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Sono un cretino perché amo il Ticino
Canzonieri Nelle «Rime cristiane» di Gianni Mussini una gioia di vivere che sa sorridere di se stessa Sono un cretino perché amo il Ticino di FRANCO MANZONI N el gioioso silenzio sembra prendere carne l'intima immagine di quel luogo puro e vuoto, dove l'uomo accoglie la luce, a tratti lacerante, di una potenza esteriore. È nel sacro della Natura, è nel tutto armonico pensiero, che il poeta assiste con discrezione e semplicità alla bruciante battaglia della realtà quotidiana tra il limite materiale e ciò che non accetta né inizio né Une. Una feconda Inarrestabile contemplazione e un appassionato credo che Gianni Mussini desidera spartire con letizia nella raccolta poetica Rime cristiane (Interlinea), un canzoniere lasciato decantare per tre decenni. Pur opinabile, la scelta formale corrisponde alla volontà di rinnovare la tradizione e le regole del gioco, senza tradirle in sperimentazioni illusorie. Un ritmo profondo, che si giova del piacere della rima mai banale e che sgorga daflussiemozionali interiori, etici e tesi, rivelando in Iacopone, Francesco, Dante, Leopardi e Clemente Rebora quegli autori di riferimento, a cui accostarsi con la giusta ambizione dell'aemutario latina. Insigne italianista, l'autore, nato a Vigevano nel 1951, ha curato, tra l'altro, tre edizioni deUe Poesie di Clemente Rebora. E in modo evidente il canzoniere di Mussini risulta debitore dello straordinario poeta di frammenti lirici, Canti anonimi e Curriculum vitae. Anche se si riscontrano influenze e frequenti scelte lessicali vicine a Corazzini, Saba, Sereni, Luzi, Ungaretti, Orazio e Gadda. Proprio alla maniera di Gadda con virile accanimento Mussini sferza la borghesia intesa quale categoria metafisica. È l'intuizione di Pasolini: il conflitto estenuante è tra Dio e Io, l'eterna guerra è quella condotta tra Cristo e il borghese, l'egoista che è in ognuno di noi. Ecco perché l'autore inserisce in epigrafe, oltre a un brano di Iosif Brodskij, un passo dell'inglese Clive Staples Lewis, autore de Le cronache di Narnia, in cui il cristianesimo viene accostato a un atto di sabotaggio. Andare in chiesa significa ascoltare una radio clandestina, mentre il nemico cerca di impedirlo «facendo leva sulla nostra presunzione e pigrizia e snobismo intellettuale». Seguire Cristo vuol dire pensare che gli uomini siano davvero tutti eguali, smembrare l'idea di l proprietà privata, compiere una rivoluzione totale. Questo è presente in ogni testo di Mussini, tanto che nella prefazione Carlo Carena sottolinea che «tutto qui è vissuto ideologicamente, eticamente, e soprattutto sentimentalmente nella più schietta visione e interpretazione del cristianesimo. (...) la fanciullesca letizia reboriana e l'arguta fantasia francescana; e un'effusione di intelligenza e di amore che si comunica e commuove». Così Mussini ammette di essere un «cretino», poiché ama godersi la vita andando in bici sugli argini del Ticino, preferendolo al Canal Grande di Venezia in gondola. Ma attenzione, l'etimo di quel termine, oggi usato come insulto, deriva dall'occitano chretién, cioè cristiano. Un amore per la propria terra e per il cielo di Lombardia, che evoca Parini e Manzoni, mentre nell'ultima sezione, intitolata Lei, Mussini dedica liriche dolcissime e toccanti alla propria adorata sposa. E)RIPRODUZIONE RISERVATA Stile Ispirazione GIANNI MUSSINI Rime cristiane Prefazione di Carlo Carena con note di Franco Gavazzeni e Cesare Repossi INTERLINEA Pagine 112, €14 MWCHtTUM Il dialetto che liquida l'idillio £ INTERLINEA