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ANATOMIA DELLA SFERA GENITALE FEMMINILE

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ANATOMIA DELLA SFERA GENITALE FEMMINILE
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Anatomicamente l’apparato genitale
femminile viene suddiviso in:
ANATOMIA DELLA SFERA
GENITALE FEMMINILE
ORGANI GENITALI INTERNI
APPARATO GENITALE ESTERNO (VULVA)
APPARATO GENITALE ESTERNO
LA VULVA
La vulva, posta tra le facce interne delle cosce, è posta
Insieme degli organi
nella parte centrale del perineo estendendosi, in senso
genitali femminili
sntero-posteriore, dalla regione ipogastrica fino a
circa 3 cm dall’ano.
esternamente visibili
In posizione ginecologica la vulva si presenta come
una sporgenza ovoidale con una fessura mediana, la
fessura vulvare (rima pudendi).
VULVA
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LA VULVA
E’ costituita da diverse formazioni anatomiche:
APPARATO GENITALE ESTERNO
Monte del pube
(o di Venere)
•
Monte di Venere
Commessura
labiale ant.
•
Grandi labbra
Piccolo labbro
•
Piccole labbra
•
Clitoride
•
Vestibolo della vagina
Clitoride
Grande labbro
Orifizio uretrale
esterno
Orifizio
vaginale
Caruncola
imenale
Rafe perineale
Commessura
labiale ant.
Ano
MONTE DI VENERE
Il monte di Venere, chiamato anche monte del pube,
è un cuscinetto di tessuto adiposo situato
davanti alla sinfisi pubica e limitato
lateralmente dalle pieghe dell’inguine.
Glabro nell’età infantile alla pubertà si ricopre di peli.
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LE PICCOLE LABBRA
LE GRANDI LABBRA
Le grandi labbra sono pliche cutanee disposte
logitudinalmente dal monte di Venere alla
regione preanale.
GRANDE
LABBRO
GRANDE
LABBRO
Sono le parti più esterne dei genitali femminili,
e a cosce avvicinate addossano i loro margini
chiudendo la rima vulvare.
Ricche di adipe,hanno una lunghezza media di
7-8 cm confluendo in avanti nella commessura
anteriore e posteriormente verso il perineo.
SOLCO
INTERLABBIALE
Dopo la pubertà e nella donna nullipara sono
di solito ricoperte di peli e appaiono dure,
spesse e unite.
Dopo la menopausa si assottigliano, perdendo
la maggior parte del tessuto adiposo e
appaiono sottili, flosce e dischiuse.
SOLCO
INTERLABBIALE
Le piccole labbra sono due pliche cutanee, di
aspetto mucoso, poste mediamente e
all’interno delli grandi labbra.
La loro conformazione è estremamente
variabile con i caratteri costituzionali e razziali.
In periodo fertile appaiono appiattite, rosee,
umide e sprovviste di peli con una lunghezza
media di 30-35 mm.
In vecchiaia si assottigliano e si atrofizzano
assumendo un colore bruno scuro.
Con la loro faccia interna delimitano il
vestibolo in alto e l’orificio vaginale in basso.
PICCOLO
LABBRO
PICCOLO
LABBRO
Nel loro spessore presentano una struttura di
tipo fibro-elastico ricca di filamenti nervosi e di
vasi che le rendono simili agli organi erettili.
Questa struttura spiega le modificazioni che
subiscono durante i rapporti sessuali.
LA CLITORIDE
La clitoride rappresenta l’organo erettile della
donna; è costituita da due corpi cavernosi ed ha
una estremità detta glande. E’ lunga circa 2-2,8 cm e
si ipertrofizza in stato di eccitazione.
E’ rivestita da un involucro cutaneo ricco di
terminazioni nervose sensitive detto prepuzio della
clitoride che origina dalle piccole labbra.
Le numerosissime terminazioni nervose disposte in
essa e nell'area immediatamente adiacente la
rendono particolarmente sensibile al contatto
diretto o indiretto
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LA CLITORIDE
I CORPI CAVERNOSI DELLA CLITORIDE
PREPUZIO
DEL CLITORIDE
GLANDE
DEL CLITORIDE
FRENULO
DEL CLITORIDE
FRENULO
DEL CLITORIDE
VESTIBOLO VAGINALE
L’IMENE
Il vestibolo vaginale è costituito dall’orifizio inferiore della vagina
disposto nella parte inferiore del vestibolo vulvare appena sotto
il meato uretrale esterno.
L’imene è una membrana carnosa e sottile, formata
dall’accollamento di due superfici di mucosa, con interposto un
sottile strato di connettivo.
E’chiuso nella vergine dall’imene e circondato
nella donna deflorata dalle coruncole
mirtiformi.
Chiude in basso l’orifizio vaginale; appare come un piccolo
cercine cutaneo che a labbra divaricate si tende a guisa di una
valvola.
Il vestibolo vaginale è separato dalle piccole
labbra dal solco ninfo-imeneale; in questo
solco si aprono i canali escretori delle
ghiandole di Bartolino.
La forma e le dimensioni dell’imene possono essere assai variabili
e se ne distinguono tipi differenti
MEATO
URETRALE
ESTERNO
ORIFIZIO
VAGINALE
In occasione del primo rapporto sessuale nella maggioranza dei
casi l'imene si lacera causando una lieve emoragia.
Si dicono caruncole mirtiformi le lacinie che residuano alla rottura
dell’imene.
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TIPI DI IMENE
A : imene semilunare
B : imene anulare frangiato
C : imene bilabiato
D: imene bifora
E : imene cribriforme
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VAGINA
• La vagina è un organo muscolomembranoso, impari, mediano, di forma
tubulare, lungo in media 7-10 cm che si
estende dall’utero alla vagina.
• Abbraccia in alto il collo dell’utero in modo
che un tratto di questo sporga in vagina
(muso di tinca) formando 4 cul di sacco che
costituiscono i fornici vaginali.
• In stato di vacuità, la cavità vaginale risulta
virtuale in quanto le pareti anteriore e
posteriore sono accollate l’una all’altra.
CANALE
VAGINALE
VAGINA
• Il calibro della vagina è irregolare: stretto
nella sua estremità vulvare, più ampio a
livello dei fornici. Le pareti sono però molto
elastiche ed estensibili per cui la vagina può
dilatarsi facilmente variando il suo calibro.
VAGINA
• La cavità è rivestita da una mucosa di colorito
roseo che presenta numerose pliche trasversali
(rughe), ricche di plessi venosi.
• La mucosa vaginale si presenta molto
inspessita, priva di ghiandole e rivestita in
superficie da epitelio pavimentoso stratificato
• La tunica muscolare della vagina presenta due
ordini di fibre: circolari
longitudinali le più esterne
le
più
interne,
• E’ irrorata dalle arterie cervico-vaginali (rami
dell’art. uterina) e dalle arterie vescico-vaginali
(rami dell’art. ipogastrica)
CANALE
VAGINALE
• Le fibre nervose che raggiungono la vagina
provengono dal plesso utero-vaginale, dal secondo e
quarto sacrale e dal nervo pudendo. Le fibre formano
così un plesso perivaginale
• La vagina è l’organo della copula. Accoglie l’organo
maschile in erezione addossandovi le pareti per l’attività
contrattile dei muscoli intrinseci e di quelli vulvoperineali.
• Accoglie il liquido spermatico nel fornice posteriore
da dove i nemaspermi risalgono facilmente verso il
canale cervicale al fine della fecondazione.
• I plessi venosi ai lati della vagina si scaricano
in alto nel plesso utero-vaginale e in avanti nel
plesso vescico-vaginale
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APPARATO GENITALE INTERNO
- Gli organi genitali interni sono ubicati nella piccola pelvi
al davanti del retto e posteriormente alla vescica
- Sono costituiti da:
•
Salpingi
Ovario
• Utero
• Vagina
•
Ad eccezione degli ovari sono
tutti organi extraperitoneali
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SEZIONE LONGITUDINALE DEGLI
ORGANI PELVICI FEMMINILI
APPARATO GENITALE INTERNO
UTERO
TUBA
OVARIO
UTERO
• Organo muscolare cavo, impari e mediano di origine Mulleriana
come le salpingi e la vagina
• Presenta una lunghezza media di 7-8 cm, un diametro trasverso di
4-5 cm ed anteroposteriore di 4 cm; il peso è di 60-70 g. In menopausa
si ha una progressiva involuzione con riduzione delle dimensioni
• Consta di due parti: il corpo lungo 4 cm ed il collo 3 cm.
La zona tra corpo e collo di circa 3-4 mm prende il nome di istmo
CORPO
ISTMO
COLLO
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UTERO
UTERO
• Il corpo è inclinato sul collo con un angolo anteriore di circa 80° che
Normale
dà luogo all’anteflessione dell’utero
Normale
• Con l’asse della vagina forma un angolo di circa 90° detto
anteversione
• Nel complesso l’utero in posizione normale è antiversoflesso
Gradi di retroversione
3°grado
2°grado
Retrocessione
Retroflessione
1°grado
Normale
Normale
Contorno dell’intestino retto
alterato nel 3°grado
Antiflessione
UTERO
UTERO
• Nell’utero si distinguono due cavità: quella del corpo triangolare a
base in alto (cavità uterina)
e quella del collo o canale cervicale
• La cavità uterina comunica in alto e lateralmente con le salpingi
mediante gli osti tubarici ed in basso con il canale cervicale mediante
l’orifizio uterino interno (OUI); il canale cervicale comunica, a sua volta
con la vagina mediante l’orifizio uterino esterno (OUE)
• La cavità uterina è rivestia
da
una
mucosa
detta
endometrio
che
poggia
direttamente
sulla
muscolatura (miometrio)
• Il canale cervicale ha una
mucosa
diversa dall’endometrio
per funzione e struttura
(mucosa endocervicale)
MUSCOLATURA
• La parte muscolare dell’utero è detta miometrio; è la parte più
spessa ed è costituita da fibrocellule muscolari lisce che si
intersecano fra loro con interposto tessuto connettivo ricco di vasi
• E’ rivestito esternamente dalla sierosa peritoneale detta perimetrio
Ostio tubarico
Miometrio
Cavità uterina
Endometrio
OUI
Canale cervicale
OUE
Le fibre spirali
si intrecciano
profondamente
nella parete e
si continuano
nei legamenti
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UTERO
UTERO
STRUTTURE DI SOSTEGNO E FISSITA’
L’utero è mantenuto in situ dalla fascia endopelvica e da alcuni
legamenti fibromuscolari che ne assicurano la normale statica
al centro del pavimento pelvico pur garantendo
una notevole mobilità
FASCIA ENDOPELVICA: Sistema di sospensione formato da una
serie di pilastri di tessuto connettivale
LEG. UTERO-SACRALE: Sistema legamentoso che si estende
dalla porzione inferiore della cervice uterina e dal terzo superiore
della vagina fino al sacro contornando i lati del retto. Insieme al
legamento cardinale è la principale struttura di sospensione del
complesso cervico-vaginale
LEG. CARDINALE (del Mackenrodt): Sistema legamentoso che
costituisce l’impalcatura connettivale frontale dato il suo decorso
pressochè trasversale dall’utero alle pareti pelviche. Si estende dalla
porzione inferiore della cervice e dal terzo superiore della vagina sino
alla spina ischiatica
FASCIA ENDOPELVICA
LEG. ROTONDO: Struttura legamentosa che origina dalla parte ant.
dell’angolo uterino e si porta in avanti in corrispondenza dell’orificio
profondo del canale inguinale. Poi percorrono obliquamente il tragitto
inguinale emerge attraverso l’orificio inguinale esterno per perdersi
nel tessuto connettivo lasso ed adiposo delle grandi labbra e del
monte del pube.
LEG. LARGO: Costituito dall’unione delle facce anteriori e posteriori
dei foglietti peritoneali che tappezzano le facce anteriori e posteriori
del corpo uterino. Forma un setto disposto in senso frontale che
contiene i vasi e i nervi che dalla parete della pelvi si porta verso
l’apparato genitale femminile.
LEGAMENTI UTERO-SACRALI
Visione superiore della fascia e degli spazi endopelvici
Legamento
utero-sacrale sx..
Legamento
utero-sacrale dx.
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LEGAMENTO CARDINALE
(DEL MACKENRODT)
LEGAMENTI UTERO-SACRALI
E LEGAMENTI CARDINALI
Sacro
Retto
Leg. utero-sacrale
Leg. cardinale
(o del Mackenrodt)
Leg. cardinale
(o del Mackenrodt)
LEGAMENTI LARGI
Leg. Largo sx
Vescica
SEZIONE DEL LEG. LARGO
Leg. Largo dx
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UTERO
LEGAMENTI ROTONDI
VASCOLARIZZAZIONE
Legamento
rotondo
sinistro
Legamento
rotondo
destro
• L’utero è irrorato dalle arterie uterine destra e sinistra che originano
dalle arterie ipogastriche omolaterali e si portano trasversalmente fino
alla parete laterale dell’organo all’altezza dell’istmo, dove si dividono in
due rami:
uno cervicovaginale che va verso il basso
l’altro che va verso l’alto fino all’angolo tubarico anastomizzandosi
con l’arteria ovarica
-
Dalle due arterie si dipartono numerosi piccoli rami che penetrano nella
parete uterina e si anastomizzano con quelli del lato opposto formando
l’arcata arteriosa di Hughier
• Le vene uterine seguono il decorso delle arterie sboccando nelle
vene ipogastriche; in esse confluiscono altri rami di provenienza
tubo-ovarica e formano, nello spessore dei legamenti larghi, i plessi
pampiniformi
VASCOLARIZZAZIONE UTERINA
UTERO
INNERVAZIONE
• I nervi che vanno all’utero provengono da due sorgenti:
dal plesso pelvico del simpatico toraco-lombare
da fibre parasimpatiche dei nervi sacrali
-
• Il plesso che si viene a formare dall’unione di queste fibre si
svolge sui lati del retto nel legamento sacro-retto-uterino.
Raggiunge il parametrio lateralmente al collo dell’utero dove la
rete di un lato sfioccandosi nelle pareti dell’organo si
anastomizza con quella dell’altro lato
• Il plesso contiene un ganglio di discrete dimensioni, il ganglio
cervicale di Lee-Franckenhauser
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INNERVAZIONE UTERINA
TUBE UTERINE
TUBE UTERINE
• Le tube uterine, o trombe del Falloppio sono due condotti della
lunghezza media di 10-15 cm che si dipartono dai canti laterali del
fondo dell’utero e terminano con la loro estremità libera in
corrispondenza dei rispettivi ovari
• Ciascuna salpinge costa di 3 segmenti :
- la porzione ampollare con il padiglione munito di frangie
• Godono di notevole mobilità ma vengono mantenute nella loro
normale posizione dalla continuità con l’utero medialmente e dal
legamento tubo-ovarico lateralmente
• Le salpingi assolvono alla
funzione di captare l’ovocito
dopo l’ovulazione e consentirgli
la migrazione fino alla cavità
uterina, inoltre consente la
progressione in senso inverso
degli spermatozoi permettendo
la fecondazione
(fimbrie) la più lunga delle quali, fimbria ovarica, prende
rapporto col polo laterale dell’ovario
- la porzione istmica che è la intermedia
- la porzione interstiziale che decorre nello spessore della
parete uterina dove si trova l’ostio attraverso il quale
comunica con la cavità uterina
Porzione istmica
Porzione
ampollare
Porzione
interstiziale
Legamento
tubo-ovarico
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TUBE UTERINE
TUBE UTERINE
• Le tube sono costituite da una tunica interna mucosa e da una
tunica muscolare; sono poi rivestite esternamente dalla sierosa
peritoneale che va a formare il legamento largo
• La mucosa tubarica è priva di ghiandole e si solleva in
numerose pliche che rendono il lume virtuale. E’ tappezzata da un
epitelio cilindrico monostratificato che va incontro a cicliche
modificazioni in rapporto al ciclo ovarico (ciclo tubarico)
• Per la migrazione dell’ovario, ha
• La tuba è irrorata dalla arteria tubarica che nasce dalla
anastomosi di due rami arteriosi: uno che origina dall’art.ovarica e
un altro dall’art. uterina
• Le vene reflue dal tratto mediale della tuba sfociano nella vena
uterina, quelle del tratto laterale estuano nelle vene ovariche
• I nervi scendono alla tuba dai plessi utero-ovarici e seguono il
decorso dei vasi sanguigni
importanza soprattutto la tonaca
muscolare dotata di attività peristaltica
che si accentua dopo l’ovulazione
Sezione istologica di salpinge
OVARIO
OVARIO
• Organo pari delle dimensioni di una mandorla con duplice funzione:
endocrina e gametogenica
• E’ in connessione:
- medialmente con l’utero attraverso il legamento utero-ovarico
- anteriormente con la faccia post. del legamento largo mediante
una plica peritoneale (meso ovarico)
- lateralmente col legamento sospensore che proviene dalla parete
laterale del bacino
- posteriormente è libero
• Nel legamento sospensore decorre il fascio neurovascolare
costituito dai filamenti nervosi e dall’arteria e dalla vena ovarica
• L’arteria ovarica origina a destra dalla aorta addominale e a
sinistra dall’arteria renale; la vena ovarica è tributaria
• L’innervazione degli ovari è fornita da fibre nervose vegetative
provenienti dal plesso preaortico. Si tratta di fibre vasomotorie e
sensitive che trasportano gli stimoli dolorosi di natura ovarica agli
stessi mielometri dorso-lombari cui afferiscono le fibre di
provenienza uterina
Legamento sospensore dell’ovaia
Ovario
Legamento proprio dell’ovaia o
utero-ovarico
Legamento
largo
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OVARIO
• La superficie dell’ovario è costituita da una tunica
connettivale denominata albuginea ricoperta da
epitelio cubico
• •La parte centrale prende il nome di midollare ed in
OVARIO
Fascio
nervovascolare
Follicoli in
maturazione
essa e concentrata la componente nervovascolare
• •La parte periferica è detta corticale, è costituita da
tessuto connettivo addensato e contiene le strutture
funzionali follicolari
Corticale
Follicolo
maturo
Albuginea
Midollare
Corpo
luteo
Uovo
espulso
L’unità funzionale dell’ovario è il follicolo e la sua
maturazione periodica dà luogo al ciclo ovarico al
quale è correlato il ciclo mestruale
LA FECONDAZIONE
E IMPIANTO
La fecondazione rappresenta l’insieme dei
fenomeni citologici attinenti alla unione dei
due gameti per formare lo zigote
(uovo fecondato)
L’inseminazione è l’insieme dei
processi che determinano
l’avvicinamento dei gameti
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• Nell’uomo la fecondazione avviene nella porzione
ampollare della tuba uterina, dove l’ovocito secodario arriva,
circondato dalla membrana pellucida, sospinto dal
movimento ciliare dell’epitelio tubarico e dalle contrazioni
della muscolatura tubarica che aumentano dopo l’ovulazione
• L’ovocito secondario è allo
stadio di metafase della
seconda divisione meiotica,
processo che si completa solo
se avviene la fecondazione
• Si ritiene che l’ovocito
mantenga la capacità di
essere fecondato per circa
12-24 ore, dopo di che va
incontro a fenomeni
degenerativi e ad eliminazione
SPERMATOZOO
Lo spermatozoo è la cellula sessuale maschile. E’ molto più piccolo
dell’ovulo e, quando è maturo, ha una forma allungata in cui si
distingue una testa voluminosa, un collo ed una coda.
• La quantità di sperma emesso in una eiaculazione è di
circa 3ml ed in esso si trovano da 200 a 300 milioni di
spermatozoi.
• Degli spermatozoi deposti in vagina la maggior parte
degenera e viene eliminata attraverso un intenso processo di
fagocitosi ad opera dei leucociti, per cui solo un numero
esiguo (300-500) raggiunge la tuba
SPERMATOZOO
Gli spermatozoi che vengono prodotti nei tubuli seminiferi del
testicolo per poter avere proprietà fecondanti devono andare incontro
a due successivi processi di maturazione funzionale:
TESTA
MATURAZIONE
ha luogo nell’epididimo e fa loro
acquistare la motilità
CAPACITAZIONE
avviene nelle tube uterine e consiste
in alterazioni della membrana
plasmatica (attivazione degli enzimi
acrosomiali e dell’adenil-ciclasi) che
li rende capaci di subire la reazione
acrosomiale e di essere quindi in
grado di attraversare gli involucri
dell’uovo
CODA
COLLO
Nel liquido seminale (o sperma) che lo contiene, ricco di sostanze
nutritive, lo spermatozoo può vivere all’interno del canale cervicale
circa 5 giorni mentre la loro capacità di fecondare dura un tempo più
breve ( 24 – 48 ore).
Sono prodotti da particolari cellule dei testicoli (spermatociti); nel
periodo di piena maturità sessuale, un uomo può produrre fino a
100.000 spermatozoi ogni mm3 di sperma
La loro produzione, a differenza della donna, è continua.
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UOMO
DONNA
EIACULAZIONE
CICLO OVARICO
PROGRESSIONE NEI
GENITALI FEMMINILI
CAPACITAZIONE
OVULAZIONE
PASSAGGIO NELLA TUBA UTERINA
PORZIONE AMPOLLARE DELLA TUBA
REAZIONE ACROSOMALE E PENETRAZIONE
COPULAZIONE
• La penetrazione dello spermatozoo
nell’oocita (copulazione) è resa
possibile dall’azione degli enzimi litici
acrosomiali il cui rilascio (reazione
acrosomale) agevola l’invasione degli
spermatozoi a livello della membrana
pellucida
• Il legame tra spermatozoi e zona
pellucida è mediato da proteine
specie-specifiche
FECONDAZIONE
REAZIONE ACROSOMALE
La reazione acrosomale si
manifesta con la fusione in
più punti della membrana
plasmatica
con
la
membrana
acrosomale
esterna e loro conseguente
lisi con fuoriuscita del
contenuto
enzimatico
(ialuronidasi,
fosfatasi
acida,
collagenasi,etc.)
della vescicola acrosomale
che digerisce la matrice che
tiene unite le cellule della
zona pellucida
Superata la zona pellucida lo spermatozoo si viene a trovare nello
spazio perivitellino, ove entra in rapporto con la membrana plasmatica
dell’ovocito; le membrane dei due gameti cominciano a fondersi
(fusione dei gameti) e lo spermatozoo entra nell’ovocito.
La penetrazione dello spermatozoo
determina nell’ovocito il processo di
attivazione che è caratterizzato da:
- Reazione corticale: consiste nella
esocitosi da parte dei granuli corticali
di enzimi proteolitici che modificano
la
zona
pellucida
rendendola
refrattaria alla penetrazione di altri
spermatozoi
(blocco
della
polispermia)
- Sblocco dallo stato di metafase e
prosieguo della seconda divisione
meiotica con formazione di un uovo
maturo e del secondo globo polare. Il
nucleo diventa pronucleo femminile.
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Giunto nell’ooplasma, i componenti strutturali dello spermatozoo
vanno incontro a degenerazione, la membrana nucleare si rompe
ed il materiale in essa contenuto va a costituire il pronucleo
maschile
I due pronuclei dopo aver duplicato il loro DNA vanno incontro alla
profase della prima divisione di segmentazione. Scomparsi i
nucleoli e l’involucro nucleare i due gruppi di cromosomi si
dispongono (anfimixi) all’equatore in un unico fuso mitotico.
L’unione dei due corredi cromosomici aploidi porta alla formazione
dello ZIGOTE
stadio unicellulare dell’embrione
FECONDAZIONE
D : avviene la duplicazione del DNA
A : ovocito in metafase
e sono evidenziati i cromosomi
B : lo spermatozoo è entrato
nell’ovocito che ha completato E : i cromosomi materni e paterni si
dispogono insieme (anfimixi) sul
la seconda divisione meiotica
piano equatoriale del primo fuso
C : si formano il pronucleo
di segmentazione
femminile e quello maschile
PRIMA SETTIMANA DI SVILUPPO
La fecondazione porta a 3 risultati fondamentali:
• Ricostituzione del numero diploide dei cromosomi,
metà di origine paterna e metà di origine materna
• Determinazione del sesso del nuovo individuo, che
dipende dal cromosoma sessuale X o Y dello
spermatozoo
• Inizio del processo di segmentazione
Gli eventi che caratterizzano la prima settimana di
sviluppo dell’uovo fecondato sono:
- la segmentazione
- la migrazione attraverso le tube fino alla cavità
uterina
- l’inizio dell’impianto dell’uovo fecondato nella
mucosa dell’utero
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SEGMENTAZIONE
La segmentazione dell’uovo fecondato consiste
nella rapida successione di divisioni mitotiche
che portano alla formazione di numerose cellule
sempre più piccole, dette blastomeri; l’uovo
fecondato si trasforma pertanto in una struttura
pluricellulare.
Ciascun blastomero mantiene la sua totipotenza
fino allo stadio embrionale di 4-8 blastomeri: da
ognuno di essi può svilupparsi un embrione
completo
Col proseguire della segmentazione l’embrione
raggiunge lo stadio di morula (12–36 blastomeri)
ammasso centrale di blastomeri contenuto nello spazio
ancora delimitato dalla membrana pellucida (4° giorni
dalla fecondazione)
EMBRIONE ALLO
STADIO DI DUE
BLASTOMERI
La prima divisione di segmentazione, che
avviene a 30 ore dalla fecondazione, si conclude
con la formazione dei primi due blastomeri
Dallo stadio di 32-64 blastomeri, per assunzione di liquido
dall’esterno e per secrezione dei blastomeri stessi comincia nella
morula a formarsi una cavità, il blastocele, ripiena di liquido:
l’embrione assume un aspetto cistico e prende il nome di blastocisti
RAPPRESENTAZIONE
SCHEMATICA DI
EMBRIONE ALLO
STADIO DI BLASTOCISTI
(5°giorno di sviluppo)
RAPPRESENTAZIONE
SCHEMATICA DI
EMBRIONE ALLO
STADIO DI MORULA
Blastocisti
sfera cava la cui parete è formata da un unico
strato di blastomeri appiattiti, il trofoblasto, nella quale sono
raggruppati ad una estremità (polo embrionale) i blastomeri più
interni a costituire il nodo embrionale.
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MIGRAZIONE E IMPIANTO
IMPIANTO
Le contrazioni peristaltiche della muscolatura della tuba ed il
battito ciliare dell’epitelio fanno si che l’uovo fecondato percorra
in 3-4 giorni tutta la tuba uterina e raggiunga, allo stadio di morula
la cavità uterina. E’ nella cavità uterina che la morula diventa
blastocisti.
Verso la fine della prima settimana (6°-7°giorno) la blastocisti,
costituita da circa 180 cellule, comincia ad impiantarsi nell’endometrio
(impianto interstiziale); dapprima aderisce alla mucosa uterina
mediante il trofoblasto del polo embrionale, poi inizia ad erodere
l’epitelio per portarsi nella sottostante tonaca propria.
L’annidamento della blastocisti
nell’endometrio,
che
si
completerà intorno al 13°
giorno, è frutto di una reciproca
interazione fra trofoblasto ed
endometrio e si verifica infatti
per
l’attività
erosiva
del
trofoblasto
la
cui
azione
proteolitica è però attivata dalla
mucosa uterina stessa.
Blastocisti che ha iniziato la penetrazione
nella mucosa uterina (6°giorno di sviluppo)
IMPIANTO
Quando avviene l’impianto, normalmente ha luogo nella parte
superiore della faccia posteriore dell’utero o, più raramente, della
faccia anteriore.
Normale sede di impianto nell’utero
dell’uovo fecondato
Possono tuttavia aversi impianti anomali che si possono verificare o
nello stesso utero in vicinanza dell’OUI (impianti bassi) che esitano
in una placenta previa (0,5% delle gravidanze) oppure al di fuori
dell’utero (gravidanze extrauterine).
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