto pieno di sé e il suo popolo aveva così perso la testa per il
suo imperatore che è plausibile si sia dovuti dipendere dall’innocenza di un bambino per scoprire la verità.
Due esperti in elettronica ed informatica. Raccontarono di aver inventato lo specchio dei desideri: uno
specchio capace di riproporre la tua immagine non come è ma come tu desidereresti fosse. L’imperatore
volle provare il nuovo congegno che funzionava a meraviglia: si metteva nudo davanti allo specchio, e si
vedeva senza pancia, con le membra asciutte e scattanti come quelle di un ventenne.
“Si potesse fare in modo che anche il mio popolo mi veda così!”
“Si può,” gli dissero i due tecnici, “con alcuni microchips opportunamente collocati sotto pelle si otterrà lo
stesso risultato”
L’imperatore si sottopose all’operazione e prese a farsi vedere ai suoi cortigiani nella sua villa al mare. “Che
corpo da eroe greco!” fu il commento che si passarono tutti di bocca in bocca. Ciò che vedeva lui per la sua
vanagloria, loro vedevano per la loro piaggeria!...
fu un bambino, un giorno che si era avventurata nella spiaggia pubblica per farsi ammirare. Guardandolo
pavoneggiarsi commentò: “Che schifo di vecchio!”
Cap. 3
Si perché anche nel migliore dei mondi possibili gli uomini invecchiano. Il giovane con il folletto, era
diventato un uomo maturo e poi lentamente, pur essendo diventato imperatore, cominciò ad invecchiare.
Ma non invecchiano invece i folletti!... E questo divenne di giorno in giorno un problema sempre più
grave. Le battute d’un giovane nella bocca d’un vecchio, sembrano bestemmie dette in chiesa durante una
funzione religiosa…Il folletto che era in lui era sempre lo stesso, ma lui era diverso, e ciò che un tempo
faceva ridere, ora faceva pena…
La figlia del re prese a vergognarsi d’un marito che era costretto, per colpa del folletto, a mostrarsi
spiritoso, ma che ormai faceva ridere solo i suoi valletti, che ridevano a pagamento.
Come sia poi finita non si sa! Sembra che la figlia del re, che era molto più giovane di lui, abbia cominciato a
vergognarsi, e sia finita a sposare uno più fine di lui.
Senza più titoli fu allontanato dal castello, ed a poco a poco tutti si allontanarono da lui…
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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
Il nostro restò solo con la chitarra, che aveva avuto in eredità, ma che però non sapeva suonare….
Cap. 4.
Il suo Regno, come quello del Faraone d’Egitto è stato condannato a subire il supplizio delle sette piaghe,
prima di riuscire a trovare il suo Mosè.
La prima fu la piaga delle cavallette. Il regno ne fu invaso. Ma non erano cavallette normali che si cibano del
verde dei prati, erano cavallette finanziarie che preferivano il verde dei cento euro e dei suoi derivati. A colpi
di cento euro e derivati si mangiarono tutti i risparmi del Regno e d’ogni singolo cittadino. Ci fu quindi una
terribile carestia. Tanti cittadini non arrivavano alla quarta settimana del mese, un po’ alla volta, neppure alla
terza…
Il re si arrabbiò con i suoi messaggeri che continuavano a parlare di carestia. Li pagò tutti perché
smettessero di dir bugie e poi emanò un editto per dichiarare che la carestia era solo psicologica e che si
doveva curare con l’ottimismo. Il problema non era la fame, ma la fame percepita, ed era questa percezione
che si doveva combattere. I sudditi così presero a non percepire la fame ed a morire felici, senza
accorgersene…
Per fortuna, alla fine ci fu un intervento di disinfestazione mondiale, che distrusse anche le cavallette del
Regno. Ma di questo nel Regno non si parlò, e tutti alla fine si convinsero che era stata la cura dell’ottimismo
per far morire le cavallette, ed a porre fine alla carestia…
L’arpa magica
l villaggio di Katy si trovava immerso in un bosco bellissimo e, fino a quel giorno, non c'era mai stato niente
di bello da fare.
Passeggiando per il bosco, quel giorno, la bambina, sentì un suono bellissimo ….
Sembrava un'arpa ….. chissà chi la stava suonando?
Quando si avvicinò all'albero dal quale, secondo lei, proveniva il suono, si accorse che c'era uno stregone,
vestito di nero con un mantello blu, decorato di stelle.
Katy rimase impietrita. "Non avere paura bambina, mi chiamo Acov e non sono cattivo" la tranquillizzò il
mago.
"Allora cosa ci fai qui da solo?…"
"Suono l'arpa, mi piace …" rispose triste il mago.
"E' un'arpa magica, lo sai?" continuò lui "Può far invertire le cose. Non so, se uno è un servo può diventare
un principe …"
"Davvero?!!!!!" si stupì Katy.
Acov ricominciò a suonar e … che bello quel suono...
La bambina si chiedeva come mai l'aveva un mago, quell'arpa, lui che poteva esaudire già da solo, molti
desideri …
Una voce chiamò la bambina: era la madre che le diceva di tornare a casa. "Devo andare Acov, ritorno
domani, ciao"
"Ciao" salutò il mago.
Il giorno dopo Katy, era già lì, nel solito albero, ad aspettare il mago. Infatti arrivò ma non aveva l'arpa.
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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
"Perché non hai l'arpa?" domandò la bambina. "Mi piace quel suono dolce ….."
"Perché sono vittima di una maledizione: di notte sono cattivo, di giorno buono. Il suono dell'arpa mi dovrebbe
far tornare buono per sempre, ma non lo fa" si disperò Acov.
"Chi è che ti ha fatto questa maledizione?"
Acov raccontò tutta la storia.
Era stato il re Artù che voleva che facesse magie per vincere guerre e lui, siccome era un mago buono, non
voleva, così, Artù, lo maledisse.
In quel momento Acov pensò che forse Katy poteva aiutarlo, ma non riusciva a capire come …
Così chiese al mago "Perché non ti aiuto io? Magari nel libro degli incantesimi c'è una formula che ti salva …"
"Sì c'è, solo che Artù mi ha rubato il libro.."
Katy doveva aiutarlo e così decise di andare al castello del re … Quando era già sulla strada del castello,
ragionò e pensò che Artù non avrebbe mai dato il libro a una bambina, così Acov la trasformò in una medico
del castello.
Arrivata, Katy, disse che le serviva il libro degli incantesimi, per salvare il villaggio da un'epidemia.
Artù, seduto sulla sua poltrona d'oro, fissò il medico, indeciso …..
"Quando sarebbe venuta quest'epidemia?!" "Pochi giorni fa e va curata, se no il villaggio non guarisce così,
non ci sono più medicine ….."
"Va bene, te lo do" si convinse Artù.
"E' proprio ingenuo" pensò ridendo Katy.
Tornata nel bosco portò il libro degli incantesimi ad Acov.
A pag 30 c'era scritto "per far cancellare una maledizione bisogna suonare l'arpa magica, ma la può suonare
solo un'anima pura".
Acov cercò di pensare chi poteva essere "l'anima pura" e, ad un certo punto, capì.
Katy! Era Katy l'anima pura, perché era una bambina!
Il mago buono accompagnò la bambina a visitare la sua piccola casa a forma di scarpa e le chiese di suonare
l'arpa.
Ma non succedeva niente… l'incantesimo non si spezzava!
Forse non andava perché Katy aveva detto una bugia e non era pura?
O forse Artù non le aveva dato il libro giusto?
Era più probabile la prima ipotesi perché il re era veramente ingenuo.
Katy, triste, tornò al villaggio dai genitori e si accorse che delle persone erano veramente malate e avevano
delle piaghe su tutto il corpo!
Triste e contenta allo stesso tempo, sapeva che ora poteva salvare sia il villaggio che il mago … non era più
una bugia!
Prese il libro degli incantesimi per cercare la formula giusta e in un secondo, tutte le persone malate
guarirono …
Il giorno dopo Katy arrivò subito alla mattina, alla casa a forma di scarpa.
Acov era a letto che sapendo che tanto di notte, sarebbe sempre dovuto tornare cattivo.
"No, Acov, non piangere!" "Ora va l'arpa, non era una bugia! Alcuni al villaggio avevano veramente l'epidemia
…!" gridò Katy.
"Davvero? Sai, sono stato io a farla arrivare, così almeno potevo liberarmi dalla maledizione!". Katy pensò
che era stato egoista, ma a volte bisogna esserlo, se non si vuole restare in brutte situazioni.
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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.
L'arpa infatti andava e Acov si liberò dalla maledizione. Poteva finalmente essere un mago buono, non solo di
giorno. L'arpa era veramente magica perché anche Artù divenne buono, da quel giorno, in cui Katy, salvò
tutti.
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