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Stefano Gallo, Senza attraversare le frontiere. Le
Zitierhinweis Lapesa, Giuliano: Rezension über: Stefano Gallo, Senza attraversare le frontiere. Le migrazioni interne dall'unità a oggi, Roma: Laterza, 2012, in: Il Mestiere di Storico, 2013, 2, S. 228, http://recensio.net/r/38e610b844cc40af9cdfcebb164998b7 First published: Il Mestiere di Storico, 2013, 2 copyright Dieser Beitrag kann vom Nutzer zu eigenen nicht-kommerziellen Zwecken heruntergeladen und/oder ausgedruckt werden. Darüber hinaus gehende Nutzungen sind ohne weitere Genehmigung der Rechteinhaber nur im Rahmen der gesetzlichen Schrankenbestimmungen (§§ 44a-63a UrhG) zulässig. 228 i libri del 2012 / 2 - monografie Stefano Gallo, Senza attraversare le frontiere. Le migrazioni interne dall’Unità ad oggi, Roma-Bari, Laterza, 216 pp., € 22,00 Le migrazioni interne, sia negli spostamenti stagionali e periodici sia nei trasferimenti di lungo periodo o definitivi, hanno rappresentato una costante risorsa, e talora una ineluttabile necessità, nel contesto economico, sociale e politico italiano. Il libro di Stefano Gallo, muovendo con finezza dalle analisi di Anna Treves sul ventennio fascista, restituisce con un lavoro di sintesi riccamente documentato i percorsi storici che hanno caratterizzato le migrazioni interne italiane nel loro continuo intrecciarsi con il quadro sociale, politico e normativo. Un’analisi complessiva delle migrazioni interne al nostro paese mancava di uno studio storico organico e Gallo lo colma per il lungo periodo compreso fra l’Unità e l’inizio del terzo millennio fornendo anche utili indicazioni ed enunciando nuove problematiche per ulteriori ricerche. L’a., utilizzando con padronanza gli strumenti di campi disciplinari differenti, si sofferma sui temi del dualismo economico tra Nord e Sud del paese fino a giungere ad analisi originali per valutare le vicende della transizione economica e sociale italiana; indaga le modalità con le quali i soggetti più diversi (dagli uffici comunali a quelli del lavoro, dagli enti ministeriali alle prefetture, dalle associazioni ai sindacati) hanno affrontato le alterne fasi della mobilità territoriale; entra nelle pieghe della normativa italiana sulle migrazioni interne portandone alla luce le sottese motivazioni politiche e la loro reale incidenza. Questo approfondito studio ci fa comprendere dunque i caratteri specifici dei fenomeni migratori interni e i progetti politici elaborati per modificarli nel periodo che va dall’Unità agli anni più recenti. Uno dei principali meriti dell’a. è infatti quello di mostrare dettagliatamente come per l’età contemporanea vennero impostati dallo Stato italiano, a livello centrale e periferico, sistemi di controllo e di condizionamento della mobilità territoriale, che tendevano a regolamentare l’afflusso di popolazione verso le maggiori città o tra una realtà agricola e un’altra. Sistemi di controllo che, come quelli impostati dal fascismo, durarono a lungo anche nell’Italia repubblicana pur non impedendo, come ci ricorda Gallo, lo svolgimento dei flussi migratori dal Sud al Nord del paese e dalle campagne alle città che di fatto avvennero per una gran parte in infrazione rispetto al quadro normativo. Tuttavia, nonostante nei primi decenni repubblicani sia emersa la scarsa efficacia degli strumenti legislativi che delegavano al Ministero dell’Interno e alla Pubblica Sicurezza il controllo di un fenomeno ricco e complesso come quello della mobilità territoriale, già nel corso degli anni ’60 e con maggiore brutalità negli anni a noi più recenti un nuovo insieme di disposizioni restrittive e proibitive, molto simili nell’impostazione a quelle emanate nel ventennio, hanno riguardato l’immigrazione in Italia di cittadini stranieri con il risultato di aver costretto molti di loro a periodi di clandestinità e a condizioni di sfruttamento lavorativo nell’area sommersa dell’economia. Giuliano Lapesa