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il costo energetico della corsa - Skodeg-O
IL COSTO ENERGETICO DELLA CORSA Molti di noi hanno iniziato, o iniziano a correre per un obiettivo molto semplice: dimagrire… ma quanto si consuma realmente correndo? Ci sono numerosi orologi che ci danno una stima di quanto consumiamo nella nostra seduta, ma non sempre sono attendibili. Intanto va specificato che la regola “più sudo, più dimagrisco” non vale; non ha quindi senso vestirsi con maglioni e pantaloni di lana in pieno agosto ed andar a correre sotto il sole di mezzogiorno perché “se sudo dimagrisco di più”… al massimo posso avere una crisi dovuta a disidratazione o, peggio, colpi di sole o di calore. E non è proprio da sottovalutare l’eccessiva sudorazione, infatti si possono avere degli effetti anche gravi che vanno dai crampi alla diminuzione di capacità cognitive, dall’apatia al rischio di infortuni muscolo tendinei. L’unica cosa da fare in agosto è quindi andar a correre nelle ore più fresche e in stati di idratazioni normali (se vi volete suicidare ci sono modi più semplici e meno dolorosi!!). Ma quindi, se pesarsi prima e dopo la corsa non è un buon modo per vedere quanto dimagrisco come posso fare a sapere (a spanne) quanto ho consumato durante la mia uscita? Fig. 1 - Il costo energetico della corsa (in ordinata) in diversi soggetti rimanepressoché costante all’aumentare della velocità (in ascissa) Un buon metodo è fare la stima partendo dai valori standard del consumo energetico nella locomozione. Ogni attività necessita di energia, e questa energia deriva dall’ossidazione di macronutrienti, quali lipidi o glucidi (proteine solo in alcuni casi). Quello che ci permette di perdere peso è l’uso di grassi per la produzione di energia (i depositi gucidici a livello muscolare svuotati dall’esercizio vengono ristabiliti nel giro di 12-48 h). JOULE E CALORIE: siamo abituati a misurare l’energia spesa in calorie, in realtà sarebbe più corretto utilizzare il joule. Il joule non è altro che l’unità di misura dell’energia, del lavoro e del calore. Tuttavia si può facilmente convertire juole in calorie e viceversa. 1 cal= 4,18 J La kcal (e li kJ) equivalgono rispettivamente a 1000 cal e 1000 J. Quindi se consumo 3,8 kJ * kg -1 * km-1 equivale a dire che consumo 0,91 kcal * kg -1 * km-1 cioè un soggetto di 60 kg consuma 54,5 kcal al km, ovvero 545 kcal in 10 km Ma quanto consumiamo? Prendiamo un soggetto di 60 kg… Se per la camminata il consumo energetico varia con la velocità raggiungengo un minimo di 1,64 kJ * kg -1 * km-1 di a circa 4-5 km/h (Minetti et al. 2002) per la corsa il costo energetico è praticamente costante se si considerano le velocità aerobiche (quindi tutte quelle che vanno dai 7-8 km/h ai 17-18 km/h per un atleta che corre una maratona in 2h40’) attestandosi su valori di circa 3,8 kJ * kg-1 * km-1 (di Prampero Fig. 1). Semplifichiamo un pochino le cose, soprattutto riferendoci alle kcal invece che ai kJ. Prendiamo un soggetto di 60 kg che corre 10 km ad un ritmo lento o medio in piano e senza particolari accelerazioni/decelerazioni, cambi di direzione ecc. (quindi non ci si riferisce in questo caso a soggetti che praticano sport di squadra) 60 kg * 10 km * 3,8 kJ * kg -1 * km-1 = 2280 kj che equivalgono a circa 545 kcal (2280/4,18) Vuol dire che questo soggetto, se dovesse correre una maratona necessita di: 60 kg * 42 km * 3,8 kJ * kg -1 * km-1= 9576 kJ che equivalgono a circa 2300 kcal (le quali derivano in parte da carboidrati e in parte da grassi). In questo caso però bisogna anche tenere conto che con la distanza il costo della corsa aumenta dello 0,12% ogni km percorso, quindi la stima di 2300 kcal è decisamente al ribasso. Sapendo che un grammo di lipidi libera 9 kcal (quindi un kg di grasso libera 9000 kg) se volete perdere 1 kg con la corsa dovreste bruciare 9000 kcal, cioè correre almeno 3 maratone (ipotizzando che l’energia derivi solo dai grassi, cosa che non è assolutamente realizzabile, e che non vengano Fig. 2 – consumo energetico introdotti nutrienti dall’esterno, cosa anch’essa assai difficile). Da questo per soggetti di diverso peso si comprende come i kg “persi” a seguito di una maratona (o di un sulla distanza di 10 km allenamento) non possono essere kg di “grasso smaltito” bensì semplice acqua che deve essere al più presto reintegrata (già con una diminuzione di peso del 2% peggiora infatti notevolmente la prestazione). Senza ricorrere a calcoli complicati che si trovano sui libri di fisiologia (come quelli sopra esposti), un metodo semplice per sapere quanto si è consumato è quello di moltiplicare la propria massa (kg) per la distanza coperta (km) e per un coefficiente fisso di 0,9. Per il soggetto dell’esempio precedente verrebbe: 60 kg * 10 km * 0,9= 540 kcal si discosta di pochissimo dalle 545 kcal trovate prima Ecco quindi trovato un facile metodo per calcolare la spesa energetica della nostra corsetta quotidiana. E’ facile capire come per perdere peso serva costanza e una dieta adeguata (che non significa “non mangiare”). Riuscire a bruciare intorno alle 2000 kcal a settimana dovrebbe essere un obiettivo raggiungibile da tutti (con 3-4 uscite di 8-12 km). Se invece il soggetto facesse i 10 km camminando consumerebbe circa: 60 kg * 10 km * 1,64 kJ * kg -1 * km-1= 984 kJ 235 kcal Quindi meno della metà delle kcal che si consumano nella corsa. Ma se vogliamo aumentare notevolmente il consumo energetico nell’unità di tempo (ad esempio in un’ora) si possono inserire delle sedute in salita, non necessariamente di corsa. Infatti già su una salita del 10% il consumo energetico della marcia è superiore al consumo energetico della corsa in piano, ma questo lo vedremo nel prossimo numero. Nicola [email protected]