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• La gente si aiutava a vicenda... • Bologna aprile 1960, alla
1960 - 1997
• La gente si aiutava a vicenda...
• Bologna aprile 1960, alla presenza di numerose Autorità
battezzata la Mercurio
• 1965 Mercurio Modenese è una realtà
• 1962 Terra dei Fiori
• Dicembre 1972 in Cossato,
in un locale al piano secondo del Palazzo Comunale
• 1994 –1997 La nascita di Nordiconad
• Albero Genealogico di Nordiconad 1960 – 1997
1960
i pionieri
1962
1965
Nascita del Mercurio Modenese
1972
1966
Inaugurazione del primo Superconad ligure
Inaugurazione Mercurio Modenese
1971
vione
nde allu
ra
g
la
:
a
Moden
Renato Zangheri inaugura il magazzino di Bologna
Luciano e Anselmo Chiesa
1972
Inaugura
zione m
agazzin
o Moden
a
oré a
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Il Superc
Modena
1977
Il market Sanca a Cossato (Biella)
Tina Anselmi inaugura il magazzino di Bologna
logna
lo” a Bo
“Il Fosso
1981
Inaugura
zione m
agazzin
o di Cos
sato
Il “Villaggio” di Imperia
1992
Ventennale DA.CO.VA.
La gente si aiutava a vicenda...
“…Abitavamo in queste case “cooperative”, il Comune di Bologna ci lasciava in uso
gratuito il terreno, e alla sera, finito il lavoro, la gente si aiutava a vicenda a costruire
la propria casa e quella dei vicini, tutti insieme: i miei genitori facevano parte di questo
gruppo di persone, che in un certo senso erano già una forma di
associazionismo spontaneo…erano piccole abitazioni tutte
uguali con la sala al piano terra e le camere a quello superiore. In questa casetta i miei genitori avevano fatto il negozio.”
Il
racconto
di
Luciano
Chiesa, mitica
figura dell’associazionismo tra dettaglianti, primo presidente
CONAD, persona
che incarna con
semplicità e grandezza i valori e lo
spirito della cooperazione, e rappresenta tutti i
protagonisti
della storia di
Nordiconad, da
quelli che avremo modo di citare, a tutti
gli altri comunque mai dimenticati, comincia ricordando
quanto la
e l’ideale di una
, facessero parte, per così dire, del patrimonio
genetico di tutti coloro che hanno portato la cooperazione tra dettaglianti
ad essere un soggetto forte e attivo nel mercato della distribuzione italiana.
passione per il “mettersi insieme”
reciproca solidarietà
Palazzo Albergati 11 Giugno 2000: l’omaggio di Nordiconad a Luciano Chiesa.
di Conad gestiva un negozio importante per allora: alimentari, drogheria, salumeria e vini. Era ubicato,
, in Via Sante Vincenzi
nel popolarissimo quartiere S.Vitale di Bologna, nello stesso edificio dell’abitazione, dove ancora oggi Chiesa vive con la sua famiglia.
fin dal 1923
Fare il dettagliante era per Luciano Chiesa uno stile di vita: con la
moglie, immancabile compagna di cammino, il fratello, la sorella, e
inizialmente con i genitori - la mamma era la titolare - il fondatore
11
Bologna aprile 1960.
Alla presenza di numerose Autorità
battezzata “la Mercurio”
Tra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio degli anni Sessanta, Chiesa, sollecitato anche da alcuni amici con i quali condivide l’adesione a
Confesercenti, riflette sull’avanzare di nuove forme distributive, sull’affermarsi di quei supermercati - dove la spesa diventa divertente, dove si trova di
tutto in un clima di abbondanza, dove il consumatore gratifica la sua voglia
di possedere dopo le miserie della guerra - e si rende conto del rischio che corrono i piccoli dettaglianti lasciati soli e con scarso potere contrattuale.
Matura così la scelta di aggregarsi in un gruppo di acquisto, ma le condizioni sono avverse. “Non avevamo forze – racconta Chiesa – e l’
, assessore al bilancio del Comune di Bologna, ci dette ciò che
a noi mancava: la credibilità. Nessuno infatti era disposto a farci credito e lui
si fece garante per noi in Banca. Quando fummo in grado di procedere ci
disse "andate avanti con le vostre gambe, ma io vi seguirò sempre”. Così con
un prestito di L. 5 milioni l’attività ha inizio e nell’aprile del 1960 a Palazzo
Re Enzo, nel cuore di Bologna, nasce il Consorzio Mercurio Bologna presieduto da Luciano Chiesa.
Nel discorso inaugurale pronunciato davanti ad una platea formata, tra gli
altri, da importanti autorità, il presidente sottolinea lo scopo che si prefiggono gli associati: “La Società Cooperativa ora costituita si propone di unire
i dettaglianti per l’acquisto delle merci e dei prodotti in modo collettivo, al
fine di poter ottenere il prezzo più basso possibile”. Parole che più o meno si
ritroveranno in tutti gli Statuti che saranno redatti successivamente, quando la cooperazione tra dettaglianti vedrà la sua affermazione.
avvocato
Lorenzini
Come poi accadrà in tanti altri casi l’attività prende il via con acquisti collettivi fatti come si può e con il problema del magazzino: “prendemmo una
selleria dismessa - racconta Chiesa - e lì facemmo il nostro magazzino, in
Via Urbana. Dovevamo fare una fattura per ogni articolo perché allora gli
acquisti centralizzati non erano permessi. Facevo il turno alla domenica e
alla sera, nei momenti di chiusura del negozio, per il ritiro della merce e il
pagamento da parte degli altri soci: ma non tutti venivano...”, racconta
Chiesa alludendo anche a qualche tiro mancino dei soci che non sempre
rispettavano gli impegni.
Le difficoltà sono molte, la legislazione come si è visto è inadeguata, mancano le risorse e il credito bancario, soprattutto sono meglio organizzati coloro
La storica insegna “CONAD” sotto i portici di via d’Azeglio a Bologna
che hanno tutto l’interesse a far sì che i dettaglianti non si uniscano e, all’ostruzionismo di questi, si unisce l’opposizione alle idee politiche e agli ideali degli associati, la cui spinta e il cui ruolo sono evidenti agli oppositori.
“Un giorno – prosegue Chiesa - arrivò la Finanza perchè i grossiti fecero
la soffiata, e ci fu fatto un verbale per 6 milioni di Lire che allora era una
gran cifra. Quella stessa settimana c’era l’inaugurazione del Mercato
Ortofrutticolo e venne un Ministro. Avevamo già un dipendente di primo
pelo: questo ragazzo ci disse “andiamo all’inaugurazione e parliamo con
12
Luciano Sita
Maggio 1962
il Ministro”. Era
che, entrato nella cooperazione tra
dettaglianti nel 1961 ne sarebbe uscito nel 1991 per altri incarichi sempre nel movimento cooperativo, dopo essere stato direttore di Mercurio
Bologna e aver giocato un ruolo importante nell’Associazione Nazionale
Dettaglianti e nel Consorzio Nazionale, cui inizialmente Chiesa l’avrebbe
prestato per tre giorni alla settimana (accadrà nel 1967). Il consiglio del
giovane ragioniere dalle maniche nere – come Sita veniva chiamato da
, uno dei padri fondatori di
CONAD - si rivela vincente, e il Ministro dichiara la
sua disponibilità a risolvere il problema, convinto che
lo sviluppo dell’associazionismo tra dettaglianti possa
solo render bene al Paese.
Passato questo grande pericolo, che avrebbe potuto
chiudere al suo nascere l’esperienza di Mercurio
Bologna, la cooperativa catalizza sempre maggiore
attenzione da parte di altri dettaglianti. Dopo l’aiuto
iniziale della Confesercenti, sono gli incontri presso il
mercato ortofrutticolo a creare le occasioni per il
reclutamento: “ …la nostra – dice Chiesa - è stata una
storia di crescita: crescevano i soci, crescevano gli
acquisti fino a quando il magazzino scoppiava ed eravamo costretti a cercare posti più grandi”. E così nel
periodo che separa il 1960 dal 1990, anno della fusione con Modena, Mercurio Bologna trasferisce la propria attività e i propri magazzini cinque volte.
Poco dopo l’avvio dell’esperienza bolognese maturano
le condizioni per la nascita dell’altro grande affluente emiliano di Nordiconad: il Consorzio Mercurio Modenese.
nasce Conad
Mario Gombi
I primi anni Sessanta sono davvero molto fecondi per l’associazionismo tra dettaglianti, i gruppi di
acquisto crescono e il 13 maggio del
1962 prende il via l’esperienza del
Consorzio Nazionale Dettaglianti
– Conad. La prima sede è posta in
Milano (trasferita poi a Bologna
nel 1974). Con il Consorzio ha inizio una storia parallela e intrecciata a quella di Nordiconad, i cui
rami, tutti, aderiranno al
Consorzio Nazionale, seguendone
nel tempo le politiche di sviluppo,
di prodotto, di insegna e di marca,
condividendone spesso l’apporto
qualificato delle stesse persone, a
partire proprio da Luciano Chiesa
che, nel 1965 ne assume la presidenza, carica che reggerà fino alla cessazione dell’attività nel 1984, quando gli subentrerà
Enrico Gualandi, in quel momento presidente di Mercurio
Bologna.
Nel 1964 nasce il primo marchio
Conad monocromatico azzurro
che raffigura il Mercurio (il
mitico messaggero divino alato,
simbolo del commercio) con la
scritta Conad, e compaiono i
primi prodotti a marchio con
nomi di fantasia come
Dorita, Sabrina, Union di
cui si riempiono i punti vendita delle cooperative che
aderiscono a Conad.
13
1965
Mercurio Modenese è una realtà
Apparentemente la nascita della cooperativa i cui uffici oggi ospitano la
sede di Nordiconad a Modena, si deve ad un caso fortuito: “Sono diventato
commerciante – racconta infatti
, tra i fondatori della
Mercurio Modenese - a causa di forza maggiore perché, piuttosto giovane,
fui operato di ulcera e dovetti smettere l’attività di muratore: era il giugno
del 1959 e fu così che entrai nel commercio alimentare.“
In realtà Morè, come già Chiesa, era cresciuto in un clima fortemente ispirato a ideali democratici e di solidarietà che comunque lo avrebbero portato nel
mondo della cooperazione, e che sia stata proprio quella tra dettaglianti, questa sì, è stata una fortuna: “credevo nella solidarietà, nella collaborazione,
nella co-partecipazione, ero convinto che insieme ad altri, con l’associazionismo, avrei potuto ottenere più di quanto non avrei ottenuto da solo:
.”
Renato Morè
il mio
scopo era quello di costruire una grande famiglia
Palazzo Albergati 11 Giugno 2000: Aldo Piano porge a Renato Morè
il ringraziamento di Nordiconad
Insieme alla Cooperazione di Consumo
merammo un po’ di roba e così iniziammo l’attività. Andammo alla
Confesercenti di Modena per avere informazioni e loro ci mandarono a Milano,
dove incontrammo
e
.” Gombi
è responsabile acquisti dell’Alleanza Italiana Cooperative di Consumo e si sta
occupando di avviare l’azione commerciale del CONAD su indicazione della
Lega delle Cooperative, che ha incaricato la Cooperazione di Consumo di svolgere un ruolo di consulenza per i dettaglianti.
Siamo negli anni tra il 1962 e il 1965, il gruppo d’acquisto modenese vive una
fase pionieristica tra grandi difficoltà: “Nei primi tempi la società era in forma
collettiva, ma non tutto era regolare e soprattutto non erano chiare le regole tra di noi” problemi che con la nascita della cooperativa saranno superati.
L’attività inizia, racconta Morè “comprando una volta uno, una volta l’altro, stoccando una volta a casa mia e una volta a casa di un altro.
Facevamo davvero tutto: gli acquisti, lo stoccaggio delle merci, le fatture di vendita e siccome nei primi tempi non avevamo un ufficio, andavamo in una saletta di un bar e lì facevamo l’amministrazione della società.”
Anche Morè, come gli altri pionieri di Nordiconad, deve subire in prima
persona gli sforzi maggiori, soprattutto economici perché, per poter svi-
Così inizia l’avventura modenese di Nordiconad, con una caratteristica
particolare: Morè infatti partecipa ad un Consorzio che era stato creato dalla
Cooperazione di Consumo, e che poteva essere utilizzato per dare vita ad un
Consorzio di commercianti. I dettaglianti sono preoccupati per l’avanzare dei
“supermercati” e delle catene private e, sempre al fine di rispettare la propria
missione, che è quella di difendere i consumatori, la cooperazione di consumo auspica l’affermarsi di ogni iniziativa di collaborazione pratica, specie in
fase di acquisto collettivo, di alleanza rivendicativa, di lotta politica comune. “Allora – dichiara Morè - la cooperazione di consumo aveva bisogno di
quella dei dettaglianti, avevamo nel cuore l’idea di essere insieme e loro
capivano che a Modena si poteva stare uniti e ciò era un bene prezioso: nella
Lega delle Cooperative (allora denominata Federcoop, ndr) c’erano anche
grandi amici, persone come
e
,
e più tardi
che ci aiutarono veramente tantissimo.”.
Ivano Barberini
Guazzaloca Adriano Leonardi
Pastorelli
Mario Gombi Favio Fornasari
Ilario
Piero
Dalla chiusura del Consorzio di consumo, prima citato, nasce l’opportunità effettiva di dare inizio all’attività: “ …io ed altri tre commercianti – racconta - inca-
14
luppare la cooperativa – attività che svolge volontariamente e senza
retribuzione – deve sostenere dei costi che altri non hanno, dovendo
pagare un dipendente che gestisce il negozio.
Così, dopo qualche anno di apprendistato, nel giugno del 1965 nasce la
Mercurio Modenese: “…eravamo circa in settanta nella provincia di
Modena, avevamo anche qualcuno della zona di Reggio Emilia e di
Mantova”. Nel 1966 ha inizio l’attività nel primo magazzino. A differenza di quanto sta avvenendo in Liguria, dove Benedetti e gli altri soci di
C.I.D.A. si affannano alla ricerca del consenso degli Enti Locali per risolvere il problema del magazzino, a Modena è proprio il Sindaco della
città, l’indimenticato
, ad aprire la strada alla cooperativa “Offrendoci un magazzino di 150 mq- racconta Morè - che costava solo L. 1.000 l’anno di affitto. L’Amministrazione Comunale capiva
l’importanza e il valore sociale dell’associazionismo. Il magazzino era
poco più di un garage che il Comune usava per fare la disinfestazione
delle reti e dei materassi: fu Triva in persona a darci le chiavi”. Ma ben
presto, nel settembre dello stesso anno, la cooperativa si sposta nel
primo magazzino di proprietà, una struttura di 650 mq.
Con l’apertura del primo deposito inizia anche l’evoluzione organizzativa e
subito Mercurio Modenese comincia ad assumere dei dipendenti. Resta però
il problema, come già a Bologna, del credito finanzario: se la cooperativa
gode della fiducia dei soci e degli Enti Locali, così non è per gli Istituti
Bancari e soprattutto per i fornitori. Nessuno infatti è disposto a fare del credito, al punto che “se ad esempio arrivava un camion con un carico di zucchero che avevamo ordinato, prima dovevamo raccogliere i soldi tra i soci
per pagare il carico, e solo dopo avevamo il permesso di scaricare il camion”.
La grande alluvione
Rubes Triva
1966: gli effetti devastanti della grande alluvione
Nel mezzo di questi problemi, e dell’avvio dell’attività, si abbatte su
Mercurio Modenese una vera disgrazia: nel novembre del 1966 il nuovo
magazzino viene completamente devastato dall’alluvione che colpisce gran
parte della città, la stessa che trova spazio nei manuali di storia d’Italia
sotto il nome di “alluvione di Firenze”, città dove la violenza dell’acqua
devasta gran parte del patrimonio artistico e architettonico. Il momento è
davvero difficile, la cooperativa è impegnata finanziariamente nell’acquisto
dello stabile e la merce è completamente perduta.
Accorre in aiuto lo spirito di attaccamento dei soci che salva la situazione, non solo per l’impegno concreto nello sgombero delle macerie e nel
riavvio sollecito delle attività, ma anche per l’adesione alla richiesta di
aumento del capitale sociale per dare respiro finanziario alla cooperativa.
“L’alluvione del 1966 fu un disastro tremendo: i soci reagirono con grande compostezza e coraggio, e fu
a consigliarci
ed aiutarci. Portammo la quota sociale a 100.000 lire, e facemmo un concordato con i fornitori per pagare meno. Anche le Istituzioni locali non ci
lasciarono soli: il Comune e la Provincia di Modena ci concessero un contributo a fondo perduto di lire 5.000”.
Ivano Barberini
Anni Settanta, magazzino Mercurio Modenese
15
Costruire una grande rete tessendo
le maglie una ad una
“Il motore dell’unificazione con Carpi e del rinnovo della rete distributiva in quel territorio – sottolinea ancora Luppi – fu
allora presidente della cooperativa ortofrutticola di Carpi”.
Tutto ciò crea le condizioni per uno sviluppo rapido che salta tappe forzate
che altri dovranno fare e, nel 1972, viene costruito il magazzino di Via Svezia
(già di 4.200 mq poi ampliato), che già porta l’insegna di “Centro di distribuzione”. La struttura viene inaugurata in occasione della celebrazione del
Decennale del Conad, a riprova di quanto Mercurio Modenese stia assumendo un ruolo primario nello sviluppo dell’associazionismo tra dettaglianti.
Passano cinque anni e nel 1977 prende il via la costruzione dell’attuale
sede di Via Europa: “dove c’è la sede di Nordiconad qui a Modena – racconta Morè - siamo andati a rogito mille volte, perchè c’erano diverse
proprietà e noi continuavamo a crescere.”
Le
funzionano al punto che ad ogni assemblea,
anno dopo anno, Mercurio Modenese è costretta a sistemare lo Statuto
per poter crescere sempre di più. Nell’arco di 10 anni i soci diventano
oltre mille: negozianti, ma anche baristi e ristoratori.
Valter Bigi,
Anche quella della Mercurio Modenese è la storia di una crescita rapida certamente aiutata da un contesto civile, e condizioni politico amministrative,
favorevoli e capaci di intravedere il ruolo sociale e di sviluppo che la cooperazione tra dettaglianti potrà presto assumere. Crescono le attività, i magazzini,
i soci: nei primi tempi della vita della cooperativa l’arruolamento avviene per
mezzo della credibilità della persona di
il primo
presidente della Mercurio Modenese, (Renato Morè assumerà la carica qualche
anno più tardi, fino al 1987 quando cesserà l’attività di dettagliante). Il mercato ortofrutticolo è il luogo privilegiato per fare soci: “ I commercianti ci
vedevano all’opera, vedevano che eravamo molto seri e rispettavamo le Leggi.
Quando capivamo che alcuni erano interessati li chiamavamo alle nostre riunioni, ma uno alla volta, per poterci dedicare meglio all’opera di convinzione: é
stato come costruire una grande rete tessendo le maglie una ad una.”
Anticipando i tempi, verso la fine degli anni Sessanta Mercurio Modenese dà inizio a processi di fusione cui seguiranno vere e proprie stagioni di unificazioni.
“Sempre nella logica dell’associazionismo – dichiara Morè - non ci siamo limitati ad aggregare dei singoli, ma anche persone che avevano dato vita ad altre
società, aprendo già dagli anni Sessanta e Settanta la strada delle unificazioni.
Abbiamo unificato una piccola cooperativa che aveva stabilito la sede nel nostro
primo magazzino: la GAM (Gruppo Alimentaristi Modenesi) il cui presidente
non era della nostra fede politica, ma non per questo aveva meno fiducia nei vantaggi nel valore dell’associazionismo, e portò in
Mercurio Modenese gli oltre sessanta soci della sua cooperativa.
Successivamente ci siamo uniti con la cooperativa ortofrutticola di Carpi, con
Mirandola, poi con Verona.”
Sottolinea
, direttore di Mercurio Modenese dal
1967 al 1988, che “l’unificazione con Carpi comportò per la cooperativa la
scelta di garantire ai soci il servizio di acquisto e consegna di beni freschi e
deperibili come l’ortofrutta e le carni, completando così la consegna di tutte
le gamme merceologiche. In questo modo – prosegue Luppi – realizzammo già
da allora le condizioni per lo sviluppo delle vendite attraverso una concreta e
completa applicazione del piano marketing, dando vita alla prima esperienza
in Italia di servizi integrati per i soci, dal magazzino allo sviluppo delle vendite”. Un modo di condurre la cooperativa guardando avanti tipica dei soci di
Mercurio Modenese e del suo direttore: proveniente da un’esperienza nella
Federcoop di Modena, Aureliano Luppi, una vita dedicata alla cooperazione,
porterà Mercurio Modenese a diventare, nell’arco dei suoi vent’anni di direzione,
.
Lascerà Modena per assumere, nel 1988, la direzione del CONAD Nazionale.
Silvano Moscatti,
campagne soci
Giuliano Barozzi
Aureliano Luppi
la prima cooperativa tra dettaglianti in Italia
1972: il magazzino di Mercurio Modenese
16
cominciammo a lavorare nei deperibili e nell’ortofrutta. Ma lo spazio non
era sufficiente perché la cooperativa cresceva”.
Mercurio Bologna decide allora di prendere in affitto il magazzino dismesso dalle Farmacie Comunali a Piazza dell’Unità, ma la struttura regge lo sviluppo soltanto per un anno e mezzo, dopo il quale ci si sposta prima in Via
della Cooperazione, poi in Via Maserati, per approdare finalmente in Via del
Commercio Associato dove il Comune di Bologna concede un terreno a
Mercurio e viene costruito un magazzino con i fiocchi, dotato di macchinari adeguati, celle frigorifere e adibito a cash: è
,
Sindaco di Bologna, ad inaugurarlo il 28 marzo del 1971.
Parallelamente Luciano Chiesa si preoccupa di dare un’organizzazione
gestionale e manageriale alla cooperativa e con il passaggio definitivo di
Luciano Sita al Conad Nazionale entra in Mercurio
che assume il ruolo di direttore: “Abbiamo avuto la fortuna –
dice Chiesa – di poter contare su figure di direttori di grandi qualità con Sita
e Minella prima e Francesco Camangi poi”.
Renato Zangheri
Marco
Minella
Siamo ormai negli anni Settanta e per la cooperazione tra dettaglianti si profila la prima grande svolta.
Il magazzino a cash di Mercurio Modenese
Crescono a Bologna i magazzini
Parallelamente a Bologna Luciano Chiesa spinge lo sviluppo dell’attività di Mercurio.
“Commerciavamo sempre più in merci deperibili – racconta – e quando
verso la fine degli anni Sessanta cominciammo a vendere grandi quantità di prodotti come il prosciutto cotto o i formaggi, il problema della
conservazione divenne enorme: in Via Beverara dove avevamo spostato
il deposito lasciando la “selleria”, non avevamo un numero sufficiente di
frigoriferi e allora con la mia Bianchina - e a sue spese (ndr) - andavo a
comprare la merce fino ad oltre Modena, due volte la settimana per evitare di fare magazzino. Poi i colleghi fruttivendoli presero contatto con
una persona del Sud Italia – la sottolineatura non è irrilevante (ndr) – che
aveva costruito un magazzino, aveva fiducia in noi e ce lo diede, così
1971: Renato Zangheri e Luciano Sita (a destra) all’inaugurazione del magazzino di Bologna
17
Gli anni Settanta:
da gruppo di acquisto
a gruppo alle vendite
“Il Conad fece in quegli anni una scelta
davvero lungimirante, creando le condizioni per diventare, nel tempo, l’organizzazione numero uno tra dettaglianti in Italia.”
Palazzo Albergati 11 Giugno 2000: Maurizio Sanca porge l’omaggio di
Nordiconad a Enrico Gualandi.
Enrico Gualandi
momento ha gestito un negozio tradizionale di 60 mq, si trova a dirigere, senza esempi alle spalle, un supermercato specializzato di 400 mq., il
Fossolo I: un’azienda modello nell’ambito bolognese.
Il Fossolo 1 è anche la conseguenza di quanto sta accadendo nella cooperazione tra dettaglianti dove, sulla spinta dell’approvazione della
L.426 sul commercio, che ha creato l’opportunità per gli operatori commerciali di entrare nell’ammodernamento della rete distributiva nazionale, nel passaggio tra gli anni Sessanta e Settanta, CONAD segna una
svolta importante, che sarà sancita qualche anno dopo, con l’Assemblea
nazionale del 1975, tenutasi a Bologna. Concepito inizialmente come
gruppo di acquisto con lo scopo di mettere insieme i dettaglianti per fare
massa critica, il Consorzio, e con esso le cooperative associate, modifica
infatti la propria missione passando dall’era dell’
, a quella dell’
.
“In quel periodo – racconta Gualandi - al tempo che si dedicava all’attività
in proprio, era necessario aggiungere sempre di più quello per lo sviluppo
dell’organizzazione tra dettaglianti: è il momento che segna la scelta definitiva di CONAD e delle cooperative ad esso associate, di passare da centrale di acquisto a sistema di imprese orientato alla vendita.” Si pongono i
primi passi della futura missione di Nordiconad, quando al centro di ogni
azione non saranno più le vendite, o il “mercato”, ma il consumatore.
Non è un passaggio da poco, perché alla necessità di assimilare il cambiamento della missione che capovolge l’orientamento del sistema, si
pone quella di vivere una seconda fase dell’aggregazione, quella che
E’
, tra i protagonisti negli anni Settanta di
quella scelta, a compiere questa sottolineatura. Una vita, la sua, vissuta nel
commercio a partire dalla fine degli anni Cinquanta quando, a 17 anni,
matura l’apprendistato come commesso di salumeria, per poi entrare
nell’Ente Comunale di Consumo di Bologna dove ha “la fortuna di conoscere Mario Gombi” che gli sarà maestro come Chiesa, Morè e altri. Praticando
l’attività di rappresentante, per il commercio all’ingrosso dell’Ente, prende
vita in lui la fede nell’associazionismo. Nel 1961 acquista un punto vendita
tradizionale, diventa socio di Mercurio Bologna dove a partire dal 1967, inizia il percorso come dirigente del mondo CONAD, entrando nel Consiglio
della cooperativa. Nel 1978, a seguito di un naturale cambio generazionale
dei dirigenti, eredita la presidenza di Luciano Chiesa, carica che manterrà
fino alla fusione con Modena. Nel 1981 è presidente di CONAD Nazionale
fino al 1994 quando assume la presidenza dell’ANCD (Associazione
Nazionale Commercio al Dettaglio). Lascia definitivamente gli incarichi dirigenziali nel mondo CONAD nel 1996 quando vende l’attività del mitico
Fossolo.
Per quel suo atteggiamento di chi fa e risolve tutto, Enrico Gualandi è noto
con il soprannome di Ghe pensi mi!, per quanto di milanese non abbia proprio nulla, con quello spirito tutto bolognese, a partire dall’incontenibile ironia, di prendere le cose e gestire i propri sogni con la vocazione emiliana di
realizzarli: “ (…) a Bologna, insieme ad altri sei commercianti, abbiamo dato
vita al primo supermercato del mondo CONAD, un punto vendita moderno
tra i primi in assoluto in Italia.” E’ il 1971 e Gualandi, che fino a quel
all’acquisto
18
associazionismo
associazionismo alle vendite
vede i dettaglianti associarsi per gestire un negozio di grandi dimensioni, cioè non più per acquistare ma per vendere, assumendosi spesso, il
rischio di chiudere un’attività di successo per aprirne un’altra nuova e
più complessa, insieme ad altri soci.
“Non era facile – dice Gualandi – chiudevi il negozio, portavi le licenze
in Comune e andavi verso l’ignoto.”
Ed è un cambiamento che porta anche ad una modifica della base sociale delle cooperative, con un sempre maggior numero di soci giuridici –
cioè di imprese di soci – accanto ai soci singoli tradizionali.
Sta di fatto che in Emilia e Romagna iniziative come quelle del Fossolo si moltiplicano e Mercurio Bologna e Mercurio Modenese diventano vere e proprie protagoniste del rinnovamento della rete distributiva regionale, sempre accompagnate dal ruolo importante di Confesercenti e dalla lungimiranza degli Enti Locali.
A Bologna nel 1971 nasce anche il supermercato Centro Primavera, nel
1972 a Vignola (MO) il 4B dei fratelli Benedetti, il primo supermercato
realizzato dal neonato “ufficio arredamento e ambientazione “di CONAD;
a Carpi (MO) nel 1976, il CONAD Pile di
,
sempre negli anni Settanta lo stesso SuperCONAD Morè a Modena, uno
dei primissimi, mentre a Imola la cooperativa Santerno, che negli anni
Ottanta si unirà a Mercurio Bologna, già nel 1974 apre un supermercato.
Per dare il senso della portata di questo processo si pensi a quanto fatto
dall’ufficio Sviluppo Rete di Mercurio Modenese in otto anni di attività
dal momento della sua nascita nel 1974 (i dati risalgono al 1982): centinaia di ristrutturazioni di negozi tradizionali e specializzati, 27 superettes e supermercati gestiti da dettaglianti in forme singole o associate (250 dettaglianti che hanno chiuso 100 negozi tradizionali).
Le ristrutturazioni degli anni Settanta non furono comunque una cavalcata
senza ostacoli. “Piano, piano – ricorda Chiesa – abbiamo costruito una catena di supermercati cominciando da quello di Gualandi. I soci pensavano che
Il supermercato CONAD 4B di Vignola, il primo realizzato dall’ufficio “arredamento e ambientazione” di CONAD.
Irvano Zanzanelli
li soffocassimo”. Nelle interminabili discussioni che preludevano le scelte, Chiesa
si trovava spesso nella necessità di ricordare agli associati che “…se non facciamo così restiamo rovinati dalla concorrenza. E’ stata una battaglia dura – ricorda – perché anche se lo stesso Comune di Bologna era disposto ad aiutarci, i
soci inizialmente non avevano fiducia nella possibilità di sbocchi positivi.”.
A Modena Renato Morè è alle prese con problemi simili “I grossisti ci facevano la guerra su tutti i fronti, e i soci a volte si comportavano con individualismo: ho aiutato Aureliano Luppi, il nostro direttore, che di fronte a
questi atteggiamenti voleva andarsene”.
Invece le difficoltà sono superate tanto che nella monografia pubblicata in
occasione dell’inaugurazione del nuovo centro distributivo di Via Europa nel
1982, Renato Morè può definire Mercurio Modenese così:
“La nostra è la testimonianza di un’esperienza associativa che in quindici anni
di attività è riuscita a realizzare un’azienda all’avanguardia nel settore distributivo. Un’azienda che, ispirandosi agli ideali del movimento cooperativo, ha
sempre cercato di coniugare le necessità aziendali e le esigenze dei propri
associati con i problemi più complessivi della società civile ed in particolare
dei consumatori. (…) Il contributo dato dagli associati di Mercurio Modenese
ha permesso alla nostra provincia, per mezzo di un fattivo rapporto con l’Ente
pubblico e le Organizzazioni di categoria, di dotarsi di una rete distributiva
paragonabile a quelle della più avanzata distribuzione europea….Tutto ciò ha
portato Mercurio ad essere da semplice commissionaria agli acquisti, una
struttura di supporto e servizio alla gestione dei punti vendita associati, e a
concentrarsi sui problemi legati all’evoluzione dei consumi. Negli anni a venire, Mercurio seguirà sempre più le politiche commerciali orientate alle vendite e si accentuerà l’attività di rinnovo e di ristrutturazione della rete distributiva mediante la realizzazione di nuovi e più importanti punti vendita”.
Il taglio del nastro all’inaugurazione del “Fossolo 1”
19
Lo sviluppo dei servizi ai soci
Anni Settanta
Rappresentanza
e promozione:
nasce l’ANCD e CONAD dà visibilità al sistema
Gli uffici di Mercurio Modenese agli inizi degli anni Ottanta.
A livello nazionale, con il radicamento e la diffusione
dei punti vendita, si affinano gli strumenti di rappresentanza del sistema nel suo complesso e, nel 1973, nasce
l’Ancd con lo scopo di rappresentare l’associazionismo tra
dettaglianti a livello istituzionale in tutta Italia.
Allo stesso tempo il Consorzio Nazionale, sulla spinta
dell’orientamento alle vendite, si preoccupa degli aspetti
promozionali e comincia ad impegnare risorse per consentire ai soci di vendere meglio e di più, di catalizzare l’attenzione dei consumatori, dotando le cooperative di strumenti
promozionali: nel 1971 cambia il marchio, semplificandolo
e rendendolo più visibile con l’abbandono del Mercurio e
la sostituzione dell’azzurro con il rosso. La Margherita,
oggi universalmente conosciuta, entra nella storia di
Conad: con essa si vuole rappresentare l’associazionismo
cooperativo (i petali sono i soci, il cuore le cooperative).
L’aspetto definitivo del marchio come oggi lo conosciamo,
data dal 1974: con esso ha inizio la caratterizzazione sistematica e capillare di tutti i punti vendita.
Nel 1973 viene prodotto il primo spot, termine “straniero” che
nel tempo ha sostituito quello più familiare per una certa generazione di “Carosello”: è un salto enorme di visibilità per il
sistema, uno strumento concreto per i soci delle cooperative per
spingere le vendite, perché il consumatore riconosce nelle insegne dei negozi ciò che ha visto in televisione, e ne è attirato.
Nel 1978 il Consorzio Nazionale elabora per i propri associati una politica di marketing per i prodotti a marchio:
anch’essi devono contribuire a rafforzare i valori del marchio Conad, e i nomi di fantasia vengono abbandonati,
mentre la gamma merceologica si allarga sempre più.
“L’orientamento alle vendite era una scelta accompagnata dalla creazione di una serie di servizi di supporto che la cooperativa attivava per
chi intraprendeva la strada dell’ammodernamento” ricorda Gualandi.
La cooperativa infatti scende in campo a fianco del dettagliante facendolo crescere sotto il profilo imprenditoriale e creando le condizioni perché la sua impresa possa avere successo ed essere gestita correttamente. Non sono più i tempi in cui il negozio si “…gestiva a vista: quando
aprivi il cassetto e, se ti rimanevano i soldi dopo aver pagato le spese,
era andata bene. Adesso c’erano i dipendenti, e i servizi da gestire per i
consumatori che cominciavano ad avere un ruolo più attivo.”
Così gli anni Settanta sono anche quelli che vedono Mercurio Bologna e
Mercurio Modenese alle prese con lo sviluppo dei servizi per i soci, a loro
volta aiutate in questo dal ruolo del Consorzio Nazionale: vengono effettuate consulenze e servizi amministrativo/gestionali, studiati i layout dei
punti vendita, supportate le politiche commerciali, mentre si comincia a
parlare di informatica e logistica (il primo servizio di assistenza è del
1974), e prendono il via i primi corsi di formazione.
Lo sviluppo dei servizi ai soci spinge anche l’evoluzione tecnico manageriale delle cooperative che si evolve sotto la direzione degli organi sociali, massima espressione della partecipazione dei soci. Alla fine degli anni Settanta
Mercurio Modenese è organizzata in quattro settori/servizi: il Servizio
Sviluppo Rete, il Servizio Commerciale, che si occupa di marketing, acquisti
e promozione con tre settori separati e coordinati; il Servizio Amministrativo
(con le prime forme di controllo di gestione), la Gestione magazzini (15.625
mq) organizzata in cinque depositi specializzati – ortofrutta, deperibili,
bevande e generi vari con consegna a domicilio e un cash per il ritiro della
merce da parte dei soci. “Gli ordini delle consegne a domicilio – ricorda Morè
- venivano già evasi in 24 ore utilizzando al massimo le possibilità espresse
in quel momento dall’informatica e dall’automazione”.
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Il valore sociale dell’Associazionismo tra
dettaglianti: al fianco dei consumatori
nell’era dell’Austerity
Crescono i magazzini a Modena e Bologna
Ma ci sono anche fatti concreti che rendono evidenti i valori
dell’Associazionismo tra dettaglianti e il ruolo sociale che sempre più
assumerà nel tempo: siamo negli anni dell’Austerity, del carovita, della
carenza di prodotti in particolare dello zucchero, i muri delle città si
riempiono di manifesti a firma CONAD il cui slogan “Il consumatore non
è un pollo” mostra con evidenza da che parte stanno i dettaglianti.
Mercurio Bologna, Mercurio Modenese, ma come vedremo anche C.I.D.A
e DA.CO.VA che nel frattempo è nata in Piemonte, aderiscono alla battaglia contro il caroprezzi, l’inflazione, le speculazioni e accorrono in
aiuto dei consumatori bloccando i prezzi nei propri negozi e cercando,
con la forza raggiunta per mezzo dell’unione, di risolvere i problemi di
approvvigionamento dei prodotti.
1976: Luciano Chiesa posa la prima pietra del nuovo magazzino
di Via del Commercio Associato a Bologna
Intanto, mentre a Modena si dà il via alla costruzione del magazzino di
via Europa, a Bologna Luciano Chiesa pone la prima pietra del nuovo
magazzino di Mercurio (1976): un gesto immortalato in una fotografia simbolica per Nordiconad accompagnata dal commento di Chiesa stesso. “Sono
orgoglioso di Nordiconad oggi perché ho messo la prima pietra del magazzino e sotto ho messo una moneta d’oro. Dissi al muratore: dammi del
cemento a presa rapida!”. L’anno successivo, nel 1977, l’allora Ministro Tina
Anselmi inaugura la nuova struttura.
Alla fine degli anni Settanta la fase del pionierismo si è definitivamente
conclusa e ha dato buoni frutti, lo sviluppo passa nelle mani della generazione che è cresciuta alla scuola dei pionieri: “La mia generazione – dice
Gualandi- è quella che ha visto lo sviluppo della rete distributiva partendo
dal lavoro dei padri pionieri fino a creare le basi dell’associazionismo del
futuro, quello che ha dato vita a Nordiconad. Sono cresciuto insieme ai fondatori della Mercurio, che mi sono stati maestri, soprattutto Luciano Chiesa
che è stato l’esempio di come deve essere veramente un cooperatore.
Questo va detto e non bisogna mai dimenticarlo: persone come Luciano Chiesa
e Renato Morè hanno rinunciato al proprio interesse per la cooperazione, hanno
fatto sacrifici personali, anche a scapito della propria attività. Chi ha ereditato,
con Nordiconad, questo immenso patrimonio deve averlo sempre presente.”.
Il mondo Conad manifesta contro il “caroprezzi”.
Cresce sempre di più la credibilità sociale del sistema, ma l’inflazione e la
crisi economica, unita alla volontà di privilegiare nelle politiche associative gli aspetti qualitativi a quelli quantitativi, provocano una selezione
naturale e alcuni piccoli negozi, ma anche i gruppi più deboli incapaci di
adeguarsi, non sopravvivono. Ha inizio una nuova fase di aggregazione
questa volta tra cooperative:
andiamo verso l’era delle
fusioni, di scelte a volte dolorose e del primo cambio generazionale della dirigenza.
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Una nuova sfida da affrontare
Ma la grande evoluzione degli anni Ottanta mette l’associazionismo
tra dettaglianti di fronte a nuove difficili battaglie: il gioco si fa sempre più grande e impegnativo.
Dopo il periodo delle ristrutturazioni dei punti vendita Mercurio
Bologna e Mercurio Modenese cominciano ad affrontare il tema dello
“sviluppo” e si pongono l’obiettivo di far parte del processo di razionalizzazione del sistema CONAD, necessario per reggere la competizione a
livello nazionale.
“Scoprimmo una cosa fondamentale sulla quale bisognava porre rimedio
velocemente – racconta Gualandi - la proliferazione delle cooperative
locali moltiplicava i costi, rendendoli ripetitivi, e faceva sì che la nostra
catena non avesse sufficiente capacità competitiva in un mondo distributivo che si stava evolvendo velocemente. Allora ebbi la fortuna di
avere un direttore molto lungimirante, disponibile ad affrontare questo
problema:
, promotore convinto dell’integrazione, che iniziò un processo di fusioni con le aree più congeniali e
più vicine, dove c’erano cooperative sensibili a questa strategia perché
meno strutturate e quindi in maggiore difficoltà a reggere l’evoluzione
di mercato. Va detto che Camangi rappresenta una condizione senza la
quale oggi Nordiconad probabilmente non esisterebbe: oltre ad avermi
consentito di ragionare a 360° ed essere stato anch’egli un esempio prosegue Gualandi - va dato atto a Francesco Camangi di aver esercitato una leadership vera, ma in modo semplice, con attenzione alle persone, senza aver mai fatto pesare niente, coerente con lo stile e le necessità della cooperativa”.
Con l’impegno di Camangi in Mercurio Bologna, e sulla spinta di quanto sta accadendo più in generale, inizia il “processo di fusioni” che diventa attivo in tutta l’Emilia Romagna, “con l’obiettivo – racconta Gualandi
- di creare maggiore massa critica da un lato, ma anche razionalizzazione dei costi e quindi maggiore competitività dall’altro.”
Mercurio Bologna si fonde con Mercurio Ferrara, presieduta in quel
momento da Giuliano Guzzinati e diretta da Giuliano Gallini, e con la
Santerno di Imola, presieduta da Adolfo Manara assumendo così l’aspetto che avrà all’atto della fusione con Modena, con la nascita di CONAD
Nordest (1990).
Vale la pena di riportare qui il racconto dei protagonisti della fusione tra
la Santerno e Mercurio Bologna. Siamo a metà degli anni Ottanta (la
fusione effettiva è del 1986) la cooperativa di Imola è diretta da oltre
sedici anni da Arnaldo Sella che definisce Camangi “il maniaco delle
fusioni”, colui che “come finiva una fusione, cominciava a costruirne
1982: la devastazione dell’incendio nel magazzino di Reggio Emilia.
Gli anni Ottanta:
mettersi insieme per
reggere la competizione
Francesco Camangi
Negli anni Ottanta Mercurio Modenese continua la sua crescita a ritmo
sostenuto: nel 1982 viene inaugurato il nuovo Centro di Distribuzione di Via
Europa (21.000 mq), il più grande e il più moderno del mondo CONAD, che
tiene proprio in questa occasione l’Assemblea del Ventennale.
Nello stesso anno la cooperativa si rende protagonista di uno dei tanti gesti
di solidarietà nella storia della cooperazione tra dettaglianti e accorre in
aiuto dei soci della Mercurio di Reggio Emilia, che hanno perso il magazzino
a causa di un incendio. Ricorda Aureliano Luppi che “…dal giorno successivo
all’incendio Mercurio Modenese garantì a tutti i punti di vendita di Mercurio
Reggio Emilia, il servizio di rifornimento merci, e ciò proseguì fino a quando
la cooperativa reggiana non fu in grado di servire nuovamente i propri soci”.
A livello nazionale il sistema si evolve e CONAD introduce la politica di canale, che sarà meglio definita e vedrà la sua piena realizzazione negli anni
Novanta, dopo l’approvazione definitiva del 1989 quando, coerentemente al
carattere polisettoriale dell’organizzazione, si opererà una diversificazione
della rete basata su tre canali: Margherita per i tradizionali, CONAD per i
supermercati, Pianeta per gli ipermercati, perché “CONAD – si legge nei documenti ufficiali - è un sistema integrato di imprese orientate al mercato.”
Si procede con l’informatizzazione globale delle aziende e vengono introdotte nuove tecnologie, il personal computer, il codice a barre, si va verso la
moneta elettronica che avrà uno sviluppo importantissimo, con la creazione di Carta Insieme, proprio in Nordiconad.
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un’altra”. Quando Camangi dà inizio all’opera di convinzione, Sella per un
po’ di tempo tenta di resistere ai suoi assalti, fino a quando è costretto
a cedere: “Mi disse di sì – racconta Camangi - un giorno al ristorante
cinese: gli feci mangiare una zuppa agropiccante e gli dissi “allora, la
fusione la facciamo?” e lui non potè più a dire di no perché rimase con
il palato bloccato” .
Infatti “Era un po’ che ci provava! - racconta Sella - ma la mia resistenza aveva una ragione, perché quando Camangi prese in mano la
Mercurio Bologna questa non aveva le performance economiche della
Santerno la quale, pur soffrendo per le piccole dimensioni, produceva un
utile discreto, aveva una buona rete di vendita con cinque supermercati, il primo aperto nel lontano 1974. Poi, sotto la guida di Francesco,
Mercurio Bologna fece passi da gigante e non potei più resistere alla sua
“insistenza”, non essendoci alcun modo di negare l’evidenza del vantaggio di mettersi insieme. Oggi sono ben contento della mia resa”.
Verso la nascita di
Conad Nordest
Dopo la metà degli anni Ottanta, la distribuzione italiana fa passi da
gigante, si profila la diffusione degli ipermercati, la competitività cresce e
dopo la fusione con Imola e Ferrara occorre fare un ulteriore salto di qualità, “… perché la somma di queste fusioni - racconta Gualandi - non dava
comunque la dimensione che occorreva per affrontare il piano di investimenti sempre più oneroso, finalizzato sia alla crescita della cooperativa (per
esempio dei magazzini), che al sostenimento di coloro che intraprendevano
la via della ristrutturazione. Era necessario avere le dimensioni giuste per gli
obiettivi che ci eravamo posti e quindi bisognava dare nuovo impulso al
processo di concentrazione. Era abbastanza implicito che la cooperativa più
vicina e più simile a noi, anche come modo di pensare e di agire, fosse
Mercurio Modenese: da qui è iniziato il percorso che ha portato alla nascita di CONAD Nordest.”
Mercurio Modenese è presieduta in quel momento da
, che ha ereditato la carica di Renato Morè: il passaggio
avviene nel 1987, qualche mese prima Morè ha venduto l’attività, anch’egli
vittima dell’ondata competitiva che ha investito il mercato: “Quando sono
rimasto a casa – racconta – la cooperativa aveva 1.170 soci. Per qualche
tempo sono stato presidente onorario e consigliere, occupandomi soprattutto del rapporto con i soci, però poi, avendo dismesso l’attività, non mi è
sembrato più logico e sono uscito”.
Come Mercurio Bologna, la cooperativa di Modena è impegnata in un piano
di investimenti davvero ambizioso tant’è che, per aiutare i soci nello sviluppo, Aureliano Luppi promuove la costituzione di un’importante società di
leasing che sarà chiusa un paio d’anni più tardi quando, sull’esempio modenese che ancora una volta fa da apripista, identica iniziativa verrà istituita
a livello nazionale.
In un documento del 1988 si legge che Mercurio Modenese prevede “per i
prossimi anni di aprire nuovi e moderni punti vendita, per una superficie di
10.000 mq, e di investire 48 miliardi di lire, di cui 37 per l’innovazione e lo
sviluppo”. Nello stesso documento si legge anche che “Mercurio Modenese
è impegnata, prima cooperativa CONAD, nella realizzazione di un grande
centro commerciale integrato a Modena in Via Morane”. Si tratta de La
Rotonda, al cui interno sorgerà il primo Pianeta (inaugurato nel 1990), un
punto vendita di grandi dimensioni che porta la nuova insegna creata da
CONAD per gli Ipermercati, con i quali l’associazionismo tra dettaglianti
entra nella Grande Distribuzione. Sottolinea Aureliano Luppi, grande artefi-
Sergio
Pellacani
I festeggiamenti per il ventennale del Mercurio Modenese: Favio Fornasari,
Renato Moré e Aureliano Luppi
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forza ai soci è stato più forte, è stata una spinta che ci ha fatto
trovare la strada per arrivare.
Ho vissuto il momento- dice Gualandi - in cui sono state messe le
radici che hanno consentito poi, di creare Nordiconad: il merito di
questo risultato va a tutte le persone che erano presenti nel periodo in cui abbiamo realizzato questo sogno, e a tutti i soci che hanno
fatto parte della nostra storia. Le scelte che abbiamo fatto a livello
nazionale e locale, e la realizzazione delle fusioni, hanno creato
anche dei momenti tristi, impopolari, perché le decisioni che vanno
in direzione di una crescita coerente con i dettami del mercato presuppongono a volte la necessità di lasciare o di chiudere delle attività. Ma i risultati ci hanno dato ragione e tutte le volte che questo
è accaduto abbiamo cercato di dare ai soci delle alternative, e oggi
CONAD ha un ruolo di rilievo in ambito nazionale. (…) Oggi,
nel
Duemila, dobbiamo riscoprire la personalizzazione, la qualità, la centralità della persona, e
il rapporto con il consumatore, perché una delle carat-
teristiche del nostro modo di essere e di vendere è sempre stata
quella del dialogo con le persone. Molti punti di vendita sono stati
Il centro commerciale “La Rotonda” di Modena con l’ipermecato Pianeta
ce della fusione che dà vita a Conad Nordest, direttore di Mercurio
Modenese nel momento in cui la cooperativa prende la decisione di investire nella Grande Distribuzione - che “nell’operazione Pianeta i soci dimostrarono grande maturità: il loro consenso infatti non derivava solo dalla
condivisione della necessità strategica di realizzare il Centro Commerciale
per incrementare la quota di mercato di Mercurio Modenese, ma anche dal
fatto che l’Ipermercato non era visto come un concorrente bensì, al contrario, come un’opportunità di rafforzare, e meglio presidiare, la rete distributiva dei soci Conad nel modenese.”
Nel 1988, Camangi lascia Bologna per trasferirsi a Modena dove
diventa direttore della Mercurio in vista della nascita di CONAD
Nordest. Arnaldo Sella assume la direzione di Bologna.
Sotto la spinta del mercato e della necessità di compiere onerosi investimenti, alla luce
di un comune modo di
pensare, dalla fusione tra Mercurio
Bologna e Mercurio Modenese, nasce nel
1990 Conad Nordest.
“Dietro alle motivazioni imprenditoriali – afferma Gualandi - c’è
stata una grande parte di orgoglio e di senso di appartenenza che
ancora una volta ci ha fatto sentire “unici”: nel nostro movimento
c’è sempre stato lo spirito giusto per affrontare i problemi e le
nuove sfide, come quelle della crescita e delle fusioni. Unificare
due cooperative forti, come Mercurio Bologna e Mercurio
Modenese, non era facile, ma l’obiettivo chiaro di dare maggiore
Arnaldo Sella, XXVIa Assemblea di Bilancio di Mercurio Bologna
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Conferenza stampa di presentazione di Conad Nordest. Da sinistra Enrico
Gualandi, Francesco Camangi e Aureliano Luppi
Palazzo Albergati 11 giugno 2000: il saluto di Nordiconad a Sergio Pellacani
realizzati, negli anni Settanta e Ottanta, nei quartieri che nascevano a seguito dello sviluppo urbano, sulla spinta dello sviluppo economico e sociale, sono cresciuti insieme ai bambini di quel quartiere: sono nati i negozi e sono nati i bambini. Il “tu” era di rigore, era
il segno dell’atmosfera nella quale si svolgeva e si svolge tuttora la
vendita. Conoscevi i problemi e le gioie dei consumatori e dovevi
avere sempre la parola giusta per ciascuno di loro”.
e in senso imprenditoriale la nostra professione.” E se si vuole avere lo spirito giusto aggiungiamo, sempre di Gualandi, questa convinzione: “Conosco
persone orientate a realizzare cose che hanno fatto molti più soldi di me,
ma io ho avuto più soddisfazioni perché ho realizzato i miei sogni, e ho
potuto ottenere risultati di importante valore sociale
…come sempre in nome del bene comune”.
Con la nascita di CONAD Nordest si pongono le basi per creare un
nuovo salto di qualità: mentre, nei primi anni Novanta, la cooperativa,
presieduta da Irvano Zanzanelli, realizza gli investimenti, cresce la rete
distributiva, vengono realizzati, dopo quello di Modena i Pianeta di
Bologna e Ferrara, si pongono le basi per la nascita di Nordiconad. Come
vedremo il progetto riceverà una forte spinta proprio dalla necessità di
affrontare problemi importanti che si trasformeranno in una grande
opportunità: siamo nel 1994 e ci piace chiudere questa parte della storia con le parole di Enrico Gualandi che in gran parte ce l’ha raccontata
e che possono essere lette dai soci di Nordiconad oggi, come un impegno spirituale da tenere presente: “ Bisogna considerare la cooperativa
come una struttura necessaria al nostro punto vendita, e il nostro punto
vendita come parte integrante della cooperativa. Volere e sviluppare la
cooperativa è come lavorare per noi stessi, è esercitare con convinzione
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