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MANGIO POCO EPPURE NON DIMAGRISCO
MANGIO POCO ... EPPURE NON DIMAGRISCO RABAGLIA VALENTINA - Dietista Laurea in Dietistica presso l’Università degli studi di Pavia. Esperienza lavorativa presso Istituto Auxologico Italiano – Piancavallo (VB). Attualmente svolge attività come libera professionista presso Cliniche Mediche e centri Fitness & Wellness: INNOVA CLINIQUE - Poliambulatorio specialistico, via G.Leopardi 2 - Domodossola UNIMED – Poliambulatorio specialistico, via dei Ceretti 12 - Verbania Intra EUROSPORT FITNESS CLUB – via Fontana Buona 9, Domodossola HOTEL VALGRANDE – via Nazionale Dresio 241, Vogogna. Per appuntamento Tel.347-6807474 Dott.ssa Rabaglia Valentina Dietista E' un'affermazione che sento sovente durante le mie consulenze: spesso non si riesce a perdere peso pur mangiando "poco". Innanzitutto occorre sempre verificare il significato della parola "poco"; spesso succede infatti che non lo è, ma altrettanto spesso succede che ciò che si mangia è davvero poco. Una colazione dolce al bar, il pranzo fuori con un'insalatona e a cena un pasto completo, potendo finalmente cucinare. Che dire, niente di più sbagliato, specialmente se il vostro obiettivo è dimagrire. Il nostro corpo è una macchina perfetta con i suoi meccanismi ben oliati e le sue contromisure per rimediare ai nostri numerosi errori. Ed è esattamente quello che fa quando mangiamo poco. Nonostante milioni di anni passati dalla prima apparizione dell'uomo, il nostro corpo ha mantenuto i suoi comportamenti primitivi. Reagisce quasi istintivamente, come per proteggersi, a quello che giudica come l'inizio di un periodo di carestia, cercando in qualche modo di sopravvivere alla minaccia della mancanza di cibo. Più o meno lentamente, a seconda della restrizione calorica, il corpo inizia a modificare il suo metabolismo, ovvero il quantitativo di energia necessario a svolgere le attività della vita di tutti i giorni. Immaginate una donna che necessita di circa 1800 Kcal per svolgere tutte le sue attività quotidiane e che per una serie di motivi, inizia a mangiare 1000 Kcal al giorno. Dopo un primo periodo di assestamento e di conseguente perdita di peso (attenzione, di peso e non di grasso) il metabolismo continuerà a scendere avvicinandosi sempre di più a quelle 1000 Kcal che vengono introdotte con l'alimentazione ogni giorno. Questo perché il corpo vedendosi arrivare meno carburante di quanto necessiti in realtà, pensa: "Sarà meglio che inizi a risparmiare". Il problema è che così facendo il metabolismo rallenta molto in fretta e non altrettanto riesce a tornare ai suoi livelli normali. La perdita di peso fin lì ottenuta è causa di una perdita di liquidi, di una perdita delle masse muscolari e in minuscola parte di una perdita di massa grassa. Questo innesca un circolo vizioso che rallenta ulteriormente i consumi in quanto la masse muscolari sono importanti acceleratori del metabolismo. Per non parlare di quello che un'alimentazione, come quella sopra citata, può causare. Dopo una colazione dolce e un pranzo misero, è normale avere più appetito alla sera e mangiare piuttosto abbondantemente. Ed è così che nell'ultimo pasto della giornata (quando in realtà la giornata è finita e molto probabilmente la serata si passerà in relax) si introducono la maggior parte delle calorie giornaliere. Le calorie appena introdotte, non essendo utilizzate a causa della poca attività serale, vengono "messe da parte" dal corpo che ancora si ricorda dei periodi carestia e si porta avanti con il lavoro. Quasi inutile dire che tutto ciò causa aumento del grasso corporeo. Per rimediare a questo meccanismo si dovrà: -riportare il metabolismo ai suoi livelli normali attraverso un'alimentazione adatta e un adeguato allenamento; -effettuare una corretta educazione alimentare; -attuare un'alimentazione ipocalorica per incentivare il dimagrimento. Pertanto è fondamentale che vi sia una programmazione accurata del percorso dietetico e non un'improvvisazione o peggio ancora una dieta "fai da te". Al fine di garantire il raggiungimento dei risultati i punti fondamentali nel trattamento sono: -una corretta anamnesi alimentare e patologica; -il calcolo dei fabbisogni energetici dell'individuo; -le misurazioni antropometriche e l'analisi della composizione corporea; -l'elaborazione del piano dietetico; -i controlli periodici per garantire il mantenimento dei risultati. E' importante inoltre ricordare che ogni individuo ha delle esigenze diverse e pertanto l'unico approccio possibile è quello individuale e personalizzato che faccia attenzione alle abitudini di vita, alimentari, eventuali patologie, agli esami ematochimici e a tutti quegli elementi che ci rendono completamente diversi gli uni dagli altri.