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Visualizza elaborato - Pubblica Istruzione
Al giorno d’oggi i diritti umani sono ancora un argomento molto discusso ma sfortunatamente poco applicato. Flavio Lotti, Coordinatore Nazionale della Tavola della Pace, nella sua lezione sui diritti umani in Europa e nel mondo, specifica prima di tutto cosa vuol dire parlare di tali diritti. La maggior parte delle persone tenta di difendere i propri diritti umani senza sapere, o meglio senza considerare, che anche coloro che vivono nelle condizioni peggiori, che subiscono la guerra ogni giorno e che anche finita la guerra faticano a ricominciare a vivere la quotidianità, hanno i loro diritti, che rimangono ancora meno attuati. L’autore ricorda, per esempio, i corpi straziati dall’ultima bomba caduta a Gaza, gli imprigionamenti in Iraq e in Afghanistan, ricorda tutti coloro che attraversano il Mediterraneo ogni giorno per raggiungere le coste italiane, in cerca di una vita migliore. Mentre i loro diritti vengono negati, mentre il mondo in cui viviamo si popola delle sofferenze delle persone, delle disuguaglianze, delle ingiustizie, dello sfruttamento, dell’esclusione, dell’intolleranza, del razzismo, della violazione dei fondamentali diritti del lavoro, noi siamo troppo presi a dare la colpa alla politica, come se così la cosa non ci riguardasse. Pur essendo una cruda realtà noi, in quanto cittadini, dobbiamo imparare a sentici responsabili delle nostre azioni tanto quanto lo è la politica. Anche l’arrivo dell’era della cosiddetta globalizzazione nulla ha cambiato nel concreto: chi era ricco è diventato ancora più ricco, chi era povero è diventato ancora più povero e noi andiamo avanti con la nostra vita, ma i diritti umani restano lì ad aspettare di essere concretamente riconosciuti e attuati. I diritti rimangono così lettera morta. Flavio Lotti ricorda la data del 7 ottobre 2007, giorno in cui 200.000 persone hanno marciato insieme da Perugia ad Assisi, impegnandosi a promuovere “tutti i diritti umani”. Sfortunatamente non basta ricordare tale manifestazione per risolvere il problema. A mio parere, non è con le fiaccole che modifichiamo la realtà le cose. Promuovere “tutti i diritti umani per tutti” è sinonimo di riconoscerli ed attribuirli ad ogni singolo individuo senza tener conto dell’età, del sesso, della condizione socio-economica. Per raggiungere tale obbiettivo ognuno di noi deve impegnarsi da subito, dalle mura delle nostre città, delle nostre casa e dalle piccole azioni del nostro quotidiano, perché in gioco non ci sono mattoni ma persone. Persone che hanno bisogno di civiltà, persone che hanno bisogno di sentirsi parte di una comunità che sia capace di rispettarle in quanto individui e titolari di dignità. Non a caso il primo articolo della Dichiarazione Universale dei diritti umani detta: “Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità gli uni verso gli altri, in spirito di fratellanza”. Articolo denso di significato, ma che nella realtà attuale è soltanto simbolo di un progetto a lungo portato avanti ma mai terminato. Siamo tutti bravi nel dire le cose, nel pianificare progetti utopici riguardanti quei diritti che noi stessi, talvolta, mettiamo poi nella vita concreta in secondo piano e la difficoltà sta proprio nel cominciare una volta per tutte a tradurre le singole parole in fatti. Perché ogni singolo gesto di un unico individuo, unito a quello degli altri, fa la differenza. GIAMPIETRO CLASSE 4° A