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Per Penny Market la distribuzione si fa virtuale
Penny Market CUSTOMER SUCCESS STORY Per Penny Market la distribuzione si fa virtuale Le soluzioni di VMware portano riduzione dei costi, maggiore affidabilità e migliore utilizzo delle risorse Risultati • Riduzione dei costi hardware e dei consumi energetici • Passaggio ad hardware di fascia più alta e affidabile • Migliore utilizzo delle risorse • Riduzione del downtime • Tempi di implementazione estremamente ridotti • Un player attivo nella distribuzione Penny Market Italia nasce nel 1994 da una joint venture tra il gruppo tedesco Rewe e la catena italiana Esselunga. Passata interamente a Rewe nel 1999, Penny Market Italia rappresenta una pietra miliare per il gruppo tedesco, che per la prima volta esporta all’estero il marchio Penny. Rewe Group oggi è presente in 14 paesi europei con più di 11.500 punti vendita e quasi 200.000 addetti. In Italia, oltre a Penny Market, possiede le catene Standa e Billa. Penny Market Italia conta attualmente circa 1.600 dipendenti e oltre 200 punti vendita distribuiti in Piemonte, Lombardia, Toscana, Triveneto, Emilia Romagna, Liguria, Umbria e Puglia. Penny Market dispone inoltre di 5 piattaforme logistiche, situate ad Agognate (NO), Altopascio (LU), Marciano della Chiana (AR), Desenzano (BS) e Gioia del Colle (BA). La necessità di virtualizzare L'esigenza di virtualizzare da parte di Penny Market è dipesa dalla volontà di gestire al meglio la crescita dell’infrastruttura aziendale. Una crescita in quantità delle applicazioni e dei server porta infatti a problematiche di aumento dei costi in termini di spazio (unità di armadio Massima flessibilità RAC, spazio impegnato da cavi, ecc), consumo di elettricità del nuovo nella gestione server, connettività (costo delle connessioni, delle schede in fibra ottica dell’infrastruttura per eventuali collegamenti in SAN, porte impegnate sugli switch), consumo di elettricità dei condizionatori per raffreddare il calore prodotto dal nuovo server e di utilizzo delle risorse macchina. “Un server virtuale sfrutta infatti molto meglio le risorse a sua disposizione – processori, memoria, disco – rispetto a un server fisico, soprattutto nel caso di configurazioni in alta affidabilità con un server attivo e uno passivo”, commenta l’ingegner Alessandro Pessot, Responsabile Data Center di Penny Market Italia. In Penny Market ha rivestito particolare importanza la questione dello spazio, date le ridotte dimensioni fisiche del CED, composto da 5 armadi RAC (network, storage e server), senza la possibilità di aggiungere altri armadi e condizionatori. Le applicazioni che sono state virtualizzate risiedevano su server dedicati, dotati di sistema operativo Windows 2000 Server. Attualmente le macchine virtuali sono Windows 2000 e Windows 2003, oltre a una macchina RedHat Linux con Oracle. Le macchine Windows 2003 sono in cluster: due nodi con Exchange e due con Oracle. Il terzo cluster 2003 clusterizza Captaris RightFax usando come dischi condivisi delle LUN iSCSI della macchina NetApp. Alcune soluzioni VMware erano già state testate in azienda con risultati positivi. In particolare VMware ESX era stato usato in ambiente di test già dalla versione 1.5.2. Con la versione 2.x si era poi passati alla produzione su un paio di macchine virtuali e, vista la stabilità riscontrata, si è deciso di estendere ulteriormente il rapporto con l’azienda, adottando VMware ESX Server anche per implementare il progetto di alta affidabilità. “Nostro obiettivo di base era l’ottimizzazione dell’utilizzo delle risorse informatiche, sia software che hardware. Razionalizzando le risorse grazie a VMware, abbiamo potuto passare a hardware di qualità superiore, cosa che ci ha consentito di elevare il livello generale della nostra infrastruttura, rendendola più agile e decisamente più performante. Il carico di lavoro che oggi siamo in grado di sostenere è decisamente superiore a quello che ci saremmo potuti permettere in precedenza.” Ing. Alessandro Pessot Responsabile Datacenter, Penny Market Italia VMware ESX Server opera su: • Windows 2000 – 2003 • Red Hat Linux • Database Oracle • Posta elettronica basata su MS Exchange • Soluzioni Storage NetApp • Storage Area Network in ambiente EMC2 Il progetto Si è implementato un “cluster across boxes” composto da due macchine hardware sulle quali sono stati implementati tre cluster con i nodi distribuiti sui due hardware I tempi di implementazione sono stati estremamente ridotti: il progetto è fisicamente partito nel novembre 2005 e si è praticamente concluso nel febbraio 2006, quando tutti i sistemi sono andati in produzione sulla nuova infrastruttura virtualizzata. Il tutto in maniera lineare e trasparente, senza interruzioni significative dei servizi e senza necessità di training specifici per gli utenti. A livello interno il progetto ha visto il coinvolgimento principalmente del reparto IT e di quello specifico che si occupa della gestione del CED. Il progetto è stato realizzato da SCC, system integrator specializzato in servizi e consulenza a valore aggiunto, che già da tempo collabora con Penny Market. E’ stato necessario coinvolgere un minimo anche EMC2 per la configurazione corretta dei dischi. Una volta installate le macchine virtuali le problematiche sono state affrontate a livello applicativo (migrazione dei dati, configurazioni, ecc.) in maniera del tutto trasparente allo strato di virtualizzazione. Dato che in azienda già si possedevano conoscenze sugli ambienti virtuali, l’impatto sul personale IT è stato minimo. Vantaggi concreti e misurabili I vantaggi apportati dalla nuova infrastruttura sono stati immediatamente percepibili. “Attualmente abbiamo circa 8 macchine virtuali su 2 server fisici”, ricorda Pessot. “Solo per quanto riguarda il consumo di energia abbiamo quindi un risparmio del 50%, che aumenta con il numero di macchine virtuali per server fisico, senza peraltro considerare il calore emesso dai singoli server”. Le macchine VMware sono connesse in SAN, ognuna tramite 2 schede fibra. Considerando che le macchine virtuali che usano dischi SAN sono 5, se queste fossero fisiche ci sarebbe la necessità di avere 10 costose schede in fibra ottica. Quelle invece effettivamente utilizzate sono 4, con un risparmio reale del 60%. La realizzazione del progetto specifico di Penny Market prevedeva la realizzazione di tre cluster. E’ stato sufficiente installare un solo server e quindi duplicare la macchina virtuale (con un semplice copia e incolla, visto che in questo caso l'immagine del server è effettivamente un file) per creare le altre 5, con un enorme risparmio di tempo. Poi si è proceduto alla personalizzazione. “Un vantaggio della struttura virtualizzata rispetto a quella "classica" è senz'altro la possibilità di fare un backup realmente completo della macchina, comprese quindi le impostazioni del sistema operativo, che tante volte sono la parte più critica da ripristinare su alcuni server”, ricorda ancora Pessot. Un ulteriore e non meno importante vantaggio sta nella grande semplicità con cui è ora possibile gestire l'evoluzione tecnologica. Se un sistema hardware diventa obsoleto è possibile migrare in maniera abbastanza facile i server su macchine di ultima generazione (tra l'altro guadagnando in performance) senza dover reinstallare tutto, ma solamente reinstallando lo strato VMware e ripristinando i file delle macchine virtuali. Senza contare la possibilità di eseguire test fuori linea in modo molto semplice, per rendere ancora più lineare la migrazione. L’evoluzione della virtualizzazione I risultati ottenuti finora hanno soddisfatto pienamente Penny Market, che prevede quindi di proseguire con la virtualizzazione di nuovi server principalmente di servizio e di monitoraggio e di implementare Virtual Center per una gestione centralizzata e semplificata delle macchine virtuali. Più in generale, laddove un server e un servizio non abbiano particolari necessità di hardware dedicato, come ad esempio schede speciali, la tendenza di Penny Market sarà quella di virtualizzare. Uno dei prossimi e più significativi progetti per l'azienda prevede l'utilizzo di VMware nella realizzazione del sito di Disaster Recovery, vista la relativa semplicità di duplicazione di alcuni ambienti produttivi.