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Epatite da virus B

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Epatite da virus B
Newsletter
N. 6 - Agosto 2012
Malattie Infettive
a cura del Dipartimento di Sanità Pubblica - Direttore Dr. Paolo Ghinassi. Redazione: Staff Epidemiologia e Comunicazione - Servizio Igiene Pubblica. Comitato di Redazione: Paolo Bassi, Loris Bevilacqua, Gian Paolo Casadio, Valeria Contarini, Manuela Dradi, Paolo Fusaroli, Franco Gianelli,
Mirella Guerra, Cinzia Pozzetti, Davide Resi, Cosetta Ricci, Giuliano Silvi, Riccardo Varliero. Progetto grafico: M. Edoarda Fava.
EPATITE DA VIRUS B (HBV)
a cura di Gian Paolo Casadio - Dirigente medico del Servizio Igiene Pubblica
COSA E’ L’EPATITE B
Le epatiti sono spesso causate da virus.
In Italia i più frequenti tipi di epatite virale sono l’epatite A, l’epatite B e l’epatite
C. Anche l’abuso di alcool, tossine, alcuni
farmaci e certe patologie possono causare epatite.
L’epatite B è una malattia del fegato trasmissibile determinata dal virus dell’epatite B (HBV). Quando infettata una persona può sviluppare un’infezione acuta che
può variare in gravità da una forma molto
lieve, pauci o asintomatica, a una malattia severa richiedente il ricovero.
L’epatite acuta B si manifesta entro i primi 6 mesi successivi all’esposizione al
virus. Alcune persone sono in grado di
contrastare efficacemente l’infezione e di
eliminare il virus. In altri soggetti l’infezione persiste (infezione cronica B) e nel 1525% di questi determina, nel tempo, seri
problemi, quali: epatite cronica, cirrosi,
insufficienza epatica, cancro epatocellulare.
COME SI DIFFONDE
L’HBV è di solito trasmesso quando sangue,
sperma, liquidi vaginali o altri fluidi corporei da una persona con l’infezione entrano
in contatto con un soggetto suscettibile. Il
virus è molto contagioso (50-100 volte più
dell’HIV) e penetra attraverso le mucose o
soluzioni di continuità della cute.
L’infezione può essere contratta mediante:
• un rapporto sessuale con una persona
infetta;
• il contatto diretto con sangue infetto,
anche se in quantità talmente esigua
da non essere visibile;
• la condivisione di oggetti personali (spazzolino da denti, rasoio, siringhe, misuratore della glicemia) contaminati da microscopiche quantità di sangue infetto;
• il contatto diretto con ferite aperte di
una persona infetta;
• il passaggio attraverso il canale del parto con infezione del neonato da parte
della madre infetta.
L’HBV non si trasmette tramite gli starnuti, i colpi di tosse, gli abbracci o l’allattamento. Anche se il virus può essere
trovato nella saliva non si ritiene che si
trasmetta mediante baci o condividendo
utensili per mangiare o bere.
Al contrario di altre forme di epatite,
l’HBV non è trasmesso dall’acqua o dai
cibi contaminati.
Il virus dell’epatite B può sopravvivere
nell’ambiente fino a 7 giorni; in questo
periodo il virus può provocare infezione
se penetra nel corpo di un soggetto suscettibile.
IL QUADRO CLINICO
Il quadro clinico dell’epatite acuta B è indistinguibile da quello di altri tipi di epatite virale. Non sempre l’infezione acuta da
HBV determina malattia. Nei bambini di
età inferiore a 5 anni le forme totalmente asintomatiche sono la maggioranza,
mentre con l’aumentare dell’età le probabilità di presentare segni e sintomi di
epatite sono maggiori (70% negli adulti).
I sintomi, se presenti, compaiono dopo
un periodo di incubazione medio di 90
giorni (45-180 giorni) e consistono di:
febbre, stanchezza, mancanza di appetito, nausea, vomito, dolore addominale,
urine scure, feci di colore chiaro, dolori
articolari, ittero.
Una parte delle infezioni acute da HBV
evolve in infezione cronica, con il rischio
di cronicizzazione che aumenta con il
diminuire dell’età al momento dell’infezione. Circa il 90% dei neonati che contraggono l’infezione dalla madre alla nascita rimangono cronicamente infetti. Dei
bambini infettatisi all’età tra 1 e 5 anni il
30-50% presenta infezione cronica. Nelle
età successive il rischio di cronicizzazione
è del 5%.
Le persone con infezione cronica sono
spesso asintomatiche e ignare della loro
condizione; sono tuttavia in grado di infettare altri.
L’infezione cronica è la maggior responsabile della morbilità e della mortalità
correlate al virus dell’epatite B, potendo
determinare cirrosi, insufficienza epatica
e cancro epatocellulare. Circa il 25% delle persone con infezione cronica da HBV
morirà prematuramente per cirrosi o cancro epatocellulare.
COME SI DIAGNOSTICA
La diagnosi si basa su dati clinici, epidemiologici e di laboratorio.
L’infezione da HBV non può essere riconosciuta basandosi solo sui sintomi
clinici e la diagnosi dipende dai risultati
dei test sierologici. I markers sierologici
permettono di differenziare la fase acuta
dell’infezione da quella cronica.
I markers sierologici principali sono:
HBsAg (antigene di superficie del virus
dell’epatite B): proteina presente sulla
superficie di HBV; può essere evidenziata nel siero sia durante la fase acuta che
quella cronica dell’infezione. La presenza
di HBsAg indica che il soggetto può trasmettere l’infezione. HBsAg è l’antigene
usato per la produzione del vaccino antiHBV.
AntiHBs o HBsAb (anticorpi contro l’antigene di superficie): la presenza di questi
anticorpi indica la guarigione dall’infezione da HBV, con conseguente immunità
permanente. Gli antiHBs si formano anche nei soggetti che rispondono favorevolmente al vaccino antiHBV.
AntiHBc o HBcAb (anticorpi totali contro
l’antigene “core” di HBV): compaiono alla
comparsa dei sintomi nell’epatite B acuta e persistono per tutta la vita. La loro
presenza indica un’infezione da HBV pregressa o in atto.
IgM antiHBc o IgMHBcAb (anticorpi di
classe M contro l’antigene “core” di HBV):
la loro presenza indica un’infezione acuta
da HBV contratta da meno di 6 mesi.
CHI SOTTOPORRE A TEST DI
SCREENING PER L’EPATITE B
I test di screening per l’epatite B sono raccomandati per:
• i soggetti provenienti da Asia, Africa
o altre regioni del mondo con tassi di
prevalenza dell’infezione alti o intermedi (v. mappa ),
• il partner sessuale ed i conviventi di
soggetti con infezione cronica da HBV,
• gli omosessuali maschi,
• i tossicodipendenti per via iniettiva e
nasale,
• le donne in gravidanza,
• i soggetti con infezione da HIV,
• i soggetti con una malattia trasmessa
sessualmente,
• gli emodializzati,
• i soggetti in trattamento chemioterapico o con altri tipi di farmaci immunosoppressivi.
COME TRATTARE L’EPATITE B
Nella forma acuta si raccomandano: riposo, liquidi, adeguata alimentazione ed
uno stretto monitoraggio medico.
Per le persone con infezione cronica è
raccomandata la consulenza dello specialista. Queste persone devono essere
valutate periodicamente e, se opportuno, sottoposte a specifico trattamento
antivirale. Attualmente sono disponibili
parecchie opzioni farmacologiche che
possono ritardare, migliorare o arrestare
il decorso della malattia epatica.
E’ importante che i soggetti con infezione
da HBV sia acuta che cronica siano sottoposti a test per la ricerca degli anticorpi
antivirus Delta; infatti tale virus colpisce
solo chi ha una contemporanea o pregressa infezione cronica da HBV aggravando il quadro clinico e complicando il
percorso terapeutico.
Markers
Risultati
Interpretazione
HBsAg
antiHBs
antiHBc
Negativo
Negativo
Negativo
Soggetto suscettibile
HBsAg
antiHBs
Soggetto immune per vaccinazione
antiHBc
Negativo
Positivo
>10mU/ml
Negativo
HBsAg
antiHBs
antiHBc
Positivo
Negativo
Negativo
Soggetto recentemente infettato (fase di incubazione)
oppure
Soggetto vaccinato da meno di 18 giorni
HBsAg
antiHBs
antiHBc
Positivo
Negativo
Positivo
Soggetto con infezione acuta.
La ricerca di IgM antiHBc è positiva.
HBsAg
antiHBs
antiHBc
Positivo
Negativo
Positivo
Soggetto con infezione cronica.
La ricerca di IgM antiHBc è negativa.
HBsAg
antiHBs
antiHBc
Negativo
Positivo
Positivo
Soggetto con infezione pregressa, immune.
La ricerca di IgM antiHBc è negativa.
HBsAg
antiHBs
antiHBc
Negativo
Negativo
Positivo
Una positività isolata dell’anti HBc può esserci nei seguenti casi:
Fase di guarigione da una epatite acuta: la ricerca di IgM antiHBc
è positiva.
oppure
Infezione molto remota, con titolo di antiHBs non rilevabile (una
dose di vaccino dovrebbe rendere dosabile il titolo di antiHBs): il
soggetto è immune.
oppure
Infezione cronica “occulta”, con HBsAg non rilevabile: può essere
utile valutare altri markers (HBeAg, antiHBe) e dosare la viremia
(HBV-DNA).
oppure
Falsa positività dell’antiHBc (una dose di vaccino non determina
la comparsa di antiHBs): il soggetto è suscettibile.
I soggetti con infezione cronica devono
evitare l’assunzione di alcool perché può
accelerare il danno epatico e devono
chiedere il parere del medico prima di
assumere ogni tipo di farmaco, compresi
i prodotti da banco, le vitamine e gli integratori a base di erbe perché possono
potenzialmente danneggiare il fegato.
La vaccinazione antiepatite B
L’applicazione della L. 165 del 27/05/1991,
che ha imposto l’obbligo della vaccinazione antiepatite B a tutti i nati a partire
dal 1979, ha determinato una significativa diminuzione dell’incidenza dei casi di
epatite acuta B. Tuttavia, malgrado questo ottimo dato epidemiologico, è ancora strategicamente importante l’offerta
attiva della vaccinazione antiepatite B ai
soggetti suscettibili appartenenti a gruppi o a categorie ad elevato rischio di infe-
zione, quali:
• partner sessuale e conviventi di un soggetto con infezione cronica,
• soggetti con malattie trasmesse sessualmente,
• tossicodipendenti per via iniettiva e nasale,
• soggetti con malattia epatica cronica,
nefropatia avanzata, infezione da HIV,
• neonati di madre con infezione cronica
da HBV (da effettuarsi alla nascita congiuntamente alla somministrazione di
immunoglobuline specifiche),
• soggetti con attività sessuale promiscua,
• omosessuali maschi,
• operatori sanitari e persone che per il
tipo di professione possono occasionalmente essere esposte a contatto
con sangue.
Bibliografia di riferimento:
• European association for the study of the liver, “EASL clinical practice guidelines: management of chronic hepatitis B”. Journal of Hepatology 50 (2009):227-242.
• Duarte-Rojo A e Feld J, “Hepatitis B biomarkers: clinical significance of the old and the new”. Current hepatitis reports (2010) 9:187-196.
• Cooke G S et al., “Treatment for hepatitis B”. Bmj vol. 340, 9 gennaio 2010:87-91.
• World Health Organization, “Hepatitis B vaccines - Who position paper”. Weekly epidemiological record N° 40, 2009, 84:405-419.
Per domande e commenti contattare: dr. Giuliano Silvi - Epidemiologia e Comunicazione - tel. 0544 286804 - e-mail: [email protected]
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