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Fondatore dell`Unitalsi Persona mai conosciuta abbastanza

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Fondatore dell`Unitalsi Persona mai conosciuta abbastanza
Tomassi
Fondatore dell’Unitalsi
Persona mai conosciuta abbastanza
A
nche se all’inizio del 1900 i mezzi della comunicazione sociali non erano paragonabili a quelli di oggi, la
notizia che da oltre vent’anni folti gruppi di pellegrini,
in numero sempre crescente, accorrevano dalla Francia, dal
Belgio e da altre nazioni alla Grotta di Massabielle a Lourdes
era giunta anche a Roma. Così nel 1903, con il pellegrinaggio nazionale italiano presieduto dal Comm. Filippo Tolli che
insieme al Conte Acquaderni organizzava i pellegrinaggi a
Lourdes con l’assistenza spirituale di Mons. Giacomo Radini Tedeschi, parte anche un gruppetto di quattro o cinque
malati, tra cui Giovan Battista Tomassi, un giovane romano
di ventitrè anni (nato il 29 novembre1880), figlio dell’amministratore dei Principi Barberini.
È affetto da una forma artritica acuta ed irreversibile che, da
quasi dieci anni, lo costringe a stare in carrozzella; è molto
sofferente nel corpo, ma soprattutto è molto tormentato nello
spirito per la sua ribellione a Dio ed alla Chiesa.
Avendo saputo dell’organizzazione di un pellegrinaggio a
Lourdes, chiede di parteciparvi, con l’intenzione ben precisa,
se non avesse ottenuto la guarigione, di compiere uno scandalo, un gesto di clamorosa sfida e bestemmia: suicidarsi ai
piedi della Madonna.
Tomassi è carico di rabbia, nutrito di anticlericalismo e viene
descritto da un altro partecipante al pellegrinaggio, il prof.
Carlo Costantini, come un giovane dallo sguardo truce “Il
suo sguardo così fiero, direi sprezzante, gli alienava quella
naturale e profonda simpatia che ogni anima cristiana sente
verso l’infelice”.
Non è pensabile, per il suo tormento spirituale, che Tomassi,
recandosi a Lourdes, avesse in tasca una corona del rosario;
è invece certo che ha con sé una pistola per attuare il suo gesto disperato.
Accade però che, giunto alla Grotta di Lourdes, viene colpito dalla presenza dei volontari che aiutano i malati ad entrare nella Grotta per pregare e percepisce che la condivisione
amorevole dei volontari dava conforto, speranza e serenità ai
sofferenti.
Per tutti i giorni del pellegrinaggio è smarrito, sconvolto, taciturno e insieme pensieroso; non ottiene il miracolo, non attua
il proposito di suicidarsi, ma alla stazione di Lourdes, al momento del rientro, chiede di parlare con Mons. Tedeschi, al
quale con totale serenità, consegnando la pistola, dice: “Ha
vinto Lei, la Madonna. Tenga, non mi serve più! La Vergine ha
guarito il mio spirito!”. Ed aggiunge: “Se Lourdes ha fatto bene
a me, farà bene a tanti altri ammalati”.
La sua conversione è provata da una cartolina, datata 29 agosto 1903, ed indirizzata “Alle carissime sorelle Luisa e Maria”,
con questa semplice espressione “Saluti affettuosi dalla Grotta di Lourdes. Pregate!”.
Tornato a Roma, non guarito nel corpo, ma rasserenato nello
spirito, riflette sulla sua singolare esperienza e mentre conserva ben fissa negli occhi la commovente immagine di un
migliaio di ammalati francesi, belgi, tedeschi, spagnoli arrivati
a Lourdes con i “treni bianchi”, assistiti da una mirabile organizzazione, sente una profonda tristezza per l’assenza quasi
completa di malati italiani, per cui con insistenza si pone l’interrogativo “Non sarà possibile trovare anche per i malati italiani persone che paghino loro il viaggio e li assistano durante
il pellegrinaggio?” .
Scosso da questa idea, scrive lo Statuto e lo consegna a Mons.
Tedeschi.
Da questa intuizione, nasce quella che attualmente è l’Unitalsi
(Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes e
Santuari Internazionali).
Tomassi muore il 25 aprile 1920 non per la sua malattia, ma
perché si ammala di tetano. Così la famiglia lo ricordava nel
trigesimo della sua morte: “mai conobbe sconforto e sorridente, egli che soffriva, ai sofferenti dedicò la sua vita beneficando”.
Nella sua lunga storia l’Unitalsi si è diffusa su tutto il territorio italiano e partendo da Lourdes ha esteso le sue mete di
pellegrinaggio a molti altri Santuari e luoghi sacri (Fatima,
Loreto, Pompei, Banneux, San Giovanni Rotondo, Terra
Santa) e ha creato molteplici iniziative per l’aiuto ai malati,
ai disabili ed alle loro famiglie.
Questa attività sempre crescente, che oggi coinvolge tutte le
regioni italiane con 19 sezioni, oltre 250 sottosezioni e 2 delegazioni estere (San Marino e Malta), con decine e decine di
migliaia di soci e volontari, ha accumulato una grande quantità di materiale che documenta la vita e la storia dell’Associazione.
Fondazione Unitalsi “G.B. Tomassi”
Nel 2008, Presidente Giuseppe Tripisciano, è stata costituita una Fondazione che porta il nome di Tomassi per fare memoria
del cammino fatto a seguito della sua intuizione, i cui scopi, come indicato nello statuto, sono principalmente “la conservazione dell’Archivio storico dell’Unitalsi e l’animazione culturale di taglio scientifico sulla storia dell’Unitalsi dalle sue origini ai
giorni nostri, nel contesto più generale della storia della Chiesa e della storia civile contemporanea”.
La Fondazione, oltre ai vari organi di gestione e controllo, ha un comitato scientifico di cui fanno parte studiosi di varie
discipline attinenti l’attività propria dell’Associazione. I membri di questo comitato hanno iniziato l’analisi del vasto archivio
presente presso la Presidenza Nazionale dell’Unitalsi, da cui sono nate le prime idee per ricerche, convegni, seminari. Dal
novembre 2011 presidente della Fondazione è Ubaldo Bocci.
EDITRICE
ROTAS
BARLETTA
www.unitalsi.it
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